Opinione scritta da Sonica999
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Leggero e molto piacevole
Per essere un libro molto leggero e, immagino, senza troppe pretese, sta scatenando un vero putiferio.
A me è piaciuto quanto mi piacerebbe vedere un telefilm romantico sui vampiri, sono quelle cosette leggere che ti aiutano a rilassarti dopo un lunga giornata.
Non trovo onestamente che il romanzo sia così fuori dalla realtà, un bel ragazzo ricco che si innamora di una bella ragazza laureata (anche se un tantino complessata) e cambia il suo modo di vedere la vita per lei... che ci sarebbe di così strano?
Non vedo inoltre perché un romanzo dovrebbe attenersi al principio di realtà...
Molti si lamentano del fatto che il protagonista sia maschilista, dispotico con vedute della vita degne del più estremista tra i talebani. Personalmente non capisco quale sia il problema, la scrittrice non vuole far passare il messaggio che uno così sia figo, direi anzi che è l'esatto opposto.
Infatti è proprio una ragazza che non accetta questi schemi, pur amando il protagonista, e lo sfida continuamente che riesce a cambiarlo. Parliamo inoltre di un personaggio che ha vissuto un'infanzia terribile e che proprio a causa dei continui traumi è costretto ad andare in terapia e combattere giorno dopo giorno con dei grandi limiti emotivi.
La storia è intrigante, lascia incollati al testo senza via d'uscita e ti fa amare i personaggi.
L'unica pecca a mio avviso sono le descrizioni del sesso che trovo molto noiose (personalmente dopo le prime le ho saltate).
Non è il genere di libro che leggo normalmente, quando l'ho iniziato avevo dei pregiudizi e ad essere sinceri non lo avrei mai comprato ma che dire... l'ho adorato, è come mangiare tre vaschette di gelato nocciola senza ingrassare!
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Da leggere!
Un libro che tocca il cuore e apre la mente, raccontando le vicende di bambini che scappano dalla guerra in Sudan. Erano solo ragazzi in cammino, un cammino lungo, spaventoso, faticoso e che troppo spesso porta alla morte. Il libro catapulta il lettore in un mondo che tutti conosciamo ma troppo spesso ignoriamo, ci mette davanti all'evidenza che i "profughi dei barconi" non sono numeri ma nomi, nomi con alle spalle delle storie troppo spesso sconvolgenti. La storia di Valentino Achak Deng e di molti altri bambini che scappano dalla guerra, dalla (vera o presunta) morte dei propri genitori e dall'orrore per cercare una salvezza che difficilmente si trova. Considerati come "senza speranza", questi bambini, che bramano le braccia ormai perse della propria madre, si trovano ad attraversare la savana e la maggior parte di loro morirà a causa di malattie, fame, disidratazione o mangiato dai leoni. Anche quella che sembra la salvezza, il campo profughi, si rivela per quello che è, un inferno senza fine.
Questo romanzo mi è piaciuto molto soprattutto per il fatto che lo scrittore accompagna per mano il lettore in un mondo che non gli appartiene, per poi riportarlo al presente, alla vita di un "Valentino" che vive in occidente, troppo spesso ferito dall'ignoranza e dalla superficialità che lo circonda.
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