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Opinione scritta da AlexisKami
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Satanisti e nazisti
Un libro che ho odiato, sinceramente.
A parte il fatto che, ambientato a Torino e scritto da un torinese, mi aspettavo qualche ambientazione in più, non che ruota sempre tutto attorno a Piazza Castello. Poteva trovare qualche luogo meno conosciuto, così da far conoscere di più la nostra città (sì, io sono di Torino).
Poi fa sembrare tutti i torinesi dei satanisti (ogni personaggio coinvolto è in una setta, o gli trovano altarini e libri strani in casa) e tutti i tedeschi nazisti, con scene di violenza su dei neonati che davvero ci potevamo risparmiare.
E non è che non abbia mai letto libri con violenza, ma questa sembra fine a se stessa, e prendersela in quel modo con dei neonati è davvero tremendo.
Nietzche è ossessionato dalla sorella, non parla quasi di altro, ed il finale è troppo affrettato.
Dopo aver sbrodolato le pagine con cose che sembravano non c'entrare niente una con l'altra, far finire tutto in quel modo irrita maggiormente il lettore.
Mi è sembrato poi che l'autore abbia messo un sacco di paroloni difficili uno dopo l'altro solo per darsi un tono, o per confondere il lettore. Alcune parti risultano davvero difficili da capire, e anche se si saltano, non si perde nulla della storia, perchè tanto al fine della narrazione non servono a nulla, anzi, servono solo a confondere appunto, e ad un certo punto ti chiedi: ma i neonati morti non se li ricorda più nessuno?
Ho trovato strano poi il modo di interagire dei personaggi tra loro, perchè ricordiamoci che è ambientato nel 1888. Forse l'autore non se lo ricordava, e comunque, non ha molto a che fare con i libri realmente scritti in quell'epoca o giù di lì.
Non lo consiglio, davvero, mi ha lasciato una brutta sensazione addosso.
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Shokudo Katatsumuri
Brutto brutto brutto.
Erano mesi che lo cercavo in giro, e finalmente l'ho trovato usato ad un mercatino.
Mi incuriosiva, non so perchè.
Alcune volte veniamo attirati da alcuni libri, anche se non sono il nostro genere.
Di autori giapponesi per ora ho letto solo quelli della Yoshimoto, e non sono male, anche se dopo un po' sono tutti uguali.
Questo è sulla stessa onda, ma con molte meno emozioni e meno poesia rispetto alla Yoshimoto e soprattutto con cose fuori dal mondo, con scene surreali e anche piuttosto macabre.
Se avessi saputo prima come finiva e soprattutto che c'erano certe scene di violenza, perchè si tratta di violenza ed orrore, almeno per quanto mi riguarda, di sicuro non l'avrei mai comprato.
Le vicende vengono trattate con molta semplicità, molte cose non vengono approfondite, mentre invece ci viene fatto lo spiegone sul cibo, come viene raccolto, sull'arredamento del ristorante e sul menù finale, ben due facciate complete solo di un elenco di piatti. E uno dopo un po' si annoia, specie se invece le cose importanti, come l'abbandono del fidanzato, non vengono analizzate.
Inorridita dal finale del libro, non lo consiglio a chi ha un minimo di amore e rispetto verso gli animali.
Se siete vegetariani, vegani o comunque non volete avere a che fare con scene dettagliate di macellazione di animale, non leggetelo.
La vicenda della madre è completamente assurda, da mettersi a ridere per non piangere sul perchè qualcuno abbia scritto una boiata del genere.
Vi dico solo una cosa per non spoilerare: pistola ad acqua.
Verso la fine c'è uno dei classici clichè, assolutamente prevedibile.
Per non parlare del fatto che la protagonista, rimasta senza voce per il trauma dell'abbandono del fidanzato, ad un certo punto chiacchiera con un altro personaggio.
Chiacchiera??
Non mi sento di consigliarlo, anzi, sono felice di averlo scambiato nel giro di un paio di ore.
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Il Demone Catch
"Ma per rinascere dalle ceneri, bisogna prima schiantarsi e bruciare."
Eccomi con un'altra recensione positiva, ma non temete, ne ho già due negative pronte per essere pubblicate.
A parte gli scherzi, a me piace molto lo stile di scrittura di Moore, l'ho adorato in "Un lavoro sporco" e piano piano sto recuperando tutti i suoi libri.
Questo è il primo che ho trovato in libreria, e l'ho apprezzato, anche se non tanto quanto credevo.
E' divertente, è ironico, scherza sul paranormale e a tratti può ricordare molto Pratchett, anche se utilizza un linguaggio più crudo.
La storia si svolge piuttosto rapidamente, ci sono le adeguate descrizioni ed è molto divertente imparare a conoscere tutti i personaggi presenti nel libro e vedere come sono in qualche modo collegati uno all'altro.
Ci sono vari richiami di altri grandi della letteratura, come Milton ad esempio. E' divertente leggere una frase e pensare subito: oh, ma questo è un rimando a quel libro!
La fine mi ha un po' delusa, è stata un po' troppo frettolosa e caotica rispetto all'andamento del resto del libro, ma è grosso modo quello che ci si aspettava di leggere, quindi il mio unico rammarico è la brevità della scena.
Non ho trovato errori, e alla fine, sempre se non ho sbagliato tutto, secondo me è stato scritto per far capire che con gli eventi soprannaturali, con il male, e con le antiche formule, non si scherza.
Non si devono mai sottovalutare, perchè non si sa mai cosa puoi evocare.
Vi lascio con una parte molto divertente, e con il consiglio di leggerlo. Forse non sarà l'opera migliore di Moore, ma merita sicuramente, almeno per ridere un po'.
"Scusi se la disturbo, ma quel tizio grosso, con le scaglie, che sta masticando il sindaco, lo conosce? C'è un'ordinanza comunale che vieta di mangiare i pubblici ufficiali senza permesso".
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Semidei eroi
Lo so, ultimamente le mie recensioni erano tutt'altro che positive, quindi eccomi con una recensione ottima per un libro che mi ha preso moltissimo!
Il Ladro di fulmini è il primo della saga, e comincia davvero benissimo.
Ho apprezzato lo stile di scrittura, non troppo semplice, con la giusta dose di descrizioni e di dialoghi.
Le scene di azione non mancano, sono belle da leggere, anche perchè ci si immedesima moltissimo grazie al fatto che è Percy stesso a raccontare cosa accade.
I dialoghi a volte sono spassosissimi, specie quelli con il suo amico Grover, a volte ridevo da sola con il libro in mano.
E' vero, ci sono alcune analogie con la saga di Harry Potter, specie nel trio di amici, ma ci sono anche molte differenze: la prima che mi è saltata all'occhio è che non c'è quella tristezza di fondo che accompagnava la pietra filosofale, avendo Percy una storia alle spalle non così drammatica come quella di Harry.
Il cane a tre teste poi, cioè Cerbero, non è certo un'invenzione della Rowling!
E' sempre esistito nella mitologia greca, ben prima di Harry!
Ottima l'idea di modernizzare gli dei dell'olimpo e trasferirli sull'Empire State Building. L'autore ha avuto parecchie idee carine per inserire i vari dei e i loro compiti nell'età moderna.
Bellissimo il finale, che lascia la voglia di continuare subito la saga, cosa che ho fatto comprando gli altri libri.
Il film che ne è stato tratto è quasi completamente differente, ma a me è piaciuto lo stesso, soprattutto per la scelta degli attori che impersonano gli dei. Peccato manchi Ares.
Insomma, secondo me è un'ottima saga, perfetta per chi ama i miti greci, e per chi magari è cresciuto guardando i telefilm di Xena, come me!
Consigliatissimo!!
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Maltrattiamo le donne
Potrebbe contenere spoiler!!
Qualche anno fa, il titolo mi aveva incuriosito, così questa bruttura è finita sulla mia libreria.
Avevo fatto qualche tentativo precedente di lettura, abbandonato per la violenza del racconto.
Ho letto in giro nelle altre recensioni che il pregio di questo libro è che i vampiri sono cattivi.
Beh, non è l'unico libro in cui i vampiri sono cattivi, Intervista col vampiro o i primi della saga di Anita Blake sono un ottimo esempio, meglio comunque di questo, lì non violentano donne, per giunta incinte.
Comunque, a parte i vampiri cattivi, quello che mi ha lasciato sconvolta è come viene rappresentata la donna in questo libro.
La protagonista è convinta di essere portatrice dell'HIV, va comunque a letto con uno che la picchia, la tiene sequestrata in casa, nuda, umiliata, ammanettata al letto e violentata e questa passa dall'essere contenta di avere un amante focoso al voler scappare. Ovviamente senza proferire parola della possibile malattia sessualmente trasmissibile.
E non dimentichiamoci che lui è un vampiro, quindi dovrebbe bere il suo sangue infetto.
Ma che cosa ce ne importa? Lui è bello, ricco e francese, attacchiamogli qualche bella malattia.
Quando finalmente lui la libera, dopo sevizie e violenze, lei è incinta.
Tralasciando il fatto che, come ogni romanzetto porno soft/rosa/finto horror che si rispetti, l'amore vince su tutto e può cambiare anche una persona orribile, il romanzo, a parer mio, è un miscuglio tra Twilight e 50 sfumature, più violento, più cattivo e che insegna molte cose sbagliate sulla sessualità e su come una donna debba essere trattata.
Il protagonista maschile, non a caso, pensa che tutte le donne del mondo, vampire e non, siano delle... insomma, donne di facili costumi, e non perde occasione per ribadirlo.
Io l'avrei già ammazzato appena apre bocca, visto che sa solo urlare insulti ed ordini perentori, ma lei ovviamente se ne innamora.
Pessimo libro, pessimo insegnamento e pessimo horror.
Sconsigliato.
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Ruby Pier
La mia migliore amica mi ha prestato questo libro, visto che a lei era piaciuto moltissimo e, devo ammetterlo, incuriosiva anche me.
L'ho finito in brevissimo tempo, perchè è scritto con caratteri grossi e c'è molto spazio bianco a dividere i capitoli, quindi si finisce in un batter d'occhio.
Non posso dire che mi ha colpito, davvero.
Non mi ha commosso, non mi ha fatto ricredere sulla vita, la morte, l'aldilà, l'aldiquà, l'amore o altro.
Lo stile di scrittura è davvero molto semplice, quasi al livello della Lisa J. Smith, intervallato qui e là da qualche frase ad effetto da baci perugina.
La storia comincia dalla fine, cioè dalla morte del protagonista, Eddie, e continua con il suo viaggio in cielo, l'incontro con cinque persone e vari e ripetuti flashback, della sua vita e dei suoi compleanni, perchè lui muore proprio il giorno del suo compleanno.
Che capita a volte. E' brutto ma capita.
Tralasciando la parte dove ritrova la moglie, che forse è la parte migliore e più incline a far commuovere, il resto è noioso e a volte senza senso.
E' poi molto triste, a mio avviso, sia per le situazioni raccontate sia per il messaggio "ti faranno capire il senso della tua vita (che hai appena perduto, perchè sei morto) 5 persone, facendoti vedere cose tristissime della tua vita, dopo passerai il tempo in attesa."
Non so se possa essere di conforto a qualcuno che ha perso una persona cara.
Sinceramente lo sconsiglio.
"Nessuna vita è sprecata, l'unico tempo che sprechiamo è quello che trascorriamo a pensare di essere soli."
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Ridondante
Avevo deciso di portarmi questo libro nel mio viaggio in Irlanda, perché è appunto ambientato in Irlanda (del nord) e perché mi sembrava un libro non troppo impegnativo, adatto ad un viaggio in traghetto ed uno in treno.
Sfortunatamente sono riuscita a leggerlo solo sul treno di ritorno, ma è stato comunque piacevole ritrovare alcune località che ho visitato.
E credo che la mia esperienza piacevole con questo libro termini qui.
Ah no, dimenticavo l’essere d’accordo sul fatto che le patatine Tayto onion e cheese siano le più buone del mondo.
Peccato le facciano solo in Irlanda del Nord.
La storia potrebbe anche essere carina e divertente, e ricordare un po’ il film francese “giù al nord”, peccato che non sia così.
Di sicuro non è un antidoto alla malinconia come pubblicizzato sulla copertina.
E’ un libro che mi ha fatto arrabbiare, per vari motivi. E non è mai bello quando un libro fa arrabbiare il proprio lettore.
Innanzitutto è un ritratto davvero pessimo degli Irlandesi e del loro paese. Sul serio, se io fossi un irlandese mi sentirei offeso.
Vengono dipinti come maleducati, che parlano in maniera strana, antiquata e sguaiata, sporchi, poveri e terroristi.
Ma non è così, almeno per quanto ho appurato io.
E poi poteva essere divertente se fatto in maniera umoristica, ma qui mi sembrava volessero farli sembrare inferiori agli inglesi, in special modo ai londinesi.
Parliamo del protagonista, il bibliotecario, Israel.
Che dire di lui? Probabilmente l’essere più sfortunato dell’intero sistema solare.
Gliene capitano di tutti i colori. E magari all’inizio potrebbe essere simpatico qualche piccolo incidente, ma non un incidente a pagina! Così si esagera e dopo scade tutto nel ridicolo e nel prevedibile.
Oltretutto, non appena si fa male, va avanti per mezz’ora a lamentarsi con una sola parola: AHIA, neanche fosse un bambino di 3 anni.
Parliamo dei libri: una biblioteca chiusa e 15000 libri scomparsi nel nulla.
Che è poi il clou del romanzo. Dove saranno i libri?
Mistero banale che si risolve in maniera banale nelle ultime pagine.
Davvero un finale insoddisfacente, ma andrà avanti con altri libri, che io non leggerò.
Seccanti le varie ripetizioni in tutto il romanzo: il continuo uso delle parole: seeee e Ach (che io in tutta l’irlanda non ho mai sentito pronunciare), ahia e la ripetizione ossessiva dei vari titoli e professioni precedenti dei personaggi, o luoghi di lavoro.
Si possono usare dei sinonimi, o almeno un’abbreviazione, non c’è bisogno di ripetere tutte le volte: lavorava al reparto libreria di bla bla, nel centro commerciale di bla bla, nella città di bla bla, essex.
Diventa noioso e ridondante.
Il protagonista poi è davvero assurdo, nonostante abbia letto migliaia di libri (così dicono) non conosce cose elementari, come "il primo sospettato", e quindi passa per un cretino; non solo, a quanto pare non apprezza i libri.
Perché quelli che si è portato dietro dalla sua casa di Londra, non solo non li legge, ma li usa in modi più utili, come la copia di "Vita di Pi" lanciata nelle fauci di un cane, o "Harry Potter e il principe mezzosangue" usato per rompere una finestra.
Io l’ho trovato triste. Perché vuol dire che l’autore odia tutti i i titoli che ha inserito, e che gli fa fare una brutta fine perché secondo lui è meglio non leggerli.
Ma queste sono opinioni sue personali, quindi ora mi chiedo: Ma Israel allora fino adesso che cosa ha letto? Quali libri gli sono piaciuti??
Se fosse un amante dei libri non li userebbe mai per rompere finestre!!
E’ in campagna, per rompere un vetro basta un sasso, o un pezzo di legno!
Per non parlare delle ripetizioni nei dialoghi, che proseguono uguali per mezza facciata, chiedendoti che cosa i vari personaggi non hanno capito.
Insomma, un libro altamente sconsigliato perché a me ha fatto uscire dai gangheri.
Ma le patatine ve le consiglio.
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Lett, Rosie e Silas
Potrebbe contenere spoiler!!
Bisogna ammetterlo, la copertina è molto bella. Ben fatta, con colori adatti alla storia e che attira decisamente l'occhio.
La storia è una rivisitazione di una favola classica, Cappuccetto Rosso, di cui rimane la nonna, la mantella rossa e il lupo cattivo.
Qui i lupi sono tutti cattivi, ce ne sono tanti e sono tutti uomini che attaccano e uccidono solo giovani ragazze.
Sono i Fenris, una specie di licantropi che però mutano quando vogliono, uccidono e non servono particolari armi per ammazzarli. Basta ferirli gravemente e loro finiranno in una nuvola di polvere.
I capitolo sono alternati nella narrazione tra le due sorelle, Scarlett e Rosie.
Personalmente ho trovato Scarlett piuttosto odiosa, totalmente ossessionata dalla caccia ai lupi, incapace di pensare ad altro, isterica, gelosa e invidiosa.
Rosie invece è più simpatica, innamorata di Silas, caccia i lupi solo perchè si sente in debito con la sorella, che l'ha salvata anni prima dal lupo che ha ucciso la loro nonna.
Il loro rapporto è ben descritto, si descrivono spesso come un solo cuore diviso in due.
Ma presto ci si mette di mezzo il terzo incomodo, Silas.
Tuttavia la narrazione non scorre come dovrebbe: le scene di azione sono piuttosto ben descritte, ma molto veloci e quindi molto corte, si interrompono quasi di colpo; c'è una serie di frasi che decisamente non suonano bene, come ad esempio "battito di sopracciglia", e non capisco se è tradotto male o cosa; infine c'è a tratti una mancanza preoccupante di virgole.
I capitoli si interrompono quasi sempre con una frase ad effetto e/o un colpo di scena, ma il capitolo successivo riparte come se fosse una nuova storia e non il proseguimento di quella vecchia.
L'inizio e la fine sono avvincenti, il finale è in linea con la storia ed è molto bello, la parte centrale si perde un po' e annoia.
Per essere un young adult non c'è male, c'è di peggio in giro. Non vale però appieno il costo del libro.
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Fanfiction Crossover
Con fanfiction crossover si intende quella fanfiction, cioè una storia creata da un fan, che unisce due o più serie.
Ecco quello che mi è sembrato questo libro: una fanfiction, scritta da un grande fan di Holmes, in cui fa scontrare il detective con Dracula.
Le mie aspettative per questo libro erano altissime, erano mesi che lo conservavo con cura nella libreria, in attesa di essere letto.
Mi aspettavo il grande Sherlock Holmes collaborare con Van Helsing per sconfiggere il malefico vampiro, Watson che racconta le vicende assieme a Jonathan Harker, aiutati dalle rispettive mogli.
Sbagliato!!
Iniziamo con due pecche: troppe introduzioni, prefazioni e note finali ecc. e le note del testo spiegate a fine volume. Io odio dover continuamente andare a fine volume per leggere le note, alcune delle quali veramente stupide. Un esempio su tutti: dopo averci ripetuto migliaia di volte che Mary è la moglie di Watson, ecco una nota in cui ci viene ribadito il concetto.
Lo sappiamo già, molte grazie.
31 pagine di spiegazioni su quanto sia stato bravo l'autore a studiare e mettere insieme le trame, banalità in cui ci viene a dire che a lui Gary Oldman non piace (fatti tuoi) e invenzioni come l'asta dei beni dell'ultimo parente di Holmes.
Aha. Divertente.
Passando al romanzo: innanzitutto per leggerlo bisogna, ovviamente, aver letto sia Dracula sia almeno i 4 romanzi principali di Sherlock, altrimenti non si capisce niente.
La storia poi, come ci spiega Estleman, è "quello che nel romanzo di Stoker non viene raccontato: cioè cosa fa Dracula mentre non compare nel romanzo." E cosa fa Dracula nel tempo libero?
Semplice, scappa da Holmes.
Scappa e ci chiacchiera insieme.
Oh, che cattivone!
Aspettavo con ansia l'incontro tra Van Helsing e il detective, ma nonostante sia una scena ben fatta e con della tensione, rimane una sola scena e basta, poi Holmes viene liquidato dal Professore.
Ci sono delle scene di azione, ma molte sono copiate dai racconti di Conan Doyle, come l'inseguimento in barca, e le scene di scontro con Dracula sono piuttosto ridicole.
E non fa per nulla paura, anche se il curatore dell'introduzione ci suggerisce di non leggerlo col buio.
Sicuramente è scritto bene, in stile con l'epoca e con l'autore originale, ma mi ha deluso moltissimo.
Troppo breve, troppo superficiale, per niente coinvolgente.
Il finale non lo svelo, ma chi conosce il Dracula lo conosce già, anche perchè qui la storia finisce prima, perchè ovviamente Holmes non va in Transilvania.
Per me è bocciato, e di sicuro non leggerò "Lo strano caso del Dottor Jeckyll e di Mr Holmes" dello stesso autore.
Non voglio farmi rovinare anche Stevenson.
"Sherlock Holmes si drizzò a sedere e lasciò che tutta la forza dei suoi occhi penetranti si concentrasse sulla solida imperturbabilità di Van Helsing."
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Meglio Jumanji
Dopo aver letto i capitoli iniziali del "Diario del vampiro" ed esserne rimasta delusa, decido di dare una seconda possibilità a questa scrittrice con questo libro, "Il gioco proibito", che per mia fortuna ho ricevuto in scambio.
Innanzitutto non è che si sia inventata chissà cosa di nuovo, un gioco in scatola che risucchia i giocatori al suo interno c'era già, ossia Jumanji.
Niente di nuovo neppure il discorso di dover affrontare i proprio incubi peggiori in un gioco.
Se vogliamo poi parlare di incubi, questi erano davvero ridicoli.
D'accordo che ognuno ha le proprie paure e non si dovrebbe giudicare, ma come si fa ad aver paura di una stanza in disordine?
E il dover affrontare gli incubi io lo intendevo come superarli, combatterli, non starli a guardare per 30 secondi, trovare la porta ed uscire. Finito.
Non credo che uno dopo questa esperienza abbia superato la propria paura.
Parliamo poi dei personaggi: avete presente i filmetti dell'orrore in cui una banda di ragazzini si perde da qualche parte, arriva il mostro/assassino e uno dopo l'altro fanno una brutta fine?
Ecco, sembrava di leggere il copione di uno di questi film.
La ragazza buona e carina, quella di colore super atletica, il ciccione innamorato della bella ecc...
Un po' stereotipati.
L'unica nota positiva è Julian, il "cattivo" della situazione.
Ben descritto, ben caratterizzato, affascinante e seducente nelle scene in cui compare.
E tranquilli nel caso vi doveste dimenticare strada facendo il colore dei suoi occhi: vi viene ricordato in ogni capitolo, e sono 16, anche più volte di seguito, nel caso non fosse chiaro che ha gli occhi blu.
Sarà un libro per ragazzini, ma non vuol dire che sono scemi e non capiscono la prima volta di che colore sono i suoi occhi!!
E non solo i suoi, anche quelli di tutti gli altri.
Quindi mezzo capitolo è dedicato solo alla ripetizione di queste cose, e dopo un po' uno si annoia.
Lo stile è molto semplice, i dialoghi banali, le ripetizioni anche dei nomi dei personaggi dopo un po' è snervante.
Molto noioso.
Non lo consiglio.
E purtroppo per me ho ancora un libro della Smith da leggere.
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Ricami e noia
Tre cose mi hanno colpito di questo libro che ho trovato settimana scorsa al mercatino dell'usato.
La prima: la copertina, molto carina, con i fiori e quel delicato colore, e successivamente le illustrazioni delle storie, davvero molto belle e suggestive.
La seconda: l'autrice, famosa per aver scritto "Jonathan Strange e il Sig. Norrell", che non ho ancora avuto il piacere di leggere, ma mi incuriosiva molto. Inutile dire che dopo questo libro, la curiosità è pressochè svanita.
La terza: aprendo a caso le pagine, sono finita sui ringraziamenti dell'autrice, in cui ringrazia Neil Gaiman.
E io adoro Neil Gaiman. Quindi ho comprato subito il libro.
Viene descritto come una serie di racconti sul popolo fatato in stile Jane Austen. Ni, dico io.
Ci sono le fate e c'è un leggero stile alla Jane Austen, ma nulla di più.
Una delusione totale, specie dopo aver scoperto e letto il racconto ambientato a Wall, paese che compare anche in "Stardust" libro decisamente più accattivante, scritto da Neil Gaiman.
Qui abbiamo una serie di racconti noiosi, molto simili tra loro, che avanzano all'inizio piano, con descrizioni molto accurate dei personaggi, dell'ambiente (quasi sempre il Derbyshire... ogni tanto si può anche cambiare!), per poi finire in un nulla di fatto.
In un paio di racconti addirittura non avevo neanche capito che erano finiti, ho girato la pagina convinta che ci fossero almeno altri due capitoli, invece niente.
Troncati di netto.
E sono più che sicura che il secondo racconto, "la collina di Lickerish", sia una leggenda irlandese in cui l'autrice ha solamente cambiato i nomi dei protagonisti, perchè mi ricordo di averla letta anni fa in una raccolta di racconti e leggende irlandesi.
Poi, è vero che c'è l'elemento fantastico rappresentato dalle fate, folletti e spiritelli vari, ma a volte è scaduta nel ridicolo e nell'assurdo, come il duca di Wellington che, in 5 minuti, si mette a ricamare ben tre scene di lui e del suo cavallo su una coperta. O anche il tizio che riesce a leggere un libro mentre viaggia su un cavallo lanciato al galoppo.
Un po' assurdo.
Lo stile non è male, non ci sono errori di nessun tipo, ma davvero, è troppo noioso.
Inizi a leggere un racconto in modo scorrevole, sperando che sia meglio del precedente, ma la storia gira quasi su stessa, senza procedere in linea retta, e poi improvvisamente, quando la palpebra sta calando, finisce. E ti viene da pensare: ma ho perso davvero tempo a leggere queste storie che non lasciano nulla?
Forse a chi ama alla follia il popolo fatato questo libro potrà anche piacere, ma io le fate proprio non le reggo.
A malapena sopporto Trilly o le Winx.
Peccato, perchè poteva sicuramente essere concepito meglio, e magari essere adatto ad un pubblico più giovane, ma qui il popolo fatato è troppo cattivo per poter essere mostrato a dei bambini.
E peccato perchè viene trascinato in questo universo di noia anche Gaiman, che sicuramente noioso non è.
Lo sconsiglio, c'è sicuramente di meglio in giro.
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La tartaruga si muove
"Non riporre la tua fede negli Dei. Ma nelle tartarughe puoi credere."
Small gods, titolo originale di "Tartarughe divine", ci introduce nella religione di Mondo Disco.
Ma con la visione sarcastica e irriverente tipica di Pratchett.
E' un libro da cui i religiosi ferventi e simili, secondo me, devono decisamente astenersi, visto l'occhio critico e ironico con cui l'autore commenta ogni religione, da quella nordica a quella cristiana, perchè, pur essendo ambientato a Mondo Disco appunto, i riferimenti a tutte le varie religioni si notano, eccome.
E sono divertenti da morire. E fanno anche riflettere soprattutto nel modo in cui la religione influenza la vita delle persone, e nel modo in cui molto spesso le parole del Dio o degli Dei vengono distorte a proprio piacimento.
Il grande Dio Om non è stato molto bene ultimamente, ecco perchè compare sotto forma di tartaruga a Brutha, l'unico ormai che crede in lui. Che crede veramente in lui, non come gli altri che pregano tutti i giorni, ma lo fanno come se fosse solamente un dovere. Ma Brutha non sa leggere e non sa scrivere. Sa solo coltivare meloni, anche se sono i frutti che hanno portato la passione nel mondo.
Da lì inizia il viaggio alla riconquista dei fedeli da parte di Om, aiutato da Brutha. Perchè magari alle persone non servono gli Dei, ma sicuramente agli Dei servono le persone per esistere, perchè senza fedeli spariscono. Soprattutto i piccoli Dei. Discorso che mi ha ricordato molto "American Gods" di Neil Gaiman.
I loro continui scambi di battute, i litigi e i discorsi sono assolutamente esilaranti.
Nel mentre, vengono inserite frasi, pensieri, episodi che richiamano a vari aspetti religiosi, che portano il lettore a fermarsi e riflettere.
Il finale è coerente con il resto del libro, non mi ha lasciato insoddisfatta o delusa come invece spesso accade.
Non mi era ancora capitato un libro simile, e sono molto soddisfatta di averlo preso. Ora recupererò sicuramente anche tutti gli altri.
Verso la fine ho notato qualche errore, soprattutto nella coniugazione dei verbi, ma penso sia un problema di traduzione, come per il titolo. A me il titolo italiano non dispiace molto, certo, l'originale ha tutto un altro senso!
Lo consiglio assolutamente.
"Agli Dei non piace la gente che lavora poco. Chi non è costantemente occupato rischia di mettersi a pensare."
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Re dell'estate
Attenzione, potrebbe contenere spoiler!!
Le fate non sono tutte alla Campanellino Trilly, ci sono anche fate dispettose, crudeli, assassine.
Ed Aislinn, la protagonista, lo sa bene, perchè lei è dotata della seconda vista, ereditata da sua madre e sua nonna che le consente di vedere quello che tutti gli altri umani non vedono: fate, spiriti degli alberi, spiriti della corte dell'estate e una ragazza pallida, triste, la ragazza dell'inverno, accompagnata da un lupo. E qui il paragone con i metalupi della saga di Martin è stato immediato.
Fino a metà il libro mi è piaciuto moltissimo, poi è andato via via calando.
Ero partita prevenuta, pensando che fosse un simil Twilight, con le fate al posto dei vampiri.
Non è così, anche se il triangolo amoroso Umana/umano/essere fatato c'è... solo che alla fine si trasforma in un quadrato.
La storia è molto interessante per il fatto che ci introduce al popolo fatato, con piccole note ad ogni inizio capitolo sulle leggende fatate, principalmente irlandesi e scozzesi.
Aislinn ha paura degli esseri fatati, e non deve attirare la loro attenzione, ma un giorno Keenan, il re dell'estate, inizierà a seguirla. Perchè?
Perchè la vede nei suoi sogni, ella è sua dalla nascita, è la sua Regina. Forse. Keenan non ne è sicuro.
Aislinn dovrà superare una prova per scoprirlo, una prova che potrebbe costarle tutto, una prova che hanno affrontato molte prima di lei, solo che lei non vuole essere una regina, non vuole essere una fata.
E ce lo dicono per un centinaio di pagine.
E' questo che mi ha annoiato terribilmente: dalla metà in poi è solo un susseguirsi di "sarà lei la regina?", "non sarà lei", "voglio che sia lei", "non voglio che sia lei, "non voglio fare la regina" e via dicendo, pensieri espressi a turno da tutti i personaggi del libro. E quando dico tutti intendo proprio tutti, compresi i servitori della corte.
Una noia tremenda.
Poi ammettiamolo: se Aislinn è la protagonista e se il fulcro della narrazione è la ricerca della regina dell'estate, è abbastanza ovvio che sarà lei no?
Non manca la cattivona di turno: Beira, la regina dell'inverno (eh si, Frozen imperversa anche qui), nonchè madre di Keenan. Malvagia e crudele, non ci pensa troppo ad uccidere chiunque la ostacoli, comparendo ogni volta con frasi ad effetto degne del più banale clichè .
In tutta questa noia e banalità spicca il personaggio dell'umano amato da Aislinn: Seth, ragazzo con piercing che abita in un vagone del treno, innamorato di lei alla follia, molto dolce e protettivo. L'ho davvero apprezzato come personaggio.
Keenan invece all'inizio è tutto parole d'amore, ma alla fine risulta un po' altezzoso.
Da apprezzare anche le frasi ad effetto sparse qua e là per descrivere alcune sensazioni e caratteristiche della corte dell'estate.
Lo stile e la scrittura sono comunque scorrevoli, senza errori, a parte qualche brutta traduzione dei nomi delle specie fatate.
Ho notato infine che, ovviamente, è una saga. Altr quattro libri dopo questo. All'inizio pensavo di prenderli, ma poi ho cambiato idea.
Lo consiglio forse ad un pubblico di Young adult, perchè alla fine una storia sulle fate non si legge tutti i giorni, ma per chi non si lascia abbindolare dal vino dell'estate e dagli occhi del colore dei campi fioriti di Keenan, lasciate perdere.
E ricordate, perchè Aislinn nonostante anni di regole non ci ha pensato: mai accettare di bere assieme ad un essere fatato.
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- sì
- no
Eel Marsh House
Potrebbe contenere spoiler!
"Non credevo nei fantasmi."
Questa è l'affermazione di Arthur Kipps, mentre ci racconta la sua esperienza ad Eel Marsh House, dove è stato mandato per svolgere il suo lavoro di avvocato.
Non credeva nei fantasmi, ma quello che ha vissuto lo ha cambiato per sempre.
Costretto a rivivere quell'incubo durante una serata intorno al fuoco con la sua famiglia, Arthur ci racconta del suo incontro con il fantasma della Donna in Nero.
A tratti devo ammettere che mi ha ricordato "Dracula" di Bram Stoker. Un giovane avvocato Harker/Kipps è costretto a lasciare la fidanzata Mina/Stella a casa per un lavoro lontano da Londra che lo porterà a conoscere l'orrore.
Quello che vedrà lo condurrà vicino alla pazzia, ma l'arrivo dell'amata lo aiuterà e insieme torneranno a casa. Ma l'orrore lo seguirà.
Nonostante non ci siano assassini dotati di motosega o bambine che escono dalla tv, questo racconto di 188 pagine riesce comunque nel suo intento, cioè spaventare.
E' l'atmosfera, degna di un grande romanzo gotico, è la perfetta descrizione degli ambienti, dei rumori della notte, delle sensazioni del protagonista e della vista, in lontananza, di una donna vestita a lutto con il volto devastato ad inquietare, e più volte mi sono venuti i brividi.
Chi adora le atmosfere inglesi, come me, sarà estasiato dal leggere di una casa circondata da paludi, di un cimitero abbandonato, di un paese a festa col mercato nella piazza principale.
Alcuni aspetti, riguardanti soprattutto il perchè la Donna in Nero infesti quella casa ed il suo passato tragico potevano essere approfonditi, ma il finale non lascia delusi, anzi, è come ci si aspetta che sia, d'altronde questo non è certo un romanzo rosa.
Ho visto solo una parte del film con Radcliffe, e ricordo che mi aveva inquietato, quindi appena posso lo rivedrò molto volentieri!
Insomma, lo consiglio a tutti quelli che amano le storie dell'orrore e le atmosfere gotiche, non sarete delusi.
E state attenti al rumore di un calesse trainato da un pony.
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Tahiti
Letto la prima volta molti anni fa, quando ero forse un po' troppo giovane per capirlo appieno.
Riletto da poco infatti l'ho apprezzato maggiormente, anche se ho apprezzato tutti i lavori della Yoshimoto in generale.
Non troverete una grande storia piena di azione, o mistero, o amore folle.
Leggerete una storia molto delicata, con capitoli che si alternano tra il presente e il viaggio in Polinesia, e il passato, in cui Eiko racconta la sua solitudine dovuta alla perdita della madre e della nonna.
I sentimenti e le emozioni sono raccontate in modo unico, il libro è impregnato di malinconia, che aleggia nelle pagine anche quando la protagonista dice di essere felice.
Quello che mi ha colpito maggiormente però è il rapporto tra lei, gli animali (un gatto e un cane) e la natura.
E' a tratti commovente, se anche voi possedete un animale lo capirete benissimo, la forza che possono trasmettere e la compagnia che fanno a chi è solo. E la natura, il giardino, che ricompensa chi lo tratta con amore con splendide fioriture.
Gli ambienti e i paesaggi della Polinesia sono descritti in modo eccellente, sembra di sentire il mare dalle finestre del bungalow, di vedere quel magnifico cielo stellato e di camminare sui pontili circondati dai fiori.
Non ho apprezzato moltissimo il penultimo capitolo, ma il finale non lascia delusi.
E' sicuramente un libro che consiglio, ma non ai giovanissimi, bisogna avere qualche anno in più per apprezzare e capire le esperienze e le sofferenze di Eiko.
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Corney Sage
Iniziamo con le cose positive di questo libro: viene rappresentata molto bene l'inghilterra vittoriana, quella però del suo lato cupo, fatto di prostitute picchiate dai clienti, locali fumosi, ingaggi poco remunerativi e bambini abbandonati sui gradini freddi.
Ci si immerge in queste atmosfere in modo molto vivido, Whitechapel viene descritta come abbiamo spesso visto nei film o serie tv dedicate a Jack lo Squartatore, buia, umida, violenta.
E anche qui una prostituta di nome Bessie viene uccisa in questo quartiere.
Purtroppo Lucy, una sua amica, e Corney Sage, il protagonista, vedono l'assassino e trovano il corpo martoriato, perchè Bessie è stata uccisa a calci. A questo punto i due devono separarsi e cercare di rimanere in vita, perchè l'assassino li sta cercando.
I capitoli vengono infatti narrati in prima persona alternativamente da Corney e dall'assassino.
Le noti dolenti: innanzittutto il fatto che l'assassino venga svelato nel terzo capitolo. Si perde tutta la sfida, degna di un giallo, di riuscire a capire chi è. E' lui stesso infatti a raccontarci cosa è accaduto, dopo che l'aveva fatto Corney, così abbiamo l'omicidio visto da due punti di vista.
Avvengono molti colpi di scena, alcuni abbastanza clamorosi, ma il linguaggio a volte è molto crudo e scurrile, forse per adeguarsi al livello dei personaggi, non certo nobili o di una classe sociale elevata.
Dalla metà in poi il libro perde molto secondo me, vengono inseriti molti personaggi, ma sembra che i due testimoni si siano quasi dimenticati che l'assassino è sulle loro tracce, e a volte sembra che anche quest'ultimo se ne sia dimenticato.
Il finale delude abbastanza, è piuttosto abbozzato anche questo.
Io poi, nei capitoli narrati da Corney, ho trovato pesante il continuo cambio di tempi verbali: una frase in presente e una in passato remoto, non so se sia volontario o un errore, ma a volte i capitoli, specie all'inizio, sembrano scritti da due autori differenti, e questo non aiuta la lettura.
A meno che non amiate l'ambientazione alla follia, non mi sento di consigliarlo.
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Miss Emma Watson
No, non l'attrice che ha interpretato Hermione Granger, ma la protagonista di questo piccolo delizioso libro di Jane Austen.
Per essere il primo romanzo che leggo di questa autrice, mi ha colpito molto positivamente.
Le parole scorrono una dopo l'altra quasi magicamente, e anche se forse alcuni discorsi tra i personaggi o atteggiamenti da tenere in società possono sembrare un po' antiquati per la nostra epoca, non risultano pesanti o difficili da interpretare.
Colpisce molto il senso di estraneità di Emma nella sua stessa casa, circondata dalle sue stesse sorelle e fratelli che non vede da anni, lei che ora è costretta a vivere in una condizione sociale ed economica diversa da quella in cui è cresciuta, oltrettutto circondata da scapoli che le fanno la corte e sorelle che spettegolano su questi ultimi.
Le ultime pagine, dove sono racchiusi i sentimenti ed i pensieri di Emma sono molto toccanti, l'unica pecca di questo libriccino è che la storia è incompiuta, nonostante ci sia un piccolo riferimento della trama in generale, frutto del nipote dell'autrice.
Non sappiamo come va a finire ed è un vero peccato, dispiace non sapere che cosa ne sarà della gentile e graziosa Emma.
Solo per questo ho messo 4 stelline al contenuto, perchè per il resto è piacevolissimo.
Lo consiglio comunque a chi vuole avvicinarsi a questa autrice.
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Quale faraone?
Potrebbe contenere spoiler!!
Piccola premessa: se, come me, vi aspettate di leggere una storia sul Faraone delle sabbie, sull'Arca dell'alleanza e sulla tomba nel deserto, vi sbagliate di grosso.
E' un po' come prendere un libro di cucina sui dolci, trovare qualche lieve accenno alla crema pasticcera nelle prime tre pagine e verso la metà del libro, e per il resto leggere ricette di antipasti.
Del faraone o presunto tale e dell'importantissimo oggetto sottratto dalla furia di Nabucodonosor si fa appunto accenno nel primo capitolo, ambientato durante l'assedio del re a Gerusalemme, e verso la metà, quando aprono il sarcofago e scoprono chi è.
Una scoperta che, dicono, sconvolgerebbe la gran parte della popolazione mondiale.
Io non ne sono rimasta molto sconvolta, ma non vi dirò comunque chi è il faraone.
William Blake, il protagonista, si trasforma da sfigato professore di Chicago appena licenziato e fresco di divorzio dalla moglie, ad un misto tra Langdon (codice da vinci) e Indiana Jones, riuscendo persino a guidare la macchina e farsi il caffè coi polsi fratturati.
Ah e ovviamente conosce l'arabo, l'egiziano antico, sa scrivere in geroglifico e decifrare codici utilizzando un computer che stava nascosto in un assorbente femminile!!
La sua compagna, Sarah, oltre a innamorarsi di lui in tipo....cinque giorni, è ovviamente una Lara Croft provetta, guida qualsiasi mezzo esistente sul pianeta.
Nel mezzo ci sono terroristi armati di bombe nucleari che tengono sotto assedio gli Stati Uniti (ed essendo stato scritto nel 1998, fa un po' pensare) e la guerra tra Israele ed Egitto.
Ma del faraone c'è ben poco.
Mi ha deluso sia per la trama che per il modo in cui è stato scritto, molte volte mancano delle virgole fondamentali nelle frasi, ed alcune volte le frasi stesse sembrano troncate a metà.
Verso la fine poi diventa davvero piuttosto assurdo e caotico, per poi risolversi nel giro di dieci pagine, come al solito.
Non mi sento di consigliarlo, credo e spero che Manfredi abbia scritto di meglio.
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I tre fratelli
Piacevole intermezzo tra i vari libri di Harry Potter, almeno per me, visto che non ho ancora finito di leggere la saga. (sono arrivata tardi, che volete farci?)
Nominato nell'ultimo libro della serie, finalmente possiamo leggere anche noi questo libro di fiabe, diverse sicuramente da quelle per noi comuni babbani, ma anche loro con una morale.
La mia preferita in assoluto è sicuramente "la storia dei tre fratelli" che è anche la più famosa, visto che compare nei doni della morte.
I commenti di Silente arricchiscono e spiegano ogni racconto.
Unico appunto: anche io avrei preferito qualche fiaba in più, cinque sono un po' poche.
Sono fiabe che possono leggere i bambini, ma che insegnano qualcosa anche agli adulti, e sono imperdibili per i fan di Harry.
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Sleepy Hollow
Inizio col dire che il racconto di Sleepy Hollow mi ha leggermente delusa, specie perchè avevo in mente l'omonimo film.
E' comunque un racconto godibile, piuttosto breve, intriso di atmosfera e ricchissimo di descrizioni, forse fin troppo, perchè le descrizioni prendono quasi tutto il racconto, lasciando poco altro.
Il protagonista è ben descritto e caratterizzato, così come il villaggio di Sleepy Hollow.
Ma non aspettatevi un racconto horror e macabro come è il film, c'è un'atmosfera dark piuttosto piacevole ed è interessante per capire un piccolo spaccato della società americana dell'epoca, ma il finale non mi ha convinto molto.
In ogni caso è ben scritto, scorre senza intoppi.
Credo comunque sia interessante da leggere per tutti quelli che hanno curiosità come me di sapere da dove arriva questa leggenda.
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Cerca e troverai
Potrebbe contenere spoiler!!!
Quarto libro della serie con il professor Langdon, e quarto libro anche per me di Dan Brown.
Premetto che a me sono piaciuti molto i libri precedenti, a parte "il simbolo perduto", quindi sapevo già grosso modo cosa aspettarmi.
Probabilmente questo libro può piacere di più a chi non ha letto i romanzi precedenti, mentre agli altri questo libro ricorda troppo "angeli e demoni" come dinamiche, corsa frenetica seguendo degli indizi della storia accompagnati da una gentile e ovviamente intelligentissima pulzella.
Intelligentissima perchè con un quoziente intellettivo molto elevato, così ci descrivono Sienna....peccato che poi non riesca a decifrare le parole "cerca e trova" dalla frase "catrovacer".
Ci riesce solo dopo 40 pagine, all'incirca. Ecco, io ho riso per mezz'ora in quella scena.
Comunque, il libro alla fine è una immensa guida turistica di Firenze prima, poi Venezia ed infine Istanbul.
Per carità Brown, va bene descrivere i palazzi, i giardini e le sale, ma non fare da navigatore satellitare!!
"A cento metri da Palazzo Pitti si trova il giardino....""Girando a destra, dopo 300 metri ci si trova in via...."
Ora, non conosco bene Firenze, quindi mi auguro che almeno tutte queste indicazioni siano corrette!
Per il resto, il finale è troppo veloce, capita tutto in pochissime pagine, e non mi convince molto questa epidemia che deve bloccare la crescita della popolazione mondiale. Mi sembra un po' azzardato e senza senso, anche perchè tutti si aspettavano un qualche virus letale, anche se più banale.
Secondo me ha sparato un po' troppo in alto.
Langdon, amnesia e orologio di Topolino a parte, è sempre lui, quindi se lo amate, leggete pure il libro, io lo consiglio in ogni caso.
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Il segno di Holmes
Attenzione, potrebbe contenere spoiler!!
Secondo romanzo anche per me della serie di Holmes, avendo comprato il mammut.
Rispetto al primo, "uno studio in rosso" ci vengono svelati alcuni aspetti dei due protagonisti che prima non conoscevamo, come il lato romantico di Watson, che qui si innamora della signorina Morstan, o come Holmes depresso trovi nella droga la sua "salvezza" dalla monotonia.
Il giallo è intrigante, vengono descritti paesi stranieri lontani ed esotici, popolati da indigeni selvaggi, tesori di inestimabile valore e il giuramento di quattro uomini, disposti ad uccidere per averlo.
C'è anche la nota di vendetta per il tesoro rubato, e un bellissimo inseguimento in barca sul fiume, davvero emozionante!
Molto divertente poi il travestimento di Holmes e se non bastasse, c'è il tocco di romanticismo delle scene tra Mary e il dottor Watson.
Quindi questo racconto ha un po' tutto in sè, cosicchè possa venire apprezzato da diverse tipologie di lettore, forse ancora più che il precedente racconto.
Ovviamente consiglio di leggerlo!
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Allegri Compari
Finito di leggere giusto ieri sera.
Dunque, i due racconti secondo me possono essere simili o almeno ricordare due altre famose storie di Stevenson.
In questo caso, il primo racconto "il ladro di cadaveri" a me ha ricordato molto "lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" (che adoro, per inciso), mentre invece il secondo racconto "gli allegri compari", molto più lungo del primo e articolato in vari capitoli, ricorda decisamente "L'isola del tesoro".
Con questo non voglio dire che siano brutte copie, anzi.
Il mio preferito è senza dubbio "gli allegri compari" perchè Stevenson riesce a creare un'ambientazione unica, racconta la tempesta, il mare agitato, queste scogliere impervie in un modo accattivante, tanto da sentir quasi il fragore delle onde mentre si legge.
Il primo racconto invece non mi ha detto moltissimo, devo essere sincera. Non è molto spaventoso o affascinante, tuttavia colpisce che sia tratto da un fatto di cronaca dell'epoca.
Consigliato quindi a chi ama Stevenson.
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Non male
Potrebbe contenere spoiler!!
Io ho letto il Dracula "originale" di Stoker e ho anche visto il film di Coppola, e devo dire che questo libro non mi è affatto dispiaciuto, tanto che l'ho riletto un paio di volte.
Se vogliamo, ricorda un po' i film "Van Helsing" e "la leggenda degli uomini straordinari" quindi magari in alcune cose è un po' esagerato, ma niente di intollerabile.
Ha una bella atmosfera, ed è piacevole vedere i personaggi del Dracula diversi anni dopo, come si sono evoluti, costretti ad affrontare la Contessa Bathory, per niente inferiore come cattiveria e potenza al conte.
Si scopre come stanno vivendo adesso, a distanza di molti anni dalla prima avventura tutta la compagnia degli eroi, ora minacciata da un nuovo?! assassino.
Tutti segnati nel profondo da quello che hanno vissuto, oppressi dai ricordi e dalle persone che non ci sono più. La compagnia degli eroi è ancora unita e brillante come lo era un tempo?
Verrà accontentato chi ama il lato macabro delle storie sui vampiri, con sangue, impalamenti e teste mozzate, e chi ama il lato romantico tra Mina e Dracula come appare nel film di Coppola.
Certo, c'è una scena verso la fine che mi ha fatto ridere a crepapelle per un evidente riferimento ad una serie altrettanto famosa (star wars) quindi quella è un po' una pecca, durante lo scontro finale, sulle scogliere, con l'alba che sopraggiunge, inserire una frase del genere.
Tuttavia c'è molta azione e moltà drammaticità, quindi è una bella lettura per gli appassionati di storie di vampiri.
Mi sento di consigliarlo come ho già fatto con una mia amica.
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Bellissimo
Uno dei miei film preferiti di sempre è "i tre moschettieri" con Gene Kelly nel ruolo di D'Artagnan, quindi l'anno scorso ho comprato il libro, curiosa di leggere questo classico.
L'ho letto ad inizio di quest'anno e me ne sono innamorata.
Avevo un po' di timore all'inizio di veder intaccata l'immagine che avevo di quel D'artagnan, ma è stato l'opposto invece.
E' un classico che a tratti mi ha commosso, per esempio la grande amicizia tra loro quattro, e tra D'artagnan e Athos in particolare.
C'è poi il personaggio di Milady, che riesce a sedurre e ammaliare un uomo anche solo con il tono della voce: la sua storia è molto approfondita e se ne rimane affascinati, come se lei fosse davanti a noi e ci parlasse.
Poi la Francia, la Regina e ovviamente Richelieu, indimenticabile.
Un libro che chiunque dovrebbe leggere secondo me, non è pesante ma è travolgente ed avventuroso.
Arriverete alla fine del romanzo e vi sembrerà di essere anche voi un pochino amici dei tre moschettieri, e vorrete sapere come prosegue la loro amicizia e le loro avventure insieme.
Io ho già preso il seguito infatti!
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Evitatelo se potete
Devo dire di essere stata fortunata in una cosa con questo libro: l'ho letto gratis, così non ho sprecato soldi.
Un giorno mi sono detta: cavolo, lo leggono tutti, pareri molto discordanti, sono curiosa voglio sapere perchè ha tanto successo.
Beh, sinceramente, se cercate il lato sesso potete trovarne decine e decine di fanfiction migliori di questo libro (ho letto/retto solo al primo), visto che, se ho capito bene, nasce come fanfiction.
Alcune volte le fanfiction possono rimanere tali senza essere pubblicate, le fate leggere ai vostri amici e stop.
Lo stile di scrittura è quello di una ragazzina in tempesta ormonale, banale e noioso, e dopo svariate pagine volevo prendere a schiaffi lei, Ana, e a calci lui, Grey.
E' uno stalker, un geloso possessivo pieno di soldi, quindi crede di poter fare quello che vuole. Odioso, semplicemente odioso.
I personaggi sono molto stereotipati, se proprio dovete, leggetevi un Harmony.
Ma la protagonista poi ha 15 anni? Perchè da come agisce e pensa, e parla con la sua Dea Interiore sembra proprio di si.
Però da timida verginella inesperta improvvisamente si trasforma in una bomba sexy sempre vogliosa.
Almeno mi sono tolta la curiosità.
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I sotterranei
Per fortuna che il libro costava solo 99cent, perchè altrimenti mi sarei arrabbiata.
A parte il fatto che nella brevità del libro non vengono spiegati molti fatti o approfonditi i personaggi, il resto non vale comunque granchè.
Sembra che abbia voluto ispirarsi a Dan Brown, ma a parte forse l'inizio, non ci è riuscito molto bene.
Tutto questo segreto di cosa di nasconde nei sotterranei della cattedrale....quando, nelle ultime pagine, scoprirete cos'è....ci rimarrete male come me, se avete amato Angeli e demoni o simili.
Io poi sinceramente non sopporto i libri pieni zeppi di errori grammaticali, ma non li rilegge più nessuno? in 120 pagine non posso trovare due errori per pagina, dopo un po' mi sale il nervoso.
Anche se costa poco, il mio consiglio è: lasciate perdere.
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Il Mummificatore
Trovato per caso in libreria, la copertina mi ha subito incuriosito, ricordandomi Burton e Gaiman, ed in effetti la storia a tratti ricorda i loro lavori, soprattutto la sposa cadavere o il figlio del cimitero.
E' una storia per bambini/ragazzini, quindi non aspettatevi horror o fantasy a livelli stratosferici, però io l'ho trovato molto carino.
Ha delle idee piuttosto interessanti, soprattutto per quanto riguarda gli animali nel mondo dei morti, alcune scene con il cagnolino mi hanno commosso.
Ha una fine che ben si sposa con il resto del libro e meno male, perchè molte volte il finale delude!
Consiglio di leggerlo assolutamente!
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L'ora segreta
Finito di leggere giusto ieri.
Sinceramente mi ha deluso, anche se ho già il secondo volume in libreria (che non sono sicura di leggere)
Sarà perchè è rivolto a una fascia di lettori giovani, ma io non l'ho trovato affatto spaventoso.
Lo stile di scrittura è leggero, ma ci sono continui errori ( non so se di traduzione) che dopo un po' rallentano la lettura ( tipo passarlo a prenderlo) e una serie di ripetizioni dei nomi dei personaggi.
La grande rivelazione dei poteri della protagonista poi avviene, ovviamente, nelle ultime pagine, poi tutto ritorna tranquillo come prima.
Alcune scene saltano troppo, sembra che manchino delle parti di racconto in mezzo, e alcune scene mi sono apparse sospette.
Lo consiglio a chi ancora non ha letto troppi horror, ma di sicuro, non vi farà stare svegli la notte. Dormirete tranquilli anche nella venticinquesima ora.
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Seggio vacillante
Anche io da fan di Harry Potter come molti altri, sono rimasta delusa da questo libro.
L'impressione che ho avuto è che la Rowling, per differenziarsi dalla saga e per scrivere un libro "per adulti", abbia pensato che bastasse mettere parolacce a non finire. Sarà anche vero che la società è così, che il mondo non è in stile Disney, ma non è bello leggere ogni quattro righe delle parolacce.
La storia è molto cruda, molti dei personaggi sono davvero odiosi e detestabili, e la fine mi ha lasciata sbigottita.
Non mi sento di consigliarlo, soprattutto a chi ama Harry Potter, altrimenti rimarrà deluso.
Ho trovato moltissimi errori di battitura e le parentesi infinite...un po' va bene ma così è davvero esagerato.
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