Opinione scritta da Miriam7
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Fra prosa e poesia: a chi piace sognare?
L’uomo che dimenticò di morire è una raccolta di racconti dello scrittore palermitano Antonello Saeli, edito da Edizioni del Girasole. Ogni racconto, narrato in prima persona dal personaggio principale, costituisce una descrizione d’atmosfera, a volte onirica, di gesti e situazioni talvolta quotidiani, più spesso immaginifici e simbolici.
Ogni racconto sembra la trasposizione in prosa di un dipinto, con parole delicate da scrittura poetica.
Un dialogo intimistico, un sussurro ininterrotto dall'anima dei personaggi, che mediante la scrittura evocativa dell’autore ci porta di volta in volta in una situazione diversa, dove le prospettive immaginate, forse sperate, si capovolgono d’un tratto lasciando il lettore stupito.
Si ha la netta impressione che lo scrittore inquadri la scena come fosse vista attraverso una cinepresa, e che questa, da uno strettissimo zoom inquadrante dapprima piccoli particolari, tra i quali inizialmente il lettore comincia a presupporre certi legami logici, vada via via allontanandosi fino a riprendere la scena nella sua interezza. Ecco allora che i legami tra le cose che il lettore aveva intuito vengono improvvisamente stravolti, lasciando vedere per la prima volta la situazione per quella che è realmente.
Ad esempio, come accade nel racconto Un mondo in miniatura, all’improvviso dall’immagine di una nevicata fuori dalla finestra veniamo catapultati dentro ad una sfera di cristallo con dentro la neve finta a fiocchi, nell’universo di palline bianche di plastica e glicerina di un mondo di miniatura.
E ancora, sembrerebbe essere un omaggio alla protagonista di una famosa canzone di Francesco De Gregori il racconto/approfondimento sulla donna cannone, in cui l’autore ipotizza il segreto di questa donna del circo, che verrà svelato attraverso le parole della stessa sotto forma di una lettera.
Una scrittura dal taglio leggermente diverso contraddistingue il racconto che dà il titolo alla raccolta, L‘uomo che dimenticò di morire, in cui in terza persona viene narrato il fascinoso processo di simbiosi di un vecchio uomo con la terra (di cui è immagine la foto in copertina, raffigurante il volto dello scrittore John Carder Bush), che si fonde con essa e mette radici, facendosi albero.
"Il vecchio restava immobile, gli occhi spalancati sul giorno, le palme delle mani callose poggiate con grazia sulle ginocchia. Non avesse emesso quel flebile respiro, non fosse stato per il lieve gonfiarsi del petto scarno, sperduto in una camicia troppo grande, lo si sarebbe detto morto. Ma lui viveva, resistendo implacabile agli attacchi famelici della donna con la falce, sorridendole calmo come chi, durante una partita a scacchi, stava pregustando il vittorioso finale, a più di venti mosse dal termine."
Lettura consigliata a piccoli sorsi per godere appieno dell’atmosfera di ognuno di questi racconti.
Indicazioni utili
SVEGLIAMOCI!
Consapevolezza, consapevolezza, consapevolezza.
Svegliatevi! Consapevolezza!
Anthony De Mello non smette di ripeterlo. Svegliarsi da cosa? Dal nostro vivere addormentati.
Dal nostro guardare le cose senza vederle, facendo cose che non sappiamo di stare facendo.
Un pò come se avessimo un pilota automatico. Cresciamo schematizzando e concettualizzando la realtà, e questi schemi e concetti sono così comodi ed economici che la realtà non la vediamo nemmeno più.
Ecco allora che De Mello fa un gran vociare, e ci mette un sacco di energia nel dire che dobbiamo svegliarci, dobbiamo realmente guardare la realtà, entrare in contatto con essa.
Finché non riusciremo ad entrare in contatto con noi stessi e con la realtà non faremo altro che identificarci con le etichette che ci hanno e ci siamo appicicati addosso, con i concetti e gli schemi che ci siamo creati per meglio spezzettare e digerire ed economizzare la realtà.
E finché ci identificheremo con tutto questo, saremo noi stessi il nostro dolore, la nostra depressione, la nostra tristezza, e la felicità non sarà che la cresta di un'onda.
Quando invece apriremo gli occhi potremo goderci tutto questo osservandolo, studiandolo, comprendendolo, e la nostra tristezza non saremo più "noi". Solo in questo modo la felicità può essere per noi uno status.
De Mello ci distrugge dalla prima all'ultima pagina di questo libro. Leggerete che:
-Siamo egoisti, qualsiasi cosa facciamo, anche per il bene degli altri;
-Quando qualcuno ci rende tristi, arrabbiati, delusi, il problema è nostro: non è lui che deve cambiare, siamo sempre e invariabilmente noi;
-Il mondo non ha niente che non va: è perfetto così. Il solo suo problema è l'ignoranza;
-La religione è un enorme guazzabuglio che spesso fuorvia dalla realtà.
E...Sorpresona!: De Mello sostiene che anche il concetto di "Dio" ci allontana da Dio. Non vi dico altro. Lo scoprirete da soli, se vorrete.
Anthony De Mello è un padre gesuita il cui pensiero, secondo la chiesa, si discosta fortemente dal pensiero cristiano. Ecco perchè Giovanni Paolo II approvò una Notifica, firmata anche dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, in cui si affermava come le posizioni prese dal padre gesuita fossero in contrasto con tutto il cristianesimo, e come queste potessero creare "gravi danni" ai fedeli.
Giudicate voi.
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