Opinione scritta da Allora
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La grande bellezza delle cose semplici
Raccontare com’è questo libro, mi rende colpevole di non essere abbastanza abile con le parole per descriverne la sua profonda bellezza, qualità che lo colloca, a mio modesto parere, al di fuori della letteratura di pura evasione che tanto amiamo di questi tempi.
Questo gradevolissimo romanzo parte di una trilogia, non è speciale perché narra la vita a Tahiti di Matarena e della sua famiglia; non ci sono storie mozzafiato a incalzare, finali romantici da scoprire, né colpevoli da smascherare. Semplicemente è concedersi il piacere di lasciarsi cullare dalle parole e planare nell’incantevole universo Tahitiano, dondolandoci tra il delicato profumo dei fiori tropicali e i colori nitidi di tramonti interminabili. Se fosse un quadro, questo grazioso racconto sarebbe un grande affresco che dipinge la meraviglia della Polinesia e svela piano piano i personaggi che popolano queste isole.
Matarena, l’indimenticabile protagonista, è una donna concreta, inconsciamente ironica ma talvolta insicura alle prese con l’adorato ma incorreggibile marito, il figlio in partenza per terre lontane e una figlia, Leilani, che sta diventando adulta con quel pizzico di ribellione e testardaggine che mettono in crisi qualunque madre. L’epopea moderna di una madre alle prese con la vita quotidiana, ma con un irriducibile spirito animato dalle piccole gioie che una vita “semplice” può donare. Un esempio per tutte le donne moderne e un invito a riflettere su quello che è davvero importante nella vita.
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Il suadente profumo del passato
Il gesto di raccogliere un libro dallo scaffale di una libreria o di una biblioteca è spesso l’atto conclusivo di un complesso processo sensoriale. Innescato da scintille di colore, dal flash di un’immagine, da frammenti di parole, un vortice di pensieri ed emozioni ci obbliga a sostare davanti ad un ripiano; poi il nostro braccio si allunga ed infine la nostra mano afferra il volume che ci ha così affascinato. Il nostro compagno di viaggio nel mondo della letteratura è stato scelto e una nuova avventura ha inizio.
“Il libro dei ricordi perduti” di Louise Walters cattura così il futuro lettore: con la promessa di trascinarlo nel passato. Un passato che odora del profumo unico ed inconfondibile di vecchi libri e di carta ingiallita dal tempo e consumata dall’opera di mani e occhi curiosi di sapere, come quelli di Roberta, la protagonista di questo squisito romanzo.
Roberta lavora da Old & New, dove coltiva la propria passione per i libri e per le storie che essi raccontano, talvolta anche grazie a cartoline, fotografie e lettere dimenticate tra le pagine di quelli usati.
Un giorno, frugando nel vecchio baule della nonna Dorothea, Roberta trova una lettera scritta dal nonno Jan, ma che pare non avere alcun senso. Roberta, incapace di non indagare, comincia a cercare la verità sulla storia di sua nonna e della sua famiglia e viene così catapultata all’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Mentre la verità sulla lettera piano piano emerge, anche Roberta, un passo dopo l’altro, ricomincerà a riconnettersi con la sua storia personale e con le proprie emozioni, mettendo a nudo la sua sensibilità, il suo dolore, la sua rabbia per poter tornare a vivere pienamente la propria vita.
Credo che il grande pregio di questo romanzo sia la spettacolare tecnica narrativa utilizzata dall’autrice, e trasposta così bene in italiano grazie alla bravissima traduttrice Elisabetta De Medio.
La narrazione è composta ma incalzante e rispecchia il carattere molto introspettivo e analitico della protagonista Roberta e della giovane Dorothea. In questo modo l’autrice racconta di donne forti ma mai prepotenti che lasciano il segno nei nostri cuori e grazie alle quali possiamo rievocare odori e profumi che, seppur mai vissuti, sembrano reali e tangibili.
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AVVINCE MA NON CONVINCE
Pensate di afferrare trepidanti un giornale patinato che vi mostra in copertina una bella donna ammiccante, ben vestita, ben pettinata e ben truccata. Pensate poi di voltare pagina e scoprire, un fotogramma alla volta, che l’avvenente bellezza in copertina è in realtà il risultato del paziente intervento correttivo di un bravo fotografo e del miracoloso Photoshop.
Ecco svelato il successo del primo volume (e anche l’unico che ho letto) della trilogia della McGuire: ovvero una sapiente operazione editoriale più che “il fenomeno letterario mondiale dell’anno” che si celebra in copertina.
Inutile negare che la trama avvince; merito soprattutto dei rodati meccanismi delle moderne storie d’amore, passionali ma tormentate, a cui la McGuire s’ispira pur non inventando nulla di nuovo.
La bella ma naïve Abby Abernathy è la principessa della nostra storia che incontra sul suo cammino un principe un po’ particolare: Travis Maddox, bello, atletico, intelligente, ma violento e tormentato. I due si innamorano inevitabilmente già nel primo capitolo, anche se ne prenderanno coscienza solo verso la metà della storia. Trascorreranno poi le restanti 200 pagine delle 333 totali del libro a cercare di dimostrarsi il proprio amore, con comportamenti autolesionisti e persino distruttivi, che i nostri “eroi” hanno imparato nel loro passato difficile e talvolta oscuro. Tra un tira-e-molla e l’altro Abby e Travis vivono la loro intensa relazione sullo sfondo di un tipico college americano, che conosciamo nei suoi automatismi grazie ad anni ed anni di comedy adolescenziali. Ad accompagnare i due innamorati, una serie di co-protagonisti più o meno significativi, ma tutti dallo spessore letterario di “cartonati” che riempiono i vuoti narrativi della storia.
Ecco perché questo romanzo non convince. La McGuire è una discreta regista e sceneggia bene il susseguirsi delle scene, ma la scrittura è povera. I dialoghi non solo sono scontati nel contenuto, ma spesso sono scritti male, tanto da costringere il lettore a fare marcia indietro per capire quello che è appena stato messo in scena. I personaggi sono piatti e sospinti all’azione da egoismi adolescenziali ed emozioni bipolari.
SPOILER (?)
Non mi sorprenderebbe leggere tra qualche anno dalla penna di un reporter la cronaca del divorzio di Travis e Abby.
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