Opinione scritta da Anne Elliot

3 risultati - visualizzati 1 - 3
 
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Anne Elliot Opinione inserita da Anne Elliot    01 Marzo, 2014
Top 1000 Opinionisti  -  

IL MONDO DIVENNE TROPPO PER LEI.

Due motivi mi hanno spinto a comprare questo romanzo.
Il primo:
Sfogliando una rivista cinematografica mi sono soffermata sulla breve recensione di un film intitolato “Labor Day “ .
Nel cast una delle mie attrici preferite, Kate Winslet. Andando avanti con la lettura scopro che la pellicola è in realtà una trasposizione cinematografica di un libro : " Un giorno come tanti " di Joyce Maynard . Scrittrice a me sconosciuta, almeno fino a quel momento.
Questo mi ha portato al secondo motivo:
Facendo alcune ricerche sull’autrice, scopro essere stata, a soli diciotto anni, la compagna di un ormai maturo Salinger. La relazione tra i due ebbe una breve durata ed un epilogo piuttosto turbolento e discusso.
Posso quindi riassumere scrivendo che è stata soprattutto la curiosità a spingermi all’acquisto del testo.
L’opera è dedicata ai figli della Maynard che ringrazia per averla aiutata nel suo lavoro. Leggendo la prima pagina del romanzo se ne comprende il motivo: l’io narrante è un adolescente, Henry.
E’ lui il vero protagonista della vicenda, sue le descrizioni, i pensieri, le sensazioni e le emozioni.
E’ una storia familiare, Henry e la madre, Adele, vivono da soli. Il padre a seguito del divorzio lascia il tetto coniugale e si ricrea una propria vita con una nuova moglie e figli.
Adele è una donna fragile che passa la maggior parte delle sue giornate in casa. Non cucina, non dà molta importanza alle faccende domestiche; i sui passatempi hanno breve durata, non esce quasi mai. La sua vita trascorre inesorabile, intrappolata in un’avvilente monotonia, con le giornate che si susseguono ridondanti, dove ogni giorno è solo “ un giorno come tanti “. “Viveva tutto in modo così intenso che il mondo era troppo per lei. Se sentiva parlare di un bambino malato di cancro, o di un vecchio che aveva perso la moglie, o il cane, magari, era come se fosse successo a lei. Come se le mancasse lo strato superficiale dell’epidermide che ci impedisce di sanguinare tutto il tempo. Il mondo divenne troppo per lei.”
Henry non può permettersi di restare a guardare il modo desolante e malinconico con cui la madre ha deciso di diventare spettatrice della propria vita. Sa di essere l’unica persona capace di poterla rendere felice.
Ma nulla di divertente accade nella loro vita. Nessun avvenimento che abbia una qualche parvenza di novità. Fino a quando, uno dei rari giorni in cui Adele decide di uscire con il figlio per andare a fare la spesa, non vengono importunati da uno estraneo, per giunta ferito e che afferma di essere saltato giù da una finestra. E’ ricercato dalla polizia e chiede a quelle due persone appena conosciute semplice ospitalità .
… E la storia ha inizio.
Il libro mi è piaciuto. Nulla di eccezionale, ma resta una lettura gradevole. Il punto di vista dell’adolescente è piuttosto credibile anche se, a mio parere, ho ritenuto ripetitive alcune tematiche riguardanti la pubertà del ragazzo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
180
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Anne Elliot Opinione inserita da Anne Elliot    19 Febbraio, 2014
Top 1000 Opinionisti  -  

Differenza tra fuggire e correre verso il futuro

Il mio primo libro di Tracy Chevalier fu “ La ragazza con l’orecchino di perla ”: lo annovero tra i miei preferiti. Qualche tempo dopo lessi “ La vergine azzurra “ e, malgrado gli sforzi di appassionarmi alla storia, andando avanti con la lettura quasi mi pareva impossibile che l’autrice del libro che mi era rimasto nel cuore, fosse la stessa di quello che invece mi accingevo a leggere. La delusione fu tale che non lessi più nulla di suo, fino a quando, entrata in una libreria, non scorsi tra gli scaffali il suo nuovo romanzo: l’ultima fuggitiva.
Mi venne spontaneo sfogliarlo, soffermarmi sul titolo, la copertina e diedi una rapida lettura alla trama. La storia sembrava interessante, certo. Ma poteva bastare un intreccio stimolante per dare a questa scrittrice una “seconda possibilità” ?.
No, non bastò.
Riposi il libro e, sebbene fui tentata dall’acquisto fino all’ ultimo , uscii dalla libreria a mani vuote e con un dubbio : avrò fatto bene?
I giorni successivi mi misi a leggere le recensioni su internet e, salvo rare eccezioni, la maggioranza dei lettori era piuttosto soddisfatta. Mi decisi e lo comprai.


Che dire, non è ai livelli de La ragazza con l’orecchino di perla, credo che sia difficile- almeno a mio parere- che possa ripetersi: la storia della giovane fanciulla col turbante azzurro ed il suo sguardo misterioso, è insuperabile.
Però Honor Brigth, è questo il nome della giovane protagonista, si fa valere. La vicenda è indubbiamente interessante ed attuale. Lo schiavismo è una tematica che ha suscitato l’interesse anche del cinema, basti pensare a Django di Tarantino, The Butler e a 12 anni schiavo, per citarne alcuni.
Honor, è una ragazza insicura, smarrita e con le idee offuscate. Le serviva solo una valida scusa, la rottura del suo fidanzamento, per poter fuggire dall’ Inghilterra. Dopo settimane di navigazione, in compagnia della sorella- ma solo per una breve durata- finalmente approderà sul suolo americano. Ed è qui che ha inizio la sua avventura. Quei posti non “davano” un vero e proprio senso di appartenenza. D’altronde, i luoghi citati nel romanzo avevano una storia troppo recente affichè potesse maturare nelle persone una tale affettività. Anche le case richiamavano quel senso di instabilità tipico degli abitanti: esse non erano di pietra, come in Inghilterra, ma di legno.

“ La gente passa da qui per andare da qualche altra parte. Quando conosci qualcuno non sai mai se il giorno dopo lo rivedrai. C’è chi si ferma un giorno, chi un mese, chi un anno, ma prima o poi se ne vanno tutti.” – così le dirà la signora Bell Mills , proprietaria dell’unica modisteria di Wellington e che sarà la miglior amica di Honor in quella terra forestiera.
La ragazza conoscerà personalmente una delle più grandi vergogne americane: lo schiavismo. I “negri” non venivano considerati essere umani, ma bestie di un qualche padrone. Non avevano diritti ma solo il dovere di ubbidire. La libertà era pura utopia. Eppure, delle volte, i più impavidi e temerari, uomini e donne- senza distinzione- riuscivano a stravolgere il proprio angusto destino: fuggire verso una terra che non gli avrebbe fatti sentire in gabbia. Essi però, nulla avrebbero potuto senza l’aiuto dei “ membri della sotterranea “, un copioso gruppo di persone che, ritenendo ingiusta la legge contro i neri e sostenendo- come la stessa religione insegna- che tutti siamo fratelli di fronte a Dio, si dissociarono dalle obbligazioni imposte dal sistema economico e dalle autorità, per un fine più nobile. La stessa Honor non saprà voltare le spalle e chiudere gli occhi e arriverà a mentire- tra i peccati più gravi del Quaccherismo, il suo credo di appartenenza- a serbare segreti nei confronti delle persone a lei più vicine , pur di aiutare i fuggitivi, pur di ribellarsi a questa ingiustizia.

La vita americana di Honor non era monotona, ridondante, vuota e poco stimolante come quella che conduceva in Inghilterra, eppure, nonostante gli sforzi, non si sentiva di appartenere a nessun luogo e , né l’amore né le amicizie riusciranno a placare questo suo incessante senso di angoscia. Manifesterà spesso il bisogno di ritornare a casa, la nostalgia per la sua famiglia e la sua amica più cara, avrebbe potuto ricondurla a casa, se solo la distanza non fosse così invalicabile
Era andata via dal suo paese perché pensava che per lei sarebbe stato meglio cominciare da qualche altra parte. Stranamente, però, la concezione di lasciarsi tutto alle spalle e non sentirsi vincolati , era molto americana; ma questo è anche un romanzo di formazione ed Honor, non senza difficoltà e rinunce , riuscirà a capire la differenza tra fuggire e correre verso il futuro.

In fondo, l ‘Ohio non era poi così male…
Le foglie d’acero in autunno erano meravigliose.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Anne Elliot Opinione inserita da Anne Elliot    18 Febbraio, 2014
Top 1000 Opinionisti  -  

Eloisa e Abelardo

L’opera inizia con una lettera che Abelardo indirizza ad un amico non identificato al quale egli racconta sommariamente la storia della sua vita: i successi e la gloria dovuti allo studio e al talento; le disgrazie causate da una fanciulla, Eloisa, il suo amore più grande.
A seguito di questa introduzione inizia uno scambio epistolare tra i due amanti successivo alla loro separazione, non voluta ma dovuta.
La storia ha catturato la mia attenzione perché, a differenza degli amori tragici o idilliaci, ma quasi sempre artefatti che la letteratura racconta, la vicenda di Abelardo ed Eloisa è sostanzialmente reale, vera.
Lui, intellettuale moderno, ideatore di un nuovo metodo di diffondere la cultura; collezionista di trionfi e di condanne che, come onte irrevocabili, lo costringeranno a confinare la propria immagine in posti dimenticati, lontano da occhi giudicanti. Due erano le colpe di cui Abelardo macchiò la propria anima: la superbia e la lussuria. Saranno questi peccati a decretare la sua rovina.
Lei, una giovane donna, moderna nel modo di pensare, di vedere le cose, colta e perdutamente e servilmente rimessa nelle mani dell’uomo capace di portarla in estasi e, subito dopo, farla cadere nella più profonda desolazione.
Abelardo ed Eloisa erano due persone che non avrebbero dovuto stare insieme, ma che il destino ha voluto far incontrare e, come più volte Abelardo sosterrà, Dio ha diviso per un fine più grande: espiare le colpe di cui entrambi si erano macchiati a causa della loro passione.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
3 risultati - visualizzati 1 - 3

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (1)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (1)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Il successore
Le verità spezzate
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Delitto in cielo
Long Island
L'anniversario
La fame del Cigno
L'innocenza dell'iguana
Di bestia in bestia
Kairos
Chimere
Quando ormai era tardi
Il principe crudele
La compagnia degli enigmisti
Il mio assassino
L'età sperimentale