Opinione scritta da merio955

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merio955 Opinione inserita da merio955    25 Febbraio, 2014
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eterna guerra tra vecchi e giovani

"Gli sdraiati" è un piccolo libro del giornalista Michele Serra, ho acquistato questo libro nel periodo natalizio e mi è stato caldamente consigliato da mio padre, ciò mi ha incuriosito, ero molto interessato a leggerlo, conoscendo l’autore per i suoi articoli. In quest'opera si sottolinea con uno stile ironico e impeccabile, il distacco e le diversità delle generazioni passate e future.
Lo fa attraverso aneddoti personali e in alcuni capitoli dedicati ad una futura guerra tra vecchi e giovani. In questi aneddoti Serra narra le sue esperienze di vita con il figlio adolescente, in una lettura iniziale fanno sorridere, ma in una più ponderata riflessione mettono in risalto tante ipocrisie e incomprensioni che non potranno mai essere completamente cicatrizzate poiché tra vecchi e giovani c'erano, ci sono e ci saranno sempre incomprensioni. L'unica pecca è che spesso eccede nel lessico e nell'allungamento del romanzo e diventa tedioso in alcuni punti.
Secondo me l’autore non vuole far risaltare nessuna generazione meglio dell’altra, non è un dualismo ma la medesima cosa, vuole sottolineare l’incomunicabilità che negli ultimi anni si sta acuendo, e il libro genera una riflessione secondo me condivisibile.
Penso che quest’ opera può essere meglio compresa da chi è maturato abbastanza da vedere indietro, avendo diciotto anni è fisiologico che non posso assaporare in pieno il libro come un uomo, ma è un eccellente spunto di riflessione. Forse mio padre si è rivisto in uno specchio…speriamo di no!

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merio955 Opinione inserita da merio955    23 Febbraio, 2014
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meraviglioso incubo americano

Il grande gatsby, non ha bisogno di presentazioni o di riassunti. Chi non lo conosce? Questo per me è la miglior opera di Fitz., o’ almeno la più riuscita. Un quadro, l’immagine dell’epoca degli anni prima della grande crisi che nel ’29 cambierà il mondo. Una realtà del sogno americano, che lascia delusi i più sensibili. Il lessico aulico, ricercato, riesce a creare metafore perfette per descrivere l’epoca. Sembra un sogno continuo come se la velocità la sregolatezza dell’epoca si rispecchiassero una società dove gli schiavi sgobbano e i ricchi vivono in una festa continua. Questo successo è illusorio perché tuttavia rimane un senso di vuoto e indifferenza, per esempio la triste vita che sceglie di proseguire Daisy con Tom. Questo ricorda un po’ Moravia. Il protagonista era un uomo diverso da quel torbido, diverso, di origini “non nobili” (la casa in West Egg patria dei nuovi ricchi). Si delinea un senso di differenza tra lui e Tom, di anomia direbbe Merton. Differente anche nell’animo poiché credeva nei sogni, nella speranza e nelle idee anche quando queste sono nefaste. Quando queste portano alla morte. Ma come si fa a non innamorarsi di questi uomini?

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merio955 Opinione inserita da merio955    18 Febbraio, 2014
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Il mio amico Holden

Il giovane Holden" è un romanzo di J.D. Salinger e mi ha mandato 
letteralmente in "sollucchero". Possiedo la versione Einaudi da 248 pagine. 
Pubblicato per la prima volta nel 1951. L'opera tratta del giovane Holden, 
estroso ragazzo sedicenne, e viene messa in luce la sua visione della reltà; 
realtà che egli non ama e rifiuta, dove l'unica via di scampo è la menzogna. 
Holden viene espulso da scuola per gli scarsi risultati scolastici e dopo 
alcuni screzi con i compagni di alloggio, decide di tornare a New York e 
svagarsi prima che i genitori siano avvertiti della sua ennesima espulsione. 
Nella Grande Mela fa diverse esperienze, ma tutte deludenti. In molti punti 
il libro mi ha fatto sorridere ma nel medesimo momento è emersa un profondo 
scontro con la verità, che il protagonista non accetta e che spesso lo porta 
a fare domande che all'apparenza possono sembrare senza senso. Una 
peculiarità del romanzo è il lessico utilizzato da Salinger, giovanile, 
piena di asserzioni appartenenti ad un ragazzo e anche in alcuni casi 
volgare, la sintassi e semplice e coincisa, molto aderente al personaggio. 
Un libro fantastico e dalla semplicità geniale. Pagina dopo pagina è emerso 
in me una profonda empatia per il piccolo newyorkese, che nonostante sia un 
lavativo in ciò che non ama, dimostra una grande acutezza nel dipingere la 
realtà e smascherare tante ipocrisie che esistono nel mondo. Un romanzo 
senza età, sempre odierno che consiglierei a tutti quei ragazzi che si 
affacciano all'adolescenza, quando la dura realtà penetra nei cuori e non si 
ci sente compresi dal mondo! Salinger con questo testo, come ha fatto per 
più di cinquant'anni con altri lettori mi ha abbracciato, un libro che può 
far sentire meno soli. 

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