Opinione scritta da Francesca251
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Mille applausi
Ogni aggettivo in questo momento mi sembra riduttivo...questo è veramente un signor libro, un libro con la L maiuscola. Dubito che ce ne siano tanti altri in grado di sortire lo stesso effetto, ma non nego che mi dispiacerebbe smentirmi. Semplicemente da brivido, addirittura mi era venuta voglia di entrare dentro la trama, di tuffarmi in quelle pagine e vedere dal vivo, fare qualcosa, agire in qualche modo. 430 pagine che volano via così, come un soffio di quel vento caldo che tira a Kabul. Tutte le sere è stato un appuntamento con Mariam e Laila, tutte le sere ho partecipato alle loro avventure. Quando non c'erano più pagine da leggere, mi sono sentita sola e privata di qualcosa di molto caro. Così si sono fatte largo tra i miei occhi due piccole lacrime, come a voler dire alle protagoniste "Io sono con voi!Non abbiate paura, ci sono io a proteggervi e non vi succederà niente!". Davvero un libro meraviglioso. Unica nota storta? Lo si divora troppo velocemente!
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Il treno della memoria
Questo romanzo di Dacia Maraini è un grido alla libertà,una denuncia alla violenza fisica e psicologica subita da molti nel corso del Ventesimo secolo, ed è un romanzo che definisce il giusto peso della memoria: i fantasmi malvagi del passato non possono venire sconfitti,mai, ma si può costruire un futuro con le condanne dei criminali e l'espiazione delle loro colpe. Premettendo che è un libro che merita davvero, degno di ammirazione e stima, aggiungo l'unica critica negativa riguardo alla scorrevolezza del romanzo. Dopo una partenza a rilento, il romanzo si blocca per troppo tempo sull'insurrezione cittadina bulgara,che addormenta un pò il racconto. Ovviamente il libro si riprende verso le ultime pagine, regalando un finale inaspettato fino all'ultimo colpo di scena!
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Come il giorno e la notte
Un libro che, pagina per pagina, fa pensare parecchio. Macchinoso in certi punti, non molto scorrevole, ma bello: Hesse ripaga generosamente lo sforzo per aver superato le prime 50 pagine. Così continuare a leggere fino alla fine diventa a dir poco obbligatorio. Le riflessioni sulla vita, sull'arte e il legame fra i due protagonisti sono sublimi. L'insoddisfazione perenne di entrambi, la sensazione di non trovarsi mai in equilibrio, di capitare sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato, la convinzione che manchi una parte di se stessi per stare bene. Questo è ciò che succede: capire che non si è completi senza l'altro, sentirsi più soli di un calzino spaiato in mezzo a un cassetto pieno di biancheria. A Narciso serve lo spirito di Boccadoro, a Boccadoro la "ratio" di Narciso. La massima "gli opposti si attraggono" mi sembra calzi a pennello. E voi, con chi state state? Dalla parte del teologo, o da quella del ribelle...?
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Piccolo e prezioso tesoro
Il romanzo presenta un lessico alto ma originale, strano e affascinante allo
stesso tempo. Come spesso accade con i libri di Hesse, inizialmente può
risultare difficile capire il messaggio che l'autore vuole trasmettere.
Scavando, però, tutto viene a galla: un messaggio di spiritualità,
un'elevazione superiore che ci avvolge, come un caldissimo abbraccio. Il
libro non solo offre un insegnamento morale, ma impartisce anche una lezione
di spessore sul modo di giudicare per essere giudicati, su come cercare il
nostro "io", la vera conoscenza e su quanto possa essere facile cedere alla
tentazione del peccato. Essenziale, anzi esistenziale. Lettura veloce e
piacevole, molto sottile in alcuni passaggi, ma in grado di toccare le corde
dell'anima, farle vibrare e produrre una rara melodia, udibile solo nelle
nostre profondità. Ancora una volta, tanto di cappello al grande scrittore
tedesco.
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