Opinione scritta da Monica Di Dato
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Libro leggero ma che fa riflettere
E' il primo libro che leggo di questa autrice e personalmente ne ho apprezzato lo stile chiaro e scorrevole, l'argomento principale su cui è incentrata la trama è l'amicizia profonda tra tre donne ognuna delle quali vive un proprio dramma interiore, emergono pregi e difetti caratteriali delle protagoniste in relazione agli eventi in cui sono coinvolte e saranno proprio questi a mettere alla prova la solidità di un rapporto duraturo nel tempo. Si tratta di un testo molto da "giorni nostri", che esamina situazioni in cui qualsiasi donna si potrebbe trovare seppure con tutti i limiti messi in evidenza da un romanzo molto leggero nel quale non mancano elementi potenzialmente reali, ma alquanto improbabili.
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Thriller particolare
Il gioco di Ripper si presenta come un giallo/poliziesco in cui l'Allende dimostra una discreta abilità nel tessere la trama. Ciò che a mio avviso fa la differenza rispetto ad altri testi dello stesso genere, è la modalità con cui si svolgono gli eventi ovvero attraverso un gioco di ruolo gestito da cinque adolescenti ed il nonno di uno di questi, che rappresenta sia il punto di partenza, che quello di arrivo di tutta la vicenda. La trama di per sè non è poi così diversa da molte altre, ma ciascun personaggio ha la sua particolare sfaccettatura (e questa è una delle principali caratteristiche dell'autrice) ed è perfettamente integrato nella storia, ognuno ha un ruolo ben preciso, sono tutti protagonisti in egual misura. La prima parte del libro potrebbe apparire un pò lenta ma poi man mano che si procede la curiosità nel lettore cresce. Lo consiglio, tutto sommato un esperimento abbastanza riuscito.
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Una bella sopresa!
Il libro si basa sulla relazione matrimoniale di una giovane coppia, attraverso la forma narrativa (ovvero il diario in cui i protagonisti scrivono in prima persona alternandosi), l'autrice mette in risalto le due differenti personalità,sia nelle loro vicissitudini quotidiane che nella loro particolare psicologia. Ma è proprio attraverso questa analisi che si dipana l'intera vicenda, la quale assume un crescendo sempre maggiore man mano che si prosegue nella lettura. Le prime pagine sembrano non dare adito a nulla di particolare, anzi potrebbero quasi far sorridere in relazione all'evidenza di alcune ovvietà che contraddistinguono uomini e donne in generale, ma poi tutto cambia fino ad arrivare ad una vera e propria trasformazione delle due personalità dei protagonisti e degli eventi. Ciò si evidenzia ancora di più attraverso lo stile di scrittura poco elaborato e ad effetto dell'autrice.Il finale, inoltre non è affatto scontato ed a mio parere lascia nel lettore un lieve amaro sorriso.
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Primo della trilogia ma non proprio entusiasmante
Testo ben scritto, particolarmente articolato e per certi aspetti alquanto prolisso. Interessante il panorama storico in cui si svolge l'intera vicenda, anche se a mio avviso visti gli elementi di fantasia introdotti, se non si è ben informati su quanto è realmente accaduto nel periodo preso in considerazione, il lettore potrebbe confondere la realtà con la fantasia, ciò non toglie però che le vicende dei protagonisti siano state cucite perfettamente intorno agli eventi storici riportati. Questi ultimi sembrano addirittura assorbire i protagonisti in modo tale che le loro personalità emergono solo attraverso i fatti di cronaca dell'epoca, lasciando ben poco spazio ad altri aspetti di vita quotidiana. Per quanto mi riguarda ritengo che ken Follett abbia scritto opere molto più coinvolgenti, comunque lo consiglio anche solo per curiosità.
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