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G@i@ Opinione inserita da G@i@    30 Gennaio, 2014
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BorgoCornio e dintorni

Ho appena finito di leggere Baol di Benni. In effetti avrei voluto scrivere una recensione su quello ma non l'ho trovato qui. Prima di quello ho letto Di tutte le ricchezze.
La cosa che mi ha colpito di più avendoli letti uno dietro l'altro è la differenza sia nei temi che nel modo di scrivere che si percepisce.
Di tutte le ricchezze è decisamente più alla portata di tutti i target di gusti dei lettori, perchè oltre alla vena ironica e qualche piccolo accenno satirico sul mondo accademico e dell'elitè dei cosiddetti acculturati, nonchè della società di oggi, c'è anche una notevole vena psicologica e sentimentale. Personaggi riuscitissimi: il Torvo, in qualche modo un alter ego del protagonista, La principessa del grano Michelle e non parliamo del poeta maledetto e forse suicida il Catena.
La vicenda si dipana in un piccolo paesino isolato, dove la vita tranquilla della natura con i suoi ritmi si sposa con il temperamento placido dell'anziano Professore che si è ritirato dalla mondanità e passa metà del suo tempo tra l'accidia condivisa con il cane Ombra e lo scrivere poesie semiserie, talvolta interrotto dalla visita di qualche amico, chi più gradito e chi meno. L'irrompere sulla scena di due nuovi vicini, Michelle (femme fatale) e il torvo appunto, sconvolgerà in parte questa mai noiosa rutine, resa gradita al lettore per via della personalità ironica-naif del protagonista che si diletta anche a discorrere in uno scambio di opinioni fiabesco, semiserio, talvolta comico, con gli animali del luogo e con Ombra stesso. Mai banale e riuscito forse ancora meglio nel delineare i personaggi e nel tono fiabesco che nella trama, senza nulla togliere a quest'ultima. Consigliato assolutamente. Verso metà libro le poesie che spezzano la narrazione diventano un po' fastidiose e soporifere, ma è l'unica pecca. Divertenti i nomi dei luoghi tipo 'borgocornio' e tutti i piccoli aneddoti e personaggi che fanno da corollario.

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G@i@ Opinione inserita da G@i@    28 Dicembre, 2013
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Due donne a Shimokitazawa

Il libro tratta di amore, tradimento, vita quotidiana e del tema della morte in modo abbastanza equilibrato.
L’autrice ha uno stile narrativo tendente all’introspezione quindi è consigliato a chi già ha letto qualcosa della stessa o è amante dei libri che descrivono gli stati d’animo.
L’evento iniziale è il trasferimento di Yocchan, la protagonista, dalla casa dei genitori in un appartamentino sito nello stesso quartiere dove lavora come cameriera in un locale di cucina francese.
Questo evento avviene poco dopo la morte del padre, avvenuta in circostanze drammatiche, si tratta di un suicidio compiuto con l’amante, una donna della cui esistenza né la figlia né la moglie di lui erano a conoscenza.
Esse quindi subiscono non solo lo choc della perdita ma anche quello dell’abbandono, ovviamente vivono il lutto in modo diverso. La figlia si rimprovera di non aver sospettato nulla e non aver fatto niente per evitare la morte del genitore, si sente in colpa per essere stata distratta e superficiale.
La madre invece si sente umiliata e defraudata per via del tradimento e ha perso i punti di riferimento della sua vita. Decide quindi, non sopportando più di vivere nella casa di famiglia, di chiedere asilo alla figlia, trasferendosi a vivere nel minuscolo appartamento che quest’ultima ha preso in affitto.
Cambiando quartiere e sforzandosi di vivere normalmente la loro quotidianità sembra che le loro anime inizino a ricomporsi pezzo dopo pezzo. La madre fa la conoscenza dei negozianti del nuovo quartiere e finisce per essere assorbita dalla nuova aria che vi si respira. La narrazione infatti sembra ruotare proprio attorno al quartiere di Shimokitazawa e lo rende quasi un entità viva e compartecipe delle vite dei suoi abitanti, tant’è vero che il titolo originario dell’opera è Moshi moshi Shimokitazawa.
Yocchan fa la conoscenza di Aratani, un avventore del ristorante che sembra conoscere particolari riguardanti la morte del padre di lei.
Essendo coetanei tra i due sembra nascere una storia d’amore ma i dubbi della ragazza e la sua situazione emotiva agiscono da freno. Inoltre non è sicura dei sentimenti che prova verso di lui.
Solo alla fine del libro, dopo aver affrontato ed elaborato il lutto, scoprirà quali sono i suoi veri sentimenti e a chi sono realmente diretti.
Un punto a favore del libro è il modo in cui riesce a far immergere il lettore nella realtà che vivono i personaggi, sembra quasi di poterli toccare, forse dovuto anche allo stile molto descrittivo e in cui non mancano mai i dettagli e la descrizione delle piccole cose della quotidianità, quest’ultimo però è purtroppo anche un limite in quanto a un lettore amante delle narrazioni veloci e delle trame avvincenti e molto elaborate potrebbe, in alcuni punti, annoiare.

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