Opinione scritta da Dartagnan

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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    18 Novembre, 2015
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Ritratto del tatcherismo

Davvero un grande libro. Coe è riuscito nella difficile impresa di raccontare l'Inghilterra degli anni '80, quella guidata da Margaret Tatcher - tanto decantata oggigiorno - attraverso gli occhi di chi ha subito quel periodo. L'autore ha scavato a fondo, nel torbido, nelle contraddizioni di un Paese, e lo ha fatto attraverso le vicende di una famiglia tanto simbolica quanto emblematica.
Fantastica è l'immagine della casa di campagna dei Winshaw: una sorta di castello fatiscente, che rappresenta la decadenza del Paese e della sua classe dirigente.
Dal crollo del sistema sanitario nazionale al traffico di armi passando per l'introduzione dell'allevamento intensivo, Coe denuncia i limiti e i peccati originali dell'Inghilterra come potenza industriale.
Al di là della qualità del narrato, va sottolineato lo stile con cui Coe ha dato forma alla sua opera: c'è una cura maniacale del dettaglio, tutte le parole sono al posto giusto. Di gran classe anche la sottile ironia british di cui è intrisa tutta la narrazione.
L'aspetto forse meglio riuscito, però, sono i personaggi. Difficilmente ne ho trovati di così veri.
Memorabili le ultime quaranta pagine, dove Coe sbrocca definitivamente, lasciando il lettore interdetto.

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Roth, DeLillo, David Peace
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    13 Ottobre, 2015
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Letteratura televisiva

Di Pizzolatto ho amato visceralmente la prima stagione di True Detective, mentre mi è piaciuta senza entusiasmarmi la seconda.
Così ho deciso di leggere anche il suo romanzo. Devo dire che, onestamente, non mi ha preso. Una storia cruda, cattiva, molto noir, in cui per i protagonisti si intravede giusto un filo di speranza (forse troppo poca?). Ogni personaggio si porta appresso il peso del mondo, e questo mi sembra onestamente eccessivo. E' un troppo.
Poi c'è la scrittura, molto lineare, semplice, ma del tutto antiletteraria. Sembra di stare in una delle sue serie tv. Nonostante l'impegno narrativo sia evidente e abbondante, le parole di Pizzolatto non riescono a evocare. Le sue descrizioni non afferrano l'anima, come invece faceva True Detective - prima stagione. E' come se ci fosse questa tendenza "moderna" a una scrittura forzatamente televisiva, che per certi versi può funzionare, ma che poi scricchiola quando non è supportata da elementi letterari. Manca il giusto mix, diciamo. Non l'ha detto nessuno, in fondo, che usare tecniche narrative televisive in un romanzo sia necessariamente un merito.
In sintesi, un noir godibile, scorre via bene, senza turbare.

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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    12 Settembre, 2015
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La guerra dentro di noi

Uno dei più grandi romanzi sull'America.
Uno stile ampio, completo, che ci porta in una storia dove le bombe non sono solo esplosioni pirotecniche, ma uno stato dell'anima. Roth sembra dirci che la guerra è dentro di noi: a casa, per strada, con gli altri, perfino nella camera da letto.
Una vicenda di una famiglia come tante, dove il protagonista, lo Svedese, rappresenta l'America degli anni '60 - '90. Un uomo mite, attento a piacere a tutti, impostato, apparentemente perfetto, ma con gli stessi difetti dei cosiddetti "altri", solo mascherati.
Insomma, va letto, nonostante a tratti sia un po' noioso a causa delle eccessive descrizioni.

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DeLillo, Fante
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    03 Marzo, 2015
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The country I love

Peccato che Simone Sarasso non abbia il seguito che merita. "Il Paese che amo" è la degna conclusione della sua trilogia sporca dell'Italia. Dopo "Confine di Stato" e "Settanta", ecco tornare Andrea Sterling, l'Uomo Nero, un po' agente segreto, un po' mafioso, comunque assassino.
Sarasso racconta la controstoria dell'Italia dal dopoguerra a Tangentopoli, soffermandosi stavolta sugli anni Ottanta, affondando gli artigli in quella verità scomoda troppo spesso tacciata di complottismo. Nonostante i nomi dei personaggi siano inventati, sono chiari i riferimenti storici. Achille Lauro, Giovanni Paolo II, omicidi di mafia sono solo alcuni degli elementi che dominano la narrazione.
Lo stile è sempre ellroyano, come ci si aspetta da Sarasso, sebbene stavolta la potenza delle parole arrivi un po' attenuata. Viva, invece, l'influenza del primo, brillantissimo Biondillo.
Memorabili le metafore.
Un bellissimo romanzo, forse un po' troppo di nicchia, ma se fosse mainstream probabilmente perderebbe la sua efficacia. Da gustare con calma.

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I grandi autori americani
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    01 Settembre, 2014
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Luci e ombre

"Mmmm". Ecco il mio pensiero ricorrente mentre leggevo questo libro.
Un bel giallo (non un thriller, come lo spacciano. Che poi: cos'è un thriller?), con molti colpi di scena, molte luci ma altrettante ombre. Certi meccanismi investigativi sembrano quasi campati per aria, come il ricorrere ben due volte a "consulenti" con capacità extrasensoriali. Una volta ci sta, ma due no. Dà l'idea che Carrisi non sapesse come venirne a capo, e si è rifugiato in calcio d'angolo. Forzati sono anche certi metodi investigativi, come la necessità (?) dei poliziotti di andare a vivere assieme per pensare meglio.
Interessante la soluzione finale, ma anche qui debbo dire che è decisamente troppo forzata. Si poteva scegliere un'altra strada, più verosimile. Alla lunga il contratto di veridizione autore-lettore viene messo fortemente alla prova.
Il personaggio più bello è senz'altro Mila Vasquez, con i suoi tagli auotinferti per provare dolore: geniale. Gli altri caratteri sono appena appena accennati, tranne il dottor Gavila, che comunque me lo immagino monoespressivo, monotematico, monolitico, mono. Noiosetto.
Il suggeritore è senz'altro un libro piacevole, ma non mi giustifico le due milioni di copie vendute.

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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    25 Luglio, 2014
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Deserto e narcos

Una buona crime story, con personaggi figli del deserto del sud degli Stati Uniti.
E' un racconto di confine, fatto di gente dura e con un passato ingombrante, passato che porta i protagonisti a sopravvivere al presente, più che a viverlo nella sua interezza. Emergono bene i rapporti tra il protagonista, Ray, e la sua famiglia, soprattutto per quanto riguarda il cugino Tom.
Buoni i dialoghi, un po' meno lo stile, condito da periodi (per il mio gusto) troppo lunghi e vocaboli talvolta fuori luogo.
Gli sciacalli racconta un mondo dove non c'è spazio per la speranza, il deserto si è portato via anche quella. Nemmeno il desiderio di redenzione riesce a offrire una via d'uscita. Gli errori si pagano, punto. Dal passato non si fugge nemmeno se ti mettono su di un pick up e ti dicono "vai, veloce!".
E' anche un racconto sull'immutabilità della natura umana. E' come se l'autore ci dicesse: "Sei quello che sei, inutile resistere".
Molto belle, invece, le ambientazioni e lo sfondo sociale, che secondo me sono le cose migliori del libro.

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Lansdale
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    26 Mag, 2014
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Tra latinos ed eroina

Ritmo serrato, ottimo stile, una rete di personaggi e livelli narrativi che si dipanano in diverse direzioni, salvo poi confluire in maniera oserei dire perfetta al momento opportuno. Un intreccio magistrale abbinato a una scrittura secca, diretta, scorrevole e a tratti raffinata.
Certe scene sono una pugnalata nell’addome.
Non leggo molto gli autori esordienti - forse è un mio limite, ma tant’è - eppure a mio modestissimo parere “La sentenza della polvere” è uno dei migliori gialli-noir italiani degli ultimi anni. Me l’ha messo in mano il mio amico libraio, uno che sa come prendermi. Stamattina l’ho ringraziato.
Un romanzo duro, dove anche i buoni, per fare del bene, sono costretti a diventare cattivi. Eccezionale la parabola umana e professionale del protagonista, indimenticabile, invece, il suo amico barbone.
Per gli amanti del genere, straconsigliato.

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Gialli e noir, con un occhio di riguardo per gli americani.
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    08 Mag, 2014
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L'America

Un romanzo grande, grandissimo, ma anche difficile. Come grande e difficile è l'America, un Paese che DeLillo - da buon postmodernista - dipinge nelle sue mille sfaccettature. Americana è riassunto nella sua copertina di Einaudi, una delle più belle che abbia mai visto anche in relazione al testo: un distributore sovrastato da due lampioni spenti. Attorno, il nulla.
So bene che non è l'abito a fare il monaco, ma quella foto riassume più di mille parole quello che DeLillo ha voluto raccontarci.
Il protagonista, David Bell, è uno che ha sguazzato per anni nel mondo luccicante e tentatore dei media, salvo poi rendersi conto che tutte quelle paillettes altro non sono che plasticaccia scadente. Da questa epifania di coscienza, nasce in lui il desiderio di girare un documentario che racconti la vera faccia dell'America. Per farlo attraversa tutto il Paese in Camper, filmando i volti delle persone e i loro luoghi.
Una ricerca che, più o meno direttamente, può riguardare ognuno di noi.
Da un punto di vista narrativo, DeLillo è un maestro, ma questo non lo scopro io. Strazianti per pesantezza e realismo le cento pagine che il protagonista (narratore in prima persona) dedica al racconto del pranzo di Natale in famiglia.
Chicca da non perdere.

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Underworld, Pynchon, Roth
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    30 Aprile, 2014
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Elegante

Daniel Silva è così, capace di attaccarti alla pagina non soltanto nel racconto dell'azione principale, ma anche e soprattutto nella narrazione di fatti secondari. Memorabili, ad esempio, le dettagliatissime spiegazioni sulla pittura e l'esaltazione delle doti artistiche del suo protagonista, Gabriel Allon. O quando si sofferma, senza mai farlo in modo esplicito, sul personaggio - fantastico - del vecchio e potentissimo capo dei servizii israeliani.
La scrittura di Silva è estremamente elegante, anche nella tensione narrativa e nei cambi di ritmo. Inoltre, chi decide di mischiare il Vaticano con storie di spionaggio rischia ormai di sembrare banale, ma non è proprio questo il caso.
Bellissimi i personaggi, a partire dal già citato Ariel Shamrom fino al protagonista indiscusso, quel Gabriel Allon amante dell'Italia e dell'arte tutta. Non sono da meno anche le relazioni che si instaurano tra i personaggi, mai scontate e sempre potenzialmente precarie.
Anche il plot è piuttosto solido. Certo non si tratta di un giallo, ma di una spy story che, a ben vedere, si avvicina più a Le Carrè che a Ian Fleming, ma i giorni in cui è ambientata sono ovviamente diversi.
Una piacevolissima lettura.

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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    28 Aprile, 2014
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Imbarazzante

Non mi piace parlare male dei libri. Se un libro non mi soddisfa, preferisco non scrivere nulla, anche per rispetto dell'autore. Stavolta, però, è diverso.
"Vedi di non morire" non è altro che una bruttissima copia de L'inverno di Frankie Machine (questo sì un capolavoro del genere), pieno di pseudo ironia che più che divertire, irrita. Già non mi piace quando l'autore entra nel testo, ma qua Bazell si supera, arrivando perfino a spacciare le sue idee sul mondo come verità assoluta. Confesso, ho resistito 140 pagine, poi ho smesso.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    17 Aprile, 2014
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Godibilissimo

Robert Crais ha la grande capacità di non cazzeggiare. O meglio, all'occorrenza cazzeggiano i suoi personaggi, ma lui no. E' in grado di levare tutto quello che non serve e sorprendere fin dalle prime pagine, grazie a una scrittura che scorre liscia e a un ritmo sempre elevato. Crais va dritto al punto della questione.
"Attraverso il fuoco" e un bel giallo, come quasi tutti quelli di Crais, capace di coniugare gli elementi classici del genere a quelli più moderni. La storia inizia con un uomo dalla reputazione ambigua trovato morto con una pistola in mano. Ai suoi piedi, le foto di sette ragazze uccise in modo brutale. Ovviamente, niente è come sembra. L'indagine del bravo e simpaticissimo Elvis Cole e del suo fedele amico Joe Pike attraverserà più o meno marginalmente diversi aspetti della città degli angeli, ma dire di più sulla trama mi sembra crudele.
Crais racconta Los Angeles come forse nessun altro, e anche questo libro ne è la dimostrazione. Sembra quasi di vedere le colline della città, con i suoi strapiombi a lato di strade tortuose, e di conoscere da sempre l'umanità che le abita.

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Romanzi
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    11 Aprile, 2014
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Il profumo delle radici

Grandissimo romanzo dell'altrettando grande Cormac McCarthy.
Cavalli selvaggi non è solo una storia western, classico set di cowboy e ranch da mandare avanti; Cavalli selvaggi è anche e soprattutto la storia di un sedicenne che rifiuta il proggresso. Se per progresso si intendono la città, le macchine e il superamento della vita en plen air, be', John Grady Cole il progresso non lo vuole. La storia è ambientata nel Texas di metà Novecento, il cosiddetto secolo breve, dove però l'impennata tecnologica è stata senza eguali rispetto al passato. Eppure, nonostante siano da sempre i giovani i più inclini al progresso, il fantastico protagonista di questo libro la pensa diversamente. Questo ossimoro, che a tratti fa anche sorridere, porta John Grady a mollare tutto per andare in Messico a cavallo, alla ricerca di un lavoro in qualche ranch. Lui e il suo fidato amico di sempre si troveranno coinvolti in vicende più grandi di loro, ed è proprio grazie a queste dissavventure, a tratti drammatiche, che capiamo il valore dell'amicizia nata dalla semplicità.
A mio avviso, la cosa più sorprendente di tutto il libro è la costante sensazione di terra tra le mani e nei capelli che McCarthy riesce a comunicare. E' come se il lettore fosse lì con i personaggi, e talvolta gli discpiace anche non esserci per davvero.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    02 Aprile, 2014
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Mad Dog

Un libro intenso e violento. Non un giallo, ma un crime nerissimo. Difficilmente ho letto qualcosa duro e crudele come il primo capitolo di Cane mangia cane.
E' la storia di tre delinquenti che non conoscono altro che la delinquenza, e che - vista la legge della California - alla prossima condanna dovranno scontare l'ergastolo. Tre persone senza nulla da perdere, quindi. E chi non ha nulla da perdere è capace di fare qualsiasi cosa.
Al dil là della trama pura e semplice, diciamo la fiction, si coglie una sottile vena polemica (o comunque che mira a far riflettere) su questa legge delle tre condanne. Bunker aveva un passato da criminale, ha conosciuto la prigione, e i suoi migliori romanzi sono proprio quelli ambientati dietro le sbarre, quindi l'argomento è trattato con mano esperta.
Un romanzo molto interessante, capace di raccontare anche il punto di vista dei "cattivi", con dialoghi brillanti e uno stile piacevole.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    26 Marzo, 2014
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Una chicca

Romanzo d'annata di Elmore Leonard, uno dei più grandi scrittori noir americani ma, purtroppo, ancora poco conosciuto al grande pubblico italiano.
Killshot è la storia di una normalissima coppia - marito e moglie - che, un bel giorno, vede qualcosa che non doveva vedere. Da quel momento inizia una lunga e disperata lotta per la sopravvivenza.
La trama è piuttosto semplice, ma quello che conta di questo libro è l'angoscia dei due "buoni", costretti a cambiare di punto in bianco il loro modo di vivere a causa di una pura e semplice casualità.
Memorabile la figura di uno dei due "cattivi", Degas, la cui pacatezza lo rende uno dei personaggi più agghiaccianti che abbia mai incontrato in letteratura.
Elmore Leonard è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi dialoghisti, per alcuni critici "il maestro del dialogo", e posso dire a ragion veduta: ogni singola frase, infatti, contribuisce a conferire a questo libro (così come agli altri romanzi/racconti di Leonard) una dimensione a sé, quasi metaletteraria e cinematografica.
Pur non essendo Killshot uno tra i libri più apprezzati di Leonard, nemmeno in patria (e sinceramente non capisco molto il perchè, ma sono cose che in editoria succedono), mi sento di consigliarne la lettura. Una chicca per intenditori.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    19 Marzo, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

Jack mal di schiena

Forse il noir che più di tutti negli ultimi anni ha cambiato le regole del genere.
American Tabloid è l'esatto emblema di postmodernismo letterario. Una realtà cruda mista a finzione narrativa, raccontata attraverso le storie di tre personaggi tra i meglio riusciti di Ellroy: Pete Bondurant, Ward J. Little e Kemper Boyd.
Verità scomode mascherate dal velo setoso della finzione.
Stati Uniti, anni '60: I Kennedy, Marylin, la mafia italoamericana, la Baia dei Porci, le lotte sindacali, i capibastone, il cinema, il Viet "fottuto" Nam, contrabbando, criminali di ogni tipo, l'FBI di J.Edgar Hoover. Questi sono solo alcuni elementi presenti nel romanzo. Un racconto pregno di storie umane, sudore e disperazione. Non esistono i buoni, e se ci sono prima o poi diventano cattivi anche loro. Si tratta di sopravvivere.
E poi c'è lo stile di Ellroy: inconfondibile. Un modo di scrivere che ha fatto scuola, forse anche troppo, visto il numero incredibile di tentativi di imitazione. Frasi brevi e secche, quasi aride, così come il mondo dei personaggi. Non è uno stile facile da digerire, all'inizio. Poi, se piace, la lettura va via liscia.
Per gli amanti del genere è un romanzo imperdibile.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    06 Marzo, 2014
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Conturbante

Questo libro, per me che sono una amante del genere noir, è stato una vera scoperta.
Si tratta forse della caccia all'uomo più bella che abbia mai letto, in cui sono coinvolti tanti e variegati rami della società: politica, giornalismo, famiglie normali, malavita, medici. Un'incredibile fusione di materie prime, che unite in maniera sapiente, amalgamate con mano esperta, danno vita a un piatto eccezionale. A differenza di altre persone, la parte che mi ha lasciato un po' più perplesso sono le prime 100 pagine, superate le quali però la lettura del libro è stata una discesa. Certo, l'argomento è di quelli tosti, certe scene splatter possono dare fastidio, e lo capisco, però il rapportarsi con la follia del protagonista, con i suoi demoni, rende tutto estremamente angosciante. A un certo punto anche tu, lettore, inizi a vedere i suoi fantasmi.
Naturalmente, come ho letto in altre recensioni, il libro ha anche dei difetti. Sembra strana, infatti, la semplicità con cui Bishop si procura alloggi e documenti, ma dobbiamo pur sempre considerare che si tratta di un'opera di trenta e passa anni fa. Altro mondo, altra vita. Pure adesso, rileggendo Conan Doyle, si potrebbero trovare per lo meno strane certe trovate investigative di Sherlock Holmes, eppure il buon vecchio scozzese resta il maestro del genere, imprescindibile e grandioso creatore dell'investrigatore più famoso della storia.
Insomma, in "Io ti troverò" il contratto di verosimiglianza scrittore-lettore è messo alla prova, ma resiste.

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Noir
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    20 Febbraio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

Don Winslow è una cassaforte

Come al solito, il buon Don non tradisce. Rispetto ad altri suoi lavori (come Il potere del cane, L'inverno di Frankie Machine, Satori) questo è senz'altro inferiore, ma è una scelta voluta. Un bel noir leggero, che si legge in due giorni e dal quale non ti vuoi staccare. Le pagine scorrono rapide, una via l'altra.
Il punto forte è senz'altro l'ironia, di cui è intrisa la narrazione, che riesce a strappare più di un sorriso. Belli anche certi meccanismi narrativi in cui questa semplicità rischia di essere compromessa dall'evolversi della storia. Il buon Don, però, non ha forzato la mano, e ha riportato il libro sui binari che si era dato. Roba da maestro.
Grande Don.

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Romanzi autobiografici
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    19 Febbraio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

Semplicemente un capolavoro

"Il bar delle grandi speranze" è uno di quei libri che quando li finisci non sei soddisfatto: sei dispiaciuto. Sì, perchè vorresti essere parte del mondo del protagonista, JR. Vorresti avere conosciuto anche tu tutti gli uomini del bar. Vorresti vedere la storia proiettata su di un monitor solo per averla ancora più chiara.
Moehringer scrive in maniera divina, i tratti della sua scrittura sono di un'eleganza tale da far scorrere ogni pagina come fosse un torrente. Tu lettore sei il ragazzino seduto sull'argine a osservare l'energia dell'acqua.
E' la storia della vita dell'autore, una sorta di biografia romanzata, dove gli elementi di interesse sono ovunque, non solo attorno al bar, il luogo dove - peraltro - si svolge la maggior parte della vicenda. Bellissimo il rapporto di JR con la madre; meravigliosa e inquietante la figura del nonno; sensuale il divano del bicentenario nella casa del nonno e della nonna; reali ed estremamente americane le vicende familiari.
E pensare che a me non piacciono molto le biografie. Ma questo libro, in fin dei conti, è da leggere come se fosse un semplice romanzo, solo che il protagonista è l'autore. Non la classificherei assolutamente, quindi, come una biografia.
Consigliato a tutti.

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Tutto.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    12 Febbraio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

Inutile

Un libro paradossale. Da una parte una gran bella storia; dall'altra uno stile insopportabile. Col suo modo di scrivere, Genna ci dice chiaramente: "Io sono un genio. Voi no". Lo trovo piuttosto arrogante, come atteggiamento. La storia - bella - decolla nelle ultime cinquanta pagine, dopo 430 pagine in cui il procedere della narrazione è lento e pesante, sembra di spingere un carro di buoi. Paginate e paginate di descrizioni inutili, metafore e similitudini buttate lì senza un reale motivo, manierismo gratuito. A pagina 400 la vicenda è iniziata solo da tre giorni. Ed è un peccato, perchè la teoria del complotto alla base del romanzo sarebbe anche interessante, ci sono nomi e fatti reali, senza timori. C'è indubbiamente coraggio, in quest'opera. Ma è davvero troppo.
Nonostante sia rimasto molto deluso da un romanzo che alcuni ritengono addirittura un capolavoro, mi sento comunque di consigliarne la lettura. Occupa, a modo suo, un pezzo di genere letterario ancora inesplorato.
Belli i due protagonisti, e bellissimo il colpo di scena finale, dove passato e presente si toccano finalmente.

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Ai coraggiosi, ai curiosi e ai pazienti.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.3
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4.0
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Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    12 Febbraio, 2014
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Leggerlo è un dovere

Un grandissimo noir, un "must" per gli amanti del genere. Jim Thompson dà voce alla follia più pura e recondita, quasi come a volerci dire: "Ehi, state attenti, non immaginereste mai dove si trova il male".
Il punto di vista del cattivo ti viene spiattellato davanti agli occhi senza inibizioni, e tu lettore ti trovi costretto a lottare con i meandri di una mente malata.
Davvero fantastico.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Amanti del noir o futuri amanti del noir. Ma non solo.
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20
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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
2.8
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    15 Gennaio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

Leggibile

Un libro carino, niente di più. La parte migliore è l'aspetto enologico che, data l'alta qualità dei contenuti narrati in tal senso, sopperisce alla fastidiosa banalità dei dialoghi. Sembra, infatti, che tutti i personaggi parlino allo stesso modo, con frasi di 8-10 righe: impossibile in lingua italiana.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
qualche giallo leggero
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01
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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Dartagnan Opinione inserita da Dartagnan    19 Novembre, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

Fantastico

Grandissimo libro di Pelecanos, riportato alla luce dalla Piemme, nella nuova e, debbo dire, intrigantissima collana Open.
Lo stile di Pelecanos ricorda una sorta di elastico. Lo stesso avvenimento, infatti, viene raccontato da diversi punti di vista. Ovviamente, l'interpretazione dell'evento varia a seconda del personaggio che lo vede. A ogni nuovo punto di vista, però, la narrazione fa un passo in avanti. Il tutto senza puzzare di ridondanza, e qua sta la bravura dello scrittore. Anche i personaggi sono ben delineati: ognuno ha dei contrasti interiori e un carattere che li rende veri. Lo stesso dicasi per i dilaoghi, mai fuori luogo o banali.
Siamo nella Washington del 1986, tra fiumi di coca e musica rock underground, in un quartiere periferico colonizzato dagli spacciatori. E' una storia di criminali e gente per bene, due "categorie" agli antipodi che - inevitabilmente - verranno a contatto.
Gran bella sorpresa!

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Crime, gialli e noir. Ma anche a chi vuole leggere un romanzo vero.
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90
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