Opinione scritta da Capi
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Buone premesse ma...
Non una delle migliori opere di Grisham,è ben scritto e godibile come al solito ma manca qualcosa. A mio parere quel qualcosa è un finale adeguato. Grisham pare descrivere tutta la vicenda in Italia,azzeccatissima ambientazione, con grande tranquillità e poi concludere in fretta e furia;anche se l'intervista finale mi è piaciuta molto,si vede IL broker,colui che ha tirato le fila della capitale statunitense.
Per finire non ho amato la psicologia dei personaggi,trovo che,e l'autore ne avrebbe avuto la capacità,sarebbe dovuta essere più complessa e approfondita;ci sono momenti in cui Joel,inseguito dalle intelligence di mezzo mondo,passeggia tranquillo come nulla fosse.
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L'inizio del realismo
Come da titolo,questo romanzo potrebbe essere indicato come uno dei capisaldi del realismo letterario.Ritmo lento,lentissimo;descrizioni minuziose,una grande storia in una piccola realtà.Questa è realtà è Saumur un piccolo paese francese,in cui il gretto Singor Grandet vive con la moglie e la figlia Eugenie.Il personaggio di Papa Grandet è meschino,avido,"monarchico" e scorretto;d'altro canto c'è Eugenie,la cui purezza sembra risollevare le sorti dell'intera famiglia. Balzac "fotografa" uno splendido spaccato della Francia,in cui i valori stanno lasciando spazio al denaro.La storia scorre senza una meta precisa,secondo binari tutti suoi,come la vita.
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Variazione sul tema
Questa volta Grisham abbandona il suo amato thriller per una romanzo dai toni sicuramente più rilassati ma non per questo meno appassionante. Personalmente l'ho letto da profano del football e la non conoscenza delle regole non pregiudica la lettura,sebbene penso sarebbe stata più appassionante con i rudimenti delle regole in mano. Sostanzialmente la trama è piuttosto banale ma durante lo sviluppo la parte principale del romanzo non riguarda il football,riguarda tutte le vicende fuori dal campo del protagonista.L'autore tesse le lodi del nostro Paese esaltando la cucina e l'arte,cosa che può spiazzare inizialmente,ma impone una riflessione su quanto noi diamo per scontate le bellezze italiche,invidiate da tutto il mondo;cosa che,è inutile nasconderlo,mi ha inorgoglito non poco.
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Mi aspettavo di più
Personalmente ritengo un classico tale quando non "sente" il peso dell'età;Guerra e Pace,ad esempio,ha ancora uno stile fresco,diretto e le riflessioni sono ancora attuali. Ivanhoe i suoi anni li sente,evidente prova ne è lo stile,ampolloso e ricco di artifici retorici,sembra scritto in epoca barocca;personalmente mi ricorda la finta testimonianza storica che scrive il Manzoni nei Promessi Sposi.Personaggi,non stereotipati,ma quasi,privi della minima evoluzione e legati ai classici ideali cavallereschi;ritmo assolutamente lento che rendo la lettura poco scorrevole.
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Solo Fumo
Sarà per il fatto che l'abbia letto in qualità di quasi coetaneo dei protagonisti,ma questo romanzo non mi ha trasmesso nulla,se non un'esaltazione pari a quella provata durante il montaggio di un mobile svedese.Scrittura improvvisata,tentativi di utilizzare un gergo giovanile mal riusciti;molto scorrevole,per fortuna.Trama scontata,sorti del libro risollevate da alcune perle,che sarebbero anche un buono spunto per una riflessione,subito abbandonate dopo un paio di banalità.Che dire,meglio comprare una raccolta di aforismi,tanto non c'è molto altro.
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