Opinione scritta da amleto
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soprattutto il sogno
Per l'autore il titolo doveva essere "Trimalcyone nel West-Egg" ma venne bocciato dall'editore perchè ritenuto troppo elitario (il riferimento era al Satyricon). Per fortuna: "Il Grande Gatsby" è senz'altro un titolo migliore e non dà contorni nè al personaggio nè alla storia. Nnon deve averne infatti, perchè è una storia universale, che parla di solitudine e superficialità, di sogni e di illusioni (la luce verde aldilà della baia).
Per quasi tutto il libro il lettore si chiede chi sia Gatsby, e insieme a Nick (la voce narrante) partecipa alle sue feste come un invitato qualunque, perfettamente immedesimato nella realtà della storia.
E' un libro scritto splendidamente "Il Grande Gatsby", con una scrittura ricca di grazia e di energia perfetta per restituire gli stati d'animo dei personaggi e le loro emozioni. Tutta la gamma: dalla tristezza al sogno. Soprattutto il sogno.
"Perfino in quel pomeriggio dovevano esserci stati momenti in cui Daisy non era riuscita a stare all'altezza del sogno,non per colpa sua, ma a causa della vitalità colossale dell'illusione di lui che andava al di là di Daisy,di qualunque cosa.Gatsby si era gettato con passione creatrice,continuando ad accrescerla,ornandola di ogni piuma vivace che il vento gli sospingesse a portata di mano.Non c'è fuoco né gelo tale da sfidare ciò che un uomo può accumulare nel proprio cuore. Quando lo guardai, si riprese visibilmente. Teneva fra le sue una mano di lei e, quando Daisy gli disse qualcosa sottovoce all'orecchio, le si avvicinò in uno slancio di emozione. Credo che quella voce lo avvincesse col suo calore fluttuante a febbrile soprattutto perchè non poteva superare il sogno: quella voce era un canto immortale. Mi avevano dimenticato, ma Daisy alzò lo sguardo e tese la mano; Gatsby non mi riconobbe affatto. Li guardai ancora una volta e mi restituirono lo sguardo, remoti, dominati da una vita intensa. Poi uscii dalla stanza e scesi i gradini di marmo nella pioggia, lasciandoli soli."
Lettura consigliatissima. Imprescindibile, direi.
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la scimmia dello zoo
Capolavoro del 900. Poco altro da dire. A partire dall'incipit (uno dei più belli in assoluto)
Nabokov racconta la storia di un'ossessione con uno stile sublime, senza una parola fuori posto, coinvolgendo il lettore e trascinandolo nel mondo interiore del protagonista, senza mai cadere - e dato il tema sarebbe stato facile - nella volgarità, ma restando quasi sospeso tra sogno, realtà, presente, passato, amore, perversione.
Mi ha sempre colpito come Nabokov abbia raccontato di aver avuto l'ispirazione per scrivere il romanzo.
"L’iniziale brivido di ispirazione" dice "fu provocato in modo alquanto misterioso dalla notizia che una scimmia dello Zoo di Parigi, dopo mesi di blandizie da parte degli scienziati, aveva fatto finalmente il primo disegno a carboncino dovuto a un animale, e questo schizzo, riprodotto sul giornale, rappresentava le sbarre della gabbia di quella povera creatura”...
Certo, Lolita, tenuta prigioniera da Humbert. Ma anche lo stesso professore, schiavo del suo tormento.
Tanto che alla fine può capitare di provare compassione per lui...
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folgorante
capita che ti trovi tra le mani un libro di cui non hai mai sentito parlare e la libraia, mentre sta parlando con qualcuno, ti vede e ti fa un cenno d'assenso col capo.
e allora lo compri e in 24 ore l'hai letto e pensi però! e subito dopo: perchè non ne ho mai sentito parlare?
l'inizio è folgorante: una statua appare in mezzo alla piazza di un paese, dal nulla, di notte, ed è una statua molto strana. chi raffigura? chi ce l'ha messa? la prima parte è un viavai di personaggi
meravigliosi dove ho ritrovato benni, dickens, camilleri, descritti con sapienza letteraria e grande ironia.
si ride di gusto, insomma. poi la storia e l'atmosfera si fanno più intime, rarefatte, senza che lo stile perda di leggerezza, e la storia, sempre avvincente, conosca delle pause.
la figura femminile che parla in prima persona è descritta con una grazia rara, e il finale regala due piccole perle che non voglio svelare.
un romanzo che per me è stato una rivelazione... originale, curato, leggero, e a tratti perfino poetico.
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al posto della gazzetta
lettura tutto sommato piacevole specie per chi mastica di calcio e ha calcato campetti di periferia come quelli descritti da marsullo, ma visto il grande successo che sta avendo il libro, mi aspettavo qualcosa di più originale, nella trama (scontatissima) e nello stile (facile facile, scorrevole, con qualche battuta qua e là a strizzare l'occhio al lettore).
simpatici alcuni personaggi, ben caratterizzati (peppe sogliola il migliore), insopportabile invece la descrizione del rapporto padre-figlia, troppo stucchevole, noiosa.
libro che si legge e si dimentica in fretta.
consigliato d'estate, sotto l'ombrellone. al posto della gazzetta.
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Sopravvalutato
Non si va oltre l’intrattenimento in questo libro, a mio modo di vedere, sopravvalutato. La letteratura è davvero un’altra cosa. E se qualche pagina si salva, è simpatica e ben scritta, ho trovato troppo debole anche la potenziale vena ironica e un po’ inconsistente la trama.
La cosa che più di ogni altra mi ha dato fastidio però è che Malvaldi resta troppo sulla superficie, in particolare nella descrizione e nella caratterizzazione dei personaggi...
Non so, forse, viste le lodi, mi aspettavo troppo da lui, ma penso che per restare nel "genere" Camilleri sia veramente di un altro pianeta.
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tenero e divertente
Un lungo romanzo che inizia alla grande e forse finisce meglio.
Ma tra l'incipit e il finale racchiude altre scene memorabili (la cassa col cadavere che non affonda, la morte della madre di spooner durante una riunione del circolo di lettura, le marachelle di spooner bambino), che a mio giudizio ne fanno un capolavoro.
grazie al gusto per la digressione e la divagazione nel raccontare; grazie alla scrittura, mai banale, e pervasa di un umorismo sottile; grazie ai personaggi. più dello stesso spooner il patrigno calmer, fantastico, indimenticabile, una figura di una tenerezza unica.
Ma bellissima e descritta splendidamente è la figura della madre: asmatica, vittimista, invidiosa, sempre pronta a fingere malori improvvisi.
Insomma un libro splendido, un affresco tenero, divertente e realistico sulla vita.
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Guarderò la tua ombra...
Il libro di Saramago è un capolavoro assoluto, scritto meravigliosamente.
Un libro che andrebbe letto solo per quello che è, un romanzo. Potente, intenso, sconvolgente che anche per la scrittura priva di punteggiatura ti trascina vome in un vortice e non ti lascia fino al meraviglioso finale.
E' la storia di Giuseppe, di Maria, di Gesù. Ma un Gesù uomo, fatto di carne ed ossa, che si interroga (e interroga il Padre sul suo destino), che soffre, che ama. Ecco, soprattutto ama e l'amore sensuale tra lui e maria di magdala regala pagine memorabili.
"Guarderò la tua ombra, se non vuoi che guardi te, gli disse, e lui rispose Voglio essere ovunque sia la mia ombra, se là saranno i tuoi occhi"...
Come avvicinare Gesù agli uomini più di così? Meglio di così?
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