Opinione scritta da f.ilvi
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Mille splendidi soli: l'incontro di due vite.
Personaggi inventati, ma VERI. Anche la storia non è fittizia, ma purtroppo racconta la realtà di tante persone che la guerra l'hanno vissuta realmente. E non si tratta solo della guerra che si svolge all'esterno, ma anche e soprattutto quella che si combatte all'interno delle mura domestiche, che per troppe donne è la vera battaglia per la sopravvivenza.
Mariam e Laila hanno due storie ben distinte: età diverse, origini diverse e culture diverse. Fino a un certo punto del racconto ho pensato che fosse un altro di quei libri che tratta due storie parallele... invece poi mi son stupita di come le vite di queste due donne si siano incontrate, scontrate e poi incastrate alla perfezione!
Romanzo che mi ha coinvolto, commosso e meravigliato per i suoi colpi di scena... e per il lieto fine (nei limiti del possibile) quando pensavo che per una storia simile un lieto fine non potesse esistere!
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La scoperta di sè
Per comprendere davvero chi siamo, bisogna ricostruire la storia dei nostri antenati. Da questo presupposto parte il racconto di Cal Stephanides, che ripercorre le vite dei suoi nonni e poi dei suoi genitori per spiegare al lettore da cosa deriva la sua situazione anomala. Cal infatti presenta nel suo patrimonio genetico una rara anomalia che lo ha fatto nascere ermafrodita.
Il libro, all'apparenza pesante da affrontare per la sua mole (610 pagine) in realtà è piuttosto scorrevole, con uno stile leggero e con una trama piacevole. Il fatto che il protagonista esponga le storie di 3 generazioni, non appesantisce, anzi ottiene l'effetto di immergere il lettore nella storia, fornisce gli strumenti necessari per poter capire meglio le sensazioni e i sentimenti di una bambina che, crescendo, scopre di non essere quello che ha sempre pensato e che tutti attorno a lei sono sicuri di vedere.
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Un piacevole incontro
Leggere i romanzi di Sherlock Holmes è una delle tappe obbligatorie di un lettore che si rispetti. E' con questa idea che ho acquistato questo libricino (130 pagine circa). Breve ma ricco di dettagli, il racconto parte subito, senza troppi preamboli, con l'incontro tra i due protagonisti: il dottor Watson, che è anche il narratore, e il più che noto Holmes. La storia è molto scorrevole, di quelle che ti tengono incollato pagina dopo pagina, con la curiosità di sapere come si evolverà la vicenda e con la costante domanda: "ma come ha fatto a capire tutto questo da un dettaglio irrilevante?"...tranquilli, tutto ha una spiegazione, ogni particolare è lì per un qualche motivo!
ATTENZIONE: PICCOLO SPOILER
Ho gradito in particolare la spiegazione del movente dell'assassino, che ha inizio in un luogo ed in un tempo molto lontani, tanto da chiedersi se la seconda parte del libro non sia un altro racconto totalmente indipendente dalla prima! Alla fine però, quando il cerchio si chiude, ti lascia un senso di soddisfazione, perché Conan Doyle non lascia davvero niente al caso!
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Tre storie in una
La storia di Greta, newyorchese del 1985, che, a causa di una terapia psichiatrica, si ritrova a viaggiare nel tempo e a prendere il posto nelle vite di due sue alter-ego del 1918 e del 1941. Durante i suoi salti temporali, Greta scoprirà che, non solo tutte le persone che incontrerà, pur avendo la stessa identità, sono molto differenti da quelle che lei conosceva, ma lei stessa, nelle sue trasposizioni è una Greta che ha fatto diverse scelte, ha incontrato diverse persone, ha vissuto vite diverse dalla sua...e lei deve imparare a conoscerle e a conoscersi.
Romanzo originale e abbastanza piacevole, anche se soprattutto nella parte finale le tre storie parallele si intrecciano a tal punto che ci si confonde nel collocare i personaggi nell'epoca giusta!
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L'harem visto da una bambina
Premessa: ho comprato questo libro perché mi era stato detto assomigliare molto come genere a Memorie di una geisha...assolutamente falso! Non ho trovato nessuna similitudine, né per l'argomento, né per lo stile!
Lettura abbastanza leggera e scorrevole, non tanto per i temi affrontati, quanto perché a trattarli è una bambina: Fatema Mernissi, appartenente ad una famiglia benestante della Fez degli anni 40, che vive all'interno di un grande e sfarzoso harem con i suoi genitori, sua nonna e vari zii, cugini e parenti, in quantità non ben precisata.
Il romanzo non presenta una trama ben definita, non racconta una storia con un inizio, uno svolgimento ed una fine; è per lo più una raccolta di descrizioni di vari aspetti della vita durante gli anni in cui la modernità, portata dai Francesi, si faceva largo tra le strade del Marocco e si insinuava all'interno degli harem in cui convivevano i tenaci sostenitori della tradizione assieme a timidi germogli (per lo più femminili) di emancipazione. Tra questi "germogli" troviamo le maggiori esponenti in Shàma, la cugina adolescente di Fatema e soprattutto Dùja, la mamma della protagonista, che si batte perché la sua bambina possa avere un futuro ricco di cultura, esperienze e soprattutto libertà.
Molto affascinante il racconto delle serate di teatro organizzate dalle donne dell'harem, da cui trapela il desiderio di evasione dai confini invalicabili, se non durante alcune occasioni particolari. Molto suggestiva a mio avviso anche la descrizione degli abiti e dei vari tessuti e ricami, attraverso i quali l'autrice riesce a marcare la distinzione tra le seguaci della tradizione dalle rivoluzionarie.
Il tutto è visto naturalmente dagli occhi di una bambina di 9 anni, che, assieme al suo amico, nonché cugino coetaneo, Samìr, pone tante domande che non sono poi così infantili e scontate...cos'è veramente un harem? Perché le donne devono portare il velo? Perché uomini e donne si devono comportare diversamente? Qual'è la causa della guerra? Chi comanda?
Attraverso la ricerca delle risposte, si snoda il percorso dei due bambini verso l'età adulta e verso una realtà che si avvicina sempre di più alla modernità.
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Un tulipano vale molto più di un semplice fiore
Questo è un romanzo storico, è un racconto di complotti, di spionaggio, di ingiustizie, di violenza, di politica, d'invidia. Ma soprattutto è un racconto d'amore, l'amore (corrisposto) di un prigioniero per la sua carceriera, l'amore per i tulipani, che per qualcuno valgono ben piú di un fiore!
Quando ho iniziato questa lettura non sapevo bene cosa aspettarmi, pensavo alle vicende della famosa Stella della Senna, del cartone animato che appunto si intitolava "il tulipano nero"...invece qui l'unica eroina è la bella Rosa, ma non ha né maschera né mantello, solo le sue trecce bionde della Frisia, il suo amore e tanto coraggio.
Una storia originale, corredata da note a piè pagina che spiegano ogni personaggio storico ed ogni vicenda realmente accaduta che viene menzionata nel testo.
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Fin troppo impalpabile!
Storia di amori silenziosi, di mogli, di amanti. Di un uomo che non sa scegliere, in un silenzio che trasmette smarrimento, confusione, desiderio di qualcosa che non ha e non può avere e contemporaneamente venerazione e rispetto per ciò che ha.
Un romanzo estremamente breve, forse troppo. Secondo me questo aspetto lo penalizza: la trama è interessante, ma si sarebbe potuto entrare più nei particolari, raccontare qualcosa di più, farci conoscere meglio le persone e darci delle immagini dei posti (c'è ben poco sia della Francia che del Giappone).
Incoraggiata ai tanti pareri più che positivi (ho letto questo libricino proprio incuriosita da questo!), sono rimasta abbastanza delusa da questo romanzo, che è stato definito "impalpabile"...forse troppo!
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- sì
- no
Un mondo paradossale, reso verosimile.
In un mondo diviso in 3 super-continenti in perenne guerra tra loro, in una Londra del futuro governata dal regime totalitario del Socing, che trova la sua personificazione nel volto del Grande Fratello che tutto vede e tutto sa, si snodano le vicende di Winston Smith, operaio, membro del Partito esterno, che sente nel suo profondo che tutto ciò che succede attorno a lui è assurdo, che nulla è come sembra, nulla è reale. Questa consapevolezza crescerà in lui a tal punto da portarlo alla ribellione (assieme alla sua compagna Julia), una ribellione di pensiero, che è proprio ciò che il Socing combatte, manipola e reprime, con mezzi potenti come la rettifica del passato attraverso il monopolio dell'informazione, fino ad affermare che il passato stesso non esiste.
L'autore è molto abile nella narrazione dei fatti, ma ancora di più nella spiegazione di concetti astratti, spesso paradossali, quali sono i principi del Socing. Nel corso della lettura ci troviamo a capire cosa si intende per bispensiero, come si attua lo stopreato, perchè la guerra è pace, la schiavitù è libertà e l'ignoranza è forza, in una maniera così naturale, che sembra che il mondo creato da Orwell possa benissimo esistere nella realtà!
Magistrale a mio avviso l'invenzione della "neolingua", che punta ad eliminare gran parte del vecchio vocabolario, con la convinzione che cancellando dalla carta determinate parole, non si sarà più capaci, col tempo, ad elaborare i pensieri che le evocavano. Orwell, in un appendice dedicato, crea le regole grammaticali che stanno alla base della formazione delle parole in neolingua.
Nel complesso, un romanzo strano a mio parere, originale nei contenuti, particolare nella narrazione. Non per nulla è stato definito un classico moderno!
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IL LIBRO PIù BELLO CHE IO ABBIA MAI LETTO!
Ho letto questo romanzo qualche anno fa, ma tutt'oggi lo considero il libro più bello che io abbia mai letto! L'ambientazione di una Kyoto degli anni '30-40 ed il dramma di una bambina strappata alla sua infanzia e alla sua famiglia per diventare qualcosa che nemmeno conosce, diventa tangibile e reale grazie alle descrizioni dettagliate di Golden.
La trama appassionante segue l'iter di formazione di una geisha e, parallelamente, la crescita di quella bambina, che da Chiyo si trasformerà in un piccolo giglio, Sayuri, con un sogno che diventerà l'unico obiettivo della sua vita.
Peccato che Artur Golden non abbia continuato a scrivere!
Fortemente consigliata la lettura di questo libro, e anche la visione del rispettivo film, che ho trovato piuttosto fedele al romanzo!
ATTENZIONE: IL SEGUENTE TESTO CONTIENE ANTICIPAZIONI SUL FINALE!!!
Un racconto intriso di sofferenza, ma con il "...e vissero felici e contenti" che fa tirare un sospiro di sollievo e riscatta tutti i patimenti vissuti dalla protagonista! L'unica mia delusione è stata quando ho scoperto (solo alla fine del libro) che non si trattava di una storia reale ma di fantasia, nonostante tutti i rituali siano raccontati fedelmente grazie alle testimonianze di una donna che è stata veramente una geisha.
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Uno scorcio di autentica Sardegna
Essendo io Sarda, non potevo non leggere un romanzo che, tra l'altro è stato tanto pubblicizzato e, più che meritatamente, premiato! Ho quindi iniziato a leggere Accabadora un po' per il "dovere" che mi sentivo di farlo e mi sono invece trovata a divorarlo nel giro di 3 giorni scarsi!
Lo stile della Murgia è veramente coinvolgente ed affascinante con tutte quelle descrizioni di luoghi, persone ed usanze della sua (e mia) terra...forse mi è piaciuto così tanto proprio perché già conoscevo l'ambiente da lei descritto, i detti, la mentalità contadina, la festa del fidanzamento, i procedimenti della preparazione dei dolci tipici, l'abbigliamento, il rito de "s'attitu"...e la adoro per aver fatto scoprire un pezzo di autentica Sardegna anche ai "continentali"!
Inoltre, la semplicità e la naturalezza con cui tratta un argomento così delicato e tabù (ora come allora) come quello dell'eutanasia, ed il modo con cui riesce così bene ad amalgamarlo alle vicende semplici di un paesino immaginario degli anni '50 come Soreni, è stupefacente!
In conclusione, un romanzo molto coinvolgente sia nello stile che nel contenuto, che porta a riflettere su questioni di un certo spessore, ma senza far pesare troppo la complessità dell'argomento.
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Un libro dimenticato
Ho letto questo libro qualche anno fa, per caso, perché l'ho trovato a poco prezzo e l'ho comprato per il titolo curioso e la copertina sgargiante.
A distanza di tempo, solo oggi, curiosando qui su qlibri, mi sono resa conto di averlo letto anch'io! Me n'ero completamente dimenticata! E questo perché questo libro non mi ha lasciato niente di niente!
Per me è stato un romanzo insulso, con una trama dalle buone intenzioni iniziali, che ti incuriosisce nelle prime pagine, che prometteva chissà che, e invece viene troncata sul più bello e ti lascia con un amaro "ma come?".
Ho visto che parecchie persone ci hanno visto più di me, hanno letto tra le righe e hanno trovato una parte profonda e piacevole che io non ho saputo trovare...beh, penso che, a parte i gusti personali, dev'essere soprattutto lo scrittore capace di prenderti e di far si che il libro da lui scritto lasci qualcosa di positivo (o almeno lasci qualcosa!) al lettore...con me la Thomas non ci è riuscita!
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