Opinione scritta da Rosa Iorio
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Splendida donna
Quando nella prefazione Hosseini “si augura che le emozioni di chi legge facciano da eco a quelle che questa storia individuale racchiude”, non immaginavo di dover provare così tanta sofferenza, nel leggere il libro,da doverne, talvolta, sospenderne la lettura.
Mariam e Laila: storia di due donne. La prima è una “harami”, una bastarda che, in quanto tale e in quanto donna in un paese ostile al suo genere, sa che deve solo subire. Vive nell’assoluta mancanza di considerazione, abbrutita anche dalla miseria. La seconda vive una condizione diversa, ha una famiglia che le rivolge cura e attenzione, possiede ricchezza e bellezza e un papà che affida anche alla cultura la possibilità di riscatto delle donne della sua terra.
Per un tragico destino, di guerra ma anche di condizione femminile , le due donne si trovano a dover percorrere la stessa strada e quello che doveva essere motivo di rivalità tra le due e cioè la mancata maternità dell’una rispetto all’altra, diventa il terreno su cui nasce un’alleanza che le fa diventare una donna sola: anche Laila non ha più attrattiva fisica , è trasandata, come Mariam mentre questa, mettendo a rischio la sua vita, conquista il ruolo di mamma per difendere il figlio di Laila, un figlio non suo.
Alla fine del libro ho pianto: splendido Hosseini….
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Perchè scrivere?
Le vite di due amici scrittori , uno affermato e l’altro emergente, vengono “rimescolate” , come fa a volte il destino nella realtà di ogni essere vivente, dall’improvviso ritrovamento del cadavere di una ragazza, Nola, con la quale il primo aveva una relazione.
Quella che inizialmente appare come una folgorante storia d’amore, se pure contrastata, data la notevole differenza di età tra i due, diventa presto poco convincente , soprattutto a causa del comportamento della ragazza che, dalle varie testimonianze tendenti a ricostruire le fasi del delitto, sembra avere tutte le caratteristiche delle donne del libro, sostanzialmente “molto disponibili”, vittime della propria ossessione, dispensatrici di “stupidità”.
Attraverso uno stile narrativo elettrizzante, che travolge il lettore senza dargli il tempo di accorgersi delle inesattezze che talvolta compaiono nelle varie descrizioni riguardanti gli ultimi momenti vissuti dalla vittima prima della sua morte, appaiono e scompaiono i vari personaggi coinvolti nella storia, mentre le indagini si allargano a macchia d’olio, seminando dappertutto l’aridità della diffidenza : il piccolo paese non è più quello di prima.
A sua volta l’amore, sceneggiato più che vissuto, appare sulla scena attraverso parole che sembrano legate dalla voglia di scrivere.
I due amici, messi alla prova dalle difficoltà anche morali che il ruolo comporta, si trovano a percorrere un viaggio fatto di soste e di partenze attraverso il quale il più esperto somministra all’altro pillole di sopravvivenza che sembrano tratte da un manuale di scrittura creativa.
E l’amicizia? Resta un dramma sospeso tra la voglia di affidarsi e quella di restare a distanza, tra la sete di condividere e quella di andare avanti orgogliosamente da soli, magari in un mondo senza donne.
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Città vuota
Come un film che a tratti rallenta e in altri accelera, scorre il racconto del primo omicidio di Rosario, un bambino di undici anni.
Sono sequenze senza colore, a parte il rosso del sangue che lui cerca di lavare dalla sua bocca dopo il terribile atto.
Sono scene senza odore, almeno non quelli buoni, a parte il profumo di Santino, il ragazzo che profana l’immagine di Caterina, la ragazza per la quale Rosario avverte da subito un irresistibile desiderio di protezione.
In una città in cui fede, amicizia, amore e sesso si svuotano di significato, la vita di Rosario sembra scorrere fra chi è dotato di bellezza, denaro ed eleganza e chi, per un gioco della sorte, ne è privato per sempre.
A far da cornice al terribile atto, il va e vieni della gente comune che sale e scende dalla metropolitana, si ferma davanti alle vetrine, compra le paste e che, cercando l’ombra dei palazzi in un assolato pomeriggio , lo accoglie nella sua indifferenza.
Sembra un gioco della sorte anche quello dell’autore che riserva a Rosario un destino ineluttabilmente proiettato verso una vita senza emozioni: tuttavia con il suo linguaggio, che ti spinge a leggere lasciandoti di ghiaccio, sembra comunicarti che esiste sempre un modo di dare un senso a tutto, anche solo scrivendo.
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La pace oltre la guerra
È la storia di un fuoco, di fiamme che incendiano improvvisamente l’estate di un adolescente prima di diventare adulto senza averne l’età.
È fuoco il suo battesimo del pescatore, quando impara a fare i conti con la paura del dolore, desiderata e affrontata semplicemente con la pazienza di sopportarlo.
È fuoco la voglia di conoscere la guerra appena trascorsa nei suoi aspetti più intimi.
È fuoco il suo rapporto con lo zio Nicola, maestro di vita e di pesca con il quale, in una notte di tempesta, diventerà una cosa sola, a dispetto di tanti inconfessati segreti.
È fuoco l’ingresso anticipato nel mondo degli adulti, verso il quale sarà spinto in maniera irreversibile.
È fuoco l’incontro con una ragazza più grande di lui che gli farà vivere la differenza che passa tra un ragazzo e un uomo, traghettandolo verso l’asprezza dolce della maturità.
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Bianca come una pagina da scrivere
E’ la storia di Leo e Beatrice, di lui che passa da uno stato di completa e spensierata irresponsabilità ad una condizione di passione incontrollata per lei, adolescente come lui che si trova, a sua volta, ad affrontare una terribile malattia.
Preso dal fuoco della passione Leo farà di tutto per lei, trascurerà gli studi, le sfide con l’amico di sempre, la sua salute per darle il suo sangue rosso perché sostituisca il suo sangue “bianco” e perfino la sua fedele amica Silvia”
Compagni inaspettatamente straordinari di questo viaggio di Leo sono i suoi genitori che, anche attraverso l’affiorare delle loro storie personali , con discrezione, offriranno a Leo con gli strumenti affettivi per capire cosa succede dentro di lui, lasciando affiorare le parole giuste nel momento giusto; altro grande compagno di viaggio sarà il grande sognatore, il professore di religione, che si avvicinerà alla sua storia provocatoriamente per aiutarlo a mettere in dubbio le sue convinzioni ma soprattutto per dare forza alla sua autostima, attraverso la sua storia personale che di personale ha solo la consapevolezza, e per rivedere il rapporto con i genitori e con la morte; compagna fedelissima di questo viaggio sarà poi Silvia, che con Leo cercherà di dare una risposta alla definizione di amore.
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