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Ulysses Opinione inserita da Ulysses    24 Agosto, 2013
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il primo,grande Hugo

Il percorso artistico di molti autori,quasi la totalità,è rappresentabile come una montagna:si parte con le prime opere,che rappresentano la base della cima, poi il capolavoro,visto come vetta della scalata iniziata e coronamento della magia dell'autore e infine la discesa;vi sono però scrittori che mantengono un'altezza incredibile fin dall'inizio della loro carriera,oltre a nomi illustri troviamo l'abbastanza noto Hugo.Dico abbastanza perché troppo poco considerato,vista la sublime qualità di ogni suo scritto:nella sua poetica(perché in ogni sua opera vi è una traccia delle prime poesie) Hugo mantiene una piacevolezza,una ricchezza di contenuto,adattabile a ogni filosofia dall'empirismo all'idealismo,e una capacità di imporre immagini,stati d'animo e sensazioni solite dei grandi nomi della poesia come Leopardi o Shakespeare.Un esempio è dato da questo primo Hugo,trentenne,che si destreggia con inquietudini,speranze,illusioni e certezze di un uomo,un condannato a morte.Oltre ad essere un pugno al lettore(intendiamoci un piacevolissimo pugno che riesce a far crescere il lettore senza farlo annoiare,detto tale per la drammaticità della storia) è un meraviglioso fendente contro la pena di morte e la politica del tempo,che ha contribuito a aprire definitivamente una ferita già causata dallo scritto di Cesare Beccaria "Dei delitti e delle pene".
Oltre ad essere una condanna contro una pena ingiusta,è anche un altissimo racconto dove Hugo ci trascina in un vortice di emozioni.La storia presenta un condannato a morte dedito a ripercorrere la propria esistenza evocando le speranze e gli affetti perduti,narrando il suo terrore nell'attesa di una illusoria grazia,che neanche a dirlo non arriverà mai,passando per deliranti fantasie,dolorosi ricordi,e tremende profezie di un futuro che non vedrà mai.Un altro punto di interesse del romanzo è l'ambientazione,non propriamente romantica,di una prigione statale;questa è descritta magistralmente dall'autore che riesce a farci arrivare ogni angolo nella sua cruda verità,trasmettendoci odori e dolori,brevi attimi di luce a interminabili oscuri tutto condito dalle emozioni del condannato:dalle tristissime speranze alle lacrime più amare,dai momenti di delirio agli attimi di folle tranquillità,il tutto passando per varie situazioni(che includono ammirazione drammatiche di compagni di destino…) fino ad arrivare alla folla che assisterà al suo saluto al mondo,e alla fiera esalazione dell'ultimo respiro.Tra i momenti più toccanti e alti del libro vi sono:la previsione del futuro terribile che toccherà alla figlia debole,alla moglie flebile e alla mamma pronta ormai a seguirlo,e l'ultimo discorso con una stessa figlia che oramai non lo riconosce neanche come padre.
Non mi vengono in mente altre parole da spendere su questo opera,la quale non ne necessita,se non la maestria del giovane Hugo con cui ha saputo cucire le emozione, che queste memorie suscitano, a una prosa così meravigliosa da elevare Hugo a uno dei massimi romanzieri di sempre.

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consigliato a chi voglia leggere una condanna contro un' ingiustizia ricamata con maestria ed emozioni
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Ulysses Opinione inserita da Ulysses    22 Agosto, 2013
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Il rosso e il nero di Shakespeare

Perché il rosso e il nero? I due non sono semplicemente colori in Macbeth,ma rivelano essenzialmente due parti importantissime del dramma.Il nero ci rivela la malvagità,che domina il poema,e richiama il rosso il colore del sangue. Macbeth è la narrazione dell'assassinio,del dolore,dell'indecisione,dell'oscurità e del surreale;ma è contemporaneamente la tragedia dell'umano e della sua malvagità,non intesa comunque da Shakespeare,come pessimistica.Il dramma si apre con tuoni e lampi in una notte che vede la comparsa di tre streghe a due eroi di guerra Banquo e Macbeth,e arriverà,dopo una sconfinata serie di omicidi e delitti,alla fine trionfante del destino,e,in parte,della giustizia.Il colore nero richiama alla paura e alle streghe,il soprannaturale, che ci costringe a tradire la nostra famigliare concezione del reale e a pensare,ancora una volta,alle tenebre come mondo della paura,dell'incertezza,dove ogni personaggio,persino il lettore non è al sicuro.Si aggiunge quindi un altro incredibile talento dell'autore di Stratford,che oltre a consentire un tono incalzante al dramma ne conferisce un'instabilità psicologica,capace di smuovere e far rabbrividire anche il lettore esperto e annoiato,e di ciò sono esempio i terribili suoni che provengono dalla narrazione,come un inquietante bussare alla porta.Il rosso,come detto in precedenza è il colore del sangue,che si insinua in ogni figura,senza negare quindi un' interpretazione e una visione malvagia e assassina di ogni personaggio;sempre il sangue è protagonista di alcune tra le immagini poetiche più agghiaccianti di tutta la letteratura,come quando Macbeth si chiederà se basterà tutto l'oceano per pulire le sue mani bagnate dal rosso liquido vitale del re appena ucciso,oppure quando riflette:"tanto in là ho camminato nel sangue che fermarmi e tornare sarebbe fatica più aspra".La tragedia è spesso accostata a drammi storici ma,a eccezione del fatto che,per esempio,Riccardo terzo e Macbeth,presentino nel finale la distruzione del tiranno e una creazione di un unificazione,le somiglianze non esistono;Macbeth è infatti si la visione di una realtà storica,ma anche,e soprattutto,ricerca,visione stessa e decifrazione dell'animo umano attraverso vari meccanismi linguistici e letterari,come la creazione di due personaggi teatrali,e non solo,per sempre immortali,quali Macbeth e Lady Macbeth.Oltre al fascino delle tenebre,e dell'incredibile linguaggio,che fa susseguire nel poema drammatico numerosissime e incredibili tragedie,espresse come sempre da una grandissima poesia,i due protagonisti,grandi nell'infamia si svelano in tutta la loro umanità sinistra.I due protagonisti sono mostruosi,demoni privi di ogni giustificazione,per gli uomini di un tempo,la loro mostruosità deve però essere elogiata dagli spettatori di oggi,poiché la loro cattiveria si discosta dal maligno retto,e,forse,surreale di Marlowe.I due infatti sono personaggi umani,nei quali trionfano anche le contraddizioni,le inquietudini,le indecisioni.Significativo è in questo senso il cammino svolto da Lady Macbeth durante il dramma:una sorta di linea uniforme di malvagità fino al quinto atto,dove tradisce tutta la sua sicurezza e voglia di sangue e potere precedente,è infatti lei a spingere e a consigliare il protagonista in molte delle sue azioni sanguinose,come l'omicidio del re,di Banquo,con l'episodio del sonnambulismo,che la vede protagonista assoluta della scena e che getta una nuova luce di indecisione e timore sul velo di buio maligno che la ricopriva.Oltre il sonnambulismo,che ha reso la donna una delle figure principali del teatro di ogni tempo,sono le sue parole a renderla famosa:essa infatti parla e dialoga con una serie di agghiaccianti immagini,sempre poetiche,come" cancellate il mio sesso…sbarrate ogni accesso al rimorso…succhiate il mio latte in cambio di fiele" fino ad arrivare a "conosco la dolcezza del bimbo che ti succhia il seno:ma se avessi giurato quel che tu hai giurato,anche nell'attimo in cui mi sorridesse staccherei la mammella dalle sue gengive e gli fracasserei la testa".Ci si rassegna sulle varie interpretazioni di questa figura,che esprime,sin dalle sue pressioni sul marito di uccidere gli avversari alla sua salita al potere,sia nella già citata scena del sonnambulismo e dell'apparente pentimento che segnerà l'ultima comparsa della donna prima della sua morte,una vera e propria invenzione geniale,come del resto tutta la tragedia,da parte di un genio.Macbeth segue un percorso enormemente differente:durante quasi tutta la tragedia la sua è una linea d'azione costellata di rami,che rappresentano l'indecisione,la paura,non tanto dell'omicidio e delle sue conseguenze,quanto del soprannaturale,la pietà,l'intelligenza del personaggio,molto spesso però pilotato dalla sua Lady,fin quando egli non prenderà coscienza della sua malvagità e dei suoi scopi politici,legati al piacere e alla conquista personale a scapito sia degli avversari,che degli innocenti.Sta nell'inquietudine dei personaggi che si ritrova la stessa inquietudine Shakespeariana,e la grandezza tragica,poetica in cui si manifesta la capacità dell'autore di indagare l'animo umano.Scena incredibile è,inoltre la comparsa del fantasma di Banquo ad un banchetto:Il falso ordine di Macbeth contrapposto al vero di Duncan,e il superamento,temporaneo, di Macbeth della paura del surreale,e quindi un suo slancio di volontà verso il potere.Pur sprofondando nel delitto ad ogni scena,Macbeth resta a noi un personaggio familiare e profondamente umano.Un altro,incredibile,protagonista del dramma è ovviamente la poesia.Le parole dei protagonisti sono più importanti di ciò che fanno:" la mia vita è una storia narrata da un idiota,colma di suoni e di furia,senza significato" come dice Macbeth,non solo intende che la sua vita è inutile a causa dei crimini commessi,ma egli ci costringe a dubitare e riflettere sul senso della nostra vita,riuscendo a interagire veramente con gli spettatori di ogni epoca.Concludendo Macbeth è una delle opere più attuali di sempre,più attuale persino di molti romanzi contemporanei dediti solo a vendere e incassare soldi,perché il suo vero fine, il fine di Shakespeare attraverso ogni opera,è quello di insegnare e far crescere il lettore o lo spettatore,di arricchire e sviluppare chi legge o guarda,di esaminare a fondo l'animo umano,attraverso i delitti per il fine del potere di Macbeth ( più attuale di così…),creando un personaggio immortale e grandissimo per il patrimonio che ci trasmette, sia letterario,che filosofico che scientifico.

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Ulysses Opinione inserita da Ulysses    19 Luglio, 2013
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Un arduo trattato poetico

Che cos'è davvero il Finnegans Wake,o la veglia di Finnegan?
Questa è una delle domande chiave sulla grande letteratura del novecento.Finnegans wake è intanto l'ultima,grandissima,fatica dello scrittore irlandese James Joyce;la stesura di questo,a mio avviso,formidabile libro è durata ben quindici anni (più precisamente dal 1923 al 1938) pubblicato poi a Londra nel 1939,il romanzo era indicato dallo stesso Joyce come Work in progress(a indicare un gioco di parole).Il romanzo è stato per lungo tempo considerato intraducibile a causa del linguaggio profondamente ispirato a una realtà di tipo onirico,e polisemico.Il personaggio principale è,ovviamente,colui che compirà il complicatissimo sogno,il signor Finnegan:egli è il padrone di una mescita chiamata"The Bristol" a Dublino;costui è un uomo,la cui età si aggira tra i 50 e i 60 anni,è baffuto robusto,anche se nel periodo del nostro romanzo è leggermente sovrappeso.Balbuziente,quando è imbarazzato,è sposato a una donna chiamata Anne.Entrambi presbiteriani tra cattolici,il protagonista è spesso straniato tra i suoi simili.I due hanno tre figli.La storia si apre con il protagonista nella sua mescia intento a cantare una canzone;più verso il tardi ha dovuto cacciare dal locale un uomo da cui è stato insultato.Ubriaco il proprietario va a dormire,inizialmente sogna la sua giornata,e prova grande rimorso per i fatti accaduti,che Joyce non descrive.Con l'avanzare della notte i sogni,e la struttura stessa del romanzo si fanno sempre più complicati,trasformandosi in incubi ossessivi:sogna la moglie,il figlio per il quale arriverà a provare un affetto morboso e sessuale,lo stesso vale per la figlia il quale amore verrà paragonato alla storia di Tristano e Isotta(cosa di cui ci accorgiamo solamente alla fine,durante una veglia,appunto,del protagonista)e annunciando un rapporto incestuso con la stessa figlia.Ugualmente è verso la fine che ci si accorge dell'amore omossesuale del protagonista con il proprio figlio,questo motivo entra nel sogno per la prima volta,stranamente,con l'incidente onirico in cui Finnegan avvicina un soldato nel parco e viene successivamente picchiato dalla polizia;questo episodio del sogno si libera, introducendo quindi l'amore del padre dalla frase « qualche paffuto sfrontato amorino d’un angelo ».L'intreccio di incesti danno quindi origine a una mitologia del sogno di Finnegan,con particolari riferimenti a molte storie epiche.Nel romanzo vi sono inoltre molte trasformazioni che sottendono una simbologia altissima(d'esempio vi è la trasformazione della figlia in nuvola e quindi in acqua corrente verso il mare che rappresenta il padre).Vi sono riferimenti alla volontà di affrontare una nuova vita non condizionata dall'empirismo,ma puramente idealista.Vi sono dei vecchi che sbavano alla visione del bacio di Tristano con Isotta.Vi sono anche un masso e un olmo sulle sponde opposte del Liffey, che rappresentano il principio di morte e il principio di vita.L'intera struttura,poi, del Finnegans Wake riporta alle teorie di Giambattista Vico(un esempio è che Vico credeva che la storia si muovesse in cicli e fosse continuamente ripetuta,proprio come il romanzo).Il tema famigliare è più prensente in Finnegans Wake più che in tutti i libri di Joyce.L'autore infatti esamina i rapporti della famiglia rapportati a una realtà onirica caotica,ma dove comunque la coscienza del protagonista sembra essere presente.Joyce ha cercato inoltre di arrivare alla vena umana di tutti gli individui attraverso questo romanzoo scopo di Joyce in Finnegans Wake è anche quello di svelare nella coscienza del protagonista i procedimenti della storia universale: le lingue, i cicli della società, le corrispondenze tipiche della leggenda sono, egli tenta di mostrarci, tutti impliciti in ogni essere umano.Il vero problema nella comprensione del romanzo è,oltre alla complicata struttura della trama che non esiste veramente,il linguaggio e il metodo dello stesso,imbevuto di neologismi,lingue straniere e ammassi di parole,molte delle quali dedite solamente a rapportare la realtà dell'esperienza viva(ossia la vita reale,un'esistenza empirica) alla falsa verità dello stranissimo mondo onirico.il metodo del linguaggio deve essere assorbito dal lettore, per una vera e propria comprensione del romanzo. Vi è effettivamente un tipo tutto speciale di linguaggio che la gente parla nei sogni, e nel quale talvolta si può anche scrivere della poesia. Questo linguaggio è formato di parole e periodi che dal punto di vista razionale sembrano borbottii ed espressioni insensate, ma che invece con quel loro spingere le parole l’una dentro l’altra, con quelle loro combinazioni di idee incongrue tradiscono le preoccupazioni in-volontarie del dormiente.Un difetto del libro è sostanzialmente,oltre al funzionale e magnifico linguaggio e modo di scrittura eccessivamente complicato,è che non si arriva a capire praticamente nulla,fino alla fine del romanzo.Le parti di trama sopracitate,sono solo una piccola parte della storia del romanzo,poiché anche verso la fine il dubbio interpretativo su alcuni episodi è presente (ho riportato,quindi solamente le parti che ritengo abbiano il significato più chiaro;vi sono per esempio parti oscurissime,tra le più misteriose della letteratura del novecento,come il rapporto tra una ragazza vittima di una burla e alcuni polli che dissotterrano una lettera da una mucchio di letame,questa lettera sembra essere stata scritta da una parente della ragazza e che da questa donna dipendano vari misteri che non verranno portati alla luce,come il continuo riferimento ai postini e alla posta).Vi è la relativa vividezza degli avvenimenti riflessi dalla realtà del giorno passato; la viscidità d’incubo e il balbettio dei pesanti sopori di mezzanotte; la leggerezza e l’assertoria vitalità che se ne sviluppa a mano a mano; l’incipiente risveglio del primo mattino che torna a tramutarsi nelle filastrocche dei sogni; la coscienza, più tardi, della luce esterna, col suo effetto come di velame di ciglia abbassate fra la coscienza e il giorno. E attraverso tutto questo il calare del crepuscolo, il battere delle ore all’orologio, la nebbia del mattino e il suo levarsi, la campana della messa mattutina, e il sole che sorge alla finestra si fanno sentire dal dormiente. Con quale splendore sono resi da Joyce!Dov’egli è meno felice, credo, è in episodi come quello del viaggio, del giuoco del calcio e dell’assedio di Sebastopoli : tutti in quella intensa parte del libro che ha il tono dell’incubo e che mi sembra in genere la più indigesta. Joyce è più poeta quand’è idillico, nostalgico, o quando insanisce in modi introspettivi; ma non riesce ad esprimere l’azione energica. comunque In questo romanzo , Joyce ha trasfigurato tutto il suo intendimento in una poesia di tale originalità, di tale purezza e forza emotiva, da sollevare Finnegans Wake con tutti i suoi eccessi al rango di grande opera poetica.

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Ulisse,Ritratto dell'artista da giovane,Gente di Dublino.
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