Opinione scritta da Sara Z
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Un turbante pieno di coraggio e sacrifici
Un libro semplicemente toccante.
Di Kabul e di guerre ne sentiamo praticamente ogni sera, ascoltiamo, magari ci immedesimiamo, ma nessuno a parte chi vive sulla propria pelle puó capire quanto sia devastante una guerra, quanto sia devastante una bomba che ti piomba sulla casa.
Ed è quello che succede a Nadia, una bambina piena di sogni e speranze, una bambina che ama andare a scuola e imparare, ma quando una bomba si porta via la sua fanciullezza non esita, seppur bambina, a rimboccarsi le maniche e a fare tutto quello che puó per aiutare la sua famiglia; quello che può e anche di più. Perchè suo fratello è morto, suo padre è impazzito dal dolore, e una famiglia senza un uomo in un Paese presidiato dai talebani, è sinonimo di famiglia morta.
Allora Nadia fa una cosa che sfida ogni morale del suo Paese.
Prende il posto del fratello, diventando così Zelmai e rinunciando a essere una donna per dieci lunghi anni. Niente più scuola perchè deve lavorare per mantenere la sua famiglia, fascie strette intorno al petto e un turbante sulla testa a coprire l'unico vizio da donna a cui non vuole rinunciare: i suoi lunghi capelli.
Un libro che ti lascia a bocca aperta a ogni pagina, un libro che ti porta al fianco di Nadia, vicino ai suoi sacrifici e alle sue paure, vicino ai suoi mille dubbi e incertezze, vicini eppure così lontani da un mondo simile, da sembrare una storia puramente romanzata; e invece è una storia vera, di una ragazza realmente esistita, che tutt'ora esiste, la storia di una bambina che sfida il potere e i precetti del suo Paese per amore della sua famiglia.
A parere mio è magistrale anche il lavoro dal punto di vista stilistico; un libro scritto a due mani da Nadia e da Agnès Rotger che rispecchia molto bene l'anima stessa della storia: nella prima parte parla una bambina quindi la scelta lessicale è curata per rendere bene la visione del mondo da parte di una bambina, la seconda parte appartiene a una Nadia più grande e consapevole ed è quindi curata per rendere al meglio i turbamenti di una donna adolescente nei panni di un uomo.
Un libro pieno di personaggi più o meno interessanti che ruotano intorno a Nadia-Zelmai, inconsciamente consapevoli di avere vicini qualcuno di "speciale", ma deviati dai comportamenti perfettamente maschili di Nadia talmente abituata ormai a questo "gioco" che alla fine dell'avventura faticherà a trovare un Suo posto nel mondo.
Una lettura da assaporare e amare per la sua incredibile e toccante testimonianza.
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Quando un libro di vent'anni fa vale ancora oggi
Un libro che ho letto grazie alla professoressa di italiano, che ci ha gentilmente obbligato a uscire fuori dal mondo fatto di fantasy, autori stranieri e cinema utopici.
Siamo a Torino alla fine dei mitici anni 80, Walter è un ragazzo come altri mille che cerca con affanno un posto nel mondo; studente universitario di filosofia a tempo perso, obiettore di coscienza al C.A.N.E (centro accoglienza nomadi ed extra comunitari) per comodità, vuole allontanarsi dal padre che non lo supporta nelle sue scelte definendolo un perdi tempo, e dalla madre silenziosa, sottomessa e marginale.
Nonostante l'aspetto iperbolico dei personaggi che circondano Walter è quasi inquietante constatare, che dopo vent'anni questo è un romanzo che tocca disagi interiori e non, che molti giovani tutt'oggi si trovano ad affrontare nel loro cammino. Il libro è un resoconto capace di toccare molto tasti dolenti senza mai incagliarsi in discorsi troppo complicati e psicologici, il linguaggio usato è sempre semplice e d'impatto, frasi brevi, a volte anche parolacce, paragrafi corti che ti fanno spesso sorridere di divertimento o di compassione per il protagonista. Un libro che con leggerezza, ma mai con superficialità tocca tasti quali: politica, amore, sesso, famiglia, università e droga; un piccolo romanzo narrativo che secondo me merita per il suo humour spesso spietato, per il suo acume nel percepire le miriadi di sfaccettature esistenti e perchè no?..Anche per il piccolo boccone amaro che si ingoia quando alla fine ti ritrovi all'inizio, un finale che ti spiazza nella sua devastante verità attuale e non puoi far altro che incassare il colpo.
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