Opinione scritta da Biagini

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Biagini Opinione inserita da Biagini    30 Mag, 2013
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LA PISTA DELLA VITA

Io di Baricco ho letto praticamente tutto, anche i libri di critica musicale, ma quando ho letto "Questa storia" sono rimasto sinceramente colpito dall'enorme quantità di storie completamente diverse che l'autore sa raccontare senza scendere quasi mai di livello, qui in un solo libro racconta diverse avventure (la guerra, le corse, l'aereoporto, la sera alla locanda e via così) e non ne trovi una che non sia scritta alla grande.
La parte del libro che mi ha stupito di più è quella dedicata alla celebre disfatta di Caporetto, raccontata con mirabile maestria e con delle opinioni che ho trovato davvero molto interessanti. Tutte le idee che Baricco esprime sulla ritirata secondo me sono degne di riflessione e sono fra l'altro frutto di studi, come dimostrano alcuni articoli scritti per Repubblica dove fra vari libri ne analizzava anche alcuni dedicati a sconfitte e disfatte celebri.
Il diario di Elizaveta è un racconto capolavoro, una ragazza che per diletto disfa le famiglie. Si potrebbe prendere questa parte da sola è sarebbe già una storia meravigliosa, il modo in cui si raccontano i metodi della ragazza per seminare la discordia l'ho trovato glacialmente mirabile.
Bellissima è anche la parte ambientata nella pista d'atterraggio, Baricco cambia stile e si cala nei panni di un ragazzo ritardato scrivendo pagine di indescrivibile bellezza. Ricordo ancora benissimo la caccia alla moneta nella tasca, spettacolo.
Conclusione perfetta è la pista di Ultimo, la pista della vita. Mr Gwyn scriveva ritratti, Ultimo progetta la pista dell'esistenza. Ho trovato delizioso il momento in cui Elizaveta percorre la curva a lei dedicata, sarebbe bello essere capaci di disegnare una pista a mo' di mappa della nostra vita come fa Ultimo, chissà quanti percorsi diversi.

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Biagini Opinione inserita da Biagini    28 Mag, 2013
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RIUNIONE DI FAMIGLIA

In questo thriller legale Connelly fa incontrare tutti i suoi personaggi, c'è l'avvocato Mickey Haller (vero protagonista della storia), il detective Bosch (suo personaggio più celebre) e, in un ruolo molto marginale, il giornalista Jack McEvoy (protagonista del Poeta e apparso in altri libri). Sulla carta la cosa è entusiasmate, ma alla fin fine bisogna convenire che Connelly ha scritto anche di meglio.
L'ambientazione legale, nonostante sia gestita in maniera briosa, pesa sullo scorrimento del libro e non è secondo me paragonabile alle atmosfere dei libri in cui Bosch agisce da solo o con altri poliziotti del LAPD. Haller, che in questo libro è la voce narrante, è un personaggio simpatico e a lui si devono alcuni passaggi del libro molto divertenti, però se si è abituati a lasciarsi guidare dalla voce amara di Bosch qui non ci si ritrova proprio a casa.
Chiaramente di pregi ce ne sono, i thriller di Connelly sono sempre appassionanti e anche se qui c'è poca indagine la voglia di andare avanti non cala mai, le rivelazioni sono ben dosate e i passaggi più emozionanti sono inframezzati da momenti presi dalla vita quotidiana dei personaggi (piuttosto stereotipata, ma tant'è). Il personaggio migliore del libro a mio parere è l'imputato Walter Elliot, ben descritto e sempre ambiguo.
Il finale non lo svelo, perchè rovinare i finali dei gialli è un delitto, ma mi permetto di dire che Connelly alla fine la vuole sparare un po' troppo grossa, il passaggio che chiude il libro e che dovrebbe emozionare a me ha lasciato un po' interdetto, avrei preferito che Bosch e Haller si salutassero da amici, sarebbe già stato emozionante così senza aver bisogno per forza del carico da 11.

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Biagini Opinione inserita da Biagini    28 Mag, 2013
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RITRATTI UNICI

Dopo aver recensito due libri di Baricco che reputo eccelsi ho deciso di scendere un gradino, mi sarebbe piaciuto recensire un altro dei suoi libri migliori, ma ho preferito intervallare un po' la cosa.
Mr Gwyn non è un brutto libro, tutt'altro, e non è nemmeno il peggiore di Baricco (secondo me Tre volte all'alba ed Emmaus stanno più in basso e forse anche Senza sangue) però non ha quella perfezione stilistica che è propria dei suoi capolavori. Il libro parte molto bene, Mr Gwyn è un ottimo personaggio baricchiano e l'idea di scrivere ritratti l'ho trovato un bel colpo di genio. Il tocco dell'autore non è, chiaramente, solo nella creazione del personaggio, come non notare la mano di Baricco nel tratteggiare la figura del venditore di lampadine o nella preparazione splendida e minuziosa dell'ambiente dei ritratti. Però qualcosa manca, lo senti, qualcosa di Baricco che ormai ti è familiare, quel marchio di fabbrica impresso su ogni frase e su ogni passaggio che stavolta sembra essere latitante. Forse Baricco ha deciso di dare una sterzata al suo stile e anche Tre volte all'alba sembrerebbe suggerirlo, ma a me francamente dispiacerebbe o forse mi ci dovrei semplicemente riabituare.
Per chiudere con una nota personale, devo dire che le telefonate fra Gwyn e il suo amico-agente le ho trovate commoventi e alla fine sono rimasto veramente dispiaciuto per la sua sorte.

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Biagini Opinione inserita da Biagini    27 Mag, 2013
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ULISSE SECONDO MANFREDI

Di Manfredi ho letto molti libri, questo devo dire che nel bene e nel male mi ha spiazzato. Dell'autore amo particolarmente i libri ambientati ai tempi dell'impero romano, che trovo sia il periodo perfetto per raccontare storie di grande amicizia guerriera e di potente avventura, argomenti nei quali Manfredi eccelle.
I Romanzi ambientati in altri periodi non li ho tutti, ma bene o male lo stile rimane quello (anche se in quelli ambientati oggi e di trama archeologica si fa più fluido) invece in "Il mio nome è nessuno" Manfredi sposta la solita partita su un altro campo.
La storia è quella che tutti conosciamo: L'Iliade. Raccontata mille volte, in mille modi, in mille stili. Manfredi decide di puntare tutti gli occhi sulla figura di Ulisse, vero e proprio personaggio chiave del poema, ma non racconta soltanto le imprese compiute durante la lunga guerra, aggiunge anche tutta una parte dedicata alla formazione del personaggio e devo dire che è la parte che più ho gradito. Mi è piaciuto vedere il rapporto fra Ulisse ed i suoi parenti, il modo in cui viene cresciuto e i valori che gli vengono trasmessi, un gradevole background per le avventure che vedremo in seguito. Buono anche il modo in cui Manfredi si sofferma sul rapporto con la Dea Atena. La gestione della guerra era la parte forse più difficile, perchè narrata già molte volte, ma Manfredi se la cava bene e adotta un punto di vista nuovo teso a rendere i personaggi meno eroi mitologici e più guerrieri fatti di carne e ossa.
La parte che ho digerito un pochino male è la narrazione in prima persona, abituato in una certa maniera dagli altri libri di Manfredi ho trovato inizialmente una certa difficoltà ad appassionarmi alla nuova voce, forse un po' meno ricca di quella dell'autore, che però alla fin fine ha dato quel tocco di realismo in più alla vicenda, umanizzandola ancora di più. Sono curioso di leggere il seguito, anche per scoprire come Manfredi si riallaccerà all'inizio del primo libro.

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Altri libri di Manfredi o in generale romanzi storici
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Biagini Opinione inserita da Biagini    27 Mag, 2013
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LA LOCANDA PRIMA DEL MARE

Io che sono un amante della prosia (non è un errore, c'è troppa poesia in Baricco per definirlo scrittore di prosa) baricchiana metto Oceano Mare fra i suoi libri migliori. C'è una locanda evanescente, un non-luogo posto sul confine fra la realtà della terra e l'immensità del mare, all'interno di essa si incontrano personaggi dai destini surreali, nel più classico stile dell'autore.
Ogni personaggio di Baricco si lascia ricordare per una sua caratteristica, qui ci sono alcuni fra i migliori che abbia mai creato. Il mio preferito è il pittore Plasson, che vuole dipingere il mare e Baricco nella terza parte del libro ci delizia con l'elenco delle sue opere, uno dei momenti più divertenti del libro, che non svelo per il piacere di chi dovesse ancora leggerlo.
Tutto il libro è scritto con il consueto (se tale si può definire) stile dell'autore, che danza sempre fra il sorriso accennato e il momento malinconico, ma mai strappalacrime. La prima parte è la più classica, forse la migliore, nella seconda Baricco adotta una narrazione in flusso splendida in cui si ripercorre un drammatico naufragio, infine nella terza parte i destini dei personaggi trovano un loro compimento allacciando mirabilmente fili lasciati a svolazzare nelle prime parti.
Se dovessi dire di cosa parla precisamente il libro non saprei che rispondere, di solito se qualcuno me lo chiede gli rispondo "Te leggi, poi mi ringrazi", ogni tanto qualcuno non ha ringraziato, ma uno stile particolare come quello di Baricco non può incontrare i gusti di tutti, sarebbe assurdo pretenderlo. Parlare dei libri di Baricco è un compito arduo, facile è entrarci e lasciarsi portare per mano nella magia.

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Castelli di rabbia, Questa storia, City
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Biagini Opinione inserita da Biagini    26 Mag, 2013
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Fra i migliori di Connelly

Io non amo i thriller, preferisco libri più riflessivi e meno legati alla trama, però quando me ne concedo uno solitamente leggo Connelly. Trovo molto riusciti i suoi personaggi principali e il suo stile ti conduce in una lettura rapida e ricca di colpi di scena, che se scrivi thriller è chiaramente fondamentale. Questo libro insieme a "Il ragno" trovo che sia uno dei più validi dell'autore, fra i più ricchi di momenti degni di essere ricordati e fra quelli con l'avversario migliore. Sia Gladden, che il Poeta sono personaggi che è difficile dimenticare, sono due versioni del male incarnato, non i soliti villain da quattro soldi.
Non ho mai capito come mai da questo libro non sia mai stato tratto un film, mentre altri libri minori dell'autore abbiano ottenuto una trasposizione cinematografica.

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Fan di Connelly o amanti del thriller investigativo.
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Biagini Opinione inserita da Biagini    26 Mag, 2013
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CHIUDERE IN BELLEZZA

Un libro delizioso, un'ultima avventura di quel grandioso personaggio che è Arturo Bandini. Fante infarcisce il libro di situazioni assolutamente esilaranti, è impossibile non divertirsi leggendo gli improvvisi sbalzi di Arturo, le sue contraddizioni e le sue coraggiose decisioni. Trovo bellissimo il passaggio in cui incontra in un bar il suo scrittore preferito, lui però lo ignora e allora Arturo scrive di getto questo biglietto: "Caro Sinclair Lewis, una volta eri un dio, ma adesso sei un porco. Una volta ti riverivo e ti ammiravo, e adesso sei un nulla. Sono venuto a stringerti la mano in adorazione, a te, Lewis, un gigante tra gli scrittori americani, e tu l'hai rifiutata. Giuro che non leggerò mai più una riga scritta da te. Sei un bifolco maleducato. Mi hai tradito. Parlerò di te a H.L Muller, di come mi hai umiliato. Lo dirò a tutto il mondo". Di questi momenti è pieno il libro, come dimenticare l'innamoramento per la ballerina, gli incontri con Vera, la soddisfazione per ritrovare nel suo western due sole battute (inique) non modificate, il rapporto con il duca e il suo modo splendido di rapportarsi con le donne che desidera. Fante è un gigante, scrive benissimo e in ogni suo libro trovi malinconia e divertimento e quasi mai staccati, difficile trovare un autore capace di miscelare così bene dramma e commedia e difficile trovare un personaggio capace come Bandini di suscitare tenerezza e ilarità.

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Chiedi alla polvere e gli altri libri del ciclo di Arturo Bandini
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Biagini Opinione inserita da Biagini    26 Mag, 2013
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Una continua meraviglia

Per la mia prima recensione in questo sito ho deciso di parlare di uno dei libri che più mi hanno emozionato. Esistono vari tipi di lettura possibili, ogni libro ti chiede un esercizio diverso e sta a te scegliere quale trovare il TUO esercizio. Ci sono libri che vanno bevuti in un sorso, altri vanno scalati, Baricco si degusta: si legge poco al giorno (se ci si riesce) per far durare la magia, ci si sofferma sui suoi svolazzi stilistici e soprattutto si riflette sulle sue frasi, che se lette in fretta possono sembrare vuoti esercizi di stile in fondo sono verità sempre emozionanti.
Castelli di rabbia lo trovo il suo libro migliore, un'eruzione di invenzioni e di personaggi che mai più riuscirà ad eguagliare in un libro solo. Questo libro o si ama o si odia, le pagine bianche puoi trovarle sia una magnifica sorpresa che un vuoto tocco di classe. I personaggi del libro sono tutti deliziosamente surreali, ma in ognuno di loro se guardi bene c'è una piccola parte di te ed è emozionante e talvolta commovente leggere tra le pagine piccole rifrazioni della tua vita.
Il libro l'ho letto ormai molti anni fa, però ogni tanto trovo sempre il tempo per tornare a trovare June e il signor Rail.

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A chi ama Baricco
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