Opinione scritta da paola melegari

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    29 Aprile, 2017
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Il dono dell'udito

Julia vuole scoprire perché suo padre, Tin Win se né andato dagli Stati Uniti per recarsi in Birmania, suo paese natale.
Ha una famiglia e' un avvocato di successo, perché? Che cosa lo ha spinto a lasciare tutto, chi è MiMi?
La persona della lettera ritrovata in soffitta dalla madre.
Julia parte per Kalaw, e presto incontrerà un vecchio che la condurrà per gradi alla scoperta di Tin, quello a lei sconosciuto, e di MiMi.
Attraverso questo percorso l'autore narra un mondo nuovo, ci fa sentire storpi, ciechi, provare le emozioni gioiose e frustranti di chi non sente come tutti, trasportandoci in una dimensione meravigliosa, nella simbiosi di due corpi e due cuori di un amore grande che non conosce confini o limiti. Nulla può scalfire questo sentimento puro nemmeno cinquant'anni di lontananza.
Una fiaba per adulti, francamente per me una utopia. Non credo che un sentimento simile possa esistere, però ho letto questo romanzo con molto piacere e in fondo spero che almeno una volta sia esistito realmente.
Il tutto raccontato in un contesto filosofico orientale, dove non c'è fretta, dove ogni cosa ha il suo tempo e momento , dove c'è chi riconosce le persone dal battito del cuore. Il cuore , organo della vita e dell'amore.
Gran bella Storia!

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    09 Mag, 2016
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L'UOMO SENZA OMBRA

E' il mio secondo libro di C.R.Zafon considerato letteratura per ragazzi.
La narrazione sempre gradevole di questo autore, parla di una famiglia rimasta orfana di padre che deve affrontare una montagna di debiti agguiunti alla perdita del rimpianto Armand.
Dopo molte difficoltà Simone con i due figli Irene e Dorian si trasferiscenei pressi di una baia sull'oceano.
Qui Simone trova lavoro presso un ricco signore costruttore di giocattoli : Lazarus.
I giocattoli però non sono oggetti qualsiasi, le luci della baia non sono luci , le ombre non sono ombre , nulla è ciò che dovrebbe essere.
Così Zafon ci accompagna , dopo il ritrovamento del cadavere di un'adolescente, alla ricerca del colpelvole. Lo fa a suo modo , attraverso forti emozioni e grande suspance-
Lo scenario è questa meravigliosa baia, il fresco amore di due adolescenti, la curiosità di un ragazzino coraggioso e curioso, leggende che infervorano la fantasia, racconti tristi e pieni di significati.
Le OMBRE, spettri di anime tormentate che si sono lasciate corrompere scambiando loschi fini per affetto e premure gratuite.
Insomma c' è parecchio in questo rocconto che si lascia leggere in poche ore, e che non reputo affatto un libro per ragazzi, anzi forse ci lascia capire il percorso dell'autore che si sta rivolgendo ad un pubblico più adulto.

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Il principe della nebbia e
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    04 Febbraio, 2016
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QUEL CHE RESTA DELLA VITA

Grace, novantenne, una vita felice e piena.
Inizia a soli 14 anni a lavorare presso la famiglia Hartford, dove anni prima aveva prestato servizio la madre.
Dopo essere rimasta incinta di Grace, aveva lasciato Riverton Manor, e per tutto il romanzo si intuisce che qualcosa di strano fosse successo.
Grace serve la famiglia di signori con dedizione, sentendosi quasi più che una figlia, una sorella, per le signorine Hartford: Emmeline ed Hannah.
Come sempre Kate Morton è molto precisa nel descrivere le dimore inglesi, così come lo svolgersi delle giornate della servitù, facendoci capire quanto si annnullassero trsformando i loro compiti in una vera e propria vocazione.
La storia si svolge nel millenovecentoventi, cavalcando la seconda guerra mondiale , fino ad arrivare ai nostri giorni, quando una regista decide di raccontare la storia della famiglia Haltford, coinvolgendo Grace per avere informazioni dettagliate e realistiche. Iniziano così ad affiorare i ricordi nella mente dell'anziana signora regalandoci un racconto bellissimo della vita di questa donna.
Come in altri romanzi di questa autrice, si viene coinvolti nei bei scenari della campagna inglese con le descrizioni minuziose delle dimore di campagna, in contrasto la vita dei signori, quella del personale di servizio e della povera gente.
Da leggere!!!

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    20 Settembre, 2015
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L'ALTRA AMERICA

Un romanzo verità, dal contenuto emozionante .
Lo stile gergale, permette ai personaggi di prendere vita in modo naturale e spontaneo.
L’affascinante John Steimbeck, che ci guarda sornione in quarta di copertina, ha preso spunto e materiale,per questo romanzo, da alcuni articoli pubblicati nel 1936 nel ’ San Francisco News’, quando a migliaia, i coltivatori del Midwest si erano riversati in California.
Le loro condizioni di vita erano a dir poco, misere e disperate.
Sfrattati dalla loro terra, erano quasi tutti mezzadri.
Vendute tutte le attrezzature agricole , animali, e vettovaglie in esubero per pochi centesimi, dopo aver assistito alla demolizione delle loro abitazioni, caricato l’indispensabile su auto o camion, si sono messi in marcia verso la Route 66, meta: California.
A causa dell’impoverimento del terreno, dovuto alle tempeste di polvere ( ricordo John Fante,’’ chiedi alla Polvere’’) le banche si erano a poco a poco impadronite delle proprietà agricole e in blocco tutti i mezzadri
dovettero abbandonare le loro terre .
La Chimera si chiamava California, con le sue meravigliose coltivazioni, i suoi pianali verdeggianti, le colline cariche di vigne, peschi e ogni altro ben di Dio.
La famiglia Joad, la protagonista di questa storia, parte come tanti altri verso la terra promessa, che si rivelerà ben presto una terra inospitale soprattutto verso gli Oakies, un modo dispregiativo di chiamare quegli antichi migranti.
Necessari per la raccolta, ma così fastidiosi, sporchi, incivili. Nomadi per necessità, sporchi per il lungo viaggio e per le condizioni di vita disumane.
La famiglia Joad ci rivela il vero volto di questi disperati, senza diritti civili e nessun tipo di assistenza, in balia dei ricchi latifondisti che vista la grande domanda di lavoro, li sfruttano fino all’osso, riempiendo le loro straripanti tasche e spolpando la linfa vitale ai braccianti. La maggior parte di quest’ultimi vedrà la morte dei propri figli per denutrizione e malattia.
I nostri protagonisti riveleranno la loro indole, onesta, caritatevole, e nel loro piccolo, una grande filosofia di vita.
Il personaggio che più ho stimato in questo bellissimo romanzo è Ma’, della quale non ci è rivelato nemmeno il nome di battesimo.
E’ la colonna portante di tutta la famiglia, ci rivela il suo carattere volitivo e la sua nobiltà d’animo.
Il figlio Tom ( interpretato nel film di John Ford, da un giovane Henry Fonda) è forse il personaggio principale, figura simbolica dell’America messa in ginocchio dalla grande depressione.
Le ultime righe del testo lasciano una profonda commozione: dal più disperato dei disperati può ancora scaturire la carità per chi è, se possibile, più disperato.
A sprazzi l’autore ci rivela il suo stile di giornalista, di scrittore, ma soprattutto si percepisce la sua attenzione sensibile e acuta per il sociale.
Solo oggi possiamo leggere nella nostra lingua la traduzione integrale di S.C. Perroni, ( dopo settant’anni )che ci permette di seguire i dialoghi con la forza e la modernita’ del grande autore Americano.
I l romanzo fu visto come un’opera comunista e sovversiva, cosa che si rivelò falsa.
Mi piacerebbe sottoporvi alcuni virgolettati , ma non mi piacciono le recensioni troppo lunghe, visto che consiglio a tutti di legger questo libro, a voi scovare le pagine più belle o più significative.
Nel 1939 il futuro premio Nobel John Steimbeck, vinse il National Book Award e il Premio Pulitzer.
Merita la nostra attenzione di qlibristi. Sinceramente mi vergogno un po’ per non averlo letto prima!

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FANTE- MILLER -MARQUEZ
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    03 Settembre, 2015
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Il mare di fiamma

Il romanzo inizia nel 1934, si sviluppa a lungo durante la seconda guerra mondiale e concede un breve epilogo nel 2014.
I protagonisti sono quasi tutti persone molto interessanti .
Parigi, Marie Laure, è una bimba orfana di madre, capelli rossi, lentiggini, a soli sei anni la sua vista si sta deteriorando, ben presto diventerà cieca.
Il padre Etienne Leblanch, è il primo fabbro di serrature del museo nazionale di storia naturale.
Adora la sua Marie, escogita ogni stratagemma possibile per renderle la vita più facile.
Costruisce per lei un quartiere in miniatura, per consentire alla piccola di memorizzare case ed ostacoli,
la porta con sé al museo dove le è consentito visitare le varie sale, potendo toccare conchiglie ed oggetti di vario genere, per stimolare la sua curiosità e il suo tatto.
Le insegna a leggere con le dita, le regala libri d’avventura in Brail, rendendola così felice nonostante il suo andicap.
Nel 1940, durante l’invasione dell’esercito del Reich i Leblanch fuggono da Parigi rifugiandosi a Saint-Malo
presso uno zio. (qui ringrazio caldamente l’autore per non essersi dilungato eccessivamente nella descrizione dell’esodo dei parigini)
A cinquecento km da Parigi, a Zollverein , Werner e la sorellina Jutta sono in orfanatrofio, il loro padre è stato inghiottito dalla miniera. Werner scopre , dopo aver trovato una radio rottame, di avere delle notevoli capacità nel riassemblare i pezzi , ridando loro la vita. Questa sua dote sarà sfruttata quando entrerà all’Accademia della Gioventù Hitleriana, dove spiccherà per la sua intelligenza.
I destini di Marie e di Werner si incroceranno, complici le radio, strumenti che hanno permesso l’intrattenimento di giovani menti curiose, consentito alla guerra di incalzare maggiormente, ma anche alla resistenza di difendere e contrastare il nemico.
Attraverso continui balzi temporali ci troviamo, ora sotto un Hotel bombardato dove si trova Werner con i suoi commilitoni, poi in Russia a stanare radioamatori indefessi , ora nella soffitta dove Marie e lo zio mandano messaggi in codice, poi nell’orfanatrofio…
Una pietra preziosa ‘’ Il mare di fiamma’’, protagonista involontaria delle vicende dei protagonisti, portata in salvo dal Museo di Parigi, che una giovane cieca ha protetto sagacemente affinchè non finisca nelle mani Naziste.
Le descrizioni meravigliose di Marie che attraverso il tatto l’udito e l’olfatto vede con la ‘’luce che non vediamo’’, con la sua sensibilità di figlia che adora il proprio padre e che ne viene ricambiata con un amore dolcissimo pieno di attenzioni e di gesti davvero teneri e commuoventi.
Insomma a me è davvero dispiaciuto, mi sono proprio intristita all’idea di aver terminato le pagine bellissime di questo libro, come sempre mi accade quando un romanzo mi prende.
Come tutte le letture interessanti, anche questa mi ha fatto capire qualcosa.
Mi ha avvicinato ad un giovane tedesco, che aveva davanti a sé solo la prospettiva di diventare minatore, servendo così la sua patria.
Diventando soldato dell’esercito tedesco a soli sedici anni, con i suoi dubbi e le sue debolezze, passerà oltre la sua coscienza pur consapevole delle malvagità che si stavano compiendo intorno a lui , per inseguire la sua chimera.
Mi sono sempre chiesta come poteva succedere che un bravo ragazzo potesse poi diventare un soldato spietato, e qui mi sono potuta avvicinare a quella realtà.
Per questo ringrazio l’autore.
Premio Pultizer 2015- consigliatissimo-

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    25 Agosto, 2015
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24 dicembre

A volte il caso ci fa degli scherzi e il diavolo ci mette lo zampino!
1995,Gabrielle e Martin , due giovani studenti universitari, si innamorano perdutamente.
Gabrielle rimane a S. Francisco mentre Martin deve tornare a Parigi.
Martin, non riuscendo a dimenticare Gabrielle le invia un biglietto aereo per New York, le da appuntamento il 24 dicembre
Oggi, Martin è diventato un poliziotto, bravo peraltro, è sulle tracce di Arcibald, un ladro d’opere d’arte, abile almeno quanto Arsenio Lupin.
Martin è quasi riuscito ad arrestarlo, ma all’ultimo momento il fuorilegge furbescamente gli sfugge.


Il caso, o il destino fanno incontrare i due ragazzi, ai nostri giorni, proprio a S. Francisco.
Le sorprese non finiscono qui.
Il romanzo intreccia i destini dei protagonisti con colpi di scena e rivelazioni quasi incredibili.
Forse a volte mi sono proprio detta che era troppo inverosimile.
Mi era successo anche con un altro romanzo di Musso.
Resta comunque una storia gradevole che ha come vincitore l’amore : materno, paterno , filiale, di coppia, l’amore per il proprio lavoro. L’amore che farà superare ogni ostacolo e soprattutto vincere la paura d’amare.
Musso ci propone una visione dell’aldilà o meglio dell’anima in quel limbo che sta fra la vita e la morte,
dove ognuno ha in mano un biglietto ferroviario con il quale si può tornare o passare oltre.
Ricordo che anche in ‘’L’uomo che credeva di non avere più tempo ‘’ aveva inventato un modo per cambiare il destino del protagonista, una specie di sliding door.
Se vi capita, leggetelo !

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    23 Agosto, 2015
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L'orco insospettabile

Devo dire che kate Morton è riuscita proprio a sorprendermi, ha creato una storia davvero intricata, ricca di colpi di scena che ti tengono sempre col fiato sospeso.
E’ una storia appassionante, che si svolge dagli anni precedenti alla seconda guerra mondiale, fino ai giorni nostri.
Laurel e Vivien sono le protagoniste, in una Londra martoriata dai bombardamenti tedeschi.
In quegli anni non era raro assistere a gesti d’altruismo addirittura eroici, così come spesso per sopravvivere si calpestavano i sentimenti .
Il romanzo, fin da subito ci fa partecipi ad un omicidio, e fino in fondo non ci sarà dato sapere quale sia stato il movente.
E’ un romanzo piuttosto lungo, ma del quale non si può raccontare molto senza incorrere in spoiler.
E’ interessante come ci vengono raccontate le donne di quel periodo, che nonostante le privazioni, le paure, l’incertezza del domani, erano pronte ad amare, a non lasciarsi perdere occasione per divertirsi.
Fra tutte le avversità c’erano persone, come Vivien , come Mic o, il vecchio dottore, che combattevano la loro guerra cercando di sopravvivere, facendo in modo che la loro vita avesse uno scopo.
La vita a volte ci sorprende , rovesciando i destini delle persone in modo per niente predicibile.
Vi consiglio la lettura di questo romanzo, non è il primo che leggo di questa autrice. Devo dire che stavolta mi ha sorpreso per la sua capacità di intricare al massimo la storia senza mai far perdere il filo, continuando a tenerti incollata alle pagine.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    23 Agosto, 2015
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FAI BEI SOGNI, PICCOLINO!

E’ la prima volta che leggo un libro di Gramellini.
C’è qualcosa nel suo stile che non appaga completamente. Leggendo il commento di mia88, capisco che forse è troppo giornalistico.
Si legge piacevolmente, è breve , ironico fino ad essere graffiante, talvolta. Riesce ad esprimere emozioni e sentimenti forti, senza trasmettere la sua emozione, come se quel bambino a volte non fosse proprio lui, il piccolo Massimo.
La sua difesa nei confronti del dolore, di quel grande vuoto, lasciato dalla perdita della madre, vuoto mai colmato da nessuno. Forse è proprio il dolore a renderlo così freddo e ironico.
Il padre pur essendoci, non riesce a dare a Massimo ciò di cui necessita, nemmeno attraverso una tata amorevole, nemmeno attraverso persone come Madrina ,amica di famiglia, facendo in modo che non sia più la benvenuta nella sua casa. Il dolore lo rende ceco ed egoista.
Massimo se la deve cavare da solo, con le sue paure, quel Belfagor, dentro di lui che gli tira fuori il peggio.
(confesso che da bambina Belfagor, il fantasma del Louvre, per intenderci, faceva proprio paura anche a me).
Anche per Massimo verranno tempi migliori, quando incontrando la donna della sua vita, sarà amato ed aiutato, ma soprattutto capito.
Un libro che ci aiuta a valutare ulteriormente cio’ che i genitori ci danno, pur commettendo molti errori,
pur con molte debolezze ma anche se a volte non sembra, con la piena buona fede.
Anche se non lo voto pienamente, lo ritengo una lettura interessante.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    06 Aprile, 2015
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Coal Mines Bill

Il romanzo inizia in casa Fenwick, a Sleescale, cittadina probabilmente immaginaria, nei pressi dell’attuale Newcastle.
Paese di minatori, tutto il romanzo ruota intorno alla miniera, ai minatori , ai proprietari della miniera Nettuno ; la famiglia Barras.
L’autore, Archibald Joseph Cronin, ci presenta la vita dei minatori, avendola conosciuta da vicino, essendo stato lui stesso medico dei minatori per alcuni anni, prima di dedicarsi definitivamente alla scrittura.
Le misere condizioni di vita dei minatori, i pericoli ai quali erano continuamente esposti, posposte agli interessi dei padroni, vite perdute per il lucro di pochi.
Nonostante questo la miniera rappresentava la possibilità di vivere, era pur sempre un lavoro di cui andare fieri, un lavoro di veri uomini, che all’alba si calavano nel pozzo, per uscirne col buio, dopo fatiche fisiche inimmaginabili, in ambienti angusti, umidi, nei quali l’aria satura di gas rendeva il lavoro ancora più pesante e pericoloso.
Dicevo che l’autore esordisce rappresentando il risveglio nella famiglia di un minatore, Robert F. , tre figli, tutti minatori. E’ in corso uno sciopero, a causa delle pericolose condizioni di lavoro,( la galleria dove stanno lavorando, rischia l’allagamento), sono tre mesi che in casa non entrano soldi e la cosa si sta facendo davvero pesante.
Robert è un esperto della miniera ed è un promulgatore dello sciopero.
Purtroppo la ribellione dei lavoratori deve finire, si rientra tutti nel pozzo con le orecchie basse.
Suo figlio David, ragazzo intelligente ed istruito, diventerà deputato, si batterà per i diritti dei minatori.
Per la nazionalizzazione delle miniere, per la sicurezza sul lavoro.
Siamo all’inizio del novecento, alla vigilia della prima guerra mondiale.
Le donne oltre a perdere i figli nelle miniere, li immolano sull’altare della patria.
Ci sono gli idealisti, ma d’altro canto c’è chi si imbosca e approfitta del momento per fare soldi senza scrupoli.
Joe Gowlan è senza dubbio la figura più meschina del romanzo, insieme a Barras senior.
Sono parecchi i personaggi del racconto, che si sviluppa in cinquecentocinquanta pagine, tutte piacevoli, interessanti , diviso in tre libri.
Il primo riguarda lo sciopero, fino al disastro della miniera.
Il secondo la famiglia Barras alla sbarra, ove gli interessi dei ricchi valgono molto più delle povere vite di cento minatori e dove il figlio di Barras , Artur, vuole riparare al danno del padre.
Il terzo , che vede David Fenwick diventare deputato laburista, e nonostante la buona volontà e la fermezza di valori, si scontra col mondo dei potenti che non vanno certo contro l’interesse dei ricchi.
I l romanzo inizia con un giovane di quattordici anni che si reca per la prima volta in miniera, e termina con un giovane, il nipote, di soli quattordic’anni che orgoglioso si reca al lavoro in miniera.
Sotto un cielo di stelle, con in lontananza il rumore dell’oceano, nulla è mutato, i poveri sono rimasti poveri e privi di diritti, chi ha l’animo puro deve abbassare il capo e inghiottire i propri valori ; lasciando la prevaricazione del prepotente disonesto.
Ma chi ha diritto al voto non capisce che il giovane Barras è sempre stato dalla loro parte ?
Non capisce che David difendeva i loro diritti?
Le madri non si rendono conto che la miniera ha ingoiato i loro figli?
Le stelle stanno sempre lassù a guardare, imperterrite, il disastro che gli umani continuano a perpretare.


E’ un romanzo di grande valore, ve lo consiglio fortemente, anche se forse lascia poco spazio all’ottimismo.
Diciamo che è fortemente realista.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    21 Marzo, 2015
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il destino

Anna, la protagonista di questo bellissimo romanzo, è una bimba giudiziosa, nonostante questo, sua madre la tratta con durezza.
La loro vita non è facile. Vivono in una catapecchia, un monolocale nel quale troviamo una stufetta, un letto e poco altro.
La madre si guadagna da vivere facendo la lavandaia, riuscendo a procurare il minimo per la sopravvivenza.
Anna è molto solitaria, è intelligente, desiderosa d’affetto, ma puntualmente viene ripresa; deve stare attenta, non le deve succedere quello che è accaduto a lei.
E’ una ragazza madre, così diciamo ora ma in quel periodo, fra le due guerre, Anna era chiamata ‘’bastarda’’, e la madre ‘’svergognata’’.
La nostra protagonista si fa’ forza, non le importa degli altri, vorrebbe solo che la mamma fosse più dolce con lei.
Abbandona la scuola alla fine della terza elementare, e lavora in campagna, presso una zia.
Più tardi sarà a servizio presso una contessa, diventa una ragazza molto bella, timorosa di tutti, ma con un carattere deciso.
Che cosa riserva il destino a questa ragazza?

Mi chiedo come sia possibile che non abbia incontrato prima questo romanzo.
Impossibile non affezionarsi ad Anna, non amare il suo modo d’essere, non penare per le sue grame condizioni di vita, non adorare il suo spirito ribelle nei confronti dell’ingiustizia, la sua rassegnazione al destino , il suo amore per la natura, il desiderio d’amare come tutti vorremmo poter fare.

Cassola si rivela un grande scrittore, un attento osservatore della psiche umana, della natura delle campagne, dei borghi nei pressi di Volterra.
Anna sembra destinata a grandi cose, ha valenza, un carattere forte, è bella senza la presunzione che spesso accompagna questa dote.
Cosa ha riservato il destino a questa creatura?

Non si riesce a smettere d leggere, il libro si beve , va via veloce .
L’epilogo lascia un po’ d’amaro, ma non senza speranza.
Anna è e rimane una vera protagonista ed è impossibile non trovare questo romanzo stupendo pur nel suo crudo realismo.


Sono stupita che un libro così interessante non fosse ancora inserito su qlibri.
Lo consiglio ardentemente.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    04 Ottobre, 2014
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don Chisciotte in gonnella

Lidia una ragazzina figlia di una verduraia e d’un operaio FIAT vive in una vecchia cascina a Stupinigi, Torino. Nella vecchia stalla, vive Pino, il cavallo del padre.
La ragazza ha parecchia difficoltà a socializzare, è diversa dai coetanei.
Deve smettere di studiare per aiutare la madre al mercato, ma le rimane la passione per la poesia, poesia che lei interpreta a modo suo.
Per la verità, all’inizio del racconto il suo modo di raccontare la vita e i suoi pensieri, sull’amore, l’amicizia l’affetto, lascia intendere un certo grado di stupidità.
In realtà Lidia è diversa dai ragazzi della sua età, non le importa di essere come loro.
La famiglia non è certo stimolante, tutt’altro.
Così Lidia si crea un mondo tutto suo, si affida alla poesia , fantastica sull’amore, l’amore da lontano; quello dei poeti, che amavano e scrivevano di donne mai viste o conosciute, innamorati dell’amore.
In tasca ha sempre un po’ di pongo, e nei momenti difficili, si estranea e modella delle piccore figure, omini, animali …
Non sa cosa vuole dalla vita, i suoi la vorrebbero sposata e madre. Trova un fidanzato, ma quando si avvicina la data delle nozze, sale sul cavallo del padre e se ne và in giro per l’Italia.
Senza avvisare nessuno parte, e si sente finalmente un cavaliere, libera, padrona della sua vita, di decidere, ma soprattutto di capire qual è il suo destino.
Trovare l’amore da lontano?
Dopo vari mesi si ferma in toscana, lavora in un negozio di scarpe e diventa molto amica della figlia del suo titolare, Margherita, Ghitti per gli amici.
Insomma non ve la faccio troppo lunga, conosce un uomo, sposato, ma non sarà il suo futuro.
Conosce un ‘illusionista, anziano, e si innamorano.
Non si vedono spesso, ma questo le dà la sensazione che forse quello è l’amore da lontano.
In realtà non ha ancora capito cosa vuole veramente dalla vita.
Un giorno mentre vagava col suo cavallo nei pressi di Carrara, rimane abbagliata dalla bellezza del marmo bianco.
Non posso raccontarvi tutto…..
Questo romanzo mi ha fatto ripercorrere le tappe della mia vita, gli anni settanta con il terrorismo, la rivolta studentesca, la morte di Moro, le bombe, la musica di Battisti , il grande poeta cantautore della mia gioventù, l’austerity.
Nulla turbava Lidia, tutti questi avvenimenti le passavano accanto, senza sfiorarla. Solo la poesia di Battisti la rincuorava.
Ragazza indubbiamente strana, strano questo suo rapporto con un uomo che poteva essere il nonno.
Analizzando la sua situazione familiare, come ne ho viste molte nella mia adolescenza, mi chiedo cosa poteva fare Lidia per uscire da quella trappola di monotonia e di fatiche quotidiane, il suo fuggire è indice di grande intelligenza, di anticonformismo e di coraggio.
Lidia è un cavaliere d’altri tempi, alla ricerca del suo futuro, di ciò che a Stupinigi non avrebbe mai potuto conoscere. Il prezzo che ha dovuto pagare è stato abbandonare i genitori, che facevano molti sacrifici per sopravvivere.
Il talento, insito e sconosciuto in Lidia, doveva venire allo scoperto , non c’erano alternative, solo vivere era la strada per scoprirlo.

L’ho trovato molto carino, piacevole, , un libro che fa riflettere.
Consigliato, soprattutto ai cinquantenni o giù di lì.

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come al solito non saprei a che testo affiancare questo romanzo
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    03 Ottobre, 2014
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la forma vale più della sostanza?

Questo racconto, è il proseguo di ‘’Io che amo solo te’’.
Breve, simpatico, ma anche qui i protagonisti sono dotati di una forte dose di ipocrisia.
Ninella, e Mimì con la loro storia d’amore, sono il fulcro della storia, che ha potuto riprendere dopo lunghi anni di interruzione, grazie al matrimonio dei loro rispettivi figli.
Matilde, moglie di Mimì, il re delle patate, riceve come dono natalizio un bellissimo anello con smeraldo.
La donna che soffre la presenza di Ninella, organizza una cena della vigilia di Natale improvvisata ,invitando la consuocera e i loro familiari, per esibire il suo anello, non tanto per il gioiello in se, ma per il valore che lei vuole attribuire al regalo ricevuto.
Certo che Mimì , sarà pure il re delle patate, ma non brilla per la sua intelligenza .
Del tutto inadeguato il suo regalo, essendo lui da sempre innamorato di Ninella.
Fra regali riciclati, polpette e manicaretti vari, inizia la cena, e….. l’anello, che doveva essere esibito non si trova più.
Fra varie peripezie, la cena prosegue in modo non del tutto impeccabile, Ninella e don Mimì si ritrovano seduti accanto.
Insomma, pur avendo grande ammirazione per Ninella, non comprendo questa sua perseveranza nel rivolgere il suo prezioso e costoso amore verso Mimì, che certo è il re delle patate, ma troppo indecisiso nel restare col piede in due scarpe.
Ho tifato per questo amore, ma alla fine ho stimato Ninella .
Un romanzo breve, simpatico , leggero.


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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    03 Ottobre, 2014
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Il presepe Thun

Ninella e don Mimì in passato si amavano, ma , causa la codardia di lui non si sposarono mai.
Il destino vuole che Chiara, figlia di Ninella, si fidanzi proprio con Damiano , figlio di don Mimì, niente popodimeno che ‘’il re delle patate’’ di Polignano a Mare.
Il matrimonio fra i due ragazzi è il fulcro del romanzo.
I preparativi diventano a dir poco stressanti, le aspettative pressanti.
L’ipocrisia del dover apparire, per me è stata proprio fastidiosa.
Sullo sfondo, Nancy , sorella di Chiara, con i suoi problemi adolescenziali.
La ‘’First Lady, moglie di don Mimì, cosciente dei sentimenti del marito verso Ninella.
Orlando , fratello dello sposo, che cerca di tenere nascosta la sua omosessualità.
Insomma, un paese intero che sta a guardare le due famiglie, tutti sanno dei trascorsi fra i genitori degli sposi, gli sposi tradiscono entrambi il alla vigilia del matrimonio, insomma il festival della maldicenza e dell’ipocrisia.
Nel complesso il romanzo scorre bene, si lascia leggere , non createvi troppe aspettative.
Un libro da ombrellone, come si suol dire.
Il messaggio che ho ricevuto è che spesso il destino ci dà una seconda possibilità, ma a volte è troppo tardi.
Il Maestrale così com’è arrivato, creando caos, se ne va’ e tutto rimane come prima.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    02 Ottobre, 2014
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....parlo generosità

Il mio primo Miller. Non sarà certo il solo.
Quest’opera non può essere recensita.
Si dovrebbe studiare, passo passo, cercando di capire e sviluppare gli innumerevoli messaggi filosofici.
Personalmente , ho letto lentamente, cercando di metabolizzare, mentre in parallelo leggevo altri libri più leggeri. Credo di aver perso molto, strada facendo, ma mi riprometto di rivedere e rileggere con maggior attenzione.
Non sono solita scrivere citazioni, ma qui ogni pagina, ne avrebbe una da segnalare.
Es: parlando delle guerre:

O ancora, parlando di sé stesso:

Questa per i qlibristi più accaniti
‘’…………..mi guastarono in boccio i libri che leggevo…………….Io li leggo dalla prima all’ultima pagina e poi li butto da una parte. Li divoro uno dopo l’altro: E più leggo più divento insaziabile. Non c’è limite…..’’
Potrei stare qui due anni a scrivere, ho fatto orecchie una pagina si e una pure!
Insomma questo aurore, di origini tedesche, viveva a Brooklyn, figlio di un sarto. La miseria faceva parte della sua esistenza.
In questo libro in parte autobiografico, risalta il suo sentirsi diverso, a volte nel senso di sentirsi sbagliato, ma spesso nel senso di avere una marcia in più rispetto agli altri. Questo sentimento di autostima in parte fu rafforzato dal fatto che aveva una sorella che non si poteva definire una cima.
Anche sulle tanto citate oscenità, riferite al modo esplicito di descrivere le sue prodezze sessuali, al suo modo di affrontare la vita, senza risparmiarsi, non pensando al domani, alle conseguenze delle proprie azioni sconsiderate, trovo una’affinità con altri autori a lui contemporanei.
Modo di vivere non tanto scandaloso, ma reale e comprensibile per quel periodo, comportamenti che ho notato anche in mio padre giovane. Almeno stando ai racconti, io ovviamente non c’ero ancora.
Miller è un dadaista, senza la consapevolezza di esserlo, è spontaneo in lui essere così. E’ un buono, generoso, ma tale solo per egoismo, non può essere diverso da quel che è!
Anche quando lavorava alla società telegrafica, non poteva non aiutare chi ne aveva bisogno, spesso di tasca propria. Il denaro per lui era solo un modo per sopravvivere e non aveva alcuna importanza.

La vita era per lui un qualcosa che non poteva essere programmato, da essa si deve prendere tutto cio’ che ci viene offerto.
Il rapporto sessuale occasionale, la bevuta con gli amici, spendere tutto ciò che si ha in una notte…..
Questo atteggiamento nei confronti della vita, lo si ritrova in molti autori dell’inizio del secolo scorso, vedi Marquez, Fante, Bukowsky e chissa ‘ in quanti altri.
Tanta crudezza, tanto realismo puro e schietto, poi rivelazione, le ultime pagine scoprono un Miller dolcissimo che si rivela disposto al legame con la donna della sua vita.
Ragazzi che dire, non si può non leggere questo libro, non conoscere questo autore.
Si dovrebbe studiare a scuola, ovviamente dopo i 18 anni.
Per me e ‘ stato una scoperta fantastica, e sono solo al primo sbirciare!
SUPERCONSIGLIATO

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fante, meno geniale, ma simile.
bukowsky, assolutamente fuori dalle righe e dalla grazia
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    01 Settembre, 2014
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Non di solo pane

Non so dirvi perché ho acquistato questo libro.
Forse perché la Agnello non mi dispiace . Così scopro che oltre ad essere un avvocato inglese e una
scrittrice, è anche una cuoca niente male.

Ha saputo enunciare come non saprei certo fare io, il valore della buona tavola, dei cibi semplici cucinati
con passione e amore, con ingredienti di qualità, con sfumature psicologiche e profumi che spesso ti sorprendono.
Questo al fine di fare cosa gradita ai familiari, agli amici e agli ospiti in genere e, non sottovalutiamo,
anche per gustare noi stessi cibi che ci appaghino.

Ogni capitolo, viene presentato con un’anticipazione di Jean Anthelme Brillat Savarin, tratta da suoi famosi
trattati, come per esempio:fisiologia del gusto o meditazioni di gastronomia trascendente.
Solo questi brani da soli valgono il prezzo del libro.

Si spazia dai ricordi del paese d’origine della Agnello, con usi e costumi della sua famiglia d’origine,
alle cene e pranzi cucinati dopo il matrimonio, in Inghilterra.
Si classificano gli ospiti per come si comportano a tavola, per quanto e come mangiano.
Un fattore in più per conoscere le persone.
In effetti ho condiviso, riconoscendo in certi comportamenti il carattere delle persone , così come a volte mi è capitato di vedere .
‘’Dimmi come mangi e ti dirò chi sei’’, Più che ‘’dimmi quello che mangi e ti dirò chi sei’’
Elogio alle minestre, che con una zuppiera fumante raccolgono intorno ad un tavolo la famiglia, consentendo a ciascuno di servirsi.
Chi più brodosa, chi più densa , creando un clima caldo ed accogliente.

Il soffritto dell’avvocato, preparato nelle agitate notti pre udienza, confortando e distraendo dalla tensione .
Molte ricette, piuttosto semplici ma invitanti.
Il libro è scritto a due mani, come si può vedere dalla copertina, e nell’insieme direi che lo consiglio, così come passatempo, se vi piace cucinare per voi e i vostri cari.
‘’La gastronomia ci sostiene dalla culla alla tomba, aumenta le delizie dell’amore e la confidenza dell’amicizia, disarma l’odio, agevola gli affari e ci offre nel breve corso della vita, la sola gioia che, non essendo seguita da stanchezza, ci riposa perfino da tutte le altre!’’
J. A. Brillat Savarin
.
Possiamo leggere molto sul cibo. Forse lo facciamo poco. Se mi capiterà lo faro’ più spesso.
Ritroviamoci intorno ad un tavolo virtuale , quello di QLIBRI, e serviamoci piatti cucinati con amore e passione!
BUON APPETITO!

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non saprei
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Romanzi storici
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    16 Agosto, 2014
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UTER VENTORUM

Chi ama le ambientazioni medioevali, e le avventure di personaggi leali e coraggiosi, contrapposte a intrighi di potere, troverà pane per i suoi denti in questo romanzo – triller.
La bramosia per il ritrovamento di un testo ‘’uter ventorum’’ l’otre dei venti, è il fulcro del racconto.
Un mercante di reliquie ispanico, Ignazio da Toledo, uomo colto , scaltro e leale; un fedele amico franco –arabo, Willame, scampato ad una strage compiuta dai crociati, durante l’ultima guerra santa, Uberto, giovane studioso, cresciuto nel monastero di S. Maria del mare, Venezia.
Dopo quindici anni trascorsi a fuggire dalle grinfie dei Veggenti, interessati al ritrovamento del famoso libro Uter Ventorum che sembrerebbe in grado di donare potere inaudito grazie all’evocazione degli angeli, Ignazio e Willame giungono Venezia, siamo nel milleduecento diciotto.
Un monaco, Vivien de Narbonne, grande amico di Ignazio, è scomparso da tredici anni , creduto morto, ma molti indizi fanno pensare il contrario.
Inizia così la ricerca del testo che contiene ricette per le evocazioni celestiali, su commissione di un abate…… insomma non si può raccontare, si deve leggere.
Sconcertata dalle recensioni negative, credevo di essere atterrata su un pianeta sconosciuto, in quanto non riuscivo a smettere di leggere il romanzo in questione, affascinata dalla storia e dai personaggi.
Improvvisamente, vedo , guarda caso, una maschera rossa, (come quella del triller?) icona di bruno elpis scoprendo che il libro è piaciuto tantissimo anche a lui.
Rincuorata da ciò ho ritenuto di essere ancora sulla terra, anche se la storia mi aveva catapultata nel medio evo.
A parte gli scherzi , se tutti i libri brutti contano almeno sessanta recensioni qui su qlibri, credo che Marcello Simoni possa ritenersi soddisfatto.
Concludendo, ho apprezzato molto questo triller, mi ha coinvolta , ho amato i suoi protagonisti .
Interessante la questione relativa alle reliquie, che per lo più erano solo bufale.

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la cattdrale del mare- il codice da vinci..................
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    10 Agosto, 2014
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Il profumo è il sentiero, percorrerlo significa tr

Ho inziato questo romanzo con un certo scetticismo, dopo le prime pagine, mi sono tranquillizzata( camomilla e tiglio) e sono stata travolta dalle essenze, dai profumi, ma soprattutto dalla storia.
Sono stata affascinata da Cail, un uomo che avrei voluto incontrare, da Elena che avrei voluto come amica,
due anime , due persone leali, capaci, dotate.
La storia ti attira nel suo vortice, nell’intimo dei protagonisti che si rivelano al lettore con tutta la loro sofferenza di un vissuto difficile, ma con la speranza di poter cambiare le cose grazie all’amore, alla passione che mettono nelle cose che fanno.
Le essenze, i profumi, si respirano con le note di testa , di cuore e di fondo. Ma non solo, i desideri, le preferenze e le emozioni si esprimono attraverso le profumazioni, diventando il linguaggio dell’anima.
Elena è dotata di un naturale dono, è una vera profumiera d’altri tempi, di nicchia come si dirà, il suo talento viene alimentato dalla nonna materna pure lei dotata così come le altre donne di famiglia, di generazione in generazione. La sua insicurezza dovuta alle angherie del patrigno, e allo scarso affetto dimostratole dalla madre, sono un ostacolo alla sua affermazione nel campo dei profumi, al punto da accantonarli per lungo tempo.
La sua migliore amica, Monique, bellissima e sensuale, la convince a trasferirsi a Parigi, dove possiede una casa, offrendole l’opportunità di dare libero sfogo al suo talento lavorando come profumiera.
Così Elena arrivata a Parigi conosce Cail, un ragazzo meraviglioso, con qualche problema di comunicazione, almeno così pare, dovuto alla tremenda esperienza di aver perso la sua ragazza in un incidente , risparmiandolo, ma con un enorme senso di colpa.
Insomma, Elena si scopre incinta del suo ex, motivo per il quale aveva lasciato Firenze, e decide di affrontare la sua maternità da sola . Così tra i due ragazzi nasce un sentimento, ovviamente la loro storia non sarà semplice, ma l’amore………..ah cosa può fare l’amore!
Una vera rivelazione questa autrice che avrà sicuramente successo, così come credo che questo romanzo si presti per diventare un film.
Nel mio profumo personalizzato, metterei:
magnolia,verbena, neroli, melissa, bergamotto
vetiver, incenso, cedro, eucalipto, muschio di quercia
Ovviamente nessuna essenza animale
Che dite , potrebbe essere gradevole?
Mi spiace ma non riesco ad associare un’essenza con una persona sgradevole, o ad uno stato d’animo negativo.
Superconsigliato. A tutti ma soprattutto ai sentimentali!


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il linguaggio segreto dei fiori.
Il profumo( con qualche riserva)
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    07 Agosto, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

il male finge sempre di fare il bene

Positivo, senz’altro positivo il mio giudizio su questo libro, romanzo - cronaca tinto di giallo.
Spagna, Costa Blanca, Julìan raggiunge l’amico Salva all’ospizio dove soggiornava, non si tratta di una visita, ma di un passaggio di consegne. Entrambi gli anziani sono ex –internati di Mauthausen, appartengono ad una’organizzazione che dà la caccia ad ex SS sopravvissuti, che sembrano essere molto più numerosi di quanto si crede.
Salva è morto prima dell’arrivo dell’amico , anche se definire amicizia questo legame e’ assolutamente riduttivo.
Così Julìan continua la caccia ai criminali nazisti che se la godono alla grande grazie ai gioielli rubati alle vittime dell’olocausto e ad elisir di lunga vita.
Compare una ragazza, in gravidanza, con diversi problemi personali : Sandra.
Grazie all’amicizia stretta fra lei e una coppia di nazisti, riesce ad aiutare Julìan nelle sue indagini.
Nella stazione balneare, si nascondono diversi criminali, supportati da giovani simpatizzanti, appartenenti ad una confraternita.
Con un certo suspance, la storia ci coinvolge, ci tiene legati alle pagine, pur con qualche perplessità.
Ad esempio, mi sono chiesta perché l’ex deportato , vecchietto e malato , ma piuttosto arzillo, non si sia fatto aiutare dalla sua organizzazione, ma abbia coinvolto una giovane in attesa e dalle idee piuttosto confuse.
Insomma ci sono state delle forzature.
Comunque la storia lancia dei messaggi notevoli.
L’amicizia fra due persone di età così lontane , nata e continuata per una buona causa , nonostante le difficoltà e la paura.
La forza di persone che per sete di giustizia, vogliono fermamente continuare a ricordare, nonostante faccia ancora molto male, e lasci sempre quel disappunto e quella domanda martellante: Perche’?
Com’ è potuto succedere ?
Una ragazza con i percing, i capelli spruzzati di rosso, di certo poco affidabile per tutti
si dimostra invece coraggiosa, consapevole di essere strumento di verità, e si mette in gioco completamente.
Insomma, l’argomento mi attira sempre, la storia è raccontata semplicemente e in modo gradevole.



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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    19 Luglio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

aprire gli occhi, vedere...

Matt King, avvocato, padre di due figlie, una quasi ventenne l’altra ha dieci anni, rispettivamente Alex e Scottie.
Joanie, è in coma, un incidente in mare, lascia Matt ad accudire le figlie; proprio lui, che della propria prole non conosce nessuna abitudine .
Un vero padre imbranato.
Da quanto si evince dal romanzo nemmeno la madre era degna di tale appellativo, troppo occupata nelle sue attività sportive estreme e a pensare a se stessa.
Matt, erede di una principessa Hawaiana, e di un Europeo, deve decidere se vendere una specie latifondo ereditato dalla famiglia, suddiviso in un’infinità di quote appartenenti a parenti vicini e lontani .
Diciamo che la terra non è solo terra, ha un messaggio dentro di sé, è la terra della nonna Hawaiana,
se sarà venduta, ci saranno speculazioni e non sarà più degli Hawaiani.
Il suo lavoro lo tiene da sempre impegnato e lontano dalla famiglia, che come spesso accade si considera un bene acquisito e non bisognoso di cure e attenzioni.
Un padre che si improvvisa genitore full-time , e con grande intelligenza riesce in tempi stretti a comprendere le figlie.
Un marito , tradito, che scopre l’amore per la compagna superando il suo risentimento per far si che Joanie
Riceva un addio da tutti coloro che l’hanno amata.
L’autrice scrive in modo semplice e scorrevole, ma non l’ho trovata così ‘’rivelazione’’come pubblicizzato.
Diciamo che per la prima metà del romanzo ho avuto più volte il desiderio di mollare lì alla pagina in lettura , tanto mi infastidiva la scarsa responsabilità dei due genitori.
Poi le cose sono migliorate e la storia mi ha coinvolto di più.
Confesso che non è il mio genere, non l’avrei acquistato,
ma se vi capita leggetelo, in fondo non è male, ha un grande messaggio dentro.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    16 Luglio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

Chi ha visto Coco al trocadero?

Per l'opinione che avevo di Signorini mi aspettavo peggio, pur avendo la sensazione che la biografia sia un po’ troppo romanzata.

La vita e il fascino di questa donna sono sicuramente interessanti e coinvolgenti.
Mi ha particolarmente colpito la sua forza, la sua genialità, il gusto , l’essere sempre un passo avanti,nelle scelte, nel lo stare al passo coi tempi in modo assolutamente non convenzionale.
Chi avrebbe pensato che le donne avrebbero indossato abiti comodi, seppur eleganti.
Gabrielle Chanel, ha un’infanzia difficile, una madre malata e un padre capace solo di figliare e di andarsene in giro con la scusa di essere un ambulante.
Gabrielle, detta ‘coco’, si farà strada da sola, andando fiera delle sue idee, senza soccombere alle ipocrisie dei luoghi comuni.
Sarà ospitata in un convento con la sorella un po’ tonta,terrà fede alla promessa fatta alla defunta madre di occuparsi sempre di lei e del nipote . Fin da giovane verrà caricata di responsabilità inadeguate per l’età.
Queste qualità le creeranno non pochi problemi, ma i suoi successi sono stati davvero mondiali.
Appassionata del bello, dalle sue creazioni alle opere d’arte, il suo successo sta e devo usare il presente,
nel suo costante impegno e nel credere fermamente in se stessi, nel non piegarsi e continuare a fare ciò in cui si crede.
La sua passionalità troverà il suo apice in Boy, l’uomo che amerà piu’ di chiunque altro , non convolando a nozze e neppure convivendo continuativamente , attendendolo e godendo ogni singolo istante possibile con lui.
Non sarà mai madre, probabilmente abortì forse piu’ di una volta, rendendo sterile il suo grembo .
Una gran donna, sicuramente fuori tempo, con idee e comportamenti assolutamente futuristi.
Non si capisce se il periodo bellico e la resistenza francese, l’abbiano solo sfiorata come si evince dal romanzo biografico, o se in realtà le cose siano andate diversamente.
Di certo questa donna aveva il coraggio delle proprie azioni e non rinnegava le sue idee.
Questi grandi personaggi, nascono sempre dalle difficoltà, dalla miseria e dalla gran voglia di farcela, di essere qualcuno.
Grande simpatia per li personaggio, meno entusiasmo per il romanzo così come è stato scritto, forse se c’è, vorrei leggere qualcosa di più biografico.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    16 Giugno, 2014
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Che follia!

Sono al mio primo Morton, sinceramente l’avevo un po’ snobbata.
Non male ma nulla d’eccezionale, ad un certo punto anche noioso, ma nell’insieme l’ho trovato piacevole.
La storia si incentra intorno a Milderhust Castle, nel Kent, dove vivono tre sorelle, ormai anziane, di dubbia sanità mentale.
Il vero protagonista è il romanzo ‘’ La vera storia dell’uomo del fango’’, scritto da Raymond Blynthe, padre delle tre sorelle.
Nel periodo dello sfollamento dei bimbi londinesi, nella seconda guerra mondiale,Meredith viene ospitata
al castello suddetto ; fra lei e Juniper , la più giovane delle sorelle, si crea un forte legame.
Le sorelle più anziane sono gemelle, e forse proprio questo legame embrionale diventa il fulcro del racconto.
Edih , giovane editorialista, figlia di Meredith, viene a conoscenza per vie traverse di questi trascorsi materni, la cosa la insospettisce, così si trova coinvolta in ricerche sul castello e sulle sorelle.
Il rapporto fra Meredith e la figlia, inizialmente freddo, va’ via via migliorando, le ricerche su fatti avvenuti al castello diventano motivo d’unione e d’approfondimento sul loro rapporto .
Diciamo che ho avuto la presunzione di prevedere sviluppi e finale.
Mi sono sbagliata, alla grande!
Colpi di scena e cambi di previsione sono all’ordine del giorno in questo romanzo.
Penso che se l’autrice fosse stata maggiormente sintetica,( la sintesi non è romanzesca) credo che la storia sarebbe stata più piacevole, senza nulla togliere alla trama.
Insomma direi che nel complesso si legge bene anche se non è proprio il mio genere.
La mia opinione è che la vita isolata, seppur in una reggia dorata, fa uscire di senno, soprattutto se si ha un padre completamente fuori di testa!



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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    16 Giugno, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

un amore imperfetto e senza radici

Ognuno ha il proprio percorso, la vita di ognuno di noi è conseguenza diretta dell'amore che abbiamo ricevuto.
La vita di Victoria non è facile, non lo è mai stata, è stata abbandonata alla nascita, affidata a varie famiglie. Dopo vari insuccessi, conosce Elisabeth, e fra loro si crea un rapporto speciale. La madre affidataria, le insegna il linguaggio dei fiori, e la giovane Victoria ne fa un vero metodo di comunicazione.
Nonostante il forte legame che le unisce le cose fra loro non vanno bene.
Victoria divenuta maggiorenne, inizierà a lavorare con i fiori diventando molto ricercata per la sua attitudine alle composizioni floreali, legate al simbolo dei fiori che le compongono.
La storia ovviamente non è così banale, ma legata fortemente ai sentimenti .
La giovane fioraia, ha un vissuto di abbandoni e di incomprensioni, e cova un gran bisogno d'affetto, che ovviamente non può manifestare per paura d'essere mal interpretata e delusa nuovamente.
Ma anche l'animo piu' maltrattato e incattivito nutre speranze di poter amare ed essere ricambiato.
Questa è il grande messaggio del romanzo , che ci avvicina ai grossi problemi dell'infanzia abbandonata. L'autrice, madre biologica ed affidataria, conosce bene le problematica e le sviluppa con il supporto floreale, che devo dire essere davvero piacevolissimo.
Io che amo moltissimo comporre fiori freschi ed essiccati, mi sono trovata davvero a mio agio in questo racconto, anche se non concepisco il fatto che un fiore bellissimo come l'ortensia significhi distacco, o la bocca di leone , presunzione; la peonia , rabbia.
per me un fiore è una cosa bellissima, e il suo colore o la sua forma possono essere più o meno graditi a seconda dei gusti.
Probabilmente in passato parlare con i fiori, era un modo non convenzionale per manifestare i propri sentimenti.
Comunque davvero consigliato questo romanzo, tristissimo ma piacevole, una grande speranza come messaggio!

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    02 Mag, 2014
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vero o verosimile.

Un uomo vero, pregi e difetti.
Così Carofiglio, ci mostra l’avvocato Guido G.
Un uomo che soffre di attacchi di panico, d’insonnia, sull’orlo dell’esaurimento nervoso.
L’autore ci induce a provare tenerezza per questo personaggio, che pur con i suoi limiti e i suoi errori,
è umano e generoso, prova ne è che difenderà un senegalese:
tale Abdou Thiem , accusato dell’omicidio di un bimbo, (Francesco) ; sapendo di non essere pagato, ciò a causa della sua fiducia nel ragazzo di colore, essendo convinto della sua innocenza.
Nell'arringa finale del processo,
anch’io ho trovato superba la sua disquisizione fra vero e verosimile, così come ho apprezzato lo stratagemma delle foto, insomma, alla Perry Mason.

Dopo la separazione dalla moglie, Sara, Guido aveva perso interesse per la vita.
Era caduto in un profondo stato di depressione.
L’incontro con Margherita , il tentativo di suicidio di Abdou Thiem, portano Guido ad una reazione positiva facendo emergere le sue doti di avvocato , l’avvocato che tutti vorremmo avere come difensore.
Anche i dispiaceri e gli errori, vanno metabolizzati, ci vuole un po’ ma anche le difficoltà più insormontabili alla fine si superano.
Poi un giorno guardiamo indietro e ci chiediamo come abbiamo fatto a superare quel brutto periodo della nostra vita. Se saremo lì a chiedercelo, significa che ce l’abbiamo fatta!
Quando una persona sta per toccare il fondo, è lì lì per crollare, succede qualcosa, una persona, un fatto , l’istinto di sopravvivenza ha il sopravvento ed ecco che riemergono : acume, intelligenza e applicazione . Quelle doti c’erano anche prima, ma la vita con tutti i suoi problemi le aveva annebbiate, annullate.

Insomma, non conoscevo Gianrico Carofiglio, devo dire che mi è piaciuto parecchio, e avendo scoperto sul portale che questo è il primo della serie dedicata a Guerrieri Guido, credo proprio che continuerò a leggerlo

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    27 Aprile, 2014
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Il gioco del Wei- Chi

’Percorri la griglia’’, ‘’guardati le spalle’’!
Bellissimo giallo che vede come protagonisti Amelia Sachs e Lincoln Rhyme , in indagini sul traffico di clandestini cinesi.
Inconsueto, ma una nave partita dalla Cina, il Dragone di Futzhou, viene intercettata dal team di L. Rhime e A. Sachs prima che approdi nei pressi di New York.
Kwan Ang alias lo Spettro, è l’anima malvagia del triller, è colui che senza alcun ravvedimento, uccide famiglie innocenti per il proprio profitto e per alimentare la propria perversione.
Una trentina di ‘’maialini’’, così sono soprannominati i clandestini di origine cinese, sono rinchiusi nella stiva del Dragone. Dopo una visita fugace dello Spettro, vengono ben rinchiusi e innescata una carica di C4 la nave esplode. In men che non si dica il Dragone affonda, portandosi appresso il proprio carico umano .
Il trafficante di clandestini, avendo appoggi sia nel suo paese che negli S. Uniti, ha saputo in tempo reale che la guardia costiera era già sulle tracce del Dragone, così adotta questo stratagemma, di eliminare ogni prova umana e non, per non essere implicato nel losco traffico. Così almeno ci inducono a pensare.
Calate le scialuppe, Lo Spettro cerca di mettersi in salvo, e così alcuni clandestini , due famiglie, i Chang e i Wu, e un poliziotto cinese , Sonny Li. Una volta in mare, ovviamente con onde alte più di tre metri, nell’oscurità della della notte, il trafficante di esseri umani inizia la caccia a chi tenta di sopravvivere, sparando a vista, è notte e le condizioni sfavorevoli del mare permettono a molti maialini di sbarcare sulle coste.
Per lo Spettro inizia una caccia spietata, e per i clandestini una fuga strategica.
Per Amelia e Lincoln, e per la loro task force, partono le indagini, come sempre accurate , intuitive , argute e sistematiche.
Percorri la griglia, Sachs!
Guardati le spalle Sachs!
Calandoci nella cruda realtà di Cinatown, ci si immerge nel clima degli usi e costumi cinesi, nello stato d’animo dei clandestini , oltretutto dissidenti politici.
Molti i personaggi, sia americani chi orientali, ma nell’intricato intreccio di personaggi non si perde mai il filo .
Stupendo il personaggio Sonny Li. Fondamentale l'amuleto di pietra saponaria, rappresentante una scimmietta di pietra.
Sempre intrigante e affascinante Rhyme. Bello il legame che lega l’agente Sachs al suo capo, la loro fantastica intesa, fatta spesso di intuizioni di toni di voce , di sguardi, di silenzi.
Stupendo il loro legame sentimentale.
Insomma Deaver con la sua abilità, mi ha di nuovo calato con questo giallo in una realtà che non mi appartiene, coinvolgendomi pienamente rendendomi parte del film immaginario che ho potuto vedere grazie alle sue parole, usate con grande maestria.
Non solo, quando pensi che le indagini portino alla conclusione del caso, colpo di SCENA!........................
Consigliatissimo.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    21 Aprile, 2014
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L'amore fraterno.

Centrale nucleare di Larksosoken, lungo la costa nord-orientale del Norfolk.
In uno splendido scenario, fra oceano e promontori, un killer seriale è alla sua quarta vittima.
Probabilmente è un uomo, travestito da donna, che porta a spasso il suo cagnolino e proprio in questo modo riesce ad ingannare le sue vittime.
L’ispettore Dargliesh, investigatore di S. Yard, si trova sul luogo degli omicidi casualmente, in quanto la defunta zia Jane gli ha lasciato in eredità un mulino a vento. Ottima soluzione per l’ispettore , protagonista dei gialli di P.D. James, che spera in quel luogo solitario per trascorrere le sue vacanze e poter dedicarsi in tutta tranquillità alla stesura di poesie, sua grande passione.
Ovviamente, non potrà declinare la collaborazione con l’ispettore Richards, pur rimanendone al di fuori ‘’ufficialmente’’.
La storia è arricchita da moltissimi personaggi, quasi da richiederne una mappatura, i lavoratori e i dirigenti della centrale nucleare, fra i quali recentemente era avvenuto un suicidio alquanto strano.
Persone che in qualche modo potrebbero essere artefici degli efferati delitti .
Tutti in qualche modo potrebbero avere un movente, e la scrittrice è davvero abilissima nell’insinuare impercettibilmente il dubbio su ognuno di essi.
Cottage dispersi fra i pendii della scogliera, ove l’autrice si dilunga descrivendo in modo sublime luoghi e panorami mozzafiato.
A detta di molti, P D James è una sorta di Agatha Christie, confesso che questo giallo è davvero piacevole, si legge d’un fiato.
L’unica pecca , secondo me, è che a volte è un po’ troppo descrittivo, e le ultime cento pagine non sono avvincenti come le precedenti.
Come dicevo ogni personaggio, e sono molti, potrebbe essere il killer, persino quando si ritrova il cadavere del pluriomicida, ci si chiede se non sia un’abile mossa della scrittrice, per confonderci e disorientarci.
Insomma, bello, sicuramente da consigliare.

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per amanti dei gialli, ma anche per me per gli estimatori di R. Pilcher
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    19 Aprile, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

Nome da fuciliere

John Fante Alighieri, così lo definisce Vinicio Capossela, nella sua introduzione, che da sola vale il prezzo del libro.
Attraverso questo romanzo , autobiografico, ci possiamo ulteriormente insinuare nella vita di Henry Molise, alias John Fante. Nome da fuciliere!
Romanzo interessante, come dicevo, ci aiuta a conoscere meglio l’autore.
Figlio di Nicola Molise, Henry, divenuto scrittore affermato, viene convocato dai fratelli alla casa paterna, motivo: il divorzio dei genitori. E’ l’ennesimo falso allarme, ma Henry , avendolo scoperto solo dopo il lungo viaggio in aereo, decide di andare a trovare i familiari ugualmente.
Non è a proprio agio, la sua famiglia non è certo l’ideale per nessuno.
Questa è , pregi e difetti.
Il padre, Nick, ingombrante figura di maschio italiano, si autodefinisce come il miglior scalpellino d’America.
Ubriacone, infaticabile lavoratore, spende ogni guadagno in bevute e gioco, nonché in puttane.
La storia si incentra sul coinvolgimento di Henry nella costruzione di un affumicatoio in montagna, presso un amico del padre.
Come sempre , non è la storia in sè ad essere interessante, ma lo stile, l’umorismo e l’ironia, il suo modo diretto di raccontarci la verità. Oh John, sei proprio grande!
La cosa che più mi ha colpito del romanzo , sono le percezioni sulla famiglia, per certi versi come io l’ho vissuta da bimba.
La madre parsimoniosa, che pensa solo al benessere dei figli, cucina per loro, si preoccupa di ogni cosa, ma guai a denigrare il marito, mai un lamento mai una critica verso quell’ubriacone buono solo a fare il muratore, ma per il resto diventato qualcuno solamente grazie al rispetto della moglie e dei figli.
Uomini di una volta, che buttano il loro tempo e il loro denaro con quattro ubriaconi, che hanno in comune i vizi.
Per me assolutamente incomprensibile questo imbruttirsi grazie al vino.
Bere fino a non essere più umani.
Henry, in fondo scusa il padre, quest’uomo, italiano, guardato con sospetto dall’americano, quasi fosse una sorta di sottospecie a sangue caldo, vertebrata, stereotipata, con coltello serramanico in tasca.
Quasi fossero stati partoriti così tutti gli italo americani, neri, armati di coltello e mafiosi.
Henry in fondo sa che il padre è così perché quello gli è stato insegnato, così deve essere un uomo!
Libro che consiglio caldamente a tutti, purtroppo non ho seguito l’ordine cronologico delle pubblicazioni di Fante, mi riservo di completare le sue letture più ordinatamente, anche se non sono ordinata .
Brutto scrivere oggi, Gabo mi manca, era bello sapere che quel vecchietto riccioluto erà là, al caldo a godersi i suoi diritti d'autore.
Pazienza, il bello degli scrittori è che non muoiono mai veramente.
un bacio al grande Gabo

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    30 Marzo, 2014
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il cagnolino rise

Autore eccezionale- di lui si potrebbe parlare davvero a lungo.
La sua prosa, semplice, leggera, scorrevole, di tanto in tanto frizza di humor sottile, gradevolissimo, poi di rado e brevemente diventa poetica e musicale, tanto da stupirti.
Ti chiedi chi sia il vero J. Fante. Chi si esprime con una certa rudezza, o chi colpisce il lettore con la sua poetica.
Questi momenti rari ma intensi, nei quali mette a nudo la sua natura, sono in realtà l'anima del romanzo.
Antonio Bandini, giovane scrittore che ha pubblicato solo un racconto:'' il cagnoline rise'', si trasferisce a Los Angeles, e affitta una stanza all'Hotel Saint Paul.
Si impegna per partorire nuove storie, col fine di poter sopravvivere e non dover più chiedere soldi alla madre.
All'inizio riesce con difficoltà a produrre nuovi racconti, ma solo vivendo sul serio, la vita vera della strada, l'amore per Camilla, e la breve avventura con Vera, la donna ebrea che lo seduce, lasciandogli come cattolico, un grave senso di colpa, per aver fornicato con lei. Il terremoto , esperienza umana e interiore. Solo così diventera uno scrittore.
La sua difficoltà di vivere, di affermarsi per poter diventare un grande scrittore, i suoi sogni, sulle donne raffinate e irraggiungibili, la sua malcelata natura sensibile e votata all'amore.
Il periodo storico, siamo nel 1939, la recessione, i problemi razziali, argomenti appena accennati, ma che rafforzano la difficolta di Bandini e l'autopunizione di Camilla, la giovane messicana della quale Bandini si innamora. Il suo sentimento, non ricambiato, porterà lo scrittore a una crescita interiore che farà solo bene alla sua carriera come autore.
John Fante, autore davvero eccezionale, per me fino a ieri sconosciuto; mi ha svelato un nuovo filone e nuovi orizzonti della narrativa. C'è molto di autobiografico in questo romanzo.
Non mi sono dilungata sulla trama del romanzo, perché in realtà non è il racconto la vera opera ma lo stile davvero originale dell'autore a rendere questo testo un'opera da leggere assolutamente, per non dire da rileggere.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    17 Marzo, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

agata tu mi stupisci, agata

non ho letto il famoso testo ''i segreti del chiostro'' , cosa che mi sono ripromessa di fare presto; però ho trovato questa lettura assolutamente piacevole e interessante.
Un esempio realistico ,di come i figli dei nobili più o meno ricchi, dovessero immolarsi nei conventi, avendo spesso tutto fuorchè la vocazione.
Agata , la protagonista di questo romanzo, a soli quindici anni ( quasi in ritardo rispetto ad altre sue contemporanee), viene mandata in monastero dalla madre, in gravi difficoltà economiche.
Ragazza dotata di spiccata intelligenza, male si adatta al fatto che altri decidano del suo futuro.
L'alternativa consisteva nello sposare un vecchio danaroso.
Agata soffre pene d'amore per Giacomo, ragazzo ricco, che le ha promesso di aspettarla.
La ragazza infatti spera che una volta terminato il primo periodo in convento potrà finalmente riabbracciare il suo amato.
Agata Padellani, nipote della Badessa, viene vista con sospetto sia dalle coriste che dalle altre suore o aspiranti monache arrivando a situazioni paradossali.
Dotata di forza e determinazione , pur soffrendo la mancanza d'affetto materna, Agata trova una sua dimensione, interessi e attività fra le mura di S. Giorgio Stilita, convento nel quale avvengono fatti scabrosi e scandalosi.
Agata non abbandona mai la sua vocazione , che è quella di avere un marito e dei figli, e spererà fino all'ultimo di poter essere donna e non monaca.
La sua forza sta proprio nel mantenere viva la speranza e nel non sprecare tempo al convento, dedicandosi alla conoscenza, allo studio, e alla lettura di quelli che noi oggi riteniamo classici, ma che per lei erano romanzi moderni.
Anche lei, come molti di noi ama Orgoglio e pregiudizio e, le storie d'amore non fanno che rafforzare la sua predisposizione alla vita laica.
La giovane , non si arrenderà mai a far gestire le proprie decisioni ad altri, e avrà sempre la lucidità delle sue predisposizioni, cosa non facile visti i forti condizionamenti.
Forse solo i libri che le venivano inviati clandestinamente sono l'unico contatto che la tiene lregata al mondo esterno.
La forza della lettura..
La forza dell'amore , vero, sara' la vera ancora di salvezza per la nostra Agata.

Insomma io l'ho rovata una lettura piacevole, se è stata copiata, la rende meno meritevole d'attenzione e certamente meno lodevole.

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La lunga vita di Marianna Ucrìa.
Storia di una capinera.
La monaca di Monza.
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    01 Marzo, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

fiabe per donne.

Un libro simpaticissimo,costituito da tante storie piuttosto brevi.
Storie di donne, le zie della città messicana di Puebla.
Ognuna di queste donne, ha una cosa speciale o una caratteristica speciale, che la rende unica ed esclusiva per il compagno, per i figli, per il padre.
Sempre in ogni storia domina la passionalità , insita nei geni dei discendenti degli spagnoli, e la misticità degli indios, in una miscellanea fantastica, che adoro in tutti gli scrittori centro e sud americani.
Così nelle zie : Leanor, Marianna, Jose, le gemelle Guzman e moltissime altre, ognuno può ritrovare il sapore del Messico, un pò di sè o dell'amica poiche' le storie sono così tante e così diverse anche se il filo conduttore resta sempre l'amore, per il compagno , il marito, il padre i figli.
Donne speciali, che ti danno modo di trovare qualcosa di speciale anche in te stessa, poichè è nei gesti quotidiani che sta la vera unicità, ciò che crediamo noia, routine , in realtà sono puzzle che compongono le nostre vite, e senza quel pezzetto insignificante, non potremmo completare il quadro.
Bello , mi è piaciuto, da tenere sul comodino una due storie ogni sera per addomentarsi con la vista del vulcano o con la piramide maya sotto i piedi.

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veloce come il desiderio, dolce come il cioccolato di L. Esquivel
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Gialli, Thriller, Horror
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    25 Febbraio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

ah l'amore cosa ci fa fare!

Mi sono affacciata a questo giallo con le aspettative di''Il collezionista di ossa''.
Delusione.
Non aspettatevi l'azione e la tensione psicologica del suddetto triller di Deaver. Non c'è paragone.
Continuando poi la lettura, mi sono ricreduta e l'ho letto molto volentieri.
Taylor Lockwood, figlia di un famoso avvocato, è praticante in un prestigioso studio legale di New York.
E' in corso una fusione con un altro studio .
Fra gli associati, c'è chi è a favore e chi è contrario.
Questo genera lotte intestine e strategie senza scrupoli.
Taylor viene incaricata di compiere indagini per la sparizione di un documento importante.
Si trasforma così in investigatrice:perspicace, acuta ed intelligente, la giovane si dimostra all'altezza del compito assegnatole, e fra omicidi-suicidi, agguati, bordelli, le indagini si intrigano con sempre nuovi elementi.
Simpatici i continui rifeimente ad'' Alice nel mondo delle meraviglie'', fiaba che la nostra Taylor ha mitizzato.
Confesso che come altri opinionisti ho avuto piuttosto precocemente il sospetto sull'identità dell'assassino.
Deaver è stato troppo prevedibile.
Carino, piacevole, consigliato a chi ama i legal trillers.

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legal trilleers
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    11 Febbraio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

il vetriolo

Il dott Igor, pur spregiudicatamente, ha ottenuto l'effetto desiderato.

E' o non è deontologicamente parlando corretto il suo comportamento?
Veronika tenta il suicidio.
E' una bella ragazza, senza problemi economici, ha molto di più di molte altre coetanee.
Eppure non è felice. Al punto di farla finita.
Viene salvata , ma il suo cuore ha subito gravi danni. Questo le viene comunicato al risveglio dal coma.
Così ha inizio il suo cammino di rivalutazione della vita, di tutto ciò che non aveva apprezzato eppur aveva.
Così incontra Mari, ex avvocato che preferisce essere rinchiusa a vellete, casa di cura per malati psichiatrici, piuttosto che affrontare di nuovo il mondo esterno.
Eduard, schizofrenico, amante della pittura e della buona musica, ma chiuso nel suo mutismo.
Veronika, pure lei internata nel Manicomio, non si rende conto dell'effetto che provoca agli altri, che riscoprono come lei stessa il valore della vita, la vita vera che consumano le persone vive nel mondo esterno.
Si sfiora , nel racconto, il problema dei manicomi, dell'elettroshock, facendoci riflettere sulle cure e sull'emarginazione del malato psichiatrico.
l'esperienza di Coelo in manicomio lo ha sicuramente provato e qui ci coinvolge.
Consigliato, l'ho riletto dopo tanto, e l'ho trovato nuovamente interessante, nonostante non sia una gran appassionata di Coelo.
Fra i suoi libri, che ho letto, è probabilmente il più piacevole.

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a chi vuole rivalutare la vita.
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    24 Gennaio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

demenziale

sono spiacente di dare questo giudizio.
voglio continuare a leggere questa autrice, ma non l'ho proprio capito questo romanzo telegrafico.
anche qui, nessun nome, scenografia marina, S.Thala, racconto telegrafico e fotografico, dialoghi ridotti a due tre parole.
demenziale.
letto solo perchè era lei, che pur avendomi così delusa, stavolta, come altre, nello stesso tempo mi affascina e mi spiazza.
vorrei dire di più, ma non mi ha trasmesso nulla, forse solo il fatto che parliamo di persone perdute, forse pazze.

andando a cercare qualcosa su lei, non la chiamo più duras solo 'lei'. forse anche lei non ha un nome, trovo delle indicazioni sulla storia di questo libro.
però non trovo giusto fare ricerche per capire, capire cose che il romanzo non mi ha raccontato.
cose che non mi hanno emozionato.
ammenochè non volesse trasmettere la demenza e l'incomprensione.
la storia si svolge praticamente su una spiaggia.
una donna e due uomini.
si seguono con lo sguardo.
un boato -un incendio, forse, - un urlo.
Bhe! se qualcuno lo leggerà , gli sarei davvero grata se mi facesse capire.
forse nulla si deve capire!
parliamo di M. Duras

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occhi blu capelli neri
(che in confronto era chiarissimo)
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Gialli, Thriller, Horror
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    20 Gennaio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

l'amore ci salverà?

In un mondo futuro, molto vicino a noi, forse fra circa vent’anni, si svolge la storia di Angela Lombardi,
in una Roma invasa da integralisti islamici , ove ci sono zone sicure e altre assolutamente a rischio , e una o più ragazze possono venire violentate o malmenate senza alcun intervento esterno.
Il racconto, ovviamente di fantasia, inizia il giorno dell’attacco alle torri gemelle.
Angela si trova col babbo a visitare la Domus Aurea, un flash sulla sua infanzia.
Si continua con l’aggressione , al presente , di Angela e del suo bimbo, nei pressi dei Musei Vaticani,
Monsignor Taddei l’aveva chiamata dicendole di non andare alla stazione ma di recarsi al Vaticano dove Leonard l’attendeva .
Conosceva i rischi ad attraversare la città in quel punto, senza protezione, viene aggredita violentemente da tre talebani che la riducono in fin di vita e dopo averlo picchiato, rapiscono il piccolo Marco , suo figlio.
La storia di questa giovane, Angela è piuttosto complicata.
S’ innamora di Leonard Regent, giovane prelato che frequenta la sua casa , rimane incinta dopo una violenza subita mentre stava passeggiando con le amiche ad Ostia, e dopo tale aggressione scopre di essere incinta di uno dei talebani che avevano più volte abusato di lei.
Tiene il bimbo, lo cresce da sola supportata da Leonard che lo accoglie come un figlio biologico, ma gli intrighi vaticani in cui anche Leonard è coinvolto fanno sì che Angela e suo figlio diventino bersagli per facili ricatti.
Un attacco alla Basilica di S. Pietro, un fallito attacco nucleare a paesi nord africani e a Roma, vista come centro della cultura cristiana, sono uno scenario inquietante, dove cittadini italiani si sentono prigionieri in casa propria dove chi ha preso i voti si comporta come una spia del KGB.
La vita della protagonista e del suo compagno, l’incontro con Haamid, islamico , membro della Croce Rossa.
Un acavallarsi di fatti in cui si svolgono
traffici di bambini, dove troviamo losche donne che si spacciano per benefattrici, loschi prelati che trasformano la chiesa in un ambiente inquietante dove girano esplosivi e veleni, insomma giochi di potere e sotterfugi
e si fatica a capire chi è contro chi .
Per fortuna l’amore e la vita fanno da padroni in questa storia al limite della realtà, ma poi non così tanto irreale.
Un mondo in cui sempre ad azioni subite si ha una reazione adeguata alla grandezza del male subito e di cui diventa
difficile immaginare le conseguenze.
Lettura piacevole , a volte inquietante , a causa del vicino futuro che per qualche ragione potrebbe diventare davvero così.
Semplice e scorrevole la scrittura di Carlo Braccini , giornalista , autore e regista.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    13 Gennaio, 2014
Top 500 Opinionisti  -  

pagine sconvolgenti


La Duras ritrova questi scritti in un vecchio armadio e decide di pubblicarlo senza revisioni Facendoseguito ad una richiesta della rivista ‘’Sorcieres’’ ,che le richiede un testo giovanile, del quale lei stessa non aveva ricordo.
‘’Mi sono trovata davanti ad un disordine formidabile del pensiero e del sentimento, che non ho osato toccare, e davanti al quale mi vergogno della letteratura.’’
Il dolore. Una delle cose più importanti della mia vita.
I testi si riferiscono all’ultimo periodo della seconda guerra mondiale. Un diario di quel periodo.
L’autrice faceva parte della resistenza

Il primo testo è sicuramente il più toccante, quando, avendo ricevuto la notizia della liberazione dei campi di concentramento, la Duras aspetta il ritorno del marito Robert, da Dacau dove era arrivato da altri campi. Non sapendo se è sopravvissuto trascorre giorni e giorni nell’incertezza .
Mette a nudo i suoi sentimenti e il suo stato d’animo, scoprendo un lato di se che non conoscevo e che mi ha permesso di apprezzarla ancor di più .
‘’Se tornasse andremmo al mare, la cosa che gli piacerebbe di più. In ogni caso io morirò ne sono convinta. Pure se torna, morirò. Suonasse la porta, chi è? – Io Robert, tutto quello che potrei fare è: aprire la porta e morire. ……………..’’
Lo scritto altalena fra l’ottimismo, la speranza di rivederlo e il pessimismo ,lo vede morto, gli hanno sparato, morto con il viso nella terra , morto con la bocca spalancata in un grido soffocato dalla terra , la terra di una buca piena di cadaveri. Lei stessa si sente parte di quel corpo senza vita e racconta come solo lei sa fare, la sua disperazione, il suo dolore fisico e intimo.
Il primo scritto, quello di cui sto parlando, è sicuramente il più significativo, questo è vero dolore, non la testimonianza di chi è tornato vivo dai campi, ma l’esperienza di chi ha aspettato, ha curato, ha nutrito ciò che rimaneva di un corpo talmente malnutrito per il cibo negato , che a causa del cibo somministrato nuovamente avrebbe potuto essere causa di morte.
Notti bianche ad ascoltare ogni singolo respiro, di quell’essere , quella forma che non aveva più nulla di umano, che non era più il suo Robert.
La sofferenza di chi pur non essendo stato internato nei campi col proprio corpo, lo ha vissuto ugualmente, disperatamente, attraverso l’incontro della devastazione umana compiuta in quei luoghi.
Un punto di vista diverso, nuovo per me.
Struggente.
Gli altri scritti, sono una cronaca di ‘resistenza’ , di ciò che accadeva Parigi .
Eserienze dirette, vissute dall'autrice.
I cittadini che volevano contribuire con le armi che possedevano ,all’annientamento dei nazisti, delle spie che si infiltravano e che denunciavano ai tedeschi i cittadini ribelli.

Uno spaccato di vita del movimento di resistenza.
Lo consiglio, è una lettura che si differenzia da altri libri della Duras.
Questa autrice , più la conosco, più mi piace ; la stimo, come donna e come scrittrice.
Scopro che ogni sua opera è frutto indubbio della sua esperienza personale.

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sulla seconda guerra mondiale , per capirne di più.
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Romanzi storici
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    28 Dicembre, 2013
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tocca la stella

Romanzo piacevole, appassionante, coinvolgente.
Non conoscevo questo autore, Luca Di Fulvio. Lo stile è molto semplice, ma la trama è intricata e ricca di spunti per riflettere.
Siamo nel 1515 , 1516, a Roma .
Mercurio, Zolfo , Ercole e Benedetta ,sono scaltri truffatori, orfani , liberatisi da poco dalla schiavitù di Scavamorto, titolare di un’impresa, se così si può dire, che si occupa di seppellire in fosse comuni i defunti che non si possono permettere una vera tumulazione. I ragazzi venivano sfruttati di giorno per il lavoro manuale, e di notte incatenati ai loro letti.
Il più dotato è sicuramente Mercurio, bello, forte e furbissimo, trasformista innato.
Si rifugia nelle fogne di Roma , dove si è ricavato un abitacolo, nel quale conserva tutti i costumi che gli servono per diventare ogni giorno un nuovo truffatore.
Mercurio, deruba un ebreo, tale Shimon , di una somma piuttosto consistente, in seguito a una colluttazione pensa di averlo ucciso , ed Ercole viene ferito a morte .
Qui nasce la storia, , Mercurio scappa con i compagni per rifarsi una nuova vita a Venezia, ignaro del fatto che Shimon è più vivo che mai e intenzionato a vendicarsi.
Durante la fuga, i ragazzi incontrano Isacco e Giuditta, padre e figlia, pure loro diretti alla città lagunare.
Il comandante Lanzafame, al comando del suo battaglione di soldati feriti , farà da scorta ai protagonisti della nostra storia, diventando lui stesso parte importante delle vicende, acquisendo il ruolo di protettore del suo seguito.
Isacco , pure lui truffatore, a causa dei suoi trascorsi paterni, si spaccia per medico, conseguendo grazie alle sue conoscenze, ottimi risultati , curando ora i soldati poi prostitute affette da mal francioso.
Non è proprio possibile riassumere la trama senza inciampare in spoiler, il romanzo è piuttosto lungo, circa ottocento pagine,.
L’amore nato fra Mercurio e Giuditta, l’invidia di Benedetta, invaghitasi di Mercurio, l’antisemitismo sfociato dall’ignoranza e dalla caccia alle streghe della chiesa, l’iperprotezione di un padre che vorrebbe il meglio per la propria figlia, la malcelata cupidigia dei nobili.
la conferma del fatto che l’amore non ricevuto da bambini ci può far diventare persone malvagie o al contrario desiderosi di ricevere ciò che il destino ha negato.
Il comandante, capace di raziocinio e uomo di valore, Anna donna sola al mondo, con grande capacità di amare, di donare amore.
Insomma di tutto e di più in questo bel romanzo, che consiglio caldamente.
La vita dei nobili, la miseria dei popolani, la delinquenza, gli effluvi di una città vitale , laboriosa sovrappopolata , dove gente di ogni tipo cerca di arrivare al giorno dopo, sopravvivendo a volte a scapito di qualcun altro.
I protagonisti di questo romanzo, sono comunque persone straordinarie, dotate intellettualmente, forse proprio per questo sopravvissute in tempi così duri e ostili .
L’amore è comunque alla base della storia, solo l’amore li salverà, renderà combattivi i buoni.
L’odio sarà l’anima nera dei cattivi, e si ritorcerà contro loro stessi.
Consigliato a chi desidera capire perché per gli ebrei la vita è sempre stata più dura, perché si sono rinchiusi in comunità ebraiche.
Questo romanzo mi ha ricordato ‘’La cattedrale del mare’ , a proposito dell’antisemitismoe della parte avventurosa del racconto . Altre volte, mi ha ricordato Moll Flanders, soprattutto per le belle descrizioni della vita cittadina.
Bellissima la figura di Anna del Mercato, donna povera, ma ricca di sentimenti .
Altrettanto bella la descrizione del ‘casino’ , così com’era strutturato a Venezia, la prostituzione nata dalla povertà e dall’indigenza, lo sfruttamento da parte della delinquenza.
Leggetelo, vale!

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la cattedrale del mare
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    23 Novembre, 2013
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a volte i sogni

Andrea, giovane scrittore, è ossessionato dal'idea di scivere un romanzo su un complesso rock, il più grande complesso, a cui fa capo Damon Kidd.
In crisi , senza ispirazione, chiederà aiuto alla sua ragazza, Carlotta.
L'identificazione, dello scrittore, nel personaggio del libro, creerà la storia.
Il blocco dello scrittore, Andrea. la decisione di lasciare il palcoscenico, Damon.
La ragazza di Andrea, Carlotta, sveglia e sicura di sè.
La ragazza di Damon, Sally, pure lei con le idee chiare.
Lo sfondo, Parigi.

L'ho letto, ma non rispecchia i miei gusti in fatto di libri.
devo dire che all'inizio mi era piaciuto molto lo stile dell'autore, giovane, frizzante.
La storia, secondo me non è un gran chè.
Ringrazio l'autore, che così gentilmente mi ha inviato il libro.
Sarei davvero felice di poter confrontare la mia opinione con altri qlibristi.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    12 Novembre, 2013
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l'eros

Testi segreti
Sono tre brevi testi a sfondo sentimentale, del resto di cos’altro poteva raccontare Marguerite Duras,
specialista nel campo, bizzarra narratrice di amori e passioni , profonda conoscitrice degli intimi desideri
erotici.
Penna sublime, sconcertante non sempre in linea con le mie aspettative.

-Il primo testo:l’uomo seduto nel corridoio
Qui la Duras diventa obiettivo narrante di macchina da ripresa, sposta le immagini, lui che guarda lei, che sa di essere osservata, lei che lo attira con atteggiamenti erotici diretti.
L’erotismo schietto, elettrizzante scorre fra i due amanti, che si annullano nell’amplesso, si sfiniscono per poi riprendersi disperatamente, consci della passione che li attrae inesorabile divorandoli in un turbine di piacere insaziabile , inesauribile, ancora e ancora…….
La Duras insinua sempre un senso disperazione di tristezza, nella descrizione dei rapporti di coppia, come se gli amanti sapessero da sempre che la loro storia non durerà, per eccessiva intensità, per depressione, per esaurimento del desiderio o altro.

-il secondo testo
L’uomo atlantico
Racconto brevissimo.
Narra di una donna , in riva all’atlantico, che s’immagina una sorta di ripresa cinematografica dei luoghi, vedendo comunque in ogni dove la presenza del suo amato partito.
La tristezza per l’assenza dell’amante , in realtà più presente che mai , poiché ogni cosa lo ricorda.

-Il terzo testo
La malattia della morte
L’incontro tra un uomo e una donna.
Lei non è una prostituta di mestiere,ma sarà pagata , dovrà recarsi ogni sera da lui, nella casa vicino al mare.
Forse per settimane, forse per tutta la vita.
Per provare.
Che cosa?
Ad amare.
Su quel letto bianco, vicino a quella parete, oltre la quale si sente il mare.
Lui prova, ogni sera,a volte la prende,altre l’accarezza,altre ancora si accovaccia fra le sue gambe, sul sesso di lei e lì riposa.
Piange perché non ama,
piange per non poter imporre la morte.
La sua morte è già iniziata.
Poi lei una notte se ne va prima dell’alba e non ritornerà più.
Questa breve narrazione mi ha ricordato molto Occhi blu capelli neri,
molto simili le scenografie e l’amore non amore, la noia, la tristezza dei protagonisti.
La donna sempre più razionale e portata alla salvezza dell’amante, il quale è disperato nel suo desiderio di aggrapparsi alla vita, di trovare un motivo per vivere, pur non desiderandolo davvero, crogiolandosi nella sua depressione .

Certo che questa autrice mi sta incuriosendo sempre più, dovrò approfondire , leggendo o meglio rileggendo le altre opere, conoscendo la sua vita.
Forse dopo questa lettura, credo di aver interpretato nel modo di narrare della duras, nelle sue pause, il desiderio di essere regista del suo romanzo, di vedere le scene , essere narratore e regista di storie di coppia, di amori impossibili.
Lei stessa alla fine del testo, spiega che i tre testi potrebbero essere rappresentati a teatro, o filmati dando indicazioni precise sul come.



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occhi blu capelli neri
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    11 Novembre, 2013
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theodor lohose, il piccolo uomo

La tela di ragno. Mi scuso, ma a causa mia è stato inserito un titolo non propriamente esatto ( di ragno e non del)

La tela di ragno, uno dei primi romanzi di Roth, pubblicato a puntate sul quotidiano del partito socialista austriaco, ci offre una lucida analisi della formazione dell’ideologia e del gerarca nazista.

Theodor , studente di legge, e precettore per una ricchissima famiglia ebrea, non è soddisfatto , ma soprattutto gli rode che fin dai tempi della scuola i primi della classe erano sempre ebrei, sempre, sul suo percorso lo superavano, li invidiava.
Persino la bellissima moglie di Efrussi, madre dei suoi studenti, era il suo ideale di donna, irraggiungibile.

Inizia così il cammino di Theodor, che passo passo migliora la sua posizione sociale alimentando l’ arrivismo, soprassedendo ad ogni regola morale , diventando assassino , spia, degradandosi sempre più
per la carriera, per emergere e far parlare di se’

La sua figura meschina ci rende l’idea di chi fossero effettivamente le SS e gli altri corpi militari nazisti.
Emblematica la fine, che ci insinua nella mente come dovesse essere vivere spiando e denunciando, rendendosi conto che chi spiava e denunciavo era lui stesso oggetto delle stesse azioni .

Pazzi in preda a follia collettiva , questo erano i nazisti, e il loro leader ne era la prova .

Lo consiglio per chi desidera approfondire la nascita del nazismo , in particolare lo consiglio a nadia.



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e vuole conoscere sulla formazione dei gerarchi nazisti
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    11 Novembre, 2013
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SERVUS

Stupita dal fatto che un grande narratore come Joseph Roth sia così poco recensito su qlibri.
Del sopracitato autore ho letto molto tempo fa’ la leggenda del santo bevitore’ secondo me molto bello,
pochi giorni fa ‘la tela del ragno’ ed ora , il libro che vado a recensire.
E’ il suo ultimo romanzo, prima della morte e, credo, la sua opera più bella.
Narra di Francesco Ferdinando Trotta, ufficiale dell’esercito asburgico, monarchico, nipote del sottotenente che salvò la vita all’imperatore, diventando l’eroe di Solferino, parente del ramo nobile dei Trotta.
La narrazione avviene agli inizi del novecento , periodo abbastanza frivolo per il nostro protagonista, attraversa la prima guerra mondiale, che lo vede come ufficiale combattente e poi come prigioniero dei russi.
Infine il dopoguerra , con tutte le problematiche della divisione dei territori dell’impero, e i problemi di sopravvivenza di chi aveva investito tutto o quasi sovvenzionando la nazione per fronteggiare le spese di guerra.
Vediamo dapprima la spensieratezza, poi la consapevolezza e infine la delusione per un mondo che non si addice più a chi ha nel patrimonio genetico la monarchia.
La cripta dei cappuccini altro non è che l’ultima dimora degli imperatori d’Austria, e nel corso della narrazione il protagonista volge lo sguardo a questo luogo, quasi a ricordargli la sua fede , finchè dopo le delusioni della sua vita diventa la mèta preferita, il suo punto fermo, al quale volgere il pensiero per rassicurarsi.
Francesco Ferdinando Trotta, non è ovviamente l’unico personaggio del libro, faremo la conoscenza di sua madre; dei cugini ebrei , suoi compagni commilitoni; della moglie Elisabeth, sposata poche ore prima di partire per la grande guerra; i suoi amici fannulloni e altri.
Un vero narratore, ‘’un raccontatore’’, che si potrebbe stare ad ascoltare per ore senza annoiarsi.
Il suo stile secondo me è assolutamente moderno, tenendo conto che è morto nel1939 se non erro.
Lo consiglio. Credo che presto leggerò altre sue opere.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    27 Ottobre, 2013
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capire se stessi

Lo stile di questo giovane autore mi ha colpito fin dall’inizio.
Dalla prima pagina è stato un piacere leggere, senza annoiarsi mai, le parole fluivano veloci e in men che non si dica il libro era finito.
La storia narra di Raul giovane impiegato.
Dopo aver perso entrambi i genitori cade in un periodo buio, beve, si lascia andare, non ha più stimoli.
La madre , Agnese,poco prima di andarsene, confessa di aver subito uno stupro, e spiega che quello era stato il motivo della sua chiusura verso tutti, verso la vita in genere.
Danilo, il marito non sopporta di non aver intuito il problema della moglie e, disperato, si suicida.
Il povero Raul rimane solo, anche se solo forse lo era già da prima. La famiglia aveva naturalmente dei problemi, legati alla chiusura di Agnese
‘’ora, solo, di fronte al mondo bastardo,non sapeva da che parte girarsi, dove attaccare dove difendersi.
Mollusco inerme , aveva riposato imbelle protetto dai suoi cari, per poi restare disarmato e allarmato, incapace di reazione’’.
A un certo punto della vita dopo incontri ‘fallati’’, si deve scovare un modo per riemergere, tornare ad essere protagonisti del proprio destino.
Così si torna ad uscire, con una collega, Romina, con la ragazza del supermercato, Katia.
Ma Raul non è pronto , sfrutta a suo vantaggio entrambe le relazioni sentimentali, combinando un vero casino.
Così, cosciente della sua inadeguatezza, lascia tutto, donne amici e lavoro.
In autunno parte per Formentera, dove si trova casa e lavoro, e incontra una persona che gli sarà amica.
Qui Raul fra lavoro e panorami stupendi, riflette sul suo passato, solo così riuscirà a metabolizzare la perdita dei genitori, e il perché di alcuni comportamenti.
Capirà ciò che davvero vuole dalla vita.

-La trama è piacevole, lo stile davvero ricco, moderno, disinvolto e scorrevole.
Complimenti al giovane autore, Alberto Vailati , mi ha davvero impressionata positivamente.
Attendo un nuovo romanzo con una certa impazienza.

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ammaniti
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    24 Ottobre, 2013
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VOLERE è POTERE

L’amore, quello vero.
Combatte le avversità e i pregiudizi, rafforzando il sentimento, unendo la coppia ulteriormente, rendendo complici gli amanti.
Un breve romanzo, che sembra più una storia vissuta dall’autrice, ma che dichiaratamente, è storia di pura fantasia.
In un piccolo paese del sud, nasce un amore fra due persone , siamo negli anni del liceo, questi individui scoprono di amarsi, ma i pregiudizi e la violenza interferiscono fra i due amanti, facendo loro del male,
Esiste un problema, gli amanti sono Simona e Lara, appartengono allo stesso sesso, e questo diventa un ostacolo, per i genitori, i compagni di scuola, gli estranei dei luoghi pubblici, le uniche persone che credono davvero nella loro unione sono le due protagoniste.
Un breve romanzo di un’autrice giovane , emergente, scritto in modo semplice e scorrevole, nel quale l’amore viene descritto come qualcosa di pulito e di inevitabile.
Forse un po’ troppo semplicistico, date le problematiche .
Non possiamo giudicare le pulsioni e l’attrazione fra persone dello stesso sesso, tutto per loro diventa difficile, ma quando non è ostentazione, dobbiamo accettarlo, è parte della vita e dei sentimenti.
Non tutto è solo razionale, l’attrazione e l’amore sono anche chimica e alchimia.
Carino.
.

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volevo i pantaloni
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    21 Ottobre, 2013
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QUID PRO QUO

Clarice, intelligente, perspicace, votata ad aiutare gli altri, sveglia ,scaltra, pronta all’azione.
Clarice Starling, allieva dell’accademia .FBI, la ragazza che tutti vorremmo essere, la ragazza che vorremmo avere come amica, come figlia, o almeno la ragazza della porta accanto, questo ci farebbe sentire più sicuri, il fatto che esista farebbe sentire il mondo più sicuro.
Di certo io stravedo per queste tipe dell’FBI , verrei tanto essere una profiler, poter entrare nella testa dei criminali, per poter anticipare le loro mosse.
Hannibal, intelligente , perspicace, votato al crimine, sveglio, pronto all’attacco, come una fiera feroce.
Hannibal Lecter, psichiatra dotato di intuito formidabile, nessuno lo vorrebbe né per amico, né per vicino.
la sua presenza fa si che il mondo sia un luogo insicuro, addirittura ci fa sentire facili prede.

Due modi diversi di applicare le proprie capacità e la propria intelligenza.
Il bene e il male.

Bello questo triller, stravisto al cinema e tv, ma con effetti ancora migliori su carta stampata. Certo i volti erano gli stessi dei sublimi interpreti cinematografici, però la connessione fra i fatti e le informazioni, gli ambienti e la tensione non trovano pari rispetto al libro.
Clarice, viene incaricata di porre alcune domande ad Annibal Lecter, rinchiuso in un manicomio criminale.
Le misure di sicurezza sono estreme, a ragione poiche il dr Lecter è accusato di cannibalismo, compiuto su diverse vittime.
La sua mente sembra protesa a poter dare indicazioni su un pazzo che sta rapendo ragazze tranquille, per poi scuoiarle . In effetti avendo in passato curato pazzi come e più di se stesso , Lecter ha buone probabilità di aver conosciuto o comunque di poter spiegare alcuni comportamenti.
Il fatto è che Lecter proverà interesse per Clarice Starling, e forse proverà rispetto per lei, la vorrà conoscere meglio, perché la curiosità e l’analisi sono cose che nutrono la mente e lo spirito dello psichiatra .
Quid pro quo, ti dico una cosa se tu mi racconti che lavoro faceva tuo padre, come è morto, dove hai vissuto ecc.
Così Clarice infrange una regola fondamentale, non raccontare nulla di se stessi ai criminali.
Fra interrogatori, rapimenti e lugubri ambientazioni sullo svolgimento dell’operato del serial killer, detto Buffalo Bill, poiché scuoia le proprie vittime, emerge sempre lo stato d’animo di Starling, che è una persona buona , che vorrebbe salvare il mondo, e alla quale non importa di perdere ciò a cui tiene di più , pur di salvare l’ultima vittima.
Insomma, bello molto bello, lo stile è semplice e scorrevole , si legge d’un fiato e con gran piacere.

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ALTRI TRILLER
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    16 Ottobre, 2013
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CRIATA

Che forza questa donna.
Aggrappata alla vita, alle persone che amava, difendendole ad ogni costo.
Aveva sempre sofferto, sin da quando, appena bimba in età scolare, raccoglieva le mandorle per poter curare e nutrire la sorella e la madre.
Aveva accettato il suo destino, di povera, di serva, ma le sue doti , la sua intelligenza, la portavano a grandi cose, sempre nell’ombra, sempre criticata dai paesani, ma qualcuno l’aveva amata davvero e apprezzata .
Di lei si diceva che fosse collusa con la mafia, che fosse stata l’amante del conte Broglio, e molto altro.
Come si può immaginare siamo in Sicilia, a Roccacolomba, nel 1963.
Muore la Mennulara, così era chiamata da tutti la domestica della famiglia Alfallipe, amministratori del latifondo dei conti broglio. I realtà la vera mente, il vero amministratore altri non era che M. R Inzerillo, in arte, la Mennullara. Tutti si aspettavano che saltasse fuori un testamento. Tanti dovevano essere i soldi che aveva accantonato.
Ovviamente anche su questo, fanno capolino illazioni di vario tipo.
Chi l’aveva conosciuta davvero, la stimava, ed erano davvero pochissimi.
Da zero era partita, imparando a leggere, divenne esperta d’arte, controlla va la campagna, faceva la cuoca, la cameriera, la tata, nulla le potevano dire gli Alfallipe, perfetta era!
Il testamento emerge a piccole dosi, attraverso varie lettere, e anche qui emerge l’acume della Mennullara, e il racconto diventa una specie di caccia al tesoro.
Ho trovato questo romanzo piacevole, molto lento nel primo terzo, così come l’altro libro della Hornby che ho letto, ma da un certo punto si è animato diventando davvero piacevole e originale, certo le decine di personaggi della storia avrebbero bisogno di una mappa per poterle ricordare tutte, ed alcune forse potevano essere evitate.
Nel complesso è una lettura che consiglio, per quanto ne so di Sicilia, ne parrebbe uno spaccato. Lascio ai qamici isolani eventuali commenti su questo.
Forse il filo del racconto è che , se una persona è dotata, non c’è miseria o prevaricazione, violenza o ignoranza a far da padrone, le persone astute intelligenti e dotate, in qualche modo trovano il sistema per emergere e vincere. La Mennulara lo sapeva , non ha mollato, facendosi venire un tumore per aver inghiottito troppi rospi, ma se non si ricorderanno di lei , resterà comunque qualcosa.

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la zia marchesa
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Romanzi storici
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    05 Ottobre, 2013
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CECILIA O CATERINA?

Leonardo abbassò lo sguardo,turbato da quella donna attraente e coraggiosa, che sembrava avere la forza per leggere nella sua mente.
Leonardo da Vinci e caterina Sforza, seduti l'uno di fronte all'altra.
Mentre Caterina pensa al dipinto ammirato pochi giorni prima nella chiesa di San Francesco, La Vergine delle Rocce, complimentandosi con il maestro per aver colto l’essenza della sorella, Bianca Maria.
Nel frattempo il maestro con movimenti veloci e sicuri, ritrae la nobildonna .
Leonardo avvicinando i due ritratti, fa notare quanto i volti delle due sorelle siano somiglianti.

Lo sguardo differisce, l’uno più fiero e diretto, di una donna consapevole di se stessa. Caterina.

L’altro più timido e pudico, pronto a sfuggire lo sguardo altrui. Bianca Maria.

La capacità del maestro di carpire l’anima delle modelle, non sfugge a Caterina attenta osservatrice e mente vivace.

La tigre, che alberga in Caterina Sforza, domina il romanzo storico, che ho appena finito di leggere, donna combattente al punto che la storia la vede più volte indossare l’armatura al fianco dei suoi uomini.
Sposatasi tre volte ebbe otto figli.
Sicuramente, aveva ereditato i suoi geni, Giovanni dalle bande nere, valoroso condottiero, suo ultimo figlio, nato in terze nozze da un Medici.

Una donna che sicuramente portava il fardello di un vissuto complesso, ad iniziare dallo scioccante omicidio del padre che amava fortemente, assassinio probabilmente dovuto ad un complotto.
Tale morte, di Galeazzo Maria Sforza , porterà infatti Ludovico Sforza, detto il Moro, alla guida del ducato di Milano, lasciando l'erede Gian Galeazzo Sforza delegittimato. .
La salute cagionevole e i vizi del giovane rampollo, faranno si che il Moro governi il Ducato praticamente indisturbato.

Le donne della famiglia Sforza sono le vere protagoniste di questo romanzo la loro forza, l’orgoglio dato loro dalla dinastia, dall’educazione , le menti vivaci e curiose, attente e determinate. Sono menti rinascimentali, nelle quali si intuisce la necessita’, la sete e la fame di conoscenza e di desiderio di affermazione, le donne dopo secoli di silenzio e di sottomissione vogliono e sono finalmente protagoniste
e artefici della storia.

La dama con l’ermellino bellissimo dipinto di Leonardo ha ispirato il titolo di questo libro.
E’opinione diffusa che questo quadro rappresenti Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro.
Dietro alle opere di Leonardo ci sono sempre simbologie, che onestamente non sono in grado di decifrare.
L’interpretazione meno seguita secondo la quale l’opera sarebbe una memoria alla congiura contro G. M. Sforza, padre di Caterina S. che sarebbe rappresentata , nel quadro suddetto come la dama con le perle nere al collo ,in segno di lutto, e l’ermellino ricondurrebbe allo stemma araldico di Giovanni A. Lampugnano, mandatario ed esecutore dell’assassinio di G.M. Sforza .

E’ davvero affascinante scoprire i retroscena della vita di Leonardo da Vinci, sempre proteso a nuove opere d’arte, ad invenzioni, a stupire con il suo acume ed ingegno.

Bello questo romanzo, che ha riempito alcune mie lacune storiche, e come sempre la lettura ci stimola a cercare e a conoscere cose nuove. Una lettura scorrevole piacevole ed interessante, che ho particolarmente apprezzato dato che recentemente avevo letto I cigni di Leonardo , nel quale si descriveva la storia di Beatrice D’Este, moglie di Ludovico il Moro.
Insomma vedere la storia da due angolazioni diverse.


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I cigni di Leonardo
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Romanzi
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    24 Settembre, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

E' amore?

La mia perplessità: scrivo o non scrivo una recensione???
Ho trovato questo racconto, che è storia di un amore , assolutamente non coinvolgente.
L’ho finito per il grande rispetto verso l’autrice.
I personaggi , due, un uomo e una donna, non hanno nome. Già questo ti fa rimanere al di fuori della loro storia.
Il loro amore nasce come succedaneo di un uomo bellissimo, occhi blu capelli neri, per l’appunto.
Per entrambi la mancanza di questi due ‘’caratteri somatici’’ diventa lo stimolo alla loro unione.
Ho trovato da parte del protagonista maschile una patologica psicopatia, e da parte di lei una tendenza al masochismo.
Un amore inaccettabile, un non amore; soltanto la volontà di farsi del male. E su questo, nulla da ridire, ognuno è padrone delle proprie scelte. Il fatto è che il romanzo non mi ha coinvolta, continuavo a tornare sulle pagine già lette, pensando che forse mi era sfuggito qualcosa, nulla, se non la straordinaria volontà reciproca , di lui e di lei , di occupare del tempo, delle notti, nel tentativo di avvicinare l’inavvicinabile.
Scusate ma lo avevo già letto, tanti anni fa, non lo rileggerò.
Grande penna, coscienza non coscienza , voce narrante, senza giudizi e pregiudizi, solo voce, narrante…
Forse non ho capito quello che l’autrice voleva dirci, forse come è scritto un quarta di copertina si doveva solo leggere, nulla andava capito.
Citando l’autrice: continuate a leggere e, all’improvviso, è la storia che avrete attraversato , con le sue risa, la sua agonia, i suoi deserti.
Scusate, ma una storia così è da allucinati, da gente che non fa nulla tutto il giorno , non ha oggi non ha domani, insomma non mi è piaciuto!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    18 Settembre, 2013
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La sintonia delle menti

Il mio esordio nel mondo dei trillers è decisamente ENTUSIASMANTE!
Non potevo non ricordare molti particolari, avendo visto prima il film,
interpretato magistralmente da A. Jolie e D. Washinton. Questo mi ha un po’ sfavorito, lasciandomi meno spazio alla fantasia e all’immaginazione.
La storia inizia, ovviamente ,col ritrovamento di un cadavere, sepolto vivo.
Soltanto una mano,sporge dalla sepoltura, un dito scorticato fino all’osso, funge da supporto per un anello femminile.
L’uomo rapito in compagnia della moglie, da un tassista. Non si sono più avute notizie dei coniugi, e il messaggio in codice fa supporre che la donna sia ancora viva.
La poliziotta di pattuglia Amelia Sacks, trova per prima il cadavere sepolto, e si comporta secondo il protocollo per impedire che la scena del crimine sia inquinata, non senza critiche e difficoltà .
Inizia un rapporto di collaborazione fra l’agente Sacks e Lincoln Rhyme; lei ragazza bellissima e intelligente, figlia d’arte, e lui, ex detective, profiler, costretto all’immobilità quasi totale da alcuni anni, dopo un incidente sul lavoro, ingaggiato per il nuovo caso come consulente.
Dopo un inizio ostico, il rapporto fra i due diventa un’intesa perfetta, Sacks, diventa il prolungamento fisico di Rhyme, trasformandosi nelle sue gambe nelle sue braccia, nel suo olfatto occhi tatto ecc.

Due menti sopraffine, che uniscono le forze e le notevoli capacità, per decifrare gli indizi che il sosco, soggetto sconosciuto, lascia volutamente o inconsapevolmente sulle scene del crimine.
Ad ogni nuovo indizio si aggiunge un pezzo al puzzle , un nuovo indizio porta a un’ulteriore conoscenza del sospettato, il quadro si sta per comporre.
Solo l’unione delle due menti e delle abilità investigative , dell’alchimia fra i due protagonisti ti tiene incollato al racconto, poi il magnetismo al limite dell’erotico, ti coinvolge ulteriormente., creando una dipendenza fisica dal volume, portando ad esso ad ogni ritaglio di tempo, coinvolgendoti sempre più, fino ad un crescendo delle ultime cento pagine, che portano i valori dell’adrenalina alle stelle……….
Lasciandoti dispiaciuto di aver letto le ultime righe……poi per fortuna scopri che ci sono altri nove libri sulle indagini di Rhyme e Sacks. Meno male!

Devo aggiungere che questo racconto, pur essendo principalmente legato alle vicende degli omicidi,
spinge ad alcune importanti riflessioni sull’eutanasia, sui risvolti psicologici che indirizzano alcuni investigatori alla scelta della loro professione, dimenticando spesso la loro vita privata.
Vi dico, che se come me non avete mai letto questo libro, ve lo consiglio caldamente, non ne rimarrete delusi. E ora largo ai trillers, avevo così tanti proggetti di letture, ora ne ho di più.
paola

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    07 Settembre, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

porcomondo ,che paura mi fai

Storia di Mandorla,bambina eccezionale, adottata da un intero condominio dopo essere rimasta orfana di madre, unico genitore da lei conosciuto.
A sei anni, Mandorla perde improvvisamente Maria, sua madre,da lei era amata moltissimo.
Sarà un impatto durissimo con la realtà, non ha nessun altro al mondo.
Maria, lascia una lettera dolcissima, piena di errori grammaticali, ma satura di affetto per quella bimba che aveva tanto amato e protetto.
In questo scritto si scopre che il padre di Mandorla è un condomino del palazzo di via Grotta Perfetta, 315.
Mandorla è stata concepita all’ultimo piano, nell’ ex lavatoio.
Le famiglie del palazzo, si riuniscono e decidono, piuttosto di scoprire il proprio marito in flagranza di adulterio, che preferiscono adottare tutti insieme Mandorla , non facendole mancare nulla, crescendola collettivamente.
Mandorla, bambina davvero buona, servizievole, obbediente, cresce però con grossi problemi,dovuti inizialmente alla perdita dell’adorata e unico genitore ; in seguito alle grosse difficoltà di identificarsi ora con uno poi con l’altra famiglia del condominio.
Scopriamo così che ogni piano ospita coppie più o meno perfette, all’apparenza, e la piccola Mandorla si rivelerà spesso molto più matura e sensata di chi deve esserle genitore.
Quante paure, quante poesie rivolte ad oggetti, per poter diventare lei stessa oggetto, per scongiurare i suoi incubi, diventando inanimata, per non provare quei sentimenti di inadeguatezza, per essere una ragazzina come gli altri della sua età.
Per scongiurare il pericolo di incontrare Porcomondo, il drogato che girava per il quartiere anni addietro.
Per non dispiacere nessuno, cercarà di indossare gli abiti che le sono regalati, assumendo spesso le sembianze di una sorta di collage, dai colori e dai contenuti piuttosto strampalati.
Il racconto si articola tra continui sbalzi temporali, Mandorla reclusa in una cella carceraria, aspettando tutta la notte l’arrivo del suo avvocato , ricorda ogni passo della sua stana vita, ogni piano da lei abitato.
Ogni condomino in fondo le ha voluto bene,ma nessuno di loro in realta’ è il suo vero genitore
Quel famoso test del DNA non è mai stato fatto, ora si è decisa, ha diciotto anni, pensa di voler conoscere la sua identità.
Chiara Gamberale è davvero originale in questo suo racconto, scorrevole, e alquanto sorprendente!!!
Soprattutto nel finale.
Che dire di quello che mi ha trasmesso questo racconto, piacevolissimo e insolito, per nulla scontato, ai limiti della realtà.
Se dovessi definire questa scrittrice , la paragonerei ai sudamericani, alla Allende, a Marquez, Esquivel, non tanto per il talento, ma per la capacità di mixare reale e fantasia al limite del consentito dalla ragione.
Non vorrei essere azzardata con questa mia affermazione, tantomeno suscitare rivolte popolari, ma davvero , leggendo, mi chiedevo quanto fosse verosimile ciò che scorreva via, trovandolo comunque piacevole.
Ho trovato la riconferma, che in ogni famiglia c’è il buono, ma anche la pecca, l’altro lato della medaglia.
Che spesso le persone per non affrontare la realtà preferiscono mettere la testa sotto la sabbia.
Meglio non sapere, continuare così, nella menzogna e nel dubbio.
La luce delle case degli altri, è un po’ l’erba del giardino che sembra sempre più verde, della tua.
Però se la vai a vedere da vicino trovi un sacco di imperfezioni, a volte dei veri buchi.
L’amore vero di questa madre sfortunata che lascia sola la sua unica , fortemente voluta bimba, la dice lunga sulla vera forza dell’AMORE materno, gratuito, generoso , dimostrando che se non sappiamo la verità a volte siamo arbitri incondizionabili. Spesso il pregiudizio ci confonde , condizionandoci.
Scusate il giro di parole.
Giudichiamo chi è diverso a priori.
Maria ha saputo proteggere la sua bimba con intelligenza, lasciandole la possibilità di crescere, di esprimersi per quello che valeva veramente.
Certo il vuoto per la perdita materna non era colmabile, ma è stato contenu
to.
Davvero simpatica questa lettura, non conoscevo la Gamberale scrittrice, giovane talento.
Vi consiglio questa lettura, dotata di utile mappa del condominio, onde evitare confusione di nomi e cognomi.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    31 Agosto, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

cronaca nera, con sfumature variopinte.

Il racconto vorrebbe essere una cronaca , in quanto Marquez, era stato mandato come giornalista a seguire il processo per l’omicidio di Santiago Nasar. Cruentemente ucciso sull’uscio di casa .
Mandanti ed esecutori, i gemelli, Vicario; fratelli di Angela Vicario, della quale riscattavano l’onore.
Storia incredibile, nella quale i gemelli, praticamente diffondono l’intenzione di uccidere santiago,
il mattino seguente la festa di nozze della sorella, rispedita al mittente in quanto impura.
L’amore del suo sposo, che per farla felice è disposto a tutto, si spegne così, al loro primo incontro matrimoniale, di coppia.
L’onore della bella angela, infangato.
Lei disonorata, per sempre.
Dopo botte , schiaffi pugni , ha il viso tumefatto e irriconoscibile, angela confessa:
è stato Santiago Nasar a deflorarla.

Non si sa in quale momento, in quale angolo, Angela ha sempre condotto una vita esemplare.
Non si appurerà mai la verità.
I fratelli devono uccidere il colpevole, devono lavare l’onta.
Così con ancora addosso l’abito da cerimonia, affilano i coltelli , sono macellaiai di professione,
scelgono l’arma che più si addice loro.



Tutti sanno, ad esclusione del diretto interessato!
Della serie , quando devi morire, devi e basta!
Perfino la madre lo chiude fuori casa, credendolo invece al sicuro, permettendo così il suo omicidio.
Il racconto, a mio parere , come dicevo all’inizio,vorrebbe essere una cronaca, ma come può la fantasia superbamente feconda , magica, di Gabo, partorire una cronaca?
Ne nasce così un girovagare di personaggi per le vie del paese, come se da un momento all’altro santiago dovesse conoscere il pericolo che lo aspetta dietro l’angolo. Nessuno si prende la briga di metterlo in allarme , tutti sanno. Santiago Nasar, ignora, tranquillamente, se ne va in giro.
Col panorama caraibico tipico di Marquez, fra curiosi, festeggiamenti, vescovi che mangiano solo creste di gallo, amanti sapienti, metri di intestini che se ne vanno a spasso per le vie e molto altro; come annoiarsi?
Non il migliore, ma certo spettacoloso Marquez.
Come faremo , quando, esaurite le sue opere, lette e rilette.
Poveri qmarquezziani, che sono molti a quanto vedo,come ci consoleremo?
alla prossima
paola

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    31 Agosto, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

questa pietra....è ed è sempre stata tutto.

Lettura da ‘almeno una volta’ nella vita.
Letto in due diversi momenti della mia vita. Esaltato la prima volta, il vademecum della ricerca di se stessi.
Della ricerca dello spirito, della pace con l’universo ecc ecc…
Ora in questi giorni, mi sono un po’ indispettita, pur adorando sempre l’autore e il testo.
Mi sono detta, con questo euro del cavolo che ci fa diventare tutti poveri e pidocchiosi, dovendo stare attenti ad ogni spesa anche minima, lavorando il più possibile, chi potrebbe dedicarsi alla ricerca di se stesso, senza morire di fame?
E’ la dimostrazione che il libro che vai leggendo , viene vissuto da ognuno anche in base al suo stesso momento interiore. Lo stesso individuo lo interpreta diversamente, in momenti diversi della sua stessa vita.
Bando a queste considerazioni, Hesse compie un viaggio spirituale e carnale, alla ricerca di ciò che l’individuo vuole dalla propria vita, il significato che dà alla propria vita. Come l’individuo si colloca nell’universo.
Cerca, cerca , testando varie emozioni e diversi modi di vivere, ma quando incontra colui che è parte di
sè, sangue del suo sangue, è disposto a soprassedere, a passare oltre le sue convinzioni, a mollare tutto.
Siddharta, è intelligente, bello, curioso, ha già ciò che altri si accontenterebbero di possedere, ma proprio le sue doti , le sue capacità lo spingono a cercare di più, sempre di più.
Forse tanti di noi nel loro mondo, cercano continuamente di più, sapere, imparare, conoscere, ascoltare,
fare , poi si fermano e tirano le somme, della propria vita, scoprendo che forse le cose che avevano sotto gli occhi sono quelle che contano.
Non ho capito niente?? Forse io ho letto un altro libro??

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Gialli, Thriller, Horror
 
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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    11 Agosto, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

Possiamo scegliere! Sempre!

Tutti conosciamo la trama di questo romanzo di Stevenson.
Trovo questa recensione difficile, perciò mi piacerebbe cercare di analizzare piuttosto che raccontarvi la trama, che come ripeto è piuttosto conosciuta.
La lotta tra bene e male, scusate non mi basta.
In qesto periodo storico, il milleottocento....,nella Londra vittoriana avvenne un fatto di cronaca angosciante, un medico assassina prostitute mutilandole gravemente : Jack lo Squartatore..
-Forse Stevenson ossessionato da questo, ha cercato di costruire una storia, giustificando forse il genere umano, trasformando un uomo perbene in un essere meschino e crudele.
Il dott. Jekill: dottore in medicina, in legge, in lettere, membro della Società Reale, ha delle pulsioni perverse, e con l'ausilio di droghe, polverine non ben identificate, si traforma in Hyde essere dalle sembianze opposte alle sue e suo tramite commette atrocità non ben definite se non genericamente.
L'avvocato Utterton,caratterizza la conduzione del racconto, da uomo perbene, benpensante, amico di Jekill. La sua curiosità gli insinua subito il dubbio ch qualcosa di losco si celi oltre la porta di quel laboratorio, sul retro di casa Jekill .
La morbosità con cui egli indaga , con il gusto di voler scoprire malvagità insospettabili, quasi a rivalutare la sua rettitudine e quella delle persone perbene.
La malvagità che sovrasta la bontà , la bontà di jekill che vince la malvagità di hyde solo per due mesi, poi lo sovrasta nuovamente sino ad un hyde irreversibile , la dipendenza dalle pervrsioni è più forte e vince.
-Forse Stevenson ci vuole dire che in ognuno sono compresenti bene e male?.- Forse anticipa le teorie attuali , che l'ambiente in cui cresciamo ci condiziona profondamente.
-Forse nella Londra del tempo, avrà notato che le figlie di prostitute non avevano scelta , diventavano a loro volta prostitute.
Ma Jekill, era perbene,- forse in lui l'educazione vittoriana aveva soffocato pulsioni che ai giorni nostri avrebbe potuto sfogare senza frustrazioni devianti?
_Forse vuole trasmetterci che anche noi come Jekill, possiamo scegliere, con la volontà e la determinazione? Ma che non abbiamo infinite possibilità di redimerci, che c'è un punto di non ritorno?
Cosa ci vuole dire Stevenson? Si limita a raccontare una storia di fantasia, stop punto e a capo?
Oppure il suo acume ci invita a fare questi ed altri ragionamenti.
Mi piacerebbe che voi mi commentaste, inviandomi nuovi spunti, vorrei capire meglio.
A meno che non ci sia nulla da capire, solo leggere e via.
A voi se volete...
Come spesso succede le mie opinioni finiscono con un punto di domanda, scusate.
E se fosse meglio così? ............
paola

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fankestain (non so se scrive così)
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