Opinione scritta da Nanà_

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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    23 Dicembre, 2013
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“Le nostre anime sono una cosa sola”

La vita di Noah è difficile da definire, “non è stata il trionfo spettacolare” né la vita di un uomo “rimasto sepolto in un buco come una talpa”, lui ha amato Allie con tutto il cuore e con tutta l’anima, e questo è un grande dono che ha colmato la sua esistenza.
Lui vive in un mondo fatto di poesie, trascorre ogni giorno cercando la bellezza nei fiori e nei versi dei suoi autori preferiti, sa che “nulla può essere migliore di un giorno colmo di sogni e di tramonti e di brezze leggere”, soprattutto ha imparato che “la vita è sedere su una panchina sulla riva di un fiume antico”, con la mano posata sul suo ginocchio di Allie e nei momenti più dolci, innamorarsi di nuovo di lei.
È un uomo che ha raggiunto l’essenza del mondo e, come pochi, sa vivere d’amore.
Si sono amati intensamente e forse si amano ancora -un amore platonico che coinvolge l’anima, indimenticabile- ma sono divisi, così come “il giorno e la notte sono legati come poche altre cose al mondo, non possono esistere l'uno senza l'altro e tuttavia non possono esistere insieme”.
Un sentimento prezioso e raro alberga nei loro cuori, che migliora e rende più forti.
“Nel tempo del dolore ti stringo a me e ti cullo e faccio mia la tua pena. Piango quando tu piangi e mi ribello quando ti ribelli. Insieme cerchiamo di arginare i fiumi di lacrime e le onde di disperazione, per proseguire insieme nella strada accidentale della vita”.
Fatevi prendere dalle dolci parole di Sparks, lo consiglio a tutti, grandi e giovani, soprattutto a chi si ritiene ancora estraneo all’amore “dell’anima”.
Personalmente non amo i romanzi d’amore, ma questo mi ha completamente presa, l’ho divorato e leggendolo mi sono commossa parecchie volte. Lo stile è semplice e scorrevole, perfetto per questo genere.
Ho riflettuto parecchio sull'effetto che questa lettura ha avuto su di me, sono i personaggi e la storia (che molti possono considerare la banale solita trama dei romanzi d’amore) o il modo in cui è scritta che rendono speciale questo libro? Mi piacerebbe avere un confronto con voi :)

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    26 Agosto, 2013
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“C’è sangue orrendamente versato in ogni suo passo

Accadono strane nefandezze e delitti in città, il colpevole, l’autore di questi misfatti, Mr. Hide, è conosciuto da pochi, ma sembra avere stretti rapporti con il dottor Jekyll, uomo di cultura, rispettoso e buono.

“I pochi che potevano descriverlo (…) solo su un punto essi concordavano: e questo era il senso angoscioso d’indefinibile deformità che il fuggitivo lasciava in chi lo aveva visto”, l’espressione del volto fa gelare il sangue nelle vene, Hide ha “qualcosa di strano, qualcosa che colpiva in modo particolare, (...) qualcosa di freddo e sottile che penetrava fin nel midollo delle ossa”.

Questa breve opera ha carattere universale, ispirata da un sogno di Stevenson, direttamente dal suo inconscio e dalla sua sensibilità, tratta un tema molto profondo, che va oltre alla lotta tra bene e il male.

Jekyll si definisce il più grande dei peccatori ma quello che soffre di più, “sembrava che un gran peso gli opprimesse l’animo”.
Ciò che spinge Jekyll a “attirare su di se un castigo e un pericolo” tanto grave da non poter essere nemmeno nominato è l’ambizione.
Egli sfida la morte pur di giungere al trascendente, rompe i limiti imposti dalla natura. Jekyll disprezza il concreto, il successo e la carriera lo portano a nascondere i suoi piaceri ed emozioni. Tutto questo lo porterà a diventare completamente “assuefatto a una profonda duplicità di vita”, dualismo.

Jekyll si addentra in un viaggio unidirezionale, in cui l’unica uscita è la regressione e l’annullamento della persona.

Hide e Jekyll non sono opposti, Hide è qualcosa sempre esistito in Jekyll, è il male, un istinto represso, poco sviluppato, mai educato.

Oltre al tema ho apprezzato anche lo stile dell’autore, scorrevole e impeccabile, in particolar modo nelle descrizioni degli spazi, con un pizzico di macabro e misterioso, ma non in modo esagerato.
Consigliato.

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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    24 Agosto, 2013
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‘’Essere guardato e non soltanto visto,

essere ascoltato e non soltanto udito.’’

È questo che sogna Amir, un bimbo che ha bisogno di vero affetto paterno.

Amir però non è come il padre, per niente.
Non ha le “palle”, è un vigliacco; a differenza del suo servo Hassan, coraggioso e buono… ma di stirpe hazara, destinato a rimanere inferiore, indegno dell’amicizia di Amir.

Amir è un ragazzo tormentato da se stesso… e dalla colpa che l’ha macchiato per sempre.
Una serie di eventi non trascurabili cambierà la vita di entrambi. Non è possibile tornare indietro, ma c’è sempre un modo per rimediare.

“Il passato si aggrappa con i suoi artigli al presente”, ma non è mai troppo tardi: “esiste un modo per tornare ad essere buoni”.

Particolare è il personaggio di Baba, padre di Amir, figura rigida, restio nel dimostrare affetto e sentimenti. Si tratta di una personalità rivoluzionaria, per lui religione non significa non mangiare carne di maiale o non bere alcolici. Per Baba il delitto più grave è il furto: “se uccidi un uomo, gli rubi la vita, rubi il diritto di sua moglie ad avere un marito, derubi i suoi figli di un padre. Se dici una bugia a qualcuno, gli rubi il diritto alla verità. Se imbrogli quello alla lealtà”

Hosseini racconta una storia toccante di amicizia, tormento e tradizione, ambientata in un paese in cui la società è molto gerarchica e fondamentalista. “Tornare a Kabul era come imbattersi in un vecchio amico e scoprire che la vita era stata impietosa con lui, privandolo di tutto.”

“Il cacciatore di aquiloni” insieme a “Mille splendidi soli” sono due eccellenti ritratti dell’Afghanistan, in tutte le sue sfaccettature. Da leggere almeno una volta nella vita.

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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    05 Luglio, 2013
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“Avete freddo perché siete sola: nessun contatto

accende il fuoco che è in voi. Siete malata perché il migliore di tutti i sentimenti, il più nobile, il più dolce, vi rimane lontano. Siete sciocca perché per quanto ne soffriate, non gli fate cenno di avvicinarsi, ne muovete un passo per andargli incontro”.

…Cara Jane, avrei voluto essere un personaggio della tua storia, per chiederti di descrivermi te stessa, è così complicato trarre un quadro complessivo del tuo personaggio… e la tua capacità di descrizione è nettamente superiore alla mia. Hai gli occhi indagatori, capaci di giungere dell’essenza delle cose e delle persone… eppure il tuo cuore rifiuta ogni tipo di contatto. rifiuta l’amore...

Ho adorato questo libro sin dalla prima pagina e ha soddisfatto a pieno tutte le mie aspettative. Non mancano i colpi di scena e le particolari, quasi meticolose, descrizioni danno la sensazione di essere dentro la storia.
Racchiude tutto ciò che un lettore, anche alle prime armi, desidera di trovare in un classico… mai più attuale. Questo romanzo sembra scritto ieri.

Per Jane “è vano dire che gli esseri umani dovrebbero accontentarsi della quiete; gli uomini hanno bisogno dell'azione, e se non la trovano, la creano”, per lei “le donne sentono come gli uomini, hanno bisogno come essi di esercitare le loro qualità e occorre loro un campo più vasto per esercitarle” al contrario per la mentalità dell’epoca.

“Non sono un uccello; e non c'è rete che possa intrappolarmi: sono una creatura umana libera, con una libera volontà”. La penna di Charlotte ha creato un personaggio unico, il cui senso di indipendenza e di grande maturità è insormontabile.

Se avete la volontà di leggere un classico, fate in modo che sia Jane Eyre. Intramontabile.


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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    30 Mag, 2013
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Bacia sugli occhi.

Sì, perché così puoi baciare i sogni di una persona, perché gli occhi guardano nella direzione dei sogni e dei desideri. Ed è esattamente questo che fa D'Avenia con "Cose che nessuno fa".
La "perla" dell'intera storia, Margherita: possiede "la bellezza delle cose fragili", l'ingenua maturità dell'adolescenza, emotiva e, aggiungo, irresponsabile. D'altronde è questa l'adolescenza: irrequieto momento di passaggio in cui si forma la personalità di ognuno; per questo motivo definirei inoltre questo libro una sorta di romanzo di formazione.
Mi ha colpito particolarmente il modo in cui l'autore ha reso l'interiorità di ciascuno dei suoi personaggi, da Giulio, ragazzo dal passato travagliato, al professore che "sapeva solo sognare, non amare".
Lo stile è scorrevole e impeccabile in alcune parti, dispersivo e banale in altre. Lo stesso vale per numerose citazioni, a volte adatte e profonde, a volte troppo numerose e inserite con poca coesione.
Si tratta di pagine colme di riflessioni profonde o meglio: di Sentimenti ed Emozioni.
Lo consiglio a chi vuole intendere l'adolescenza in alcuni dei suoi aspetti peculiari e non solo agli adolescenti come me, ma anche ai genitori, i quali frequentemente perdono di vista il vero senso dell'amore e della vita, correndo dietro a futili mondanità, tralasciando la famiglia e ciò che realmente possiede importanza.

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"Bianca come il latte, rossa come il sangue"
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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    27 Aprile, 2013
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''(..)costringere la gente ad amare la vita"

La caratteristica principale di questo libro, a mio parere, è proprio questa: insegna l'amore, la vita e i sogni. Incita a non arrendersi mai, a rialzarsi dopo ogni caduta "i sogni veri si costruiscono con gli ostacoli". Apprezzare ciò che ci circonda, vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo: carpe diem.
Interessante è il modo in cui l'autore parla di una malattia tanto complessa e grave, la descrive con semplicità e dolcezza, come si farebbe con un bambino.
L'importanza concettuale della storia è notevole e le riflessioni sono profonde; in contrasto, però, con lo stile troppo semplice e superficiale, ma che rende questo libro accessibile a un vasto numero di lettori, sopratutto adolescenti, per i quali è più naturale immedesimarsi nella vicenda.

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Nanà_ Opinione inserita da Nanà_    19 Aprile, 2013
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Vicini ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.

Mattia e Alice. Personaggi complessi, dalle mille sfaccettature, la cui psicologia è resa dall'autore in maniera semplice e lineare, fino al finale.
Interessante è il personaggio di Mattia, tormentato dal passato, rintanato in se stesso e infinitamente solo. Vive di matematica, incapace di fargli del male, in continua fuga dal mondo e da ciò che potrebbe renderlo felice. Alice: "stanca, di quella stanchezza che sa dare solo il vuoto", l'emblema dell'incomprensione e dell'arrendevolezza.
Storia meravigliosa, concetti profondi resi con uno stile semplice, molto scorrevole.

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