Opinione scritta da msfarfina
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E' un libro onesto
A me Moccia piace perchè è onesto, nel senso che quello che ti aspetti da lui è una storia d'amore ben congegnata dove lui faccia il suo dovere, che è di essere tormentato ed involontariamente follemente innamorato di lei, e lei faccia il suo dovere, che è quello di essere una persona indipendente ed autonoma, che cede a lui solo dopo una grande battaglia interiore e che comunque non perde mai la bussola della dignità e dell'amor proprio. Questo ti aspetti e questo fa, regalando al lettore momenti di spensierata piacevolezza.
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Soppravalutata
Trovo che la Mazzantini sia sopravvalutata. Sono infiniti i difetti che ho trovato a questo libro, ma il principale è il linguaggio. Il libro consiste nel flusso di coscienza di un borghese della peggior specie, senza alcun spessore morale, e lei gli mette in bocca parole forbite del tutto stonate rispetto al personaggio. Per esempio, per dire che l'amante aveva la maglia pezzata di sudore sotto le ascelle, il protagonista parla di "gore di sudore"; ma il peggio lo ha fatto quando per dire "scrostare una latrina" fa dire al protagonista "scozzonare una latrina", dove scozzonare significa, invece, "ammaestrare". Questa discrasia mi ha disturbato durante tutta la lettura; un inutile sfoggio di una forbitezza nel concreto del tutto inesistente. Trovo che quanto descritto guasti irrimediabilmente un romanzo che altrimenti avrebbe potuto essere più piacevole, anche se mai lo si sarebbe potuto considerare un capolavoro.
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Piacevole
Premetto che a me la Hornby come scritttrice piace. Ho letto tre suoi libri: La Mennulara, La zia marchesa e La monaca. Ho come l'impressione che lei voglia proporre il rifacimento di alcuni romanzi, con l'intenzione, però, di rendere nei suoi romanzi le protagoniste più energiche rispetto all'originale. Tutte le protagoniste si ribellano alla loro condizione e decidono, bene o male, della loro della propria vita. Così, "La zia marchesa" mi ha dato l'impressione di essere il rifacimento di "La lunga vita di Marianna Ucria"; "La monaca", invece, il rifacimento di "Storia di una capinera". Non sono, invece, riuscita a capire se "La mennulara" abbia un romanzo "ispiratore", e forse proprio per questo motivo è quello che mi è piaciuto di più (perchè mi è parso il più originale), anche se sospetto che un "romanzo ispiratore" esista. Certo, non sono dei capolavori, però hanno indubbiamente una loro piacevolezza. Ripeto, mi sembrano rifacimenti di buon livello di romanzi precedenti, di livello migliore per capacità descrittiva sia delle ambientazioni che dei personaggi rispetto ai tanti libruncoli che si ispirano alla Austen o alla Alcott.
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