Opinione scritta da Giulia ☮
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Nulla è reale, tutto è lecito.
Io sono una grande fan di Assassin's creed, mi aspettavo una bella avventura ma il libro è praticamente la cronaca del gioco, nulla di nuovo e intrigante forse perché ne conoscevo già il finale e la storia ma devo dire che i personaggi sono privi di descrizione, Bowden resta molto superficiale e io invece trovo che sia molto importante far capire al lettore la psicologia di ogni personaggio aldilà della descrizione fisica. Forse chi ha giocato al videogioco riesce a "godersi" di più questo romanzo perché bene o male ha un riferimento all'aspetto dei personaggi,la voce, i gesti. Ma per chi è la prima volta che entra nel mondo degli assassini temo sia difficile far piacere questo libro. Io lo ho trovato abbastanza piacevole e molto scorrevole tuttavia non è stato altro che un bel ricordo della mia esperienza di gioco. La storia di Ezio è fantastica, mi ha appassionato molto ed è una storia che merita di passare sotto la penna di uno scrittore capace, non di Bowden che si è limitato a trascrivere per filo e per segno ciò che accadeva nel gioco, pure le stesse battute, scusi Oliver ma a far così sono bravi tutti. Il vero artista è la Ubisoft, che ha creato un capolavoro, trovo questo romanzo inutile.
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Professor Langdon
Un'altra avventura del mitico professor Langdon che sta volta si trova ad indagare sull'omocidio di Jacques Saunière. Assassinato in un corridoio del famosissimo museo parigino. Un cadavere nudo in posizione come l'uomo vitruviano, enigmi e misteri che pagina dopo pagina si infittiscono, forse Brown azzarda con la storia di Gesù ed ha fantasticato troppo con il significato dei dipinti di Da Vinci.
Devo ammettere che il romanzo mi è piaciuto ma mi aspettavo qualcosina in più, letto dopo qualche anno dall'uscita, trovo che sia un titolo abbastanza sopravvalutato. Primo romanzo che ho letto di questo autore, mi piace lo stile di Brown che riesce a intrigare il lettore con enigmi sempre più arguti,tutti che spingono chi legge a tuffarsi nella vicenda.
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L'ho acquistato e non me ne sono pentita!
E' un libro molto scorrevole, lo stile con cui D'Avenia scrive è semplice, anche fin troppo. Ha cercato di immedesimarsi in un sedicenne innamorato, ma non gli è riuscito molto bene. A parte questo è un libro molto bello. E' un pelo sopravvalutato perchè tutti ne parlavano dicendo che era un capolavoro. Ok, capolavoro non lo si può considerare però in complesso vale la pena di leggerlo. Per lettori più adulti può sembrare banale, infatti dal lessico usato si intuisce che è stato scritto perlopiù per adolescenti. Questo libro mi ha tenuta sospesa fino all'ultimo, l'idea di saltare pagine non mi ha nemmeno sfiorato. Molti dicono che il finale è scontato, invece penso che bisognerebbe aprire la mente e pensare in modo più fantasioso. In questi libro vediamo come Leo, ragazzo che frequenta il liceo, si innamora di Beatrice, una sua coetanea con dei bellissimi capelli rossi. Quando Beatrice scopre la sua malattia Leo si fa coraggio e cerca di starle il più vicino possibile. Dalle prime pagine e verso la fine si vede come Leo cresce interiormente. Come ha detto l'utente sotto di me, il nostro D'avenia si ritrova nel ruolo del supplente, che aiuta Leo a uscire dalla sua "depressione".
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