Opinione scritta da BEPUZ
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Difficile crescere, ma anche essere adulti..
C'è un ragazzo Leonard Peacock, che nel giorno del suo diciottesimo compleanno, mette nello zaino una pistola p38 con cui suo nonno aveva ucciso un nazista durante la seconda guerra mondiale. La porta con sè a scuola perchè ha deciso di uccidere il suo ex migliore amico Asher Beal, il bullo della scuola che prende sempre in giro Leonard ed il suo unico amico Baback, un ragazzo di origine iraniana che suona divinamente il violino. Leonard pensa che se Asher è un pessimo elemento da giovane, lo sarà anche da adulto, mentre lui non diverrà mai adulto perchè dopo aver ucciso Asher rivolgerà la pistola contro di sè. La vita per Leonard non significa niente, perchè lui dovrebbe festeggiare? Suo padre ex componente di una band, s'è nè andato di casa per ignota destinazione; sua madre lo ha lasciato a casa da solo per inseguire il suo sogno a New York di fashion designer, dimenticando anche di chiamarlo per fargli gli auguri. Questi sono gli esempi che Leonard ha avuto, due persone che si sono buttate per così poco, prendendo a calci il loro matrimonio. Lui abitante nella provincia americana, non ha grandi sogni e cerca di capire il mondo degli adulti, seguendoli mentre si recano al lavoro, tutti vestiti allo stesso modo, giacca e cravatta con la valigetta ventiquattrore in mano. Li vede sempre tristi, mai nessuno che fischietta, mai una conversazione tra loro, un sorriso. Pensa che al ritorno saranno contenti di tornarsene a casa loro, ognuno con la propria famiglia, invece no stesso sguardo. Lui non vuole fallire, ma non sa come fare ad evitare il fallimento, per questo ha deciso di farla finita, portandosi nell'altro mondo anche Asher. Leonard nello zaino oltre alla pistola, mette un regalo per coloro considera "amici". Uno per l'ottantenne Walt, fumatore incallito e amante dei film di Humprey Bogart. I due conoscono tutti i film con relative battute a memoria, e a volte per parlare utilizzano il linguaggio dei film; l'altro per Baback l'iraniano che purtroppo col passare degli anni si sta americanizzando; poi Lauren una ragazza di cui Leonard si è invaghito; e Herr Silverman, il suo insegnate di Storia dell'Olocausto, che spinge i ragazzi a ragionare fuori dagli schemi mentali preordinati, ma riesce a far breccia solo su Leonard spingendolo a scrivere "Lettere dal Futuro". Lui dissemina nella giornata indizi, sperando che qualcuno carpisse il suo segreto, desidera che qualcuno si ricordasse che oggi è il suo compleanno, invece niente. La sua vita è un intreccio di esempi umani scadenti, aspirazioni infantili.
Leonard fa veramente tenerezza, obbliga a spingere lo sguardo avanti ai suoi coetanei e costringe gli adulti a guardare indietro per osservare le loro colpe da vicino insegnando cosa sia la pietà e il perdono.
Storia che mi ha creato personalmente un groviglio di emozioni.
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Due corpi, una sola anima
Manuel e Juana sono figli di genitori appartenenti alla piccola borghesia tendente al ribasso per via della crisi di Bogotà. Loro padre è impiegato in una banca, con zero prospettive di carriera, deriso e umiliato dai suoi colleghi, mentre la madre lavora in un negozio di fiori. La loro non era una famiglia felice, anzi frustrazione e risentimento verso la società entrano quotidianamente tra le mura domestiche. Soprattutto Manuel, non veniva amato e considerato da entrambi i genitori, che riversavano le loro attenzioni solo alla primogenita Juana. Fu quest'ultima, un giorno, quando Manuel era ricoverato all'ospedale per una febbre altissima, che lo guardo' fisso negli occhi e posandogli la mano sulla fronte " fu come uno specchio che scende dall'alto e riflette nell'anima". Era la prima volta che si sentì amato da qualcuno. Manuel trascorse l'adolescenza leggendo libri che gli passava un amico, a cui interessava solo giocare al calcio, ma al patto che doveva successivamente spiegargli il contenuto al fine di non farsi scoprire dalla madre che era solo Manuel a leggerli. L'unico amico di quella fase della sua vita, fu Edgar, un ricco snob con la passione della scrittura. Con lui ebbe le prime sbornie e consumo di droga. Altra sua passione erano i graffiti, era nei disegni che veniva fuori la sua anima.
Juana frequentava l'università statale Nacional facoltà di filosofia, anche se suo padre era contrario che lei si iscrivesse a quella facoltà, perché abbinava la stessa ai guerriglieri comunisti delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia). Juana, faceva anche dei lavoretti saltuari per mantenere le passioni di suo fratello Manuel, quali libri, cinema e graffiti. Avrebbe fatto di tutto per sottrarlo al mondo in cui vivevano e dargli un futuro migliore. La svolta nella sua vita la ebbe quando fece da badante al signor Echenoz, un francese che viveva in Colombia dagli anni 60....Ed è da imputare a questa conoscenza ed ai dialoghi avuti con lo stesso che inizia la vita misteriosa di Juana.......
Juana scompare facendo perdere le proprie tracce. Manuel fa di tutto per ritrovarla, finché un giorno viene arrestato a Bangkok per possesso di stupefacenti, reato per cui rischia la pena di morte.
Corsa contro il tempo per il console colombiano di stanza a New Delhi, nel tentativo di salvare Manuel dalla morte e ritrovare dagli indizi fornitogli dallo stesso sua sorella Juana.
Romanzo a tre voci, in cui il console fa da collante tra i due protagonisti.
L''autore ha saputo dare un'anima ai suoi protagonisti, inserendoli in un contesto politico e sociale quale quello Colombiano con organizzazioni paramilitari, di cui il Governo si serve per commettere omicidi di natura politica, celandosi dietro la lotta ai guerriglieri delle FARC. Manipolazione dei media per distogliere l'attenzione sui fatti nei quali ci si sbarazza di personaggi scomodi o per giustificare omicidi di massa, passando per il turismo sessuale in Thailandia, delle ragazzine che si suicidano impasticcate, o che si bucano nell'inguine o nelle nocche per non essere scoperte.
Ritmo blando all'inizio, ma sempre più incalzante soprattutto grazie alla storia e al carattere di Juana. La visione delle tematiche trattate dal signor Echenoz, quali la democrazia, la donna, sono di un cinismo allo stato puro, ma che inducono riflessione.
Mi aspettavo tutt'altro finale, ma l'autore è riuscito veramente a stupirmi...
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Non c'è n iente da capire nella violenza
Lakhdar è un ragazzo di Tangeri città del Marocco tra il Mar Mediterraneo e l'oceano Atlantico. Proviene da una famiglia modesta, padre proprietario di un piccolo negozio di alimentari, tutto Corano e lavoro, e madre schiava casalinga. Trascorre le giornate con il suo amico Bassam al porto, dove vedono partire le navi che fanno la spola sullo stretto tra il Marocco e la Spagna. Ha la passione per i libri gialli francesi e per sua cugina Meryem. Bassam sogna di andare un giorno in Spagna lui no.Lui e Meryem vengono scoperti nudi, dal padre di Lakhdar. Viene cacciato di casa per la vergogna provata e provocata alla sua famiglia. Vive per mesi come un randagio, fino a quando il suo amico Bassam gli presenta lo sceicco Nouredine che lo assume come libraio nella moschea del gruppo per la diffusione del pensiero coranico. Le sue giornate scorrono tra il gruppo, il porto con Bassam alla ricerca di ragazze straniere e le letture dei gialli. Lakhdar più avanti intuisce di cosa si occupa il gruppo di estremisti islamici per il quale lui lavora, e rifugia dalla violenza, non partecipando attivamente alle spedizioni punitive dei loro componenti contri i miscredenti a differenza di Bassam. Conosce e si invaghisce di una ragazza spagnola, Judit di Barcellona che studia la lingua araba. Lui si offre di aiutarla nell'apprendere la lingua. Nel frattempo, va a lavorare nella zona franca di Tangeri per Jeand Francois che dirigeva una succursale per una casa editrice francesce, che si occupa di digitalizzare parte dei loro cataloghi. Ma il pensiero va sempre a Judit.
Riesce a raggiungere la Spagna da clandestino....
Un romanzo quello di Mathias E'nard che lascia attoniti e atterriti per le tematiche trattate dallo stesso, spaziando dalla religione, agli estremisti islamici, dalla primavera araba, al movimento degli indignati spagnoli, passando per le carrette del mare cariche di profughi clandestini in cerca di libertà, di una vita migliore, ma che spesso trovano la morte tra le acque della speranza. Tutto questo gira intorno a Lakhdar, una giostra di violenza e morte da cui è difficile scendere ma facile a salirci.....
Una Lama di Luce che perfora l'anima
Ed eccomi immerso nella lettura di una delle indagini più complesse del nostro Commissario Montalbano. Tutto inizia con un sogno fatto dal Commissario che si ritrova in una campagna sperduta, dove poggiata nella terra vi è una bara contenente un cadevere coperto da una tela con ricamate delle iniziali. Nel sogno vi compare anche l'agente Catarella, che per chi non lo conoscesse è un personaggio grottesco creato dal Maestro Camilleri, che parla in latino e il proprietario dell'appezzamento di terra. Sarà questo sogno a turbare l'animo del commissario per l'intero arco del romanzo.
Non solo, viene messo in risalto anche la crisi personale che lo colpisce "sempre cchiù 'mmalincunutu, sempri cchiù acuta la sinsazioni d'aviri sbagliato ogni cosa della vita". Questa crisi nasce dal suo rapporto a distanza con Livia, ed anche l'aver conosciuto una gallerista Marian "beddra, auta, occhi granni, zigomi rilevati, capilli longhi e nìvuri come l'inca. A prima 'mprissioni, pariva na brasiliana. Anche Livia comunque vive un periodo turbato da un'angoscia continua ed assillante, che lei stessa non riesce a spiegare. Non riesce neanche ad alzarsi dal letto per andare a lavorare.
Le indagini di cui si occupa unitamente ai fedeli Mimì Augello e Fazio, sono una rapina a mano armata con violenza sessuale ai danni di una ragazza diciannovenne sposata, che sfocerà con un omicidio; un traffico d'armi da guerra, secretati in un casolare di campagna ad opera di ribelli tunisini opposti al regime del loro governo; ed infine un traffico d'opere d'arte trafugate.
Un romanzo articolato e molto complesso per come si dipanano le indagini, in cui Montalbano viene estromesso dalla Questura per quanto concerne quella sul traffico di armi. Ma lo stesso non demorde iniziando un'indagine parallela e sottobanco.
Il Maestro lascia sempre con il fiato in sospeso con molti colpi ad effetto. Indagini svolte minuziosamente senza lasciare nulla al caso, pesata ogni parola, ogni situazione, con descrizione di segnali corporei e stati d'animo delle persone coinvolte. E nei momenti di solitudine e lucidità che al Commissario vengono le idee su come districare la matassa, che coincidono quasi sempre dopo "una bella mangiata" con annessa passeggiata sul molo.
Il titolo del romanzo è una di quelle cose per cui io personalmente amo Camilleri e il suo stile enigmatico, originale, di come sa tessere le trame. Nulla è lasciato a caso. E quella stessa lama di luce che lega gli stati d'animo dei personaggi e che alla fine mi ha fatto commuovere lasciandomi l'amaro in bocca per la sua tragicità.
Dialoghi, descrizione dei personaggi e dei luoghi in rigoroso siciliano, a parer mio comprensibile a Tutti, ma dato che sono di parte, mi offro volontario in qualità di dizionario per qualsiasi traduzione e/o interpretazione per coloro i quali si cimenteranno nella lettura del romanzo.-
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Un libro nel libro
Ebbene mi ritrovo a leggere per la prima volta questo autore, dallo stile di scrittura piacevole ed anche molto divertende. Pronti via e si inizia il romanzo con la presentazione dei personaggi con una breve descrizione degli stessi. Le coppie dei personaggi, nella trama, non si conoscono tra loro e la bellezza dell'autore sta nel far incrociare le loro vite in modo bizzarro e divertende. L'autore non lascia con il fiato sospeso nella ricerca del colpevole o con finale a sorpresa. Quello che riesce a fare meglio è l'equivoco che crea nel dipanamento della trama. Il romanzo è imperniato sul furto patito all'interno dell'abitazione di uno scrittore Giacomo. Tra i vari oggetti asportati, il più importante per Giacomo è un computer portatile al cui interno vi è salvato il file dell'ultimo romanzo che lo stesso sta scrivendo. Ovviamente Giacomo non l'ha nè stampato, nè salvato copia del file in un pennino usb. In modo veramente rocambolesco e pazzesco questo computer portatile va a finire nella mani di Leonardo, un programmatore di computer con la passione della lettura che nè legge la trama......
Non voglio dilungarmi nella spiegazione della trama, nè nella descrizione degli altri personaggi facenti parte della stessa, alcuni comunque con ruolo marginale, perchè è bello che siate Voi lettori a farlo....
Perchè ho titolato la mia recensione un libro nel libro? E' come se l'autore si fosse servito della trama e dei personaggi per dire altro. Difatti il titolo stesso del romanzo è tratto sul discorso che Carlo ( personaggio del libro di Giacomo) matematico fa sulla bellezza, sulla musica, sulla ricerca e soprattutto sull'arte persa oggi giorno sul silenzio. " Siamo nell'epoca dei reality show, talk show, dei talent show. E tutti ci tengono a darti la loro opinione. Non ho mai sentito nessuno dire io non mi esprimo perchè non capisco una mazza. Prima, magari premettono di essere ignoranti, poi ti danno lo stesso la loro opinione".....
L'autore è riuscito veramente a divertirmi e mi ha offerto grandi spunti di riflessione, riuscendo nel connubio del romanzo nel romanzo........
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L'amore è dentro di Noi
Non so cosa mi avesse spinto a leggere questo libro, ma di certo dopo averlo fatto sono riuscito a captare la sequenza del titolo dello stesso "Mangia, Prega, Ama" che spiegherò alla fine della mia recensione.....Parla di una giornalista americana Elizabeth, in crisi non solo con il suo matrimonio ma anche sulla propria identità. Nonostante avesse tutto, un marito, un lavoro, una bella casa, si accorge ad una festa organizzata a casa di amici, che non voleva fare la fine della sua amica intenta a ripulire tutto dopo la festa, con il piccolino in braccio mentre suo marito se ne stava disteso sul divano. Lei aveva deciso in quell'istante che non voleva avere figli. Dopo notti insonni, in preda sempre ad una depressione più profonda, decide di lasciare suo marito. Durante le fasi del divorzio, dove tocca l'apice della sua depressione, decide di prendersi un anno sabbatico, mollando tutto per viaggiare e trascorrere 4 mesi in Italia, 4 mesi in India e i restanti 4 in Indonesia alla ricerca del suo equilibrio perduto.
E' in Italia che la stessa autrice abbandona gli psicofarmaci che prendeva per curarsi dalla depressione, scrivendo i propri stati d'animo e cercando di capire la depressione e la solitudine che la costernavano. Faccio una breve digressione dalla recensione, in quanto l'autrice in questo caso con la scelta di abbandonare l'uso degli psicofarmaci vuole nel contempo denunciare l'abuso che se ne fa negli Stati Uniti, soprattutto nei bambini.
Elizabeth vive a Roma, dove si iscrive ad una scuola per imparare l'italiano, grazie anche all'aiuto di Giovanni, che viceversa da lei impara l'inglese. Non solo, ma inizia anche un percorso culinario fatto di grandi abbuffate in tutte le città italiane visitate, quindi non solo Roma, ma anche Venezia, Bologna, Lucca, Napoli, Messina e altre città del Belpaese. Non mancano spunti di riflessione, sullo stile di vita italiano (dolce far niente) e quello americano, ma anche interiore come nelle rovine dell'Augusteo di Roma, dove le rovine vengono viste come un dono e la distruzione è la via per la trasformazione, iniziare tutto daccapo. Ma quello che più mi ha colpito, ovviamente parlo da un punto di vista personale è quando Elizabeth visita la Sicilia. Ha saputo cogliere l'essenza degli isolani e il danno provocato dalla mafia...
La seconda parte del viaggio, dopo essersi rimessa fisicamente, è dedicata all'India. Luogo in cui si dedica per ritrovare lo spirito. Li conosce un certo Richard il texano, che l'aiuta ad ambientarsi. I due all'inizio hanno dei battibecchi, Elizabeth è infastidita dalla continua lettura della sua mente da parte di Richard, che in seguito racconterà anche la sua triste storia.
L'ultima parte del viaggio è dedicata all'amore. Che tipo di amore troverà Elizabeth? Tocca a Voi scoprirlo...
E' un bel viaggio quello che compie l'autrice, un viaggio nel viaggio lo definisco io, non solo esterno visitando i luoghi descritti, ma anche interiore. A tratti divertende, ma anche dotato di spunti di riflessione su vari temi.
Personalmente quello che ho recepito è che Dio è dentro di ognuno di noi, e che per amare gli altri bisogna prima amare e stare bene con se stessi. Il titolo del libro, come dicevo all'inizio della mia recensione è "mangia perchè il nostro corpo ha bisogno di nutrimento, prega per il nostro spirito e la nostra anima, perchè la vita è dentro di noi e ama perchè ognuno di noi ha dentro un amore infinito da dare sotto qualsiasi forma a cose o persone, come quando Elizabeth al culmine di una mediatazione, corre ad abbracciare un albero...Pura follia? No Amore.
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Sarà sempre leale, fedele e coraggioso con ogni ba
Era da tanto che volevo leggere una storia in cui uno dei protagonisti fosse un animale, più precisamente come nel caso di questo romanzo un cane. Siamo in una contea a nord ovest dell' Inghilterra Lancashire dell'anno 1917. Stanley è un adolescente di 14 anni che vive con suo padre, orfano di madre mentre suo fratello Tom si trovava in Francia a combattere contro i tedeschi arruolato in fanteria "East Lancashire". Stanley era alla ricerca disperata di Rochet una cagna di razza vincitrice di trofei a cui suo padre teneva molto. Dopo averla cercata invano, rientro' a casa dove ad attenderlo c'era suo padre in preda alla solita collera verso il figlio. Da quando era mancata sua madre, il dolore del padre si era trasformato dapprima in rabbia, poi in improvvisi scatti d'ira, mentre l'amore per suo figlio era diventato indifferente e infine disprezzo. La cagna era scappata perchè era in calore ed al suo rientro il padre capì che qualche cane le aveva fatto la festa. Smise anche di volerle bene, poichè diceva che non sarebbe stata più la stessa dopo aver fatto i cuccioli e lui non voleva avere niente a che fare con dei cani zingari, bastardi che rubano. L'unico posto in cui Stanley si sentiva al sicuro era la scuola. La maestra Bird aveva dato a Stanley un libro in cui il ragazzo poteva avere delle nozioni in merito alla gravidanza, al parto e all'allevamento dei cani. Stanley pensava in fondo al cuore, che una volta che Rocket avesse partorito i cuccioli, suo padre si sarebbe affezionato a loro e le cose sarebbero cambiate. Il giorno in cui Rocket partorì, c'era anche suo padre che l'aiutò in quanto si erano presentate delle difficoltà con un cucciolo. Quel cucciolo a cui Stanley salvo' la vita, gli diede il nome "Soldier" (soldato) in onore a suo fratello Tom e sperava che lo stesso sarebbe tornato subito a casa. Anche con la nascita dei cuccioli, suo padre non cambio' anzi, di lì a poco li avrebbe regalati nonostante la riluttanza di Stanley a una persona sinistra di nome Lee che utilizzava i cani per il contrabbando. Lee capì l'amore che Stanley provava per Soldier, difatti fece in modo di non prenderselo con una scusa, e disse al ragazzo "se il cane ti ama farà qualsiasi cosa per te", ma suo padre fece sparire anche Soldier. Fu questo l'evento scatenante che fece scaturire in Stanley la volontà di scappare di casa per arruolarsi nell'esercito. Il suo scopo era quello di andare in Francia alla ricerca di suo fratello Tom. Nonostante la tenerà età, Stanley fu arruolato. Nell'esercito conobbe i fratelli Hamish che avendone capito la tenera età lo protessero come un fratello e lo misero a conoscenza di un'interpellanza sul servizio di cani messaggeri. Stanley accetto' di buon grado l'incarico. Ad ogni militare venivano assegnati 3 cani, che fungevano da messaggeri tra la base ed il fronte. A Stanley fu dato solo un cane, un levriero di nome "Bones". Le qualità di Stanley nella fase di addestramento del cane, risaltarono subito al Colonnello Richardson, che vista l'età del ragazzo e comprese le sue motivazioni lo mando' in Francia.......
Riuscirà il nostro Stanley a ritrovare suo fratello Tom? E Soldier che fine ha fatto? Suo padre cercherà di sapere dove è finito suo figlio Stanley? Lascio a Voi lettori scoprire il prosieguo del racconto...
Ho trovato veramente una bella storia, dove l'autrice ha messo bene in risalto gli stati d'animo di Stanley..Bellissima la descrizione di quando lo stesso prende la nave per andare in Francia. Cruda la descrizione degli sguardi dei soldati feriti e non che combattevano al fronte, ove il protagonista si ricordo' della cartolina ricevuta dal fratello recante la scritta "il mondo non sarà più lo stesso per noi che siamo stati qua". Non mancano lati descrittivi delle battaglie e strategie degli eserciti. Gli stati d'animo negativi del protagonista venivano compensati dalla presenza del cane. Da apprezzare la descrizione dell'autrice nella simbiosi che si è venuta a creare tra il cane e Stanley. Altra chicca del racconto sono le lettere che il fratello Tom scrive a Stanley o che lo stesso riceve in Francia dalla sig.na Bird, da un prete e da suo padre...Altri personaggi positivi del racconto sono i fratelli Hamish che aiutano Stanley sia in Inghilterra che successivamente in Francia..
Finale in un crescendo di tensione continua che faceva venir voglia di saltare le pagine per arrivare al finale...
Ammirevoli e strappalacrime il lavoro svolto dai cani messaggeri, utilizzati quando venivano fatte saltare tutte le comunicazioni tra la base ed il fronte. Loro, si recavano al fronte ove gli veniva posto il messaggio all'interno di un cilindro appeso al collare da riportare alla base, contenete fondamentali informazioni sulle postazioni del nemico, situazione uomini e munizioni.
I cani nella realtà furono utilizzati dall'esercito britannico nella prima guerra mondiale, che dapprima era riluttante nell'impiego degli stessi, ma successivamente grati dal lavoro svolto dai cani che con il loro impiego salvarono un battaglione....
Alcuni episodi della vita di "Bones" e "Soldier" sono basati su un cane noto che fu mandato in Francia al fronte.
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E' VERAMENTE UN DISASTRO
Non so cosa mi avesse spinto a leggere questo libro, pero' non pensavo dovesse essere così noioso. Sin dalle prime battute, mi è sembrato un libro fatto ad hoc per gli adolescenti. Sapete quelle commedie ambientate nei college americani? Festini, alcol a fiumi, confraternite, giocatori di basball, ecco questo romanzo le fotografa benessimo. Lei Abby scappa dal suo passato per approdare alla Eastern Universyty. Lì incontra Travis, il bullo dell'università, dedito a combattimenti clandestini organizzati per tirar su un po' di soldi . Lui è bello, fisico scultoreo, tatuato, con uno stuolo di ragazze adoranti disposte a tutto pur di stare con lui, ma che lo stesso tratta come merce usa e getta, calpestandone la dignità. All'inizio fà di tutto per evitarlo, ma per una scommessa persa, è obbligata a passare un mese intero nel suo appartamento, unitamente alla sua amica America che cerca in tutti i modi di proteggerla, ed al suo fidanzato Shepley. Ovviamente lei all'inizio fa resistenza al fascino di Travis, decidendo di essergli solo amica. Addirittura frequenta Parker, un bravo ragazzo i cui appuntamenti con Abby verranno sabotati da Travis per gelosia.
Trama ovviamente scontata. Lei si innamora di lui e a scuola tutti i loro comportamenti, movimenti, atteggiamenti vengono studiati e commentati dagli altri studenti. La loro storia ha una battuta d'arresto quando vanno a Las Vegas. Abby deve recuperare 20.000 dollari che il padre Mick (la ragione per cui lei è scappata dal Nevada) deve ad un mafioso, per un debito contratto nel gioco del poker, cui Abby è stata una professionista. Riesce nella serata a recuperarne 15.000,00, gli altri 5000,00 vengono vinti da Travis stendendo i 2 scagnozzi del mafioso che ne intuisce le doti di lottatore, proponendogli di comabattere per lui. Travis è tentato dall'offerta, ma quest'indecisione gli fa perdere Abby, che non vuole essere additata come la causa di un eventuale fallimento di Travis.
Finale scontato.
Addirittura se ne parla come di un fenomeno mondiale, venduto ad una importante casa editrice dopo un'asta agguerrita. Io personalmente penso di non aver letto una grande trama, troppo sopravvalutata. La Warner Bros ne ha acquisito i diritti cinematografici. Bè penso di non andare a vedere il film che per me dovrebbero titolare " Tanto rumore per nulla".
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CRIMINALI ONESTI
Mentre ero al cinema per vedere un film, ho visto il trailer di "Educazione Siberiana" di Nicolai "piede scalzo" Lilin. Ho detto: "meglio leggere prima il libro e poi eventualmente vedere il film con regia di Gabriele Salvatores", e così è stato. Sin dalle prime battute sono stato assorbito in un mondo a me sconosciuto, la Transnistria dove cresce e viene educato secondo la legge dei criminali "onesti" il protagonista. A differenza di altri gruppi criminali come quelli di Seme nero, ucraini, caucasici, georgiani, armeni e cosacchi, colpisce il rispetto che gli Urca Siberiani hanno verso tutti gli esseri umani, ad eccezione dei poliziotti, politici, chi sfrutta gente semplice e omosessuali. Non solo, loro disprezzano il denaro non chiamandolo mai direttamente per nome, ma utilizzando altri aggettivi. Non sono criminali per arricchirsi e dare sfoggio della ricchezza mediante l'esibizione di collane in oro, macchine lussuose ed altri beni materiali, ma rimangono persone semplici, che hanno un rispetto per DIO (ma non per i preti) mettendolo sempre davanti a tutto. Le loro pistole difatti vengono custodite dove hanno le icone sacre e sopra di esse viene messa una croce che solo il proprietario puo' rimuovere. Anche se è un libro dove la violenza viene messa in risalto con risse, accoltellamenti, omicidi, l'autore non trascura il lato umano, come la compassione che si ha verso verso i disabili e portatori di handicap. Negli anni 50 il comunismo vietava per legge di tenere a casa i malati mentali. Molte famiglie quindi si trasferivano in Transinistria dove venivano accettati come "Figli di DIO". Splendido il passaggio in cui l'autore dice di aver imparato da loro molte cose perchè hanno dentro una purezza naturale, qualcosa che non si puo' sentire se non si è liberati completamente dal peso terrestre. Anche il rapporto con il saggio nonno Kuzja fa riflettere per i dialoghi che hanno: "tanta gente cerca disperatamente quello che non è capace di trattenere e di capire, per questo è piena di odio e sta male per tutta la vita. Gli uomini nascono felici, pero' si autoconvincono che la felicità è qualcosa che devono trovare nella vita". Crudo il racconto che il protagonista ha nel carcere minorile, dove anche le guardie usano violenza o non intervengono in casi di violenza. E' vero che il contesto dove cresce "piede scalzo" è molto duro, ma "l'educazione siberiana" che riceve, farebbe bene anche dalle nostre parti
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Riflettendo, Ridendo
Quando ho letto sul retro del libro "Si dice che a Napoli ci siano luci e ombre. Questo libro ha la capacità di mostrarci, attraverso le ombre, la luce." scritta da Alessandro SIANI, allora ho deciso di iniziare la lettura di questa famiglia degli Esposito tipica partenopea. Sin da subito mi è piaciuto uno dei protagonisti del libro e cioè Tonino Esposito, il capofamiglia dove tutti comandano tranne che lui. Figlio di un boss ucciso dalla camorra, anche lui vuole seguire le orme del padre, ma non riesce nell'intento in quanto non è portato ad essere un camorrista. Il boss "O Tarramoto", per toglierselo dai piedi, gli trova un impiego presso un'agenzia di pompe funebri. Tonino ne combina di tutti i colori, risate a crepapelle. Mi piace anche l'uso del dialetto utilizzato nei dialoghi dei personaggi e i "nomignoli" che vengono attribuiti ai vari personaggi del libro come il Tatore "mezarecchia", Ciruzzo "O' Schiattamuorto" Ciccio "A' Botta" o Genny "O piranha" perchè mangia tutto quello che gli capita a tiro. Tipico del Sud attribuire i nomignoli o soprannomi alle persone in base a comportamenti o tratti caratteriali e fisici degli stessi. Nell'opinione ho scritto "Riflettendo,Ridendo" perchè l'autore tocca il male che affligge la realtà campana e lo fa in maniera cruda e veritiera, non allontandasi dalla realtà, anzi fa capire al lettore fin dove puo' arrivare la malvagità che alberga nei cuori dei camorristi. Ma nonostante tutto ci sono personaggi come Tina figlia di Tonino che si oppone alla strada intrapresa dal padre, anzi in un corteo contro la camorra, è in prima fila per dire "BASTA", o personaggi come Don Gaetano suocero di Tonino, che rappresenta la faccia pulita di Napoli, il quale va in aiuto ai nipoti che si trovano in difficoltà con la fantasia di cui i napoletani son dotati. Bella la sequenza in cui viene spiegata "La Ruota degli Esposti", dove venivano messi i neonati abbandonati dai genitori per miseria, disperazione o perchè frutti della colpa e cresciuti dalle monache della congregazione della Santissima Annunziata "E Rutàre", per far capire ai nipoti ma l'autore si rivolge a tutta la comunità campana, che anche se uno nasce e vive in condizioni difficili ce la puo' fare, incoraggiandoli di non mollare mai. Bella la dedica finale fatta alle persone innocenti che si sono trovate nel posto e al momento sbagliato vittime della cieca violenza della camorra.
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La forza dell'Amore
Mi trovavo all'interno della libreria "La Feltrinelli" alla Stazione Centrale di Milano in attesa del treno. Cosi' mi sono imbattuto in questo libro che ho letto in questo periodo Natalizio. Devo dire che mi è piaciuto fin dall'inizio, e pagina dopo pagina sono stato rapito dalla bellezza del racconto a tratti toccante. Ma quello che mi ha più colpito è il messaggio di speranza che lancia agli uomini di qualsiasi nazione e religione cui essi appartengono e cioè che "in cielo vi è solo un DIO" anche se ognuno di noi lo chiama e lo venera in modo diverso. Durante l'Olocausto, i protagonisti sono stati aiutati a fuggire dagli orrori dei nazisti, da cristiani cattolici e musulmani, i quali hanno rischiato in prima persona le ,loro vite per trarne in salvo altre. Un'altro aspetto positivo del libro è che incoraggia la protogosnista "Hope" (speranza) a vivere la propia vita a cuore aperto, ad amare ed a lasciarsi amare senza riserve. Un libro dunque positivo, scorrevole e piacente nella lettura. Il finale poi, è giusto che sia a lieto fine, perchè di tristezza e di eventi tragici ne narra parecchio, è giusto dunque chiudere il libro con un sorriso dell'anima e speranza nel cuore...Brava Kristin Harmel
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