Opinione scritta da Chiara White
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Col naso al vento
Quando salgo su un mezzo pubblico, e lo faccio quotidianamente, sono inondata da valanghe di "odori"...non so dire quanti ne riesco ad identificare, molti a dire la verità mi sembrano puzze terribili, ma certo sarebbe stato il paradiso per Jean-Baptiste Grenouille, un essere alla continua ricerca degli aromi che lo circondano e del profumo perfetto, dal momento che lui non ne emana. Il libro è scorrevole, a tratti ti perdi nelle descrizioni delle procedure "profumanti", delle strade di Parigi, dei personaggi che incontra il nostro protagonista. Forse troppo preso dalla ricerca del profumo perfetto, ho trovato che qui mancasse il cuore, troppo mega-egocentrismo e "grenouillismo"....perchè in fondo, mio caro Jean-Baptiste, anche noi umani qualunque non percepiamo il nostro odore... c'era bisogno di un finale tanto eccessivo? L'amore, il profumo è altro.
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La mano che teneva la mia...
Ho faticato molto ad entrare in questa storia, non mi ritrovavo nelle angosce della neo mamma e della classica storia della ragazza con l'uomo maturo. Poi qualcosa è cambiato e il racconto ha preso a mostrare le ansie di una vita, di ricordi che riemergono, del passato e del presente che si confondono. La copertina credo che sia in assoluto una delle più belle che ho mai visto. Il vuoto che provi alla fine, quando i pezzi si incastrano, uno dei più intensi. Ricordando quale era la mano che teneva la mia.
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