Opinione scritta da Bepps
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Una lezione di storia
Premetto che questo è stato il mio primo libro letto di Follet, e posso affermare che mi ha impressionato molto e che andrò il prima possibile a comprare il secondo libro della trilogia.
Le sue doti non sono certo io a scoprirle, ma da lettore che si affaccia per la prima volta al mondo di Ken Follet posso dirvi cosa mi ha colpito di lui:
Primo tra tutti è la dote che ha nel raccontare 4-5 anni intensissimi di storia, in cui sono avvenuti eventi molto importanti e che hanno cambiato l'immagine socio-politica dell'Europa, senza che ci sia un calo di qualità e accuratezza nel racconto.
Secondo, proprio la qualità del romanzo, che è riuscito ad integrare i personaggi reali con i protagonisti( ovviamente fittizi) mantenendo uno stretto legame tra le vicende che coinvolgono questi ultimi e quelle davvero verificatesi con i personaggi reali.
Terzo, è la capacità di istruirci,su ciò che è il nostro passato dandoci una percezione degli ambienti, dei climi politici e sociali e di ciò che è avvenuto davvero negli anni della Prima guerra nondiale. Molto spesso infatti la storia come ci viene insegnata a scuola si rivela sommaria, poco interessante ed in funzione di ciò inutile.
per questo ringrazio Ken Follet che mi ha impartito una lezione di storia nel modo migliore possibile, e per ciò che mi insegnerà
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Un libro da kolossal
Hunger Games è un libro che mi ha ispirato già solo dalla copertina (ristampata dopo il film) e posso dire che mi ci sono incollato fin dalla prima pagina. La storia è raccontata in prima persona, ed è l'unico modo nel quale io riesca a pensare questo libro, perchè il lettore entra nella vita di Katniss e sa quello che sa lei, vede quello che vede lei, perciò ignoreremo tutti i complotti ed intrighi fatti alle sue spalle.
Tutto ciò servirà a tenere maledettamente alta la suspence e l'interesse del lettore.
Non racconterò la storia, ma posso dire che le 5 stelle della voce: contenuto sono totalmente meritate, era da tanto che non leggevo un fantasy (che poi non è neanche tanto fantasy) con una storia di fondo così notevole e ben concepita, non che l'idea del reality di per se fosse tanto originale, ma inserito in questo contesto risulta essere di grande impatto, specialmente se si considera che i concorrenti di questo reality devono uccidersi l'un l'altro.
E poi visto nel complesso questo libro è anche una critica alla vita reale, in cui l'ipocrisia e la brama di gloria ci sta facendo perdere completamente di vista quelli che sono i valori essenziali della nostra esistenza.
Ultima considerazione: Penso che questa storia ha un ottimo potenziale dal quale potrebbe scaturire un ottimo film, il primo è già stato fatto, anche se non sono molto entusiasta del risultato, ma credo che con un'altro tipo di regista, C.Nolan, P.Jackson o Z.Snyder tanto per intenderci, che sappia dare uno spessore al lato morale ed etico della storia, il risultato sarebbe un kolossal a livello della trilogia di Batman o di Wathman.
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Montalbano lo scacciapensieri
Ovviamente il punteggio di questo libro non può essere alto, per il semplice fatto che lo stesso Camilleri non lo ha concepito con l'idea del best seller, ma con quella più modesta ma non meno meritevole del racconto piacevole che ci possa regalare momenti di spensieratezza e divertimento, che poi è quello che solitamente si chiede ad un libro.
La storia è una delle solite storie alla "Montalbano" con metodi alla "Montalbano" ed un linguaggio alla "Montalbano". Gli ingredienti ci sono tutti, compreso un finale che mi ha fatto morire dal ridere
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Consigli per non perdersi
Il libro è bellissimo, mi sono promesso di rileggerlo quando avrò più tempo perchè penso che la seconda volta si possono cogliere molti aspetti e sfumature che inevitabilmente sfuggono la prima volta. Comunque consiglio a tutti di appuntarsi su un foglio l'albero genealogico della famiglia, così da evitare di trovarsi in confusione, cosa che certamente a chi prima e a chi poi capiterà
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Si è dimenticato il bacio finale!
Finalmente ce l'ho fatta! Ho trovato il tempo per leggere l'ultimo capitolo del “Ciclo dell'eredità”, ed ora posso recensire quello che a mio avviso è di gran lunga il più bello dei 4 romanzi scritti da Cristopher Paolini, giovane quindicenne sconosciuto quando iniziò la saga con “Eragon” ed autore di successo e famoso in tutto il mondo adesso che la conclude.
Riassumere in poche righe quello che succede in ”Inheritance” è impossibile e tentarci non renderebbe giustizia ad una storia che per la prima volta risulta finalmente poco dispersiva, senza più le disgiunzioni tra le storie dei personaggi secondari che risultavano alquanto noiose e quella centrale e portante di Eragon.
Mi sono ritrovato infatti a divorare capitoli interi per seguire le gesta Roran, cugino di Eragon, che si ritrova ad affrontare sfide al limite delle sue capacità.
O ancora le sofferenze inflitte a Nasuada, la condottiera dei Varden, dal suo acerrimo nemico Galbatorix che finalmente vedremo scendere in campo attivamente e combattere contro i nostri eroi.
Magistrale è stata, a mio avviso, la capacità dell'autore di dare un volto ed uno spessore al personaggio del Re, al pari della terribile fama che gli è stata attribuita fin dall'inizio, e che sarebbe potuta diventare un'arma a doppio taglio per lo stesso Paolini se non fossero state rispettate le aspettative.
E così in mezzo ad assedi disperati che mettono in evidenza la debolezza e lo sfinimento dell'esercito Varden rispetto a quello dell'Impero arriviamo alla battaglia finale, dove ognuno dovrà dare il massimo e anche di più per poter ancora tenere accesa la speranza della vittoria.
In tutto questo non ho ancora parlato di Eragon e della sua dragonessa Saphira, i quali come ci si aspetta dovranno fronteggiare il Re, e nel disperato tentativo di cercare un mezzo per poter avere quantomeno una minima possibilità di sconfiggerlo si ritroveranno ad intraprendere un viaggio che potrebbe rivelarsi una trappola abilmente preparata per catturarli.
Il ritmo è così frenetico e pieno di suspense che le ultime cento pagine potrebbero risultare per certi versi noiose, anche se personalmente ho apprezzato molto il finale in stile “Signore degli Anelli”, e l'esito della storia sentimentale tra Eragon e la bellissima elfa Arya.
Impressionante è, inoltre, la capacità di generare un' intero mondo con un'impressionante mole di creature, lingue, città, oggetti e di descrivere ogni dettaglio con accuratezza maniacale.
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