Opinione scritta da Ciusbetti

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Ciusbetti Opinione inserita da Ciusbetti    13 Ottobre, 2012
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Guerra, amore e l'ingiustizia della vita

Quello che troviamo in "Addio alle Armi" non è il classico racconto di guerra (sono appassionato del genere), ed è forse anche per questo motivo che sono riuscito ad apprezzare il libro nonostante non sia prettamente un capolavoro.
Hemingway ci mette molto del suo inserendo tra le righe le sue esperienze vissute al fronte, raccontando la storia di Frederic Henry un militare che presta servizio in guerra come responsabile nei reparti sanitari dietro le linee.
E' un modo di vivere le vicende belliche molto particolare e suggestivo, ma anche di breve durata perchè l'autore inserisce molto presto nell'intreccio la passione per una donna: Catherine.
Come mio solito non voglio rovinare la lettura a nessuno con inutili spoiler, dico solamente che il libro è un susseguirsi di vicende amorose e belliche con trama piacevole e ritmo a tratti lento ed a tratti incalzante.
Ne risulta una lettura abbastanza scorrevole e piacevole, corroborata dal solito stile asciutto ma preciso dell'autore.
Personalmente preferisco le storie di guerra a quelle d'amore, ma qui Hemingway riesce a farmi appassionare alle vicende amorose della coppia che deve combattere contro una sorte avversa e lo spettro della guerra che farà da sfondo a tutta la vicenda.
Non è il libro che preferisco di Hemingway, ma sicuramente un titolo che vale la pena leggere.
Non riesco davvero a capire chi dice non essere riuscito a superare l'inizio, anche perchè la vicenda è movimentata fin da subito e non si deve aspettare il susseguirsi dei capitoli per vedere se succede qualcosa.
Inutile dire che consiglio questo titolo, anche perchè Hemingway vale comunque la pena di essere letto tutto.

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Ciusbetti Opinione inserita da Ciusbetti    12 Ottobre, 2012
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L'ultimo suo romanzo

Tre Fratelli completamente diversi, un padre legato al Vizio ed alla Lussuria ed una cittadina di provincia russa di fine 800.
Questi sono gli ingredienti di questo romanzo con un Dostoevskij ormai vicino alla morte che mette a nudo tutte le sfaccettature dell'animo umano, nel bene e nel male.
La vicenda narra dei tre fratelli: Alesa (ragazzo riflessivo e dal cuore d'oro), Dimitri (dal carattere focoso ed indomabile ma anche inevitabilmente trascinato dalle passioni) e Ivan (ragazzo cinico e riflessivo), e del loro padre Fedor Pavlovic Karamazov (uomo senza nessuna morale legato solamente al vizio ed alla lussuria).
Come suo solito l'autore fa un analisi introspettiva dei suoi personaggi molto minuziosa, che in questo caso risulta ancora più piacevole perchè i tre fratelli Karamazov, con le loro diversità riescono ad entrare ognuno a modo suo nel nostro modo di essere. Tutti siamo (anche se in percentuali diverse) un pò Alesa, un pò Dimitri ed un pò Ivan.
La situazione iniziale muterà molte volte durante l'evolversi della vicenda e la lettura risulta piacevole e solamente in alcuni casi un pò lenta.
In alcuni punti l'autore, tramite i personaggi, delinea i suoi punti di vista su religione, filosofia e sull'ineluttabilità della natura umana.
Personalmente ho trovato queste digressioni dell'autore molto interessanti, e ben inserite nella struttura della narrazione.
Certamente non è una lettura semplice ne molto scorrevole ma l'ho trovata comunque molto interessante ed appagante.
Se all'inizio vi sembrerà lento tenete duro, non ve ne pentirete.

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Dostoevskij
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Ciusbetti Opinione inserita da Ciusbetti    12 Ottobre, 2012
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Tra i miei classici preferiti

Premettendo che ancora non sono riuscito a leggere tutta la produzione del mio amico Fedor, posso al momento affermare che Delitto e Castigo è, insieme ai Fratelli Karamazov, in vetta nelle mie preferenze verso di lui.
C'è comunque una netta differenza tra i due libri, in quanto ne i Karamazov la narrazione è molto ricercata ed a tratti risultante lenta, mentre in delitto e castigo i capitoli scorrono che è un piacere e solo in rarissime occasioni si nota qualche rallentamento.
La storia parla di uno degli eroi tipici Dostoevskiani, uno studente universitario in bolletta molto introspettivo ed a tratti scrorbutico e asociale, ma generoso e di buon cuore di fronte alle avversità che colpiscono chi sta peggio di lui.
E' un tipico eroe che si trova anche in altre sue produzioni e mi piace pensare che sia anche il suo preferito.
Ovviamente la storia si basa su un delitto e su tutto quello che ne consegue, ma non voglio rovinarvi il piacere di leggerlo.
L'analisi introspettiva dei personaggi è minuziosa e quando entrano in scena molto spesso già li conosciamo, oppure l'autore risulta pronto a presentarceli ed analizzarli, ogni parola o gesto non viene mai per caso.
Ne risulta che è molto facile immergersi dentro la storia, e molto difficile uscirne fino a che non si arriva all'ultima pagina.
Per chi non è abituato agli scrittori Russi inizialmente troverà un pò di difficoltà con i nomi dei personaggi, perchè ognuno ha almeno due appellativi (in base al grado di conoscenza delle persone cui si rivolgono loro).
Superato questo piccolo ostacolo vi assicuro che non vi pentirete della lettura.
Delitto e castigo è nella Hall of Fame dei miei classici preferiti.
Consigliatissimo.

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Ciusbetti Opinione inserita da Ciusbetti    11 Ottobre, 2012
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Il solito piacevole Hemingway

Bel romanzo di Hemingway ambientato tra Francia e Spagna negli anni 20.
Leggendolo ci si accorge facilmente che l'autore sta raccontando luoghi che ha visto di recente, ed il suo solito stile essenziale e molto scorrevole te li fa vivere in prima persona.
La storia gira tutta intorno ad una Donna (Brett) ed un gruppo di "amici", che tra una bevuta e l'altra ci inseriscono prima nella loro vita Parigina e poi in quella Spagnola con la famosa Fiesta di Pamplona (descritta veramente molto bene, si vivono usi e costumi fuori dal tempo).
L'eroe (Jake) è quello classico di Hemingway, sempre intelligente, riflessivo e razionale ma inevitabilmente legato all'altro sesso.
Tra amori, liti e molti litri di alcool il libro scorre via che è un piacere.

In sintesi libro leggero e molto piacevole, anche se il mio Hemingway preferito non è certamente questo.

Da Leggere.

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