Opinione scritta da Tatiana77
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A Murano con Juliet e Marcus, Marina e Zeno
Nella vicenda principale al presente, Juliet è una ragazza americana che contro il parere della famiglia va a Murano per imparare l’arte del vetro. Ho scelto il libro per l’autrice e per l’ambientazione a Venezia, ho provato anch’io la stessa meraviglia quando ci sono stata e vorrei tornarci, Juliet tuttavia l’ha provata con una profonda commozione fino alle lacrime ma lei è così, si commuove davanti ai paesaggi, con un libro o con qualsiasi altra cosa la emozioni. Bella la parte sentimentale, descritta in modo soave e coinvolgente. Interessanti le parti nel passato, con la storia di Marina, che mi ha man mano incuriosito e anche deliziato. Gli antagonisti al presente sono le difficoltà emotive di Juliet, mentre al passato è Luigi, il fratello di Marina, che mette i bastoni fra le ruote a tutta la famiglia. È descrittivo ma anche introspettivo e naturalmente c’è un legame tra la parte al presente e quella al passato, che poi si scoprirà. Il romanzo parte lentamente per poi diventare veloce nella seconda parte e questo l’ho molto apprezzato.
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Tosto, coinvolgente & romantico
È il secondo volume della saga “Shadowhunters”, pubblicato circa quindici anni fa e tra gli amanti del fantasy forse solo io me l’ero perso finora ???? insieme al resto della serie. Ho letto il primo a luglio e mi è piaciuto molto, ed ho apprezzato anche questo, nonostante sia più tosto, nel senso che è un po’ crudo in alcune parti, ma all’interno del contesto fantasy il lettore non si scompone troppo, solo quando sopraggiunge il dramma allora il lettore si scompone un po’ perché affezionato ai personaggi…
Le scene di azione e le soluzioni fantastiche escogitate dall’autrice ti catturano molto, portandoti in un mondo altro in cui ti immergi piacevolmente.
È proprio coinvolgente per l’azione e non solo, lo consiglio dopo aver letto il primo, c’è sempre la tensione amorosa irrisolta e anche questo crea suspense.
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Nel Mondo Invisibile
È il primo volume di una saga di fantasy, fin dall’inizio mi ha affascinata, per i personaggi corposi, le scene di azione e la suspense, i dialoghi ironici e simpatici e la storia d’amore coinvolgente, con un risvolto inaspettato, almeno finora, poi chissà, vedremo…
È ambientato a New York più o meno quindici anni fa e la protagonista sedicenne si trova presto catapultata in un altro mondo, tra cacciatori di demoni suoi coetanei, e poi tra vampiri e licantropi...
Lo consiglio perché è una lettura che ti lascia in sospeso dalla prima all’ultima pagina, quindi molto scorrevole e piacevole
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La terra di Matt e la terra di Ava
Il romanzo è ambientato inizialmente in Italia, precisamente in Puglia, ma poi per la maggior parte la vicenda prosegue a Londra. Si tratta di una storia che ha a che fare con le differenze in amore e come possano rappresentare in un certo senso un ostacolo per la compatibilità di coppia, soprattutto se si tratta di una coppia già formata in vacanza… Non vi dirò di più perché è da leggere, lo stile dell’autrice è come sempre ironico così come lo sono certe scene di cui sono al centro i personaggi, compreso il cane Harold. Mi è piaciuta la metafora con cui la protagonista Ava definisce il loro conoscersi reciproco e cercare di appianare le differenze: lei deve esplorare la Terra di Matt e lui la Terra di Ava, si tratta per entrambi di esplorare un paese straniero e renderlo familiare. Mi è piaciuto come l’autrice racconta i momenti romantici ma anche i litigi, le situazioni divertenti e quelle un po’ più serie, e come affronta i temi dell’amore, dell’amicizia e delle scelte di vita e professionali. Sì, l’ho apprezzato molto, il mio giudizio è molto buono e lo consiglio sicuramente a tutti.
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Le avventure di Costanza tra Verona e Milano
Ho finito di leggere due giorni fa “Costanza e buoni propositi” di Alessia Gazzola e ne ho avuto una buona impressione, più che per il primo della serie. Come già nel primo, si alternano la vita privata di Costanza con la sua bimba Flora, il suo lavoro con le indagini in paleopatologia e gli incisi storici. La prosa è semplice, direi colloquiale, è ricercata solo nella parte storica, ma nella sua semplicità sa anche essere a volte ironica. Ho trovato Costanza più matura, mi sono piaciuti il rapporto con la collega Miss Foley e l’evoluzione del suo rapporto con Marco, oltre alle marachelle di Flora, naturalmente. Invece gli incisi storici e le indagini paleopatologiche si riferiscono a due giovani donne medievali, due Visconti, e alla loro tragica sorte. Lo consiglio, dopo la lettura del primo, tenendo presente che questo ha una marcia in più.
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Nell'isola di Tara
La giovane giornalista londinese Darcy riceve in eredità da un’anziana zia un'isoletta irlandese semideserta, Tara, col vincolo di andare a viverci per almeno un anno e di popolarla con una piccola comunità. All'inizio ho trovato irritante la protagonista per come fosse così fissata col suo aspetto e con l’abbigliamento, fatto evidente dal suo continuare a citare marche di vestiti e scarpe, ma pian piano c’è stata un’evoluzione nel suo carattere e nel suo modo di essere in generale che hanno conquistato tutti, compresa me come lettrice: si è prodigata per la piccola comunità che si è creata, cercando varie soluzioni e lavorando sodo, nonché si è goduta il rapporto con la natura e con le persone intorno a sé e le cose semplici invece di quelle sofisticate, insomma è diventata una persona più profonda. Ho gradito anche lo stile, le descrizioni dei paesaggi e delle situazioni e ho trovato azzeccata la prima persona e al tempo presente. Mi sembrava di essere sull'isola con Darcy e i due cagnolini Woody e Louis! La colazione tra Darcy e Dermot è stata la mia scena preferita, e i miei personaggi preferiti sono proprio il tuttofare e generoso Dermot e la vivace dodicenne Megan. Il finale è affrettato e avrei lasciato più spazio a quella storia d’amore nascente nella seconda parte se fossi stata io l’autrice. Lo consiglio, è una lettura leggera, piacevole e rilassante.
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Nel Duecento con Melisenda & c.
Ieri sera ho finito di leggere “La bambina col falcone” di Bianca Pitzorno. Di rileggere, in realtà, visto che l’avevo letto, tanti anni fa alle Medie, come libro di Narrativa in classe. Premetto che è un romanzo storico, ambientato all’epoca di Federico II in Sicilia, e precisamente nell’attesa del proclama della crociata da parte dell’Imperatore. Questa crociata è attesa ardentemente da Costanza, la figlia maggiore del falconiere Rufo, che poi si traveste da ragazzo per cercare di intraprendere il viaggio in Outremer. I personaggi da me preferiti sono Melisenda, la secondogenita di Messer Rufo e Madonna Yvette, perché molto sensibile, perspicace e vivace, oltre che simpatica, Madonna Yvette, per la sua saggezza, e Konrad, per la sensibilità e l’amore per lo studio. Il romanzo ha una funzione didattica per i ragazzi e per chi voglia scoprire o ripassare la Storia medievale, per me è stato piacevole ritrovare argomenti letti sulla rivista “Medioevo” tra queste pagine.
Le coincidenze, è vero, appaiono in un certo senso inverosimili, ma forse questo fa parte della finzione romanzesca. Purtroppo in alcuni tratti il testo risulta poco scorrevole. Ma in generale è una lettura interessante soprattutto per il contesto storico, oltre che per la capacità affabulatoria dell’autrice, che ti fa vivere il Duecento in modo coinvolgente e i personaggi da lei creati, che gravitano intorno alla figura di Federico II, come se fossero tuoi amici.
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Favoloso
L’ho trovato favoloso, sia per la storia di Milena nel presente che per quella di Eva al passato, è molto tenero nei sentimenti e c’è anche molta suspense, è coinvolgente e lo stile è molto suggestivo e incantevole. L’atmosfera che si respira nel romanzo, a Positano nella villa degli specchi, è a tratti bucolica e a tratti piena di mistero, che avvolge il lettore quasi come in un thriller. Si parla d’amore in modo molto delicato. La protagonista Milena ha in sé molta forza interiore, oltre che tanta curiosità e coraggio. Questo e “Il sentiero dei profumi” sono i libri dell’autrice che preferisco. Lo consiglio caldamente, è un libro in cui si respira profumo di mare e si è anche immersi nel mondo del cinema degli anni Cinquanta.
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Costanza, tra la Paleopatologia e la piccola Flora
Pensato come il primo di una trilogia, è un romanzo dal ritmo lento e su più piani di lettura: la vita quotidiana della protagonista tra il nuovo lavoro in Paleopatologia che sta cercando di farsi piacere e la vita famigliare insieme a sua figlia Flora di tre anni e a sua sorella Antonietta, e il secondo piano di lettura è quello relativo a Marco, di cui non vi svelerò nulla di più, e poi c’è il Medioevo e l’epoca di Federico II in Italia in particolare, vista attraverso le indagini e gli incisi storici che l’autrice pone tra un capitolo e l’altro. Nella vita quotidiana la presenza della piccola Flora vivacizza la storia, lo stile è il solito e quindi ironico e piacevole, le indagini storiche sono ben condotte. Il Medioevo in realtà è di contorno alla vita quotidiana della protagonista, non è il centro della vicenda con le sue avventure e le sue storie d’amore, qui si è voluto fare un mix tra le due cose che non sempre è riuscito bene, anche se anche la parte storica è interessante. Lo consiglio agli amanti di Alessia Gazzola, ma anche a quelli che non hanno ancora letto niente della sua produzione, vi piacerà, anche se c'è un po' di verve in meno rispetto alla serie su Alice e al romanzo su Emma la tenace stagista.
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Irresistibile
Ho divorato in meno di quarantotto ore l’e-book di “Un imprevisto chiamato amore”: è un romanzo ironico e irresistibile, lo consiglio a tutti, perché è veramente spassoso ma fa anche riflettere sull'amore. Adorabile il personaggio di Rory e fantastica l’idea di raccontare a capitoli alternati in prima persona dal punto di vista di Jordan e da quello di Rory, tra l’altro al presente, dando più l’idea dell’immediatezza dell’azione. Quest’opera coinvolgente ti sprona anche a scoprire o riscoprire i classici, che spesso, è vero, hanno risvolti drammatici, ma che hanno costruito la storia della Letteratura. Non voglio svelarvi altro per non rovinarvi l’atmosfera della lettura. Grazie, Anna, e complimenti!
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L'elogio della lentezza
Ho appena finito di leggere questo splendido romanzo, con personaggi molto simpatici e dal tono spiritoso, ma anche romantico. Lo stile è frizzante. Ambientato all'inizio a Parigi ma poi soprattutto a Venezia, con affascinanti descrizioni della città lagunare in tutti i suoi angoli che fanno venir voglia di riscoprirla. È l’elogio della lentezza, in quanto Nelly, la protagonista, una giovane assistente universitaria, prende la vita con molta calma, non salirebbe mai su un aereo e decide di trascorrere ben quattro settimane a Venezia, contrariamente alla maggioranza dei turisti che vi passano un giorno o due, sulle orme di un mistero legato a sua nonna. Lo consiglio caldamente a tutti, per me è stata una lettura appassionante. Complimenti all'autore!
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Un quaderno misterioso e un concorso di cucina
È un romanzo corale molto bello, che mi è piaciuto tanto come “Biscotti e sospetti”. È il quarto che leggo di Stefania Bertola e mi ha lasciato molto soddisfatta. Rispetto a “Biscotti e sospetti”, ho ritrovato l’ironia nello stile, l’ottima struttura narrativa che consiste nel seguire le vicende di più personaggi, la maestria nella loro caratterizzazione, oltre al linguaggio fluido e ricercato. Entrambi fanno parte della produzione centrale di questa scrittrice e si nota il miglioramento letterario rispetto ai primi romanzi. La storia ruota intorno alla pasticceria Delacroix di Torino e ai suoi dipendenti e a un concorso internazionale di cucina a cui il negozio parteciperà per risollevare le sue sorti e non essere venduto ad una grande catena. Le vicende professionali e sentimentali dei personaggi s’intrecciano creando una trama avvincente e molto piacevole da gustare, così come i dolci descritti nel libro. Ho provato simpatia per Emma, approdata alla pasticceria per passione dopo aver lasciato l’incarico di insegnante di Storia, ma soprattutto per l’eclettica Bianca, in cui mi sono ritrovata, perché ricca di interessi e avida lettrice di libri di vario genere: di queste giovani donne sui ventisei/ventisette anni si descrive l’aspirazione a trovare il proprio posto nel mondo del lavoro e il desiderio di far delle proprie passioni un mestiere, mentre in campo sentimentale sono ancora alla ricerca dell’uomo giusto. L’autrice mostra molta ironia nell’approccio ai personaggi di Elena, assillata dalla dieta e dai segni dell’età, Mario, che vive la sua vita come nei romanzi rosa di cui è accanito lettore, Pina e Vito, i genitori di Emma, lei maniaca delle pulizie e lui confinato spesso in giardino per non intaccare la casa linda. Lo consiglio vivamente e continuerò a leggere gli altri romanzi di quest’autrice.
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Nel paese di Aci Trezza
“I Malavoglia” di Verga è stato pubblicato nel 1881 ed è ambientato in un villaggio di mare siciliano, Aci Trezza, nei pressi di Catania. La famiglia dei Malavoglia è composta dal nonno Padron ‘Ntoni, dalla madre Maruzza la Longa e dal padre Bastianazzo, dai figli ‘Ntoni, Mena, Alessi e Lia. È una storia drammatica, fin dai primi capitoli, con la tragedia dell’affondamento della barca Provvidenza, in cui ha perso la vita Bastianazzo ed è andato in malora il carico di lupini, da qui il debito verso la zio Cristoforo che pesa come una rovina su questa famiglia. La vita di paese, con gli amori e le liti ma anche la protesta sociale, è rappresentata attraverso le chiacchiere dei vari personaggi che costellano questo romanzo, dalla pettegola Zuppidda all’usuraio zio Crocifisso, dallo speziale repubblicano all’ambizioso segretario comunale Don Silvestro, dall’ostessa Santuzza ad Alfio Mosca, povero in canna e innamorato della Mena. Ci sono molti dialoghi vivaci, insomma il discorso diretto è frequente, ma anche quando parla il narratore assume per lo più la lingua dei personaggi, con un effetto realistico, scendendo al livello dei personaggi, assumendone atteggiamento e stile. Il verismo caratterizza quindi lo stile, ma anche la filosofia di questo romanzo, il primo del ciclo incompiuto dei vinti: il fatalismo permea l’opera in modo dominante, è come se non ci sia salvezza per questi individui tormentati dalla cattiva sorte, non c’è la fede a salvarli, c’è l’attaccamento alla famiglia, che tuttavia non impedisce a ‘Ntoni di perdersi per la via e diventare la croce della famiglia. Mi sono piaciuti molto lo stile e la lingua dei “Malavoglia”, così come i vari personaggi, molto ben caratterizzati e che mi hanno tenuto compagnia per tutta la durata della lettura; è molto interessante il personaggio di ‘Ntoni, che esprime le contraddizioni della giovinezza, dell’aspirazione a una vita migliore e la rabbia di non riuscire a raggiungerla, con l’esito di un comportamento deviante. Anche la trama è molto ben costruita, pur con i suoi risvolti drammatici, soprattutto nella seconda parte. Lo consiglio perché è un classico da scoprire o riscoprire con piacere, come è accaduto a me.
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Iniziò tutto con un bacio
Ciò che contraddistingue questo romanzo, al di là della trama che comunque alla fine mi ha stupita, sono la narrazione della salda amicizia tra i membri della band dei “Pinstripes”, attraverso dialoghi, battibecchi e avventure nei loro tour musicali, ma anche le incantevoli descrizioni delle nozze in cui loro suonano e cantano, infine la rappresentazione dell’ambiente geografico e familiare in cui si trova Romily, la protagonista: i canali di Birmingham, la chiatta dei suoi zii e il grande affetto che loro dimostrano nei suoi confronti. I dialoghi sono essenziali ma molto realistici in un contesto tra amici, con divertenti botta e risposta. Le caratteristiche dei personaggi sono ben raffigurate e l’effetto è spesso comico nel vederle rimarcate in molte situazioni e la comicità caratterizza anche la vena narrativa della protagonista, che racconta la storia in prima persona. Lo stile ti cattura dall’incipit alla fine, così diretto e allegro.
Lo consiglio a tutti coloro che desiderano un libro piacevole con cui svagarsi ed immergersi nell’atmosfera di Birmingham e dei matrimoni da favola che fanno da sfondo ai concerti dei simpatici “Pinstripes”.
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Il sentiero dei profumi
Elena è una giovane donna che ha alle spalle un’infanzia triste e all’inizio del romanzo si trova a dover ricominciare la sua vita daccapo, dopo esser stata abbandonata dal suo compagno e avendo perso così il lavoro che avevano in comune. Anche grazie all’amica inseparabile Monique decide di rituffarsi nell’universo dei profumi, in cui lei è cresciuta con sua nonna a Firenze, accettando una proposta di lavoro allettante a Parigi e da lì inizia la sua avventura.
Una prosa elegante, ricca e molto avvolgente caratterizza questo romanzo, molto denso di sensazioni sia olfattive che visive e di emozioni. L’ho trovato molto realistico per come rappresenta il passaggio all’età adulta per la protagonista: Elena è una donna che cresce nel romanzo, sia umanamente che professionalmente. L’incontro con l’uomo che profuma di pioggia e di rose è provvidenziale, poiché la loro è l’unione di due solitudini che s’incrociano, si amano fin da subito e mi è piaciuto come gli sbagli e le incomprensioni tra loro siano un modo per poi capirsi a fondo ed evolversi. L’autrice, con uno stile fluido, ha il dono di narrare situazioni di vita privata e professionale, sentimenti e caratteri con una maestria sorprendente, senza luoghi comuni. La sicurezza di sé che Elena mostra nel lavoro si contrappone alla sua ingenuità nei rapporti interpersonali. Lo consiglio a lettori di tutte le età, per immergersi in un romanzo molto coinvolgente. Complimenti a Cristina Caboni ed arrivederci al prossimo romanzo!
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Cupcake club
È un romanzo corale ambientato in una cittadina irlandese nel 2009, all’inizio della recessione che stiamo ancora vivendo, a cui nel libro si accenna spesso. Si parla della famiglia, di legami sentimentali, di lavoro e la storia a un certo punto prende una tinta drammatica, ma in mezzo a tanti altri vari eventi. C’è Hannah, che decide di aprire una piccola pasticceria nel bel mezzo della crisi economica e che viene lasciata dal suo convivente proprio la vigilia dell’inaugurazione del negozio, c’è il suo amico Adam che s’innamora perdutamente di una musicista chiusa in se stessa e per questo decide di avvicinarla prendendo lezioni di musica da lei, ci sono Alice e Tom, il quale diventa sempre più dipendente dall’alcool, infine ci sono nuovi amori, tradimenti e tanti pettegolezzi da una famiglia all’altra. L’ho trovato un romanzo interessante per come rappresenta la vita di una cittadina in cui molti fatti si susseguono l’uno all’altro e in cui ognuno ha le proprie sfaccettature e i suoi segreti. Ho apprezzato molto lo stile, così attento ai dettagli, che riempiono la narrazione rendendola concreta e mi è piaciuto il modo in cui di volta in volta il narratore entra nella psicologia dei personaggi, anche di quelli che consideriamo negativi, mostrandoci le loro motivazioni e i loro pensieri.
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Isa e Robert
Dopo la lettura sono rimasta cullata nell’atmosfera di questo libro stupendo, che penso sarà indimenticabile per molti lettori, per la narrazione molto piacevole ed avvolgente, lo stile scorrevole ed il linguaggio molto ricco, e una storia appassionante, in cui ci si affeziona ai protagonisti.
Si narra della profonda amicizia tra due donne di diverse generazioni, Dorrie, una trentaseienne e Isabelle, una quasi novantenne, che intraprendono un viaggio, in cui l’anziana signora è alla ricerca del proprio passato, che racconta alla prima, a partire dal 1939. E nel suo passato di agiata ragazza del Kentucky c’è Robert, ragazzo nero fratello della cameriera sua coetanea. S’innamorano e all’epoca della segregazione non può che essere un amore contrastato. La vicenda si dipana alternando Dorrie ai giorni nostri e Isabelle negli anni della seconda guerra mondiale, creando una notevole suspence, con l’espediente del viaggio. E il lettore man mano che legge fa il tifo per Isabelle e Robert, sperando che nonostante gli ostacoli sociali e famigliari riescano a stare insieme per la vita.
Dei personaggi del passato di Isabelle, oltre ai due protagonisti Isa e Robert, mi sono piaciute la figura del padre, molto liberale ma sottomesso alla moglie di mentalità ristretta e crudele, e la cameriera Nell, quasi una sorella per Isabelle.
Un ottimo esordio per Julie Kibler, che ha preso spunto dalla storia di sua nonna raccontata da suo padre.
Lo consiglio a tutti gli amanti delle storie epiche, travolgenti e che amino farsi coinvolgere da grandi storie d’amore, per di più calate nella Storia.
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Un mistero sul lago con tante risate
Tutto cominciò quando Lidio Cerevelli, sedicente geometra, s’innamorò della Helga, una svizzerotta in vacanza… e la storia prese avvio quando lui tra le mura di una vecchia scuola in disuso trovò un vero e proprio tesoro…
E’ un libro ironico e divertente, in quanto rende molti suoi personaggi quasi delle macchiette, con le loro manie e la smania di avidità o di lussuria, tuttavia macchiette ben caratterizzate e che risultano molto realistiche. La vicenda è ambientata a Bellano, sul lago di Como, nel 1930, in piena epoca fascista, e c’è un segretario di Partito piuttosto ridicolo.
Oltre alle varie scenette che coinvolgono il protagonista Lidio o il segretario di Partito Canizza o il medico Cerretti con la moglie Olghina, è esilarante anche il linguaggio, anch’esso ironico, che è un miscuglio tra italiano e dialetto comasco.
Lo consiglio a tutti gli amanti dei libri e degli audiolibri di Andrea Vitali. Ma anche a tutti coloro che ancora non lo conoscono consiglio: leggetelo, vi divertirete!
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libreria Sogni & Bisogni
E’ un romanzo che, oltre ad avere una trama molto avvincente, mi ha regalato molti momenti belli non solo relativi alla storia, poiché questo romanzo, nostalgico della Milano e dei valori tradizionali, è soprattutto amante dei libri a dismisura, in un modo in cui mi sono ritrovata e identificata, come in molti altri aspetti di Emma. Parlando di Milano, ho ritrovato nel libro il mio centro di Milano, dove ho lavorato, studiato, ma soprattutto passeggiato e curiosato nelle librerie. Questo libro mi è stato consigliato da amiche e colleghi, che mi hanno convinta a leggerlo e infatti sono stata entusiasta durante la lettura.
Il personaggio di Federico è davvero amabile, per la sua sensibilità e per come riesce a centrare al cuore Emma nel suo vero interesse: i libri. Ho scoperto inoltre nelle sue lettere nuovi aspetti e luoghi della New York da visitare, come la Morgan Library e le librerie Barnes.
La narrazione è tranquilla e molto piacevole, a un certo punto diventa più incalzante, sempre con la stessa solita serenità.
Lo stile è scorrevole, spesso ricercato, con un ritmo piacevole e quasi musicale, con un linguaggio molto ricco, in cui la scelta delle parole è più che appropriata.
Ciò che mi ha colpito molto e in cui ancora una volta mi sono identificata è il modo in cui la passione per i libri può far nascere delle buone e genuine relazioni fra le persone: Emma con la sua libreria attira a sé persone amanti dei libri ma anche altri che lo sono molto poco, la sua libreria, poi anche bar e locanda, diventa un importante centro di aggregazione; mi è piaciuto il rapporto speciale di Emma con la sua aiutante Alice, il suo braccio destro.
Lo consiglio a tutti gli amanti dei libri e della narrativa in particolare, in "Noi due come un romanzo" troveranno sicuramente molto di loro stessi, oltre a reminiscenze di vecchie letture, com’è accaduto a me…
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spionaggio e affresco sull'Italia
Un bellissimo romanzo, non è solo un libro di spionaggio ma un romanzo sull’Italia e su Bologna in particolare, è molto interessante il modo in cui si racconta dell’esplorazione di questa città da parte di un americano, il quale non vi si trova lì per scelta ma catapultato dai servizi segreti. Joel Backman è un ricco avvocato che per reati di spionaggio è stato condannato a vent’anni di carcere e dopo averne scontati sei riceve la grazia dal presidente uscente col vincolo di trasferirsi in un luogo misterioso sotto falsa identità. Così inizia l’avventura di Joel-Marco, che incontrerà via via Rudolph, professore universitario di Diritto di origine americana, Francesca, la sua insegnante di Italiano sempre triste, ma prima di tutti la sua guida, Luigi, che in realtà è anche il suo sorvegliante. Mi è piaciuto molto sia per gli aspetti di spionaggio ma soprattutto per le ampie parti dedicate a Bologna. Lo consiglio vivamente non solo agli amanti di Grisham ma a tutti coloro che cercano una lettura intrigante e che ti faccia scoprire luoghi nuovi, come è accaduto a me.
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romanzo intrigante e travolgente
E’ un giallo appassionante, più del primo della serie, e le vicende sentimentali di Alice sono travolgenti. Bella, decisamente bella questa serie in cui la protagonista è una ragazza medico legale un po’ pasticciona e che ha la curiosità e l’intuito adatti ad affrontare e risolvere i casi che le si presentano nella sua professione, al punto che l’ispettore la ingaggia poi come collaboratrice; ma ti prende anche il lato rosa, sviluppato in entrambi i romanzi, mentre il lato comico è sviluppato soprattutto nel primo. Questo giallo mi ha coinvolto molto, in quanto racconta di uno scrittore anziano che muore per motivi misteriosi e si indaga sulla sua famiglia, sui suoi quattro figli di cui uno scrittore a tempo perso e l’altro pittore a tempo perso, si esplora la sua opera, ma si indaga anche sul suo passato venendo a scoprire che la sua opera principale e più famosa è opera di un plagio. E soprattutto il finale non conclude, nel senso che il giallo è risolto, ma c’è già l’aggancio per il libro successivo e le sue vicende sentimentali sono ancora in sospeso. Lo consiglio vivamente perché è una lettura che ti cattura dalla prima all’ultima pagina, ti trascina con le vicende sentimentali, è divertente e intrigante…
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