Opinione scritta da Skippy

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Skippy Opinione inserita da Skippy    21 Agosto, 2014
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Gran finale

Ed eccomi giunta al finale di questa trilogia fantasy tutta italiana. Già il secondo libro preludeva ad un ottimo seguito e così è stato, con qualche appunto.
Patrignani è riuscito a creare una tensione continua tra il primo e l'ultimo capitolo della saga e inoltre finito di leggere questo libro mi pareva di essere anni luce dal primo, dal punto di vista stilistico, narrativo e di contenuti. Le idee legate al Multiverso sono geniali e assolutamente originali, trattate in maniera molto filosofica (alcune parti sembrano proprio delle pause di riflessione) e lasciano il lettore abbastanza intontito, ma in maniera positiva. A chi non affascina l'idea che si possa esistere in milioni di realtà parallele differenti a causa delle decisioni che prendiamo nel corso della vita? O a causa di eventi non legati a noi?
Le note negative sono il finale un po' nebuloso e ostico, costituito dalle conclusioni finali di Marco, in contrasto con la parte precedente di azione in cui la situazione critica nella quale si erano trovati i protagonisti viene risolta in quatto e quattrotto, quasi frettolosamente e in maniera abbastanza banale . Infine da biologa non mi convince la spiegazione dell'ereditarietà del gene recessivo legato al cromosoma X che determina la possibilità di passare il dono di viaggiare in altri universi solo alle figlie femmine. Spiegato così è sbagliatissimo, però ammetto che sono gabole da addetta ai lavori!
In conclusione questa saga mi è davvero piaciuta molto nonostante i punti negativi sottolineati. Trovo davvero geniale questo scrittore e consiglio vivamente di conoscerlo!

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Multiversum, Multiversum-Memoria.
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Skippy Opinione inserita da Skippy    12 Agosto, 2014
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Non è poi da buttare!

Ho adorato Falcones nei suoi primi due romanzi, in particolare con La Mano di Fatima mi ha stregato e mi ha aperto gli occhi su un mondo che non conoscevo facendomi appassionare alla storia musulmana.
Così ho aspettato trepidante di leggere il suo terzo romanzo.
Devo dire che in parte mi trovo in accordo con quanto già scritto in altre opinioni, ma non me la sento di essere così tagliente nel mio giudizio.
Certo, a differenza degli altri due romanzi, qui le vicende storiche sono messe un po' sullo sfondo, non sono trattate bene e le tematiche non sono ben approfondite come nelle precedenti opere, dove la storia era la padrona e si fondeva amabilmente con le vicessitudini dei protagonisti.
Qui Falcones prende la storia come spunto e centra tutto sui personaggi. Questo posso capire sia stato uno shock per molti e non ha reso questo romanzo un capolavoro indiscusso come gli altri due, ma alla fine è un bel romanzo, con personaggi che ti fanno affezionare al racconto e con il lieto fine alla Falcones.
Non mi sento di "sputarci" sopra. Non è quello che aspettavamo, ma pochi autori con il tempo si sono superati.
Il personaggio che più ho amato è stato quello di Caridad, la quale ha avuto una crescita interiore molto importante lungo il romanzo fino a diventare una donna non solo libera ma anche consapevole di esserlo. Ed è anche affascinante la cultura gitana, nella quale veniamo trasportati con la stessa abilità con cui Falcones ci ha fatto sentire musulmani ne la Mano di Fatima e trasportatori di pietre nella Cattedrale del Mare.
Quello che a mio avviso non è cambiato è la capacità dell'autore di farci immedesimare nei personaggi e di farci vivere quasi dal vivo le loro esperienze ed emozioni.
In poche parole, consiglio vivamente di leggerlo!

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La mano di Fatima e La cattedrale del Mare
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Skippy Opinione inserita da Skippy    12 Agosto, 2014
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Un'escalation di tensione e solidità narrativa

Se il primo romanzo mi era piaciuto ma mi aveva lasciato perplessa, devo dire che il secondo non solo ha confermato la bravura e l'originalità di questo autore, ma con esso Patrignani si è proprio superato.
Nel primo capitolo della saga infatti molte parti sembravano troppo azzardate e forzatamente arrangiate per creare un determinato corso degli eventi (avevo fatto l'esempio dell'amico haker che permetteva ad Alex di fare il giro del mondo), il secondo romanzo invece è molto più armonico e verosimile, anche se ovviamente spero capiate il mio utilizzo del termine verosimile per un libro di fantascienza! Quello che intendo dire è che l'autore sembra cresciuto e maturato, entrando nell'ottica di sviluppare meglio i temi proposti e proseguendo il racconto ma con più calma, facendo le dovute precisazioni e descrizioni.
Insomma, questo libro mi ha fatto capire che ne è valsa la pena di leggere il primo e promette bene per il seguito, che ho appena iniziato a leggere.
La tematica di mondi paralleli e realtà concomitanti è davvero affascinante ma allo stesso tempo difficile da affrontare, ma sembra che Patrignani abbia tutte le carte in regola.
Non mi dilungo nel descrivere la trama, perchè altrimenti rischierei inutili spoiler!
Chiedo agli amanti della fantascienza di leggerlo e di dare un loro parere, perchè io sono davvero una profana!

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Il primo romanzo della saga, Multiversum
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Skippy Opinione inserita da Skippy    14 Luglio, 2014
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Una storia poco conosciuta

Ho iniziato a leggere questo libro in quanto conoscevo poco della storia Irlandese e mi sembrava un buon punto di partenza. Così è stato.
Il romanzo parte dalla storia celta fino ad arrivare ad Enrico VIII, e la storia è riportata attraverso le vicessitudini di varie famiglie a partire dalle loro origini. E' affascinante come l'autore riesca bene a costruire le vicessitudini dei discendenti delle varie famiglie, che nei secoli si intrecciano tra di loro, senza apparire noiso, scontato o banale e allo stesso tempo ricostruire perfettamente il quadro storico nei dettagli e con precisione. Il libro in certi punti è un pò lento, soprattutto nelle descrizioni del paesaggio e sembra non finire mai, però poi una volta concluso vi sentirete nostalgici e vi mancheranno molti personaggi, anche quelli che hanno fatto solo una breve comparsa!
Diciamo che non è un romanzo storico dal ritmo incalzante o da tenere con il fiato sospeso, ma si legge bene e appassiona comunque, soprattutto se a una persona piace consocere la storia. Leggendo questo libro potrà imparare molto!
Buona lettura!

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Skippy Opinione inserita da Skippy    08 Giugno, 2014
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Universi paralleli

Non sono una appassionata di fantasy, anzi, ma mi sono lasciata incuriosire da alcuni commenti trovati in rete riguardo questa saga, che stranamente è di un autore italiano. Il tema di per sé è molto interessante: universi paralleli. Chi di noi non si è mai chiesto almeno una volta nella vita cosa sarebbe accaduto se in un determinato istante avesse preso una decisione diversa da quella intrapresa? Ed è proprio di questo che parla il libro, dell'esistenza di infinite possibilità contemporanee della vita di ognuno. Universi paralleli in cui una persona vive milioni di vite diverse. I protagonisti sono due sedicenni e quindi tutto è vissuto tramite i sentimenti estremi che possono avere solo due ragazzini: amore incondizionato, amicizia assoluta e spirito di avventura. A parte qualche parte che secondo me è un po' troppo strampalata (un sedicenne che ha un amico haker che gli fornisce i soldi per andare dall'altra parte del mondo senza problemi?!), il libro è ben scritto e c'è molta suspance! Non vedo l'ora di leggere il seguito, Memoria.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    06 Giugno, 2014
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Una saga un po' slavata....

Dopo la saga di Fallen che mi ha letteralmente rapito per le idee originali e lo stile incalzante dell'autrice, non ho potuto non leggere il primo libro della sua nuova saga.....e a dir la verità mi ha un po' deluso. Abituata a colpi di scena e situazioni non banali, questo libro è l'antitesi della saga precedente. Forse sono partita nella lettura con troppi preconcetti? Forse, ma ciò non toglie che, sebbene sia un fantasy, le reazioni dei personaggi sono troppo surreali....Una ragazza piange e allaga mezza città e nessuno rimane stupito o reagisce in qualche modo. Non vorrei fare spoiler, ma comunque sembra che avere poteri paranormali non sia poi così strano in questo romanzo. Aspetterò il secondo capitolo della saga per vedere se la Kate riesce a ritrovare il suo stile! O almeno un po' di originalità!

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Iniziate a conoscere l'autrice con Fallen
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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    31 Dicembre, 2013
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Una partita noiosa...

Amante dei romanzi storici, sono stata incuriosita dalla trama di questo libro, che doveva sembrare avvincente e misterioso...in realtà sono riuscita a finirlo solo perchè nel frattempo non avevo altri libri interessanti tra le mani!
La vera protagonista della storia è questa partita di scacchi mai conclusa tra il popolo cristiano e quello musulmano. Nella cornice si susseguono le vicende della famiglia Montenegro, che per tre generazioni affronta mille situazioni legate alla vita di ogni giorno ricordandosi ogni tanto di questa partita a scacchi e di questo codice che deve essere ritrovato. Tra una morte e l'altra, tra un amore e l'altro, l'autrice si ricorda che i protagonisti dovrebbero lavorare per assicurare la Giralda ai cristiani, e allora butta lì qualche paragrafo su qualche ricerca in qualche biblioteca misteriosa.
Tanto che alla fine il lettore si domanda perchè tutta questa fatica per concludere una partitache non interessa a nessuno e che non sembra poi di così vitale importanza, visto che la porterà a termine la nipote del primo portavoce della famiglia e senza che fosse successo granché di pericoloso per la nazione.....
Imbarazzante il tentativo di mettere un po' di pepe alla storia buttando lì il classico amore tra la fanciulla rapita dai banditi e il capo banda.....
Forse sono abituata a ben altri autori, o sono partita con aspettative più alte di quelle che avrei dovuto....purtroppo questo libro non mi ha interessato per niente e non solo l'ho trovato noioso, ma anche a livello storiografico non c'è nessun approfondimento. Non si parla affatto delle due religioni tirate in "ballo", ne tanto meno del periodo storico in cui si svolge la trama. Ci sono solo pochi accenni qua e là ma che sono completamente scorporati dal testo.
L'unica cosa che ho capito è che l'autrice ha voluto presentare forti figure femminili e dimostrare che anche le donne all'epoca potevano avere un certo peso nonostante il periodo storico...ma tutto è annegato nel resto del testo.
Consiglio? Leggete altro! Non vale nemmeno la pena come storia romantica!

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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    26 Ottobre, 2013
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E la serva diventò libera

Con la famiglia caduta in disgrazia, Griet è costretta a diventare la serva di una famiglia benestante di Delft, quella dei Vermeer. Il suo compito sarà pulire lo studio del pittore, quella stanza che per la stessa moglie è inaccessibile.
La ragazza si trova di colpo catapultata in un mondo che non conosce, dove è costretta ad obbedire ai voleri dei suoi padroni, a subire le avance di gente spregevole e ad essere maltrattata dal resto della servitù. L'unico suo momento di pace, in cui può essere se stessa e rilassarsi, è quando pulisce lo studio del suo padrone. Lì il tempo si è fermato e tutto rimane cristallizzato nella scena che il pittore sta dipingendo. All'inizio lei non lo incontra mai ma, attraverso i dipinti che lui compone e che può osservare mentre spolvera, incomincia ad ammirarlo e ad avere una attrazione per lui.
Quando finalmente si incontrano durante le pulizie quotidiane di Griet, incomincia un rapporto morboso e sottile, che li legherà per sempre.
Nonostante Griet capisca che lui prova un interesse puramente artistico nei suoi confronti, l'attrazione che prova è talmente forte da portarla a fare qualunque cosa per il suo padrone, situazione che la porterà ad avere numerosi problemi....
Un romanzo intenso, introspettivo, che rende i sentimenti vividi e palpabili.
L'autrice con maestria rievoca un epoca lontana dalla nostra facendoci immergere completamente in essa attraverso sentimenti e passioni immortali.
Un consiglio? Cercare su internet le immagini dei dipinti per rendervi conto di quanto le descrizioni dell'autrice siano minuziose e precise, ma soprattutto per il piacere di fondere la letteratura all'arte.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    12 Ottobre, 2013
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Lasciate ogni speranza..voi che iniziate a leggere

La speranza è l'ultima a morire, a meno che non siate anime dannate all'inferno.
Per un semplice lettore appassionato alle opere di Dan Brown, la speranza sarà il motore che lo porterà inevitabilmente a proseguire nella lettura del suo ultimo capolavoro.
Fino a 3/4 del libro la narrazione è molto lenta, piena di ripetizioni (in alcuni casi veri e propri "copia e incolla", a volte di intere pagine! Lo hanno pagato a numero di parole?) che al lettore non servono a nulla, soprattutto se ha letto le stesse frasi 10 pagine prima! Non ho provato inoltre a contare quante volte Robert Langdon abbia nominato la sua fenomenale memoria eidetica, ma sinceramente non me lo ricordavo così spocchioso!
Nonostante tutto ad un certo punto la trama riprende vigore e ti fa rimanere incollata al libro in un susseguirsi di colpi di scena...che si concludono in un finale scialbo e surrealistico!
Ho letto tutti i libri di questo autore (tranne il simbolo perduto) e mi sono sempre piaciuti molto....questo invece non mi ha del tutto convinto.
Interessanti come sempre i riferimenti storici, artistici e le varie curiosità che fanno da intramezzo alla trama, il vero marchio di Dan Brown.
Per il resto direi che il prezzo del libro non vale l'acquisto (io per fortuna l'ho preso in biblioteca...)

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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    29 Settembre, 2013
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Vendetta e riscatto

Ed eccoci giunti alla fine della trilogia che vede coinvolta Catalina, detta anche Martin Navares o Martin Ojo de Plata. Con lo stile che ha contraddistinto anche i libri precedenti, la protagonista porta a termine al sua vendetta contro la famiglia dei ricchi mercanti Curvo, che le hanno ucciso tutti i suoi cari.
All'appello mancano solo il folle Lope e Arias Curvo, ma Catalina si trova coinvolta nel tentativo di sventare una congiura contro il re di Spagna, che la vedrà coinvolta nella ricerca di un tesoro appartenuto agli antichi sovrani Montezuma.
Come ho già detto per il libro precedente, lo stile non mi piace molto; ricco di espressioni rozze in stile piratesco, con esclamazioni da taverna in punti improbabili della narrazione e descrizioni dell'ambiente poco dettagliate. Probabilmente il romanzo è stato proprio voluto così dall'autrice, che comunque dimostra una buona conoscenza del periodo storico.
Non aspettatevi comunque un romanzo storico ma un romanzo d'avventura.
Tutto sommato è leggibile e piacevole, niente di particolare però.

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Terra ferma. La vendetta di Siviglia
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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    11 Settembre, 2013
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Religione e misteri mondani

La trama sul retro di copertina non rende giustizia a questo romanzo, che ho letto tutto d'un fiato!
Un giusto mix in cui una protagonista dal carattere forte e deciso si ritrova sulle tracce un mistero che risale a secoli prima della sua nascita per salvare la vita di suo padre.
Una ambientazione storica precisa e minuziosa, dove nessun dettaglio è lasciato al caso, che ci catapulta in Inghilterra nel 1537, durante il regno di Enrico VIII e in un momento critico per la cristianità . Monasteri e abbazie vengono chiusi e distrutti e tutti coloro che si oppongono alla volontà del re uccisi.
Joanna è una novizia dell'ordine domenicano e, per suo malgrado e per fortuna, si trova a vivere in un convento che è stato molto importante per i regnanti inglesi e che custodisce un segreto...
Intrighi, sotterfugi, furbizia e lotte di potere si susseguono senza essere mai banali (con mia grande sorpresa), anzi, la ricerca di una corona dai poteri sconosciuti si trasforma in un pretesto per parlare della difficile situazione storica dell'epoca, coinvolgendo il lettore, senza annoiarlo, nelle complicate successioni al trono di Inghilterra e nella spietata aristocrazia inglese.
Tutti i personaggi sono molto reali, descritti attraverso i loro pensieri e tormenti interiori e il ruolo della chiesa nella vita dei protagonisti assume aspetti diversi per ciascuno di loro.
L'insieme di tutti questi aspetti ci fa immedesimare nei pensieri di una persona che viveva in quei tempi di grandi rivoluzioni.
Direi proprio che in questo libro c'è tutto e spero di leggere altre opere di questa autrice esordiente.

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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    01 Settembre, 2013
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Un'avventura esotica

Premetto che ho scoperto solo dopo la sua lettura che questo libro fa parte di una trilogia, cosa che mi ha spiegato il suo finale in sospeso e alcuni punti poco chiari ad inizio libro.
Nonostante mi mancassero gli antefatti, la trama è abbastanza semplice da seguire perchè l'autrice fa molti riferimenti al passato della protagonista, Catalina Solis, alias Matin Navares.
Il romanzo incomincia e finisce nei possedimenti spagnoli in america e nei mari dei caraibi, ma la parte principale si svolge a Siviglia. Le ambientazioni sono sicuramente originali, come i temi trattati e soprattutto viene fornita una protagonista donna capace di fare cose che all'epoca non sarebbero mai state possibili per un membro del gentil sesso.
La storia si fa via via appassionante, ricca di intrighi e colpi di scena, ma non mi ha lasciata del tutto convinta a causa dello stile narrativo un pò semplicistico, con descrizioni degli ambienti poco particolareggiate e dialoghi molto rozzi, come alcuni degli interventi in prima persona della protagonista. Probabilmente l'autrice voleva dare al racconto un taglio più avventuroso piuttosto che da romanzo storico.
Non saprei dire, giunta alla fine, se consigliare o meno questo romanzo. Opterei per un sì, se si vuole leggere una storia leggera e poco impegnativa. Non ho la curiosità di leggere il libro precedente, ma ho quella di leggere la fine della trilogia, quindi non è stata una lettura così negativa!

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Terra Ferma (il primo romanzo della trilogia)
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Letteratura rosa
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    24 Agosto, 2013
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E vissero felici e contenti?

Prima di iniziare questo libro mi aspettavo la classica storia d'amore con balli e corteggiamenti che si sarebbero conclusi nel solito bel matrimonio... E invece già al terzo capitolo la bella ereditiera trova il bel conte e se lo sposa. Per giunta lei è anche innamorata! Ma è proprio qui che incomincia il bello... Cosa succede dopo il lieto fine del matrimonio? Un romanzo davvero atipico che mostra la protagonista Cora alle prese con una società inglese che non la accetta e la giudica e con un marito dal passato poco chiaro. Per lei l'inizio di questo rapporto diventa una vera lotta per farsi accettare sia dagli inglesi che dal marito, che a quanto pare fa fatica a star dietro all'esuberanza della moglie. La storia d'amore si intreccia perfettamente con la descrizione degli ambienti e della società dell'epoca, in un periodo storico in cui il nuovo e vecchio mondo dovevano imparare q conoscersi e convivere. Se volete leggere un romanzo rosa diverso dal solito allora questo fa per voi!

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Letteratura rosa
 
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3.8
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Skippy Opinione inserita da Skippy    01 Giugno, 2013
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L'amore negato e l'amore vissuto

Il romanzo ha come sfondo la francia tra la prima e la seconda guerra mondiale e il ritmo è scandito in modo dolce, pacato e sognante alla francese.
L'amore è suddiviso in due categorie: quello sognato, dovuto ad una separazione precoce dei due innamorati Leon e Louise che si incontreranno di nuovo solo da adulti, conservando ancora nel cuore l'inizio della loro storia d'amore da adolescenti, e l'amore reale, quello vissuto da Leon e dalla moglie, che passano una vita insieme e hanno una bella famiglia con 4 figli.
Si, perchè nonostante Leon e Louise, che credevano reciprocamente che l'altro fosse morto, si ritrovano, ormai capiscono che il loro tempo è passato e non possono recuperarlo, nonostante l'amore che li lega.
Così Louise continua la sua vita da single e Leon il suo matrimonio.
Secondo me i sentimenti dei protagonisti sono affrontati in modo molto vivido e realistico, facendo capire che a volte amare è anche convivere con il peso nel cuore di avere marito innamorato di un altra, ma riuscire ad affrontare la guerra e la vita con l'affetto e il rispetto reciproco nonostante tutto.
Nessun punto di vista è facile da affrontare in questo libro, che fa molto riflettere.
Breve ed intenso lo consiglio!

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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    31 Mag, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

Amore o no?

Leggendo tutti i commenti favorevoli sono rimasta sorpresa visto che questo libro non mi è piaciuto per niente, tanto che è la prima volta dopo tanti anni che interrompo il libro a metà perché insofferente. La saga poteva concludersi prima, senza questo strascico triste e privo di realismo. Tatiana sembra la classica donna oggetto che ha paura delle reazioni del marito, mentre Alexander da uomo perdutamente innamorato si dà alla pazza gioia con altre. L'unico filo conduttore è il sesso, che trasforma la bella storia d'amore che avevamo imparato ad amare in uno squallido rapporto dove finché c'è sesso c'è un rapporto, visto che i portate nnon si parlano neppure! Se non volete una delusione, non leggetelo!

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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    31 Mag, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

Oltre la guerra

Questo secondo me è il libro che completa la storia di Tatiana e Alexander. Il libro incomincia con Tatiana che non sa se andare avanti o proseguire in America, con nel cuore il peso della perdita dell'amore della sua vita e in grembo il frutto del loro amore. Il libro prosegue poi descrivendo la vita in america di Tatiana e la vita di Alexander sballottato da un campo di prigionia all'altro, pieno di preoccupazione sapendo che Tatiana è sola senza di lui. Il libro è molto bello ma secondo me la parte centrale è quella più noiosa e superflua, in quanto l'autrice racconta di nuovo gli episodi del primo libro dal punto di vista di Alexander, cosa secondo me inutile e che sembra fatta per allungare un po il romanzo, in quanto non viene detto nulladi nuovo. Il finale è pieno di azione (forse un po inverosimile) ma lascia soddisfatti e commossi! A mio parere la saga può concludersi qui, lasciando le lettrici soddisfatte e sognanti!

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Il cavaliere d'inverno
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Romanzi
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    09 Marzo, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

Il cavaliere di bronzo

Una mia amica mi ha consigliato questa "saga d'amore" e devo dire mi sono ritrovata a divorare questo libro! Un'ambientazione un po' diversa dai soliti romanzi d'amore, questo libro è ambientato all'inizio della seconda guerra mondiale in russia.
Tatiana e Alexander sono i due indiscussi protagonisti, la loro storia d'amore è tormentata e tragica e i continui colpi di scena tengono in sospeso il lettore.
L'autrice inoltre cerca di riportare il più possibile la drammaticità della guerra e le fasi del conflitto mondiale. Ovviamente la Storia non è in primo piano, poiché pur sempre si tratta di un romanzo d'amore, ma comunque la guerra impregna tutto il libro e si cercano di riportare comunque gli eventi principali.
Diciamo che a volte la scrittrice cerca di rendere i discorsi più seri per rendere più consapevole del periodo storico il lettore, ma non ci riesce molto. Infatti in molti punti getta frasi tratte da libri di autori dell'epoca, oppure fa discutere i due protagonisti dell'avanzata di Hitler buttando nomi di città saccheggiate o distrutte, ma così rende solo i discorsi incomprensibili e troppo estraniati dal racconto principale. Diciamo che non riesce ad inserire tutto in modo fluido!
Comunque il libro mi è piaciuto molto; è una lettura leggera e appassionante, molto, molto romantica!

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Romanzi d'amore
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Romanzi storici
 
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Skippy Opinione inserita da Skippy    30 Gennaio, 2013
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La cattedrale del popolo

Con questo libro mi sono innamorata definitivamente di questo autore.
Falcones è in grado di catapultarti in epoche lontanissime dalla nostra ma facendoti sentire come se le stessi vivendo in questo momento. I personaggi sono estremamente umani e reali, i sentimenti vivi e taglienti, le descrizioni minuziose ma non pedanti...insomma già così ci sono tutte le premesse per un buon romanzo.
Ma Falcones fa di più: ti insegna la storia. Sia nel suo secondo libro (che ho letto per primo e mi aveva stregato) sia in questo, l'autore segue minuziosamente gli eventi storici e allo stesso tempo riesce a romanzarli senza alterarli o farli sembrare delle appendici scomode.
Il protagonista del romanzo è Arnau, figlio di schiavi, che, nel corso della storia, cresce e diventa adulto, subendo molte metamorfosi sia nel suo ruolo nella società delle'epoca, sia dentro se stesso.
Ma Arnau non sarebbe nessuno senza gli innumerevoli personaggi che compaiono nel romanzo, come il fedele amico Guillem e Hasdai, che rappresentano due culture all'epoca in contrasto con i cristiani spagnoli: l'islamismo e l'ebraismo. Anche in questo romanzo infatti è presente il problema di religioni che si scontrano in un epoca in cui professare la propria religione era un pericolo e un marchio. Anche i cristiani non sono in pace, poichè nel libro c'è anche lo spettro dell'Inquisizione.
Direi che ci sono così tanti temi qui dentro che focalizzarsi su uno solo sarebbe come troncare il romanzo.
Quindi vi consiglio caldamente di scoprire questo autore e lasciarvi trasportare dal suo stile molto scorrevole che vi farà divorare il libro in poco tempo nonostante l'apparente mole!

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Skippy Opinione inserita da Skippy    08 Gennaio, 2013
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Guerra e Amore

Questo è un libro che affronta la guerra dal punto di vista dei sentimenti e del cuore.
Non ci sono descrizioni di battaglie, delle trincee, delle strategie di guerra...le uniche battaglie descritte sono quelle personali che affrontano i protagonisti della vicenda.
I cardini del libro sono principalmente tre donne. Sono proprio le donne quelle ad essere meno considerate quando si parla di guerra, ma sono proprio loro quelle che soffrono di più: soffrono aspettando che i mariti tornino a casa possibilmente interi; soffrono andando come volontarie nei campi di battaglia a medicare i feriti; soffrono nel vedere i propri figli morire.
Le storie di tre donne si intrecciano e la scrittrice ci porta a vivere le loro angosce personali, frutto di dubbi e di incertezze che le porteranno ad affrontare in modi diversi il loro destino comune di essere donne durante la guerra.
Anche se i personaggi maschili ci sono e sono molto importanti, soprattutto Raley, è soprattutto la vita di queste donne ad essere messa sotto il microscopio.
Ho trovato il libro davvero bello per come l'autore ha voluto farci entrare nei pensieri di quelle donne e quegli uomini tanto da farci quasi vivere in prima persona le loro angosce e tenendo il lettore incollato al libro per capire se alla fine la guerra potrà portare comunque ad un lieto fine.

Consiglio molto questo libro perchè i temi sono trattati in modo molto preciso e sensibile, senza esagerare i drammi o rendendo le situazioni inverosimili o patetiche come spesso accade.
Alla fine la sofferenza, la morte, la guerra e l'amore sono gli unici protagonisti immortali della Storia.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    22 Dicembre, 2012
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Vite di donne

Probabilmente non sono abituata a questo genere di libri o di storie, ma il romanzo di Pancol non mi ha colpito molto! Se non fosse stato per il finale con un pò di brio avrei considerato questo libro proprio privo di mordente. A metà stavo per rinunciare a proseguire.
Il romanzo è scritto in modo scorrevole e racconta la vita di Josephine, protagonista principale, e le vite di chi la circonda, continuando a cambiare punto di vista a seconda del personaggio. C'è Iris, donna ambiziosa, ricca e bella ma estremamente triste e insoddisfatta; c'è la vicina di casa di Jo, donna intraprendente e coraggiosa e con un segreto sulle spalle da portare da sola con il figlio Gary (tra l'altro un segreto assolutamente esagerato e inverosimile!). Poi la madre di Jo, il buffo e simpatico Marcel (l'unico che mi è piaciuto nel libro perchè almeno fa qualcosa!) e poi le figlie di Jo.
Ed è proprio Jo, il cardine del libro, ad essere un personaggio un pò insulso. Sebbene per tutto il libro si cerchi di dare l'idea che la donna stia maturando e cambiando il suo carattere, in realtà questo accade solo nelle ultime due pagine. Il romanzo è disseminato di frasi tipo "Jo sei diversa" ,"Jo sei più coraggiosa" e in realtà lei si fa mettere sempre i piedi in testa in tanti modi diversi, non sa imporsi su nessuno...insomma è una tristezza di persona! Pure le figlie la trattano come una scema e lei l'unica cosa che fa è commiserarsi.
Non ho apprezzato praticamente nulla di quello che l'autrice voleva far trasparire dal personaggio, che per me rimane davvero senza spina dorsale. Ho capito cosa voleva far intendere l'autrice, ma a parer mio non c'è proprio riuscita.
Insomma, forse non sono entrata in sintonia con la protagonista e questo mi ha lasciato un pò di delusione.
Non so se consigliare o no il libro... per me non ne è valsa così la pena.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    07 Dicembre, 2012
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La pornografia nel 1860

Mi sono imbattuta in un romanzo storico molto diverso da quelli che avevo già letto, dove l'autrice affronta un tema molto particolare: la pornografia.
Protagonista della storia è Dora, una donna che si ritrova improvvisamente con un marito malato e un sacco di debiti da pagare. L'unica cosa che è in grado di fare è rilegare libri. Così incomincia questa attività e per farlo si affida ad un cliente che suo marito aveva sempre rifiutato nonostante la promessa di alti compensi, il viscido Disprose. Dora ben presto capisce perchè il marito non voleva avere clienti come lui...infatti le opere che gli commissiona da rilegare sono libri pornografici.
Dora, all'inizio sconvolta, incomincia ad abituarsi purtroppo a letture di quel genere per sopravvivere.
L'autrice secondo me è stata bravissima nell'immedesimarsi nei panni di una donna dell'epoca che si trova di fronte ad una simile situazione, rendendo verosimili i quesiti e i dubbi che Dora si pone. Importante soprattutto è il percorso di crescita che Dora intraprende, un percorso che la porta ad acquisire maggior consapevolezza del suo essere donna e delle sue capacità lavorative ed intellettive.
Dora è una donna ribelle, che fa un lavoro da uomo, che cresce da sola la figlia e che si innamora dell'ex schiavo nero mandatogli come lavorante dalla moglie di uno dei suoi assidui clienti, non che benefattore: l'enigmatico Sir Knightley.
Un libro pieno di colpi di scena, con una trama avvincente e personaggi reali.
Se volete scoprire un pezzo di storia di Londra poco conosciuto consiglio di leggervi questo bellissimo libro!

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Skippy Opinione inserita da Skippy    02 Dicembre, 2012
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Foto di un amore

Un romanzo trovato per caso tra le novità della mia biblioteca che si è rivelato una preziosa scoperta.
Un romanzo epistolare in cui Helene cerca di scoprire qualcosa su sua madre, morta quando lei aveva 3 anni, la cui vita gli era stata nascosta da parte del padre e della sua mamma adottiva Sylvia. Tutto inizia da una foto che lei trova per caso di sua madre Nataja insieme a due uomini e che pubblica in vari giornali per capire chi fossero e scoprire un passato che non conosce.
E così che inizia la corrispondenza con Stephane, che riconosce il padre Pierre nella foto.
Insieme incominciano a scavare nel passato dei due genitori. Pierre è sempre stato distante dai figli e dalla famiglia mentre Helene non sapeva neanche che sua madre avesse origini russe.
Molti sono i dubbi che i due rispettivi figli si pongono, soprattutto la paura di scoprire cose poco piacevoli del passato oscuro dei genitori e che potrebbero sconvolgere le loro vite. Questi quesiti se li pongono spesso mano a mano che le ricerche danno frutti e gettano luce piano piano sulla storia di Nataja e Pierre.
Contributo fondamentale saranno il diario di un amico di gioventù dei loro genitori, Jean, e la confessione in punto di morte di Sylvia.

Ho trovato questo libro molto bello e ricco di emozioni. Non è la classica storia di due figli che vogliono scoprire la vita dei loro genitori in un passato in cui loro ancora non c'erano, ma è la ricerca di un vuoto da colmare, anche se questo può far male. Inoltre queste ricerche non sono condotte a cuor leggero dai due protagonisti, ma sono affrontate con i dubbi e i timori che normalmente avrebbero due persone nel cercare di capire la vita di due genitori enigmatici e distanti.
La conclusione lascia davvero commossi e quello che alla fine rimane al lettore è la storia di un amore che a causa degli eventi è finito tragicamente e di errori compiuti pensando di poter proteggere i propri cari, distruggendo così solo se stessi.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    20 Novembre, 2012
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Desiderio e Paura

La protagonista è Irene, ma non solo. E' Irene e gli uomini della sua vita.
Il libro è un racconto a briglia sciolta di Irene al suo amante di quella notte, la prima notte che passano insieme. Lei racconta a lui tutta la sua vita, in un dialogo come lo potremmo fare noi in una situazione come questa, quando ci si confida a cuore aperto ad uno sconosciuto per sfogarsi e affrontare il proprio passato.
Il passato di Irene è dominato dal sesso e dalla morte, sempre strettamente legati uno con l'altro, a partire dalla prima volta, segnata dalla contemporanea strage della sua famiglia in un ristorante.
Il ritmo del libro è serrato e dura una notte. Questa notte fatta d'amore e di liberazione, dove Irene parla del marito anche lui segnato, nell'adolescenza, dalla morte del padre che ha ucciso dopo le prime sperimentazioni sul sesso con il suo amico Gavril. Un marito con molti lati oscuri che Irene non riesce a capire e scalfire. Proprio quando il suo matrimonio è in crisi compare lui Gavril, il dio dell'amore.
Una storia tormentata finita in un omicidio, tutto raccontato a questo uomo con cui Irene passa la prima e ultima notte, perchè, sebbene lui vorrebbe iniziare una storia con lei, è impossibile dopo essersi denudati così nel profondo convivere con la persona che ci ha fatto stare bene mentalmente e fisicamente in una sola notte. Perchè attimi del genere sono unici e irripetibili.

Il libro è bello e scritto bene, però davvero non mi convincono tutti i drammi della vita di Irene, come se l'autore avesse preso una serie di casi umani e li avesse concentrati tutti su una sola persona e la cosa suona in certi frangenti inverosimile, lasciando al lettore quel senso, a parer mio, che l'autore abbia esagerato troppo. Anche perchè se vengono trattati troppi temi insieme, molti non vengono approfonditi con il dovuto riguardo e sembrano davvero buttati lì.
Lo consiglio però perchè è una lettura davvero particolare e alla fine dei conti piacevole.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    09 Novembre, 2012
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Dal passato non si scappa...

Ho letto tutto d'un fiato questo libro in una giornata e mezzo però mi ha lasciato molto perplessa. Conosco l'autrice grazie alla sua saga di Fallen e in questo libro, sebbene di tutt'altro genere, ho ritrovato il suo stile. Purtroppo però la trama non mi ha molto convinto.
Il libro parrebbe la scontata storia della classica liceale snob, bella e ricca che però per arrivare fino a quella condizione sociale ha dovuto faticare partendo dai bassifondi. Grazie alla madre "facile" che è passata attraverso 4 matrimoni con uomini via via più ricchi, Nat si trova ad un passo da diventare reginetta di una scuola esclusiva insieme al suo grande amore Mike. Ma Justin Balmer la tormenta e potrebbe compromettere tutto. Così avviene il tragico incidente che coinvolge i tre e fa riaffiorare il passato di Nat che, invano, cercherà di mantenere l'autocontrollo e la freddezza che l'hanno sempre contraddistinta e difesa da una vita dura e dove nulla le è stato mai regalato.
Sebbene la trama e il finale sono scontati al massimo, non posso affermare che non mi sia piaciuto. Forse per la suspance creata dall'autrice, dall'attenzione posta soprattutto all'amore tra Nat e Mike e come questo ha influenzato le loro decisioni, il tutto guidato dal suo stile di scrittura molto diretto e coinvolgente.
Se la storia fosse stata più originale probabilmente sarebbe stato davvero un capolavoro.
A mio avviso meglio leggere la saga di Fallen per apprezzare Lauren Kate.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    09 Novembre, 2012
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Incantesimi africani e cinismo alla Palahniunck

A mio parere non poteva mancare questo splendido libro tra quelli dell'autore.
Chi è abituato al suo stile lo amerà anche con Ninna Nanna.
Il libro inizia con una caccia alle streghe e piano piano il protagonista spiega come è finito a dare la caccia a qualsiasi manifestazione sovrannaturale per acciuffare il colpevole. Tutto parte dall'orribile scoperta di una cantilena africana in grado di uccidere le persone a cui viene recitata. Carl lo scopre dopo aver ucciso involontariamente la moglie e la figlia ma riesce a tal punto ad impadronirsi di questo "incantesimo" che ben presto gli basterà pensarla mentre guarda qualcuno per ucciderlo. E così semina la morte. L'incontro con Helen sarà decisivo e come è tipico di Palahniuck ci saranno un susseguirsi di colpi di scena mozzafiato tra scene ciniche e crude, con un finale a sorpresa che lascia sconvolti, come tutti i suoi libri. Raccontare oltre sarebbe sminuire il racconto!
A mio parere è uno tra i più belli che ho letto dei suoi libri e merita davvero... Vi lascerà letteralmente stregati!

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Skippy Opinione inserita da Skippy    05 Novembre, 2012
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Un Dickens che non mi aspettavo

Dickens mi piaceva già dal liceo e un suo libro che avevo letto interamente era David Copperfield. Devo dire però che se facessero conoscere tra i banchi di scuola questa opera, secondo me piacerebbe di più a molte persone.
Immaginandomi già una trama modellata alla Dickens, con un bambino dall'infanzia difficile, il suo percorso di crescita e un finale a lieto fine, mi sono invece scontrata con una racconto imprevedibile, divertente e, perchè no, anche molto attuale.
Pip, ragazzino con un destino già segnato come apprendista dello zio fabbro, si ritrova improvvisamente ricco e con la possibilità di crescere e studiare come un signore. La sua sorte sembra legata proprio alla stravagante Miss Havisham, una donna la cui vita si è fermata il mattino delle sue nozze aspettando il futuro sposo che non sarebbe mai arrivato e che ha cresciuto la bellissima orfana Estella, insegnandole ad odiare gli uomini e a rubargli il cuore.
Pip cresce amando disperatamente Estella e credendo infine di poterla sposare, grazie alle sue grandi speranze date da questo misterioso benefattore.
Il finale in realtà sconvolgerà totalmente tutte le sue aspettative e anche quelle del lettore.

Quello che mi è piaciuto è come sono trattati molti temi quali l'amore mal riposto e il dimenticare le persone veramente care quando si pensa di essere ricchi e indipendenti, ma, soprattutto quello che mi ha colpito di questo romanzo è il finale non scontato. In molti libri di Dickens il protagonista redento torna sui suoi passi, si riconciglia con le persone care e scopre che l'amore si trovava proprio nell'amica di infanzia trattata male quando si pensava di avere migliori alternative. Qui Pip invece si scontrerà con la dura realtà, facendosi perdonare, ma capendo che purtroppo non sempre si può tornare indietro dimenticando il male fatto e pretendendo che le persone siano state ad aspettare in silenzio il momento in cui una persona si rende conto che in fondo i veri valori sono altri rispetto ai soldi e alla fama.
Questo libro lo consiglio caldamente. E' lungo, ma le parti "noiose" sono davvero poche e non rendono affatto pesante il romanzo.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    10 Ottobre, 2012
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Le 5 giornate di Milano

Scelto in libreria perchè superficialmente attirata dalla copertina, pensavo di trovare un romanzo stucchevole e romantico. In realtà ho trovato molto di meglio.
Scurati mi ha fatto appassionare ad una storia di Milano che non conoscevo, tanto da far sorgere in me l'orgoglio di essere milanese e facendomi immedesimare con i sentimenti e i desideri dei Milanesi oppressi di quel periodo. La ricostruzione storica è molto accurata e precisa e per chi ama il genere è un piacevole romanzo storico.
La storia d'amore non è la principale protagonista del libro, ma è trattata bene e riesce comunque a colpirti per la tristezza dell'intera vicenda, biasimando forse un po' le scelte del protagonista.
Lo consiglio in quanto non l'ho trovato affatto pesante, anzi mi ha fatto appassionare ad un pezzo di storia poco trattato.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    06 Ottobre, 2012
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Una eroina difficile da amare

Jane Austen stessa definì Emma un'eroina che sarebbe stata difficile da amare. Questa infatti si presenta come una ragazza piena di sè, che si arroga il diritto di gestire le vite di chi la circonda con la presunzione di sentirsi libera di farlo perchè lei non ha bisogno di trovar marito e non ha paura di rimanere sola durante la vecchiaia. In realtà questa eroina penso sia stata la più amata dall'autrice, poichè tramite lei esprime sincere opinioni riguardo l'emancipazione femminile che si augurava prendesse piede. Il romanzo è davvero divertente in certi punti, soprattutto nei ripetuti tentativi di Emma di far fidanzare una sua amica Harriet per poi scoprire che gli spasimanti volevano sposare lei. Un susseguirsi di fraintendimenti che culminano quando proprio la sua amica Harriet le confida di essere convinta che Mr Knightley sia innamorato di lei. E' proprio questo che scatena un cambiamento nella protagonista che per la prima volta capisce che Mr Knightley, amico di famiglia da quando era bambina e molto più grande di lei, è l'uomo giusto e la paura di perderlo le fa capire che lo ama. Il lieto fine come ogni romanzo della Austen è garantito e per rimarcare il carattere risoluto di Emma, ella riesce a combinare tutto come se fosse stata lei ad aver deciso fin dall'inizio la conclusione.
Un romanzo davvero bellissimo, uno dei migliori dell'autrice, da alcuni definito quasi un romanzo di formazione poichè si può notare la maturazione della protagonista lungo la trama. Lo consiglio veramente perchè è davvero piacevole.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    27 Settembre, 2012
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Immaginarsi la vita di una donna passata in second

Con questo libro ho scoperto l'autrice Candace Robb. All'inizio ero scettica, ma ben presto la trama mi ha conquistato per la correttezza dei riferimenti storici e la capacità di immergere i lettori nella vita della corte d'Inghilterra ai tempi di Edoardo III.
L'autrice alla fine del libro, citando tutte le fonti che hanno fatto da base per la trama, spiega che il suo intento era ricostruire la vita di Alice, donna che è stata realmente l'amante del re e che per questo è stata odiata dal popolo e accusata di aver ammaliato il loro sovrano.
Descrive questa donna come una ragazza ingenua ed umile, vittima delle decisioni prima del padre, poi del marito e infine del re e dei suoi figli. La domanda ricorrente che si pone la protagonista è infatti "Avrei potuto essere diversa?". In un epoca del genere raramente le donne potevano decidere la loro sorte e questo libro vuole mettere in luce proprio questo, contrapponendo la protagonista ad altre donne di corte più scaltre, che cercano di metterla in guardia dai pericoli che potrebbe incontrare e che alla fine però Alice non riesce ad evitare a causa del suo amore per il re.
Il lieto fine della storia è una speranza sul fatto che la vita di questa fortunata e sfortunata donna sia potuta finire realmente così.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    27 Settembre, 2012
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Un finale in sospeso

Questo è l'ultimo libro della trilogia di Margaret Kerr. Tutti e tre i libri sono molto piacevoli e la storia è avvincente. Ciò che mi ha colpito di più è l'ambientazione dettagliata e i riferimenti storici molto precisi, tanto che mi sono appassionata alle storie sulle guerre di indipendenza della Scozia.
In questo ultimo capitolo della saga, Margaret Kerr indaga per conto di James Comyn, con il quale incomincia un rapporto amoroso.
La trama si svolge nella città di Stirling che si sta preparando alla celebre battaglia contro gli Inglesi che verranno sconfitti, ma il finale del libro mi ha lasciato molto perplessa. La protagonista rimane a riflettere sul futuro, James se ne va per continuare le sue battaglie e la frase finale è dedicata alla fantesca di Margaret.
Mi aspettavo un finale più avvincente, però valgono tutti e tre la pena di essere letti!

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La taverna delle ombre e Il saio nero
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Skippy Opinione inserita da Skippy    22 Settembre, 2012
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Paragonabile ai pilastri della terra?!?

Ho appena finito con fatica questo libro, non per la pesantezza, ma per il fatto che la trama non è affatto avvincente. E' un libro molto scorrevole e veloce da leggere, ma la trama l'ho trovata assolutamente priva di spessore. Gli accenni storici sono buttati ogni tanto qua e là ma senza approfondire, mischiando ogni tanto un pò di misteri religiosi, ma appunto, non approfondendoli, restano lì un pò in sospeso e non riesconono a tenere veramente il lettore "preso" dalla trama. Inoltre anche i personaggi sono un pò scialbi e la storia delle loro vite scontatissima. Detto questo se qualcuno volesse leggerlo non lo sconsiglio del tutto, però non bisogna avere alte pretese. Parlo così solo perchè leggere sulla copertina il paragone con i Pilastri della Terra mi ha lasciato un pò atterrita, perchè questo libro è lontano anni luce!

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Skippy Opinione inserita da Skippy    07 Settembre, 2012
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Tre racconti per conoscere meglio Jane

Per chi ama Jane Austen questo libro è caldamente consigliato e direi imperdibile.
Sono tre racconti che riescono a mettere in luce aspetti caratteriali e stilistici noti e non dell'autrice.

Il primo racconto, Lady Susan, è l'unico che ha una sorta di colclusione, in quanto l'autrice lo aveva ripreso in mano per rifinirlo anche se poi non l'ha mai pubblicato. Se la Austen affermava che Emma sarebbe stata una eroina poco simpatica e difficile da amare, Lady Susan sarebbe da considerare assolutamente odiosa. E' una donna manipolatrice e scaltra, che riesce ad ottenere tutto quello che si mette in mente e riesce ad essere libera di agire senza aver a fianco un uomo. Un carattere forte e spregiudicato (bellissimo il punto in cui augura alla sua amica che il marito abbia un attacco di gotta definitivo!) che mette in evidenza in maniera schietta i veri pensieri dell'autrice. La conclusione è molto ironica e ci fa capire che Lady Susan, con la sua intelligenza e spregiudicatezza, è superiore a molte donne definite piene di virtù.

I Watson a mio parere sarebbe stato un bel romanzo che ci avrebbe donato un ulteriore eroina Austeniana. La storia inizia ed è scandita nella tipica prosa dell'autrice, che ci fornisce tramite questa Emma, una protagonista di unimili origini che, essendo stata per 14 anni cresciuta da una ricca zia, si ritrova a tornare in una famiglia che ormai non conosce più ad affrontare una nuova vita, dimostrandosi però molto intelligente e riuscendo a sopportare la nuova situazione. Sarebbe stato bello leggere come l'autrice avrebbe fatto evolvere la situazione tra Emma, la ricca famiglia degli Osborne e Mr Howard.

Infine Sanditon è l'ultimo racconto iniziato dall'autrice e mai concluso a causa della sua morte. L'ho trovato quasi ironico in quanto i personaggi sembrano tutti delle caricature. Mr Parker con la sua ossessione di far diventare Sanditon un villaggio balneare, le sue sorelle ossessionate dalle malattie e l'aristocratica Lady Denham che si dimostra egoista e gretta. Qui la protagonista Charlotte vive osservando questi buffi personaggi e prendendo in giro sir Edward per essersi immedesimato troppo negli uomini dei romanzi d'amore e che cerca di essere passionale risultando in realtà ridicolo (Charlotte esprime il pensiero che bisogna distinguere la realtà dalla fantasia, in contrapposizione quindi con la protagonista dell'Abbazia di Northanger). Anche qui purtroppo il fatto che la storia sia lasciata in sospeso ci porta ad interrogarci su come l'autrice avrebbe sviluppato molti temi.

Non mi sono dilungata troppo nel raccontarvi queste storie perchè secondo me ognuno deve avere il piacere di godersele a pieno e immedesimarsi nel pensiero dell'autrice.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    31 Agosto, 2012
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Un classico da non perdere

Ho letto mesi fa questo libro solo perché era citato in un altra mia lettura e ne ero incuriosita. Ne sono rimasta davvero affascinata. Può essere descritto come un romanzo giallo, ma mi ha soprattutto colpito per la forza di carattere data al personaggio di Marian Halcombe, una donna intraprendente e che, nonostante le costrizioni dell'epoca, riesce abilmente a difendere la sorella e ad aiutare Walter a salvarla dai pericolosi intrighi che le ruotano intorno. Penso sia lei il vero perno di tutto il romanzo, insieme al conte Fosco, spietato negli affari e pronto a tutto per volgere ogni situazione a suo vantaggio, ma che non aveva fatto i conti con il coraggio di Marian, l'unica in grado di farlo soccombere.
Se volete leggere un classico che vi stupisca, ve lo consiglio. Nonostante la mole,è davvero scorrevole, a parte qualche punto centrale, ma riesce a tenere viva la curiosità del lettore per tutte le sue pagine.

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Skippy Opinione inserita da Skippy    29 Agosto, 2012
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Non sono una mosca bianca allora!

Ho letto questo libro, ormai tempo fa, perché ormai esausta dei commenti dei miei amici che lo trovavano "Entusiasmante!" oppure "Un capolavoro!" e, così, l'ho affrontato, forse avendo troppe aspettative....risultato? L'ho trovato noioso e banale! A metà libro si sapeva già chi fosse l'assassino, ma di solito non è detto che questo possa rovinare la la suspance. Purtroppo non è così per questo libro perchè la restante parte era solo un susseguirsi di banalità! Prima ancora di leggere la frase sapevo già come sarebbe andata a finire...quindi mi sono stupita che questo fosse il libro esordio di Faletti! Qualche mese fa ho riprovato a leggere questo autore e ho affrontato "Niente di vero tranne gli occhi"...bè devo dire che mi è piaciuto molto di più!

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