Opinione scritta da attila7216
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Blaze= John Coffey ?
Quello che ho appena letto e' un romanzo di King? Un romanzo del Re? Ebbene,mi sorge quasi questa domanda quando ho finito di leggere Blaze.Perche' in questo libro non c'e' la tensione,il mistero,il pathos e diciamo anche la paura,che sono presenti in quasi tutti i libri di King.Non ci sono personaggi enigmatici,torbidi segreti,fatti da nascondere avventure paurose.Qui siamo davanti a una storia,semplice semplice,magari gia' sentita o letta su qualche giornale.La storia di un bambino maltrattato dal padre che a momenti lo uccide.Gli procura invece un ritardo mentale che si portera' dietro anche quando diventera' un uomo grande e grosso di due metri e passa,e il ricordo di quella vicenda sara' un "buco" sulla fronte che lo rendera' ancora piu' riconoscibile agli occhi di tutti.King racconta due storie in una,la storia di Blaze da piccolo,confinato in un'istituto per bambini senza famiglia,delle difficolta' che ha dovuto superare,a partire dai maltrattamenti del padre alla vita nell'istituto dove ha,dopo questo,vissuto la sua adolescenza.Adolescenza fatta anche qui di soprusi da parte del professore della scuola e della famiglia che avrebbe dovuto adottarlo.Una vita difficile che sfocia nel "secondo" racconto la vita adulta di Blaze delle truffe che faceva con il suo amico George,per poter andare avanti,ma George non c'e' piu' e lui deve cavarsela da solo,anche se George gli da' dei consigli e parla nella sua testa e gli suggerisce il "colpo della vita" rapire un neonato di una famiglia ricca per mettersi a posto.La sotria,come detto e' molto "scarna" quasi una cronaca della vicenda.Si concentra principalmente sul personaggio di Blaze,e,in secondo piano di George.Il resto , la descrizione degli ambienti e degli altri personaggi,sono praticamente nulli,lasciando spazio cosi' alla fantasia del lettore.Dette tutte queste cose e aggiungendo che "amo" King,la domanda che viene da fare e' "come ha fatto a piacermi questo libro".Beh,non e' che lo considero un capolavoro,come si puo 'vedere dai voti,ma gia' si vede la mano del "Re".Questo libro infatti,e' uscito da poco ma e' stato scritto da un King poco piu' che venticinquenne,e ci vedo alcune idee embrionali di quello che poi diventera' un grande scrittore.L'idea di Blaze che porta avanti il piano del rapimento perche' glielo dice il suo amico che e' morto mesi prima,fanno capire che gia' King era sulla via delle storie surreali,un po' "horror" che intraprendera' in seguito.Ma in questo romanzo il cattivo e' allo stesso tempo buono,il gigante e' allo stesso tempo un piccolo bambino fragile.Blaze mi ricorda molto il John Coffie de "Il Miglio verde" libro di un altro pianeta rispetto a questo,ma il grande gigante "cattivo" in realta' non lo e' poi cosi' tanto.Come Coffey che voleva salvare le bambine con il suo potere,Blaze rapisce il bambino e poi quasi sembra dimenticarsi dei soldi,pensando addirittura di crescerlo e proteggerlo.Insomma,un libro molto "scarno" ma molto "facile" da leggerlo.Se volete avvicinarvi a King,senza subire "traumi" questo potrebbe proprio essere un'ottima base di partenza.
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Tensione,suspense in una citta' con un grande segr
Una piccola ridente? cittadina,che ti accoglie e ti racconta la sua storia.La sua storia che nasconde un grande segreto del passato,un segreto che ripercuote i suoi effetti nel presente,e nel futuro della cittadina stessa,e che l'autore ti accompagnera',pagina per pagnia, a scoprilrlo.Il libro sembra incentrato sulla sparizione del piccolo Rainey Teague,ma la cosa sdi risolve in poche pagine.Quello che non si risolve e' il mistero della sua apparizione,ma anche del suo ritrovamento,che lascia nel lettore e nei protagonisti della vicenda,un sacco di domande senza risposta.Poi il racconto si divide in tante storie parallele che sembrano non avere un nesso tra di loro.Ma piu' ci si avvicina alla fine e piu' queste storie si avvicinano fino ad intrecciarsi e adiventare una la conserguenza dell'altra.Ogni personaggio di questo libro,alla fine ha a che fare con tutti.Il libro e' interessante perche' ogni capitolo,lascia in sospeso sul "piu' bello" la vicenda che sta raccontando per riprendere l'altra che ci aveva lasciato in sospeso qualche pagina prima.QUesto porta il lettore a non volersi mai fermare e acontinuare a leggerlo per vedere cosa succede dopo in una e nell'altra storia.E' vero,i personaggi sono tanti,in questo mi ha ricordato un po' "The Dome" di Stephen King,e non e' facile ricordarsi tutti i nomi e tutto quello che e' successo ad ogni personaggio,ma con un po' di "concentrazione" che comunque una lettura richiede,si riesce a ricordare tutto.E arrivare ad un finale che chiude il cerchio di tutte le storie in maniera impeccabile.Ogni personaggio trova "il suo posto" ogni cosa vine spiegata e in una storia cosi' "contorta" non era poi cosi' facile.La "tensione",in certti frangenti,si sente eccome.Le atmosfere sono "cupe" e "misteriose" come quando Nick va nella casa della Cotton e vede quelle immagini riflesse nel buio.O come quando Zerle va all'ospedale a cercare Abel.La storia sfocia nella paura dell'ignoto.Del non sapersi spiegare cose che si vedano e sembrano vere,ma poi scompaiono come se non ci fossero mai state.In queste pagine vedo qualcosa di Stephen King.L'imponderabile si mischia con la realta,le certezze con l'inaspettato,la razionalita con l'inspiegabile.Se volete risolvere il mistero la vostra mente si deve aprire all'impossibile.I personaggi sono molto ben caratterizzati,anche se sono molti,l'autore e' riuscito a descriverli in maniera efficace.Lo stile,soprattutto delle ambientazioni,non e' descrittvo allo sfinimento,la cosa e' positiva perche' lascia spazio alla capacita' d'immaginazione del lettore e scorre molto bene.Io he letto molte "stroncature".Io invece lo consiglio.
"Benvenuti a Niceville ma state attenti,perche LEI USA GLI SPECCHI !!"
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Sport e Grisham,accoppiata vincente.
Dopo aver letto "L'allenatore" e "Il professionista" sempre di Grisham,che trattavano l'argomento del football,ho deciso di leggere questo libro che invece tratta di baseball.Ma soprattutto tratta dei difficili rapporti di un figlio,con il padre alcolizzato e violento.Tratta di due "carriere" ma non solo,direi due "vite" segnate per sempre da un gesto,un fatto di pochi secondi,che avra' conseguenze nei decenni a segure,per chi l'ha fatto,chi l'ha subito e anche perchi ha assistito a quel che e' successo.Alla fine fa capire quanto puo' essere difficile per un figlio perdonare un padre che,non e' mai stato veramente quello che un genitore dovrebbe essere per il proprio figlio,ovvero un esempio,un punto di riferimento,e una persona che ti aiuta a crescere e a superare i momenti difficili.Tanto che,per Warren Traacey e' piu facile avere il perdono di Castle,al quale aveva stroncato la carriera,che quello di suo figlio,che in pratica non arriva mai.Neanche in punto di morte.Una storia,secondo me toccante e alla fine decisamente commovente.Certo essendo un libro,dove il protagonista e' un giocatore di baseball e' normale che ci siano le descrizioni delle partite e delle imprese di Calicko Joe.Ma ridurre il tutto a una "rivista sportiva" mi sembra davvero eccessivo.Se non piace l'argomento,dello sport e' meglio evitarlo,come se a uno non piace un romanzo d'amore e' meglio evitare un libro come Romeo e Giulietta,perche' e' normale che si parli d'amore e se lo leggo lo stesso non posso poi lamentarmi e dire che non si parlava altro che di baci,passione e storie sentimentali che sembrava una rivista di gossip.Almeno,questa e' la mia opinione.Grisham,come ne "L'allenatore" e "Il professionista" racconta la vita del giocatore di baseball,ma mentre in questi due libri il protagonista e' "il giocatore",qui e' un ragazzino che racconta la sua storia,quella di suo padre e quella di una promessa dello sport Americano.Tre storie che vanno fatalmente ad incrociarsi e a cambiare quella dell'altro.Lo stile e' molto scorrevole e concentrato sulla descrizione dei tre personaggi.La lettura e' piacevole ,tanto che l'ho finito in meno di una settimana.E se qualcuno non capisce i termini tecnici che Grisham usa per raccontare le partite.Alla fine del libro,ci sono piu' di 20 pagine dove l'autore spiega le regole e i termini di questo sport,per chi vuole approfondire l'argomento,Li' si che si parla solo di baseball,ma non fa parte del libro stesso.Come detto il libro parla di redenzione,di amicizia e di perdono e,secondo me lo fa molto bene,ne esce una storia coinvolgente nella quale,il lettore,alla fine deve decidere,se sentirsi piu' "Paul Tracey" o "Joe Castle",se perdonare o non dimenticare.
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Riavvicinamento a Grisham
Io ero un grande appassionato di Grisham,aspettavo il suo novo libro,ogni volta come un evento.Come quelli che aspettavano di comprarsi l'ultimo telefonino di nuova generazione.Questo fino al romanzo "La casa dipinta".Troppo era la differenza sia di stile che di argomento trattato,rispetto ai suoi libri precedenti.Poi,dopo un po' di tempo,sono andato a cercare cosa faceva il "buon John" e mi sono ritrovato tra le mani "L'allenatore".L'ho letto ed era accettabile.Cosi' quando un mio amico mi ha parlato di questo "Il professionista" mi son lasciato convincere e l'ho letto.Beh,e' stata una bellissima sorpresa.Un racconto semplice,lontano dalle indagini legali di libri come "Il socio" o "Il cliente".Ma forse e' proprio questa la sua forza.Una storia di "redenzione" sportiva,di voglia di rivincita del protagonista che si trova lontano dalle luci della ribalta del football Americano professionistico,ma che trova la sua "dimensione" nella nostra Italia,e,in particolare nella citta' di Parma.Leggendo qualche opinione,avevo "paura" che il racconto fosse troppo descrittivo per quel che riguarda la citta' di Parma e cher potesse risultare pesante.In realta' le descrizioni,sono sempre inserite nel contesto della storia,e non sono mai cosi' approfndite da diventare pesanti.Anzi,aiutano il lettore a calarsi meglio in quello che staa leggendo.Altro punto.Questo libro puo' essere letto da chi non conosce il football Americano? Io dico SI !! :) Certo a chi lo legge deve piacere almeno lo sport e i racconti delle sue pagine "epiche" ,ma anche se qualche termine descrittivo della partita,come endoff,hook,endzonepossono anche non essere capiti,si capisce comunque l'andamento della partita,quindi non e' un problema,anzi,potrebbe essere uno stimolo,per chi non conosce il football ad avvicinarsi a questo sport meraviglioso.Alla fine dunque che dire? Un Grisham che dimostra di essere "poliedrico" di saper trattare temi diversi da quelli che ha sempre trattato,pur mantnendo il suo stile semplice e scorrrevole di scrittura.Un libro non impegnativo che si legge in poco tempo,anche perche' e' interessante,con qualche spunto umoristico,come la descrizione dell'ultima partita Americana del protagonista.Una storia che descrive anche il nostro paese e citta' come Firenze e Venezia,non solo Parma.Un libro davvero piacevole che mia fatto riapprezzare la lettura del "Grande John"Grazie a chi me lo ha consigliato.
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Thriller amaro e insipido.
Questo libro non mi ha proprio convinto.Credevo fosse un thriller invece e' un "giallo" da serie tv.Lo schema e' quello classico,omicidio,scena del crimine,indagine risoluzione.Lo stile e' anche piacevole e scorrevole,si legge bene insomma,ma il contenuto e il racconto non mi sono proprio piaciuti.La scrittrice perde di vista qual'e' il centro della storia,ovvero la morte di Lisa Getty e si perde in racconti e situazioni del luogo che sono piu' da guida turistica dell'Alaska e delle sue tradizioni che della trama del libro.Dell'indagine in se stessa parla pochissimo e arriva alla soluzione in maniera banale e in breve tempo.Senza dare la possibilita' al lettore di seguire l'evolversi della vicenda ed arrivarci insieme a lei.La cosa e' cosi',prendere o lasciare.Il finale non e' definitivo,lascia una "porta aperta" e anche questo e' un punto a suo sfavore.Insomma per dirla in maniera cinematografica,pensavo di vedere un bel film thriller ho visto invece una puntata di uno di quei telefilm da 40 minuti stile L'ispettore Derrick,che sono si belli,ma che alla fine non lasciano il segno.Lettura consigliata ? Si ,per non infierire ma si puo' leggere altro. Voto 5 su diceci come a scuola :)
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Un libro tutto "in crescendo"
Parte come un thriller classico.Poi inziano i colpi di scena che si susseguono,con l'avanzare della storia.Un libro e un racconto originale che sconfina nell'impossibile ma che fa sembrare tutto possibile e reale al lettore.Il bello del libro e' che si scoprono i tasselli che compongono la vicenda,insieme al protagonista,e quando sembra di capire qualcosa e dire "beh,pero' cosi' era facile",si viene "spiazzati" qualche pagina dopo.Si vive quello che vive il protagonista,che vuole vivere l'esperienze e la vita di un altra persona senza sapere niente della vita di quella persona.E cosi' succede al lettore,si leggono con lui i messaggi misteriosi che compaiono sui muri,si vede,con lui,ricomparire persone e animali che erano morte.Si cerca di capire con lui qual'e' il segreto nascosto che sembra essere la "chiave" della sua storia,ma che il protagonista non ricorda piu'.Un intreccio di storie,l'intreccio di due vite che sembrano inesorabilmente separate ma che in realta' sono molto vicine.Un libro che una volta che si e' arrivati ad un certo punto non si puo' smettere di leggerlo,perche' si vuol sapere come va avanti la storia.Lo stile l'ho trovato molto piacevole,con un'ottima caratterizzazione dei personaggi e,soprattutto della storia e della vita del protagonista.Il finale bello e giusto,ma non scontato.Da leggere
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