Opinione scritta da alessandrabo

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alessandrabo Opinione inserita da alessandrabo    17 Settembre, 2012
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Beata innocenza.

L'umanità si è abituata (a ragion veduta) a considerare gli ebrei le vittime e i tedeschi i carnefici...ma che succede quando in Germania cresce e nasce un bambino che non ha idea di stare dalla parte cattiva del filo spinato? Questo libro pone il lettore davanti ad una nuova visione che si ha del bene e del male, portando ad ignorare le origini di Bruno, fiero tedesco figlio del Comandante, a favore della dolcezza del rapporto proibito tra i due bambini, destinati ad incontrarsi e in un certo senso, a non lasciarsi mai.
Bruno sa che "il Furio" ha grandi progetti per suo padre; dopo una giovane e successivamente sedata ribellione, finisce per adattarsi a tutto quel cemento e a quelle strane persone con i pigiami tutti uguali che vivono al di là della rete, senza però capire mai a fondo il perchè di tutto. Servirà l'amicizia con quel magro e pallido bambino ad aprirgli gli occhi, quel tanto da rivalutare la realtà che gli hanno sempre somministrato a suon di disciplina ma non abbastanza per cancellare dal suo cuore l'innocenza che rende i bambini l'unica voce vera del mondo.

Libro meraviglioso.
Consigliatissimo.

P.s Il film guardatelo dopo!!!

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L'amico ritrovato
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alessandrabo Opinione inserita da alessandrabo    09 Settembre, 2012
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bianca come il latte rossa come ODDIO BASTA!

Sono arrabbiatissima! Ma come possono avermi detto che questo è un CAPOLAVORO?! Cavolo, le Mille e una notte è un capolavoro, la Divina Commedia è un capolavoro, questo libro NON è un capolavoro!

Scrittura banale, decisamente troppo colloquiale e sempliciotta. Sembra di leggere un qualsiasi capitolo di Federico Moccia, gergo "giovane" e ripetitivo, figlio della cultura di facebook e della poca fiducia nei congiuntivi italiani.
D'Avenia si immedesima a tal punto nella parte del ragazzino adolescente da diventare fastidioso esattamente come un adolescente parecchio scemo. Il protagonista passa da dire frasi di una profondità disarmante (ehi ehi, non facciamo i fenomeni, a 16 puoi essere sveglio ma non Platone) a cazzate cosmiche che ti chiedi come può, l'essere di luce che fino a un momento fa ti stava spiegando il senso dell'esistenza , anche solo pensare cose tanto stupide.
Per non parlare della trama, la banalità scende in campo e segna 4 goal. Basta guardarsi due o tre film degli anni novanta sull'amore tra ragazzini e si ottiene la stessa cosa.
Per non parlare poi della morale cristiano-cattolica infilata in mezzo come se piovesse! Parlare di Dio va bene ed è giusto, nascondere una lezione di catechismo in un libro tentando di passare pure inosservati no.

Bocciatissimo.

P.s Meno male che l'ispirazione gliel'ha data il professor Keating de L'attimo fuggente...ah beh.

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Moccia e gli è pure piaciuto
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alessandrabo Opinione inserita da alessandrabo    15 Agosto, 2012
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Zoccoli e passi sulla stessa montagna.

Mi trascinarono, un paio di anni fa, lungo un sentiero di montagna, con la promessa di una vista incredibile giunti alla vetta. "Sarà" mi dicevo....
Passo dopo passo, sudore a non finire e crampi alle gambe...ma ecco, sono arrivata.
In mezzo al nulla, rapita da ciò che solo la montagna poteva offrire.

Questo libro è un po' come la mia scarpinata. Faticoso (Erri è pur sempre Erri, mica parliamo di Moccia), in salita e pieno di ostacoli da superare...ma tutto il nostro sforzo è ricompensato quando arriviamo alla vetta, la parte del racconto che finalmente ci presenta davanti agli occhi il re dei camosci, dominatore incontrastato della montagna.
La farfalla bianca e la neve sono candidi simboli della poesia di De Luca, sempre attento a raccontare della leggerezza e della poesia di ogni essere vivente.

Non si può raccontare nulla della trama, solo invitare il lettore ad assaporare il silenzio che il libro sprigiona, condizione necessaria per ascoltare il passo veloce del camoscio, seguito dai pesanti scarponi del cacciatore, distratti sempre dal battito d'ali della farfalla.

Leggetelo e sentirete odore di neve.

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"Il contrario di uno" sempre di De Luca
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alessandrabo Opinione inserita da alessandrabo    15 Agosto, 2012
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Favola della buonanotte proprio no.

"Attenta a ciò che desideri Coraline".
Vero, specialmente se ti ritrovi in casa una perfida mamma di pezza che al posto degli occhi ha due splendidi bottoni!

Coraline non sta mai con mamma e papà. Mamma cucina da schifo e papà studia stupide piante selvatiche. La casa è isolata è non c'è nessuno con cui giocare. Uffa uffa e ancora Uffa...
Come fare per sfuggire alla noia ed alla solitudine? Beh, per prima cosa si potrebbe andare alla ricerca di qualche mistero, magari aprendo proprio quella vecchia porticina laggiù...

Neil Gaiman costruisce un mondo terribile ed onirico dal quale è impossibile uscire, proprio come la povera Coraline che rimane vittima della sua stessa curiosità e brama di attenzioni. Stile vivace e sinistro, unico ed affascinante. Libro da leggere con la luce accesa, attenti nell'osservare se dall'angolo del salotto sta spuntando una mano ossuta che tiene ago e filo.

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"Il figlio del cimitero" di Gaiman e "Gli incubi di Hazel" di Deeny
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