Opinione scritta da il rifugio dell anima
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Alieni? Non sono stati mai così belli
Kellie Swartz ha bisogno di ricominciare a vivere e l’unico modo per farlo è allontanarsi da tutto quello che le ricorda il marito. E così la nostra dolce Katy si ritrova in un paesino sperduto del West Virginia. Ha 17 anni ed è una bookblogger. I libri sono la sua vita e non è una gran bellezza: ha dei banalissimi capelli castani e nessun fisico mozzafiato. Ma è un personaggio vero, reale e soprattutto con una lingua tagliente e ironica.
Ed è proprio tra uno scambio di battute non troppo simpatiche che lei e Daemon si conoscono, ed è subito guerra . Ma è davvero affascinante con quegli occhi verdi brillanti, i cappelli spettinati e il fisico da paura! Il suo cuore, inevitabilmente, accelera. Dal canto suo lui sembra odiarla a tal punto da volerla allontanare dalla sorella, Dee.
Giorno dopo giorno Katy, però, inizia a porsi delle domande sui comportamenti strani dei gemelli: come fa Dee a mangiare sempre senza mettere su neanche un grammo, può un essere umano rimanere sotto acqua per più minuti senza prendere fiato e Daemon non compare e scompare troppo velocemente? E nel bel mezzo di una litigata l’impensabile avviene. I gemelli sono degli alieni.
E per la prima volta della mia vita ho trovato affascinante leggere di altre forme di vita! Credo che tutti fossero stufi dei soliti demoni, vampiri, licantropi e che l’Armentrout abbia portato una ventata di freschezza e novità con questo libro. Magari a livello di contenuti non è poi così originale se ci si riflette bene, ma il suo stile narrativo fluido e giovanile ( in senso buono) lo ha reso coinvolgente e accattivante! L’ironia e la sensualità sono all’ordine del giorno, lo si legge con il sorriso sulle labbra e molte volte mi sono ritrovata a ridere. Ti si avvolge attorno e a quel punto è finita. Te ne innamori, come ho fatto io.
Il finale ci regala una scena davvero scoppiettante e posso solo dirvi che Katy sa il fatto suo!
Spero che in Onyx si entri nel vivo della storia e che il rapporto tra i due diventi più dinamico ed elettrizzante, sono proprio curiosa di vedere un Daemon arrogante e focoso alle prese con la coraggiosa e intelligente Kat.
La cover italiana, stranamente, mi è piaciuta tantissimo. Forse è un po’ troppo scura: i colori prevalenti sono il grigio e il nero, ma il titolo e gli occhi di lui sono di un verde brillante in contrasto con il resto che in perfetta sintonia con la trama del libro stesso!
Mi raccomando non commettete il mio stesso errore: comprarlo in e-book. E’ davvero un bel libro, vale la pena averlo in cartaceo e assaporarsi pagina dopo pagina. E non dover impazzire per rileggere un pezzo o doverlo leggere due volte perché la prima volta non ero riuscita ad assaporarlo come sono solita a fare.
Quindi se non lo avete ancora fatto e amate il genere Paranormal Romance correte in libreria e prendetelo senza pensarci due volte!
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Sulle ali della magia
Alla fiera del libro, rovistando tra le super offerte di libraccio mi è scivolato tra le mani un romanzo di una scrittrice che ho molto amato. Come se lui avesse scelto me e non il contrario. Questo pensiero mi continuava a ronzare per testa e non riuscendo più a concentrarmi su altre trame, ho capito che era meglio dargliela vita. L’ho acquistato immediatamente. E ne sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Con le “Streghe di East End” Melissa de la Cruz ci ha regalato un nuovo romanzo fresco e sensuale, in cui leggende e streghe si incontrano per ammaliarci e tenerci incollati fino all’ultima pagina. La storia è ambienta in un piccolo villaggio, North Hampton, dove finalmente le Beauchamp vivono tranquillamente sotto lo stesso tetto. Freya, bella e sensuale, è la barista di un locale. E ha trovato il grande amore: Bran, un uomo ricco, bello e intelligente. Insomma il principe azzurro che ogni donna sogna. Ma alla sua festa di fidanzamento incontra Killiam, fratello del suo amore, che con un solo sguardo la fa sentire viva e le fa provare ciò che tanto tempo fa, all’alba dei tempi,aveva provato per il solo uomo da lei amato. Ingrind, invece, lavora nella biblioteca della città e sta cercando di trovare un modo per evitare che essa venga chiusa. E’ una donna dall’animo gentile, sempre pronta ad aiutare il prossimo, ma non si lascia mai andare. E infine c’è Joanna, madre delle due ragazze, che ha come hobby la ristrutturazione della sua casa e nel corso della storia si affeziona a un bambino, Tyler, che gli ricorda molto il gemello di Freya. Le tre affascinanti donne nascondono un oscuro segreto: Joanna può resuscitare i morti, Ingrind prevede il futuro, e Freya prepara pozioni d’amore. Sono streghe, ma da secoli è stato vietato loro di usare i poteri; fin quando la Beauchamp più giovane trasgredisce questa restrizione e ben presto anche la madre e la sorella si lasceranno tentare. Contemporaneamente la piccola cittadina sembra essere minacciata da una forza antica e cattiva, e le tre streghe cercheranno di scoprire di che cosa si tratta, ma soprattutto chi si cela dietro a tutto ciò. Nel finale tutte le certezze andranno distrutte, rimescolate e le tessere del puzzle verranno finalmente rimesse al loro posto. Si potrebbe dunque definire un finale eccezionale se non fosse che mi è parso un tantino confusionario e frettoloso , e mi duole dirlo, ma la scrittrice ha davvero peccato.
Nonostante la voce delle tre ragazze si alterni, che in altri casi può risultare pesante, la De La Cruz ci ha deliziato con la sua abilità narrativa e ha reso il romanzo leggero. Il suo stile semplice è in grado di rapire il lettore, forse è per questo che mi piace tanto. La nostra cara scrittrice, come ben sappiamo, ama inserire sempre un po’ di religione, e stavolta ha intrecciato con la storia i miti e leggende norrene in modo davvero impeccabile, anche se a volte avrebbe dovuto dare qualche spiegazione in più perché non tutto era scontato.
Ormai mi ha incantata e dunque non mi resta che aspettare il seguito! =)
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amicizia tutto e niente
Nella tristezza mi hanno detto che ci si può annegare, è vero.
Io per non annegarci trovo rifugio nei miei fedeli libri e con loro parto per una nuova avventura e questa volta mi sono avviata verso una Cina dove donne e bambine avevano i piedi bendati e vivevano in uno stato di isolamento pressoché totale. Per sfuggire alla loro reclusione utilizzavano il nu shu, la scrittura segreta delle donne, ed è proprio questo antico e bellissimo linguaggio fatto di sfumature e sottigliezze ad unire due bambine, Giglio Bianco e Fiore di Neve, e poi ad allontanarle.
La prima è una bambina povera il cui più grande sogno era quello di ottenere un po’ di amore. Sperava che la madre si accorgesse di lei e gli altri membri della famiglia imparassero ad amarla. Sapeva che non era opportuno desiderarlo o aspettarselo, né da bambina né da adulta, ma non poteva farne a meno. E pur di ottenere un piccola manifestazione di gentilezza si adeguava alle loro aspettative: lasciò che le venissero spezzate le ossa dei piedi in silenzio. Ma proprio grazie a questi piedini riuscì ad ottenere un buon matrimonio e a trovare una laotong, Fiore di Neve, la sua migliore amica, la sua “vecchia se stessa”.
Fiore di Neve, nipote di un erudito di rango jin shi,viveva in una situazione economica e sociale assai diversa da quella della sua laotong. Per quanto diverse le due bambine si completano e insegnano nuove cose l’una all’altra: Giglio Bianco la istruisce sulle faccende domestiche e lei le insegna l’arte del ricamo e del nu shu. Nonostante le traversie che dovrà affrontante il suo cuore è grande ed è pronta a donarlo alla sua compagna di scritture senza riserve, come quel ventaglio che le regalò prima ancora di incontrarsi e che sarà testimone di tutte le gioie e i dolori delle loro vite .
Quando ho voltato l’ultima pagina e mi sono accorta che era finito il libro il mio cuore era triste mi sentivo esattamente come una Giglio Bianco ormai ottantenne e ho iniziato a riflettere non solo sulle condizione della donna nel contesto sociale di oggi e di ieri (che ha ottenuto lottando con le proprie forze non solo la libertà, ma anche una dignità e il rispetto), ma anche sull’amicizia perché è un dono prezioso. Quel sentimento sincero che noi offriamo e riceviamo non è che una delle tante forme di amore e Giglio Bianco ne era avida. Per lei era così prezioso da non poterlo condividere con nessuno e proprio questo suo egoismo che la porta ad allontanare la sua sola anima gemella. Quindi ho capito che l’amicizia, quella vera, è una rara perla da custodire con amore e saggezza, senza mai cadere nell’eccesso.
Lo stile è scorrevole e coinvolgente. E la ricercatezza del linguaggio è impressionante! I personaggi sono ben descritti e soprattutto ben costruiti, sicuramente frutto di un lavoro meticoloso. Molto spesso assume stile diaristico, ma mantiene un ritmo incalzante così da mantenere viva l’attenzione del lettore. All’inizio ho trovato difficile immedesimarmi nel libro perché così pieno di sofferenza e dolore da sembrare così lontano e irreale. E poi il loro mondo per qualche ora è diventato il mio, l’ho scoperto fino in fondo: costumi, usanze… e me ne sono innamorata.
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L'amore tra diversi esiste!
Rynn ha sedici anni e possiede un dono particolare: può sentire le emozioni degli altri. Fin dalle prime pagine mi sono sentita molto legata a questo personaggio, ho provato una gioia immensa quando Gabriel per la prima volta le ha parlato, stavo scoppiando di felicità quando si sono baciati ed ero emozionata quando sono andati a Las Vegas… ho provato tante altre emozioni con sfumature diverse tra loro ma non meno intense delle prime. Di lei ho adorato il suo essere semplicemente umana e il suo crescere poco a poco imparando ad amare senza riserve quello che è il diverso: Gabriel. Si, perché Gabriel è un vampiro, eppure si amano. E nonostante il loro si possa definire un amore speciale, loro lo sanno vivere con semplicità: accettandosi. Gabriel con la sua continua mania di essere cauto, il suo essere gentile e comprensivo mi ha stregato, ma l’ho amato ancor di più ogni volta che perdeva il controllo!
Le prime pagine di questo libro non sono proprio originalissime, perché sembrano la fotocopia di twilight, ma poi la trama acquista una direzione tutta sua che ti fa volare in una storia d’amore magica, che ti fa sognare e non è mai troppo smielato e sdolcinato. Forse a volte è un po’ ripetitivo, ma non cade mai nel banale. I personaggi sono incredibilmente realistici, e non si possono che amare dal primo all’ultimo; ma il mio preferito è Maya: credo che sia una donna fantastica, paragonabile ha un raggio di sole, ha un modo tutto suo di aiutare Rynn e capisco anche il motivo per cui sia Gabriel che Alexander se ne siano innamorati.
Il suo stile è semplice, scorrevole e leggero e la descrizione dei luoghi e degli ambienti è chiara, anche se ho trovato che forse sono stati “ italianizzati” un po’ troppo.
Il finale mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, forse è questa l’unica grande pecca nel complesso, ma siccome so che esiste un seguito mi sono un po’ tranquillizzata e non vedo l’ora di averlo tra le mani!
Ho atteso intrepida l’arrivo di questo romanzo nella mia bella casuccia, e quando finalmente è giunto ho fatto del mio meglio per non divorarlo come al mio solito, ma cercando di gustarlo lentamente cogliendo tutto ciò che poteva offrirmi: uno storia d’amore con i fiocchi! E forse è stata un po’ la mia rovina perché me ne sono completamente innamorata.
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Un bel pomeriggio insieme a Cathy e Heathcliff
Partiamo dal principio: “Cime Tempestose” di Emily Bronte è stato ed è tutt’ora un grandissimo romanzo, ma l’amore tra Heathcliff e Catherina che non era mai riuscito ad arrivare a un punto di incontro, se così si può dire, mi aveva lasciato l’amaro in bocca.
Questo sequel tanto atteso mi aveva fatto fare i salti di gioia, non vedevo l’ora di poterlo leggere e in questi giorni finalmente ci sono riuscita! Iniziamo ad analizzarlo:
I personaggi di “ Io sono Heathcliff” sono così ben descritti da sembrare reali, forse perché li possiamo riconoscere nel compagno di classe o nell’amico. Elena, ragazza ricca, è abituata ad avere sempre tutto quello che desidera, eppure le cose in famiglia non vanno particolarmente bene: si sente trascurata dai suoi genitori. Il suo personaggio nel corso della storia si evolve, mostrando al lettore il suo vero carattere e sacrificando ogni cosa a lei cara pur di non mettere nessuno in pericolo, ma di lei mi ha colpito il suo modo di vedere il mondo, sarà perché anche io sono così, lei non conosce sfumature, ogni cosa è o bianca à nera, se non è amore è odio…
Damian invece ha un passato e un presente difficile e non può neppure scegliere il suo futuro perché già scelto da suo zio mafioso. Il suo perseverare, il non arrendersi mai e i suoi profondi occhi neri ha colpito il centro del mio cuore facendomi innamorare di lui.
La storia si basa su due storie d’amore: tra cui quella di Catherine e Heathcliff che vengono risvegliati da una discendente, Elena una figlia di sangue, e cercheranno di impossessarsi dei loro corpi per poter vivere, come diceva la profezia, la loro storia d’amore che non avevano saputo, o per meglio dire voluto, vivere quando erano ancora in vita. Elena e Damian dovranno affrontare più di una peripezia, ma un caldo e dolce amore sboccerà fra loro, facendoci sognare ad occhi aperti ancora una volta.
Un tema che viene toccato all’interno del racconto è quello della famiglia, infatti il padre del protagonista maschile è scappato e nessuno sa dove sia e il figlio, appunto Damian, deve cercare di risanati i debiti da lui lasciati, mentre i genitori di Elena ossessionati dal lavoro sono completamente disinteressanti a lei tant’è che lei cerca in tutti i modi di farli arrabbiare pur di ricevere attenzioni.
Lo stile e la scrittura sono davvero eccezionali per una scrittrice esordiente: scorrevole, lessico semplice ma ricco, anche se troppo spesso ci sono sbalzi temporali, si passa da un giorno alla settimana dopo, creano un po’ di confusione e non concedono molto tempo per far vagare la fantasia del lettore.
Eppure in tante virtù c’è sempre un ma, all’interno della storia ci sono alcune incoerenze che saltano subito all’occhio e rendono il romanzo un po’ meno credibile come ad esempio il fatto che i due protagonisti di “ Cime Tempestose” parlino perfettamente l’italiano.
Il finale purtroppo non è riuscito ad emozionarmi, era piatto e ne sono rimasta delusa, mi aspettavo di più anche perché il resto del racconto mi piaceva, l’ho letto tutto d’un fiato, la narrazione non ti lascia mai un attimo per tirare un sospiro di sollievo, ti incita a continuare per scoprire cosa succederà ai due grandi amori!
La scrittrice ha un grandissimo potenziale, ma si vede che è ancora alle prime armi e secondo me ha sbagliato a cimentarsi in un sequel di un grande romanzo, ma ne è uscita vincitrice a mio parere!
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Mi piace ;)
Avvincente. Appassionante.
Due semplici aggettivi, eppure, descrivono così bene questo libro, mi ha incatenato nel suo mondo per due giorni consecutivi: non riuscivo a staccarmene, mi mancava, dovevo scoprire ciò che sarebbe successo.
La protagonista, Adhara, è una ragazza strana: capelli blu e neri, occhi di colori diversi e
un passato che le è sconosciuto, l'idea di base è abbastanza buona, ma non ha saputo darle luce, non ha carattere!
Amhal, invece, è intrigante: prima la Furia lo divora e poi c'è il senso di colpa, mi piace davvero tanto, se fossi stata la Troisi gli avrei concesso più spazio all'interno del libro.
La scrittura è scorrevole e incisiva, l'evoluzione della storia affascina e intrappola il lettore, ma non succede niente di concreto, la Troisi inserisce tanti piccoli episodi da non rendere noiosa la letture, che assomiglia ai tanti libri di mezzo delle trilogie.
A metà libro si capiscono i ruoli, ma il finale riesce a sorprendere e la curiosità aumenta chiedendo di essere saziata con il libro successivo.
Insomma, un bel libro senza dubbio anche se ha alcune pecche, ma a me è davvero piaciuto!
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Dove era Dio?
Questo libro non ha tantissime pagine e si legge piuttosto in fretta, eppure in cosi pochi fogli di carta riesce a racchiudere l'orrore dell'Olocausto!
Durante la lettura mi sono ripetuta più volte quale essere poteva aver fatto tanto e dove era Dio quando milioni di bambini entravano in quelle maledette camere a Gas e la scrittrice racconta con vividi ricordi la crudeltà presente nei campi di concentramento e di come ogni essere umano può diventare un numero, un oggetto, come può perdere la sua identità in brevissimo tempo e di come semplicemente si può perdere la voglia di vivere!
Mi ha colpito particolarmente la caratteristica predominate del racconto, ovvero, la testimonianza "diretta" di Livia che, ha differenza di altri, racconta ciò che succede nei lager e di come riesce a sopravvivere.
Un racconto pieno di tristezza, angoscia, lacrime e dolore per non dimenticare ciò che è accaduto, ti affascina e ti coinvolge pienamente nel filo della narrazione.
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-Il diario di Anne Frank
Sarà perchè è uno dei suoi primi scritti?
Da Sophie Kinsella mi aspettavo di più, sarà forse che ero abituata al meglio o forse perché “ Vacanze in villa” è uno dei suoi primi scritti, ma mi ha deluso davvero tanto.
La trama è banale e noiosa, ma certamente ben descritta, le frivolezze e lo humor che caratterizzano gli altri libri qui è quasi inesistente, la storia non appassiona, non entusiasma, i personaggi sono piatti, fra questi solo la baby-sitter si salva ma il suo personaggio è poco approfondito.
Il finale mi ha deluso ancora di più, mi aspettavo un incontro tra il proprietario della villa e i suoi coinquilini, di certo questa scena avrebbe portato un po’ di brio all’intera storia e magari avrebbe migliorato la mia opinione.
Nonostante ciò ho trascorso ore piacevoli in sua compagnia e l’ho divorato in due giorni, lo consiglio quando si ha voglia di una lettura non impegnativa e soprattutto quando non ci si aspetta granché dal romanzo.
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Un futuro migliore!
Voglio iniziare dicendo che questo è un libro speciale, è stato il primo che ha fatto scivolare calde lacrime sulle mie guancie.
Le protagoniste dominanti del racconto sono due ragazze, Elsa e Parween, che appartengono a due culture completamente diverse eppure i loro destini si incroceranno e capiranno di avere entrambe gli stessi obiettivi.
Elsa, Americana, ha ventidue anni quando decide di diventare volontaria e viene mandata a Bamiyan, il suo passato difficile fatto di povertà, una nipotina con gravi ritardi e l’attacco alle Twin Towers influenzano questa scelta, perché vuole un futuro migliore non solo per lei, ma anche per le persone meno fortunate che sono vittime di una guerra che non hanno voluto loro.
Parween è una ragazza Afghana dal carattere forte e ribelle, la guerra le ha portato via tutto ciò che le era caro e ora cerca la vendetta. Ha perso molte persone lungo il suo cammino, ma tutte queste perdite le hanno fatto acquistare una determinazione che solo poche donne Afghane possiedono.
Questo libro parla di coraggio, di determinazione, voglia di cambiare e di amore! Parla di chi aiuta il prossimo senza ricevere nulla in cambio e di chi invece lotta per il proprio paese, per i propri figli e per un futuro migliore, è riuscito a dimostrarmi che non importa se vesti il burqa, un velo o qualsiasi altra cosa perché l’importante è ciò che sei.
Le emozioni che trasmette sono davvero intense in ogni punto del racconto e la fine è sconvolgente, una scena cruda che sembra non terminare mai, una scena in cui metti in dubbio ogni singola cosa ed è di un’angoscia e di una tristezza senza limiti, ti rendi conto che non si è mai al sicuro, basta un piccolo errore e tutto potrebbe finire anche se volevi fare una buona azione.
Leggendolo ho capito quanto sia diversa e difficile la vita negli altri paesi, e quanto poco sia l’interessamento da parte nostra per questi argomenti, ci vorrebbe anche solo un attimo di riflessione per capire che non esistiamo solo noi e che là fuori ci sono persone che hanno bisogno di un aiuto piccolo o grande che esso sia!
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mille splendidi soli
Il cacciatore di acquiloni
Rivoluzione n 9
“L'adolescenza è una rivoluzione che ti scoppia dentro. L'unico modo per sopravvivere è portarla fuori”.
Rivoluzione n.9 riesce a cogliere con una sola frase l’intensità di un periodo così complicato per tutti.
Muccino e Vangelista nel loro libro mettono a confronto la vita di due adolescenti, Sofia e Marco, vissuti in due periodi differenti, tutto quello che li unisce sono le paure, un appartamento e un amico speciale.
Il libro inizia con Sofia che ha quattordici anni nel 1964: l’anno delle minigonne, dei collant e vive in attesA del mitico concerto dei Beatles del ’65.
Pensa che l’unico modo per crescere sia sostituire i calzettoni che le compra sua madre con i favolosi collant da adulta, nel frattempo convive con un perenne senso di solitudine e ha un amico immaginario, ebbene si: Sofia ha un amico immaginario che la capisce e l’ascolta.
Poi c’è Matteo quindicenne nel 1997 che vive nello stesso appartamento di Sofia, è continuamente combattuto tra pensiero di vivere la sua vita e divertirsi e quello di una madre depressa che non vuole lasciare sola per paura che si uccida, ma la sua vita inizierà a prendere una piega diversa quando scoprirà per caso una serie di foto che insieme a un incontro faranno affiorare un nuovo Matteo.
Ho amato i due ragazzi fin dalle prime pagine, perchè mentre leggevo era come se Sofia e Matteo mi stessero raccontando le loro storie per essere solidali con me, come per farmi capire che non ero la prima o l’ultima ragazza che ha problemi di cuore, in famiglia o ad avere quell’irrefrenabile voglia di libertà e di fare a modo mio, in questo libro mi sono sentita più che mai vicino a un personaggio, mi riflettevo nei loro pensieri o nelle loro azioni, li capivo, li comprendevo, li compativo, sorridevo e piangevo con loro, sono perfino arrivata a sentire con loro il senso di ribellione che nasceva, come avrete capito è un romanzo pieno di sentimenti ed emozioni alle quali non si può fuggire.
Il finale di Sofia è stato un po’ scontato, insomma me lo aspettavo, alla fine finiscono quasi tutti così, invece per Marco ho dubitato fino alla fine, non ho mai avuto la certezza che finisse in un determinato modo perché lui è un personaggio particolare, ma è proprio questo che mi piace di un libro, un finale che non è mai scontato già dalle prime pagine .
E’ un libro che si legge velocemente nonostante le 368 pagine, l’ho letto in un pomeriggio, ha una scrittura scorrevole e piacevole.
Forse l’unico accordo dissonante di questo libro è la tecnica di scrittura alternata, che è certamente originale e invoglia il lettore a continuare, ma a volte diventava irritante poichè interrompeva la narrazione di un protagonista in un momento cruciale e per sapere la continuazione della vicenda tendevo a trascurare il capitolo successivo e quindi anche l’altro protagonista.
Vale sicuramente la pena di spendere un pomeriggio per leggerlo tutto d'un fiato !
p.s. Provate ad ascoltarla Sinfonia n° 9 di Beethoven.
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La danza delle marionette
La danza delle marionette è quel genere di libro che non si dimentica facilmente, è speciale.
Uno dei protagonisti principali è un vampiro . Sì, ho scritto proprio bene è un vampiro, ma non aspettatevi il vampiro della serie brillo alla luce del sole, bevo il sangue degli animali del bosco e mi innamoro casualmente della ragazzina timida, no qui il vampiro è il classico vampiro: dorme di giorno, ha paura del fuoco e uccide la gente.
Il nostro protagonista, Angus, ha un modo tutto suo per scegliere le vittime: uccide solo chi fa del male ad altri e prende sotto la sua ala protettrice le vittime delle sue prede, regalando ad ognuna una bambolina di stoffa sempre diversa per far sapere alla persona a cui la donata che è speciale e fa parte della sua famiglia. Gli adulti e i bambini vedono Angus come un punto fisso e sicuro della loro intera esistenza e prima che loro si pongano la domanda del perché non invecchi? Lui le allontana spontaneamente, ha allontanato tutti, tranne lei, la prima che ha salvato: Kerri.
L’altra protagonista è Kerri, una ragazza dai modi spontanei, dal sorriso contagioso e accompagna coloro che vengono strappati dalle tenebre verso la luce. E’ innamorata di Angus ed è trattenuta in un limbo di illusioni, ma lui non può farne a meno, solo lei riesce a farlo sentire continuamente “Vivo”.
I personaggi sono tutti ben descritti e soprattutto credibili, anche se ho arricciato il naso ogni volta che ne incontravo uno nuovo! A volte mi dimenticavo di qualcuno e dovevo tornare indietro e capire chi fosse, ciò infastidiva un po’ il proseguimento della lettura, ma la scrittura fluente e il racconto avvincente mi hanno fatto proseguire senza ripensamenti.
Il finale è la parte che più ho amato, carico di tensione e dolce, ma non il tipico dolce mieloso che fa venire il disgusto, no di certo questo era un dolce magico e speciale. Ho pianto quando vengono descritte le ultime scene, ma dovete sapere che io sono una ragazza dalla lacrima facile.
La storia forse non è così originale, ma indubbiamente incanta il lettore e lo immerge, ciò è merito della narrazione lenta che da spazio alla creatività della nostra mente che può immaginare in modo nitido ogni scena.
L’ultimo mio commento và alla copertina che indubbiamente non è stata fatta da un esperto, nonostante ciò ha un significato profondo, infatti l’immagine di Apollo e Dafne racchiude poi l’essenza del rapporto tra Angus e Kerri, ovvero un continuo rincorrersi senza mai raggiungersi.
Concludo dicendo che sicuramente ho investito bene i miei soldi anche perché questo libro, mi ha fatto riscoprire il lato affascinante dei vampiri con i quali pensavo di aver chiuso, dopo la serie di romanzi banali e copia-incolla che ultimamente si vedevano in giro e il fatto che lui sia Italiano mi rende orgogliosa di questo libro che certamente mi ha stupito.
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