Opinione scritta da AngeloDeiSogni

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Romanzi
 
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AngeloDeiSogni Opinione inserita da AngeloDeiSogni    19 Marzo, 2012
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Un romanzo dolceamaro

La giovane protagonista del romanzo, Grace, dopo aver perso una gamba a seguito di un incidente deve ritrovare la forza di cavalcare e, soprattutto, di vivere. Ma L’uomo che sussurrava ai cavalli non è solo questo: è anche una storia d’amore, un legame di amicizia, un rapporto tra madre e figlia: comprende, insomma, tutto ciò che qualcuno può cercare in un libro. Il titolo è dolce, quasi complice, ma la storia si rivela essere tutt’altro che questo. È dura, amara e senza possibilità di scampo: dalla tragedia iniziale che apre il libro, a quella finale che lo chiude, il romanzo è un vortice di situazioni e personaggi che muta di continuo. La trama cambia di pagina in pagina: dà appena il tempo di tranquillizzarsi, adottando un procedimento omogeneo, quando qualcosa di nuovo arriva e spinge il lettore a divorare ogni riga in attesa del passaggio conclusivo. Ed è proprio questo ritmo incalzante il punto di forza di questo libro: la storia in sé per sé si alterna di continuo a flashback sul passato dei personaggi, che ci aiutano a comprendere le scelte di ognuno e ci lasciano il fiato sospeso quanto la trama si interrompe bruscamente per lasciare spazio a questi excursus.

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Consigliato a chi ha letto...
a chi ama piangere sui libri, e che usa questi come punto di partenza per una riflessione che va al di là della lettura stessa e che si riflette sulla vita reale di tutti i giorni.
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Romanzi
 
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AngeloDeiSogni Opinione inserita da AngeloDeiSogni    14 Marzo, 2012
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Parole, parole e parole che non portano a niente

Scrivere una recensione su questo libro è difficile. Difficile perchè difficile è questo libro: non per la trama in sè, che è veramente semplice e priva di grandi intrecci, ma per quello che il romanzo vuole comunicare. È questa, secondo me, la sua più grande pecca: l'autrice ha cercato di sottintendere concetti che è riuscita ad esprimere solo a metà. Non si comprendono fino in fondo le ragioni di Francesca e del suo amante, malgrado le pagine e pagine dedicate ai loro monologhi interiori. Parole e basta, che non riescono a mettere la protagonista a contatto con il lettore. È difficile riuscire ad identificarsi con lei: quello che è destinato a diventare il suo amante la intrattiene con lunghi discorsi sulla fotografia (prettamente inutili, a parer mio) e la fa cadere ai suoi piedi. Dov'è il romanticismo all'antica? Il fotografo si riempie la bocca con il degrado della società, con la pretesa di essere "l'ultimo dei cowboy", ma tutto ciò non si vede. Io che mi aspettavo una storia d'amore piena di pathos mi sono ritrovata a leggere, quasi con imbarazzo, a una relazione in cui non riuscivo a ritrovarmi. Mi sembrava che tutto si svolgesse tra loro e che non volessero comunicarmi niente, intento che invece uno scrittore dovrebbe perseguire. Sullo stile non ho nulla da dire, piacevole da leggere e scorrevole, e alcune frasi sono degne di nota, ma la trama è banale e largamente abusata: uno sviluppo alternativo e originale ne avrebbe fatto un buon libro, ma la totale assenza di sentimenti che vi ho trovato mi ha lasciato veramente interdetta.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.8
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AngeloDeiSogni Opinione inserita da AngeloDeiSogni    14 Marzo, 2012
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La delusione di Stoccolma

Prima di scrivere una recensione per questo romanzo, devo partire da una premessa: io adoro tutto ciò che riguarda la sindrome di Stoccolma o patologie simili. Perciò, non appena ho notato il titolo e dato una sbirciata alla trama, non ho potuto fare a meno di comprarlo. E, a fine lettura, mi sono ritrovata con nulla in mano. La storia di per sè, o meglio, l'idea iniziale, sarebbe molto interessante: il problema è che l'autore non ha saputo come svilupparla. Il protagonista, ingaggiato come "carceriere", non ha nulla dei cattivi belli e impossibili che io mi sono sempre figurata per questo ruolo. Anzi, è un ragazzetto fiacco e tossicosipendente, e l'unica sua caratteristica minimamente interessante è il passato tormentato. La ragazza non parla la sua lingua e non hanno un minimo di contatto se non un noiosissimo scambio di sguardi e qualche parola sbiascicata in un inglese stentatissimo. Il protagonista aiuta la prigioniera a scappare e nemmeno se ne rende del tutto conto, vive e agisce come se gli eventi gli scivolassero addosso. Leggendo "sindrome di Stoccolma" mi aspettavo una passionale storia d'amore tra vittima e carnefice, e soprattutto una vittima e un carnefice che smuovessero almeno un po' la mia attenzione! Nulla di tutto questo. Si tratta di un libro che si legge facilmente, ma che alla fine non lascia nulla. La lettura può risultare piacevole, se non ci si sofferma sulla trama tirata per le orecchie, ma un approfondimento più attento mi sarebbe risultato più gradito di qualche grossolano accenno. SPOILER TRA PARENTESI (e soprattutto, avrei gradito una fine più dignitosa per i due amanti) SPOILER TRA PARENTESI. In definitiva, è un libro che consiglierei da leggere per riempire un pomeriggio, ma chi si aspetta un capolavorio letterario avvincente non cominci neppure la lettura.

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AngeloDeiSogni Opinione inserita da AngeloDeiSogni    11 Marzo, 2012
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Un libro dolce come un biscotto

Laura Sandi ci accompagna per mano e ci presenta la piccola Leda, permettendoci di accompagnarla dalla prima infanzia fino al suo ingresso nell’adolescenza, e durante questo tragitto il lettore ha la possibilità di vedere il mondo dagli occhi di una bambina che cresce di giorno in giorno. Fin dalle prime pagine emerge il mistero legato alla madre, che sembra vivere in un altro mondo e di cui Leda non sa spiegarsi la continua tristezza, ma di cui non si preoccupa perché, legata al suo egoismo infantile, lei ha già i suoi di problemi. Mano a mano che cresce raccoglie senza volerlo indizi che, nel tragico epilogo, si collegano in moda tale che il lettore, di pari passo con lei, possa arrivare alla conclusione che era già palesata da mille piccoli dettagli. Nel frattempo il mondo di Leda è popolato da amiche, nemiche, il suo cane e una nonna stravagante: tutti i requisiti per una favola moderna. In realtà il romanzo, al di là della patina fiabesca che aleggia su ogni pagina, delinea un vero e proprio percorso di formazione e lo fa in modo leggero, senza pretese, tanto che il lettore rimane frastornato e quasi commosso dall’ingenuità di Leda, che non si accorge di quello che accade intorno a lei fino a che non la travolge.

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Consigliato a chi ha letto...
È un romanzo per chi non si stanca mai di tornare bambino e osservare il mondo dal loro punto di vista.
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AngeloDeiSogni Opinione inserita da AngeloDeiSogni    11 Marzo, 2012
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Amore, Guerra e Coraggio

Via col vento è un romanzo datato, scritto nel 1936 e ambientato in un panorama geografico e temporale ancora più lontano: sembra quindi impossibile che possa attrarre lettori del 21esimo secolo, che vivono in una realtà apparentemente estranea alla Guerra di Secessione e per i quali i valori di metà ‘800 sembrano astratti e insensati. In realtà tutto questo fa solo da sfondo: è l’esuberante Rossella O’Hara, testarda e ambiziosa, che ha fatto da eroina per intere generazioni di donne, a catalizzare l’attenzione del lettore. È inevitabile immergersi a pieno nel romanzo e seguire con il fiato sospeso le disgrazie della guerra e le piccole gioie dell’amore che la trasformeranno dalla viziata bambina che conosciamo all’inizio del romanzo, alla giovane donna matura e consapevole che lasciamo a malincuore nell’ultima pagina. Via col vento è un romanzo che ancora oggi può offrire molto, che riesce a conquistare tanto profondamente da costringere, a fine lettura, a prendersi un momento per riuscire ad abbandonare la storia e i suoi protagonisti e tornare alla vita di tutti i giorni. Margaret Mitchell riesce a dare ad ogni personaggio che incontriamo uno spessore tale che molte volte ci si ritrova a stupiti che non siano persone in carne e ossa, ma rappresentazioni incorporee legate a storie d’amore che riescono a far sognare lettori d’ogni età da ieri fino a oggi. Queste figure perfettamente delineate e inserite nel loro contesto si incastrano geometricamente con una trama avvincente e ricca di colpi di scena, che ci porta a conoscere, passo dopo passo, la storia di Rossella O’Hara, che cade continuamente in ginocchio ma continua imperterrita ad alzarsi.

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Consigliato a chi ha letto...
libri che permettono di credere crede nella forza delle donne che, nonostante tutte le sofferenze da sopportare, hanno ancora il coraggio di dire “domani è un altro giorno”.
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