Opinione scritta da Viridis
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Achille piè veloce
E' un’esplosione di intelligenza e umanità, questo libro, e io l’ho adorato dalla prima all’ultima pagina. Ammiro l’autore capace di coinvolgere, affascinare e intrigare con un linguaggio inconfondibile, arguto ed estremamente ironico, e che proietta il lettore in un mondo sospeso tra la realtà più concreta e un onirico stravagante, che è però specchio della realtà stessa.
I personaggi sono indimenticabili, eroi del quotidiano, descriverli in poche righe è riduttivo.
C’è Ulisse, poligamo politropo, scrittore che non riesce più a scrivere, ingegnoso e sagace ma intrappolato nella sua incapacità di esprimere ciò che sente per la sua Pilar Penelope, adultero e bugiardo, ma fedele alle proprie idee. C’è Achille, un po’ mostro un po’ eroe, mitico e reale, volgare e sublime, cavaliere di Pegaso-Xanto, che è una sedia a rotelle che ogni tanto gli fa i dispetti … E c’è l’amicizia tra questi due eroi: Achille intrappolato nel buio della sua stanza ha bisogno delle esperienze di Ulisse per dar respiro alla sua fantasia, quella sì, dal piè veloce.
E poi c’è il contorno di figure leggendarie-ordinarie-caricaturali che si muovono in un mondo attuale e riconoscibile, e allo stesso tempo avvolto da un’aura di irrealtà spaventosa e quasi da incubo, che però incubo non è, almeno non sempre.
Consiglio con tutto il cuore questo libro, è stupendo, davvero.
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I sei sospetti
Avevo già avuto modo di apprezzare Vikas Swarup leggendo “Le dodici domande” (che era riuscito a sorprendermi piacevolmente nonostante avessi già visto il film The Millionaire) e anche questa volta non mi ha deluso con la sua capacità di intrecciare varie storie per rendere un insieme complesso e multicolore, descrivendo una realtà piena di difficoltà, di ingiustizie ma anche di fascino.
Qui si seguono le vicende di sei protagonisti, affiancati da un buon numero di personaggi, particolari e ben delineati, che si muovono tra realismo, improbabilità e magia.
Le vicende di ognuno sono raccontate con uno stile particolare che lo contraddistingue, e portano a scoprire come essi si siano trovati nella particolare situazione di essere sospettati dell’omicidio di un potente malavitoso.
Il tutto è coronato da un finale per nulla scontato, capace di tenere avvinto il lettore fino all’ultima pagina.
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Senza pretese
Come da titolo... un romanzo facile facile, non particolarmente originale nella trama, comunque piacevole come una commedia romantica... Va bene per passare qualche ora nel disimpegno.
Chissà poi perché hanno cambiato il titolo?! In originale avrebbe dovuto essere: "The Girls' Guide to Homemaking"...
Graziosa l'idea delle citazioni a inizio capitolo delle riviste femminili degli anni '50 e '60 e la loro "rivisitazione" durante il corso della storia.
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Oscar Wilde?
Ho scelto di leggere questo libro perché Oscar Wilde è un autore che adoro e sono stata incuriosita dalla scelta di utilizzarlo come personaggio e, in particolare, come investigatore in un romanzo giallo… Purtroppo le aspettative che avevo sono state deluse.
Tanto per cominciare, ho trovato la conclusione del mistero scontato e la storia tirata piuttosto per i capelli: a metà romanzo si può essere già praticamente certi dell’identità del colpevole. Speravo vagamente in un colpo di scena finale che ribaltasse le cose, ma così non è stato. In più le intuizioni che il protagonista ha durante tutta la storia mi sono apparse più che improbabili, come se si volesse malamente imitare Sherlock Holmes.
Altra cosa che non ho apprezzato è stato il continuo e a parer mio spesso gratuito inserimento, qua e là, dei più famosi aforismi di Wilde, messi in bocca anche ad altri personaggi… secondo me il suo stile di vita e il suo pensiero avrebbero dovuto essere resi in altro modo, non ricopiando e sparpagliando in giro le sue frasi! Oltretutto, trovo che l'Oscar Wilde personaggio non renda giustizia al fascino dell'Oscar Wilde scrittore.
La lettura è stata sì piacevole, ma per me in fin dei conti per nulla soddisfacente.
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Una bella favola vera
L’esperienza in un orfanotrofio nepalese viene intrapresa dal protagonista con iniziale inconsapevolezza e superficialità: la motivazione è giustificare agli occhi di parenti e amici la sua idea di un viaggio in giro per il mondo. Ma alcune settimane all’interno di questa realtà, così lontana dalla nostra e a volte così difficile da comprendere, sapranno trasformare non solo la vita di Conor, ma anche quella di molti altri. Il tutto si svolge in un contesto di guerra civile, di povertà estrema, sullo sfondo i contrastanti paesaggi del Nepal, la caotica Kathmandu, i villaggi sperduti e le incontaminate e immense montagne, e in primo piano il sorriso dei bambini che, nonostante le difficoltà che si sono trovati ad affrontare nella loro ancor breve vita, sanno cavarsela, con poco sanno fare così tanto e infondono a chi li incontra e a chi legge la loro storia, una straordinaria energia, speranza e gioia di vivere.
Grande ammirazione per chi ha avuto e ha tutt’ora il coraggio di battersi per loro!
Per saperne di più: www.newgenerationnepal.org
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