Opinione scritta da Elisabetta.N
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Credo negli atti di coraggio ordinario
“Credo negli atti di coraggio ordinario, nel coraggio che spinge una persona a ergersi in difesa di un’altra.”
In questo mondo, le persone sono divisi in gruppi a seconda del loro carattere e del loro modo di vivere e pensare.
Ci sono i Candidi che incolpano la menzogna per i mali del mondo e perseguono l'onestà.
Gli abneganti incolpano invece l'egoismo, per questo perseguono l'altruismo e sono stati posti al capo del governo.
Gli eruditi, incolpano l'ignoranza e perseguono la saggezza.
I pacifici incolpano la violenza e perseguono la pace.
Infine gli Intrepidi incolpano la vigliaccheria e perseguono il coraggio.
Ognuno vive confinato nei propri quartieri in una casta chiusa ad eccezione di un unico momento, quello della scelta, dove un ragazzo sedicenne può scegliere la fazione a cui appartenere per il resto della vita.
Ma davvero è una scelta facile? C'è davvero un solo unico valore da perseguire per tutta la vita?
Io non ne sarei così sicura.
E non lo è nemmeno Tris che lascia gli abneganti per gli intrepidi.
Questo romanzo mi è molto piaciuto, il mondo creato è ben delineato con le tue forze e le sue fragilità.
All'interno della sede degli Intrepidi la vita non è facile, è violenta e piena di insidie. Mi piace come la scrittrice abbia messo in luce tutte le sfaccettature, fin ad arrivare ad esprimere un pensiero molto netto sul suicidio, che esprime esattamente il mio pensiero sull'argomento.
"Tra gli abneganti non si è mai suicidato nessuno, a memoria d'uomo, ma la posizione della fazione è chiara: il suicidio è un atto di egoismo. Una persona davvero altruista non pensa abbastanza a se stessa da desiderare la morte"
Il mondo di Divergent è intrigante, complicato e per questo molto fragile. In fondo l'umanità non può essere catalogata e rinchiusa in una scatola, non è tutto solo nero o bianco, no? Siamo tutti divergenti.
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QUANDO SI SBAGLIA COPERTINA
La freccia di Poseidone, ovvero, quando si sbaglia copertina.
Mi hanno regalato questo libro diversi anni fa. Conosco la fama Clive Cussler, ma prima di questo libro non ho mai avuto occasione di leggere nulla di suo.
Decido di leggerlo e guardo la copertina. "questo libro sicuramente parla di un aereo" penso.
Di aerei manco l'ombra (a parte leggeri spostamenti da una parte e l'altra del globo terrestre a malapena accennati).
Guardo tutte le altre edizioni e salvo poche eccezioni, riportano tutte un aereo... Io non sono una specialista, ma a me pare proprio un aereo.
Peccato che la freccia di Poseidone o sea Arrow, come viene indicato nel libro, è un sommergibile ultra segreto e ultra veloce e intorno al suo furto e a quello dei suoi progetti, ruota tutto il libro.
La NUMA, National Underwater & Marine Agency, e quindi il famoso Dirk Pitt, si ritrova alle prese con un caso di importanza nazionale quando credeva solamente di dover recuperare un semplice relitto.
Nonostante non abbia letto i precedenti, il libro si legge bene e non vi sono buchi particolari, anche perchè di "storia personale" c'è davvero poco. Libro avventuroso, ma in alcune parti reso noioso dalle infinite descrizioni.
Non sono un esperta di navigazione o di barche e sinceramente non avevo la più pallida idea di cosa si riferissero alcuni termini (colpa mia, sicuramente), ma nel complesso non crea troppi problemi.
Non ho ben capito l'apparizione dei due figli di Dirk Pitt, che si trovano anche loro invischiati, loro malgrado (che sfortuna in quella famiglia), in tutta quella storia e che aggiungono un "mistero".
Inizialmente credevo che fosse collegato alla storia principale, invece è proprio un mistero a se, collegato solo minimamente (un bel colpo di fortuna non guasta mai!), ma che non aggiunge nulla al romanzo.
Nel complesso una buona lettura.
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Bello ma senz'anima
Bello, ma senza anima...
Mi piaceva Lauren Kate per le tinte decisamente dark nei suoi romanzi, ma in questo non ho visto la sua firma abituale.
Il patto con il diavolo è un cliquè abbastanza scontato e non mi ha colpito più di quel tanto.
La struttura è articolata e mi è piaciuta l'immagine di Lucifero (per gli amici Luc) che colleziona i suoi inferni in palle di vetro... non so perché, ma questa particolare immagine è stata l'unica, oltre al finale, che mi ha inquietato... l'idea di un anima intrappolata in una serie infinita di inferni, destinata a soffrire per l'eternità, è un pensiero che, personalmente, mi mette ansia.
Il pregio più grande però è stato il fatto che, mentre leggevo, la mia mente si è riposata... dopo un periodo di letture particolarmente impegnate, ci voleva un po' di relax mentale.
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- sì
- no
Il bene e il male
Quando, dalle prime pagine del romanzo, il primo pensiero che mi passa per la testa è "questo l'ho già letto", non è molto confortante.
Un fantasma Amelia, che vaga non vista per il mondo e senza memoria mi ha ricordato fin troppo bene Shades of Life, fortunatamente però le analogie non sono durate a lungo.
L'incontro con Joshua, che lei ha contribuito a salvare dall'annegamento nel fiume dove lei stessa è affogata, cambia tutto.
Il rapporto Joshua - Amelia è molto banale. Lei sembra perdere la ragione in sua compagnia, trasformandosi in qualcosa che acconsente a tutto.
Interessante invece l'introduzione tra bene e male e la presenza di un piano ulteriore dove ci sono altri fantasmi come pure il modo per combatterli. Peccato però che molti degli elementi interessanti siano stati poco esplicitati. Sarà perché è una serie?
Il ritmo scorrevole garantisce una lettura veloce che mi ha fatto soprassedere a molti dei difetti di questo libro. In fondo però è stata una lettura piacevole e senza pretese.
Proprio quella che mi serviva in quel momento.
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Romanticismo
Avevo voglia di romanticismo e con Nicholas Sparks vado sempre sul sicuro.
La storia viene raccontata in flashback quando il protagonista Noah ormai anziano racconta o, per meglio dire, legge una storia d'amore a una donna malata di Alzheimer.
Una storia dolce e romantica di due giovani, costretti a lasciarsi, per poi ritrovarsi inaspettatamente.
"Questa nostra separazione ci fa tanto male perché le nostre anime sono legate l'una all'altra. Forse lo sono sempre state e lo saranno per sempre. Forse abbiamo vissuto mille vite prima di questa e in ciascuna ci siamo incontrati, e forse ogni volta siamo stati costretti a separarci per le stesse ragioni, perciò questo è un addio che dura da diecimila anni e prelude quelli a venire. quando ti guardo, vedo la tua bellezza e la tua grazia e so che sono andate via via crescendo in ciascuna delle tue vite. So anche che in ciascuna delle mie vite sono andato alla tua ricerca. E cercavo proprio te, non qualcuna che ti somigli, perché la tua anima e la mia devono sempre riunirsi. E poi, per ragioni che nessuno di noi capisce, siamo costretti a dirci addio. Vorrei dirti che tutto andrà benissimo e giuro che farò il possibile perché ciò accada. Ma se non ci incontrassimo più e questo fosse un vero addio, so che ci rivedremo in un altra vita. Ci incontreremo di nuovo, e forse il volere delle stelle sarà cambiato e potremo amarci tanto da compensare tutte le separazioni passate."
Nicholas Sparks sa creare personaggi a tutto tondo con poche parole. Noah è un ex militare (e poeta!) che ama la vita nella natura. Allie viene da una famiglia benestante e ama la pittura.
Tanti sentimenti in poche parole.
"Sediamo in silenzi guardandoci attorno. Ci è voluta una vita per impararlo. Sembra che solo i vecchi siano capaci di essere felici anche quando stanno l'uno accanto all'altra senza dir nulla. I giovani invece, vivaci e impazienti, devono sempre rompere il silenzio. Uno spreco, perché il silenzio è puro. Il silenzio è sacro. Unisce le persone perché solo chi si sente a proprio agio in compagnia di un altro può fare a meno di parlare Questo è il grande paradosso"
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Van Gogh
Mi aspettavo molto di più da questo libro.
Dopo aver letto "La vedova Van Gogh" anelavo di poter leggere le famose lettere di Vincent a suo fratello i cui frammenti avevo intravisto.
Da questa collezione di lettere traspare ben di più.
Lo ammetto, mi è caduto un mito.
Adoro Van Gogh e la sua notte stellata fa da sfondo al mio cellulare oltre ad esserne stata la custodia per diverso tempo, ed in genere, adoro tutti i suoi quadri..
ma a che prezzo sono stati fatti?
Con il senno di poi Vincent aveva largamente ragione, la sua arte sarebbe stata riconosciuta e amata da tutti ma in quel momento come ha potuto pesare così tanto sulle spalle del fratello più giovane?
Le sue lettere sono costellate da richieste continue di soldi e il suo mantenimento mensile corrispondeva a uno stipendio di un lavoro onesto..
Lettere infinite, sproloqui interminabili per sviare l'attenzione a quello che in primo e in ultimo viene ribadito, la richiesta di soldi.
Nelle prime lettere non viene espresso così tanto il bisogno di denaro, sostituito da un fermento religioso (presto abbandonato) tipico della professione che aveva intrapreso. La pesantezza di queste lettere era poco sostenibile dalle rare notizie di arte e letteratura sparse qua e la.
Durante l'amore non corrisposto ho trovato le sue lettere più belle. Il suo "lei e nessun'altra" proclamato a più riprese mi ha fatto battere il cuore. Anche il periodo di convivenza con la donna e il bambino, che lui vuole sposare contro tutto e tutti, nonostante la classe di appartenenza inferiore sono belle e piene di sentimento per questo amore non convenzionale, ma i soldi sono la sua preoccupazione, quelli e i suoi quadri.
Non so cosa mi aspettassi dalla lettura delle sue lettere, ma non di certo un estratto conto delle sue spese...
Il suo animo tormentato si evince dalla lunghezza delle lettere, dal suo continuo cambio di argomento, un flusso di pensiero ininterrotto, dalle preoccupazioni, prima per la sua vocazione, poi per l'amore non corrisposto, i rapporti difficili con padre, la convivenza con una prostituta che è stata costretta a lasciare, i suoi ricoveri.. umori altalenanti che si percepiscono dalle parole sull'arte e i quadri, suoi e dei suoi contemporanei, ma quando arrivava il momento, ecco il conto da pagare..
Lui così abile col pennello da riuscire a mostrare l'anima delle cose, lui, si trasformava in un mero contabile. Sì per far arte servono i soldi, e sicuramente il mondo senza le opere di Van Gogh sarebbe un mondo più triste, ma non riesco a conciliare il pittore con colui che ha scritto queste lette chiedendo in continuazione di essere mantenuto...
Vorrei mantenere la mia idea romantica del pittore incompreso, ma presumo che, dopo la lettura di queste lettere non mi sarà più possibile.
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déjà vu
C'era una volta una ragazza che da un posto caldo e soleggiato, si trasferisce nel gelido e freddo Maine a casa della nonna acquisita che, come regalo di benvenuto le fa trovare una bell'auto nuova ed attrezzata per la neve e il gelo.
Il primo giorno di scuola la ragazza esce di casa e oops, scivola.. in qualche modo riesce ad arrivare a scuola dove diviene improvvisamente il centro dell'attenzione di tutti, soprattutto dei più bellocci della scuola... ovviamente il belloccio è bello e misterioso.
Ricorda nulla?
Scusate, ma se volevo rileggermi Twilight, me lo rileggevo, di certo non ho voglia di leggermi un surrogato.
Devo ammettere però che, passata la sensazione di già letto, si possono osservare diversi dettagli. La protagonista è buffa e il suo strano modo di elencare le fobie mi ha divertito e interessato, perchè, diciamo la verità, chi avrebbe mai pensato che esiste un nome per la paura che il burro di arachidi ti si attacchi al palato??
La trama si evolve in parte inaspettatamente anche se, ora che ci ripenso, abbastanza piattamente. Non si percepisce il pericolo, la tensione, solo un testo che scorre velocemente.
Un punto a suo favore è stato infatti lo stile scorrevolissimo, tale da garantirmi la lettura in due giorni..
Tutto sommato è stata anche una lettura piacevole ed è stato un utile stacco da letture più pesanti.
P.S. Cara scrittrice, se i vampiri li chiami Pixie, ma la sostanza rimane invariata, rimangono sempre vampiri anche se li fai diventare blu/lividi.
P.P.S. tutti questi adolescenti che trovano spiegazioni "logiche" per pixie, vampiri e licantropi con una semplice ricerca su internet... ma che motore di ricerca usano??
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- sì
- no
Il nostro anno infinito
L'esperienza della malattia è qualcosa di indescrivibile, qualcosa che forse solo gli psicologi riescono a tirare fuori a parole dal paziente.
Per questo motivo, quando mi trovo di fronte un argomento così delicato, mi avvicino con titubanze e sospetto al libro in questione, sia in quanto potrebbe essere di una colossale banalità, sia in quanto, al contrario, potrebbe essere così profondo da farmi versare fiumi di lacrime.
Beh, questo libro ha stravolto tutti i miei pronostici e si colloca esattamente al centro.
La voce narrante è Frencis e ha 15 anni. E si sente. Non amo particolarmenti le voci narranti immature, ma allo stesso tempo Francis è così simpatico che mi fa dimenticare tutto. Inoltre Nel libro ci sono frasi, scritte in modo semplice è vero, ma che racchiudono esattamente il tuo pensiero.
Ho avuto a che fare con la malattia e non in età matura, e alcuni dei pensieri scritti in questo libro erano i miei.
Al che mi chiedo se la mia voce interiore fosse così infantile a quel tempo!!
Amber è la seconda protagonista di questo romanzo, anche se viviamo tutto dal punto di vista di Francis. Lei è molto matura per la sua età, schietta e diretta e, ovviamente si trova anche lei in ospedale.
Questo libro non parla solamente della malattia, ma anche della famiglia, nelle sue gioie e nei suoi dolori.
Incredibile a dirsi, ma in alcune pagine ho anche riso a crepapelle!
Ed è proprio per questo che ho adorato questo libro, perchè non è perfetto come la vita, racchiude gioie e dolori, non c'è solo il bianco o il nero, ma tutta una serie di colori e sfumature che compongono la vita di tutti i giorni, imperfetta, ma proprio per questo unica.
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Eleonora & Marianna
Con un brio a dir poco incredibile, Stefania Bertola ha preso "Ragione e Sentimento" di Jane Austen e l'ha trasportato direttamente ai giorni nostri creando, ai miei occhi, qualcosa di fantastico.
Molti, volendo fare un omaggio alla grande scrittrice, si sono cimentati in varie adattamenti moderni delle sue opere, a volte con scarsi risultati. Stefania Bertola invece è riuscita brillantemente nel suo intento grazie, a mio avviso, ad un assenza totale di timore di accostarsi ad un grande classico.
Uno stile brioso e frizzante che fa ridere e sorridere in paragone alla storia così come la si conosce.
L'ho amato alla follia perchè non ha esitato un attimo a smantellare e a ricomporre un classico in una modernità così caotica come la nostra e il tutto senza sembrare forzato o fuori luogo.
Troviamo Eleonora che rappresenta la ragione:
"Per me l'amore è aprire un regalo piano piano,mettendoci un sacco di tempo.
Sciogliere tutti i nodi del nastro,poi arrotolare il nastro in una matassina e legare la matassina e posarla lì accanto. Staccare lo scotch senza rompere la carta.
Togliere la carta,piegarla seguendo le pieghe già presenti. Metterla da parte,insieme alla matassina.
Aprire la scatola. Ci vorranno mesi a fare tutto questo?
Bene, Preferisco così,piuttosto che strappare nastro e carta,e scoperchiare con violenza e consumare il regalo con avidità,per poi buttarlo via perchè non mi piace più."
e Marianna che rappresenta il sentimento:
"Credo che la mia idea di amore per voi sia incomprensibile. Non c'è posto per le cose assolute qui,no?
In questo tempo,cioè...in.questa società così com'è. Anche le passioni sono parziali. Le felicità parziali. Le scelte mai definitive. Si può sempre cambiare,tornare indietro. Oppure andare avanti.
Si può amare per un po' e dopo basta. Soffrire un po' e poi passa. Ma non è così per tutti.
Non è così per me. Io sono assoluta."
Un libro divertente, bello e intenso. Spero che la scrittrice abbia intenzione di rivisitare altri classici.
"La ragione e il sentimento.
Una delle grandi battaglie che ci tocca a combattere nella vita.
Non proprio a tutti,perchè esistono esseri fortunati senza ragione o senza sentimento.
Ma la maggior parte di noi ne ha un pò dell'una e un pò dell'altro e non sempre riesce a farli coesistere pacificamente."
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IL LETTORE (E LA LETTRICE)
Quando apri un libro e incominci a sfogliarne le pagine, di solito ti comunica sempre qualcosa.
Se una notte d'inverno un viaggiatore, invece ti parla direttamente, ti addita, ti classifica come Lettore e Lettrice descrivendo accuratamente quello che fai, dapprima per entrare in possesso del libro, schivando i "Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto", driblando i "Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono" e scansando i "Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu oltre che a cercare di ignorare i Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere, i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli, i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento, i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza, i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggerli Magari Quest’Estate, i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale, i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile" per arrivare infine, stanco e trafelato, alla tua meta.
Impossibile non rimanerne colpiti.
La voracità con cui ho letto il primo capitolo però, si è presto smorzata e le 221 pagine della mia edizione mi hanno richiesto molto più tempo del solito.
Il mio problema è stato che, pur riconoscendo l'estro e l'originalità dell'opera, non riuscivo ad appassionarmi alle varie storie mai portate a termine in questo romanzo e presto sbadigliavo, appogiando la testa al cuscino.
Insomma mi sono persa più e più volte nella lettura che sono riuscita a portare a termine soltanto grazie a diversi intervalli.
Poi giri pagina e tu povero lettore sfortunato, ti aggiri per trovare i pezzi rimanenti dei libri appena iniziati che dal principio della trama si sono moltiplicati a dismisura. e trovi frasi che "caspita, questo potrei essere proprio io Lettrice"
È una di quelle letture che va fatte, una lettura che mi è entrata nel cuore anche se non l'ho amata molto.
"Domani, Lettore e Lettrice, se sarete insieme, se vi coricherete nello stesso letto come una coppia assestata, ognuno accenderà la lampada al suo capezzale e sprofonderà nel suo libro; due letture parallele accompagneranno l’approssimarsi del sonno; prima tu poi tu spegnerete la luce;
reduci da universi separati, vi ritroverete fugacemente nel buio dove tutte le lontananze si cancellano, prima che sogni divergenti vi trascinino ancora tu da una parte e tu dall’altra."
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OVE
Questo libro è buffo... e allo stesso tempo profondo.
Ove è la persona che tutti definiscono scontrosa e se tutti si fermassero alla prima impressione, forse Ove sarebbe riuscito nel suo intento, mai palesato apertamente, ma conosciuto fin dalle prime righe del romanzo.
Ove è un persona che è stata messa in ginocchio molte volte dalla vita, ma che si è sempre rialzato combattendo le sue battaglie contro le "camicie bianche", o per lo meno lo ha fatto fino al momento in cui lo conosciamo, nella prima pagina di questo libro.
Ma la sua storia è ancora tutta da scoprire.
Così attraverso flashback tra un tentativo maldestro e l'altro e la vita del vicinato, conosciamo Ove da ragazzo e poi da adulto. Un ragazzo solo con la ferma convinzione che "quel che è giusto è giusto" e che spesso dimostrava le capacità di un adulto.
"Se Ove fosse stato il tipo di uomo che riflette su come e quando si diventa quel che si è,
forse avrebbe indicato in quell'episodio il momento in cui aveva imparato che ciò che è giusto è giusto.
Dato che,però,non gli piaceva invischiarsi in certi ragionamenti,per lui quello era semplicemente stato il giorno in cui aveva deciso di essere il meno diverso possibile da suo padre."
Poi Ove trova il suo "colore".
"La gente diceva che lui vedeva il mondo in bianco e nero.
Ma lei era il colore.
Tutto il suo colore."
Ed è impossibile pensare che Ove sia solamente un uomo scontroso.
Tutti i personaggi sono splendidi in questo romanzo anche se sono come macchiette di colore sfuggevoli che irrompono con forza nella vita di Ove e che lui tenta di scacciare in tutti i modi. E così come Ove, anche io li ho intravisti di sfuggita, registrandoli come comparse, ma rimanendo di fatto attaccata alla figura di Ove.
Nella maggior parte dei casi questo sarebbe un enorme difetto, ma qui no. È come se tutto il romanzo fosse strutturato sul carattere del personaggio, stile compreso, e lo ammetto, mi è piaciuto molto.
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Last Night in Montreal
Ho comprato questo libro tanto tempo fa e ora mi chiedo che cosa mi aveva attratto.
La copertina forse? Il formato? La trama?
A lettura ultimata non posso dirlo con certezza.
Iniziamo dal principio: il titolo è fuorviante. Come spesso accade il titolo in originale viene stravolto e Last Night in Montreal diventa la musica delle parole e diciamolo, la musica, in questo libro, non centra per nulla.
Avrei potuto soprassedere a questo difetto se nella trama ci fosse stato un solo riferimento alla musica o alla musicalità delle parole, ma nulla...
Per quanto riguarda la trama non ho nulla da obiettare a parte, forse, l'eccessiva drammaticità.
Che le cose stessero come si sono poi rivelate (frese criptica per non fare spoiler), lo si intuisce dalla prime pagine, forse non proprio nei particolari, ma è chiaro come il sole. Tutto il resto è contorno.
Mi è piaciuto lo stile, il continuo alternarsi tra passato la cui voce narrante era Lilia, la protagonista, e il presente dove seguiamo Eli.
Sembra piuttosto caotico raccontato, ma ha un suo perchè.. i frammenti del passato si collegano a formare un puzzle complesso, un puzzle che Eli vuole a tutti i costi portare a termine, un mistero che si svela pian piano, anche se intuibile fin dall'inizio.
Purtroppo però non è scattata la scintilla con i personaggi, nè con Lilia che non sa rimanere, nè con Eli, che la insegue senza un motivo preciso, solo per vedere se sta bene o forse, ma questo è solo un mio pensiero mai esplicitato nel libro, per sapere perchè l'ha lasciato e probabilmente, costringerla, o meglio, supplicarla di tornare con lui.
Lei troppo enigmatica, lui troppo statico. La scintilla tra loro non è scoccata esattamente come non c'è stato innamoramento tra me e questo libro.
Lettura carina, godibile sia per la trama che per la lunghezza, ma nulla più.
QUATTRO AMICHE E TANTO TE
Questo romanzo mi ha fatto molto riflettere.
Mi ha fatto pensare alle mie amiche, a quello che eravamo e a quelle che siamo diventate.
Mi mancano ancora diversi anni per arrivare all'età delle protagoniste, ma le differenze fra allora e oggi si possono notare.
Nel nostro gruppo non ci sono differenze caratteriali e di vita così smaccate come quelle presenti tra le protagoniste di questo libro, Viola, Mavi, Chantal e Alberta, ma anche a noi la vita ha giocato qualche scherzetto e incominciamo ad avere i nostri capelli grigi.
Questo romanzo è anche un inno, non troppo velato, al tè. Un infuso particolare per ogni umore, pensiero o sensazione, un tè "scaccia pensieri" per una mente ingarbugliata o un "love at first sight" per un primo appuntamento. E poi quanti piatti di primi e secondi arricchiti con questa miscela corroborante.
Vi assicuro che la voglia di tè è immediata all'apertura di questo libro.
Anche la trama mi è piaciuta molto.
La vita non è mai una linea dritta, ma è un sentiero pieno di bivii. Quella che ti immaginavi sarebbe stata la tua vita a vent'anni può non essere esattamente quella che stai vivend ora.
Ed è proprio di questo che parla il libro.
Sulla soglia dei 40 anni, le 4 amiche si riuniscono per festeggiare il compleanno di Viola e lì si guardano alle spalle, alle strade percorse fin li. Non sono pochi i rimpianti che attanagliano le 4 amiche e non sono poche le cose che si tengono nascoste nonostante la profonda amicizia.
Storie che si mostrano pian piano ai nostri occhi, lezioni da imparare e tante tazze di tè. Un ottima ricetta per un bel romanzo.
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Lettere e Libri
Bellissimo!
Non ci sono molte parole per descriverlo.
Bellissimo, l'ho già detto?
Lettere ironiche, divertenti e tutte incentrate sui libri.
Un periodo storico che non ha bisogno di descrizione perchè si percepisce da frasi buttate qua e la e dalla reazione che un paio di calze regalato può suscitare.
Un amicizia fra i due corrispondenti basate su solide letture.
Un amore per i libri, i libri usati in particolar modo:
"Sembra troppo nuovo e intatto per essere mai stato letto da qualcuno, pure deve essere così: continua ad aprirsi nei punti più deliziosi, il fantasma del precedente proprietario mi fa notare cose che non avevo mai letto prima."
"Amo le dediche sulla prima pagina e le note a margine, mi piace il sentimento fraterno che si prova sfogliando pagine che qualcun altro ha già sfogliato. Leggendo passaggi che qualcun altro, magari da tempo scomparso, ha voluto segnalare alla mia attenzione."
In queste lettera fanno capolino autori straordinari, pietre miliari della letteratura, ed è stato bellissimo leggerne i nomi, pensare a cosa avevo letto di loro, segnarmi alcune letture da reperire.
Una lettura bellissima.
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Una donna di nome Dio
Copertina interessante e titolo provocatorio. Questo è stato il primo passo che mi ha portato ad acquistare e poi a leggere questo libro.
Certamente "una donna di nome Dio" è un titolo che attrae e incuriosisce: non capita tutti i giorni un argomento del genere, no? Si evince subito che lo scrittore ha voluto provocare il lettore e, lo ammetto, mi ha sempre incuriosito nella letteratura ciò che va fuori dai soliti canoni.
Purtroppo appena aperto il libro, un senso di già letto mi ha colpito.. impercettibile, ma c'era e questo lo ammetto, mi ha profondamente disturbato.
Una ragazza che si sveglia cambiata dopo un incidente, tante domande e confusione, un mistero, questa la trama che mi ha invogliato a continuare la lettura e che mi hanno, in seguito rapito.
Un ambientazione favolosa, Praga, ideale per questa storia. Tra l'altro anche nei miei ricordi Praga era grigia e piovosa, ma sempre incredibile.
Anche lo stile dello scrittore mi ha favorevolmente colpito, ma i dialoghi mi sono apparsi un po' forzati.. una mia sensazione che traspariva dall'incredibile ingenuità delle parole pronunciate dalla protagonista e da quella continua frase "tanto non ho sonno" ripetuta più volte. Ma ho adorato Le descrizioni che hanno saputo aprire la mia mente all'immaginazione e dove ho potuto ritrovare Praga e le sue bellezze.
Il ritmo della narrazione non è statico, ma è in un crescendo continuo che mi ha scinto a continuare la lettura con sempre maggiore frenesia.
Sono arrivata alla conclusione che l'unica grande pecca di questo romanzo sia la brevità. Un finale troppo aperto che lascia la mente a spaziare non solo sulla sorte dei protagonisti, ma anche sulle considerazioni teologiche presenti.
Un bellissimo romanzo che spero abbia un continuo
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La vita di Jane Austen
L'animo umano è, per sua natura, curioso. Cosa voleva dire lo scrittore in quel libro? Quale messaggio nascosto c'è tra le righe, cosa intendeva con quella particolare frase?
Questa curiosità può essere spesso soddisfatta con gli scrittori in vita, ma con quelli scomparsi ormai da tempo, possiamo affidarci solamente a ciò che rimane.
Che splendida biografia ho trovato! Forse non soddisfa pienamente tutte le mie curiosità, ma l'ho apprezzata dalla prima all'ultima pagina.
Adoro Jane Austen ed è stata una mia grande pecca non aver mai letto una sua biografia ben fatta, a parte forse qualche notizia all'inizio dei suoi libri.
Sono proprio contenta che la prima sia stata quella di Giuseppe Ierolli che è davvero un gioiellino.
Perchè alla fine, proprio come dice il titolo stesso, Jane Austen si racconta da se, attraverso le sue lettere.
e così scopriamo, la sua ironia, il suo senso dell'osservazione e a volte, la sua malinconia abilmente nascosta.
Un vero peccato che la sorella Cassandra abbia distrutto così tante lettere di Jane.
Una splendida e bellissima lettura.
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L'investigatrice Jane
Che piacevolissima sorpresa scoprire Jane Austen in questa veste di "investigatrice" che, a mio avviso, calza perfettamente con il carattere della scrittrice.
Questa vicenda si svolge nell'estate del 1806, l'anno successivo alla morte del reverendo Austen, durante una visita nel Derbyshire, luogo ormai conosciuto e amato dalle fedeli lettrici di Jane Austen.
Ho apprezato tutti i personaggi di questo romanzo.
In primo luogo la Jane Austen di Stephanie Barron che in qualunque luogo visiti, incappa un un cadavere. Una disdicevole abitudine, come prontamente sottolinea la madre. Personaggio, quest'ultimo, davvero interessante, pronta a considerare Lord Harold Trowbridge, quinto Duca di Wilborough, una cattiva compagnia per Jane, ma altrettanto lesta a lasciarli per un colloquio tête-à-tête, ricordandomi la briosa Mrs Bennet sempre pronta a maritare le figlie.
Mia grande pecca è stata l'aver scoperto, a lettura inoltrata, precedenti romanzi della serie dove la figura di Lord Harold era presente, come si evince dalla lettura di questo libro.
Personaggio che sembrerebbe davvero interessante e che non vedo l'ora di conoscere meglio con la lettura dei libri precedenti, che sicuramente vedrò di recuperare.
Dipinti con maestria anche la famiglia del Devonshire con cui Jane ha contatti grazie a Lord Harold e all'omicidio sul quale indaga con la discrezione dovuta alla sua posizione.
Particolare nota va infine fatta al personaggio di Reverendo Edward Cooper, cugino di Jane, al quale si dice che la scrittrice abbia preso spunto per il suo mr Collins. Davvero singolare in questa ricostruzione, con la sua buffa mania di cantare inni soprattutto quando si ritrova sotto tensione, ricorda benissimo il personaggio, altrettanto stravagante, di Orgoglio e Pregiudizio.
Una lettura davvero piacevole ed affascinante.
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Ronan
Secondo libro della serie e forse più enigmatico del primo.
Mi piacciono i personaggi di questo romanzo, in primis Blue, con la sua praticità e la volontà di fare tutto ciò che è in suo potere per evitare che la profezia su di lei si avveri, e il tenero amore che sboccia tra lei e Gansey, timido, senza pretese.
In un luogo pieno di magia, il gruppo si trasforma e compatta.
Vero protagonista rimane Ronan di cui conosciamo meglio la sua storia. Subito dopo viene Adam, importante è indispensabile, che dopo gli avvenimenti del libro precedente deve ritrovare se stesso, mentre Blue e Gansey, e non dimentichiamoci di Noah, rimangono a margine. Sicuramente avranno più spazio nel prossimo libro.
Uno stile semplice che però trova sostanza nella trama dove il tempo è relativo e il passato e presente si confondono tra loro.
Un buon libro con un finale totalmente aperto che incuriosisce a leggerne il seguito.
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Quando si vuole concludere un romanzo
Mi piacerebbe dire che ho amato alla follia questo libro, ma non è così.
Il suo maggior difetto è quello di aver voluto concludere un'opera di Jane Austen.
La parte "Emma Watson", presa da sola è molto carina. Un romanzo ben fatto, anche se mi sembra che ci siano troppi stravolgimenti dei personaggi, situazioni rocambolesche e finali affrettati, il tutto con una protagonista che mantiene una calma impeccabile.. insomma, molto poco Jane Austen.
Ed è qui che il romanzo perde punti a mio avviso.
Questa parte, in confronto con I watson di Jane Austen, è spiccatamente diversa, non solo per lo stile, fatto piuttosto ovvio, ma anche per il carattere dei personaggi che assumono tendenze differenti rispetto a quanto inizialmente indicato.
La trama inoltre, va contro a quanto Jane Austen pensava per il suo romanzo e se, da un lato, questo ci consente di scoprire pian piano la storia, dall'altro un po' delude le aspettative iniziali.
Non c'è che dire Mr. Howard presenta un carattere molto similare a Edmund di Mansfield Park, pertanto mi è sorto un più che legittimo dubbio: che la scrittrice non nutra particolare simpatia per questo personaggio considerando l'evoluzione della trama così diversa da quanto Jane Austen aveva pensato per i suoi personaggi??
Una lettura che purtroppo non mi ha colpito particolarmente, ma che ha avuto comunque il pregio di avermi saputo trattenere per diverse ore.
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Costanza e Melisenda
Leggere Bianca Pitzorno è un po' come tornare bambina.
Le protagoniste, bambine, mi riportano indietro a quando tutto era un avventura.
Ma Costanza e Melisenda non sono due bambine comuni.
Costanza, primogenita di messer Rufo, falconiere del re, e Madonna Yvette, sogna da sembre di andare in terra santa per liberare il santo sepolcro, Melisenda, invece, nutre una sfrenata passione per la professione del padre e vuole, a tutti i costi, un suo falco da allevare.
È grazie a quest'ultima che impariamo l'arte del falconiere, mentre grazie alla prima, conosciamo le difficoltà di andare in guerra.
La cosa che amo di questo libro sono le immagini che trasmette. Il 1200 non era certo un periodo facile e privo di rischi e la scrittrice riesce a mostrare senza veli certe durezze e crudeltà del periodo.
L'arte del falconiere non è certo facile e attraverso Melisenda viviamo anche scene un po' crude. La guerra non è priva di rischi e con Costanza conosciamo i risultati della presenza di tante persone in poco spazio e condizioni igieniche non proprio ottimali.
Grazie allo stile però, anche le cose un po' più sgradevoli passano in secondo piano e ciò che rimane è l'avventura e i sentimenti che vengono trasmessi.
Bellissimo libro e bellissima abientazione.
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Le indagini di Isabel Dalhousie
Questo è il primo libro delle indagini di Isabel Dalhousie che leggo (come al solito, lungi da me andare con ordine) e l'ho trovato delizioso!
La protagonista, Isabel Dalhousie, professione filososa, è una persona molto particolare.
La sua mente è sempre in movimento e mi divertivo a leggere di tutti i collegamenti mentali che faceva, ricordandomi quando perplesso, mio marito mi osservava chiacchierare con delle amiche.. se si perde un passaggio si è finiti!!
A mio avviso questo rende bene l'idea di una mente particolarmente attiva, di una mente il cui lavoro è, appunto, pensare. In un passaggio parlava anche dell'etica morale del buffet, ovvero se era etico o no prendere più di quanto si mangia (magari per portarselo via).
Insomma, dissertazioni di ogni genere che comparivano ovunque all'interno della storia.
Anche la trama di questo mistero è alquanto particolare: un uomo che, dopo un trapianto di cuore, vede in visione il volto di un uomo.. (da qui anche la dissertazione se è possibile o meno la memoria cellulare)
Un caso stravagante ed eccezionale in una Edimburgo che vorrei tanto visitare
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Fearless
Fearless è il secondo libro della serie Rekless che vede protagonista Jacob Rekless.
Per chi non lo conoscesse Jacob è un ragazzo normale, con una madre malata ed un padre assente, fino a quando non scopre, nello studio del padre uno specchio che lo conduce in un altro mondo.
Niente paura, questo non è spoiler, è semplicemente un pezzetto che la trama che trovate nella quarta di copertina del primo libro.
Adoro il mondo oltre lo specchio, un mondo antico, con imperiatrici e principesse, con fate, oscure e non, e dove le fiabe acquistano un macabro senso di realtà.
Anche in questo libro, pur non essendoci la ricostruzione minuziosa presente nel primo, ho ritrovato il mondo che ho adorato, dove la tecnologia è ancora agli inizi e tutto sembra sospeso.
La differenza tecnologica tra un mondo e l'altro è fortemente ignorata, a parte un breve accenno del protagonista alla differenza di odori. Non riesco ancora a decidere se questo fatto mi abbia deluso o no.. chissà forse nel terzo libro ne saprò qualcosa di più.
Jacob Rekless è un cacciatori di tersori, ma dal primo libro si è portato qualcosa di indesiderato e la sua vita è sgli sgoccioli, a meno che non si riesca a trovare una soluzione in quel mondo dove tutto e possibile.
Insieme alla sua Volpe, un' altra avventura alla ricerca di un tesoro perduto.
Volpe è la vera protagonista di questo romanzo. Dopo il prio libro dove si conosce Jacob Recless e il suo passato ora è il turno di Volpe e qualche mistero viene svelato.
Non mancherò di leggere anche il terzo libro!
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Stardust
"C'era una volta un giovane che desiderava ardentemente soddisfare le proprie brame.
E fin qui, per quanto riguarda l'inizio del racconto, non v'è nulla di nuovo (poiché ogni storia, passata o futura, che narri di un giovane potrebbe cominciare alla stessa maniera). Ma strano era il giovane e strani i fatti che lo videro protagonista, tanto che egli stesso non seppe mai come andarono veramente le cose."
Gaiman ha una capacità unica: quella di sapermi colpire, fin dalle primissime pagine, di sapermi affascianare con poche e semplici parole.
Lo ammetto, ho visto il film prima di leggere il libro, ma, a mio favore, posso dire di averlo visto molto tempo fa. Strano a dirsi, ma è un film che ancora ricordo con piacere, soprattutto per i bravissimi attori.
La storia di Tristan è unica nel suo genere e lo porta a crescere e a maturare durante le sue avventure alla ricerca di una stella cadente da donare alla sua amata.
"Tutto ciò che avevo sempre pensato di me, chi fossi, cosa fossi, era solo una menzogna. O quasi. Non hai idea di quale stupefacente liberazione!"
Ma sono i personaggi che conosce a fare la differenza: ometti pelosi, streghe che vogliono rimanere giovani, principi in lotta per il regno e tanti incantesimi e magie.
Ciò che apprezzo di più in un libro è la sua capacità di far sognare e Stardust è riuscito a farmi sognare di un luogo dove basta attraversare un muro e tutto diviene possibile (anche se pericoloso).
"Quanto manca per Babilonia?
Venti leghe, signor mio.
Vi giungerò a lume di candela?
Andata e ritorno, signor mio.
Se l'andatura è svelta e leggera
Vi giungerai a lume di candela."
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L'occhio del male
Si può credere alle maledizioni?
Billy Halleck non ci crede, crede nella legge, lui è un avvocato.
Un opulente avvocato.
Un avvocato che si trova dalla parte sbagliata, avendo investito per sbaglio una povera zingara, ma che viene assolto. Perchè è innocente o perchè la vittima è una zingara?
Non lo sa, fatto sta che da quel momento Billy comincia a dimagrire e a quelli che lo avevano aiutato, in un modo o nell'altro, cominciano a capitare cose strane..
Si può credere quindi alle maledizioni?
Non lo sa, fatto sta che bisogna credere ai fatti, ed è inequivocabile che Billy perde peso in modo allarmente senza seguire una dieta e senza fare sport.
Allora si può credere alle maledizioni? Billy ci crede.
In un crescendo King ci mostra il mondo dei gitani, e delle maledizioni, il mondo degli uomini e delle conoscenze, il mondo di una giustizia legislativa e di una giustizia privata. Una maledizione che una volta messa non può essere tolta o forse sì?
King come al solito non parla solo di questo, ma racconta sempre di più.
Attraverso il suo personaggi assistiamo ad una legge che uguale per tutti non è, assistiamo ai vizi della gente (per Billy il cibo, per la moglie il fumo, per il medico la droga..) e assistiamo alla vendetta, a quanto può spingersi una persona per l'odio..
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Il giro del mondo
Non avevo mai letto Verne, se non, forse, brevi spezzoni a scuola presto dimenticati.
È una lacuna che voglio colmare in tempi brevi, considerando quanto mi è piaciuto questo libro!!
Purtroppo le numerosi trasposizioni cinematografiche mi hanno creato alcune aspettative (la mongolfiera!!) che sono state disattese, ma non mi sono goduta di meno questo fantastico viaggio intorno al mondo in soli 80 giorni.
Phileas Fogg è uno dei protagonisti di questo romanzo un gentleman inglese solitario, taciturno e abitudinario che inaspettatamente, contrariamente alla sua indole, scommette con i soci del suo circolo sulla riuscita di un viaggio intorno al mondo in soli 80 giorni, e Jean Passepartout è il suo servitore che lo accompagna in questo mirabolante viaggio.
Carrozze, treni, navi e altri mezzi di trasporto un po' meno convenzionali sono quelli incontrati in questo viaggio, un viaggio intorno al mondo.
Con uno stile impeccabile e un po' umoristico Verne ci racconta di paesi esotici e culture diverse ma soprattutto di un viaggio.
Ho amato anche il commento finale di Atonio Faeti che esprime le sue considerazione su un analogo viaggio moderno che con tutte le comodità e tutto a portata di mano (per non parlare degli aerei) che renderebbe sicuramente meno magica e meno pittoresca questa avventura.
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Speak
Non pensavo di trovare un libro così bello.
Inizialmente ho trovato alcune similitudini con Speechless sia in quanto la protagonista è un adolescente, sia per l'ambiente scolastico che infine per il particolare mutismo (anche se sono situazioni differenti) e per le conseguenze scolastiche di questa particolare tendenza.
Questo libro però, acquista spessore man mano che prosegui. Non è un diario, anche se a prima vista potrebbe sembrare. Titoli maiuscoli che ti danno subito l'idea di quanto dopo sarà detto ed il resto un flusso di pensieri su quel determinato argomento.
Siamo nella sua testa, e mi sono ritrovata a pensare quanto fosse incredibile che familiari e amici (ex) non si rendessero conto di quanto Melinda soffrisse, di quanto il suo silenzio fosse paradossalmente la richiesta di aiuto più evidente e rumorosa.
Ma in fondo è così. Nella realtà di tutti i giorni, se non ti esprimi, se non manifesti il dolore o il disagio con le parole, il resto del mondo ti ignora.
" Hai commesso uno sbaglio. Le suffragette erano per farsi sentire, urlavano per affermare i loro diritti. Ma non puoi urlare per il diritto di stare in silenzio. Così fai vincere i cattivi. Se le suffragette lo avessero fatto, le donne non avrebbero ancora ottenuto il diritto di voto [...] Ma non ti aspettare che cambi qualcosa fintanto che non parlerai per te stessa"
Mi è piaciuto molto la figura del professore di arte. Una figura che, oltre a diventare quasi un punto di riferimento per Melinda, rappresenta anche la tenacia di seguire sempre se stessi. Credo che in ogni scuola ci dovrebbe essere un professore così.
Una bellissima scoperta.
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La misura della felicità
Quando apri questo libro i sensi scattano all'erta.
Dalle parole puoi percepire il frusiciare di pagine sfogliate, l'odore della carta stampata, di un buon libro, ma soprattutto, quello che riesci a percepire è l'amore per la lettura.
A.J. Fikry è il proprietario della libreria di Alice Island, un uomo che la vita ha reso scostante e scorbutico, finchè la comparsa di Maya, una bimba lasciata in libreria, non cambia tutto.
Questo libro non è privo di difetti. il tempo di narrazione scorre velocemente attraverso salti temporali che ti portano a distanza di diversi anni. Difficile vedere il progredirsi del rapporto con Maya, ma questo libro è fatto principalmente di senzazioni: non leggi di Maya che cresce, ma lo percepisci, non leggi del rapporto un po' conflittuale che spesso gli adolescenti possono avere con i genitori, ma lo percepisci, non leggi della sua straordinaria intelligenza, ma la percepisci chiaramente, non leggi della felicità in una piccola libreria, ma la percepisci e la vivi.
E così la vita di questo librario diventa importante e costellata di tante letture. Quasi un diario.
Ho amato la scelta della scrittrice che all'inizio di ogni romanzo ha inserito la recensione di un libro. Poche parole ma che ti danno il senso di tutto.
Un libro semplice dove la vita di tutti i giorni si mostra attraverso i suoi avvenimenti, sia quelli belli che quelli brutti.. In fondo la vita, quella vera, è fatta così e non sempre ti capita il lieto fine.
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il profumo delle foglie di limone
A volte mi chiedo se sia colpa mia.. se i miei standard di lettura stiano diventando talmente alti da trovare tutto mediocre..
Ero partita con aspettative molto alte, lo ammetto, e questo non è mai un bene. Non conoscevo la scrittrice ma avevo sentito parlare con toni entusiasti di questo libro che per me rimane un grosso punto interrogativo. Sarà colpa mia? Io non credo e ora spiego il perchè.
Questo libro, nonostante il titolo da romanzo rosa, è un libro principalmente sul nazismo o neo-nazismo che dir si voglia, dal momento che è ambientato ai tempi moderni.
I punti di vista sono due, Sandra, una ragazza giovane, incinta che non sa che cosa fare nella vita e che va un po' al mare per rilassarsi, diciamo così, e Julian, un ex cacciatore di nazisti e ex prigioniero di campo di concentramento, che, con tutti gli acciacchi dovuti all'età, si presta a compiere un ultima missione.
A Sandra avrei volentieri dato due ceffoni per vedere se si svegliava un po'! Neanche a 15 anni ero così ingenua da fidarmi di due completi sconosciuti, figuriamoci da andare a casa loro! Insomma comportamenti talmenti ingenui, per non dire stupidi, da sembrarmi completamente inverosimili.
La figura di Julian è un po' più affascinante e un po' meno fastidiosa.
Le tematiche sul nazismo sono presenti, ma non sentite. Non ho provato nulla, tabula rasa, i personaggi non mi hanno fatto commuovere, o ridere o sospirare, insomma non mi hanno fatto provare nulla.
L'unico elemento che mi è piaciuto è stato lo stile, semplice scorrevole e con un netta distinzione tra i due protagonisti.
Per il resto, davvero molto mediocre, nonostante un eccellente idea di partenza.
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4 STAGIONI
Quattro racconti per 4 differenti stagioni.
Primavera:Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank
Una lunga parabola sulla speranza che non muore mai anche se provano ad ucciderla in tutti i modi.
La storia di un uomo incarcerato ingiustamente che trova la sua via.
Estate: Un ragazzo sveglio
Un racconto di un amicizia malata tra un ragazzo sveglio e un vecchio ex-nazista nascosto. Due anime corrotte che si inseguono in un crescendo.
Autunno: Il corpo
è stata una grande scoperta. Questo è il racconto da cui è stata presa ispirazione per il film Stand by me - ricordo di un estate che racconta di un viaggio, un "banale" viaggio alla scoperta di un corpo morto per un incidente, allo scopo di avere notorietà, per "essere intervistati alla radio", che si trasforma in una maturazione dei protagonisti che, all'inizio del racconto, erano persi in quell'età limbo tra l'essere bambino e il diventare adulto.
Inverno: Il metodo di respirazione
Raconto paranormale che diventa una metafore un po' macabra della tenacia dell'amore materno, con un ambientazione "fuori dal mondo"
4 racconti, 4 stagioni, 4 viaggi bellissimi creati dalla penna di Stephen King
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IL CIMITERO DEI CUCCIOLI
Un altro capolavoro firmato King.
Questo libro è incentrato sul concetto della morte e della vita.
La morte è da sempre un grande interrogativo per l'uomo che da sempre si batte non solo per sconfiggere le cause "innaturali", che fanno terminare la vita prima del giusto tempo, ma anche per svelare i mistesi dell'aldilà.
La vita passa dall'accettazione della teporaneità e, quindi, del concetto stesso di morte, altrimenti si vivrebbe sempre nel terrore..
King, attraverso questo libro, parla di questo.
La morte conosciuta attraverso la vita del protagonista di questo romanzo, Louis, medico, che durante il primo giorno del nuovo lavoro si trova di fronte a un caso irrisolvibile, diventa fulcro intorno a cui si regge la sua vita.
La paura irrazionale di sua figlia Ellie per la possibile morte del gatto, lo spingono ad esaminare il concetto dal punto di vista di un bambino e la stessa esperienza della moglie, che inizialmente si rifiuta anche solo di parlarne, lo spingono ad osservalo attraverso agli occhi di un non-medico.
Ma si può davvero accettare la morte? Se ci fosse una sola, piccola, possibilità che tutto ritorni alla normalità non ci aggrapperemmo ad essa con tutte le nostre forze?
In un crescendo di suspanse e terrore, king ci da la sua particolare ed unica risposta a queste domande.
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Cupcake
Lo so che non devo avere pregiudizi su un libro, ma da un inizio con una ragazza sul tapisroulant, chiaramente inesperta, che spera di essere salvata perchè non sa più come spegnere la macchina infernale, e cade rovinosamente in mezzo a piante, ovviamente con spine, all'avvicinarsi del belloccio, nonchè protagonista del romanzo, che cosa potevo mai sperare?
Ammetto che la tentazione di chiuderlo per sempre dopo un paio di pagine è stata fortissima, ma poichè non lascio mai un libro una volta iniziato ho continuato la lettura, mio malgrado. Inoltre ero in una sala d'attesa e in borsa avevo solo questo...
Risultato? una lettura simpatica.
Sì mi ha fatto sorridere, ed ha acquisito punti in più perchè la protagonista si è rivelata essere una persona intelligente, solo un po' maldestra..
Ma la trama? Quasi inesistente..
Sarò sincera, non ho letto il primo libro della serie (non me ne ero accorta subito che era una serie e dopo.. beh era troppo tardi), ma non è stato un gran problema considerando che la protagonista, Riley, è diversa da quella del primo libro, Leilani, quindi non ho trovato molti buchi nella trama (o per lo meno, non me ne sono accorta) a parte l'affinità fra i personaggi che sicuramente si è creata col tempo e che ha evidenti radici precedenti.
Forse è colpa della mancata lettura del primo libro della serie, ma mi è sembrato che alcuni fatti fossero un po' scarni nei contenuti e forzati nelle azioni.
Vogliamo parlare delle storia d'amore? Possiamo parlarne, ma forse è più interessante se racconto come è iniziata la mia, di storia d'amore!
Perchè diciamocelo, qui non c'è Storia. Lei si sente inadeguata, bruttina, e ha paura, poi arriva lui, scrittore belloccio, che per lei prova un attrazione irresistibile e lei capisce che è cresciuta molto e che si piace così com'è.
Fine.
Ho girato le pagine pensando di aver perso qualche passaggio, ma il libro era finito.
Delusa? Un po', non mi aspettavo grandi cose, ma il taglio netto che è stato dato al libro mi ha sorpreso negativamente. Peccato.
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Wild
"Questo non è il genere che prediligo, ma.."
Probabilmente questo sarebbe stato il mio inizio, la frase che avevo pensato di utilizzare quando avevo preso in mano questo libro e avevo pensato di dargli una possibilità.
Ma sapete una cosa? Ultimamete mi capita di trovare la letteratura di viaggio avvincente ed appassionante, libri che ti fanno predere di corsa le scarpe da ginnastica ed uscire all'aperto, (per poi rientrare in casa poco tempo dopo con i muscoli doloranti per un crampo e mezzi intossicati dall'aria di città), e che ti fanno progettare viaggi.
Frose avrò cambiato gusti in fatto di letteratura, ma ritengo più probabile aver trovato scrittori veramente bravi, di quelli che non ti devono per forza insegnare qualcosa, cosa bisogna o non bisogna fare in mezzo alla natura, ma che descrivono a cuore aperto la loro esperienza e, soprattutto, le loro emozioni durante il cammino.
Questo libro mi è piaciuto fin da subito proprio per questo ed anche per qualcos'altro che non riesco a spiegare, quasi un colpo di fulmine!!
Ed è strano, sono la prima ad ammetterlo, perchè era impossibile per me immedesimarmi nelle esperieza di vita di Cheryl, (e come potrei?) ma dalle pagine è scaturita un emozione, che si è trasformata non tanto in commozione, quanto nel desiderio di continuare a leggere di vedere tutto il suo cammino.
E se pensate a una donna di 24 anni, sola in mezzo ai boschi, con uno zaino che pesa il doppio di lei, chi non vorrebbe conoscere la sua avventura, le persone che ha conosciuto, le sue esperienze e, la sua maturazione?
Un bellissimo libro.
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Luna/Liam
“Le volevo bene. Non poteva che essere così.
Lei era mio fratello.”
Un gioiello delicato.
Questo libro tratta di un tema delicato, quello di una persona che si sente nato nel corpo sbagliato, in punta di piedi.
“Se Liam avesse potuto esprimere un solo desiderio, la cosa che avrebbe voluto di più al mondo, avrebbe chiesto di rinascere.
Questa volta nel corpo giusto, in quello di una femmina.”
Il suo maggior pregio è quello di aver affrontato l'argomento non direttamente dal punto di vista della persona interessata, Liam, che si sente ed è Luna, ma dal punto di vista della sorella Regan che capisce, ma non completamente, che vorrebbe una vita normale e non dover nascondere il fratello, che non vorrebbe che il fratello soffrisse ma che fosse libero e allo stesso tempo ne è terrorizzata.
Un sentimento fra sorelle bellissimo e commovente.
Come non si può rimanere conquistato da questa alternanza di sentimenti così vera? Ovvio, non sono stata sempre totalmente d'accordo con i comportamenti di Regan, ma se fossero stati perfetti mi sarebbero sembrati finti.
Lo stile è impeccabile e riesce a cogliere le sfumature di ogni personaggio importante nel romanzo.
Bellissimo e delicatissimo.
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P.S. I LOVE YOU
Mi hanno detto, con tanto di scuotmento di testa: "Non è possibile vederti piangere per un libro".
Secondo me invece è possibilissimo, soprattutto quanto ti trovi in sintonia con la protagonista.
Holly ha 30 anni ed ha appena perso il marito che amava.
I sentimenti che descrive sono gli stessi che io proverei in quella situazione perchè il desiderio di passare tutta la vita accanto alla persona che amiamo è presente in tutti noi.. e se ti viene portato via prima del tempo? L'unico desiderio semplice che non pensavi nemmeno lontanamente che potesse diventare un sogno irrealizzabile? Guardavo la persona accanto a me mentre leggevo e mi sentivo le lacrime al solo pensiero..
Questo è sicuramente un libro sull'elaborazione del lutto che richiede tanto tempo e pazienza, sull'amicizia, quella vera, che è sempre presente sia nei momenti belli che in quelli brutti (soprattutto in quelli) e della famiglia, che per quanto strana e diversa da te possa sembrare, è sempre un nido in cui tornare.
Un libro che mi ha fatto commuovere dall'inizio alla fine perchè racconta di un sentimento bellissimo, l'amore.
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Amore,(zucchero e cannella)
Quando prendo in mano un romance ho sempre paura che la protagonista sia una imbranata a cui ne capitano di tutti i colori, che a volte mi fa sorridere, ma che, nella maggior parte dei casi, mi fa alzare gli occhi al cielo per l'assurdità degli avvenimenti.
Fortunatamente questo non è il caso.
Juliet, la protagonista, è una ragazza con i piedi per terra, ha un buon lavoro in una casa d'aste, ha un ragazzo da 4 anni e desidera solo una cosa: farsi una famiglia.
Purtroppo le cose non vanno sempre come le si desidera e lo si intuisce fin dalle prime pagine.
Questo romanzo racconta il presente e, piano piano, il passato di Juliet, aiutandoci a capirla meglio con l'avanzare del romanzo e la maturazione della protagonista.
La scrittura è semplice e scorrevole. Amo quando gli scrittori inseriscono un tocco originale. In questo caso, all'inizio di ogni capitolo, ci sono i consigli per un brava casalinga tratte da riviste degli anni 50 che danno una sensazione retro a tutto il romanzo.
Una bella e frizzante lettura.
P.S. Ma lo zucchero e la cannella cosa c'entrano??
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Christine
"Questa è la storia di un triangolo d'amore. Protagonisti: Arnie Cunningham, Leigh Cabot e, naturalmente, Christine. Vorrei tuttavia che teneste presente il fatto che Christine entrò in scena per prima. È stata il primo amore di Arnie e anche se non lo giurerei, penso tuttavia che sia stata il suo unico e vero amore. Per questo sostengo che ciò che avvenne fu una tragedia."
Il prologo di Stephen King racchiude tutto il senso di questo romanzo, però si è dimenticato una cosa: Christine è un auto.
Christine è anche molto gelosa, pertanto non è tanto difficile capire perché non ha gradito essere messa da parte per una nuova arrivata.
E cosa fa una donna tradita o che sente di essere minacciata? Fa dispetti e, se non riesce nel suo intento, si vendica.
In un escalation continua di tensione e terrore, King racconta la tragedia di un "amore" dannato.
È tremendamente facile dimenticarsi della vera natura di Christine, e King riesce a dare una mano alla fantasia facendoci accantonare la razionalità ed aprire la mente all'inspiegabile.
Un bellissimo romanzo firmato King.
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un anno per un giorno
Leggendo un libro solitamente mi rimane impresso qualcosa: un avvenimento, una frase che spicca tra le altre, un personaggio, un sentimento...
Di questo libro, mi spiace dirlo, non mi è rimasto nulla.
Per carità di frasi bellissime ce ne sono, ma forse è proprio questo il punto: ce ne sono troppe.
Troppe frasi bellissime, messe lì una dopo l'altra, spesso relative al medesimo concetto, ma che, data la numerosità, non spiccavano nè per bellezza, nè per originalità, e, per questo, non mi sono entrate nel cuore.
La trama aveva spunti di originalità, ed è proprio questo che mi ha spinto ha comprare il libro, ma purtroppo non sono stati sviluppati a dovere. Sarà che se penso ai viaggi nel tempo mi viene in mente La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo e 22/11/63, due romanzi divessissimi tra di loro ma che mi hanno emozionato tantissimo, ma questo cantante che fa e disfa a suo piacimento producendo, come unico effetto collaterale un invecchiamento precoce (e qualche altro incidente) che può portare con se oggetti nel passato e portarne altri nel presente, non mi ha convinto. Tra l'altro, potevo accettare l'invecchiamento precoce con tanto di rughe sul viso e senso di stanchezza, ma il cambiamento della data di nascita nel passaporto non lo digerisco.. perchè semplicemente sarebbero troppe le cose che cambierebbero, scuola, amici, esperienze e perchè, data la presenza costante dei social in questo romanzo, sarebbe inverosimile che i passanti si accorgessero solo ora, "oh, toh, come è invecchiato", quando, ricordiamocelo, sui nostri profili c'è anche la data di nascita.. quando si parla di viaggi nel tempo certe cose bisogna considerarle.
Insomma uno sviluppo mediocre di una trama che aveva ottime prospettive.
Ma non è finita qui.
Alex Gioia, professione cantante, nonchè il protagonista di questo romanzo, semplicemente non è possibile.
Nella mia vita non ho mai incontrato nessuno così logorroico da poter riempire 2 pagine con un concetto, praticamente, ogni volta che parlava era un monologo, con poca possibilità di iniziativa da parte degli altri. Dialoghi inverosimili che, a parte la lunghezza, esprimevano concetti filosofeggianti che mi farebbero venire l'orticaria se pronunciati nella realtà e sono accettabili solamente in un libro (accettabili, non graditi).
Fossero solo i dialoghi inverosimili, anche gli incontri con le altre persone sono di un altro pianeta..
Perche mi sembra ovvio che, ad una persona appena conosciuta per strada io racconti tutta la mia vita, no?
Stile bellissimo e, come ho detto, romanticissimo. Bisotti sa scrivere davvero bene, ma serve più trama e meno filosofeggiare.
Insomma non voglio dilungarmi troppo, ma di un romanzo con prospettive altissime è uscita a malapena una sufficienza risicata e solamente perchè il mio lato romantico è prevalso sulla ragione.
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Quella cosa intorno al collo
In questi racconti Chimamanda Ngozi Adichie descrive gli aspetti più problematici della società nigeriana, e soprattutto della donna in una società fortemente maschilista.
L'America, vista come liberazione da una vita di difficoltà, diventa un posto molto diverso, una gabbia dorata nei migliore dei casi, una delusione sempre.
Il racconto che da nome alla raccolta descrive proprio la sensazione di soffocamento che colpisce la protagonista dopo l'emigrazione in America. Quello che doveva essere un premio diventa una costrizione a cui si deve abituare, sempre circondata da pregiudizi, anche involontari, che acuiscono quella sensazione intorno al collo.
Uno stile descrittivo molto vivo, che ti catapulta immediatamente in luoghi e usanze sconosciute. Parole che trasmettono un forte sentimento, qualunque esso sia
Una lettura bella e interessante.
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quattro chiacchere con la mia gatta
Avete mai invidiato la vita del vostro gatto?
A me capita a volte.
I miei gatti sono amati e riveriti, coccolati e sembrano non avere alcun pensiero per la testa.
E se un giorno proprio il tuo gatto ti insegnasse a come vivere mindfulness?
"Non giudicare. Non valutare. Devi solo osservare. Se qualche sensazione ti piace oppure ti disgusta, osserva la tua reazione come una sensazione in più. Se quello che osservi ti suscita un pensiero, osserva il pensiero come una nube che passa sul fondo della tua coscienza."
In questo libro gli insegnamenti della sua gatta Sibilla, portano la protagonista a superare il suo momento di crisi, ad amarsi e ad apprezzarsi di più e perchè no, ad essere indipendente, proprio come un gatto!
Il contenuto di questo romanzo mi ha meravigliato. Ci sono bellissime frasi ovunque, perle di saggezza che possono illuminarti da un momento all'altro.
"A volte, nella vita, ci sono momenti di buio. E nel buio, se non hai una vista da gatto, qualunque ombra che si muove può sembrare una strega. Soprattutto quando già te l’aspetti. Se hai paura di vederla apparire. In quel momento i tuoi timori trasformano ogni ombra in una strega, un mostro, un fantasma. E con ogni visione spaventosa, le tue paure crescono. Se continui costì, alla fine rischi di restare paralizzata dal terrore."
Un libro che è anche un percorso da intraprendere.
"Pensai a tutto quello che avevo imparato da allora: a prestare attenzione ai messaggi del corpo e della mente, a sentirmi grata per le cose positive e a saper accettare quelle negative, a mantenermi vicina al mio ‘branco’, a ritrovare i miei sogni di bambina, a rompere le pareti della camera chiusa, a scoprire il mio lato animale, a liberarmi del mio riflesso, ad aprire il cuore, a giocare, a divertirmi, ad ascoltare, a osservare – e soprattutto – a vivere il momento presente. "
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Orgoglio e Pregiudizio
Nonostante il titolo un po' infelice, che spero sia stato scelto esclusivamente quale omaggio al famoso e omonimo film e non come velata ironia su Orgoglio e Pregiudizio (da anni si combatte il fastidioso commento di qulche lettore che ritiene i libri di Jane Austen dei meri manuali su come accaparrare il ricco belloccio di turno!!!), questo libro è stata una lettura frizzante e briosa.
Dopo aver letto numerose variation in chiave moderna di Orgoglio e Pregiudizio, devo ammettere che questa versione presenta non pochi difetti.
Non ho amato alcune scelte sulla trama che presenta diverse scene molto distanti dall'originale.
E chi avrebbe mai pensato di leggere di una Catherine De Bourgh amabile e dispensatrice di buoni consigli nonché modello da imitare?
Ammetto di aver pensato a volte che la scrittrice avesse letto solamente un riassunto di Orgoglio e Pregiudizio e pertanto non aver compreso l'ironia di alcuni personaggi, altrimenti non si spiegherebbe questo personaggio.
La scena della fuga di Lydia (originariamente per sposare Wickham), viene ompletamente stravolta e perde di importanza. Anche lo stesso comportamento di Wickham, qui Jasper (vai a capire perché ha tenuto tutti i nomi tranne questo), benché degno del suo originale, risulta essere, a mio avviso, sottotono.
Tuttavia, questa Liz mi è piaciuta. Curiosa (beh, fa la giornalista) pungente e a volte un po' fastidiosa, èanche brillante e divertente.
Darcy è sempre Darcy. Anche nelle vesti di un neurochirurgo rimane sempre affascinante.
Tutto sommato è sempre uno splendido piacere ritrovare la famiglia Bennet al completo e rivivere la loro storia che tanti scrittori amano e omaggiano con vesti nuove e personali.
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I nostri amici felini
Da amante dei gatti, ero davvero curiosa di leggere questo libro dove la scrittrice Doris Lessing racconta la sua vita sempre contornata dalla presenza dei suoi (e nostri) amici felini.
Io ho sempre avuto gatti e ne sono affascinata. Il loro modo di osservare e di comunicare è unico. "Gatti molto speciali" parla proprio di questo.
La scrittrice racconta qui le sue esperienze con i gatti, scorci di vita vissuta a volte un po' cruenti.
La proliferazione numerosa dei gatti è un argomento molto presente in questo libro, infatti in alcuni episodi della gioventù descrive i modi drastici a cui si era costretti.
Nonostante questi episodi abbiano evidentemente segnato la vita della scrittrice, tanto da ricordarseli anche diverso tempo dopo, non riesce, neanche in presenza di metodi sicuri moderni, a sterilizzare le sue gatte costringendosi anche a compiere quegli atti che in gioventù l'avevano così segnata.
Ammetto di essere rimasta sorpresa davanti a questa presa di posizione che ammetto di non condividere appieno.
Semplicemente deliziosa è invece la parte dove racconta i comportamenti dei suoi amici felini e le interazioni tra di loro e con gli umani.
I gatti sono i veri protagonisti di questo libro dove traspare l'affetto che la scrittrice provava nei loro confronti.
Un libro da conoscere che raconta di un universo misterioso, quello dei gatti!
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ghost whisperer
lo ammetto, ho compreto questo libro perchè adoro la serie ghost whisperer!
Attretta dalle similarità non potevo che provare a leggere questo libro dove Amalia, restauratrice di cimiteri per professione vede i fantasmi.
Ma questa storia è di più. Infatti non ci sono solo fantasmi, ma un assassino in carne ed ossa che va fermato ed Amelia verrà chiamata ad assistere il bello e tenebroso polizziotto per risolvere il mistero.
L'ho detto che il polizziotto è perseguitato?
La trama, come potete leggere, è accattivante e per niente scontata. Mi piacciono questi fantasmi che hanno molto poco in comune con Casper!
Posso però dire che avevo in parte intuito il colpevole...
Stile scorrevole, ti trasporta velocemente nella routine di Amalia che in breve tempo verà sconvolta completamente.
Mistero risolto, ma storia incompleta.
Leggere il secondo libro della serie è quasi un dovere!
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La zona bruciata
Mi aspettavo molto di più.
Questo secondo libro della trilogia mi ha fortemente delusa. La trama non decolla mai e sembra essesere una ripetizione mal riuscita del labirinto con l'unica eccezione che non si trovano in uno spazio chiuso e delimitato, ma in una zona aperta, la "Zona Bruciata"..
I nuovi svlluppi, invece di sorprendermi, mi hanno innervosito. Ogni volta che si fermavano ecco che succedeva qualcosa.. è impossibile sostenere l'imprevedibilità di questo libro dato che seguiva uno schema ben preciso.
Non so, ma mi ha annoiato. È l'unica spiegazione per averci messo 2 settimane per leggere un libro che di solito mi richiederebbe 3 o 4 giorni. Ma forse sono io che chiedo troppo a questo libro, infondo è stato avvincente a suo modo.
Credo che sia corretto citare Teresa a questo punto: "sono confusa".
Lo stile è più o meno quello che ho trovato nel primo volume, ma mi sembra che i tempi verbali siano peggiorati.. non sono un esperta, ma quando la narrazione non scorre come dovrebbe, inevitabilmente ci si accorge che qualcosa non va.
Sicuramente leggerò anche l'ultimo volume della trilogia, non potrei fare altrimenti vista la situazione in sospeso e la coriosità di sapere la sorte di tutti i personaggi.
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Italia, India, Bali
Di solito quando leggi della vita di una persona, i giudizi possibili sono due: o ti trovi completamente in linea con quanto vissuto e descritto oppure ti senti completamente estraneo e non riesci ad entrare in sintonia con la vita della protagonista.
Questo libro invece mi ha lasciato completamente spiazzata, in quanto pur non comprendendo e non approvando le sue decisioni o le motivazioni della sua "crisi", mi sono ritrovata, in parte, nel suo percorso.
Un libro diviso in 3 parti per raccontare un viaggio unico ma in 3 luoghi diversi: Italia, India e Bali.
Ho pensato a lungo sul giudizio di questi libro.
Per certi aspetti, la vita della scrittrice ha preso svolte molto lontane rispetto al mio modo di vivere, perciò, per quanto curiosa, la prima tappa mi ha lasciato alquanto perplessa.
L'Italia, vista dalla scrittrice, è leggermente stereotipata: l'argomento principale è il cibo, sempre e solamente cibo, in ogni sua forma che l'Italia è così brava ad offrire. Inoltre questa prima tappa viene intervallata dai racconti del suo divorzio e perde, a mio avviso consistenza, lasciando intravedere solo le esperienze che riguardano il cibo (e poche altre che riguardano il corso di italiano, poi abbandonato).
La seconda tappa, invece mi ha completamente stregata. La crisi vissituta dalla scrittrice l'ha avvicinata alla meditazione e allo yoga e, per quanto il tipo di crisi da me vissuto sia completamente differente da quello della scrittrice (diametralmente opposto oserei dire), il risultato è stato il medesimo. Non posso pertanto che rimanere affascinata dal percorso spirituale che ha intrapreso.
Bali infine, è il giusto coronamento di un viaggio di anima e corpo.
Non credo che potrei mai intraprendere un viaggio del genere, ma ammiro la scrittrice per aver avuto il coraggio di osare.
Lo stile della scrittrice mi è piaciuto. Oltre ad essere evidente l'esperienza alle sue spalle, mi è piaciuto il tono leggero, spesso anche canzonatorio, con il quale descriveva le sue esperienze, così particolari, ma allo stesso tempo rese in modo così naturale che si ha la sensazione che stia descrivendo una normale giornata di routine..
Questo libro è sicuramente un viaggio che deve essere intrapreso.
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Ascolta il mio cuore
Mi sono avvicinata alla Pitzorno solo recentemente. Non la conoscevo e l'ho scoperta attraverso il suo libro per adulti "La vita sessuale dei nostri antenati: Spiegata a mia cugina Lauretta che vuol credersi nata per partenogenesi". Inutile nascondere che non è stata una piacevole scoperta, ma piuttosto noiosa.
Sono però stata convinta a non lasciarmi influenzare da questa mia prima lettura e di tentare con un libro che ormai è diventato un classico della letteratura italiana "Ascolta il mio cuore".
Questa ri-scoperta della Pitzorno è andata decisamente meglio.
La storia di Prisca e delle sue amiche è particolare e risente tantissimo delle atmosfere del dopoguerra, pur comunque toccando gli argomenti quotidiani della vita delle bambine.
Questa è la storia di un infanzia, molto differente da quella odierna, con sfumature "adulte" segno tipico di un periodo dove si doveva maturare in fretta e scegliere (o meglio subire) il proprio destino fin dalla IV elementare, ma anche caratterizzato dalla tipica ingenuità dei bambini dove i valori e le virtù sono semplici e limpide, come anche gli occhi di chi le osserva.
E' stato davvero bello osservare Prisca e le sue amiche combattere le ingiustizie raffigurate e rappresentate dalla maestra Sforza.
Uno stile semplice e scorrevole mi ha consentito di apprezzare al meglio le vicende di Prisca e i suoi racconti connotati da una grande fantasia.
Un libro sicuramente da leggere.
Avrei voluto conoscere la Pitzorno da bambina. Lo so, molti libri, anche se indirizzati ad un pubblico estremamente giovane, sono godibilissimi anche nell'età adulta, come questo, però sono certa che le avventure di Prisca e delle sue compagne assumono tutta un'altra sfumatura agli occhi di una bambina.
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Il college delle brave ragazze
Questo libro è rimasto molto a lungo nella mia libreria, prima che mi decidessi a leggerlo ed è stato un vero peccato perché si è rivelato una bella lettura.
E' esattamente quello che viene definito un buon thriller psicologico con ottimi colpi di scena.
L'unica, ma credo importantissima, pecca è proprio la figura dello psicologo sulla quale si concentra l'intera vicenda.
Mi dispiace, ma conosco alcuni psicologi e nessuno di loro si avvicina minimamente a Matthew Denison. Gli psicologi, grazie ai loro studi, hanno quel particolare sesto senso che ti fa credere che possano leggerti nel pensiero, sanno perché muovi in quel modo una gamba o una mano o perche sei portata a scegliere una cosa piuttosto che un'altra.
Matthew Denison non è quello che per me potrebbe essere un bravo psicologo, ma uno di quelli mediocri che non possiedono il giusto distacco dai pazienti e da quello che vivono che a mio avviso è uno degli elementi fondamentali di questo, come di altri mestieri.
Insomma, fin dalle prime pagine, la figura dello psicologo mi è parsa poco credibile.
Lo stile mi è piaciuto: è scorrevole e lineare ma non troppo in quanto ci sono punti in cui il ritmo è più accelerato che vogliono sottolineare un particolare momento o vicenda. Ho apprezzato anche la contrapposizione tra i ricordi scritti in corsivo e il presente.
Tutto sommato una buona lettura.
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L'ibisco viola
L'ibisco viola è uno di quei libri che portano con sé un messaggio tangibile.
La vita di Kambili non è facile.
La sua giornata è scandita da orari rigidi e inflessibili che lei e suo fratello Jaja osano trasgredire solo per brevi istanti, solo per parlare tra di loro o per comunicare con quel loro linguaggio segreto fatto di sguardi.
Kambili conosce solo la paura.
La paura di essere punita per il mancato primo posto a scuola, per aver fatto aspettare l'autista anche solo un minuto o a volte solo per aver taciuto o parlato. Le punizioni per la "trasgressione" sarebbero state terribili, inflitte da quello stesso padre per il quale nutre un amore quasi ossessivo.
Kambili e Jaja conoscono solo questo.
Ma un giorno vanno a soggiornare per un breve periodo con la zia Ifeoma e la loro vita cambia-
Un libro altamente complesso che rispecchia chiaramente le ripercussioni fisiche e psicologiche di un padre violento e contraddittorio.
L'ibisco viola è anche un libro con riflessioni sulla religione, su come essa possa diventare negativa se portata all'eccesso.
Ho amato anche l'ambientazione. Le trasformazioni civili e politiche del post-colonialismo in Nigeria non sono un mero sfondo alle vicende raccontate, ma un altro protagonista con una storia tutta sua da raccontare e che si intreccia inevitabilmente con quella dei protagonisti.
Un libro ricco e intenso. Da leggere.
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Da grandi poteri derivano grandi responsabilità
Ecco un altro libro firmato King.
Penso che questo sia il romanzo più "soft" (se così si può definire) che abbia mai letto di King.
Una rilettura, per me, ma non per questo meno preziosa.
Johnny Smith è un insegnante di letteratura in un liceo del Maine. Amato dai suoi alunni, simpatico e divertente. Frequenta Sarah, una sua collega e proprio sulla via del ritorno subisce un incidente che lo farà rimanere in coma 5 anni.
King è stato molto abile a raccontare le sensazione del risveglio di Johnny, il suo spaesamento nel vedere che tutto era cambiato e che aveva perso ben 5 importantissimi anni, ma soprattutto a evidenziare le sofferenze di una riabilitazione.
Credo che King abbia un qualche risentimento contro la religione, soprattutto contro il fanatismo. Man mano che leggo i suoi libri, non posso vedere come certi personaggi, molto spesso negativi, siano dei fanatici religiosi. Anche ne "La zona morta" la madre di Johnny, pur non essendo qualificabile come personaggio negativo, presenta questo particolare carattere che causa numerose difficoltà alla famiglia.
Il romanzo, in aggiunta ai due aspetti di cui sopra, presenta anche un elemento soprannaturale. Johnny, al risveglio dal coma, scopre di avere la facoltà di conoscere alcuni avvenimenti di una persona, presenti o futuri, con un semplice tocco. Anche in questo caso King è abile nel descrivere le implicazioni di questa particolare abilità, "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" mi viene da citare.
Un bellissimo romanzo, forse un po' più soft di quelli che ultimamente ho conosciuto, ma sempre un ottimo romanzo.
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La lunga marcia
Questo libro è davvero estenuante! Ma nel senso buono, se così si può dire..
Dopo averlo letto mi è difficile non pensare a Ray Garraty, il protagonista, ogni volta che vedo qualcuno correre per strada o il volantino di una corsa..
Perchè quella corsa l'ho vissuta anch'io, ho conosciuto la stanchezza, la spossatezza e il terrore!
In un universo alternativo governato governato da una rigida dittatura militare comandata dal "Generale" viene organizzata ogni anno "la marcia".
100 marciatori che camminano fino a che non ne rimane uno soltanto.
Le regole sono rigide: se esci dal percorso, sei congedato, se superi le 3 ammonizioni sei congedato, se la tua media va sotto le 4 miglia orarie (6 km ora circa) prendi un'ammonizione..
Sarebbe troppo facile se il congedo fosse una pacca sulla spalla e magari un "ritenta, sarai più fortunato" ed infatti non è così, ma è una fucilata (o più).
Con Ray conosciamo gli altri partecipanti, le loro storie, conosciamo le implicazioni fisiche e psicologiche di una lunga privazione di sonno, di una marcia costante, di mancanza di cibo (ma non di acqua). Conosciamo il premio, tutto quello che vuoi per tutta la tua vita" e capiamo perchè tanti volontari accettano una morte certa contro quell'1% di possibilità.
King riesce a descrivere tutto con una maestria incredibile. Ho sentito la fatica di Ray e la sua angoscia, la pazzia che lo circondava di una manifestazione atroce..
Davvero molto bello!
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Ancora a Hogwarts
Da tantissimo tempo sento parlare di questo libro, nel bene o nel male.
C'è chi voleva un seguito della saga e nonostante le dichiarazioni della Rowling che "non si tratta di Harry Potter 8", molti se lo aspettavano ugualmente e sono stati inevitabilmente delusi.
C'è chi si sente tradito dallo stile teatrale usato, insomma tantissime sono le critiche ricevute, ma questo libro non riceverà critiche da me.
Non nego che Harry Potter sia un libro importante per me, un libro che mi ha accompagnato durante la crescita e mi ha aperto il mondo della fantasia e anche questo sentimento gioca un ruolo fondamentale in questa lettura.
Ma andiamo in ordine.
Ho trovato intelligente la decisione della Rowling. Non ha scritto un seguito, lei stessa lo ha dichiarato più volte, ma sulla base dei suoi scritti, con l'aiuto di altri, ha creato un'opera teatrale. Un opera teatrale di successo a quanto si dice.
Diciamolo apertamente, è stata un'idea anche molto furba.
Infatti sono fermamente convinta che qualsiasi cosa avesse scritto la Rowling come seguito (o simili) alla saga di Harry Potter sarebbe stato criticato. Si sono spese troppe parole sul seguito, troppe fanfiction sono nate, alcune davvero degne di nota. Lo scrivibile è stato già scritto, ogni scenario immaginabile è stato già illustrato, ed infatti alcune delle critiche ricevute da questo libro miravano anche al contenuto che non rappresentava nulla di nuovo rispetto alle innumerevoli fanfiction.
Ma è proprio qui che la Rowling stupisce. Proprio quando non avrebbe potuto fare nulla, creaa un opera teatrale che come tale ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Uno dei pregi e il lasso di tempo che può racchiudere un unica opera: si potrebbe parlare di un intera vita in pochi atti; uno dei difetti è che non si sono molte descrizioni.
Per quanto riguarda i personaggi, invece, credo che siano degne evoluzioni dei ragazzi che abbiamo conosciuto.
Harry è più maturo, ma predilige sempre più l'azione che non la teoria; come padre, sembra bravissimo con James e Lily (dei quali però sappiamo davvero poco) e un po' meno bravo con Albus che, a mio avviso, ha il suo stesso carattere e la sua perenne convinzione di essere l'incompreso.
Hermione, come Ministro della Magia, ha rappresentato egregiamente la sua evoluzione da ragazza più dotata del suo anno.
Ron, liberatosi dagli eventi del passato, aiuta il fratello nel negozio di scherzi. Come nella saga, è sempre lui che spezza la tensione con una battuta.
Draco è sempre il solito arrogante, forse un po' addolcito dagli anni e dalla morte di una moglie che amava.
Passiamo ora ai veri due protagonisti di questo romanzo: Albus e Scorpius tanto amici quanto erano nemici i loro genitori.
Albus è uguale a suo padre. Come lui infatti sente il peso di un destino che crede non gli appartenga, come il padre prende decisioni avventate peggiorando la situazione (si vedano ad esempio le vicende dell'Ordine della fenice).
Scorpius è un mix tra Hermione e Ron e davvero non si capisce come sia Figlio di Draco.
Manca totalmente dell'arroganza del padre, è un ottimo studioso ed è anche divertente.
Troviamo tante cose dei precedenti libri, come ad esempio la giratempo e la famosissima pozione polisucco.
Ho amato rivedere alcuni personaggi scomparsi da tempo e l'evoluzione della storia.
Ho amato anche il finale. ero così concentrata sulla storia che, nonostante lo stile teatrale, mi sono commossa.
In conclusione, ho amato tornare ancora una volta ad Hogwarts , nonostante il modo alternativo con il quale ci sono tornata.
Non considererò questo libro come un seguito di Harry Potter, ma un bellissimo assaggio del mondo magico nel teatro.
Mi piacerebbe davvero vedere lo spettacolo teatrale, sono sicura che sia splendido!!
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