Opinione scritta da Sandro C.
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Che voglia di camminare...
Amo camminare ma una volta terminato "Gli Psicoatleti" la voglia è quella di partire subito per un lungo viaggio. A piedi.
Il romanzo di Enrico Brizzi nasce sulla linea dell'avventura realmente vissuta dall'autore stesso e da un ristretto gruppo di amici che, per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell'Unità nazionale, discendono l'intera penisola sulle proprie gambe, passo dopo passo. Naturalmente il tutto viene abilmente reinventato, rieditato ed emulsionato dalla fantasia dello scrittore bolognese, mantenendo come filo conduttore l'attraversamento delle diverse regioni d'Italia.
Libro risultatomi un po' lento ad ingranare, forse per lo stile narrativo inconsueto, dove tu lettore ti ritrovi ad essere il personaggio protagonista della storia, un po' come nei vecchi librigames. Ma una volta scaldato il motore diesel della trama, le righe corrono veloci fino al traguardo, la Sicilia, dove mi ritrovo veramente triste (forse per la prima volta da lettore) per essere giunto alla fine del libro.
Consigliato a tutti gli amanti dei racconti di viaggio, di viaggio a piedi in particolare, e comunque per tutti quelli che hanno il desiderio di cambiare per un attimo genere di lettura.
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C'è chi ci riesce per davvero
"A volte conduciamo delle vite scellerate per anni e anni solo perchè non troviamo una sola ora per nasconderci da tutto e da tutti e rimanere soli con noi stessi"
Questo è "Pecoranera", la storia reale di Devis Bonanni, tecnico informatico ventenne che decide di cambiare il sentiero della vita.
E sceglie quello a contatto con Madre Natura, inventandosi dapprima contadino solitario stile Thoreau per poi trasformare la sua "creatura agricola" in una sorta di comunità eco-sostenibile.
Ottimo libro per un ottimo novello scrittore. Belle frasi, veloci ma toccanti, da rileggere più volte (mi ricorda parecchio Mauro Corona). Ammirevole anche lo stile di scrittura: asciutto, limpido e diretto. Per non parlare dell'intera vicenda, intrigante ed interessante allo stesso tempo, così come le varie avventure che da essa si snodano per poi ritornare al corso principale del racconto.
Consigliato a tutti quelli che sognano di mollare ogni cosa ma che in realtà non lo faranno mai.
Qualcuno invece ce l'ha fatta. E "Pecoranera" ne è la prova.
Bravo Devis, continua a scrivere!!
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La lezione non ci basterà
Quello che esce maggiormente dalla lettura de "La fine del mondo storto" è la rabbia. L'incazzamento del Maestro Mauro Corona contro la civiltà moderna, progredita si nel tempo, ma senza tener conto del motore della vita: la Nautra.
L'autore prevede un cambiamento catastrofico per l'uomo, innescato dalla fine dell'oro nero, il petrolio, e da tutti i suoi fratelli derivati. Da quel giorno in cui ci sveglierà senza più modernità funzionanti, sarà una vera e propria Apocalisse, un susseguirsi di atrocità per l'esistenza. Ma la morte bianca e nera (così la chiama Corona) sarà anche la scintilla di una nuova era, basata sull'uso delle mani e sull'amore per la terra. Crescerà un Uomo nuovo, diverso, più concreto, più corretto, più responsabile ma soprattutto più attivo. Un Uomo in grado di ristabilire la situazione, di riprendere e rilanciare la qualità della vita. Fino a rompere il ritrovato equilibrio e cosicchè una conseguente fine catastrofica ricolpirà le future generazioni.
Libro molto interessante, piacevole (per me) da leggere, sempre ricco di semplicità e parole incisive. L'argomento trattato è certamente impegnativo e capisco quindi le critiche di alcuni lettori.
Più che un libro è una denuncia, una sorta di schiaffo atto a risvegliare gli animi pigri e svogliati di noi tutti.
Nel complesso è forse un po' esagerato, ma comunque profetico è l'aggettivo più consono.
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E POI?
Si può sapere cos'è questa mania degli autori di non concludere mai i racconti? Pensano che sia così affascinante il "finale aperto"? Io non lo sopporto, rovina l'intera trama. Ogni storia parte da un inizio per poi percorrere una strada più o meno lunga di parole fino ad arrivare ad una conclusione. Che può piacere o meno, d'accordo, ma non così.
In "dopo lunga e penosa malattia" più che un finale aperto sembra proprio una strozzatura della storia, quasi come se Vitali ad un certo punto si fosse rotto di scrivere decidendo di lasciare inconclusa la vicenda (piuttosto prevedibile, tra l'altro...).
Ammiro lo stile di scrittura, vero punto forte del libro, con capitoli rapidi e frasi semplici. Ma per il resto...
Insufficiente.
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Navigazione lungo il fiume di vino bevuto
Leggo "aspro e dolce" e cambio l'idea che del Maestro Mauro Corona avevo. Non tramuta ne in meglio ne in peggio. Cambia e basta. Mi accorgo che lo scalatore-scultore-scrittore ha trascorsi da simpatico delinquente, pratico di scazzottate, di pazzie e di bevute. La dura vita montanara funge da miccia di una bomba carica di alcol (etilico, naturalmente). Leggo, sorrido, anzi rido. Rido scoprendo le avventure vissute da Mauro, mi diverto perdendomi nelle sue parole ricche di similitudini e paragoni di vita concreta e dura. Ma soprattutto sogghigno nello scoprire che si è mangiato un canarino vivo, che ha tagliato l’uscio di casa con la motosega, che ha vomitato in un noto ristorante perché sbronzo da far paura. Penso proprio che il titolo di questa sua opera dedicata all’amato-odiato dono di Bacco sia il riassunto azzeccato della sua giovinezza.
Sulla falsariga di “nel legno e nella pietra” Mauro Corona continua nel suo viaggio autobiografico con il consueto stile asciutto e semplice, tipico di quell’uomo intelligente conscio di ciò che è giusto o sbagliato, ma che spesso non riesce a mantenere il legittimo distacco tra le due condizioni.
Da leggere assolutamente.
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Vacca d'un cane se mi è piaciuto!
Premesso che la lettura non è semplice ed immediata anche per i più raffinati amanti dei dialetti emiliani (modenesi per la precisione), non posso far altro che elogiare Francesco Guccini per avermi tenuto compagnia lungo questa "vagonata" di suoi ricordi da "mas'cino".
Parole, modi di dire e frasi tipiche della mia terra mi hanno divertito (e non poco) nell'ascoltare il racconto d'infanzia di Guccini ambientato nella "città della Motta". Leggevo il testo immaginandomi la sua voce e la sua memorabile "R" aristocraticamente moscia e in un batter d'occhio sono arrivato in fondo al libro senza difficoltà.
Quindi che dire per concludere? Complimenti a Francesco, bravo cantautore, bravo paroliere e ora posso dire anche bravo scrittore.
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Insomma...
Romanzetto veloce che fila via in fretta (forse un po' troppo in fretta). Dal sapore di favola con tanto di morale conclusiva, il maestro Mauro Corona ci offre una storiella dal linguaggio semplice e diretto, percorrendo la "realtà irreale" della vita di un anziano commerciante di seta, protagonista del racconto.
Senza dubbio piacevole da leggere. Ci sono i boschi, le montagne, le similitudini concrete tipiche di Corona, però una volta terminata la lettura la soddisfazione non è la solita. Che sia un po' stanco il vecchio Mauro? No, non credo. Penso piuttosto che ci abbia abituato troppo bene ed è giusto che ogni tanto ci scappi anche la prestazione un po' sotto alla media.
Consigliato comunque a tutti i fans dello scrittore di Erto.
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Camminando lungo il Po, camminando dentro a me
Gianni Celati si diverte a descrivere il cammino da lui intrapreso (ormai trent'anni fa) lungo il corso del grande Fiume, il fiume Po.
Il cuore della Val Padana accompagna l'autore lungo questo viaggio a tappe, offrendo oltre ai piacevoli (a modo loro) paesaggi a campi coltivati, anche notevoli spunti di riflessione per noi lettori. La visita a paesotti e borgate ferme agli anni del dopo guerra, l'incontro con personaggi bizzarri e lo stretto contatto con la natura (a tratti inquinata e imbruttita dalle attività industriali) ci vengono raccontate in modo semplice, piacevole e divertente in brevi scritti considerati da Celati stesso come "racconti d'osservazione".
Lettura intrigante, pienamente realistica. Sarà probabilmente perchè molti dei luoghi visitati da Gianni Celati li ho visti dal vivo abitandovi a pochi chilometri di distanza, ma leggere "verso la foce" mi ha dato un senso di vicinanza a questo libro come ben pochi altri sono riusciti a fare.
Lettura consigliata naturalmente a tutti coloro che al fiume Po danno del "tu", agli amanti della natura e dei racconti di viaggio.
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Eroi d'altri tempi
Impressionante pensare come "Endurance" sia una storia realmente accaduta. Sembrerebbe il classico romanzo avventuroso nato dalla mente di qualche scrittore ricco di immaginazione, invece l'opera di Lansing altro non è che l'intreccio degli scritti e dei ricordi lasciati dai ventotto eroi facenti parte dell'equipaggio della Spedizione imperiale transartartica, guidata da Sir Ernest Shackleton nel lontano 1914.
Grazie alle ricerche storiche certosine, Lansing è in grado di intrattenere il lettore in una ricostruzione dettagliata ma mai eccessiva delle vicende svoltesi quasi un secolo fa, in tempi duri per comandanti e marinai, quando la rotta la si stabiliva mediante bussole magnetiche e sestanti e non con i moderni gps.
Lettura consigliata a tutti gli amanti dell'avventura, dei viaggi, del mare e soprattutto delle storie d'eroi di altri tempi.
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Le quattro stagioni viste da Mauro
Quattro stagioni, sedici brevi racconti. Racconti veri, semplici, di vita comune. Racconti carichi della fantasia verosimile del maestro Mauro Corona. Immaginazione e realtà abilmente emulsionate danno origine a storie all'apparenza infantili ma cariche di profondi significati morali.
Lo stile di scrittura è il consueto: agevole, chiaro ed immediato.
Anche se non ai più alti livelli rispetto ad altre opere scritte dal Maestro, consiglio "torneranno le quattro stagioni" a tutti gli amanti di Mauro Corona, dei suoi boschi, delle sue montagne e della sua Natura.
93 RACCONTI
93 racconti di vita vissuta. Una vita intensa, colma di fatiche, di riflessioni, di confronti e di tanto vino...
Il Maestro Mauro Corona ci accompagna per mano lungo il sentiero degli anni passati, raccontandoci di scalate sul mitico campanile di Val Montanaia, delle 15 ore quotidiane di lavoro massacrante alla cava di marmo del monte Buscada e di molte altre storie dove i protagonisti sono per lo più i mitici abitanti di Erto e dintorni.
Lettura molto piacevole; racconti brevi, semplici come lo scrittore, conditi di poesia montanara e di amore verso Madre Natura.
Un'altra meraviglia uscita dalle mani di questo genio camaleontico.
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Divertente
Difficilmente mi capita di ridere leggendo un libro non comico. Ma Bill Bryson, con la sua semplicità ed ironia, ha reso la dettagliata descrizione di un lungo viaggio a piedi tra i sentieri dell'Appalachian Treel piacevole e divertente. Le pagine scorrono veloci prive di intoppi. Unica nota negativa sono le descrizioni storiche forse un po' troppo dettagliate dei vari luoghi e paesi visitati, ma per il resto è puro divertimento. Consigliato naturalmente a tutti coloro che amano la natura, i boschi e la vita all'aria aperta.
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