Opinione scritta da LucaA_

5 risultati - visualizzati 1 - 5
 
Classici
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
LucaA_ Opinione inserita da LucaA_    21 Settembre, 2014
Top 1000 Opinionisti  -  

Un percorso di "non-identità"

“Quando Gregor Samsa si risvegliò una mattina da sogni tormentosi si ritrovò nel suo letto trasformato in un insetto gigantesco.”
Così comincia uno dei racconti più famosi di Franz Kafka, La Metamorfosi.

Gregor Samsa è commesso viaggiatore, lavoro che non sopporta e che svolge per pagare il debito della famiglia nei confronti del suo principale.
Paradossalmente, dopo l'inverosimile accaduto, egli si sente tormentato da futili problemi e sembra quasi indifferente nei confronti della sua nuova orrenda condizione. Inoltre, con una noncuranza completamente priva di logica, non cerca né di spiegarsi il perchè della sua trasformazione né di capire cosa succederà nella sua vita, ma tutte le sue preoccupazioni sono legate alle reazioni della famiglia e al suo posto di lavoro.
La famiglia, ad esclusione del padre, impone a se stessa una disorientata e agonizzante sopportazione della “non-identità” del protagonista, la cui condizione viene vissuta come un macigno da cui sembra impossibile liberarsi.

Attraverso una sequenza di eventi che sembrano essere punti di un percorso a spirale, il protagonista assume sempre di più sembianze sgradevoli e degne di disprezzo, a scapito di quelle umane. La trama viene srotolata dall'autore in un crescendo irreale di fatti, narrati attraverso uno stile freddo, spietato e di disarmante compostezza.

Ancor prima della sua trasformazione, la vita di Gregor è pura schiavitù, dalla quale non ha il coraggio di liberarsi: la metamorfosi è così una metafora della sua condizione stagnante e deleteria, della sua emarginazione e dell'incapacità di ritagliarsi uno spazio degno di soddisfazione nella società.
L'assurda metamorfosi del protagonista rende fisicamente reale il disprezzo del protagonista per la sua stessa vita e annichilisce la sua capacità di comunicare, l'importanza della sua persona e la tranquillità di chi gli sta intorno.
La travagliata interiorità di Gregor diventa mostruosità esterna, tracciando così inesplorati percorsi di subcoscienza costruiti nella realtà circostante.

La trattazione dell'opprimente alienazione dell'uomo raggiunge nelle pagine di questo racconto picchi di genialità e, personalmente, mi ricorda il ritornello di “Let Down” dei Radiohead (Ok computer): “Let down and hanging around, crushed like a bug in the ground”, che esprime un po' lo stesso concetto. Mi verrebbe da dire al protagonista, prima ancora della sua metamorfosi: fatti spuntare le ali e fai la tua strada, prima che sia troppo tardi...

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
LucaA_ Opinione inserita da LucaA_    25 Luglio, 2014
Top 1000 Opinionisti  -  

Alla ricerca dell'effimero nulla

Il Grande Gatsby, romanzo dello scrittore Francis Scott Fitzgerald, si può considerare un classico moderno, nel quale un eterogeneo gruppo di protagonisti si ritrovano accomunati nella loro vita dalla ricerca di qualcosa, talmente inafferrabile da potersi paragonare all'effimero nulla.

Esso viene raccontato in prima persona da Nick Carraway, uomo onesto, puritano e con grande spirito di osservazione, che si trasferisce nel '22 a West Egg (toponimo utilizzato da Fitzgerald per riferirsi alla località di Kings Point), a una trentina di chilometri da New York, luogo “dal destino che conduceva, come un gregge, i suoi abitanti lungo una scorciatoia che portava dal niente al niente”. Lì rimane invischiato in un ambiente mondano rispetto al quale si sente “contemporaneamente incantato e respinto dall'inesauribile varietà della vita”.

“Guardai mia cugina, che cominciò a farmi domande con la sua voce bassa ed eccitante. Era il tipo di voce che le orecchie seguono come se ogni parola fosse un arrangiamento di note che non verrà mai più suonato. Il viso era triste e bello, pieno di cose luminose, occhi luminosi e una luminosa bocca appassionata, e c'era un'eccitazione nella sua voce che gli uomini che l'avevano amata facevano fatica a dimenticare: un irresistibile desiderio cantato, un “Ascoltami” bisbigliato, una promessa che le cose allegre ed eccitanti che aveva appena fatto le avrebbe rifatte di lì a poco.”
Questa è una delle prime descrizioni di Daisy Fay, cugina di Nick, donna aristocratica, sfuggevole ed ammaliante eppure piacevolmente e snobisticamente triste e confusa. Ella è sposa di Tom Buchanan, uomo dal cuore aggressivo, di mentalità chiusa e gretta, guidato dai pregiudizi e da stantie idee altrui.
Tom intrattiene una relazione con Myrtle Wilson, la cui vitalità è offuscata dalla passività del marito George, “così stupido che non sa di essere vivo”.
In questo turbolento quadretto di personaggi (che Nick conosce o rincontra all'inizio della vicenda), è presente, tra gli altri, Jordan Baker, campionessa di golf, capace di agire d'impulso ma con equilibrio (quasi come se i suoi comportamenti descrivessero l'atto di colpire la pallina con la mazza).

Dalla sua casa Nick non può fare a meno di notare le chiassose feste del suo vicino di casa Jay Gatsby, personaggio perno della storia. Un giorno, Gatsby stesso invita Nick ad una delle sue feste.
“Sorrise con aria comprensiva – molto più che comprensiva. Era uno di quei rari sorrisi dotati di eterna rassicurazione, che s'incontrano quattro o cinque volte nella vita. Fronteggiava – o sembrava fronteggiare – l'intero mondo esteriore per un istante, e poi si concentrava su di te con un irresistibile giudizio a tuo favore. Ti capiva fin dove volevi essere capito, credeva in te fin dove ti sarebbe piaciuto credere in te, e ti assicurava di avere ricevuto da te esattamente l'impressione migliore che speravi di dare.”
Questa è la prima impressione di Nick sul suo misterioso vicino di casa, nei confronti del quale nutre da una parte profonda benevolenza, ma dall'altra completa disapprovazione per il suo stile di vita così diverso dal suo.
Affascinante, educato, determinato, riservato, capace di costruirsi da sé (in maniera talmente ignota che il suo passato diventa fonte di infinite discussioni tra i suoi conoscenti), di una solitudine fiera di se stessa, quasi privo di scrupoli, Gatsby si fa guidare per l'intera vicenda da una deliziosa, inquieta e malinconica nostalgia in rapporto alla viva e profonda relazione che ebbe con Daisy cinque anni prima, e vuole a tutti i costi riconquistarla.

Ognuno cerca di riparare o trovare qualcosa nello scintillante scampanellio della vita frivola di West Egg, e la storia si dipana così tra un avvenimento e l'altro.

Una delle cose che mi ha più colpito del libro è l'estasiante cura descrittiva dell'autore.
Questa credo raggiunga il suo valore massimale nelle descrizioni delle imprevedibili e sfarzose feste di Gatsby. “La gente non era invitata – ci andava e basta. Saltava dentro automobili che la trasportava a Long Island, e in qualche modo finiva a casa di Gatsby” . In queste feste c'erano bar iperattivi, un'orchestra completa suonante “musica gialla da cocktail”, luci sempre cangianti, antipasti scintillanti, fluttuanti vassoi di cocktail e soprattutto una continua metamorfosi di gruppi dinamici composti da persone che si comportano come ad un luna park, con riso “spillato con prodigalità, lasciato in mancia ad ogni parola spiritosa” eppure perse nella loro personale solitudine.
Non da meno è l'inverosimile contraddittorietà di alcune descrizioni. In questo modo si leggono espressioni come: bocca esangue e sprezzante, tono di voce limpido e falso, allegria nervosa provocata da una birra ghiacciata, espressione non familiare e vagamente riconoscibile, stanza grande e soffocante, … .

Gatsby rappresenta il prototipo di un uomo indipendente e dotato di una certa sicurezza, ma questa è solamente esteriore e nasconde il suo burrascoso disagio interiore.
Il libro è nel suo insieme interessante, scorrevole, indimenticabile nelle descrizioni e provocatorio nel trattare l'aspetto interiore della vita dei personaggi. Tutta la debolezza d'animo dei protagonisti fuoriesce cruda nell'indifferenza collettiva, nella continua la ricerca di qualcosa che dia senso alle loro esistenze.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
LucaA_ Opinione inserita da LucaA_    14 Agosto, 2012
Top 1000 Opinionisti  -  

Mirabolante intreccio

Leggendo "La casa del sonno" di J. Coe credo di poter dire di essere penetrato entro un mirabolante intreccio narrativo, il quale riguarda uno stralunato ed eterogeneo insieme di personaggi. Tale intreccio, oltre che intrappolare il lettore nella ragnatela degli eventi, permette di interrogarsi sul significato e l'importanza dell'elemento che funge da filo conduttore dell'intera vicenda: il sonno.


La peculiarità del libro è l'alternanza tra i capitoli. Infatti, i capitoli dispari sono ambientati per la maggior parte negli anni 1983-84, mentre quelli pari nelle ultime due settimane del giugno 1996. Questa scelta è interessante, particolare e fuori dagli schemi.

L'enorme, grigia, imponente e poco incline all'insediamento umano Ashdown, secondo i diversi periodi di tempo narrati, si trasforma da dormitorio per studenti a una clinica per pazienti affetti da malattie del sonno. Tale edificio rapresenta uno spazio chiuso importante nella vita dei personaggi in entrambi i periodi di tempo narrati. I protagonisti, dopo essere stati studenti, diventano adulti più o meno segnati interiormente dagli avvenimenti, gli equivoci, i tormenti, i desideri, le ossessioni che hanno avuto da giovani.
Tra i personaggi prinicipali abbiamo: Gregory, ossessionato dal sonno, le sue fasi e dalla gente che dorme; Terry, grandissimo appassionato di cinema, i cui sogni rappresentano la parte più pura della sua vita, essi "surclassano le facoltà inventive del più fertile, provetto e tenace fantasista" tanto che da sveglio cerca di ricordarli ad ogni costo; Veronica, lesbica femminista appassionata di teatro; Robert, ragazzo inquieto che cade in un "coma romantico" per via di Sarah; Sarah, appunto, personaggio centro di tutto l'intreccio che non riesce a distinguere i sogni dalla vita reale.


Il libro è originale e ingegnoso e l'autore è bravo a narrare con sottile ironia le problematiche e le incongruenze della vita dei personaggi.
Forse le nevrotiche complessità che attanagliano i personaggi rendono il libro a tratti poco piacevole. Tuttavia, leggendo "La casa del sonno" in me è rimasta l'idea di un libro che potrei paragonare a un complicato puzzle, che ha come pezzi gli eventi narrati. Lo scrittore si è divertito a passarmi i pezzi in un ordine molto sparso, ma onesto e logico: e io l'ho apprezzato.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
LucaA_ Opinione inserita da LucaA_    08 Marzo, 2012
Top 1000 Opinionisti  -  

Un libro che fa riflettere

"Cosa diciamo quando diciamo mare? [...] L'acqua che puoi tenere nel cavo della mano o l'abisso che nessuno può vedere? Diciamo tutto in una parola sola o in una sola parola tutto nascondiamo?"
Mi hanno detto che nella vita non bisogna mai smettere di porsi domande. Quando si finisce di leggere un libro come "Oceano Mare" di Baricco ce ne sono tante e nuove che ti assalgono, secondo me. O almeno per me è stato così. Domande che ti poni sulla vita, la realtà, la fantasia, l'inizio, la fine, la verità, l'amore, la salvezza, il tempo. Non è detto che le risposte arrivino complete e/o esatte (sempre che siano univoche), ma almeno si prova a darle.
E alla fine, è sorprendente pensare che tutte queste domande sono in qualche modo legate a un elemento della natura, per me il vero protagonista del libro: il mare. Secondo l'autore del libro, l'Oceano Mare, che infinito corre oltre ogni sguardo, ha una voce immensa e un odore fortissimo; è orizzonte e sorgente, padrone del nulla, maestro del tutto; è per gli uomini segreto, meta, verità, condanna, salvezza, destino.
L'intero romanzo si sviluppa attraverso la narrazione di diverse storie, legate a diversi personaggi. Le storie sembrano inizialmente del tutto separate e contrastanti, in realtà l'elemento comune a tutte è senza dubbio il mare. L'elemento di mediazione tra le loro vite e l'immenso Oceano Mare è rappresentato da una locanda (nella quale si incontrano), che si trova in riva al mare. Proprio questo luogo di confine è l'unico al mondo in cui "puoi pensare di essere nulla".
Io credo che il lettore non possa che provare simpatia nei confronti di questi personaggi (o per buona parte di loro). Personalmente quelli più simpatici, perchè irriverenti, sono stati il pittore e il professore che montati insieme formano un "matto unico e perfetto".
Data questa composizione il libro, per me, da un punto di vista delle storie narrate, a volte fin troppo irreali, risulta poco avvincente.
Nel totale in alcuni punti ho avuto come l'impressione di leggere e quasi assaporare concetti nuovi che mi hanno permesso di riflettere, ma allo stesso tempo ho come avvertito la sensazione di leggere un libro che nella sostanza della sua trama mi raccontava di storie scarne, volutamente vaghe e fluttuanti nel bel mezzo di ottime frasi ad effetto. Insomma, è una lettura certamente affascinante e impegnativa, ma a volte ti lascia spiazzato, spaesato tra idee incastonate a una trama quasi inesistente.
Lo stile è unico e particolare, fuori dagli schemi tradizionali. Molto più simile a poesia che non a prosa, il linguaggio utilizzato mi è sembrato altamente specifico e volutamente sofisticato. A me, sinceramente, il modo di scrivere di Baricco piace, eccetto quando si dilunga in periodi troppo lunghi.
In totale "Oceano Mare" è stata una scoperta interessante, ma non entusiasmante. Lo consiglio a chi vuole leggere un libro che faccia volare la mente entro paesaggi prima sconosciuti.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
120
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
LucaA_ Opinione inserita da LucaA_    10 Febbraio, 2012
Top 1000 Opinionisti  -  

Introspettivo, profondo, intenso

Fino ad ora, Norwegian Wood è stato il libro più bello che abbia mai letto.
I temi fondanti dell'intero romanzo credo siano quelli della morte e della vita, della solitudine e dei sentimenti verso gli altri. Per questi temi si ha la sensazione della loro apparente opposizione unita alla consapevolezza dell'importanza della loro imprescindibile correlazione.
Il protagonista è Toru, un ventenne appassionato di libri e musica, sincero, inquieto e solitario, il quale si interroga costantemente su cosa sia giusto e su cosa sia sbagliato nel suo modo di affrontare i problemi che lo riguardano come adolescente. Questi spaziano dalla sua solitudine al rapporto con gli altri, in particolare quello indissolubile nei confronti di due ragazze, Naoko e Midori, che lo attraggono entrambe in maniera irrefrenabile.
Il libro in sè mi è sembrato a tratti un pò triste, per via della storia che narra, ma ciò mi è apparso infine spiegabile considerando la sua profondità.
Una delle cose che mi è piaciuta di più è l'attenzione da parte dell'autore nella descrizione, a volte quasi simbolica, di luoghi e paesaggi, cibi e oggetti. Essi vengono presentati con un perfezionismo che entra nei particolari, anche e soprattutto quelli che riescono a completare una sorta di visualizzazione della scena da parte del lettore, che in questo modo risulta essere nitida e quasi totale.
Il libro è, a mio modo di vedere, avvincente, scorrevole e curato nei dettagli. E' consigliato se si vuole leggere un libro profondo, intenso, introspettivo e mai banale.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
5 risultati - visualizzati 1 - 5

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'antico amore
La famiglia
Fatal intrusion
Il grande Bob
Orbital
La catastrofica visita allo zoo
Poveri cristi
Se parli muori
Il successore
Le verità spezzate
Noi due ci apparteniamo
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Delitto in cielo
Long Island
Corteo
L'anniversario