Opinione scritta da peucezia

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peucezia Opinione inserita da peucezia    10 Giugno, 2014
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Il terribile futuro

Dmitry Glukhovski consegna alla storia della letteratura distopica il suo Metro 2033 circa dodici anni fa.
Immediato successo, nascita di un videogioco, gtraduzioni in tutto il mondo. Tullio Avoledo anni dopo entra nell'universo distopico di Glukhovski con Le radici del cielo, opera di grande successo che però non è di mera fantascienza perché combina accanto ai tipici elementi del romanzo anti utopistico disquisizioni filosofico-religiose.
Dopo il grande successo del primo romanzo il sequel La crociata dei bambini mantiene le premesse iniziali. Ambientato in un'epoca post atomica di violenza inaudita in una Milano sferzata da un tempo gelido e nevoso il romanzo, il cui titolo si rifà a un episodio occorso probabilmente nel 1212 e che vide un gruppo di fanciulli decisi a marciare verso il santo sepolcro, è una commistione di filosofia unita a descrizioni splatter che ben rendono il clima ostile in cui è precipitato il mondo dopo il disastro atomico.
Trascinante per la narrazione scorrevole e a volte poetica il romanzo avvince anche chi non è appassionato del genere per la capacità dell'autore di saper parlare a un pubblico vasto e curioso.
Giganteggia la figura del religioso cattolico John Daniels, l'inquietante Monaco e Vagante, ex bambino violato della sua infanzia.
La precisa descrizione della Metro milanese dove è ambientato il romanzo e degli altri luoghi della città ormai abbandonati a se stessi inquieta e a tratti sconforta. Ma se la storia appare per quasi tutto il tempo come un tunnel buio e cupo la luce della speranza non abbandona mai la narrazione, rendendo l'opera non pienamente distopica ma forte di una fede forse non salda ma atavicamente collegata all'essenza umana.

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Metro 2033, Le radici del cielo, libri distopici
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Arte e Spettacolo
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    05 Giugno, 2014
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Il gioiello: dieci variazioni sul tema

Parafrasando un film di un decennio fa "Dodici variazioni sul tema" , il libro "Il gioiello tra arte, moda e cultura" è una raccolta di appunto dieci saggi che apportano varie declinazioni sul tema "gioiello oggetto culturale". Non ci si aspetti fotografie o disegni perché non si tratta di un catalogo di monili ma bensì di un libro che vuole approfondire una tematica nuova. Il gioiello è sempre stato visto solo come ornamento e sottoposto alla nostra attenzione di consumatori. Ma ha invece sempre avuto nel corso dei secoli vari significati, è stato un simbolo ed è entrato a pieno titolo nell'arte, nella moda, nella storia ma anche nella religione e per quanto concerne un'analisi culturale più spinta è stato protagonista diretto o indiretto di romanzi e di pellicole cinematografiche.
La curatrice dell'opera Tiziana Anna Piscitelli folgorata sulla via di Damasco da questa nuova declinazione dell'oggetto gioiello , ha chiamato un gruppo di esperti ciascuno dedito a una variabile sui monili.
Il risultato è un manuale che colpisce per la copertina d'impatto ma soprattutto per i saggi scritti con competenza e nello stesso tempo con buone capacità divulgative adatte alla sete di conoscenza di ognuno.
Per chi vuole imparare, per chi vuole conoscere, assolutamente consigliato.

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saggistica, storia del cinema,gemmologia, Letteratura
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Romanzi autobiografici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    30 Aprile, 2014
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Cento giorni sul comò: una strana vita normale

Pino Tossici, sportivo, bancario ,questo e altro ancora si occupa da tempo di scrittura di sè intesa anche come aiuto psicoanalitico: riversare la propria vita, i propri ricordi su carta o su file può essere una catartica seduta di psicanalisi utile a comprendersi e di conseguenza a comprendere.
Cento giorni sul comò è un risultato dei suoi interessi scientific: si tratta infatti di una autobiografia dell'autore molto particolare ed ironica incentrata sì sul protagonista ovvero lo scrivente ma anche sui comprimari principali senza i quali l'autore non potrebbe raccontarsi: i suoi genitori.
In Tristam Shandy , uno dei più originali romanzi o antiromanzi della fine del XVIII secolo, Lawrence Sterne occupa molte pagine del libro scrivendo dei genitori di Tristam e del suo concepimento ( in termini assolutamente casti e ironici), altresì Tossici tratta dell'incontro e del successivo matrimonio dei genitori imparzialmente e ironicamente.
Personaggi originali mamma e papà Tossici: lui forse un tantino dimesso, tipico travet venuto fuori dal niente, lei coltissima e sempre inadeguata forse perché un tantino avanti rispetto ai tempi per questo sempre petulante, depressa, sempre attenta a riversare sulla sua famiglia le sue inadeguatezze e i suoi malesseri interiori.
Il protagonista prima Peppino, poi Pino, minuto, scanzonato, lettore instancabile non è al primo posto nella narrazione. L'autore quando parla di sè quasi si sdoppia e questo accresce senz'altro la base ironica di tutta la narrazione.
Divertente e scorrevole nei capitoli che parlano della famiglia e dell'autore da bambino e da adolescente , il libro diventa però affrettato e un tantino didascalico nei capitoli finali dando quasi l'impressione di non aver voluto soffermarsi troppo sugli episodi più recenti forse perché non sufficientemente metabolizzati. Lettura in ogni caso interessante che contribuisce a farsi l'idea come la vita di ognuno sia al tempo stesso straordinaria e normale.

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autobiografie
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Romanzi
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    05 Aprile, 2014
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Contesa : la lotta del bene e del male

William Blake parlava di complementary opposites riferendosi alla necessaria esistenza nel mondo di bene e di male, del mite agnello e della feroce tigre e ribadiva che l'essenza negativa e quella positiva avevano la stessa matrice, poichè al mondo erano necessari.
Il romanzo di Lucio Paolo Alfonso parla dell'irresistibile legame tra vita e morte, amore e odio in un momento storico pregno e drammatico, vale a dire l'Italia degli anni Settanta e in due regioni italiane ricche di antichi onori e problemi attuali vale a dire la Sicilia e la Sardegna dell'epoca non ancora del tutto toccata dal boom turistico e ancora arretrata. Il protagonista un architetto e insegnante Giovanni Spuches, vive la sua esistenza tra pulsioni sessuali irrefrenabili per la bella Maria, e non solo e una malinconica attrazione per la nera signora, quasi come accade al cupo protagonista de L'ultima notte di quiete un film dai toni quasi leopardiani.
Arricchito da una prosa ricercata e quasi lirica colma di metafore e simbolismi, il romanzo scorre dalla prima all'ultima pagina n una ricerca spasmodica verso la verità che a tratti sembra dare all'intreccio tonalità quasi da thriller.
Interessante il ritratto che lo scrittore fa della scuola dell'epoca affrontata ( fine anni settanta) già travolta dall'ondata sessantottina e settantasettina è un'istituzione ancora paludata incapace di venire incontro in maniera fattiva ai disagi esistenziali degli adolescenti ( doloroso l'episodio della studentessa ex lettrice di Lotta continua che dopo le continua violenze familiari finisce in manicomio perché nessuno riesce a capire la sua drammatica involuzione) e nel contempo già poco vicina ai bisogni dei docenti costretti a levatacce allucinanti per raggiungere le sedi più lontane e già poco considerati nell'inquadramento sociale.
La storia ruota quasi esclusivamente intorno al personaggio principale che esprime in un continuo flusso di coscienza le sue angosce manifestate in una perpetua seduta introspettiva.
Adatto prevalentemente a un pubblico adulto per il periodare di alto livello usato dallo scrittore Alfonso è senza dubbio consigliato.

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romanzi psicologici
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Racconti di viaggio
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    26 Gennaio, 2014
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On the road by bus

Sin dai tempi più antichi la letteratura di viaggio è stata popolare e amata. In fondo l'Odissea scritta dall'immortale Omero intorno al VI secolo A.C. altro non è che il resoconto di un viaggio sia pur lunghissimo, fantastico e allegorico e un altro viaggio può essere quello di Dante nei tre regni dell'oltretomba ne La Divina Commedia o ancora quello di Lucifero dal cielo alla terra e dei nostri progenitori dall'Eden alla vita reale secondo quanto descritto da John Milton in Paradiso Perduto. Per giungere in epoca più recente si passa a narrazioni sicuramente più realistiche come quelle di Defoe per il suo Le avventure di Robinson Crusoe o a narrazioni paradossali ma egualmente minuziose come si addice alla redazione di un diario di viaggio secondo quanto accade ne I viaggi di Gulliver. Facendo un salto cronologico non indifferente si arriva a Sulla strada di Jack Kerouac, Bibbia autentica per i giovani della Beat generation. Sulla strada è "il viaggio" in assoluto e consacra la moda di attraversare gli Stati Uniti Coast to Coast e di percorrere la mitica Road 66.
L'autore de I diari della tartaruga, novello Kerouac e novello Chatwin quest'ultimo il non plus ultra della travel literature, più modestamente a bordo di un vecchio e scalcagnato bus della compagnia Tortuga verde, descrive la sua esperienza di traversata degli Stati Uniti.
Il viaggio è una metafora della vita, come dava a intendere Chaucer ne I racconti di Canterbury e i compagni di viaggio sono allegoriche figure indispensabili alla crescita spirituale dell'individuo. I sodali di Nones quasi tutti giovani e quasi tutti europei, vengono descritti nei loro difetti, ma anche nei momenti di solidarietà espressi nella catena per preparare il cibo o nella selvaggia gioia durante le pause nei pressi di laghetti e fiumi celati ai più.
L'autore non manca di fare delle riflessioni sugli Stati Uniti: territorio vastissimo che passa da centri fortementi urbanizzati, a metropoli estese e a vaste aree dove è quasi impossibile vedere anima viva.Ma a parte la sua concentrazione sulla relazione uomo-natura che fortissima si avverte osservando boschi e laghi, Nones parla anche del contradditorio way of life degli abitanti. Un paese dove le differenze di reddito creano dei forti divari, un paese che confida in Dio come si legge sulle banconote e al contempo si lascia andare al lusso sfrenato o a atteggiamenti decisamente lontanissimi dall'essere cristiani.
Un libro che si legge rapidamente perché interessante nella descrizione e che sicuramente merita un posticino accanto ad altri tomi di letteratura da viaggio malgrado qualche ingenutà di stile da parte del Nones, alla sua prima esperienza letteraria.

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Robinson Crusoe-Viaggi di Gulliver-on the road-Libri di Bruce Chatwin
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Romanzi storici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    29 Novembre, 2013
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La guerra vista da una donna

Sidonie-Gabrielle Colette, meglio nota come Colette è stata una giornalista e una scrittrice assai popolare nella Francia del Novecento. Temperamentosa e sagace, la donna ci ha lasciato un interessante reportage sulla guerra nato quando, mentre suo marito era stato arruolato a seguito dell'entrata in guerra della Francia nel luglio 1914 a fianco all'Inghilterra contro l'Austria-ungheria, a Colette era stato affidato il ruolo di scrivere sul conflitto dal suo punto di vista per conto di alcuni quotidiani e riviste che la vedevano come corrispondente e collaboratrice. Il risultato è "Le ore lunghe", (perché segnate dall'attesa infinita per l'agognata pace), un libriccino vivace puro stile Colette che ci incanta per la narrazione elegante e mai noiosa e al tempo stesso per il punto di vista dell'autrice mai sciovinista o patriottica bensì pratica: si sofferma sul maritino che in licenza trova una moglie vestita da soldato, sulla fatica che si deve fare per preparare e quindi per approvvigionarsi per un pasto elegante, sui soldati all'ospedale da campo che pur brutalizzati nel corpo restano tuttavia giovani e ottimisti, sulla piccina che si lascia trasportare dal senso patriottico del suo paese pur avendo poco più di due anni, sulla scomparsa di alcuni prodotti di bellezza made in Germany agognati da donne e uomini.
Ironico e tenero, il racconto è un documento sulla guerra delle donne, degli anziani, dei feriti e pur occupandosi anche di argomenti seri o talvolta raccapriccianti riesce a toccare con levità l'attenzione dei lettori.
Belle le descrizioni che la scrittrice fa dell'Italia, tratteggiata con la leggiadria di una pittrice nella sua bellezza. L'autrice si sofferma sulla relazione forte che intercorre tra genitori e figli e soprattutto sul numero di bambini mentre in Francia le signore borghesi si risparmiavano le fatiche della maternità. Il suo occhio benevolo tende però sottilmente pur nell'ammirazione a considerare la nazione italiana ancora selvatica, pertanto bella e buona così come Jean Jacques Rousseau supponeva dei beaux sauvages.
Ottima la traduzione di Angelo Molica Franco che a fine testo ci regala un mini saggio per addetti ai lavori e non facendo venir voglia di leggere ancora la grande Colette o anche di tradurla...

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Colette-letteratura del Novecento-libri sulla prima guerra mondiale
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peucezia Opinione inserita da peucezia    27 Ottobre, 2013
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Una Sophie Kinsella in salsa italiana

La letteratura chick lit diffusasi a partire dagli anni Novanta ha visto trionfare protagoniste generalmente britanniche o perlomeno di lingua inglese nate dalla penna di scrittrici altrettanto di lingua inglese. Generalmente si tratta di protagoniste appartenenti all'alta borghesia e piuttosto frivole con un gusto spiccato per la moda. Testi ironici e frizzanti completano gli ingredienti. Valeria Angela Conti, autrice del romanzo Una crociera sui tacchi riesce a riprodurre in toto quelle caratteristiche classiche del chick lit pur essendo assolutamente italiana. Tuttavia la protagonista del romanzo è altresì inglese, ricca, anche laureata ma comunque innamorata della moda ( con una passione smodata per le scarpe a tacco 12). Bianca, ha 28 anni, è bella, a metà tra la kinselliana shopaholic Becky e la fashionista Carrie Bradshaw ma è stata abbandonata praticamente sull'altare dal secondo scapolo più interessante di Londra dopo il principe William.
La crociera da sogno che affronta da single la metterà di fronte a una serie di avventure a metà tra il rosa e il giallo perché per gran parte della vicenda si assiste a una serie di misteriosi furti occorsi a bordo della nave . Anche i personaggi che la ragazza incontra sono altrettanto sopra le righe: uno scrittore glamour, una coppia di buffi pensionati, un enigmatico italiano e infine miss Polly, una vecchietta che per le sue misteriose apparizioni e sparizioni ha il ruolo di spirito guida . Le descrizioni dei paesaggi da sogno e della vita da crociera sono realistiche così come l'accurata esposizione sull'abbigliamento di Bianca, ragazza indubbiamente fortunata visto che si permette di entrare nei negozi più cari del mondo facendo incetta di capi di abbigliamento e soprattutto di calzature.
Stile brioso e scorrevole, citazioni anche colte, il libro è una piacevole alternativa alla letteratura di genere tradotta in italiano ma di lingua inglese e potrebbe essere tranquillamente esportato perché la scrittrice espone con competenza pur affrontando ambienti e caratterizzazione appartenenti a un'altra cultura.
Libro coniugato al femminile da leggere tutto d'un fiato da regalare alle fashionistas ma anche alle intellettuali con la puzza sotto il naso e a chi ama sognare spensieratamente. Ottima prova della scrittrice dalla quale però ci si aspetta una versione chick lit ambientata in Italia.

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Sophie Kinsella, letteratura chick lit
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peucezia Opinione inserita da peucezia    23 Settembre, 2013
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Verso la luce

Chi ha avuto modo di leggere EDEN non può perdersi AD LUCEM, seconda parte di una trilogia della Genesi voluta e concepita dallo scrittore Alessandro Cortese.
La struttura narrativa è sicuramente più complessa rispetto al romanzo precedente, ma l'autore mantiene il medesimo apparato scenico nonché il ritmo incalzante di EDEN, malgrado qualche pausa.
Se in EDEN fonte principale era la BIBBIA e principalmente la Genesi con un'occhio al capovaloro di Milton Paradiso Perduto, lo scrittore nella stesura del suo secondo lavoro estende il suo orizzonte prendendo in considerazione la Kabbala ebraica, la mitologia cosmogonica ,i romanzi contemporanei ( Orwell e il suo 1984 in primis) e le maggiori teorie scientifiche ( il Big Bang).
Il romanzo è un'opera dotta, ma nel contempo scorrevole e moderno con frasi brevi che contribuiscono a dare ritmo. Unica pecca una narrazione non cronologica che potrebbe creare disorientamento nel lettore, in quanto potrebbe risultare complesso seguire figure appartenenti a miti poco noti ( tuttavia chi conosce la storia dell'arte non mancherà di riconoscere in Lillith la femme fatale immortalata da Dante Gabriel Rossetti, il padre della pittura preraffaelita).
Le teorie esposte potrebbero suscitare scalpore e turbamento nei fondamentalisti cristiani malgrado siano sostenute da basi sicure esposte dall'autore in un saggio a margine del romanzo.
Un'affascinante argomentazione ruota intorno all'interrogativo principe, già avanzato in EDEN: quali sono le vere nature di Lucifero, angelo ribelle e dI Dio creatore e qual è il confine e la relazione tra Bene e Male? Nel corso dei secoli autori del calibro di Milton nel suo Paradiso Perduto o Blake nella poesie La tigre hanno provato a rispondere. Perché il creatore dell'agnello ha creato la tigre?Esiste un dualismo nella creazione?Cortese espone una tesi sicuramente affascinante , gestendo il romanzo con un piglio sicuro e dando un taglio da thriller. Un plauso all'autore , in attesa della terza parte della sua trilogia.

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EDEN,PARADISO PERDUTO,DIVINA COMMEDIA,BIBBIA
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peucezia Opinione inserita da peucezia    08 Settembre, 2013
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La degenerazione della democrazia del popolo

La satira è sempre stata fin dai tempi degli antichi romani un'arma potente per mettere alla berlina i potenti e per denunciare le brutture sociali e politiche. Ispirandosi a Swift, gran fustigatore dei suoi tempi a suon di libelli e soprattutto grazie al suo capolavoro "I viaggi di Gulliver",Orwell socialista idealista deluso da Stalin e dal suo modo di intendere il comunismo lancia la sua pubblica denuncia al mondo con La fattoria defgli animali concepito come una fiaba ma feroce e pungente come una lama affilata. Nel breve racconto tutta la genesi e relativa degenerazione dello stato bolscevico con gli uomini della nomenklatura a guisa di maiali. Finale malinconico con triste morale, ma chi ha orecchie per intendere intenderà? A tutt'oggi e sono quasi ottant'anni sembra di no...

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1984,Swift
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peucezia Opinione inserita da peucezia    29 Agosto, 2013
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Lettere d'amore e di morte

Capolavoro della letteratura romantica tedesca e manifesto dello stile romantico europeo, il romanzo ispirò il nostro Ugo Foscolo che nel suo "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" realizzò una copia quasi carbone in salsa italica. Forse un po' troppo manierato secondo i dettami del gusto del lettore contemporaneo, ma perfettamente in linea con pensieri e modo di essere della sua epoca, il libro è una profonda analisi psicologica di Werther, consumato dall'amore ( qui sta la sostanziale differenza con lo Jacopo foscoliano che invece soffre principalmente per la sua patria sgretolata da Napoleone).
La tecnica del romanzo epistolare, inaugurata ufficialmente dall'inglese Richardson serve per creare un maggior legame tra lettore e narratore: attraverso le lettere il lettore entra via via in simbiosi con il protagonista che al tempo stesso si convince di non avere altra mediazione al di fuori dalla penna fittizia di Werther.Buon approfondimento anche per gli altri personaggi. A dispetto di una tematica forse antiquata, il libro appare tuttavia per certi versi attuale poiché i tormenti della giovinezza e dell'amore sono comunque eterni ed universali. Da leggere per un approccio all'autore Goethe.

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le ultime lettere di Jacopo Ortis- Le affinità elettive- Stendhal
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peucezia Opinione inserita da peucezia    18 Agosto, 2013
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Storia di una ragazza

Scritto in epoca giovanile in stile toscano, e quindi senza termini di origine siciliana, il romanzo epistolare (esclusivamente composto dalle lettere della protagonista inviate a una ex compagna di convento) pare sia ispirato a un amorino adolescenziale di Verga.
Nella storia, che pur non appartenendo al verismo abbracciato in seguito dallo scrittore, ne getta tuttavia le basi per l'accurato studio psicologico della protagonista, si ravvisa il destino di una ragazza di povere origini costretta suo malgrado a entrare in convento e prendere i voti perché orfana e priva di sostentamento. Le differenze di trattamento tra la protagonista e la sorellastra, ricca erede della matrigna, sono ben evidenti malgrado la povera Maria sembri non avvedersene, e, al contrario, è grata dell'ospitalità familiare.
Drammatiche le pagine dedicate alla malattia e alla depressione di cui la ragazza è vittima al rientro in convento, quando si avvede di non essere affatto convinta di prendere i voti e, come accaduto a molte, è fatta monaca per forza.
Verga non è stato certo il primo a occuparsi di queste finte vocazioni, ma la sua Maria commuove e avvince per il pathos che lo scrittore è capace di creare soltanto con le lettere di un'adolescente ingenua e non molto acculturata.
Un romanzo poco noto che già mostra il grande scrittore poi rivelatosi con la "Trilogia dei Vinti".

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Verga, Manzoni
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Romanzi storici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    18 Luglio, 2013
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Com'è difficile essere donna

La scrittrice Lorusso Del Linz regala un mirabile ritratto di una donna che viene sacrificata per favorire la carriera dell'ambizioso fratello, il cardinale Alessandro Farnese. Giulia diventa ad appena 15 anni l'amante del cardinale Borgia poi papa Alessandro, uomo assetato di potere e vive sulla propria pelle la difficoltà dell'essere donna nella sua epoca al di là dall'appartenenza a una casta privilegiata che sicuramente sollevava le donne ricche dalle pesanti incombenze domestiche dell'epoca.
L'autrice presenta Giulia "in medias res" , nella sua nuova residenza: La donna ricorda il suo passato in una serie di lettere mai spedite alla figlia del suo ormai ex amante , cioè Lucrezia, di poco più giovane di lei. L'oscillamento continuo tra passato e presente e il piglio con il quale l'argomento è trattato fanno del romanzo un'opera di facile accesso anche grazie alla scorrevole narrativa,alle descrizioni e ai dialoghi di taglio quasi teatrale ( non bisogna dimenticare che la Lorusso Del Linz sia anche autrice di lavori teatrali). E' proprio grazie ai dialoghi che la storia prende vita diventando via via romanzo sotrico, d'avventura, sentimentale.
Il Rinascimento, epoca di luci ed ombre, tanto importante per la nostra arte ma tristemente famosa per la corruzione e la decadenza della Chiesa è un periodo noto ma al tempo stesso sconosciuto e poco studiato. In passato Maria Bellonci ha fatto conoscere gli splendori e le miserie dell'epoca soffermandosi sulla famiglia Borgia, ma è forse la prima volta che Giulia la bella, della nobile famiglia dei Farnese è protagonista assoluta.
Romanzo storico perché ambientato in un'epoca decisamente remota, ma anche romanzo scritto da una donna su una donna e su tante donne: le monache che hanno dato a Giulia una degna educazione, la sventurata Lucrezia vittima sacrificale delle smanie di potere di padre e fratello, la giovane e già oltremodo vissuta suocera di Giulia, le domestiche, a loro modo privilegiate perché al servizio di nobili e quindi meno sofferenti di tante consimili e la stessa Giulia che a suo modo seppe ribellarsi a un destino scritto da altri.
Una storia moderna che insegna come anche oggi il destino di molte donne non sia scritto di loro pugno e che aiuta a scuotersi dal torpore della predestinazione, una pagina di passato che aiuta a comprendere il nostro presente non certo migliore, una lezione di storia rinascimentale utile per chi si accosta al periodo per curiosità o motivi di studio. Questo e altro ancora è questo romanzo da leggere tutto d'un fiato.

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romanzi storici, Maria Bellonci
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Romanzi
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    11 Luglio, 2013
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La buia Bari degli anni Ottanta

Dopo aver parlato della sua città natale in maniera reale ma al tempo stesso trasfigurata con le avventure dell'avvocato Guerrieri, Carofiglio ci riprova con un lungo flashback sugli anni ottanta, quegli anni magici in cui ogni città era da bere per offrirci un lato oscuro di una città levantina e solare.
Il romanzo è imperniato sull'ambigua amicizia tra Guido, giovane di belle speranze della Bari bene studente di Giurisprudenza e Francesco un coetaneo che fa parte di giri particolari e che porta lentamente Guido a una discesa agli inferi da lui affrontata in parte inconsapevolmente in parte al contrario scientemente.E' il Guido adulto, magistrato affermato a ricordare il lato buio della sua giovinezza.Bildungsroman che ricorda un po' il libro di Kerouac Sulla strada con Francesco che guida l'amico ingenuo e costretto dai legacci della vita borghese a trovare un cammino di libertà sia pure a caro prezzo ma anche avvincente thriller. Francesco e Guido sono come il dottro Jekyll e mister Hyde o Frankenstein e la sua creatura, due diversi modi di vivere la vita, un conflitto che spara dentro e che poi viene rinnegato tanto da essere definito "terra straniera".
Stile lineare e tagliente , da far divorare ogni pagina per l'ansia di raggiungere la fine.Prova più matura dell'autore-magistrato checon questo libro si scrolla dalla serialità di Guerrieri per avviarsi verso progetti più intriganti.

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tutto Carofiglio; thriller story
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Romanzi
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    01 Luglio, 2013
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La saga continua

La saga della svitatissima Becky Bloomwood malata di shopping compulsivo e graziata da un compagno fin troppo comprensivo continua con quest'altro divertentissimo episodio.Lo humour della Kinsella unito alla sua perfetta conoscenza dei negozi e dei siti internet più modaioli lascia scorrere piacevolmente il racconto malgrado a volte la scrittrice si soffermi un po' troppo in particolari facendo quasi desiderare al lettore di saltare a piè pari alcune pagine ma, a parte qualche inciampo, la storia è simpatica e in linea con i capitoli precedenti.La narrazione in prima persona contribuisce a aumentare l'effetto ironico soprattutto quando la scrittrice descrive i rapporti tra la tenera Becky e la ritrovata sorellastra, un tipo a lei a dir poco contrapposto.Lieve ma nel tempo stesso ben scritto, è consigliabile anche in lingua originale.Ritratto semiserio di una certa alta borghesia britannica.Sembra che l'autrice scherzi ma c'è molta verità nel suo libro, provare per credere.

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letteratura chick lit -tutto Kinsella
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Romanzi autobiografici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    30 Mag, 2013
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La storia che vive

L'autore ormai ottuagenario decide ,novello Ippolito Nievo, anche se il libro "Le confessioni di un ottuagenario" lo conoscono veramente in pochi, di vergare una sua autobiografia romanzata partendo dalla fanciullezza.Tralasciando i fumosi ricordi della prima infanzia, Lorenzo Cavalieri focalizza l'attenzione slla sua avventura africana iniziata a sei anni e conclusasi a circa undici quando l'Etiopia dove egli ha trascorso questa importante fetta della sua esistenza è ormai in mano inglese.
Al di là dal suo essere bambino, lo scrittore, complice una mano felice nella scrittura, offre al lettore un'interessante e utile prospettiva su come vivevano gli italiani nelle colonie e sui rapporti con gli indigeni. Si parla anche dell'attentato a Graziani vissuto dagli occhi ingenui di un bambino.
Oltre alle pagine che riguardano la sua vita di fanciullo, Cavalieri divaga su un caso di omicidio occorso nei pressi di casa sua e offre anche una sua opinione disquisendo piacevolmente su argomenti di varia natura che spaziano dalla filosofia alla religione mostrando la sua cultura e la sua naturale tendenza alla divulgazione. Qualche ingenuità narrativa dovuta all'inesperienza perdonabile però trattandosi di un'opera prima. In complesso, poiché la Storia è fatta soprattutto con i documenti e le testimonianza, il libro è una valida fonte per chi vuole approfondire un periodo della nostra storia nazionale di cui non si conosce tutto fino in fondo.Utile anche per ragazzi che stanno preparando l'esame di terza media per avere il punto di vista di un ragazzino più piccolo di loro ( malgrado sia un adulto anziano a riguardarsi a distanza di anni e con l'esperienza di molti lustri sulle spalle).

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autobiografie; romanzi storici; saggi sull'avventura coloniale italiana
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Gialli, Thriller, Horror
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    26 Mag, 2013
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Il Vaticano American style

Contrariamente a quello che credono i più il libro antecede il mitico Codice da Vinci che anni orsono scalpore e delirio suscitò nell'orbe terraqueo. Il professor Langdon si trova alle prese con una incredibile morìa di papabili ( nel vero senso del termine essendo alla vigilia di un conclave) di nazioni varie e dai cognomi alquanto buffi e improbabili tutti periti orrendamente. La mitica setta degli Illuminati e un finale che più fantasy non si può completano il quadro.
Per chi ama il thriller il libro è sicuramente piacevole ma si vede che trattasi di operazione commerciale più che letteratura. Brown parla di un Vaticano e di una Chiesa perversa e pervertita seguendo quell'antipapismo proprio della corrente puritana della chiesa anglicana prima e dei padri pellegrini poi giunti nel New England poi di qui il grande seguito nei paesi anglosassoni, da noi la sudditanza stelle e strisce ha fatto il resto.
Il secondo libro è più originale sicuramente, nonostante tutto il nostro bravo ex docente è riuscito ad assicurare a sè e alla sua discendenza succulenti diritti d'autore grazie anche alle versioni cinematografiche anch'esse shakespearianamente basate sul "molto rumore per nulla" ,interpretazione di Hanks a parte, ma il suddetto conosce l'odore dei soldi...

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Il codice Da Vinci
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peucezia Opinione inserita da peucezia    19 Mag, 2013
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Crescere

C'è un'atmosfera magica e fiabesca, quasi sospesa in questo libro esile da leggersi velomente, narrato in prima persona e così realistico da sembrare un diario, Scorrendo le pagine, quei protagonisti, quell'estate lontana di quasi quaranta anni fa sembra presente, reale diventata tale grazie ai ricordi vividi dell'autore che ha messo tanta autobiografia in una vicenda appassionante e simbolica.
Il primo tenero e nascosto sentimento per una cugina, il cane nero simbolo di ataviche paure, le giornate lunghe, interminabili e assolate di una Puglia non ancora terra di vacanze ma circoscritta ai suoi abitanti, i riti di passaggio dall'ingenua e placida infanzia alla problematica vita adulta.
Romanzo consigliato a chi vuole tornare indietro con i suoi ricordi del passato, a chi vuole esplorare un tempo non lontano, all'adolescente di oggi, sicuramente una bella prova autoriale di uno dei più validi scrittori contemporanei.

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Wok, romanzi di formazione
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peucezia Opinione inserita da peucezia    19 Mag, 2013
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Com'è difficile diventare uomini

Nuovo romanzo dello scrittore Francesco Carofiglio, fratello del più noto Gianrico, dedicato al mondo dell'adolescenza dopo L'estate del cane nero,
Stavolta lo scrittore esce dalla Puglia per scegliere di ambientare il suo libro negli Stati Uniti. Il protagonista, Wok diminuitivo di un lungo e impronunciabile nome navajo ha appena perso sua madre Alice, adolescente mai cresciuta e ha davanti a sè un destino di cambiamenti da concretizzarsi nell'affido a una nuova famiglia, ma per riprendersi il futuro decide di guardare al passato nascosto e di andarsi a riprendere il nonno confinato in una riserva indiana.
Viaggio folle e disperato lungo l'America insieme a Zoe altra adolescente in cerca, romanzo di formazione con richiamo a quel Jack Kerouac che continua nella opera sua mai interrotta di fascinazione delle giovani generazioni e il tutto con lo spirito della fata buona Alice che veglia e che viene evocata. Narrazione in prima persona, frasi asciutte, da leggersi in una sola serata per ritrovarsi adolescente, per scoprire che si crede ancora nell'incanto favolistico,

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L'estate del cane nero
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Politica e attualità
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    01 Mag, 2013
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Va dove ti porta il male

Inquietante libro verità nel viaggio di discesa agli inferi, parafrasando il romanzo della Tamaro, l'autore va dove lo porta il male dell'uomo, che porta da anni ormai il pur giovanissimo Saviano a portare avanti un lavoro di denuncia anche a scapito della sua incolumità e libertà personale.
Dopo aver denunciato gli atavici mali che hanno avvelenato Partenope , Saviano va oltre seguendo la pista bianca della cocaina e chi la fornisce. Un lungo viaggio che lo porta ad attraversare parte del globo , nei luoghi più impervi e più intrisi di male partendo dall'Italia, alla Colombia, al cuore dell'Africa.
Un cammino negli inferi più oscuri senza nè Virgilio nè Beatrice e senza apparentemente la speranza di uscire a riveder le stelle come accade a padre Dante dopo questa immersione nel buio dello spirito.
Stile asciutto , frasi secche, descrizioni dirette. Saviano oltre ad essere un valido "reporter" , sa scrivere come pochi ormai .Da leggere tutto d'un fiato.

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saggistica, Gomorra, La bellezza e l'inferno
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peucezia Opinione inserita da peucezia    26 Aprile, 2013
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L'altra faccia dell'Eden

A tratti thriller, talora romantico, argomentato e diretto EDEN è un romanzo che colpisce per la sua indubbia originalità: la trattazione di un episodio della Genesi noto ma ahimè poco letto a causa della scarsa conoscenza biblica.A dire il vero l'argomento non è originale poiché nel primo Seicento John Milton volle occuparsene per il suo Paradiso Perduto.le somiglianze tra i due testi non sono poche malgrado la loro casualità. Accade talvolta che a distanza di tempo trattando dello stesso soggetto ci si ritrovi in idee ed ispirazioni.La vicenda potrebbe essere considerata quasi blasfema da un fondamentalista cattolico considerato che l'autore rilegge la caduta degli angeli ribelli dalla parte di quegli angeli che rifiutarono la cieca obbedienza a chi forse , secondo l'angelo della Luce non è Misericordioso ma solo Dominatore. Fu quindi un desiderio indomito di libertà per sè e per la creatura che si voleva per sempre reclusa in un piccolo mondo seppur forse perfetto a causare la ribellione di quel manipolo di angeli?Cortese descrive il moto con precisione e autorevolezza penetrando pienamente nel punto di vista di quel Lucifero convinto assertore del suo gesto.Come fu per Milton Lucifero è un eroe, che rifiuta di abbassarsi e che è disposto alla caduta per non venir meno alle sue idee così se per l'autore inglese egli era la personificazione di Cromwell che fu capace di far deporre un monarca così oggi può essere il portabandiera che lotta contro un regime di ordine pregresso che nasconde tuttavia una idea di chiusura e quindi di dittatura. Scorrevole, moderno, da leggere tutto d'un fiato,

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Paradiso Perduto
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peucezia Opinione inserita da peucezia    02 Aprile, 2013
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Una donna moderna del passato

Ironico e distaccato documento della piccola borghesia francese in ascesa a metà Ottocento tutto concentrato sulle vicende di Emma, una antica donna moderna, sognatrice che con il matrimonio a un oscuro e timido borghesuccio spera di ottenere la pace interiore e l'affermazione di sè il romanzo è anche una presa in giro del mondo romantico, delle reveries che imbevevano molte fanciulle dell'epoca con un minimo di istruzione.Scritto in maniera impeccabile dal suo autore, amabile sia in traduzione che nell'originale grazie a un periodare asciutto e scorrevole il libro esce dallo stile paludato ottocentesco per aprirsi invece al nuovo e non a caso Joyce, uno dei più innovativi scrittori dell'epoca modernista lo rese ad esempio per i suoi primi racconti.
Talvolta influenzato dal gusto naturalista di metà ottocento tuttavia "Madame Bovary" è un romanzo a sè stante,crudele ritratto di un'epoca e di una società autorereferenziale e incapace di una giusta collocazione.Ha dato origine a un aggettivo di accezione negativa al momento poco usato.

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narrativa francese-tutto Flaubert
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peucezia Opinione inserita da peucezia    08 Marzo, 2013
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L'amore al tempo del dopoguerra

Ingiustamente messo da parte dai nuovi programmi scolastici Carlo Cassola è invece un autore asciutto e scorrevole che ha regalato memorabili ritratti e racconti indimenticabili. "La ragazza di Bube" ruota intorno alla figura di Mara, ragazza semplice che ha vissuto la sua infanzia e la prima adolescenza durante la guerra, Bube, ex partigiano attira subito la sua attenzione di ragazza che non ha rinunciato a sognare.I sogni saranno presto contraddetti dalla triste realtà del dopoguerra, dalla difficile integrazione degli ex partigiani nella vita di tutti i giorni, dalla fatica di riprendere e riprendersi e Mara si ritroverà presto adulta e sfiorita ad aspettare un uomo che non riconosce.
Storia di una generazione e dei suoi sogni perduti La ragazza di Bube è un capolavoro della letteratura contemporanea che meriterebbe un'attenzione purtroppo riservata spesso a libri di non altrettanto valore e tra l'altro spesso estranei alla nostra storia non più recente ma neanche remota.
Per capire le ragioni dei partigiani e di chi era dall'altra parte, per comprendere il ruolo della donna in quegli anni difficili.

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Cassola, Pavese
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peucezia Opinione inserita da peucezia    07 Marzo, 2013
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La forza dei deboli

L'autore ha superato il suo capolavoro Il cacciatore di aquiloni con questo romanzo che sceglie di dare voce a chi in un paese arretrato e nelle mani dei talibani quale l'Afghanistan voce non ha più: le donne e chi ha subito mutilazioni ed è quindi un diseredato indegno di considerazione.I protagonisti della storia di Hosseini son quindi Tarq, che ha perso la gamba sin dall'infanzia come molti suoi coetanei, Mariam, che appartiene a un'etnìa inferiore e Laila di classe superiore ma condannata dalla guerra a un triste destino. Con fredda razionalità Hosseini pone l'accento sulle violenze e sulla condizione ingiustamente inferiore delle donne. Il suo racconto oltre a rendere gli occidentali maggiormente consapevoli di quanto accade nello stato afghano offre la possibilità di apprendere usi e costumi di un popolo per moltissimi,troppi versi ignoto a chi ha sentito parlare di Afghanistan solo in virtù degli ormai rari serivizi giornalistici.
Commovente, ma mai patetico, con uno stile narrativo liscio e che offre principalmente il punto di vista delle due protagoniste, il romanzo è adeguato all'ottica occidentale e per questo ha ottenuto non pochi riconoscimenti.

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Hosseini-letteratura orientale
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peucezia Opinione inserita da peucezia    14 Febbraio, 2013
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La solitudine dei tempi moderni

Segue l'unità di tempo e luogo aristotelica essendo ambientato a Londra in un mercoledì di giugno del 1923 ma è uno dei romanzi più rappresentativi del modernismo e del cosiddetto "flusso di coscienza".Due i protagonisti diametralmente diversi l'uno dall'altro: da una parte la signora Dalloway, alto borghese annoiata e di mezz'età alle prese con i suoi ricordi e i rimpianti e dall'altra Septimus Smith incontrato dalla signora in un negozio di fiori insieme a sua moglie, reduce di guerra con disturbi psichici. Le vite dei due si incrociano e si intersecano mentre i loro pensieri vengono sviscerati con la tecnica del monologo interiore adottata anche da Joyce, altro grande autore modernista. La Woolf definisce la metodologia di riportare alla luce i pensieri dei suoi personaggi ( metodo tra l'altro direttamente ascrivibile alla psicanalisi e di conseguenza al pensiero freudiano) "moments of being" cioè momenti di essenza, tecnica che si ritrova anche nel francese Proust o nell'italiano Svevo.
Primo grande capolavoro della scrittrice, il romanzo contiene molti simboli e allegorie a comiciare dal cognome del protagonista maschile, Smith che simboleggia l'uomo comune trattandosi probabilmente del cognome più diffuso di lingua inglese.La di lui consorte si chiama Lucrezia ed è italiana.Il nome della donna richiama il Rinascimento,periodo in cui le arti e la poesia ( tanto amate da Smith) maggiormente si diffusero. L'affetto soffocato e ambiguo che la signora Dalloway nutre per l'amica Sally, che pure non vede da tempo è invece di chiara matrice autobiografica e potrebbe accennare alla relazione esistente tra la scrittrice e Vita Sackville West. A tratti forse un po' ridondante e noioso, è sicuramente consigliabile una sua lettura in lingua originale poiché a parte qualche difficoltà dovuta a termini poco noti o desueti, lo stile autentico della scrittrice inglese è scorrevole e di facile comprensione anche per chi ha una conoscenza media dell'inglese.

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Virginia Woolf, James Joyce, romanzi modernisti
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peucezia Opinione inserita da peucezia    07 Febbraio, 2013
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Un destino di solitudine

Libro che fa parte della " Commedia umana" affresco di varia umanità concepito dallo scrittore francese Honoré de Balzac, Eugènie Grandet ruota più intorno al padre della solitaria ragazza e ai suoi denari che accumula con perseveranza, senso degli affari ma anche meschina avarizia.
Eugénie è una vittima che è destinata a restare sola perché al tempo stesso ha origini e stile di vita troppo umili per entrare nel mondo che conta ma ha abbastanza denaro da non avere un aspirante corteggiatore degno della sua dote.Eugénie è una creatura di mezzo quindi poco accettata da tutti e poco esperta della vita tanto da credere nella fugace promessa di un cugino fintamente gentile ma in realtà scaltro e interessato. Il destino porta così Eugènie a una vita priva di affetti.
Il romanzo rispecchia la visione che Balzac ha dei borghesi arricchiti che considera aridi e condannati a solitudine fisica e spirituale. Romanzo di tipo tradizionale con un narratore onnisciente che però si cura di fare un approfondimento psicologico dei vari personaggi: il padre avido e senza cuore, il cugino e gli altri personaggi maschili quasi tutti interessati al patrimonio della protagonista, le donne umili e sottomesse destinate a una vita priva di soddisfazioni e nelle sue descrizioni si ascrive alla corrente "realista". Malinconico nella tematica, grandioso nello stile e nella narrazione dello scrittore francese.Uno dei capisaldi della letteratura francese e mondiale.

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letteratura francese dell'ottocento, Balzac
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peucezia Opinione inserita da peucezia    03 Febbraio, 2013
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Al genitore non far sapere

Romanzo breve, racconto lungo, E' nata una star? è una storia divertente che ruota sulla professione di un ragazzo troppo a lungo considerato dai suoi genitori come un mediocre che invece riesce a sfruttare con grande successo una sua "dote nascosta". Hornby sfodera tutta l'ironia di cui è capace e riesce inoltre a vestire realisticamente i panni della mamma che narra la vicenda.
Da leggere tutto d'un fiato cogliendo le allusioni e i garbati doppi sensi. Più che un libro il testo è da defiìnirsi come un divertissement e pertanto va visto e letto senza grosse sovrastrutture mentalità né tantomeno aspettative. Tipico della penna trasgressiva di Hornby è sicuramente più lieve e meno greve del film italiano che ad esso si è ispirato e che è andato sugli schermi nel 2012. Per chi ha visto la pellicola fondamentale il confronto.

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romanzi di Hornby
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peucezia Opinione inserita da peucezia    03 Febbraio, 2013
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Diventare "grandi"

Il romanzo, scritto in prima persona, segue totalmente il punto di vista del giovanissimo protagonista e anche nel tono di narrazione Hornby è abile nel simulare il gergo e il modo di pensare di un adolescente.
La storia di Sam, sedicenne appassionato di skateboard con una mamma che potrebbe essere scambiata tranquillamente per sua sorella maggiore e poi addirittura babypapà è pura cronaca in Gran Bretagna. Il paese che per secoli ha dominato il mare e i cui regnanti sono sempre sulle pagine dei rotocalchi più patinati, vanta il primato dei genitori minorenni perché , a fronte di una crescente libertà di costumi, non compensa con una altrettanto vasta educazione all'affettività. Hornby nel suo libro, scorrevole per narrazione e non esente da ironia, caratteristica topica dello scrittore britannico, vuole denunciare, sia pure in maniera molto sottile ed indiretta questo stato di cose.
Un po' confuso nei capitoli che fondono la realtà alle fantasie del protagonista e nella parte conclusiva il romanzo è tuttavia uno dei migliori dell'ultima produzione di Hornby.

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romanzi di Nick Hornby
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Libri per ragazzi
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    20 Gennaio, 2013
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Un cattivo bravo ragazzo

L'autore scrive in prima persona seguendo il punto di vista del protagonista, il piccolo fiorentino Giovanni Stoppani alias Giannino ,per tutti Gianburrasca a causa della sua tendenza a combinare monellerie. Capolavoro della letteratura umoristica, pieno di ironia, "Gianburrasca" non è ovviamente un libro per ragazzi come si potrebbe superficialmente pensare bensì un libro destinato agli adulti. Contiene anzitutto una velenosa satira verso il perbenismo della società borghese del primo Novecento quella che ormai è riuscita a ottenere un certo benessere e che ha assimilato positivamente la non più tanto recente Unità d'Italia.L'atteggiamento mellifluo delle sorelle maggiori che mirano al "buon partito", le frequentazioni di un certo livello della famiglia Stoppani, le abitudini raffinate quali la merenda con pane e marmellata o il tè con i biscotti indicano una certa agiatezza, ma di conseguenza anche una tendenza all'ipocrita perbenismo spesso miope e poco costruttivo. Il microcosmo di Giannino è un mondo a misura di adulti e poco disposto a comprendere le istanze e i moti spontanei di un bambino. Quasi tutte le marachelle di Giannino sono tali perché falsate dal metro di giudizio degli adulti che rifiutano psesso di vedere il piccolo come un essere in fieri che necessita di guida ma che ha anche delle intuizioni intelligenti e da prendere in considerazione.
Lettura per tutti, interessante spaccato di una società remota, divertente passatempo.

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letteratura umoristica
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peucezia Opinione inserita da peucezia    02 Gennaio, 2013
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Peter Pan e l'amore

Dopo una partenza spumeggiante in cui si narra delle sfortunate avventure amorose adolescenziali del protagonista, un trentacinquenne con il complesso da eterno Peter Pan e la passione per la musica, il romanzo prende una piega a metà tra l'introspezione ironica e un trattato di musica che per lunghi tratti rende la lettura noiosa e poco digeribile. Un peccato in quanto le premesse per una narrazione spumeggiante c'erano tutte nei capitoli introduttivi. Hornby si rivela in complesso una bella penna, dalla scrittura fluida e scorrevole capace di fare descrizioni ironiche e vivaci di puro stile british. La scelta di usare la narrazione in prima persona restringe il punto di vista sul protagonista che praticamente per oltre la metà del libro ripensa alla sua relazione fallita con Laura intervallando con citazioni di dischi, film e telefilm degli anni settanta-novanta.Il risultato finale è deludente perché delle duecento e passa pagine si potrebbero eliminarne più di metà. Non necessario.

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romanzi britannici anni ottanta-novanta
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peucezia Opinione inserita da peucezia    02 Gennaio, 2013
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Passione e rimorso

La storia di Hester potrebbe quasi essere contrapposta ai valori esaltati in due grandi romanzi quasi coevi e cioè i Promessi Sposi e I miserabili permeati di morale di stampo cattolico: la provvidenza e la misericordia lavano i peccati mentre il mondo della povera adultera non appare disposto a perdonare. Non c'è spazio nella società puritana per chi ha peccato perché peccare significa non aver saputo gestire i propri talenti.Altrettanto disperante la situazione del reverendo, uomo di Dio che ha trasgredito e che sa di dover subire l'amara punizione. Allegorica è anche la figura della figlia della colpa chiamata Pearl e vista come incarnazione del male dall'immatura popolazione del Massachussetts dell'epoca. Può la religione portare a una visione tanto miope?Per chi conosce la mentalità del tipico wasp tutto teso a migliorare la sua condizione economica per essere considerato benedetto da Dio e al contempo rifiuta assistenza sanitaria ai più deboli perché evidentemente negletti dal Signore l'atteggiamento dei conicittadini di Hester Prynne appare normale e consono alla loro appartenza di fede. Lo scrittore regala un possente ritratto della società del tempo descrivendo con vigorose pennellate degne di un racconto epico. Non a caso l'autore è considerato uno dei padri della letteratura nordamericana.Romanzo capolavoro da leggere tenendo bene d'occhio la mentalità dei personaggi al fine di poterne comprendere a pieno il senso.

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letteratura vittoriana, letteratura nordamericana dell'Ottocento
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Classici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    16 Dicembre, 2012
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Se sarà bello domani

"Si, naturalmente se sarà bello domani":: la gita sottintesa dalla frase che è senza dubbio uno dei più celebri "incipit" nella storia del romanzo ,avrà luogo soltanto dopo oltre dieci anni.
Diviso in tre parti e uno dei manifesti del romanzo modernista e del flusso di coscienza . L'ordine cronologico è bandito, la prima parte della vicenda si snoda lungo due giornate ma più che descrivere quanto accade bada anche a sviluppare i personaggi.Colpisce la pittrice Lily Briscoe, miope, solitaria, vittima di una crisi creativa, colpisce il signor Ramsay, chiuso nei suoi studi e un po' svagato, colpisce James che gioca accanto a sua madre intenta a lavorare ai ferri un calzerotto rosso.La seconda parte, più confusa, riassume dieci anni di vita con poche pennellate e la parte finale ci appare più malinconica anche se il desiderio espresso indirettamente dal bambino James è diventato realtà e la Briscoe ha ripreso tela e pennello.Vagamente femminista la storia contrappone la più rassicurante signora Ramasay alla "trasgressiva" zitella Lily mentre gli uomini della storia appaiono più defilati e un po' deboli
Forse criptico per chi è abituato a una visione più tradizionale del romanzo, è un capolavoro assoluto della corrente di narrazione che adotta il flusso di coscienza.Di sicuro tra i migliori cinquanta libri mai scritti.

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Joyce, romanzi modernisti, tutto Virginia Woolf
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Racconti di viaggio
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    02 Dicembre, 2012
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Un globetrotter d'altri tempi

Jules Verne è stato scrittore assai prolifico nonché fantasioso. La sua produzione ha spaziato tra i campi pù vasti e ha cercato di cogliere quell'apertura verso il moderno propria del periodo vissuto dallo scrittore francese.
Phileas Fogg, il protagonista del romanzo, flemmatico globetrotter d'altri tempi, è volutamente inglese perché figlio di quell'impero britannico in ascesa e nel tempo stesso simbolo di quell'aplomb che il popolo francese mezzo gallico ( quindi un po' selvatico) e per metà mediterraneo ( quindi più passionale) poco accetta, e non è un caso che il simpatico domestico tuttofare Passepartout sia un francese!
Per decenni il libro di Fogg, singolare mix di storia d'avventure con un pizzico di thriller e di storia romantica, ha appassionato bambini ed adulti e singolarmente anche se al giorno d'oggi è possibile circumnavigare il mondo in ventiquattro ore la vicenda ( complici anche le numerose trasposizioni filmiche) riesce ancora ad attrarre.
L'ironia neanche tanto nascosta con cui l'autore tratteggia situazioni e personaggi e la precisione nella trattazione geografica fanno di Verne un valido continuatore della tradizione dei travel book aperta in letteratura da Defoe con il suo finto romanzo autobiografico Robinson Crusoe e poi continuata dallo spirito satirico di Swift che ne I viaggi di Gulliver arriva a tracciare le cartine dei fantomatici luoghi visitati dal suo personaggio.
Lo spirito avventuroso che rugge dentro ognuno di noi, il non esser fatti come Bruti di dantesca memoria favorisce il fiorire di questa letteratura ancor oggi portata avanti con seguito di pubblico da autori di ogni lingua.
Di Verne ammiriamo lo stile asciutto, i capitoli brevi, le descrizioni dei personaggi, anche se tuttavia gli si rimprovera un eccessivo sentimentalismo nel suo tratteggiare il personaggio femminile nonché una avversione verso gli Stati Uniti descritti ancora come semibarbarici ( l'episodio si riferisce all'assalto al treno e a quello che segue).
Consigliata la lettura agli adulti e ai ragazzi affinché apprendano a sognare leggendo e non solo con l'ausilio dei talvolta famigerati sussidi informatici.

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libri d'avventure antichi e moderni
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peucezia Opinione inserita da peucezia    08 Novembre, 2012
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Un uomo senza qualità?

Adolphe è un giovane modernamente romantico: allevato secondo i canoni del suo tempo e destinato a una sicura carriera si lascia prendere da quel senso di apatia che già altri scrittori del suo tempo ( siamo ai primi del diciannovesimo secolo in piena età romantica) hanno saputo dipingere con straordinario aplomb. Poiché è imbevuto di quella cultura decadente del secolo precedente che ha generato capovolori come Manon di Prévost o Les liaisons dangereuses di Laclos, pensa di fare cosa buona e giusta seducendo Ellénore, una donna fragile, amante di un uomo più anziano di lei a cui ha dato due figli e praticamente di fatto sola e senza una vera protezione non avendo un marito ufficiale. La relazione lo stanca presto essendo assai più giovane e quindi gran parte del libro è dedicata ai tentativi e alle cogitazioni di Adolphe che non sa come "liberarsi" della povera Ellénore.
La modernità che colpisce nel romanzo sta nell'analisi introspettiva del protagonista principale, autentico uomo senza qualità che compie azioni senza esserne pienamente convinto o trascorre il suo tempo nell'inazione lasciandosi travolgere dagli eventi. La sua figura si potrebbe contrapporre pienamente all'eroe romantico byroniano bello e audace o a quel Chatterton descritto da de Vigny suicida giovanissimo, mentre Ellénore e la sua passione che la conduce alla morte è un animo più squisitamente romantico perché si lascia travolgere dai sentimenti senza mantenere un minimo di razionalità.
Scorrevole ,senza descrizioni o periodi complessi, il libro di Constant è squisitamente moderno nella narrazione e può essere letto e compreso anche da un lettore avvezzo a ben altro quale quello contemporaneo.

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letteratura romantica
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peucezia Opinione inserita da peucezia    07 Novembre, 2012
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Un Bildungsroman dei giorni nostri

Leo ha sedici anni ed è in piena crisi adolescenziale che lo porta a mettere in discussione tutto e tutti malgrado la buona cultura che lo contraddistingue. Usa frasi smozzicate, periodi tronchi quasi joyciani anche se alterna la redazione del suo diario con elementi caratterizzanti del gergo giovanile. Leo è innamorato o almeno crede di esserlo: lei è Beatrice dai rossi capelli come le donne preraffaellite dipinte da Rossetti e come fece Beatrice con Dante con l'aiuto indiretto del "Sognatore", un supplente quasi perfetto che sa far lezione e mantenere l'attenzione senza essere rigido o austero come le altre criticatissime docenti traghetterà Leo alla vita adulta e alla scoperta del vero amore verso chi gli sta accanto silenziosamente.
Il libro di D'Avenia scritto in prima persona sotto forma di una sorta di moderno diario non è l'ennesima storia d'amore per adolescenti a cui Moccia in Italia e suoi epigoni ci hanno abituato perché è in realtà un romanzo di formazione che accompagna Leo nel suo momento di tempesta dovuto alla sua età per poi farlo scoprire una persona migliore. Singolare il contributo postivo e negativo che il corpo docente da' alla crescita spirituale del ragazzo: le docenti sono distanti, fredde prese dai loro personali e angoscianti problemi o preoccupate a mostrarsi come non sono mentre il docente di religione, Gandalf e il supplente di filosofia contribuiscono a far capire la vita.
La presenza di Dio viceversa trascurata dai romanzi adolescenziali in voga negli ultimi anni emerge clamorosamente in questa storia. Beatrice scopre Dio nel baratro della sua malattia, Leo prima credente per forza poi ateo per moda riprende il suo cammino religioso grazie alla sua guida beatifica così chiamata in omaggio non troppo recondito al nostro padre Dante.
Approfondito nelle descrizioni e avvincente grazie anche ai capitoli serrati e spesso brevi secondo lo stile narrativo più recente è raccomandato ad adolescenti anche poco interessati alla lettura, ad adulti che vogliono ricordare i loro dolci (?) anni, a docenti che hanno perso lo smalto.

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storie d'amore, romanzi adolescenziali
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peucezia Opinione inserita da peucezia    04 Novembre, 2012
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Saga di vincitori e vinti

Possente affresco che abbraccia un periodo piuttosto burrascoso per la storia francese I miserabili ruota intorno al magnifico personaggio di Jean Valjean ,nato vinto per dirla col Verga ma destinato a una vita da vincitore poiché il riscatto è il tema principale della sua vita. Accanto a lui la dolce Cosetta, derelitta come una triste allodola all'inizio del romanzo, forse un po' viziata e inconsapevole verso la fine e l'altra infinita pletora di personaggi che da soli potrebbero reggere l'intero libro. Ogni pagina è un episodio immane che spiega a pieno il talento di questo scrittore francese magniloquente e capace solo di affreschi epocali.Come non provare simpatia per Gavroche, il simbolo del monello parigino che ha il suo momento di riscatto donando la sua vita per la libertà come cento anni dopo accade ai garzoncelli napoletani durante le mitiche quattro giornate.Come non odiare l'inflessibile rigidità dell'ispettore Javert, incapace di comprendere che esistono altre vie per raggiungere la catarsi.Impossibile per chi leggendo era imbevuto degli ideali di libertà e indipendenza non identificarsi con la giovanile passionalità di Marius, scisso tra il suo animo repubblicano e l'affetto per il nonno parruccone strenuamento legato all'ancièn régime.
Una saga forse un po' indigesta per l'eccessivo dilungarsi caratteristico di Hugo ma da leggere almeno una volta.Appassionante malgrado un po' datato per i criteri di scelta del lettore moderno

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Scott, Manzoni,Notre Dame de Paris
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Gialli, Thriller, Horror
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    27 Ottobre, 2012
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Thriller American style

Dan Brown è un professore. Almeno così ci è stato detto quando apparve qualche anno fa, ormai è passato più di un lustro, Il codice Da Vinci secondo tomo delle avventure dell'illustre Prof. Langdon, accademico, detective, spia insomma tutto quello che uno statiunitense perfetto dovrebbe saper fare.
Il libro come thriller story può anche andare: gli ingredienti sono validissimi: intrigo, uno straccetto di love story e il colpo di scena finale che ha spiazzato tutti, tanto da crearne un caso con dibattiti, articoli sui giornali e mezze scomuniche.
Lo stile narrativo è sufficiente, Brown non mostra affatto di essere un docente universitario, ma forse la sua motivazione era di farsi capire da tutti. Il libro quindi ( nella sua versione originale) è adatto anche a chi muove i primi passi nella lingua di Shakespeare e Dickens perché complessivamente scorrevole. Da tralasciare le citazioni storiche, del tutto arbitrarie e spesso prive di fondamento, sembra quasi che Brown sia una sorta di Giacobbo a stelle e strisce perché entrambi affermano seriosamente cose che non esistono.
Con ogni probabilità l'autore, da buon wasp, ha iniziato a sfruttare lo pseudo talento della scrittura per arrotondare il suo magro salario da docente universitario ,pensando anche di scrivere un romanzo facilmente adattabile allo schermo per stile e approccio.
La sua tattica commerciale è riuscita a portargli anche un grosso clamore mediatico che ha contribuito a far vendere le copie del libro ma in altri tempi e in altre nazioni Brown sarebbe rimasto uno scrivano poco dotato costretto a pagare per soddisfare la sua brama di pubblicare libri e a regalarli poi agli amici.
Si consiglia di prendere il romanzo per quello che è: un divertissement che può servire per passare un po' di tempo in spensieratezza magari facendo un paragone con il primo volume Angeli e demoni, ma attenzione a non farlo entrare nella biblioteca personale come opera di pregio o come testo ascrivibile alla letteratura nordamericana perché si compirebbe peccato mortale...

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no
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Dan Brown thriller stories
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Scienze umane
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    13 Ottobre, 2012
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Alle origini della didattica moderna

Comenius chi era costui? direbbe il novello don Abbondio al sentir pronunciare il suo nome. Eppure quest'uomo quasi sconosciuto ai più è stato un grande filosofo ma soprattutto un esimio pedagogo che ha gettato le basi alla didattica moderna. Leggendo il suo tomo, con una dotta prefazione da parte del padre della moderna pedagogia italiana, Giuseppe Lombardo Radice, si scopre che Giovanni Amos Comenius, nome latinizzato del teologo e filosofo boemo di fede protestante Jan Amos Comensky è stato un percursore, quasi un profeta della moderna pedagogia preconizzando una differenziazione in cicli scolastici, un numero di ore preciso per le lezioni, un programma e un apprendimento che ancora oggi è utilizzato nelle scuole di tutto il mondo sia pure con alcune variazioni sul tema.
Forse un po' troppo ripiegato sull'ideale teologico ( troppe le citazioni bibliche nel corso del suo manuale) e non molto aperto all'apprendimento precoce di una seconda lingua ( né tantomeno del latino che deve apprendersi quando lo studente è già ben formato nella lingua madre), Comenius ha tuttavia uno stile scorrevole che fa leggere agevolmente le trecento e passa pagine della sua opera.
Consigliato ad addetti ai lavori ma non risulterebbe indigesto a chi vuol farsi una cultura sull'argomento.

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trattati di didattica e pedagogia
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Libri per ragazzi
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    12 Ottobre, 2012
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Tra sapori e parole

Paola Santini e Maria Pia Latorre invitano tutti i più piccini ( ma anche gli adulti perché no) a "pasticciare" nella cucina della fata Cucinì , una fata innamorata di un mago raffreddato che ama cucinare ma anche parlare e conoscere. Così i bambini, grazie a questa fiaba in versi che tanto ricorda il grande maestro Rodari, impareranno a conoscere i colori , i sapori e a giocare con le parole, ma impareranno anche che con la cucina si possono fare nuove amicizie con persone che apparentemente sono diverse da noi grazie a ricette nuove come il tiramisushi o il couscousalame.
Un divertissement per le autrici che però nasconde tanti validi motivi per donare il libricino a un piccolo lettore che tra una filastrocca e l'altra avrà modo di arricchire il suo micromondo .
Consigliato ai bambini dai quattro ai sette anni e agli adulti che vogliono ancora sognare e imparare.

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Rodari, Piumini,Pitzorno, Santini
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peucezia Opinione inserita da peucezia    09 Ottobre, 2012
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E Natale fu

Sembra che il Natale così come lo si intende nell'età contemporanea sia una "invenzione" dell'epoca vittoriana grazie alla regina Vittoria che importò dalla Germania ( la sua famiglia e il marito Alberto erano tedeschi) la tradizione dell'albero addobbato. Dickens pertanto scrisse il suo celebre racconto in parte per "pubblicizzare" l'idea e in parte per continuare la sua opera a favore delle classi sociali meno abbienti.
A metà tra una storia strappalacrime e un racconto gotico per molte descrizioni grottesche e tenebrose la storia di Dickens gode al giorno d'oggi di nuova fama grazie alle numerose trasposizioni filmiche rivolte generalmente al pubblico dei più giovani perché quasi sempre realizzate a cartoni animati. (le fantasiose elucubrazioni dello scrittore rendono praticamente impossibile una trasposizione affidata esclusivamente a personaggi di carne ed ossa senza ricorrere a qualche artificio cinematografico).
La storia del'avaro per eccellenza Scrooge successivamente pentitosi a seguito dell'orrenda visione degli spiriti del Natale di varie epoche passati e future afferisce all'antica tradizione dei miracle e dei mystery plays che avevano un intento didattico:si pensi ad Everyman che in punto di morte riceve la visita di peccati e virtù che lo spingono a scegliere la via del male o del bene.
Dickens, da buon scrittore della sua epoca si erge a guida e spiega al lettore qual è la retta via da seguire ma lo fa affascinando e turbando con il suo stile da grande affabulatore. Un racconto adatto a tutti grazie alla capacità dello scrittore di saper parlare a ogni età e in ogni epoca.

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opere di Charles Dickens, letteratura vittoriana
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Libri per ragazzi
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    26 Settembre, 2012
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Un viaggio all'Inferno e ritorno passando per gli

Paola Santini ha pubblicato molti libri dedicati all'infanzia e in ognuno di essi l'impronta del grande padre della narrativa per ragazzi ovvero Gianni Rodari si nota in maniera evidente: stile scorrevole, molta ironia, giochi di parole che poi sono utilizzati nelle schede didattiche e soprattutto linguaggio moderno con un occhio vigile all'attualità e al modo di pensare dei bambini di oggi. Bambino moderno è sicuramente Oreste detto "la peste" per la sua tendenza a combinare guai. A causa di una monelleria poco perdonabile preso in custodia da Dante e Virgilio Oreste ha la ventura di ritrovarsi nei tre mondi dell'oltretomba a parlare con molti personaggi che, chi ha avuto tra le mani la Commedia dantesca conosce a menadito, ma anche con persone comuni che aiutano il bambino a scoprirsi via via migliore e di conseguenza maturo.
Far rivivere l'esperienza di padre Dante a un ragazzino dei nostri tempi è stata un'impresa riuscita perfettamente alla scrittrice grazie al suo stile che i lettori di ogni età potranno apprezzare.
Utile ai bambini che si accostano a un classico della nostra letteratura imparando ad amarlo e non considerandolo più come una tediosa incombenza, ai ragazzi che stanno studiando la Divina Commedia a scuola per fare dei divertenti confronti con l'originale e agli adulti che sapranno gustare la voluta ironia della scrittrice.
Da sottolineare la capacità della Santini di saper cambiare registro con i passaggi di Oreste nei tre regni e soprattutto la sua abilità di saper rendere i momenti più alti del Paradiso con un linguaggio adeguato alla mentalità infantile.
Un libro da regalare non solo ai bambini.

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tutto Gianni Rodari, Bianca Pitzorno
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Classici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    17 Settembre, 2012
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Una antica donna moderna

E dopo Robinson venne Moll. Defoe, giunto tardivamente alla letteratura dopo mille avventure che gli costarono persino una condanna alla gogna, decise inconsapevolmente di lanciare un nuovo genere letterario: il finto romanzo autobiografico, finto perché ovviamente i suoi personaggi che vergavano diari poi fortunosamente rinvenuti e dati alle stampe erano in realtà totalmente inventati anche se molto ispirati alla vita reale. Moll Flanders, ladra, prostituta, galeotta deportata nelle Americhe e infine settantenne devota, racchiude molte donne reali all'epoca dello scrittore. Moll è una donna moderna che vuole essere autonoma e che è costretta a usare mezzi impropri proprio perché schiava del suo tempo, un tempo che impediva alle donne di emergere e di farsi strada lecitamente soprattutto la buona sorte non ha dato loro degni natali. Moll è anche il simbolo dell'arrivismo della classe media che si fa lentamente strada in Inghilterra anche a colpi bassi per poi rifugiarsi nella preghiera. Scritto in prima persona e con occhio benevolo nonostante racconti di condotte decisamente riprovevoli il romanzo è forse troppo lungo per un lettore moderno, e appare confuso visto che Defoe non lo divide in capitoli. Interessanti le descrizioni precise e puntigliose che Defoe, giornalista prima di essere scrittore, da' di molte zone di Londra, degne sicuramente di un Baedeker. Classico sempreverde, va letto considerando però che stile e situazioni pur ancora piacevoli e quasi attuali vanno inserite nel contesto dell'epoca di ambientazione e redazione.

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Robinson Crusoe, romani inglese del 700, letteratura picaresca
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Racconti di viaggio
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    27 Agosto, 2012
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Viaggio nel mondo interiore

Molti si sono accostati al libro dopo aver visto l'orribile e omonimo film interpretato da Julia Roberts, insulsa galleria di luoghi comuni e di pregiudizi in particolare relativi al nostro paese che per gli americani è ancora fermo all'epoca di Vacanze romane.
Il libro della Gilbert non è il film o perlomeno lo è ma in parte.
Effettivamente si tratta dell'ennesima donna yankee in carriera e in crisi , alle prese con il ticchettìo dell'orologio biologico e con un marito un po' Peter Pan, effettivamente si tratta dell'ennesima ricca signora che percorre il mondo in lungo e largo alla ricerca di sé ( beata lei che può), ma le descrizioni dei luoghi che visita ( e in particolare il nostro paese) non sono così infarciti di luoghi comuni ma denotano un minimo spirito osservativo sia pure con l'idea sottile di essere superiori o di avere a che fare con dei mezzi selvaggi ( teoria che si affaccia nelle menti degli anglosassoni sin dai tempi mitici del Grand tour e che ahimé continua a persistere). Accanto al viaggio tout court la scrittrice si occupa anche di un percorso interiore di cui appunto il viaggio e i luoghi prescelti per esso non sono che una metafora.Lo stile scorrevole di stampo quasi giornalistico ne fa una lettura piacevole e intelligente anche se non collocabile tra i dieci migliori libri mai scritti. Consigliabile.

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letteratura chick lit, biografie
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Romanzi
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    20 Agosto, 2012
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Un thriller filosofico

Romanzo atipico "Utopia e rivoluzione"inizia con una rapina stile anni Settanta per poi incentrarsi sulla figura del manager Sandro Antinori e della sua giovane compagna Cinzia. Antinori è il responsabile di un importante network televisivo che ha messo in piedi un reality basato su teorie utopistiche e che tiene avvinti gli spettatori da ormai diciotto mesi. Contemporaneamente un gruppo di rivoluzionari mette in piedi un progetto di sovvertimento dei valori precostituiti e prende di mira come simbolo del potere corrotto proprio Antinori.
Basato su solide teorie filosofiche che hanno portato l'autore a ricerche accurate, il libro, nonostante la tematica intrigante e la scrittura scorrevole non riesce a catturare l'attenzione del lettore secondo le intenzioni iniziali. Troppe divagazioni e citazioni dalle fonti prese in esame dallo scrittore, qualche dialogo di troppo e repentini passaggi da scene sensual-romantiche ( vedasi la scena di Cinzia ricoperta da petali di rose che riprende una scena tratta dal film "La noia") ai discorsi terroristico-rivoluzionari della banda di eversivi finiscono col distrarre e annoiare chi legge.
Tuttavia l'idea di fondo è sicuramente originale e merita interesse. Per una migliore comprensione è consigliabile una seconda e più analitica lettura.

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More, Campanella, thriller, saggi
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Racconti
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    18 Agosto, 2012
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Un'eccezionale vita qualunque

Enzo Aita alias Solitario verga con scorrevolezza e munito di ironia e autoironia la sua biografia raccontando dei suoi mille mestieri e di come sia riuscito a reinventarsi e a ricominciare da capo grazie alla sua voglia di fare e di realizzare aiutato comunque dalla pazienza dell’affettuosa consorte. Nonostante tutto però i rovesci della sorte hanno prevalso e il Nostro si è ritrovato con la pensione sociale giunto alle soglie della età vegliarda.
Il racconto mai noioso anzi avvincente come un romanzo d’avventure descrive passo passo le “avventure” di vita e di lavoro di Aita che può definirsi un precursore dei precari di oggi perché sempre all’inseguimento di una sicurezza e sempre con l’incubo di avere solo un grande avvenire dietro le spalle com’ebbe a dire il grande Gassman.
Oltre alla colorita autobiografia l’autore aggiunge alcuni racconti denominati di mare nei quali descrive le sue avventure sul pelago e di terra dove, accanto a qualche episodio autobiografico ( si ricorda “Annamaria” struggente ricordo di una sfortunata ex fiamma, lo scrittore si lancia in alcuni racconti di fantasia sicuramente arditi scritti in prima persona o in una terza persona mai onnisciente ma che fa spesso uso di discorso diretto e indiretto ( vedasi l’ironico “Pasquale” , larvata “denuncia” verso l’ orda extracomunitaria o il lucido “Il pazzo del corso” versione partenopea della follia metropolitana). Buona padronanza della lingua e anche di vari generi narrativi, si aspettano nuove ed intriganti produzioni.

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biografie, autobiografie
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Poesia italiana
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    18 Agosto, 2012
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Amore filiale

L'autore padroneggia con incredibile maestrìa la nostra lingua utilizzando termini talora desueti che contribuiscono a creare un'aura sospesa nel tempo, condizione voluta poiché il libro è scritto sul filo del ricordo. lA Madre è ormai defunta e il Figlio le scrive ricordando le sue sofferenze terrene e la sua fede forte e mai provata dalle difficoltà dell'esistenza. Lettere scritte in forma aulica vergate in un anno dalle quali si evincono i cardini dello scrittore: Religione e Famiglia.
La seconda parte è costituita da elegie e carme anch'esse dedicate alla madre scomparsa: versi sciolti, poesie brevi ma efficaci nel contenuto stringato e chiaro.
Un esempio di bella scrittura che però colloca l'autore, malgrado contemporaneo, in un registro più vicino a un passato che più non torna.

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poesia elegiaca
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Classici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    01 Agosto, 2012
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Una romantica ragazza inglese

Meno noto ma non meno interessante Emma è un romanzo decisamente pieno d'ironia, quella sottile e quasi impercettibile ironia tipica della scrittrice Austen. La ragazza si mette in testa di fare da sensale di matrimoni peccato che non abbia una approfondita conoscenza psicologica delle sue frequentazioni e così candidamente finisce con il creare solo disagi e qualche dissapore.
Protofemminista la protagonista non è costretta ad accasarsi per vivere e questo è di per sé rivoluzionario considerando che la ricerca del marito è comunque centrale nell'intera vicenda. Ricco di dialoghi anche minimali il libro è consigliato a chi già ha fatto conoscenza con la Austen alfine di poter approfondire meglio lo stile e i punti di vista.
Tuttavia pur soffrendo spesso di eccessiva lungaggine il romanzo è godibilissimo e consigliato anche in lingua originale per il suo linguaggio tutto sommato accessibile e privo di fronzoli.

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romanzi di Jane Austen
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Racconti
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    17 Giugno, 2012
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Il padre di tutti i bar

Probabilmente uno dei più noti in tutta la copiosa e fortunata produzione di Benni, sicuramente uno dei migliori autori "nonsense" in circolazione, il libro presenta una galleria di personaggi e descrizioni realistiche e verosimili malgrado la narrazione sopra le righe ed esagerata. A parte qualche eccessiva lungaggine di qualche racconto nel racconto in cui l'autore pecca forse ad eccedere nei particolari la storia scorre liscia e scorrevole fino al termine con la "morte tragica" della mitica Luisona e la relativa punizione del malcapitato che ha la ventura di acquistarla per soddisfare la sua gola.
Anche se scritto in epoca quasi remota, Bar Sport non perde smalto, può essere definito come "il padre di tutti i bar" perché si apre su un mondo, quello della provincia italiana, tutt'ora poco esplorato e inneggia a quel senso di amichevolezza caratteristico della gente emiliana creando i "tipi" da bar che si incontrano comunque un po' dappertutto. Adatto a tutte le età

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tutto Benni, narrativa umoristica
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Classici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    10 Giugno, 2012
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Una peccaminosa storia d'amore

Dumas, pur considerato da sempre un minore, sfiora il capolavoro con questa storia trasgressiva che risente molto dell'influenza del Naturalismo francese. La descrizione della riesumazione della sventurata e quella della sua morte sono infatti particolarmente crude e ricche di doviziosi particolari.
L'aver scelto come protagonisti per la sua storia, di sapore autobiografico, una cosiddetta cortigiana e un giovane di buona famiglia aggiunge quel pizzico di trasgressione che vietava alle fanciulle bene di accostarsi alla lettura di un libro simile.
Narrazione fluida, scorrevole, intrusiva; il punto di vista adottato è quello del narratore che muove i fili della storia e induce il lettore a vedere le situazioni seguendo le sue vedute personali.
Dumas penetra nella personalità della giovane Marguerite e riscattando lei riscatta tutte quelle donne che dal di fuori , in una società oppressiva e benpensante venivano mal giudicate, spiegando che spesso si era costrette a vendere il proprio corpo e insegnando ad andare ben oltre le apparenze proprio come fa il giovane Armande, simbolo della borghesia più aperta e contrapposto al potere precostituito e parruccone rappresentato dal suo austero padre.
Adattato più volte sul grande e piccolo schermo ha dato alla divina Greta Garbo un'occasione in più per dimostrare la sua bravura recitativa.La versione operistica verdiana è fedele ma si discosta nel finale. Malgrado il libro sia stato scritto a metà del XIX secolo mantiene una sua modernità.

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letteratura francese dell'Ottocento
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Classici
 
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peucezia Opinione inserita da peucezia    30 Mag, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Storia di un giovane aspirante artista

Romanzo semiautobiografico noto in italiano anche con la traduzione del suo titolo originale cioè "Ritratto di un artista da giovane", il libro accompagna il giovane Stephen Dedalus, successivo Telemaco adottivo di Leopold Bloom in "Ulisse" dalla sua primissima infanzia fino ai venti anni quando cioè grazie a un'epifania ( episodio apparentemente banale che però riveste grande importanza rivelativa in chi lo vive) il giovane prende coscienza della sua volontà di diventare artista o meglio scrittore.
La lingua segue l'evoluzione del suo personaggio che all'inizio si esprime in maniera infantile e vive delle esperienze sensoriali (la mamma aveva un bel profumo, il papà aveva la barba si legge nelle prime pagine) per poi evolversi via via nei capitoli successivi fino a toccare le conversazioni filosofiche sulle teorie di san Tomaso d'Aquino fatte tra Stephen e i suoi compagni alla teorie letterarie: l'artista ( per dirla col Flaubert) è come il Dio della creazione che dopo aver creato l'uomo sta a guardare rimirandosi i pollici.
Nome del protagonista fortemente allegorico: Stephen è il protomartire, Dedalus colui che volle volare nella mitologia greca, intriso delle conoscenze "forti" dello scrittore: letteratura europea, filosofia, mitologia e religione, il romanzo è l'evoluzione più diretta e più proiettata verso il futuro della scrittura di Joyce, meno legato al realismo come avviene in Gente di Dublino e più sperimentale per uso di linguaggio e punteggiatura.Imperdibile.

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Gente di Dublino, Ulisse
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peucezia Opinione inserita da peucezia    16 Mag, 2012
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La maschera e il volto

Scritto a fine Ottocento il romanzo contiene l'essenza dei principi propugnati dall'Estetismo incarnati sia nella bella figura di Dorian, il perfetto dandy che in quella di Basil e dell'ambiguo nobile che gli fa da mecenate. Il Decadentismo, altro movimento letterario del periodo è visibile nella languida compiacenza con cui Dorian si abbandona successivamente a un piacere non solamente dannunziano ma in cui non mancano elementi del decadimento e del Male.
Dorian, novello Faust,vende la sua anima per mantenere la beltà del suo viso che ammirazione e invaghimento aveva suscitato nel pittore Basil tanto da impedirgli di mettere in vendita il quadro che ritraeva Gray.
Il romanzo è anche un monito ( e qui Wilde, pur fautore dell'art pour l'art scevra da ogni intendimento moralistico ricade nell'intento didattico tipico degli scrittori a lui contemporanei) ma anche un feroce rimprovero verso la classe alto-borghese che mantenendo le apparenze nascondeva i suoi scheletri negli armadi. Cade inoltre l'adagio kalos kairos che vuol buono ciò che bello appare.
Scrittura scorrevole, in terza persona con uso di dialoghi e , com'è tipico in Wilde, molta ironia sottesa o evidenziata. Lo scrittore abbonda nelle descrizioni degli ambienti ( a sottolineare le sue conoscenze estetiche) dando al lettore la possibilità di "vedere", di "toccare" ma anche di "sentire" ( si pensi all'accurata descrizione del giardino attiguo allo studio di Basil al primo capitolo). Scrittura quindi "sensoriale" decisamente moderna e all'avanguardia.
Romanzo da leggere e conservare. Si consiglia ove possibile la lettura in lingua originale che è tuttavia poco ostica per non perdere l'origintà stilistica di Wilde.

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Wilde, Pirandello, romanzo vittoriani, D'Annunzio
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