Opinione scritta da spanish77

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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    25 Luglio, 2013
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DI NUOVO IN ITALIA

Ho aspettato un po’ di tempo per dare la mia opinione su questo libro perché speravo che la prima impressione non influenzasse eccessivamente il mio giudizio generale. Essendo un cultore di D. Brown e avendo preso atto in anticipo delle locations che avrebbero fatto da sfondo a questa opera, ero sicuramente più ottimista. Firenze, Venezia , Istanbul , i loro monumenti , i loro siti di interesse culturale, il loro fascino e la Divina Commedia che fa da musa al tutto, avrebbero dato vita ad un cocktail ben più gradito se fossero state mescolate nel giusto modo. Le ambientazioni sono senz’ altro suggestive ed invoglierebbero anche il più incallito dei sedentari a visitare le città poc’ anzi citate ma quello che più di tutto mi ha deluso è sicuramente la trama che, più che scialba, risulta essere un po’ troppo intricata; a mio parere in effetti ci sono tante situazioni che ancora non riesco a spiegarmi ed il groviglio di circostanze che porta Robert Langdon a trovarsi a Firenze ed essere inseguito da loschi individui che non si capisce bene se remino in suo favore o contro mi ha lasciato in uno stato piuttosto confusionale. Ci troviamo di fronte ad un Langdon che fino all’ ultimo non comprende esattamente il fine e la bontà delle sue azioni e soprattutto non si rende conto se esse porteranno acqua al mulino del bene o a quello del male. Tuttavia nell’ ottica di questo romanzo non esiste neanche una risposta definitiva a questa ambiguità perché il “male” , così come presentato, sembra quasi una prospettiva inevitabile affinché si possa ristabilire il cosiddetto “bene” collettivo della popolazione mondiale. Detto ciò, i romanzi di Dan Brown risultano sempre accattivanti e seducenti e se talvolta le trame possano destare qualche legittimo interrogativo, la maestria con cui l’autore sceglie i contesti ambientali merita comunque un plauso.

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I LIBRI DI DAN BROWN E GLENN COOPER
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    25 Luglio, 2013
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L'EPOPEA DELLA PASTORA

Questa storia descrive sapientemente l’epopea della rivolta partigiana contro la dittatura franchista nei primi anni del dopoguerra in Spagna. Siamo nel 1956, nelle aspre ed impervie montagne che si intersecano intorno al fiume Ebro tra Catalogna e Comunidad Valenciana. La storia si svolge su due binari che mescolano realtà e finzione romanzesca . In effetti da una parte c’è il romanzo che vede protagonisti uno psicologo francese ed un giornalista spagnolo che vivono ogni tipo di peripezia inseguendo le tracce di un personaggio entrato nella leggenda popolare con il nome di “Pastora” , metà uomo e metà donna , sul cui profilo sessuale fino alla fine non si ha nessuna certezza e dall’altro invece le reali storie accadute a tale personaggio , raccontate in prima persona dallo stesso. Credo che l’autrice , nel descrivere tali eventi , abbia in qualche modo voluto dire la sua sulla guerra civile spagnola , che devastò la penisola nel corso degli anni 1936/39 ma che ha lasciato delle ferite tuttora aperte. È interessante il taglio storico-psicologico che l’autrice conferisce a questa sua opera; sostanzialmente l’approccio è basato sulla descrizione dei caratteri e lo si capisce da come descrive i protagonisti principali del romanzo, in quanto ogni azione commessa ha una causa specifica che va ricercata nell’ambiente sociale in cui tale personaggio è cresciuto ed ha maturato esperienze di vita. Nel complesso, la scrittrice condanna apertamente la dittatura franchista che oppresse grossolanamente il suo popolo, impedendone un sviluppo socio-economico-culturale e da un altro lato descrive le gesta della resistenza

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" Per chi suona la campana "
Romanzi e saggi sulla guerra civile spagnola.
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    12 Gennaio, 2013
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IL RITRATTO DI DAVID MARTÍN

Non so da dove iniziare per descrivere questa storia così bizarra che credo possa essere odiata o amata ma non credo possa lasciare indifferenti. Sorrido quando leggo che questo libro rappresenta il seguito dell’ Ombra del vento dello stesso autore…..perchè sorrido? Perché solo alla fine si comprende che a livello temporale , le storie narrate sono effettivamente precedenti a quelle di Daniel Sempere, e tuttavia nel corso della storia i due romanzi si sfiorano e si toccano in continuazione senza mai però arrivare a compenetrarsi del tutto. Lo sfondo della storia è sempre quello della Barcellona nebbiosa , misteriosa e oscura che ha reso grande ed inimitabile il romanzo precedente, tuttavia i luoghi sono ancora più sfumati e avvolti nella torbida nebbia quasi fino ad assumere sembianze diaboliche…… Stavolta l’elemento sovrannaturale, che nella storia precedente era stato solo sfiorato, è costante durante tutta l’opera; costante ma incerto perché fino alla fine l’autore lascia il lettore abbastanza disorientato a riguardo. In effetti le ultime pagine , che ho apprezzato moltissimo , lasciano veramente intendere molte cose, dico intendere e non capire perché alcune soluzioni possono solo essere supposizioni approssimative. Insomma Zafón ci accompagna, con Il gioco dell’angelo, attraverso suggestioni romantiche , gotiche e poliziesche, a tratti complesse da comprendere e ricordare e a tratti visionarie . In più di un’occasione si rischia di perdere il filo della storia perché i personaggi si accavallano , scompaiono, si sdoppiano e la trama si infittisce a tal punto che si rischia di perdere la pazienza e gettare tutto alle ortiche , ma poi arrivano puntualmente e sapientemente alcune scene a dare respiro e ad innalzare la suspence sollevando di nuovo il livello di interesse e coinvolgimento. Nelle ultime pagine ho anche ritrovato una certa veemenza poetica che l’autore aveva usato in modo più convinto nell’opera precedente, e che mi conferma che Zafón è senz’altro uno dei maestri nel creare atmosfere e sublimare emozioni che vibrano ed elevano l’immaginazione a tal punto che angoscia e sollievo si fondono per formare un’unica meraviglia da vivere ad occhi chiusi.

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L'OMBRA DEL VENTO
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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    08 Dicembre, 2012
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09/02/2027 ...... LA VITA CONTINUA

Il terzo capitolo della saga dedicata alla storia dell’inquietante biblioteca di Vectis si conferma, sulla scia dei due libri precedenti , un libro piuttosto interessante e alquanto movimentato. Protagonisti della trama sono ancora una volta i membri della famiglia Piper , Will , Nancy ed il loro figlio Philip oramai adolescente. Un Will Piper oramai in là con l’età , si gode la meritata pensione trascorrendo gran parte dell’anno in barca , solcando i mari del Golfo del Messico, lontano dalla moglie e dal figlio che preferiscono la vita di città dove Nancy ancora lavora come dirigente dell’ FBI. L’improvvisa ed inspiegabile fuga di Philip verso Londra fa si che Will , da poco riabilitato in seguito ad un infarto, lo segua fino nel vecchio continente . Ebbene qui in seguito a peripezie di tutti i tipi , Will scopre che a Pinn , un paesino della Cumbria , esiste e si perpetua una seconda biblioteca, con dei nuovi scribani e con dei Custodi, i “Lightburn”, discendenti diretti di Clarissa una giovane che a suo tempo riuscì a fuggire da Vectis dopo essere stata fecondata da uno degli inquietanti “prigionieri” dell’abbazia. Will e gli altri scoprono così che la data del 9 Febbraio 2027 non rappresenta una data limite per il genere umano, giacché nella biblioteca di Pinn si conservano libri con le solite date di nascita e morte , che arrivano ben oltre nei secoli. Al plot principale appena descritto , si intrecciano le dispute tra Cina , Usa e Gran Bretagna, che vorrebbero a tutti i costi mettere le mani sui volumi della biblioteca e come se non bastasse , nell’ingarbugliata contesa, si intromettono anche i sorveglianti dell’Area 51 che hanno un conto in sospeso con Piper e la sua famiglia. Come consuetudine , lo scrittore alterna le vicende su diversi piani temporali; entra a far parte del romanzo anche Benjamin Franklin , ambasciatore della Virginia in Inghilterra , che viene a conoscenza della Biblioteca e dei suoi segreti, e dopo aver guardato nel futuro riuscirà a trovare il coraggio per animare a tal punto gli Stati in rivolta contro la madrepatria, assicurando loro la vittoria in un eminente conflitto. Nel complesso la storia è originale ed avvincente , anche se c’è da dire che alcune situazioni, a mio modesto parere, sono state trattate con un po’ di superficialità o con un eccesso di inverosimiglianza. Alcuni esempi?? Beh direi innanzitutto la guerriglia intorno alla fattoria dei Lightburn è piuttosto improbabile , trattata come una scaramuccia tra bande rivali, quando invece si confrontavano tre potenze di un certo spessore. Inoltre non si capisce bene cosa diavolo sia andato a fare il figlio di Will a Londra, o meglio, si danno delle spiegazioni ma sono troppo fragili. Per non parlare del fatto che, l’impalpabile ed insulso genero di Will, Greg, risulta essere una sorta di spia al servizio della Cina. Ed infine questo Will che a sessantacinque anni e nonostante un infarto , è ancora , bello lucido e piacente, con fisico da urlo , in grado di far sbavare qualsiasi donna, in grado di far fronte alle truppe dei Seals, dell’esercito di liberazione nazionale cinese , dell’esercito di sua Maestà, dei sorveglianti dell’Area 51 , dei suoi sequestratori, il tutto legato con delle manette ad un letto, senza armi e nonostante tutto riesce ad uscirne vivo e pimpante , senza farsi neanche un graffio. Ora, nonostante quanto appena sottolineato , non vorrei essere fuorviante e mi voglio ripetere , il libro è intrigante ed appassionante come tutti i libri di Cooper e se stavolta l’autore si è preso qualche licenza in più, beh glielo possiamo senz’altro perdonare…..Buona lettura.

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La biblioteca dei morti
Il libro delle anime
La mappa del destino
Il marchio del diavolo
L'ultimo giorno
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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    29 Novembre, 2012
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Lettura intrigante con finale affatto sconvolgente

Per un amante di atmosfere gotiche e misteriose, il titolo del libro rappresenta un’esca perfetta e con ciò non voglio affatto sminuire il valore del testo. La storia si svolge sullo sfondo della Barcellona contemporanea , e tutto ruota intorno alla vita dell’ ispettrice di polizia Petra Delicado , che si articola in due trame principali che si alternano e si intrecciano continuamente. Da una parte la vita di famiglia, il suo terzo matrimonio , i figliastri ed un marito comprensivo ed affascinante e dall’altra la storia di un duplice assassinio che ha come sfondo un convento di suore. La detective Petra Delicado si trova di fronte ad un caso che per la sua complessità rischia di farla impazzire e di farle compromettere l’ennesimo matrimonio. Gli omicidi di un frate e di una mendicante ed il furto della salma di un Beato, sembrano sin da subito correlati tra di loro , ma la soluzione dell’enigma sembra ben lontana . In effetti i due investigatori (Petra e Fermín) e la loro squadra sono fuorviati nelle loro ricerche da false piste su cui vengono spinti da alcuni personaggi che in realtà si scopriranno coinvolti negli omicidi. A creare ancora più smarrimento e confusione ci si mettono la stampa e una serie di personaggi che intervengono di volta in volta . Gli stessi figliastri di Petra con la loro ingenua sete di curiosità e le ex mogli del suo attuale marito , concorrono ad esasperare l’investigatrice fino quasi a portarla sull’orlo dell’esaurimento. La risoluzione del caso, invece, è lì a portata di mano, più semplice di quanto ci si aspettasse. Che dire , la trama è abbastanza coinvolgente ed i riferimenti storici la arricchiscono notevolmente, tuttavia quando alla fine si scopre il movente del delitto si rimane un po’ basiti e ci si rende conto di aver fantasticato ed immaginato chissà quali intrighi inutilmente, dato che la soluzione risulta molto più banale e scontata ed oserei dire ….terrena. La scrittrice, sfoggia una sapiente capacità nella costruzione dei dialoghi che risultano sempre avvincenti e ricchi di pathos e gli stessi personaggi principali, a mio parere , sono ben caratterizzati anche se poi ne vengono inseriti alcuni (vedi figlio maggiore di suo marito) che sono un po’ alieni alle vicende; sembrano quasi un espediente per scrivere qualche pagina in più. Una lettura intrigante con un finale affatto sconvolgente.

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Thriller, Gialli, Poliziesco in generale
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    30 Settembre, 2012
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TAITA IL MAGO

Altra indimenticabile vicenda che descrive l’epopea egizia in tutto il suo splendore. “I figli del Nilo” rappresenta il secondo capitolo della saga egizia di Wilbur Smith che dopo “Il Dio del fiume” ci concede un secondo episodio per nulla scontato e davvero coinvolgente. Taita abbandona i connotati umani per assumere quelli di un invincibile mago dalle sembianze ieratiche che con le sue prodezze riesce di volta in volta a manipolare gli eventi a suo favore e per il bene delle persone che ama. Stavolta dovrà proteggere Nefer, figlio di Tamose , nipote dell’amata Lostris e dell’amico Tanus (i protagonisti del primo capitolo della saga) . Le insidie che minano la pace e le sorti del basso Egitto stavolta si chiamano Naja , infedele ed indegno amico del faraone Tamose, che traendogli un tranello lo uccide per prenderne il posto , e Trok Uruk che farà la stessa cosa con Apepi, faraone Hyksos che governa l’Alto Egitto e padre di Mintaka, che poi diventerà moglie di Nefer. I due , grazie all’aiuto del buon Taita, danno vita ad un sodalizio forte e ben voluto dalla popolazione egizia, che riesce a sconfiggere quei malvagi usurpatori del potere nonché assassini dei rispettivi padri. Il libro è avvolgente come il suo predecessore e nonostante le 600 e più pagine, si legge avidamente. In alcune occasioni le vicende sono descritte in modo assai crudo , con morti e sevizie di tutti i tipi , una scelta che a mio parere poteva anche essere evitata perché non aggiunge pathos alle vicende ma solo un po’ di sdegno (specialmente se si pensa che tali cose accadevano realmente) ma tuttavia il mio parere conta ben poco al cospetto di chi ha venduto milioni di copie. La saga egizia di W. Smith è davvero coinvolgente e anche se ho letto soltanto due dei quattro libri che la compongono , già so che gli altri non mi deluderanno; non posso dire la stessa cosa per quanto riguarda il film che ne è stato tratto , che risulta veramente un’opera da dilettanti, una pellicola che mortifica le magiche atmosfere create con prodigiosa sapienza dall’autore africano; speriamo che in futuro qualcuno riesca a rendere il giusto omaggio a queste opere fantastiche.

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Ciclo egizio di W. Smith
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    19 Agosto, 2012
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LA GRANDE EPOPEA EGIZIA

Anni fa mia madre mi regalò “I figli del Nilo” ed io dando un’occhiata alla copertina ed alle prime pagine non mi feci coinvolgere più di tanto riponendolo sulla libreria dove raccolse polvere per un bel po’ di tempo. Con l’approssimarsi di un viaggio in Egitto , mi sono ricordato di quel libro che avevo snobbato e messo da parte senza troppa cura ed iniziai a leggere un po’ di recensioni ma ahimè, scoprii ben presto che si trattava del sequel di un’altra opera dello stesso autore; l’opera in questione era proprio “Il Dio del fiume”. Beh scusate questo piccolo prologo ma era per me importante sottolineare la mia diffidenza iniziale nei confronti di tale opera per dare maggior risalto all’esito positivo di questa mia lettura. Beh signori , ecco a voi l’epopea del grande Egitto , un’opera fantastica , avvincente e convincente , che ripercorre abbastanza fedelmente fatti storici accaduti nel 1700 a.c. cc. La triade, formata dal mago - architetto - pittore Taita, dal nobile Tanus e dalla nobile Lostris, accomunata da sentimenti vicendevoli di amore fraterno, fedeltà , amicizia, riuscirà a sconfiggere tutti i nemici che incontrerà sul proprio cammino, allontanando dall’Alto Egitto il pericolo della tirannia interna e la piaga della sconfitta ad opera degli invasori Hyksos. In questa storia , l’autore traccia in modo netto i confini tra il bene ed il male (cosa che nella realtà è sempre molto più sfumata) e ci dice: “questi sono i buoni che lottano per un ideale nobile ed universale , e questi sono i cattivi che tramano nell’oscurità per la loro sete di potere……”, e chiaramente si finisce per tifare per i buoni e non solo……ci si cala nell’azione del romanzo al loro fianco, cavalcando ed urlando grida di battaglia insieme a Tanus, assistendo Taita durante le sue riflessioni ed accarezzando la bella e coraggiosa Lostris nei suoi momenti di sconforto. Certo, talvolta l’azione vera e propria è interrotta da lunghe e particolareggiate riflessioni e descrizioni che tuttavia potrebbero rallentare il ritmo incalzante del romanzo. Io ho apprezzato particolarmente alcune descrizioni relative al paesaggio; su tutte, l’onnipresente sole adorato ed idolatrato come un Dio , che tramonta su un deserto costellato di dune , sassi, rocce e montagne e che evoca un’ambientazione al contempo misteriosa ed affascinante. I brividi mi hanno corso la schiena quando a Tebe (odierna Karnak-Luxor) ho potuto sperimentare in prima persona il tramonto egiziano e vedere le parole W. Smith diventare pennellate che disegnavano le mille sfumature del tramonto. Che libro!!!!!!!

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Romanzi a sfondo storico; ciclo egizio.
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    16 Luglio, 2012
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UN INASPETTATO CACCIATORE DI VAMPIRI

Diffidenza……era quanto provavo nei confronti di quest’opera prima di iniziare la lettura ed invece mi sono dovuto ricredere , ed anche molto perché questo libro mi ha letteralmente rapito. A volte ho addirittura letto lentamente di proposito per fare in modo che non terminasse troppo in fretta. A mio parere un romanzo geniale. Sì geniale, perché la figura titanica di un uomo come Lincoln non viene minimamente scalfita in mezzo a personaggi ed atmosfere fantastiche. Il maggior merito di questo autore, a mio parere, sta proprio nel non avere intaccato minimamente la memoria e la realtà storica del soggetto, affiancando ad essa un’altra dimensione , chiaramente fantastica ed irreale che ben si sposa con la realtà degli Stati Uniti di quell’epoca. In sostanza Lincoln è sì il presidente degli Stati Uniti d’America, che lotta per l’abolizione della schiavitù , (e questo non fa una grinza alla verità storica) ma il suo obiettivo è dettato dall’odio provato per quegli esseri inumani – i vampiri appunto – che negli stati del sud si cibano degli stessi schiavi con il beneplacito dei grandi proprietari terrieri , che in ottica allegorica non sono altro che vampiri. Ma la causa che con maggior forza e dedizione lo spinge a sterminare i disumani succhiasangue, è dettata da un motivo ben più intimo; gli stessi vampiri uccisero sua madre ed altri membri della sua famiglia nel corso della storia. La storia nel complesso è molto avvincente ed i personaggi sono ben caratterizzati. L’adattamento cinematografico che dovrebbe uscire a breve potrebbe essere alquanto interessante……

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Vampiresco
Storia nordamericana
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    16 Luglio, 2012
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APPASSIONANTE

Un buon lavoro a parer mio. Il misterioso protagonista della trama è Ignacio, un mercante di libri e cimeli medievali che è implicato nella ricerca delle quattro parti dell’ “Uter Ventorum” , un libro esoterico che in virtù delle sue doti magiche fa gola a tanti. La storia è ricca di pathos e colpi di scena che si susseguono a ritmo elevato , rendendo così la lettura agevole ed incalzante. I personaggi sono interessanti per quanto indecifrabili, avvolti da una cappa di mistero ed oscurità, che solo alla fine del libro verrà almeno in parte svelata. Atmosfere medievali che si articolano tra castelli, cattedrali, cavalieri templari, intrighi , tradimenti e crudeli duelli. Tuttavia nel finale quando Ignacio svela a Uberto (il novizio che lo accompagna per quasi tutta l’avventura) l’identità del suo vero padre, si rasenta un po’ la banalità che definirei quasi da “Beautiful” ma nel complesso la lettura è stata sempre gradevole e quasi mai scontata. All’inizio temevo che un archeologo (lo scrittore), potesse appesantire i vari passaggi con lunghi saggi del proprio sapere ed invece devo dire che le descrizioni sono sempre calzanti ma mai ridondanti di conoscenze tecniche, come ahimè è accaduto in altri libri che ho letto ultimamente. Ho apprezzato particolarmente, verso la fine del romanzo, il messaggio che l’autore esplicita con l’atto di pentimento dell’aguzzino Slawnik che rendendosi conto dell’inutilità delle efferatezze commesse, rinnega gran parte della sua vita passata e quei poteri forti da cui è stato tratto in inganno. Insomma la giusta misura di ogni ingrediente per una prima opera che merita di essere letta ed apprezzata.

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Romanzi a sfondo medievale.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    16 Luglio, 2012
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Chi non vorrebbe rivedere i propri cari defunti?

Questo Cooper non me lo dovevi proprio combinare!!!! No, in effetti dopo quattro libri letti tutti d’un fiato , questa volta l’interesse da parte mia è stato minore o meglio è scemato velocemente . A parer mio la scelta di ambientare la storia all’interno di un unico flusso spazio-temporale – la trama si svolge perlopiù negli Stati Uniti ai giorni nostri – fa perdere gran parte del fascino a questo romanzo che di per sé non è poi così male. In effetti il nocciolo della storia è originale ed intenso come sempre . Guerra tra buoni (il detective Cyrus O’Malley) e cattivi (capitanati dallo scenziato-santone Alex Weller). Quest’ultimo , in seguito ad un trauma infantile dovuto alla morte del padre durante un incidente stradale, ha speso tutta la sua vita e la sua carriera alla ricerca di qualche metodo o qualche sostanza che permetta a lui per primo e poi a tutta l’umanità di riaprire quello “Stargate” che consenta agli umani di comunicare e magari riunirsi con i propri cari defunti. Tutto lecito, se non fosse che tale sostanza risiede nel liquido cerebrale di persone (meglio se giovani) che stanno per morire e deve essere prelevata pochi secondi prima della morte. Al cinico Weller si oppone la figura di un detective scaltro e risoluto che perderà sua figlia ( già malata ) nel corso della storia. Il tutto è condito da assalti polizieschi , trafficanti di droga, tradimenti e omicidi a bruciapelo, il tutto in perfetto stile Hollywood. Beh…. devo dire che nonostante la storia sia a tratti interessante e commovente, ho sinceramente sentito la mancanza di quei cenni storico-culturali fortemente evocativi che rendono le opere di Cooper di alto livello. Un buon lavoro , ma niente di più.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    26 Giugno, 2012
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VAMPIRA O SEMPLICE ASSASSINA ?

Patito come sono - chiaramente a livello letterario - di vampirismo , atmosfere gotiche e se vogliamo anche di un certo esoterismo, e dopo aver letto la saga de “I diari della famiglia Dracula” di Jeanne Kalogridis ,vi potete immaginare il mio disappunto sin dalle prime pagine della lettura de “La Contessa Nera”. In effetti l’intero libro non è altro che una ricostruzione , seppur in parte romanzata credo, della vita reale della contessa Elizabeth …… anzi Erzsébet Báthory , usando il suo nome nella sua lingua natale. Certo, sin dall’inizio la delusione è stata grande perché pensavo che, da un momento all’altro la donna tutta d’un pezzo interprete delle vicende , si trasformasse in un feroce vampiro, o che al limite si facesse spuntare qualche canino per azzannare le sue giovani prede e fare un bagno purificatore nel loro sangue. Niente di tutto ciò; si assiste semplicemente alla vita di una nobile ungherese che nel XVII secolo, dovette essere madre , moglie ed amante per poter assolvere nel migliore dei modi a quell’incarico naturale che Dio conferisce alla nobiltà. E la contessa era consapevole che per mantenere titoli nobiliari, privilegi, terre, ricchezze e sistemare al meglio i propri figli , doveva circondarsi di poche persone fidate, non abbassare mai la guardia ed esercitare un feroce controllo militare su tutto ciò che le gira intorno e ciò poteva essere ottenuto, non facendosi rispettare, bensì facendosi temere…….e così fu. A farne le spese , secondo la scrittrice e anche secondo le leggende più inverosimili , furono soprattutto le servitrici che accorrevano a lavorare al suo castello, finché un giorno , dopo l’ennesimo avvertimento non rispettato, la contessa venne imprigionata in una cella della torre del castello di Csejthe, laddove era nata, ad opera del suo ultimo facoltoso amante Thurzó. Senz’altro l’autrice del romanzo , concorre a mitigare ed in qualche modo perfino a giustificare le accuse rivolte nei confronti di quella donna che tuttavia la storia ha già “promosso” come la prima serial killer donna della storia dell’umanità. L’autrice del libro in questo senso , si muove con precisione scientifica e con dovizia di particolari spezza una lancia a favore della cosi detta “Contessa sanguinaria” o “Contessa nera”. Il suo risultato è comunque assai interessante ed apprezzabile e credo che celato nelle pagine del libro, si nasconda il forte messaggio dell’autrice che rivendica così la verità storica a scapito di qualsiasi scelta o suggestione inverosimile : “Ecco come una semplice assassina sia diventata una vampira sanguinaria attraverso secoli di invenzioni e menzogne”. Bel romanzo, consigliato agli amanti del genere.

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Dracula di Matei Cazacu
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    03 Mag, 2012
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SI IMPAZZISCE NELL'ATTESA DI CIÓ CHE NON ARRIVA

Come qualcuno ha scritto: “questo libro rappresenta a livello simbolico la metafora della vita”, ed io mi permetto di correggere , di “alcune vite”. In effetti la trama del protagonista va necessariamente associata alla parabola della vita di molte persone. In un palcoscenico rarefatto, la cui percezione dello spazio e del tempo sono abbastanza dilatate, si muove il protagonista della vicenda, il militare Giovanni Drogo, che in giovane età, viene assegnato in modo arbitrario alla fortezza Bastiani , luogo isolato, sconosciuto quasi mitico ed avvolto dal pressoché totale mistero. Già prima di arrivarvi Giovanni mostra tutto il suo disappunto per questa sua nuova assegnazione , ostentando la sua più totale voglia di andarsene quanto prima. Tuttavia una volta arrivato a destinazione, verrà come stregato e soggiogato da quelle alte mura e da quell’atmosfera così decadente che lo circonda. Senza un motivo specifico o una ragione precisa , il protagonista rimarrà in quella fortezza per quasi tutta la sua vita, attratto e stregato da quella vasta pianura che si spiega a nord della fortezza stessa, attratto e sedotto dalla continua suggestione creata dalla possibilità imminente dell’arrivo di un fantomatico nemico che effettivamente mai arriverà, quanto meno non per Giovanni. Questo timore, che spesso si tramuta in desiderio di affrontare un immaginario nemico che viene dal nord , contagia quasi tutti i militari che decidono di passare la loro vita nella fortezza “incantata”, ed è proprio questa smania che li porta a fare cose strane , ad impazzire e talvolta perfino a morire. Nel complesso le vicende che accadono sono ben poche , la lettura può risultare anche un po’ noiosa se non si riesce ad immaginare questa landa vasta e deserta su cui tutti i protagonisti del libro riversano le proprie aspettative. Deserto dei Tartari come parabola di vita perché , capita a molti di rincorrere un obiettivo per gran parte della vita per poi a fine corsa rendersi amaramente conto della futilità di tale illusione……

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spanish77 Opinione inserita da spanish77    13 Marzo, 2012
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SESSO, ALCOOL E CAVALLI.

Romanzo breve e brillante che si legge nel giro di poche ore. Linguaggio diretto , senza tante cerimonie e spesso volutamente scurrile. La vicenda gira intorno alle vicissitudini di Henry Chinaski che in una impalpabile Los Angeles degli anni ’70 è alle prese con il suo lavoro alle poste che gli garantisce una sicurezza economica a cui egli tuttavia non aspira; anzi il sistema capitalista americano, rappresentato in questo romanzo dai serrati ritmi di lavoro a cui si sottopone (o si dovrebbe sottoporre), sembra quasi tarpargli le ali e frenarne i desideri. Ho detto desideri??? Beh forse nel caso del protagonista si può piuttosto parlare di stimoli primordiali, in effetti le cose per cui Henry sembra vivere sono , l’alcool, le donne e le corse dei cavalli. Henry è sicuramente un personaggio interessante, che stimola sensazioni differenti spesso opposte, mi spiego meglio; a volte , a dire la verità quasi per tutto il racconto, lo si detesta e lo si prenderebbe a calci nel di dietro per quel suo atteggiamento così lascivo e menefreghista nei confronti dei sentimenti e degli obblighi a cui la vita lo mette di fronte ma poi in altre occasioni, viene a galla un profilo più sensibile che lo fa quasi apprezzare, anche per quel suo apparente distacco nei confronti dei beni materiali ; virtù questa non proprio comune negli Stati Uniti degli anni ’70. Insomma un personaggio controcorrente che si ama e si odia allo stesso tempo, simbolo ed interprete di una generazione che ha avuto il coraggio di dire la sua in un periodo di grandi rivoluzioni sociali.

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Il grande Gatsby; Colazione da Tiffany ; Diario di un killer sentimentale; Sulla strada
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    09 Marzo, 2012
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FANTASTICA WASHINGTON

Non so da dove cominciare nel descrivere le sensazioni che mi hanno accompagnato nella lettura di questo libro abbastanza complesso ma comunque avvincente. Parto dal presupposto che dopo aver scritto due libri come “Angeli e demoni” e “Il codice Da Vinci” non sia stato facile neanche per Dan Brown riuscire a trovare argomenti validi per affascinare il lettore. Tutto sommato credo che abbia fatto del suo meglio e che il risultato raggiunto sia comunque elevato. Affermavo poc’anzi che si tratta di lettura complessa in quanto si accavallano ed intrecciano tematiche di una certa intensità, prime fra tutte la “Noetica”, che detto in breve è una scienza che studia le capacità del pensiero collettivo concentrato su qualche evento al fine di poterne modificare il destino, e la “Massoneria” della quale lo scrittore cerca di difendere in qualche modo presupposti ed obiettivi. Questa volta il palcoscenico è la fantastica capitale degli Stati Uniti, che ho avuto la fortuna di visitare ed apprezzare e la corsa contro il tempo parte dal dipinto che celebra l’apoteosi di G. Washington nella cupola del campidoglio nell’omonima città per arrivare ad una ipotetica pietra angolare sotterrata nelle fondamenta dell’obelisco posto al centro del Mall che conterrebbe la fatidica parola perduta. Il tutto , passando attraverso una miriade piuttosto intricata di indizi veri e falsi , mappe , anagrammi da svelare , codici e congetture che coinvolgono , simbologie massoniche, alcune opere criptiche di Albrecht Dürer, Isaac Newton , i cavalieri Rosacroce e la Bibbia . Il povero Robert Langdon è coinvolto, anche questa volta in modo involontario, in una drammatica vicenda che suo malgrado lo vede di nuovo protagonista. Un losco e cinico individuo, farà del tutto per portare a termine il suo piano; quello di entrare in possesso di una mitica “parola perduta” che a suo parere potrebbe concedergli l’ascesa al mondo delle divinità. Tale parola è abilmente custodita dai gradi più alti della massoneria , il cui Gran Maestro è proprio (neanche a farlo apposta) uno dei più fidati amici di Langdon, Peter Solomon. Non è stato semplice capire , l’essenza di questa parola perduta in quanto lo stesso autore del libro , ne descrive i connotati in modo piuttosto sfumato, ma dopo aver concentrato la mia attenzione su determinati passi cruciali, posso affermare che per “Simbolo perduto” o “Parola perduta” , si intenda l’insieme delle sapienze celate nei vari testi antichi come il Vecchio e il Nuovo Testamento, e tutti gli altri testi che fanno capo alle più grandi correnti religiose e filosofiche della storia umana. Tali sapienze , definite anche “Antichi misteri” , sono criptate dietro queste grandi opere e torneranno a galla al fine di favorire l’unione dell’uomo con Dio, solo quando i meritevoli saranno in grado di interpretarle. Beh direi che nonostante la complessità dell’intreccio proposto, il libro scorre in modo avvincente in quanto i protagonisti dei libri di Dan Brown favoriscono l’immedesimazione totale del lettore. In effetti , un lettore coinvolto , non può non trovarsi al fianco di Langdon che corre inseguito nei labirinti sotterranei del Campidoglio, non può fare a meno di tentare di risolvere qualche enigma di quelli proposti ed infine non può che tirare un sospiro sollievo quando si celebra inevitabilmente il classico lieto fine.

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Dan Brown. Glenn Cooper.
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    06 Marzo, 2012
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GRANDI PRETESE PER L'AUTRICE - BUONO IL RISULTATO

Data la mia passione per il filone vampiresco , stavo ansiosamente cercando un romanzo che trattasse tale tema , senza che i lineamenti della storia affondassero troppo le radici nell’attualità , al fine di non ritrovarmi a che fare con l’ennesimo vampiro che indossa Ray-Ban e che viaggia su lussuose fuoriserie. Eh sì , ritengo che i vampiri perdano gran parte del loro fascino e del loro mistero nel momento in cui risultino troppo simili a noi e quando li si allontani eccessivamente da quelle atmosfere gotiche in cui sono nati. Da questo punto di vista posso dire che il libro della Kostova non ha assolutamente fallito. Certo non è facile dare alla luce un testo sul vampiro più famoso della storia, con l’inflazione di testi e film che c’è stata nel corso del XX sec., tuttavia la scrittrice riesce sapientemente a tessere la trama di un romanzo che si basa scrupolosamente sulle verità storiche che caratterizzarono la vita del conte e la storia dell’ Europa orientale senza rinunciare affatto alle suggestioni del romanzo. L’autrice, che a mio parere aspira a scrivere una sorta di Sequel del Dracula originario, in qualche modo ricalca la scelta stilistica di Bram Stoker, ossia quella del diario e della forma epistolare che concorrono a formare l’intreccio che da vita alla trama; tutto sommato a volte questa scelta non favorisce la scorrevolezza e la chiarezza degli eventi ed in effetti, in alcuni casi si rischia di confondere protagonisti ed azioni. C’è da dire che le ambientazioni – un po’ di Europa Occidentale e tanta Europa Orientale – danno un fascino particolare all’opera, le cui vicende si svolgono tra biblioteche misteriose e oscuri monasteri. I personaggi sono abbastanza affascinanti anche se spesso indecifrabili, in quanto fino alla fine, nessun lettore giurerebbe sulla buona fede di nessuno di essi. Inoltre , la continua percezione di un Dracula onnipresente ed onniveggente, che spia ma non si rivela ti fa vivere con un alto livello di tensione ed inquietudine un po’ tutta la vicenda. È un po’ come camminare in un lungo ed oscuro tunnel con le spalle al muro; procedere insicuri verso un’oscura meta, guardandosi continuamente intorno con la sensazione costante di essere seguiti e sorvegliati e la paura di essere prima o poi attaccati da un’entità troppo più forte , troppo più grande e troppo più dotata. Ambigua la parte finale in cui la figura del conte finora quasi mistica ed eterea, si materializza in modo repentino , assumendo i lineamenti di un vecchio e colto aristocratico che si serve di “discepoli” per infoltire i volumi della propria biblioteca. Forse il finale poteva avere un esito differente e magari più efficace , ma credo che la scrittrice abbia puntato soprattutto a mantenere alta la tensione emotiva durante tutta la vicenda, arrivando alla fine un po’ demotivata e a corto di espedienti sbalorditivi. Lettura abbastanza faticosa ma trepidante e soddisfacente.

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Vampiresco in generale; thriller a sfondo gotico.
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    06 Marzo, 2012
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ORA FATENE UN FILM

Qualcuno lo accusa di cavalcare temi particolarmente sentiti in questo periodo come la “predestinazione”, “il giorno del giudizio”, il mistero dell’ “aldilà” ecc……. ed io aggiungo che è verissimo e che Cooper lo fa in modo egregio, stuzzicando la fantasia e la curiosità del lettore con trame originali e niente affatto scontate. Di nuovo il detective Will Piper alle prese con la biblioteca dei morti, o meglio, alle prese con un libro che dovrebbe farne parte e che invece genera le ansie di chi vorrebbe occultarne il messaggio. Il detective , oramai in pensione e dedito alla vita familiare, è di nuovo coinvolto in avventure ed intrighi che nel corso della storia hanno coinvolto anche personalità di tutto rispetto come Calvino , Shakespeare e Nostradamus. Questi personaggi , entrano nel racconto in modo del tutto naturale ed affatto artificioso, incastrandosi a meraviglia nell’intreccio proposto dall’autore. Tale opera si presenta, a mio parere, come il “Sequel” di ottima fattura del “Libro dei morti” e come il suo predecessore risulta avvincente ed appassionante. Ritengo che con il “Libro delle anime”, l’autore abbia in qualche modo approfondito ed ampliato alcune tematiche che nel precedente testo non erano state sfruttate in modo soddisfacente. Paragrafi brevi, personaggi interessanti, abilità nell’uso e nell’intreccio dei differenti piani temporali, lessico semplice ma fortemente evocativo e una grande originalità di fondo , fanno di questo libro uno dei più affascinanti ed interessanti che abbia mai letto. Bravo Cooper , avanti così.

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Dan Brown - Gleen Cooper - Douglas Preston & Lincoln Child
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    28 Febbraio, 2012
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IL DESTINO É SCRITTO

Esordio con il botto per Cooper, che con quest’opera, offre al lettore un fantastico intreccio di emozioni. La sua grande versatilità , il fatto di appartenere al mondo del cinema (produttore e sceneggiatore) , i personaggi affascinanti ed imprevedibili ed un epilogo sorprendente, fanno di quest’opera una delle migliori che io abbia letto negli ultimi anni. Storia basata su vari livelli temporali (com’è tipico di tutte le sue opere), si va dall'VIII al XIII sec. dell'abbazia di Vectis in Inghilterra , passando per la Londra e la Washington del 1947, per arrivare agli Stati Uniti dei nostri tempi in cui il detective Piper – vero protagonista della storia – sarà coinvolto in un bizzarro caso di omicidi preannunciati tutti da una cartolina, inviata da un fantomatico Doomsday. Tutto gira intorno al tema del destino; il segreto che si cela misteriosamente dietro tutti gli eventi , trova spiegazione in una antica biblioteca medievale che sembra conservi milioni di testi in cui degli strani monaci nel corso dei secoli pare abbiano annotato date di nascita e di morte di tutti gli esseri venuti e che verranno al mondo, fino ad una fatidica data che potrebbe rappresentare il giorno del giudizio. I continui salti temporali, arricchiscono di interesse l’intera trama, già di per se assai originale e la brevità dei paragrafi favorisce la scorrevolezza della lettura. Il linguaggio chiaro, non particolarmente forbito , molto spesso condito da scene colorite ed espressioni al limite, hanno senz’altro agevolato in più di un’occasione la mia immedesimazione con il protagonista, che pur non essendo un santo (o forse proprio per questo) riesce a catturare la fiducia del lettore e ad accattivarsi la sua simpatia. Leggetelo e leggete tutti i libri di Cooper.

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Tutti i libri di Cooper e Dan Brown.
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Romanzi storici
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    21 Febbraio, 2012
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Oserei dire: "IRRITANTE"

Veramente irritante. Confidavo nelle doti e nelle capacità dello scrittore di cui avevo letto solamente “Il nome della rosa”, opera che mi aveva veramente stregato per lo spessore dell’ambientazione storica e per il fascino della trama. Dopo aver visitato il cimitero ebraico di Praga e la vicina sinagoga, luoghi altamente misteriosi ed affascinanti, pensavo che un’opera ambientata in “cotanto” contesto potesse essere solamente un capolavoro; anzi credevo e credo tuttora che sia più difficile fallire che centrare nel segno avendo a disposizione uno sfondo così suggestivo. Beh mi sono immediatamente ricreduto sin dalle prime pagine del libro che descrive in modo , a mio parere, molto poco convincente, le avventure e gli intrighi orditi da un cinico falsario che si aggira per l’Europa dell’ottocento. Sempre lasciandosi ingannare dal titolo si potrebbe pensare ad atmosfere enigmatiche ed ignote ma il cimitero di Praga, con la sua atmosfera così tetra , fa la sua fugace ed artificiosa apparizione solo una volta, forse due e per poche pagine, fornendo la cornice per un complotto antiebraico che dovrebbe essere alla base della storia. Direi che se si togliessero le inverosimili e a tratti patetiche avventure del protagonista “il capitano Simonini / abate Dalla Piccola”, personaggio affetto da sdoppiamento della personalità, il testo potrebbe benissimo fungere da libro di storia in quanto l’autore non fa altro che sfoggiare le sue indiscutibili conoscenze del Risorgimento italiano e dell’ottocento europeo. Ma non è questo che si cerca in un romanzo, seppur storico. Manca l’incalzare degli eventi ed il susseguirsi delle emozioni, in quanto, avvengono sì decine di omicidi ed eventi di ogni tipo, ma molto spesso sono elementi un po’ fini a se stessi; insomma manca un po’ di pathos, qualcosa che ti faccia sentire protagonista o tifare per questo o quel personaggio. Quante persone che lo hanno iniziato e lasciato tristemente sul comodino del letto! Quanto vorrei aver letto qualche recensione prima di comprarlo evitando così di perdere tanto tempo in un’ostinata e faticosa lettura!! Assolutamente no ….. non lo fate.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    21 Febbraio, 2012
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UN PILASTRO DELLA LETTERATURA CONTEMPORANEA

Ha venduto 14 milioni di copie ed un motivo ci sarà. Ambientato nell’Inghilterra medievale del XII secolo, questo romanzo concentra le proprie vicende intorno all’immaginario priorato di Kingsbridge che rappresenta nell’immaginario collettivo un qualsiasi sobborgo feudale di quell’epoca. Su tale sfondo si assiste a continue, cruente e sanguinarie guerre civili tra le varie fazioni che sostengono l’uno o l’altro erede al trono, tra aristocratici ed umili servitori e tra ricchi e corrotti prelati che antepongono esigenze materiali a quelle spirituali e semplici frati che invece dedicano la loro vita al servizio della loro causa e a quella dei bisognosi. Questo quadro storico, all’interno del quale si svolgono e si intrecciano le vicende sentimentali dei vari protagonisti, contrassegna senz’altro una delle epoche più oscure e più tormentate , non solo della storia inglese , ma di quella europea in generale. La trama ruota fondamentalmente intorno a due personaggi principali, che sono Philip , il buon priore di Kingsbridge e Jack che grazie alla completa fioritura del proprio talento, permetterà il completamento e la definitiva consacrazione della cattedrale. Le fortune del priorato e della cattedrale sono tuttavia alterne , come del resto quelle di tutti i protagonisti della vicenda. Ed proprio questo uno degli stratagemmi stilistici vincenti che permettono all’autore di incollare il lettore alle pagine del libro; facendo sempre presagire che da un momento all’altro le vicende e le fortune di un singolo , possano capovolgersi a favore di un altro, molto spesso suo rivale. Si potrebbe allora pensare che si tratti perlopiù di un romanzo scontato; niente affatto perché le modalità con cui spesso la sorte prende un’altra direzione sono del tutto imprevedibili. I personaggi sono ben delineati, affascinanti e neanche troppo ovvi e la cosa che ho ritenuto più accattivante è che, nonostante ci sia una netta distinzione tra bene e male , ognuno dei personaggi almeno una volta nel corso della storia, compie qualcosa di cui vergognarsi o di cui andare nel complesso poco fiero. L’adattamento cinematografico risulta fedele alla trama del libro risultando così avvincente ed appassionante, pur avendo, per ovvi motivi, un ritmo più incalzante. Leggete il libro e poi vedete la fiction; ne rimarrete gratificati.

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La mano di Fatima
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Racconti
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    17 Febbraio, 2012
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PIACEVOLE ED AVVINCENTE

Semplicemente geniale. Poche pagine ma un concentrato di immagini e sensazioni che ne dilatano la trama in modo avvincente. Linguaggio diretto , senza fronzoli, che a volte colpisce per la sua crudezza. Ironico, in quanto lo stesso protagonista è consapevole del fatto che la sua professione , quella di un efferato killer, mal si sposa con l’improvvisa ed irrefrenabile cotta presa per una giovane ed affascinante ragazza francese. Le ambientazioni sono varie e suggestive, i personaggi hanno tutti un profilo psicologico approfondito e ben definito nonostante la brevità del racconto. Centinaia , forse migliaia di trame hollywoodiane sintetizzate in poche righe. Finale scontato??? A me non sembra poi tanto…..
Lettura veloce e piacevole.

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poliziesco - noir
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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    14 Febbraio, 2012
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TITOLO ALLETTANTE - MA SOLO QUELLO..........

Mi meraviglio di come in libreria si sia dato tanto spazio a questo testo e mi ripropongo di leggere un po’ più recensioni prima dell’acquisto di un qualsiasi altro libro. Non so da dove iniziare per esprimere tutta la mia disapprovazione. L’idea di base e i luoghi citati potevano fornire un palcoscenico stimolante se solo la trama fosse stata un’altra. L’autore si cimenta nella stesura di un romanzo storico in modo un po’ avventato, forse cavalcando un po’ troppo utilitaristicamente la moda degli ultimi anni . Lo scrittore , non ha fatto altro che prendere l’Italia del ‘300 , con i suoi forti contrasti politici e sociali e vi ha gettato sopra e sottolineo il termine “gettato”, Dante e la sua Divina Commedia, i Templari , l’arca dell’alleanza, un po’ di personaggi realmente esistiti ed un po’ inventati e poi, siccome ancora non erano abbastanza gli argomenti di richiamo , perché no …….. “gettiamo dentro al calderone anche un giovane Boccaccio e il capolavoro è pronto”. Ma più che di capolavoro , trattasi di frittata, a mio modesto parere. Non mi permetto di discutere la conoscenza da parte dello scrittore della Divina Commedia, visto che si tratta di un insegnate laureato in Lettere e studioso di Dante; tuttavia i continui richiami al capolavoro (quello realmente tale) del poeta fiorentino sono veramente pesanti e troppo complessi da comprendere anche per un lettore di cultura medio-alta. Se si vuole approfondire la conoscenza dei canti in questi modo , si faccia un saggio e si sollevi il testo dalla sua missione commerciale di romanzo storico . Ma non è solo questo l’aspetto negativo; ritengo che i templari (che se ben inseriti , stanno bene un po’ ovunque) abbiano veramente poco a che fare con questo Dante, in effetti si assiste a forzature palesi o avvenimenti scontati in quasi tutti i capitoli del libro ; forzature che spesso lasciano quasi sbigottiti e ti spingono ad abbandonare la lettura. Anche i personaggi mancano di spessore sia psicologico che drammatico. Dello stesso protagonista , Giovanni, alla fine del racconto, ancora non si è capito che tipo sia e che caratteristiche possegga. In genere in ogni romanzo , ci si affeziona al protagonista principale mentre questo ti lascia veramente indifferente , come tutti gli altri del resto. Non ci siamo , non leggetelo.

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Romanzi storici
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    12 Febbraio, 2012
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INTRIGHI E PASSIONI

Non c’è ombra di dubbio che questo libro possa appassionare gli amanti del romanzo storico in quanto l’ambientazione in una Barcellona medievale la fa da padrona. È lo stesso autore che dichiara di aver seguito per la stesura dell’opera , le “Cronache” di “Pedro III”. Siamo nel XIV secolo e la città catalana è già una babele di razze ed in essa già fervono impulsi commerciali di ogni tipo. Tuttavia i commerci via mare sono quelli che danno lavoro ad un nutrito numero di persone ed è proprio il mare che fornisce un gran numero di spunti alla trama del libro. Il plot principale è quello della scalata e della rivincita sociale che se ne “La mano di Fatima” vedeva protagonista il buon Hernando , adesso in quest’opera vede protagonista l’altrettanto generoso Arnau . Quest’ultimo appartiene ad una famiglia di umili origini, ultimo gradino della classe sociale nella Barcellona del 1300, esposta ad ogni tipo di angherie da parte degli aristocratici della zona che neanche nel giorno delle nozze dei genitori di Arnau mostrano un po’ di pietà. Di qui in avanti il personaggio sarà coinvolto in mille peripezie e le sue vicende vivranno di fortune alterne. Il bambino, poi il giovane ed infine l’uomo Arnau crescerà in mezzo a mille difficoltà, contrasti, tradimenti ed amori , divenendo saggio ed acquisendo saldi principi morali , quei principi che nei romanzi di Falcones sembrano poter acquisire solo coloro che provengono dal nulla e che nel corso della loro vita hanno imparato a soffrire senza mai perdersi d’animo. E poi c’è una fantastica e misteriosa Barcellona, ancora lontana dai fasti architettonici contemporanei ma non per questo meno accattivante. L’azione si concentra intorno alla chiesa di Santa Maria del mare che viene eretta contemporaneamente alla crescita fisica e spirituale del protagonista. Arnau, che contribuisce a costruire la cattedrale con le proprie fatiche ed il proprio sudore, si affida ad essa come un figlio ad una madre e, in una sorta di simbiosi mistica , riesce da essa a trarre forza e coraggio per affrontare qualsiasi difficoltà. Falcones , si propone di sottolineare altri due elementi che animavano la Spagna dell’epoca quali, l’ancestrale accanimento anti-giudaico che pervade a tinte forti diversi passaggi dell’opera e la continua lotta di classe tra servi e uomini che ambiscono a diventare liberi da una parte e padroni e piccoli aristocratici parassiti dall’altra.
In una girandola di emozioni finali, posso solo rassicurarvi che il vostro cuore esulterà.

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Zafón, I pilastri della terra, La mano di Fatima.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    10 Febbraio, 2012
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PROSA E POESIA DI ALTO LIVELLO

Questo libro è un libro magico; non sono stato io a trovarlo, ma lui a trovare me. Passeggiavo svogliatamente tra gli espositori della “casa del libro” di Vigo e me lo ritrovo casualmente in mano. Chiedo il parere ad una mia collega spagnola, insegnante di lingua e letteratura castigliana, e lei stupefatta mi dice che devo assolutamente leggerlo. Ed io non mi tiro indietro. Apro il libro è mi calo subito in un’altra dimensione, quella incantata e seducente della Barcellona degli anni ’40. Una Barcellona stretta tra le nefandezze del post-guerra franchista e il suo glorioso retaggio architettonico modernista. In un’atmosfera grigia , piovosa e a volte tetra, è quest’ultimo retaggio culturale a soccombere all’arroganza della dittatura falangista e dei suoi arroganti scagnozzi. L’ambientazione è assai affascinante in quanto la capitale catalana, seppur descritta con toni plumbei, esercita inevitabilmente un fascino indescrivibile , che si può percepire solamente leggendo la pagine di Zafón. Tuttavia, a mio parere, è la trama a coinvolgere il lettore in modo inebriante. Ci si fa veramente rapire dalle vicende “realmente magiche” che accadono ai vari protagonisti , Daniel su tutti. La formula studiata dall’autore , è quella del libro nel libro. In una sorta di doppia spirale temporale le vicende corrono parallele per poi intrecciarsi e sovrapporsi repentinamente tanto che a volte ci si può confondere sul destino dei due principali protagonisti. Credo che uno degli intenti stilistici principali dello scrittore sia stato proprio quello di trasformare i due personaggi principali e le loro affini vicende in una unica entità, rappresentando così due facce della stessa medaglia, Daniel la più concreta pura e sensibile e Julián , la più misteriosa, eterea ed romantica. Desidero anche sottolineare un altro punto di forza di quest’opera; la sua parte poetica. In più di un’occasione si descrive l’amore che si instaura tra i vari personaggi con parole e concetti semplici che proprio in quanto tali , ognuno di noi ha forse da tempo , seppellito in un angolo del proprio animo. La bravura di Zafón sta proprio nel farli riaffiorare dalle viscere del nostro torpore sentimentale, farceli assaporare e farci riflettere e magari versare anche qualche lacrima pensando a persone oramai lontane che vorremmo ancora al nostro fianco ma che per varie ragioni non potremmo avere più. Non nego che, quando mi sento arido ed ho bisogno di commuovere o commuovermi, ricorro ancora a quelle pagine abilmente segnate sul mio libro, a quelle lettere e a quelle frasi sussurrate tra Daniel e Bea.
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Romanzi storici
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    09 Febbraio, 2012
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MERAVIGLIA ED INCANTO

Assolutamente nulla da invidiare a "I Pilastri della terra"; addirittura superiore per ambientazione storica , a mio parere. Atmosfere rarefatte e dimensioni quasi magiche in quella terra che è incanto allo stato puro. Il triangolo Siviglia , Cordoba e Granada rappresenta, non solo l’essenza della Spagna, ma da sempre il crocevia di tutte le culture che hanno attraversato la penisola. L’essenza andalusa nasce da una mescola di varie razze ed il retaggio culturale di quei territori rispecchia la ricchezza di tali unioni. È proprio all’interno di questo contesto storico-culturale che si sviluppa la storia di Ibn Amid / Hernando e degli altri protagonisti della vicenda. Come nella Cattedrale del mare, la storia proposta da Falcones , è lunga , tortuosa, a volte sembra quasi infinita. Il destino del protagonista principale , il buon Hernando, è in continua evoluzione; fortuna e mala sorte, si inseguono e s’aggrovigliano in continuazione. Tuttavia c’è qualcosa in questo personaggio, forse i suoi buoni propositi e la sua bontà d’animo o forse quegli occhi chiari che pur non vedendoli, aleggiano sul lettore dalla prima all’ultima pagina, che fa sì che si parteggi per lui ogni qualvolta il fato gli è avverso; si è quindi inevitabilmente portati ad odiare tutti i suoi avversari che brutalmente lo bersagliano senza tregua. L’autore ricostruisce sapientemente un periodo di turbolenta storia spagnola, mostrandoci come già allora , cattolici, mussulmani ed ebrei , si scontrassero brutalmente facendo sì che la falsa causa religiosa celasse le motivazioni ben più materiali radicate dietro tali contrapposizioni. La Mezquita di Cordoba è un’altra protagonista assoluta della storia in quanto vicende emozioni e sensazioni le girano intorno in modo vorticoso; essa rappresenta una sorta di talismano da cui lo stesso Hernando trae la forza per affrontare tutte le difficoltà che gli si presentano dinanzi. Sì, durante la lettura di alcuni passi che descrivevano la Mezquita , ho chiuso gli occhi e mi sono ritrovato al suo interno , vagando per le sue lunghe ed interminabili file di archi ; ed ero leggero , ed ero estasiato. Un capolavoro…..

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I pilastri della terra , La cattedrale del mare
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Storia e biografie
 
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Stile 
 
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Contenuti 
 
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    07 Febbraio, 2012
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VLAD III - DISUMANO TRA GLI UMANI

Il saggio di Cazacu concentra la sua attenzione sulla famiglia di Vlad III l’impalatore e ne descrive in modo minuzioso le alterne vicende che la caratterizzarono nel corso dei secoli , concentrandosi soprattutto sugli eventi che accaddero nel corso del secolo XV. Non vengono descritti solo gli eventi che riguardano la sola Valacchia , terra nella quale governò realmente Vlad III, bensì anche quelli che riguardano gli stati europei dell’Europa orientale che in quel periodo si trovavano in continuo contrasto, ossia, Ungheria, Austria, Regni Slavi , Transilvania , Moldavia e Regno Ottomano. Risulta talmente approfondita la parte storica e sapientemente affiancata da continue digressioni a sfondo economico , sociologico e antropologico, che di conseguenza , la piacevolezza e la scorrevolezza del testo vengono a mancare in più di un’occasione. Ritengo che si tratti di un ottimo saggio per coloro che devono indagare a livello scientifico , il personaggio e la società rumena di quel periodo e ne consiglio la lettura in maniera propedeutica a chi abbia intenzione di leggere poi il Dracula di Stoker. Tuttavia , mi sento fortemente di sconsigliare tale lettura agli amanti del romanzo gotico o del thriller storico in quanto, tale opera ricostruisce in maniera cruda e scientifica gli eventi realmente accaduti in quell’epoca ed in quella zona , senza abbandonarsi mai a suggestioni romantiche di alcun tipo. Cazacu, con i suoi documentatissimi resoconti sembra voler definitivamente spogliare del fascino sovrannaturale il conte valacco, mostrandocelo come un essere umano privo di qualsiasi morale o fede religiosa che, “disumanamente”, si macchiò di qualsiasi atrocità ed efferatezza, pur di mantenere il potere ed il controllo nel suo territorio e sulle sue genti.

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SAGGI STORICI
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    06 Febbraio, 2012
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ORIGINALE

Cambio di ambientazione rispetto ai due precedenti lavori. Si arriva in Francia, nella regione del Pèrigord, una zona originale ed affascinante. La trama della storia, anche stavolta abilmente tessuta da Cooper , gira intorno a dipinti rupestri che vengono accidentalmente ritrovati all’interno di una grotta nei pressi dell’ Abbazia di Ruac. Salti temporali di notevole lunghezza articolano anche stavolta lo svolgimento della storia; si va dalla preistoria di 30.000 anni fa fino all’attualità, per tornare di nuovo indietro nel tempo fino al 1100 D.C. e così via. Personaggi prestigiosi, realmente vissuti, si alternano a quelli inventati e fatti realmente accaduti si aggrovigliano a eventi frutto dell’immaginazione dello scrittore. Stavolta in palio c’è la ricetta che conduce all’Elisir di lunga vita, che gli abitanti di un piccolo paese conservano e proteggono ostinatamente , ostacolando con qualunque mezzo chiunque voglia entrare nella loro comunità e così sconvolgerla. Ritengo che la trama , per quanto articolata, sia avvincente ed originale, come in tutte le altre opere di Cooper. Le varie ambientazioni e gli approfondimenti storico-artistici sono curati al punto giusto, tanto da non annoiare un lettore principiante e da non sfigurare al cospetto di chi può vantare qualche conoscenza in merito. Insomma, anche stavolta la giusta amalgama di pathos, mistero ed erudizione, che non deluderà gli amanti della narrazione colma di tensione e “suspence”. Se devo criticare qualche aspetto, credo che in alcune fasi, l’uso fulmineo e repentino della violenza sia stato un mezzo un po’ troppo sbrigativo per abbreviare alcune sequenze dall’epilogo già scritto. In effetti è un po’ bizzarro e forse anche poco conveniente a livello stilistico, il fatto che di punto in bianco vengano a mancare personaggi fino a quel momento funzionali allo svolgimento della trama e quasi sempre la loro fine è crudele , fulminea e straziante. Autentico e misterioso, leggetelo senza farvi condizionare dalle precedenti opere dello stesso autore e troverete che anch’esso merita molto più che un semplice consenso.

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Dan Brown, le altre opere di Cooper, thriller a sfondo storico.
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    06 Febbraio, 2012
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Progenitore di una stirpe

Considerando che quest’opera ha più di cento anni e che lo scrittore non visitò mai i luoghi che dettero i natali al conte di cui si parla, non si può che plaudire a quest’opera e al suo creatore . L’autore riesce a fondere in modo armonioso gli aspetti storici - seppur prendendosi qualche licenza creativa - dello spietato “Vlad l’impalatore” che governò la Valacchia del 1400 (peraltro solo per brevi periodi) con gli aspetti sovrannaturali del vampiro. In questo modo lo scrittore è riuscito a creare un personaggio immortale e apparentemente invincibile; senza dubbio l’indiscusso capostipite di un interminabile filone letterario-cinematografico. Stoker non indaga nel passato del principe per trovare le cause di tanta malvagità (differentemente da quanto si faccia nel capolavoro di Oliver Stone); egli offre semplicemente un prodotto al proprio pubblico , un prodotto che rappresenta l’emblema del male fine a se stesso. La forma epistolare contribuisce a mostrare i differenti punti di vista dei vari personaggi coinvolti nella storia e , anche se talvolta fa si che rallenti il ritmo degli eventi , è un bene che la storia proceda con un ritmo non eccessivamente incalzante, in modo che il lettore possa calarsi nei panni dei vari antagonisti del conte per diventare anch’egli un membro della spedizione che avrà la meglio su quella malvagia creatura. Probabilmente tra gli altri , si cela un messaggio dietro quest’opera ; è come se Stoker volesse farci prendere atto del fatto che , sì il male esiste e talvolta sembra impossibile da sconfiggere ma tuttavia con una salda unione di intenti la comunità può far fronte comune a tanta ferocia e crudeltà. Il film di Stone è anch’esso , a mio parere, un capolavoro, anche se pone in risalto aspetti che nel libro non vengono affatto citati come ad esempio la ricerca delle cause che rendono così malvagio il conte e la sviscerata ed ancestrale relazione sentimentale che lega quest’ultimo a Mina . In sostanza, con un pizzico di oggettività critica, si possono apprezzare entrambe le opere senza rimanere necessariamente delusi da una delle due. Leggetelo , apprezzatelo , calatevi nelle sue avvolgenti suggestioni……

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Vampiresco in generale; romanzi gotici ; mistero ; storia
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spanish77 Opinione inserita da spanish77    05 Febbraio, 2012
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NIENTE MALE

Partendo dal presupposto che i tre libri precedenti sono di un’ottima fattura , anche in quest'ultima opera , l'autore non si smentisce affatto. Il contenuto è avvincente e scorrevole e la tensione è mantenuta sempre alta dalle suggestioni evocate dai continui cambi di palcoscenico; si passa dalla Roma attuale per regredire a quella delle prime persecuzioni cristiane, per poi fare di nuovo balzi in avanti, passando per l’Inghilterra delle guerre sanguinarie tra cattolici e protestanti. Tutto ciò conferisce alla lettura un notevole pathos anche laddove l’autore eccede nell’uso del mezzo fantastico o quanto meno inverosimile. La scorrevolezza nella lettura è data dalla oramai comprovata capacità dell’autore di fornire soluzioni né troppo scontate , né troppo assurde, ai misteri ed enigmi da lui stesso forgiati. Questa volta le macchinazioni e gli intrighi sono portati avanti da una sorta di setta che nel corso della storia ha annoverato personalità eccellenti nelle sue file. Tuttavia va sottolineato che l’approfondimento psicologico dei protagonisti e soprattutto l’indagine storico-artistica dei luoghi e siti archeologici citati non è esauriente come nelle opere passate. Va altresì evidenziata la consistente somiglianza di tale opera, per lo meno per quanto riguarda ambientazione e tematiche trattate , con “Angeli e Demoni ” di Dan Brown. Forse un po’ scontata ma non per questo deludente la parte finale che prelude , probabilmente, ad una seconda parte del libro.

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thriller a sfondo storico, Dan Brown e gli altri testi di Cooper
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