Opinione scritta da Olmo

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Racconti di viaggio
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    20 Ottobre, 2014
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U.N.O.

Wu Ming definisce questo libro un Oggetto Narrativo non Identificato (Unidentified Narrative Object), ed ha ragione. Non è un romanzo in senso stretto, ma nemmeno un saggio. Non è una raccolta di documenti storici, ma nemmeno è pura fantasia. E' tutto questo e molto di più, un libro su di un libro (anzi due), una ricostruzione storica e allo stesso tempo la storia della ricostruzione, è il ripercorrere gli stessi passi di Benuzzi sia storicamente che fisicamente (l'ascesa a Punta Lenana da parte degli autori è ad inizio libro, quando ancora non si capisce bene dove si andrà a finire)
Ed ancora, è un libro che non finisce, o meglio, la cui fine è l'inizio di quello che può essere un percorso personale, fatto di spunti, citazioni, ricerca. il libro che va "completato" a cura del lettore. (il lettore "pigro" può anche non proseguire, Point Lenana ha comunque una conclusione, non fraintendetemi)
Ora, a me questo approccio è piaciuto moltissimo; l'intreccio stretto tra storia e romanzo, dove ci si sforza di immaginare la vita di Benuzzi quando le fonti scarseggiano, ma si rimane comunque in un contesto rigoroso e documentato dal punto di vista storico è qualcosa di veramente godibile. Nel frattempo, contestualizzando la vicenda, si prova anche a smentire quel falso ricordo condiviso che tutti gli italiani hanno del periodo coloniale come qualcosa di sostanzialmente innocuo (il buon soldato italiano ed il cattivo tedesco), o si prova ad assumere un punto di vista "altro" rispetto alla vicenda dell'irredentismo triestino (chi immagina che molti triestini avrebbero preferito rimanere austriaci dopo la prima guerre mondiale?).
Da leggere, provateci e vedrete che vi sorprenderà, dopo avervi inizialmente spiazzato.

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A chi ha difficoltà con la storia, un modo diverso di affrontarla.
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Romanzi
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    14 Ottobre, 2014
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L'orrore


L'orrore, quello dell'esclamazione di Kurtz in "Cuore di Tenebra", è il vero protagonista del libro. Non Batiza, non Minuto; l'orrore.
L'orrore dell'abituarsi a tutto, l'orrore dello sfruttamento della violenza, l'orrore della riduzione in schiavitù e dello svilimento completo dell'umanità. il libro è un viaggio alla scoperta di un'umanità degradata, fatta di vittime e carnefici, di persone la cui vita vale meno di quella di un cane.
Chiunque, se dovesse pensare di uccidere un uomo a mani nude, proverebbe repulsione ed orrore. Ma siamo sicuri che anche questa non possa diventare una routine, o addirittura un divertimento, senza che per questo noi diventiamo dei mostri?
Questa è la sfida che si propone la Barbato nel romanzo - e in cui riesce; condurci attraverso le fasi dell'orrore e lentamente mostrarci Batiza che cambia, ma che non si trasforma, e mantiene l'equilibrio (non uso una parola a caso) di fronte al male assoluto - cosa può esserci di peggio dell'uccidere con le proprie mani?
Troverete risonanze con mille altri romanzi, con Fight Club, Le Benevole, con Hannah Arendt, ma vi troverete spiazzati comunque. perchè la "banalità del male" non è esemplificata da uno psicopatico americano o un tranquillo imprenditore tedesco, ma da un ragazzo che potrebbe essere nostro figlio o fratello. Qui ed ora. E contro di questo, contro l'orrore, non c'è salvezza. L'orrore vince.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    24 Gennaio, 2013
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Nove draghi

Prima di tutto: perchè diavolo, come al cinema, i titoli devono essere diversi dall'originale? Piemme ritiene che Nove Draghi non sia un titolo abbastanza "appealing"? Oppure ritiene Connelly un ottimo autore ma uno scarso titolista? Vorrei tanto che qualcuno me lo spiegasse, perchè trovo incredibile questo vizio! E io tutto il tempo a guardare la copertina e domandarmi il perchè del 9 infuocato.... già perchè i lungimiranti editori cambiano il titolo ma la copertina rimane la stessa! E se guardate la voce di Wikipedia su Connelly, quasi tutti i suoi titoli sono trattati in questo modo...
Che poi "nove draghi" c'èntrano con la trama, eccome, ma il respiro? Bah, lasciamo perdere. Questo è il secondo dei tre libri che mi sono scaricato grazie a Mondadori e Kobo, e non mi è dispiaciuto.
Normalmente non vado pazzo per i thriller americani, (e forse non avrei mai comprato questo libro), per cui il mio giudizio potrebbe sembrare distorto; inoltre per dare un giudizio di 5-5-5 devo essere di fronte ad un capolavoro della letteratura mondiale, e questo, non voletemene, non lo è.
Rimane però un libro godibilissimo, con una definizione del personaggio di Harry Bosch che mi ha lasciato sorpreso positivamente. Credibile, ecco il suo merito principale. Non il solito eroe senza macchia e senza paura, ma una persona vera, in alcuni casi addirittura antipatica, che fa cose (da poliziotto) che chiunque nella stessa situazione farebbe.
La storia è purtroppo un po' fiacca, il colpo di scena finale non mi ha sorpreso più di tanto, mentre la narrazione è ben scritta, con un buon ritmo, anzi con un ritmo perfettamente adeguato alle varie situazioni: veloce ed asciutto nelle scene d'azione, descrittivo quando serve, mai didascalico o prolisso. Immagino, come si è già scritto in altri commenti, che l'avrei apprezzata di più conoscendo il personaggio ed i comprimari, che ricorrono lungo i libri di Connelly; ma questo non mi ha impedito di apprezzarlo.
Buon libro, ma non è la mia tazza di tè, come direbbe un inglese....

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Romanzi autobiografici
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    16 Gennaio, 2013
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Ricordi

Premessa: il libro non mi è piaciuto molto ma ne consiglio lo stesso la lettura. "E perché dovremmo comprare e leggere un libro che non ti è piaciuto?" vi chiederete. Per almeno due motivi. Il primo è che un libro vale sempre la pena di leggerselo, anche e soprattutto se non ti ha convinto fino in fondo (a parte alcune eccezioni ovvio, ma non così scontate). Chi, ad esempio, potrebbe qui consigliare la lettura di un Harmony? Eppure molta gente li trova rilassanti ed adatti a momenti particolari della propria vita...
Il secondo motivo è che il libro ha molti aspetti interessanti, spazia su argomenti importanti e che vale la pena approfondire: ricordi e sapori siciliani, bellezze architettoniche e conseguenti scempi, sesso e femminismo, e anche, ebbene sì, la mafia. Peccato che la Maraini qui non si curi di approfondire, o meglio lo fa in modo non organico e disordinato. Il libro è più uno stream of consciousness in cui si passa da un argomento all'altro, senza che appaia un senso logico al tutto, se non quello della scia dei ricordi, come in un sogno in cui io capisco benissimo la serie degli avvenimenti, ma se provo a raccontarlo tutto il senso scompare. E' troppo autobiografico, ecco; non sono riuscito a calarmi nella storia e per questo non ho goduto del libro.
Poi comunque è scritto bene, in uno stile leggero ma preciso, che tiene insieme ricerche storiche e detti popolari, è scorrevole (a parte forse qualche volta dove si parla di tutti i parenti siciliani), è in fondo anche un libro di denuncia, sugli abusi edilizi fa anche qualche nome (ma non aspettatevi chissà che), ed è, come potrete leggere dovunque, un atto d'amore per Bagheria e la Sicilia.
Che poi sia coinvolgente o godibile, ecco, questa è un'altra storia.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    16 Gennaio, 2013
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Una sorpresa! (dietro l'altra...)

Ho avuto per le mani questo libro in formato ebook, per gentile concessione di Mondadori che all'acquisto di Kobo ne regala 3 (su 8 tra cui scegliere...) e quindi l'ho letto "alla cieca" senza nulla conoscere dell'autore e dei suoi precedenti lavori.
Non c'è che dire, Fitzek è maledettamente bravo a scrivere. Capitoli corti, ritmo incalzante, ad ogni cambio di capitolo un colpo di scena o un cliffhanger che non ti permettono di smettere di leggere, fino alla sorpresa finale ed all'ultimo cambio di prospettiva. Ho perso ore di sonno per finirlo in due giorni...
Nonostante questo però il libro ha alcuni punti deboli, nei personaggi e nel plot (non certo nell'intreccio, semplicemente perfetto). Sarà che ormai dopo Hannibal Lecter e i suoi esimi colleghi è tremendamente difficile trovare un "cattivo" veramente originale, ma a me lasciano sempre un po' perplesso i villain che sono nel contempo supereroi e fanno sempre perdere le proprie tracce alla polizia, come se non dovessero mai fare la spesa nè prelevare dal bancomat. Il protagonista Zorbach è disegnato bene, anche se pure lui ha dei momenti in cui un WTF (scusate l'inglesismo, ma non c'è altro modo) ci sta bene. Gli altri personaggi, a partire dalla massaggiatrice medium e cieca, che ha più risorse di Daredevil, bah, mi sono sembrati piuttosto appiattiti come sogliole. Il plot ha dei momenti un po' forzati, anche se comunque il finale ripaga l'attesa e molti dubbi li risolve brillantemente.
In conclusione, come libro per distrarsi dalle quotidiane amarezze va benissimo: Fitzek, ti sei guadagnato un lettore!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    28 Giugno, 2012
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Non mi ci ritrovo

Ho appena finito il libro, e leggendo i commenti inseriti non mi ci sono ritrovato.
A me il libro non ha entusiasmato, ma c'è del buono; se fosse un film, direi che il soggetto e' ottimo, mentre la sceneggiatura lascia a desiderare.
La trama e' nota: arriva una telefonata a RMC durante una trasmissione seguitissima che presenta l'assassino e da il via ad una sequenza di omicidi brutali ed apparentemente insensati; un detective monegasco ed un agente FBI si mettono sulle sue tracce ed alla fine lo trovano.
Detta così e' banale, ma la forza del romanzo sta proprio nella modalità stravagantemente cruenta degli omicidi, insieme inaudita ed affascinante, che porta a chiedersi cosa possa spingere un uomo a commetterli, e come.
La prima domanda, il cosa, ha un accenno di risposta all'inizio del romanzo e spiegata (piuttosto forzatamente secondo me) alla fine; la seconda, il come, e' la parte meno riuscita; lascia molto dell' inspiegabile non spiegato, come se in un giallo tipo "omicidio in una stanza chiusa" non si spiegasse come sia potuto avvenire il delitto ma solo chi lo abbia commesso.
Al contrario di quanto detto da altri, le descrizioni dei luogh non sono la parte peggiore della prosa, anzi spesso sono ben riuscite; i dialoghi mi hanno lasciato invece molto perplesso. Non riescono a definire i personaggi, sembra che parli sempre la stessa persona, che tra l'altro usa frasi fatte e termini piuttosto datati e che si sforza di fare dell'ironia non sempre plausibile ne' appropriata.
in conclusione, questo romanzo può andare benissimo per una lettura da relax in spiaggia, a parte che si sospenda (in alcuni caso di molto) l'incredulità nei confronti di una vicenda a tratti appassionante ma spesso poco chiara.

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Letture poco impegnative, da spiaggia
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Racconti
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    04 Aprile, 2012
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IL libro. Punto.

Avete presente quando vi chiedono "quali libri portereste su di un'isola deserta?"
Ecco, questo è il mio. Non me ne servono altri. L'ho letto decine di volte ed ogni volta è meglio della precedente. Lo so a memoria (e stento a parlare di Memoria, c'è un solo uomo che ha diritto di parlarne, e quest'uomo è Funès) ma ogni volta mi sorprendo a scoprire nuove sfumature, o a gustare ancor più pienamente le vecchie... ma basta parlare di me.
Se cercate Borges in un'enciclopedia, in genere trovate tigri, specchi, gaucho, labirinti e riferimenti colti (veri o fittizi che siano). E questo c'è anche qui, ma pensare che sia tutto qui è come dire che un uomo sia idrogeno, ossigeno, carbonio, azoto e cento altri elementi chimici. E' vero, ma direste che un uomo è solo questo?
La dimensione di Borges è il racconto, e qui raggiunge forse i migliori esempi che si possano trovare nella letteratura mondiale. Prosa curata, efficace, precisa, meno descrittiva che evocativa, in poche pagine ti fa entrare in un mondo alternativo, in una biblioteca inimmaginabile ma non infinita, in una città dove il caso regna sui destini dei suoi abitanti, in un giardino dove si incrociano molti destini, in casa di una persona particolarmente brava a ricordare, e molto altro ancora. E una volta finito il racconto ti trovi lì, dov'eri prima, ma con una consapevolezza diversa della tua vita e delle mille possibilità dell'ingegno umano.
In questo libro c'è un mondo, ci sono molti mondi: Borges li racconta per accenni, per indizi, per accumulazioni successive; sta poi al lettore comprendere e completare, per arricchirsi e godere di questo fantastico narratore.

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Romanzi
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    03 Aprile, 2012
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Baricco si o Baricco no?

Allora, so già di attirarmi le ire di molti Baricchiani là fuori. Ed in effetti ho letto questo libro su invito di un Baricchiano di ferro.
Però... però... questo libro mi ha confermato in quello che pensavo dell'autore (di cui avevo letto alcuni articoli su Repubblica, il suo saggio a puntate sui nuovi barbari e il libro Seta), che per carità, scrive molto bene, usa le parole giuste, belle, non ce n'è mai una di troppo; e però c'è come un non detto, un non scritto, un compiacimento sottinteso che dice: io sono veramente bravo e lo so, e se voi non ve ne accorgete siete voi che siete ignoranti.
Ora, sono sicuro che Baricco sia una persona splendida, ma come autore mi rimane sempre questo dubbio quando leggo un suo libro.
Il libro, ripeto, è bello, ci sono molte invenzioni e la trama è intrigante, fino alla sorpresa del finale; va letto, ve lo consiglio e spero che a voi non succeda quello che è capitato a me e mi rispondiate "ma va là, sei presuntuoso e pieno di preconcetti". Lo spero davvero, così almeno mi renderò conto dei miei pregiudizi e proverò a riprendere in mano questo libro!

Per concludere: scrittura eccellente, un po' "alta" in alcuni casi, ma che sicuramente merita almeno un tentativo. Se poi va male, beh, benvenuti nel mio club!

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Romanzi
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    01 Aprile, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Un romanzo diverso dal solito

Lo dico subito, non è il mio tipo di romanzo. Però mi è capitato tra le mani e l'ho letto (una possibilità la si dà a tutti no?) (Bè ecco, a Moccia non la dò, ma come darmi torto?)
Comunque l'ho letto, e sono stato sorpreso. Scorre bene, c'è un bell'intreccio, la storia è appassionante, insomma mi è piaciuto. Non sarà un futuro Nobel per la letteratura, ma se non ci fosse la letteratura di genere, chi leggerebbe?
La storia è ben riassunta e non mi pare il caso di svelare di più, quindi passo a un paio di commenti.
I dialoghi mi sono molto piaciuti, spontanei e freschi, soprattutto nel rapporto padre/figlia (si direbbe quasi che l'autore ne sappia qualcosa...). Alcune esagerazioni didascaliche non rovinano la sensazione generale di autenticità degli scambi.
L'intreccio è ben fatto, si arriva alla fine scorrevolmente, l'attenzione è sempre sollecitata da nuovi avvenimenti. I personaggi sono ben disegnati, qualche approfondimento in alcuni casi ci sarebbe stato bene e in alcuni momenti si rischia di scivolare nella macchietta, ma si tratta di personaggi estremamente secondari, e la cosa importante che tutti i protagonisti hanno una ben definita personalità, ben espressa anche nei momenti descrittivi e di approfondimento "psicologico".
Insomma un buon libro, che può far passare qualche ora di svago e aiutare un po' a riscoprire e confrontare le proprie emozioni (e perchè no, ricordarsi di quando ci siamo innamorati...)

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    29 Dicembre, 2011
Top 500 Opinionisti  -  

Chi sono io?

Cosa succederebbe se d'un tratto non vi ricordaste più degli ultimi 12-15 anni? Buffo, no? i soldi che sembrano "quelli del monopoli", i taxi che da gialli sono diventati bianchi, internet, ipod ipad e quant'altro...
Ma anche non ricordarsi più di chi ti sta accanto, mogli e colleghi, qual è casa tua, quali le tue abitudini....
Questa è la premessa del libro di Sandrone Dazieri, che poi piano piano si sviluppa sulla falsariga delle avventure del Gorilla, con una serie di personaggi di varia umanità (tutti assolutamente credibili), un oscuro delitto da risolvere, ed il lieto fine (che poi tanto lieto non è).
La cosa interessante è che in questo libro il tema del doppio, tanto caro a Dazieri, si sviluppa con una piega insolita, ovvero la vita di Saint e la testa di Santo Trafficante, in una versione di ancora maggiore incomunicabilità dell'usuale rapporto Sandrone/Socio. E ancora più "reale": a quanti di noi non è mai capitato di pensare ad un'amnesia, quanti film ne parlano? In questo libro l'amnesia non è totale, ma rivela la vecchia personalità del protagonista, innescando un processo di autoanalisi e valutazione del proprio passato (e presente) di cui altrimenti non ci si renderebbe conto. Si pensa sempre al proprio passato come coerente con quello che siamo diventati, ma è poi così vero?
Il libro è scritto bene, nello stile moderno, umoristico e "di strada" di Dazieri, l'intreccio è piuttosto limitato per far risaltare il vero intreccio, quello della propria mente, e la storia è piuttosto interessante, pur con qualche alto e basso, ma i colpi di scena finali meritano l'attesa.

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gli altri libri di Dazieri, ma anche a chi piacciono i gialli non banali, e a chi ha un po' di nostalgia della Milano degli anni 90
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Olmo Opinione inserita da Olmo    28 Dicembre, 2011
Top 500 Opinionisti  -  

Chi sono i buoni?

Se mi dicessero: "ti piacerebbe leggere un libro giallo dove a metà del libro sai già chi è l'assassino?" risponderei "Ma stai scherzando, vero?". Invece no. In questo caso la metà del libro segna una svolta, uno stravolgimento delle certezze, un ribaltamento dei canoni che lascia spiazzati, ma che ti fa apprezzare ancora di più quello che segue.
Giuditta è un medico legale, tra CSI e Quincy, a cui sono affidati i casi del cosiddetto "seviziatore", e la seguiamo attraverso le prime indagini fino a quando a metà libro il killer ha un nome ed un volto. E, come dicevo, questo è l'inizio dell'incubo per Giuditta e gli altri protagonisti, un incubo reale fatto di false prove, depistaggi, infatuazioni e storie d'amore con personaggi che non esistono (almeno ufficialmente), incubo che fa reggere la tensione al romanzo fino alle ultime battute, con l'ultima parola a ribaltare per l'ultima volta il senso comune ed i suoi inganni.
Libro di bellezza rara, non apprezzato solo da chi cerca una storia alla Holmes o Poirot e si trova privo di riferimenti per poterlo capire, scritto bene e sceneggiato meglio (il plot, per usare un inglesismo, è ai limiti della perfezione), lo consiglio a tutti quelli che da un libro "giallo" non cercano solo di fare a gara con l'ispettore per vedere chi è più bravo, ma che sanno apprezzare l'approfondimento psicologico e si lasciano tentare dal lato oscuro, senza mai essere sicuri della parte dalla quale stanno i buoni.

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Carlotto, ma anche ai fan di CSI
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