Opinione scritta da il_viso_accadde
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Pregiudizi avvilenti
Diversamente da come è solito fare, in questa recensione non voglio parlare di trame, personaggi, focalizzazioni o altro. La inizierò, invece, mandando con molta pacatezza a quel paese tutte quelle persone apatiche e amorfe che, oltre a non prendersi la briga di leggere dei romanzi impegnativi, cercano in tutti i modi di demoralizzare chi avrebbe voglia di farlo. Se fossi rimasto ad ascoltarle, probabilmente adesso starei ancora sfogliando i libri per la fascia di dodici anni. I romanzi dei grandi autori stanno diventando quasi dei tabù, perché si evitano a tutti i costi linguaggi ostici e trame noiose. Io stesso, appena ho letto il titolo in biblioteca, ho associato Dostoevskij a "mattone", ma non per esperienza, perché avessi letto "L'idiota" o altro, bensì per sentito dire.
Non ha senso limitarsi alle letture "commerciali", quando con un minimo di volontà si possono affrontare i classici, cioè, ricordo, quei romanzi che addirittura sono stati elevati a modello, riletti dopo decenni, secoli e millenni! Non sono le copie vendute a determinare la qualità di un romanzo!
In conclusione, se volete voglia di un bel libro, leggete "Delitto e castigo" e fregatevene di quello che dicono gli altri. Non bisogna pensare che affrontare Dostoevskij sia un'impresa impossibile, e ancora meno credere che chi ne ha il coraggio sia un masochista!
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Magari non fosse realistico..
Com'è risaputo, niente influenza l'autore più dell'epoca in cui vive. Quindi, cosa aspettarsi da un romanzo di metà '900? Guerra? Armi? Bombe? Un Frederic Herny deluso (riferimento a "Addio alle armi" )? Un amico ritrovato? Una ragazza di Bube? Che noia!!!
Io adoro Hemingway, ma finalmente si legge qualcosa di diverso! Finalmente un romanzo con un bello stile, una trama avvincente, contenuti importanti e un modo originale, diverso dai soliti mattoni, per criticare la guerra!
Gloding non ha mostrato come i conflitti, mondiali o meno, possano influenzare, distruggere la vita degli uomini, ma ce ne ha indicato l'origine nel male che risiede nell'uomo, indipendente dall'età o dal luogo. E così anche dall'innocenza di un gruppo di ragazzi può scaturire una guerra. Di sicuro non è un libro ottimista, ma le armi derivano dal male, non ne sono la causa.
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L'immagine dell'adolescenza
Non capisco come si possa commentare negativamente i contenuti di questo romanzo...
E' vero che tutto ruota intorno alla figura di un adolescente ancora immaturo però, in fondo, l’apatia è appannaggio dei giovani, no? Non si può criticare Salinger, visto che considera l’Holden come l’alterego delle sue travagliate esperienze adolescenziali! Ha creato un personaggio che racchiude in sé tutti i pregi e i difetti di quando eravamo giovani. Come si fa a non riconoscersi in lui, nei suoi sentimenti, o nel suo immotivato disprezzo per le cose più insignificanti? ("Se c’è una parola che odio è eccezionale. E’ talmente fasulla" , "La storia dell’odio è sbagliata. Sbagliatissima. Non odio mica tanta gente, io. Posso odiarli per un poco magari, questo sì ").
Proprio da questa volontà dell'autore deriva uno stile particolare, un lessico informale e colloquiale, per il quale, tra l'altro, è stato già molto criticato all'uscita del romanzo.
Può non piacere, ma dei contenuti e dello stile non si può dire niente. Io lo consiglio.
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Un crescendo di stanchezza
Un libro che non offre alcuno spunto di riflessione concreta, un ripetersi continuo di fantasie demenziali e parzialmente originali, che alla lunga stancano.
Un libro davvero restrittivo, adatto all'esclusiva lettura da parte di ragazzi molto giovani o di adulti molto fantasiosi. Sconsigliato ad un adolescente, che lo troverebbe paradossalmente piatto nella fantasia su cui si basa.
Per chi volesse, sconsiglio di leggere tutti i racconti nell'unico volume; la fatica fisica di leggerlo (mi riferisco alle 1154 pagine) non permette di apprezzarlo appieno, sempre che sia possibile.
Un merito è di essere la base per i film: sono racconti che si basano sull'apparenza grafica, più che sui contenuti morali.
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La fine di un'emozione
Serve commentare?
L'uscita dell'ultimo libro della saga era ormai attesa in tutto il mondo e sicuramente un motivo ci deve essere stato.
Le idee dell'autrice non sono mai risultate banali, è riuscita a distribuirle efficacemente e mai in modo ripetitivo. Certamente il genere non è per tutti ma, allora, si parla di soggettività e la critica deve avere dell'oggettivo per aiutare a scegliere un libro.
La mia generazione è cresciuta con questo personaggio, ma è bello vedere come venga apprezzato da tutte le età.
Penso sia un peccato affrontare i libri avendo prima visto i film.
Da leggere, davvero, se si ha già letto i libri precedenti.
Un consiglio è di leggerlo anche in lingua inglese; penso sia molto costruttivo.
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Suicidio che si basa sull'originalità
Senza dubbio un libro coinvolgente, che attira l'attenzione già dalla trama. Da questo punto di vista non delude le aspettative. Non mi sento comunque di dare un voto alto a letture che non siano classiche o particolarmente riuscite.
L'idea è molto molto originale, i contenuti attuali. Suicidio è una parola che si sente spesso al giorno d'oggi; nei giornali, alla televisione. Certo, le motivazioni che stanno alla base di un suicidio dovrebbero essere radicali e concrete; io le ho trovate scialbe nel libro in questione. Un continuo di sofferenza e sensi di colpa toccati a questo povero co-protagonista. Che dire, ha avuto la sfortuna di innamorarsi di una ragazza che pretendeva troppo dalla vita.
Nonostante ciò, ritengo sia da leggere, per l'originalità delle idee, da ammirare.
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Divertirsi leggendo(lo)
Originale, ironico, ameno: fantastico.
Davvero divertente, non può assolutamente stancare. Molto leggero, linguaggio semplice. E' un piacevole alternarsi di sequenze dialogate e narrative, anche se le prime predominano nettamente. Si legge in un pomeriggio, d'un fiato.
Certo, i contenuti non sono particolarmente importanti ma, in ogni caso, piacevolmente sottili. Assolutamente non demenziali, hanno un fine critico e ironico ben preciso, intuibili anche da un lettore inesperto.
Bisogna leggerlo, di certo non costa fatica.
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Non fermarsi alle apparenze
Ho sempre sentito parlare bene di questo romanzo ma, allo stesso modo, male per quello che riguarda lo sviluppo dell'intreccio: un libro ostico, che stanca, prosaico. Non sono per niente d'accordo.
Il linguaggio non si può assolutamnte definire astruso. Beh, sì, talvolta la minuziosità delle descrizioni è eccessiva. Questo, però, non dev'essere una limitazione: deriva dalla scelta stilistica dell'autore.
Un romanzo in parte autobiografico che coinvolge il lettore nella vita del protagonista, tra le vicende della guerra e quelle amorose. Un coinvolgimento che, data la drammaticità del finale, lascia quasi con l'amaro in bocca.
Non voglio dire altro, sennò vi rovino la lettura.
In conclusione, dai 14 è abordabile per tutti (se non vi fate influenzare da chi, magari, non lo ha neppure letto).
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Stima per i critici!
Fondamentale?
Beh, lapalissiano, leggere dietro le righe. Non si può apprezzarlo al meglio senza conoscere un minimo la storia di cui implicitamente tratta. Io ho studiato la storia della Russia in terza media, adesso ho quindici anni. Vi garantisco, sono bastate quelle dieci-venti facciate del libro di storia per farmi sorridere, ridere, quasi piangere sopra questo romanzo.
I contenuti sono estremamente critici. Da certi punti di vista, un libro simpatico, un po' ironico, ma da altri ...
Penso che dovrebbero leggerlo o rileggerlo tutti, non solo noi giovani, tanto criticati al giorno d'oggi: sarebbe utile per ricordare ...
Questo libro è un ricordo, un ricordo che è paradossalmente distopia e che, si spera, non torni realtà.
Lo consiglio quindi a tutti: è breve, ma aiuta davvero. Limitante a mio parere solo per i motivi che ho scritto prima.
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Essere convinti è condizione necessaria
Uno dei grandi della letteratura italiana.
Interessante, di facile lettura, attuale, tutto quello che si può dire ma, a mio parere, è fondamentale che la lettura non venga presa alla leggera; il linguaggio è estremamente abordabile. Tuttavia, non si può dire lo stesso della trama.
Non presenta grandi enfatizzazioni nello sviluppo dell'intreccio, per cui alcuni lettori potrebbero quasi definirlo piatto. Non lasciatelo alle prime pagine, sarebbe un errore. Vale davvero la pena di resistere fino alla fine, Svevo fa immedesimare tantissimo nel personaggio, per quanto possa piacere.
Se ci si aspetta un romanzo che tiene viva l'attenzione, meglio cambiare libro.
Se c'è convinzione, bisogna leggerlo, i classici non si chiamano così per niente.
Leggerlo a 15 anni ed è stato abbastanza impegnativo finirlo. Consiglierei 16-17.
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Uno stile che non muore mai
A mio parere di studente, la scelta di un autore straniero è la migliore che un lettore inesperto possa fare, poiché la traduzione permette di evitare il linguaggio ostico di una lettura in lingua originale.
Se non si ha una conoscenza dell'inglese che ne consenta pienamente la comprensione, è un peccato perdersi tra le righe. Ci si può benissimo accontentare della traduzione, come ho fatto io.
Il personaggio è estremamente interessante e la focalizzazione zero usata da Wilde esprime efficacemente i cambiamenti del protagonista nel corso della storia. Non ci si può annoiare, non con un intreccio del genere.
Io l'ho letto questa estate e lo consiglio dai quattordici in su. Piuttosto di non comprenderlo appieno, meglio comunque aspettare qualche anno in più.
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