Opinione scritta da floria di tosca
24 risultati - visualizzati 1 - 24 |
Obesession
Credo che il tradimento sia il più vile dei crimini. Provo a spiegarmi meglio per non lasciare dubbi.
Non sono una bigotta; non mi scandalizzo per l’uomo che lascia la sua donna per una gonnella di migliore qualità - a suo dire. Né per la donna che cede senza troppi tentennamenti a una bella sviolinata tzigana fatta dal tipo conosciuto all’ultima ora, venditore di complimenti e baci, come fosse Lawrence d’Arabia.
Non mi stupisco più per le famiglie mollate nel bel mezzo del cammin della vita, dei figli lasciati o usati come merce di scambio a fronte di sanguinose separazioni per donne o uomini che – poveri noi! – cambiano, stravolgono , travolgono e rendono nuove - almeno jn apparenza e per un po’ – la vita .
Niente di tutto questo mi fa effetto. Mi lascia basita, incredula ed esterrefatta la Conseguenza di questo gesto; la Conseguenza del tradimento in sé.
Perché quando si tradisce e si mette nelle mani dell’altro tutta la felicità che appartiene al possibile, si dicono cose che, domani, suoneranno mortificanti, prive di senso e- talvolta- micidiali.
Cioè, quando tutto è finito, consumato, disperso di nuovo nel vento dei ricordi… e quando la porta di casa si apre ancora con la stessa chiave, quando le voci dei bambini non hanno cambiato inflessione e lo sguardo di chi accompagna l’esistenza non mostra alcun guizzo di sospetto, quando tutto è ancora come se niente fosse accaduto, che ne è delle parole pronunciate sulle labbra dell’amante?
Che ne è dei sospriri e dei batticuore dentro quella camera azzurra, dove lo sguardo degli estranei non penetra e non giudica l’amore altrui?
Questo è quello che mi affatica la mente: la conseguenza dei gesti e delle parole pronunciate in tempi non sospetti, quando il tradimento è vissuto quasi come una cosa normale, come la normale conseguenza per due che credono di amarsi da sempre ma – per sempre – hanno fatto scelte diverse.
I protagonisti di questa storia –come altre del maestro Simenon- sembrano tratteggiare ognuna per la sua parte il senso e il peso del tradimento. Con la sensibilità che gli è propria Simenon descrive come si può subire passivamente il proprio destino, lasciando alle parole la decisione finale.
E’ questa dunque la narrazione di una passione , una come tante, una dell’ordinaria specialità della vita.
Ambientata in un piccolo borgo francese tra vite di provincia, è assolutamente un gioiello il contesto, in cui sembra che nessuno si accorga di nulla e dove in realtà tutti sanno.
La povera storia, -viene da dire – di una passione malata, di una protezione mal riuscita, di due matrimoni esposti con superficialità al fuoco fatuo dell’attrazione e troppo facilmente liquidati nell’ombra oscura e colante dell’omicidio. Ottima la tecnica del flashback, dove le scene vissute in quella camera azzurra sono sempre ricordate dal protagonista che, accusato insieme alla sua amate, è costretto a rispondere con senso alle domande di chi investiga .
“Davvero passeresti tutta la vita con me?”
Ho sempre pensato che talvolta passione e desiderio possano diventare ossessione.
Nella camera azzurra, l’ossessione ha avuto corpo e anima. Si è armata ed ha ucciso.
Anche se stessa.
Indicazioni utili
La donna della porta accanto
Basta un bastone ...
La Letteratura è Amore. Adesso possiamo continuare.
Ho amato Nabokov sin da giovane...ne ho apprezzato il carattere fiero ed irriverente ed il suo modo di vivere attraverso la letteratura.
Cito una recensione autorevole: "A offrirci spiritosi ragguagli sulla genesi del singolare romanzo è l’autore stesso che ci rivela le somiglianze e le differenze tra Humbert – protagonista di “Lolita” – ed Hermann, personaggio principale di “Disperazione”, affermando che “si somigliano solo nel senso in cui possono somigliarsi due draghi dipinti dallo stesso artista in differenti periodi della sua vita. Sono entrambi furfanti nevrotici, eppure in Paradiso c’è un sentiero verdeggiante dove Humbert ha il permesso di passeggiare una volta l’anno al crepuscolo; mentre l’Inferno non concederà mai a Hermann la libertà sulla parola” .
Hermann, dunque come Humby...più cinico, meno attento, più prepotente e arrogante. Figura che mi ha creato un certo fastidio nel suo essere sprezzante del dolore altrui: come tanti a questo mondo che immaginano la loro superiorità solo perche capaci di non contaminarsi con la "pochezza" delle vite degli altri.
Tradito da un particolare, dal particolare povero del suo doppio in terra ...un bastone. Quanta miseria si cela nel fallimento di un crimine , infine , senza gloria?
Indicazioni utili
...e come si fa ad alzare la mano se sono morto?
Nata da madre chimica e da padre scrittore surrealista, Fred è il diminutivo di Frédérique; Vargas è lo pseudonimo usato da sua sorella gemella, Joëlle (Jo Vargas), pittrice contemporanea che a sua volta lo ha mutuato dal cognome del personaggio interpretato da Ava Gardner nel film "La contessa scalza". (Wikipedia)
E già questo la dice lunga.
Poi, partiamo dal presupposto che i gialli non mi piacciono: ho letto questo libro per fare un favore ad un mio collega; mi ha talmente stressato co 'sta Vargas che mi sono decisa a prendere in mano il primo che mi è capitato. (Chiedo scusa sin d'ora ai cultori della colorata materia!)
Che dire? Improbabile, costruito male, a mio avviso. Deludente e poco convincente: mi sono stufata a pagina 45 ma l'ho terminato per dovere di cronaca. Scorrevole, dopo tutto, ma non il mio genere, ecco.
Compaiono i tre evangelisti-personaggi che devono questo soprannome agli Evangelisti con la E maiuscola, - un padrino e, come si confà all'uopo, un delitto, una vicina di casa che scompare, una bella indagine e un finale con sorpresa riuscito solo a metà.
Personalmente non lo rileggerei; non lo consiglierei, ma il mondo è bello perchè è vario.
E variopinto, dico io. Anche senza i "gialli" ...
Indicazioni utili
La donna, direi...
Mi risulta difficile scrivere qualcosa per recensire questo testo.
E' un libro sul valore del libro e delle parole.
Posso dire che leggerlo, nei suoi tre personaggi, nei monologhi e nell'effetto sorpesa che sempre Marai nasconde, sin dall'inizio, ha messo molto in crisi il senso del mio accostamento alla lettura.
Crisi positiva, s'intende, ma pur sempre crisi.
E allora mi nutro di parole e pensieri e citando il grande Petrarca - che ancor prima di Marai aveva rapito il gusto e la ragione della mia passione per carta e scarabocchi - mi sento di dire che :"I libri ...li interrogo e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via. Chiedono solo un unico premio: avere un libero accesso in casa mia, vivere con me quando tanto pochi sono i veri amici."
Marai è solo un gran copione ?! :)
Indicazioni utili
Frozen souls
Devo dire che ho sofferto moltissimo leggendo questo libro. Probabilmente perchè, pur amando il freddo, maledico l'inverno tutte le volte che mi si gelano i piedi.
E non sono poche.
L'idea del freddo descritto mi cristallizza la poca materia griga in mio possesso e rallenta in una overdose di miopia la lettura delle parole brucianti di ghiaccio e di dolore.
Letto piano,per paura di spezzarmi,per rispetto, per onorare quei quarantotto chili per un metro e ottanta. Non so dire se mi è piaciuto: la morte lenta e l'impotenza a cui la crudeltà condanna non piacciono a nessuno.
Letto per dovere,per sapere, per non ignorare mai, nella vita quasi agiata e senza la paura dell'essere deportata veramente,che la dignità è una conquista, non una dote naturale.
Dopo, dopo tutte le pagine, i pidocchi, la fame, le violenze della guardia che spia il viaggio in latrina per accusarti - inquisitore malvagio - di inutile lazzaronismo,dopo ogni singolo normale impossibile gesto, che resta sospeso e negato, - lo sputo che si congela prima di toccare terra - ti viene voglia di folla, di gente, di fisarmoniche, di voci nelle strade luci nella case, di vin brulè, di amici e chiacchiere affettuose davanti al camino.Hai voglia di abbracciare chi ti ama e di sentire gli affetti lontani. Perchè è come se tutto il ghiaccio delle parole scivolate nella pancia, avessero gelato anche la lingua del cuore. E allora, dopo, solo dopo che hai ritrovato calore nelle tue cose, ti dici anche che, nonostante tutto, la fortuna in questo tempo ,ti ha baciato. Col rossetto...
Indicazioni utili
Mi siedo e aspetto
Sloveno e marxista.
Questo qui, conosciuto in soffitta in una situazione più che paradossale, tra gocce d'amore e note di Rachmaninov, mi ha intrigato, non fosse altro che per capire che cosa legge chi legge lui.
Ed ho scoperto che:
1)non è un comunista nel senso vero del termine
2) è uno che non sopporta le ipocrisie, da qualunque versante politico o religioso arrivino.
3) Ti ribalta la storia perchè ad un certo punto insinua che le lotte di classe non sono mai esistite. Anzi, che sì, che servono perchè ci aiutano a distinguerci e ciò che muove le azioni delle masse umane è sempre la stessa cosa: l'invidia e la rabbia.
Offre il suo punto di vista sul conflitto Israelo Palestinese, sull'11 settembre e non sempre l'ho trovato di facile lettura. Anzi, manco per niente. a volte mi sono data dell'ignorante cosmica,ma alla fine ce l'ho fatta.
Filontogenesi della storia contemporanea? Conoscere per aprire orizzonti nuovi...? Diciamo che sì, ecco, aprire un pò forzando cervelli stanchi ed abituati al senso di smilla per la neve ( senza offesa per carità!)
E comunque, mi è servito ed ho comprato anche gli altri.
Sono una recidiva, gaudente e soddisfatta.
Indicazioni utili
Ovvero, come innamorarsi di Venezia
Oh Brodskij ...ma quanto bravo sei!!!
Leggere questo piccolo libro è stato un incantesimo, scoccato nell'istante in cui gli occhi si sono posati sulla prima parola. La delicatezza, la dolcezza, lo stile nobile inconfondibile...Venezia è la protagonista di questo testo ma ancora di più lo sono gli occhi e i sensi." L'occhio è sempre in cerca di sicurezza. Questo spiega l'appetito dell'occhio per la bellezza, e l'esistenza stessa della bellezza è innocua, è sicura. Non minaccia di ucciderti, non ti fa soffrire. Una statua di Apollo non morde, né morderà un cagnolino del Carpaccio. Quando non riesce a trovare bellezza — alias sollievo — l'occhio ordina al corpo di crearla o, in alternativa, lo adatta a cogliere il lato buono della bruttezza... Perché la bellezza è là dove l'occhio riposa — nella bellezza l'occhio ha la sua pace — per parafrasare Dante. Il senso estetico è gemello dell'istinto di conservazione ed è più attendibile dell'etica. L'occhio — principale strumento dell'estetica — è assolutamente autonomo. Nella sua autonomia è inferiore soltanto a una lacrima» ... L'occhio che percepisce, registra e trasmette tutta una serie di immagini e sensazioni...e poi . che malinconia - il profumo della nebbiolina,le campane, l'odore del caffè ... Dice lo scrittore: “Spalanchi la finestra, e la camera è subito inondata da questa nebbiolina carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in parte di caffè e di preghiere. Non importa la qualità e la quantità delle pillole che ti tocca inghiottire questa mattina: senti che per te non è ancora finita.”
Ecco, guardare Venezia con questo libro in mano è stata una esperienza indimenticabile: Iosif mi ha guidato, mostrato chiese e ponti, fatto incontrare turisti e belle donne, gondolieri e giapponesi sempre sorpresi e con il naso in sù.
Brodskij descrive una città orizzontale, orgogliosa di esserlo, una città insolita e misteriosa, ma talmente bella, Dio se è bella! Non perdetevi l'occasione di leggere Brodskij...è una sorpresa senza pari: vi coivolgerà lentamente, senza eccessi, e vi farà innamorare di Venezia,magari pur non avendola mai vista.
Indicazioni utili
Floria, sei tu?
Adesso ci divertiamo.
“Assurdo” , mon amour! Oui, c’est toi! Trionfo dell’assurdo per eccellenza, l’uomo doppio, duplicato,la copia, la controfigura, il sosia è sotto ai nostri occhi come dentro ad un film. Perché viene trovato proprio dentro ad una videocassetta l’alter ego del professore di Storia Tertulliano Maximo Alfonso! Lui è Antonio Claro: attoruncolo. E sta proprio dentro a quel film dal titolo “Chi cerca trova”.
Maremma maiala!!!! E’ uguale, spiccicato, identico…ma solo nel corpo, perché lo spirito, le cicartici dell’anima, la vita…tutto in loro è diverso.
E allora in questa enorme megalopoli in cui il libro è ambientato - città trasformata e ingigantita - ci si chiede come sia possibile aver trovato uno proprio identico … Ma non trovato per caso!!! C’è nel libro, una ricerca ossessiva, tipica di Saramago, del nome, dell’indirizzo, della vita tra le cose,…e c’è un incontro voluto e desiderato. Temi cari all’autore, già enucleati in altri testi precedenti, non si resta delusi procedendo a grandi passi verso l’epilogo, ristretto in due scarse paginette, taglienti come rasoi.
E non stupisca il lettore accorto di trovarsi davanti anche a Dostoevskij , o sentirsi catapultato nella fantascienza di Blade Runner o forse, come qualcuno più autorevole di me ha detto, nel finale in 2001 Odissea nello Spazio. E’ davvero una sceneggiatura, un libro che apre al cinemascope: o almeno così si dice in giro. E per dirla con Saramago “ sembrava un film di fantascienza, scritto, diretto e interpretato da cloni agli ordini di uno scienziato pazzo “.
E se lo dice lui…!!!
Indicazioni utili
Ovvero, della libertà della mente
Edgar Lee Masters è uno dei poeti del secolo scorso che meglio di altri ha saputo incarnare le contraddizioni americane ( e non solo). E l’imaginaria Spoon River ne è la testimonianza.
Nel suo cimitero si celebrano vanti, peccati, desideri e rimpianti di chi non c’è più.
Anche se a lungo censurata in Italia, questa antologia racchiude in sé, in ogni verso e in ogni personaggio, una domanda pesante e mastodontica, di fatto costantemente glissata, almeno da me.
Ma io, sono davvero quello che faccio? Ovvero, cosa si dirà di me quando morirò?
Mi sono recentemente accostata alla lettura de “Il libro Rosso” di Jung, nel quale ho trovato ben più di una risposta a questo atavico interrogativo.
Anche questa antologia, nella sua semplicità, per certi versi mi aiuta a trovare il senso della risposta che giace nel fondo oscuro del mio lato d’ombra e che fatica ad emergere per ignavia.
Ecco: senza analisi freudiane, senza lunghe sedute di psicoterapia questa antologia apre un varco in chi ha voglia di guardarsi dentro.
Sempre che non ci si fermi ad una sbirciatina.
Chiaro, no?
Indicazioni utili
...e che nessuno ti porti via, va là!
Sì. Merita la sufficienza.
Mi è piaciuto; non ho fatto i salti di gioia, non lo rileggerei ma ho apprezzato lo sforzo della Venezia di mettere per iscritto la storia della famiglia. Anche perché, io decisamente non saprei fare di meglio.
Di fatto il tema è trito e ritrito; ognuno ha però qualcosa da dire di sé e della Sua famiglia: ovvero non è un libro originale, spettacolare, di quelli che ti vien voglia di regalare, ma è piacevole anche se talvolta – mea culpa senz’altro - mi sono persa in questo lunghissimo secolo narrato attraverso le vicissitudini della famiglia Falcone. Bello soprattutto lo spaccato di vita offerto della Basilicata in tutta la sua tradizione, regione tratteggiata dalla scrittura contaminata dal dolce dialetto del luogo.
Tutti i personaggi dal capostipite in avanti, si piazzano indisturbati sulla scena del libro e ad ognuno di loro viene data importanza e dignità.Ma come in un sogno evanescente, poi, scompaiono pian piano, l’uno nella storia dell’altro, nel passato futuro di nipoti e figli…
E’ tutto un susseguirsi di vita, di tradimenti, di attese inattese e di decessi sperati, di fiamme che si accendono qua e là ora per cose ora per persone, crescendo e crescendo fino al ritorno al paesello natio dove tutto ha inizio e dove tutto – sorpresa!!! - ricomincia.
In una spirale di tempo che abbraccia il passato guardando al futuro.
Indicazioni utili
- sì
- no
Voulez vous coucher avec moi ,ce soir?
Vabbè che c’è di male a leggere un libro erotico?
Per i puritani di turno : mica si andrà dritti all’inferno, dico io?
E poi, anche se fosse? Almeno si sta caldi, considerata la temperatura polare di oggi!
Scherzi a parte,c’è da dire che almeno il sesso fatto bene scalda, eccome!!! Libro che ho letto diversi anni fa. Fu scritto su commissione, senza fronzoli emotivi, senza alcun sentimentalismo: solo sesso, questa fu la richiesta. Donne sempre “in calore” ed uomini costantemente desiderosi di fare incetta di corpi. La cosa che mi è piaciuta di più, ( se un libro così può dirsi piacevole, s’intende…) è la descrizione delle figure femminili. Finalmente – e non poteva essere che così per rispettare l’archetipo della donna/fertilità – donne morbide, rotonde, con bei fianchi, profumate, un po’ puttane, intelligenti ma non troppo, disinibite, che scelgono senza vergogna di essere partner, amanti, compagne.
Un libro dove sesso e tradimento sono coevi, nascono dallo stesso utero, gemelli siamesi imparentati stretti con gelosia, omosessualità e menage a trois. Il tutto in una cornice mai volgare seppur oscenamente erotica.
Non ho trovato parolacce, né linguaggio scurrile da Thirwell; non mi sono scandalizzata per le pratiche descritte né ho provato alcunchè di particolare. Solo un po’ di oppio e voglie orgasmiche a go go.
Chi immagina di trovare - in questo libro - porno idee per serate piccanti, farebbe meglio a guardare un film di Cicciolina: qui la letteratura è erotica e non porno e sa – decisamente - di altro.
Indicazioni utili
Parole parole parole ...
Letto,divorato.
Poi sentito improvvisamente come indigesto.Poi riletto: perso il sonno, per vicende personali annesse e similari,modellato con le mani come creta, spalmato sul cuore e iniettato in intramuscolo...
Franz - così mi han detto - non ha mai amato "veramente" Milena.
Ansioso fino alla compulsione, angosciato ed insicuro, Franz godeva solo della scrittura, voleva solo una donna che gli scrivesse e fosse per lui coltello e specchio per sentimenti troppo ingombranti e acerbi.
Franz troverà il vero amore solo con la sua ultima compagna e Milena, questa bolla sospesa che un tempo lo rendeva felice, resterà per sempre un coltello per lui e per i suoi futuri lettori.
Kafka è uno degli autori della mia vita, coi suoi tormenti e la sua asprezza: uomo che non addomestica le parole ai sentimenti; soffre ed è tanto chiaro il suo dolore che non un taglio, non una ferita a vivo farebbero più male delle sue parole.
Eppure- ho in mente la sua vivacità al primo incontro con Milena nonostante la severità delle sue condizioni - non l'amava, non l'amava!
Ho dovuto crederci: mi ha fatto male saperlo, ma in fondo, credo davvero che sia stato così.
****
Va bene, questo è quello che avrei detto non a caldo, ragionando un pelino, forse. E – lo ammetto - a me Kafka fa sempre un gran caldo!!! Ma non ci riesco, devo dire di più, perché Franz merita parole di primizia, di getto, di comprensione che vadano oltre all’approvazione e all’incantesimo maledetto che è in grado di lanciare sul cuore di chi legge.
Pertanto non me ne vogliano i cultori della materia, i kafkiani sfegatati, i critici e i lettori di fazione opposta: quando si ama qualcuno o qualcosa si è inevitabilmente di parte ed io – malgrado una recensione debba essere per quanto possibile oggettiva – non ho voglia di esserlo con Franz, né con lui né con me, non fosse altro che per rispettare le emozioni che libro ed autore m’hanno donato, a più riprese.
Questo breve epistolario ha cambiato il mio modo di approcciarmi alle letture di Kafka; chi ha in mente lo scarafaggio della metamorfosi, la lettera al padre o le immagini del castello potrebbe subire un colpo apoplettico, un ictus sentimentale, potrebbe intravedere l’umanità di uno scrittore angosciato e perso in un sentimento folle, forte, rivoluzionario, sempre uguale a se stesso. Uno scrittore che non sa come colmare i suoi vuoti se non riempendoli fino alla compulsione di lettere d’amore – e che amore!!! – per una donna giovane, coniugata, intelligente, innamorata ma lontana.
E’ forse la distanza tra i due che rende speciali queste lettere? E’ forse il bisogno inaudito di Kafka di essere compreso ed amato ( pag. 85 …cerca di capirmi e voglimi bene … pag 42 …tu appartieni a me anche se non dovessi vederti mai più …come continueremo a vivere? …pag 134 …questa notte ho ucciso per amor tuo…)al di sopra di tutto ? E’ davvero così , oppure questa atavica incompletezza, questa radice di angoscia, questo stile d’ansia che pervade, permea e ristagna è più di ciò che i suoi scritti rivelano?
Strano, Franz innamorato, strano e sconvolgente: la cura e l’attenzione di quelle parole, l’istinto di appartenenza, la voglia di tenere tra le braccia l’incontenibile sconosciuto sentimento rapiscono e inchiodano ad una immagine dello scrittore nuova, del tutto inedita.
Franz si mostra, nella sua nudità, nella fragilità umana di una emozione scomoda ma funzionale al riempimento delle sue voragini affettive. E senza volerlo, dopo un po’, ci si ritrova nel vuoto di quelle stesse voragini, ci si ritrova a guardare coi suoi stessi occhi e sembra di capire, di sentire, di percepire quello strappo costante all’anima che non lascia tempo per lacrime e dolore. E alla fine ti viene voglia di prendere il primo treno per Praga e bussare alla sua porta e chiedergli per favore di non smettere di amare, anche così, anche se per lettera, anche se per poco: ti vien voglia di dirgli tutto quello che una lettera non sa esprimere e che solo gli occhi, i baci, gli abbracci, il tocco di una mano, un gesto…sanno dire senza suoni.
Mi sono persa e ritrovata in questo epistolario; ho dormito con questo libro sotto al cuscino come fosse una Bibbia e l’ho aperto a caso lasciando che gli occhi accarezzassero le parole e ne scegliessero alcune come mantra, come portafortuna…Mi è sembrato così di essere più vicina a quest’uomo malato dentro e fuori. Mi è sembrato così di prolungare quell’amor fatuo che però infiamma e alberga nei meandri del cuore.
E siccome l’inferno continua in tutto il suo splendore, io attendo una stupida condanna, domani, nell’ultimo giorno, …solo per andare incontro a Franz, tendergli la mano e dirgli quanto mi ha innamorato la sua nudità e che avrei fatto qualunque cosa – Dio se l’avrei fatto!- perché il mio nome sostasse nella sua bocca , sulle sue labbra e nella sua penna anche solo per una volta.
Indicazioni utili
Una come tante
Letto, riletto,dimenticato, ripescato dopo il film. Sofferto e sentito sulla pelle come un morso.
Che dire? Josephine ha dalla sua una profonda conoscenza dell'animo umano e sa toccarne le intime corde fino a farle tremare.
E non tanto perchè ciò che accade nel libro è solo "del libro"; non tanto perchè il filo del destino ha tramato il suo ordito intorno a cinque personaggi in cerca di quiete e d'amore.
Ma perchè è strano trovarsi dentro, in mezzo, coinvolto, dentro alle parole e sentirsi talmente vicina da sentire, quasi, la voce dei personaggi, le oscenità sussurrate, le perversioni da cogliere come primizie sessuali e tutto il dolore dell'ovvio e dell'incantesimo spezzato.
E' una tragedia; nel senso greco . Non c'è un lieto fine. Si soffre, forse, sin dall'inizio, e l'oscura porta del desiderio si spalanca d'improvviso, come un mostro indicibile e malvagio, che trascina dietro di sè coscienza,raziocinio,volontà,lucidità...
Sacrifica all'altare dell'amplesso famiglia ed unità e porta con sè il sapore amaro della sconfitta. Ma in fondo, chiunque vorrebbe essere amato, anche solo per una notte, col quel tipo desiderio, molto al di là del desiderio sessuale che si nutre solo di corpo senza anima; quel tipo di desiderio inestinguibile si perpetua, minuto dopo minuto e rende regine anche le Cenerentole senza fate madrine.
Quel tipo di desiderio tace, è vuoto di parole, ma si arricchisce di sguardi, di profumi, di bocche che colgono parole silenti che conducono un gioco senza uguali.
E' una tragedia vera, mi ripeto: una tragedia che lascia scoperto il cuore e mette a nudo la verità del desiderio e della passione rubata, nel più osceno dei modi. Senza rispetto, senza dignità. Tutto il contrario dell'amore. Solo la morte può lavare l'onta del proprio tradimento, la morte e l'esilio.
E arriva dunque,imprevedibile e subdola, questa oscura signora che da sempre corteggia l'amore: ti prende e ti porta via da sotto al naso l'unica ragione per cui rischi ancora e ancora ti va di farlo.
E ti lascia, infine, senza nient'altro che il peso della tua passione, consumata con una donna "per nulla diversa da tutte le altre".
Indicazioni utili
MITICOOO!!!!
Che genio!!!
Dio buonino se lo è! Esercizi di stile non è un romanzo. E' forse un “libro di lettura “ nel senso più classico del termine. A questo sembra atto.
E’ una figata tremenda: perché Queneau ,essenzialmente un matematico, trascrive per 99 volte lo stesso episodio facendo uso di tutte le figure retoriche, … E’ veramente una idea pazzesca!!!
Il tutto dentro ad una logica di variabili algebriche di cui, a dire il vero non so dire per mia ignoranza in materia.
Una chicca: scritto in francese, questo testo, risultava intraducibile, anche per il grande Eco, cha ha dovuto riadattare tutto il testo alle sue regole. Dunque doppia figata!!!
Per raccontare che cosa?
In buona sostanza di come a Parigi un uomo che sale su un tram, si scontri verbalmente con un passeggero, il quale sembra infastidirlo ad ogni sobbalzo del tram e di come - appena dopo - la voce narrante lo incontri nuovamente, in una piazza, tutto preso da una efficacissima conversazione con un tizio relativamente ad un dettaglio del suo abbigliamento.
Belli miei, largo ai pregiudizi, ai luoghi comuni, alle isterie e agli eccessi caricaturali dell’uomo nel suo essere “personaggio”!!!
E poi, - devo per forza dirlo - non è la trama che mi ha convinto: non c’è storia, non c’è perché; è il modo, il MODO di rendere lo stesso episodio completamente diverso, ogni volta.
E’ la celebrazione del linguaggio, della capacità di scrivere ed interpretare e non è un caso che sia stato portato in vari teatri proprio questo testo che nulla ha di teatrale se non l’ordinarietà di un banale episodio quotidiano, reso straordinario dalla penna e dai 99 punti di vista dell’autore.
Adoro Queneau, per come è: la sua storia è il suo ritratto.
E questo libro, il suo scioglilingua.
Ipse dixit:
“Non s’era in pochi a spostarci. Un tale, al di qua della maturità, e che non sembrava un mostro d’intelligenza, borbottò per un poco con un signore che a lato si sarebbe comportato in modo improprio. Poi si astenne e rinunciò a restar in piedi. Non fu certo il giorno dopo che mi avvenne di rivederlo: non era solo e si occupava di moda.” Com’eravamo schiacciati su quella piattaforma! E come non era ridicolo e vanesio quel ragazzo! E che ti fa? Non si mette a discutere con un poveretto che sai la pretesa, il giovinastro! lo avrebbe spinto? E non ti escogita niente po’ po’ di meno che andar svelto a occupare un posto libero? Invece di lasciarlo a una signora!
Due ore dopo, indovinate chi ti incontro davanti alla Gare Saint-Lazare? Ve la do a mille da indovinare! Ma proprio lui, il bellimbusto! Che si faceva dar consigli di moda! Da un amico!
Stento ancora a crederci!”
“Mi trovavo sulla piattaforma di un autobus violetto. V’era un giovane ridicolo, collo indaco, che protestava contro un tizio blu. Gli rimproverava con voce verde di spingerlo, poi si lanciava su di un posto giallo.
Due ore dopo, davanti a una stazione arancio. Un amico gli dice di fare aggiungere un bottone al suo soprabito rosso…”
“Io proprio non so cosa vogliono da me. Va bene, ho preso la S verso mezzogiorno. Se c’era gente? Certo, a quell’ora. Un giovanotto dal cappello floscio? Perché no? lo vado mica a guardare la gente nelle palle degli occhi. Io me ne sbatto. Dice, una specie di cordoncino intrecciato? Intorno al cappello? Capisco, una curiosità come un’altra, ma io queste cose non le noto. Un cordoncino... Boh. E avrebbe litigato con un altro signore? Cose che capitano.
E dovrei averlo rivisto dopo, un’ora o due piú tardi? Non posso negarlo. Capita ben altro nella vita. Guardi, mi ricordo che mio padre mi raccontava sempre che...”
Trooooppo bello, vero?
Indicazioni utili
E visse infelice e scontento
Indiscussa protagonista la terapia psicoanaltica. E figuriamoci lo scenario storico culturale di quegli anni: quanti libri nascono sull’onda freudiana,…persino in Giappone.
Il dottor Kazunori non brilla per acume, si sa, e la bella Reiko ha un problema non da poco, almeno per me: è frigida, completamente anorgasmica, non sente alcuno tipo di “musica”.
Porca paletta, verrebbe da dire: bella storia! Questa qui non sente nulla, proprio nulla di nulla: puoi farci quello che ne hai voglia ma lei non dirà mai “ Ahhh …!”
Poevro Mishima, quello “vero”, costretto all’eterno conflitto col padre; costretto ad un alias solo per nascondersi alla critica paterna . E come in tutte le psicoanalisi che si rispettino, anche la vita di Yukio mantiene gli archetipi classici: nelle sue vicissitudini letterarie fu appoggiato solo …dalla madre. Pensa te!
Per non parlare poi delle atroci e terribili difficoltà affrontate in famiglia per la propria dichiarata omosessualità. E, nonostante io rispetti ogni orientamento sessuale, credo di comprendere il disagio paterno inserito fino al collo nella società nipponica, rigida e piena di clichè.
Ecco allora la strenua difesa terapeutica del proprio dolore in ogni suo scritto, esattamente come - a mio avviso - la terapia del dottor Kazunori lo è per la Reiko di turno.
Reiko non può raggiungere l'orgasmo, così come Mishima non deve mostrarsi al mondo per come è. Ci pare poco?
D'altra parte "Confessioni di una maschera" docet.
Un particolare d’effetto e rispettoso della tradizione giapponese – però - determima l’epilogo della protagonista e dello scrittore: Reiko si riprenderà orgasmo e vita sessuale, - Viva Dio - mentre Yukio Mishima , in diretta, durante una trasmissione in TV, si toglierà la vita.
Requiescat in pace.
Finalmente, direi!
Indicazioni utili
Il passato non passa mai
Silenzio. Silenzio e ricordi, vento, tangibile compagnia per Sandor Lester alias Tobias Horvath ,esule e pellegrino solitario. Senza più appartenere a qualcuno né ad una terra, né ad un tempo, senza l’orgoglio del passato come seme del futuro, nudo e spoglio cammina nel vento, corre nel richiamo sussurrato muto e freddo perché qualora non seguisse quel richiamo, lo attenderebbe qualcosa di più spaventevole del nulla: il ricordo.
E quel ricordo muove le mani, le orienta, le pervade di musica e riempie gli occhi di lacrime, acqua che acceca e sfuoca … E allora il perché di una vita finita e ricominciata porta un nome nuovo, che sa di eredità senza importanza e di meretrice . Lui , che crede di aver sterminato la sua nucleare famiglia ha lasciato IERI, e nel suo oggi straniero e singolare, ha coniugato nel suo nome il passato e declinato nel futuro lo stesso ieri da cui non riesce a separarsi nemmeno nel presente.
E quando il futuro arriva, è ancora ieri, porta il nome della donna di ieri, del passato che però solo per Sandor, è rimasto rannicchiato nei ricordi .
Linne: non vale, così non vale! Perduta e ritrovata e di nuovo lasciata in fondo alla via della memoria, lei è una radice, lei ha un nome che significa qualcosa per qualcuno, e non può - neppure se volesse - rinnegare il suo tempo. Perché per Linne il tempo è davvero passato, ed il passato è fermo lì, nel nome di una buona madre e di una vita di senso e di calore.
Vai Sandor, …cammina nel vento …
“Camminare nel vento è una cosa che non si può fare altro che da soli, perché c’è una tigre e un pianoforte la cui musica uccide gli uccelli, e la paura può essere dissolta solo dal vento, si sa, io è tanto che lo so...”
Indicazioni utili
L'amore è necessario.
“Ma se smetto, a cosa penserò? Al mio vuoto? È perché si è vuoti che ci si lascia invadere? È il vuoto in cui si galleggia che ci annega? Siamo vuoti, tutti vuoti... o sono io, io sola, a non possedere nulla? Io sola a provare la sottile, inestirpabile, vorace sensazione che la vita non sia mai quella che vivo, ma sempre un'altra? È strano, ma non ho mai avuto la forza di illudermi di essere qualcosa... La mia forza è un'altra, ambigua, intrisa di orgoglio e di vergogna. Si nutre di coraggio, si affama di paura. Conta sul cuore, per me è questo l'organo dell'intelligenza. Col cuore penso. Che esiste il mondo, me lo assicura il mio cuore animale, vivo, pulsante…”
Che il linguaggio del cuore fosse universale l’abbiamo sempre saputo. Ma ciò che dimentichiamo è che l’amore è femmina, come il sesso è maschio. Le donne parlano d’amore, sentendo di ragionare con l’organo vitale; le parole dette per amore sono tatuaggi, soda caustica versata lentamente sui ventricoli, ustioni che nessuno può curare e ferite che nessuna lingua è in grado di lenire, leccandole.
L’autrice parte da un fatto reale, realmente accaduto: una donna in aeroporto che scrive. Prima pagina.
Di certo non la lista della spesa, fatta di pelati, pasta e dentifricio.
Non poteva che essere una lettera, ed una lettera d’amore.
E questa lettera non può che arrivare a destinazione, prima o poi, nelle mani di un uomo, che legge in piedi, stagliato contro una finestra. Un uomo che fatica davanti alla coscienza di quel sentimento sbucciato dalle parole senza peso eppure macigni per le anime indegne. Un uomo assolutamente privo del pensiero emotivo, che non sa che farsene di tanta sincerità.Ultima pagina. Come accade a noi donne, ci si aspetta che il "lui" di turno capisca dalle nostre parole l'angoscia e la portata di ciò che sale piano al cuore e sgorga in un fiotto caldo di emozioni senza precedenti.
La conseguenza spesso è quella di rimettere nelle mani di questo qualcuno la speranza degli avvenimenti futuri. E - come in un copione teatrale - di prendersi palate sui denti, pericolosissime e dolorosissime.
Cara Nadia, grazie per questo passaggio in auto blu tra le anse dei sentimenti, con la colonna sonora dei ritmi del cuore ; grazie per aver dato voce, una volta ancora al fatto che, forse, solo le donne - non tutte sia chiaro - sanno esprimere i sentimenti. E grazie per aver detto, senza mezzi termini, che le cose più belle accadono ma che il loro realizzarsi è solo un dono, un miracolo, un frutto inatteso e succoso.
Di vita e di amore.
Indicazioni utili
Magari qualcuno potesse darti...
Leggo per avidità e piacere da più di 30 anni.
Non so dire se riconosco un “buon” libro da un bel libro, ma di certo non mi sognerei mai di paragonare Fabio Volo (non me ne voglia chi ama questo genere di lettura) al nostro Dante nazionale!
In quarta di copertina la Denezkina è stata azzardatamente ed immeritatamente accostata al giovane Holden … in gonnella… Il povero Salinger!!! Si rivolta nella tomba, si strappa i capelli e vomita sui suoi stessi scritti, colpevole solo di non essere stato mediocre e piatto come la fredda e glaciale russa Irina.
Ma per carità! Tutti hanno diritto di esprimere il loro talento, ma questo libro, - finito per dovere di cronaca – ha il sapore algido di un cubetto di ghiaccio di acqua potabile di un qualunque rubinetto perestrojiko…
Consiglio la lettura di questo testo bardati : borsa dell’acqua calda, papalina, calzetta calda e plaid. Perché una piattezza simile ti raffredda il cuore e ti fa dire - speranzoso - che la Russia…è meglio che si tenga i suoi ragazzini post moderni, dai 14 ai 23 anni …Che imparino, - qualcuno si offra volontario per favore!!! – che alcool, sesso veloce e rock band non sono né il sale né lo zucchero della vita. E soprattutto qualcuno insegni alla bella Irina – spia russa di un malessere giovanile mal tratteggiato, senza vanto e senza consistenza –che scrivere non è pattinare con la penna sul pelo del foglio. Nemmeno se si tiene in mano una Mont Blanc.
Indicazioni utili
Amore d'America...
In copertina una bellisima Liz Taylor, forse la figura femminile più adeguata a rappresentare l’idea dell'America degli anni ’50 e 60.
Arbasino, lui che in America ci ha vissuto veramente, racconta del suo viaggio e della sua incredibile coincidenza nell’essere al posto giusto nel momento giusto. Io di certo non ho incontrato nessuno di imoprtante a New York ed invece lui ha beccato Henry Kissinger, Arthur Schlesinger jr,lo scrittore Wallace Stegner, e, udite udite Andy Warhol!!!
A volte i suoi incontri sono stati del tutto casuali e fortunosi e a noi è arrivata dalla penna e dall’acume del saggio italian american boy, un portrait di ciascuno di loro puntuale e ricco di particolari.
Arbasino ci porta alla scoperta dei musical, forma d’arte tutta americana, ci porta a spasso negli ambienti della cultura newyorkese underground , ci avvicina e presenta scrittori all’epoca emergenti, o poco più … Il geniale Philip Roth, …per esempio …e poi una carrellata su una trentina di personaggi di spicco, tra cui figurano , Truman Capote, Kerouac, Ezra Pound...
Alla fine ci si sente un po’ più ricchi, come se fosse aumentato di botto il numero degli amici. Peccato che io, dopo, mi senta sempre un po’ ignorante…
Indicazioni utili
Nè a sud, nè a ovest: cerco il nord!
Due ragazzetti appena adolescenti , fuori dal comune. Un non so che di magico, di irrimediabilmente dolce nelle mani di Hajime che, ad un certo punto, sfiorano e stringono in modo casuale quelle di Shimamoto …
Cavoli !!! Dieci indefinibili secondi in cui un nuovo mondo si affaccia all’improvviso, quasi che quelle mani pallide e quei polpastrelli fossero una finestra spalancata su un destino diverso…
Come la sensazione che ti coglie al primo timido bacio dato a fior di labbra, quando ancora non si sa nulla dell’amore e del dolore con cui si impasta, giorno dopo giorno.
E’ proprio il capriccio del destino che divide le loro strade, quello stesso capriccio che sospinge la vita di Hajime ( e la nostra con la sua) in altre possibile vie ….
E passa la prima vera relazione d’amore, l'università e poi anche una sciatta e per niente piacevole occupazione in una piccola casa editrice. E poi il matrimonio casuale ma fortunoso , passe part tout per una esistenza agiata.
Ma è proprio vero che il primo amore non si scorda mai . Quella sensazione di incompletezza che giace in fondo al cuore, quel desiderio incompiuto, pungente, dente che duole, sospiro mai tirato, voglia mai estinta, torna, torna a ondate, come il bacio del mare alla sua spiaggia: quelle mani sfiorate a dodici anni, quella donna claudicante e misteriosa che attira e polarizza voglie e desideri sembra essere proprio il suo antico amore: Shimamoto.
Hajime con la sua vita costellata di buchi come un gruviera, sempre a coprire emozioni negate e a lasciarsi alle spalle sogni sfiniti di notti senza perché, vuole Shimamoto, da sempre, perché lei E’ l'Amore, a dispetto della sua luccicosa e piena vita di successo.
E l’amore, Giano bifronte , come accade quasi in ogni storia che si rispetti, si affaccia, ti rincoglionisce, ti scopa e poi ti molla. Almeno nei romanzi.
Shimamoto se ne va, ritorna nel nulla, esattamente da dove era arrivata: evapora, svanisce, si perde e si disperde.
Il tradimento non lascia traccia, fuori di noi: ma quella mano … la mano di sua moglie che, infine, si poggia sulla sua spalla, fiduciosa e comprensiva, brucia. Come un tizzone ardente.
Mi domando che cosa avrà provato, cosa avrà sentito nel suo profondo sé, Hajime, sognatore tradito e traditore.
Perché io mi sarei sentita da cani.
Indicazioni utili
A Farewell to arms
" Il mondo spezza tutti quanti e poi molti sono forti nei punti spezzati. Ma quelli che non spezza li uccide. Uccide imparzialmente i molto buoni e i molto gentili e i molto coraggiosi. Se non siete fra questi potete esser certi che ucciderà anche voi, ma non avrà una particolare premura."
Sono convinta che non tutto ciò che è stato scritto in questo testo sia vero. La personale esperienza dell'autore in campo bellico, ci lascia supporre una certa veridicità...ma siccome Ernest Hemingway scrive da Dio, potrebbe anche inventarsi di sana pianta una storia su come si accoppiano i lombrichi in tempo di guerra che io, personalmente, resterei incollata al libro fino all'ultima pagina.
Per poi sospirare con l'occhietto un pò umido e dire ..." bellissimo!".
Questo è quello che Hemingway mi ha lasciato in questi anni di conoscenza delle sue parole. E soprattutto amo la sua capacità trasgressiva, il suo sangue caliente a dispetto della vera guerra e ho apprezzato il carattere vagabondo di quest'uomo, instabile seppure bisognoso di temi forti, nei suoi scritti, come l'amore e la guerra...la continua altalena tra eros e tanatos ...
Indicazioni utili
La pera butirro
«Le pere butirro, spiccate a metà ottobre, maturano repentinamente, nel corso di una notte, tra il 2 e il 7 novembre.»
Incompleto, terribile. Presenti tutti i temi cari all'autore, dal rapporto con i genitori alla morte del fratello.
Ma ciò che colpisce è la scrittura, il legame con la parola, come radice della sua essenza. Una miscellanea nuova e colorata di parole gergali, dialettali lombarde, spagnoleggianti e anagrammate...una treccia, un filato dala trama complessa e stretta.
In effetti, potendo fare come Penelope, qualcosa la avrei disfatta da questa tela così dolorosa.
Ma a Gadda, tutto si perdona. Compreso questo suo autoritratto così spietato e tagliente.
Indicazioni utili
Viaggio al termine della notte
« ...je ne peux m'empêcher de mettre en doute qu'il existe d'autres véritables réalisations de nos profonds tempéraments que la guerre et la maladie, ces deux infinis du cauchemar. »
Louis-Ferdinand Destouches (Celine) nasce a Courbevoie un sobborgo di Parigi il 22 maggio 1894 da Fernand Destouches, un modesto impiegato, e Marguerite Guillou, merciaia.
L’anarchico Céline, che amava definirsi un cronista, aveva vissuto le esperienze più drammatiche, gli orrori e le ferite della Grande Guerra,le trincee delle Fiandre, la vita godereccia delle retrovie e l’ascesa di una piccola borghesia cinica e faccendiera, le durezze dell’Africa coloniale, la New York della «folla solitaria», le catene di montaggio della Ford a Detroit, la Parigi delle periferie più desolate dove lui faceva il medico dei poveri, a contatto con una miseria morale prima ancora che materiale. Totalmente nuovo nel panorama francese ed europeo il suo modo insieme realistico e visionario fu considerato una vergogna per la letteratura francese. Eppure l’intatta freschezza di un «classico» che non finisce di stupire per la sua modernità si offre a noi nell'interezza della sua opera prima...seppure datato 1932...
Indicazioni utili
Il postumo Disperso
Piero Citati, che ha svelato il vero Kafka, ha descritto America come “un romanzo teologico con un triplo peccato originale”.
Ed in effetti il protagonista per tre volte finisce ruzzolando nell'inferno della polvere e tre volte si rimette in piedi, giovane fenice che rinasce dalle sue ancora calde ceneri.Si pensi al motivo con cui viene spedito in viaggio, alla ragione per cui lo zio Jakob lo allontana e quello per cui viene cacciato dall'Hotel Occidentale
Seppure, incompleto, non meno del Processo e del Castello, in questo libro sentiamo meno l'angoscia pervasiva e riusciamo a leggere di più, seppur dovendo interpretare e dovendo sostare , di tanto in tanto ai pieedi della realtà simbolica dell'uomo Kafka.
Perchè di certo c'è da dire che non è un libro di iniziazione: chi si accingesse a leggere Kafka per la prima volta, di certo non dovrebbe cominciare con America.
E' l'autore, - uno degli autori, - della mia vita e, - ovvio giudizio di parte - ho trovato interessante America perchè sono rari negli scritti di Kafka i ritratti di giovanotti vispi e intraprendenti, descritti con una certa allegria e, forse, invidia. C'è il perdono, la condanna contumace e vergognosa per una colpa mai commessa, ma non c'è odio, astio,desiderio di vendetta. C'è addirittura una foto dei genitori, guardata col desiderio di chi da tempo non gode del calore degli occhi buoni di una madre, del profumo di una mistra lasciata a bollire...
E la chiave di volta è lì, nel Teatro naturale di Oklahoma, in cui c'è un posto per orgnuno e ciascuno può trovare il suo posto.
Come sempre, Kafka sorprende e leviga quelle parti di noi che poco ascoltiamo e racchiude e incastra nelle parole, significati metaforici e allegorie, lontani anni luce dagli occhi di chi spera di trovare in superficie il vero Franz.
Indicazioni utili
24 risultati - visualizzati 1 - 24 |