Opinione scritta da 90Peppe90

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    07 Settembre, 2013
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It's the best!

Lessi questo libro due anni fa e soltanto adesso mi rendo conto di non averlo ancora recensito. Be', ormai è stato detto tantissimo, per cui non so quanto la mia opinione possa aggiungere nuovi dettagli, il più è stato detto, ma tant'è, vorrei comunque dir la mia.
Il migliore. Il miglior romanzo di Stephen King, una delle pietre miliari della letteratura contemporanea, che va al di là della semplice etichetta "horror", come, d'altronde, King ha sempre saputo fare. Ma qui, il tutto è "ingigantito", tutto viene reso più maestoso, con una grande varietà di temi trattati: la paura, l'amicizia, l'infanzia, la crescita e la maturazione, con tutti i pregi e difetti che comporta, la morte, l'amore. Personaggi, tutti, che lasciano un segno nel lettore, ognuno di loro ha qualcosa da dire, qualcosa da trasmettere, nulla è messo lì a caso. Ogni cosa, ogni personaggio, ha il proprio scopo, la propria personalità.
Più di mille pagine, tanto che all'inizio ero un po' "intimorito", ma lo lessi (o me lo godetti, meglio) in cinque/sei giorni.
Stra-consigliato! A tutti, non soltanto gli amanti del genere, o dell'autore. Ma proprio a tutti. Emoziona, impaurisce, commuove... Eccellente.

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    03 Settembre, 2013
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Jack suona il... roque

Dopo aver letto questo romanzo, ho spazzato via tutte le critiche di cui avevo sentito parlare prima di immergermi nella lettura. Sì, perché a quanto pare sono in moltissimi a credere che il successo di questo romanzo sia stato portato esclusivamente dall'omonimo film di Kubrick e che l'opera di King non è poi questo gran capolavoro (come affermato dallo stesso regista).
Premetto che io ho guardato prima il film, apprezzandolo molto. Davvero un horror (che supera le barriere stesse di questo genere) ben realizzato. Ma mi è piaciuto più il romanzo. Sì, perché il Re va ad immergerci nella vita quotidiana, in tutti i piccoli (e grandi) difetti psicologici dei protagonisti, va a scavare nel loro passato, ci presenta delle vere e proprie persone, come le avessimo conosciute di persona.
Come sempre, tantissime le metafore (più o meno nascoste, la "dualità" della mazza da roque, ad esempio...), che caratterizzano tutto il romanzo. Ottima la presentazione della psicologia di Jack che va, via via a deteriorarsi (anche se non è mai stata perfettamente intatta, come ci fa capire King), le paure e la forza di un bambino - Danny - fuori dal normale, le ansie e preoccupazioni di Wendy, invischiata nel continuo rapporto odio/amore con Jack.
Romanzo assolutamente consigliato, per chi ancora non lo avesse letto.

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    22 Giugno, 2013
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Non è il solito King

Attendevo con ansia e trepidazione, da tempo, questa ultima fatica di Stephen King, di sicuro il mio autore preferito. Seguivo indiscrezioni e voci su "Joyland" dallo scorso anno e non vedevo l'ora di immergermi nella lettura di questo nuovo romanzo. E così, tre giorni fa l'ho comprato. La storia, di per sé, è bella, ben narrata - come solo King sa fare - anche se qualcosa manca. Molti rapporti tra i personaggi sono campati un po' in aria e diversi personaggi sono caratterizzati davvero male, con poco spessore psicologico. Il romanzo stenta a "partire", per le prime 160 pagine (quasi metà del libro!), è davvero lento. Non noioso, a differenza di molti che criticano come King spesso "allunghi troppo il brodo" con parti poco interessanti e lentissime, io non mi sono mai lamentato. Il problema sta nel fatto che dopo questa parte lenta, il tutto va TROPPO veloce. Come se il Re avesse avuto voglia di finirla subito con quel romanzo (magari, chissà, per dedicarsi a "smussare" il seguito di "Shining", in uscita pressoché imminente). Ed è così che molti personaggi che nella prima parte sembravano importanti e stavano per definire il proprio carattere, spariscono di botto e lo stile inconfondibile di SK ne risente. Sembra ci siano stati tagli forzati, o roba simile.
Secondo me, uno dei romanzi di King meno riusciti (non dico uno dei più brutti, perché nemmeno il peggiore del Re può essere considerato "brutto"), nel quale molte cose - già citate - mancano. Tuttavia questo straordinario scrittore riesce a trasmettere ugualmente qualcosa, che sia gioia, divertimento, tristezza, malinconia... Per cui, la lettura è comunque consigliata.
Da "kinghiano" accanito, d'altra parte, spero che il Re torni a lasciarmi a bocca aperta, come fa sempre. A cominciare, magari, da "Doctor Sleep", il seguito di "Shining".

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    18 Mag, 2013
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Jerusalem's Lot

"Le notti di Salem" è uno dei primi romanzi di King. E si nota. Lo stile dello scrittore è un po' "acerbo", rispetto al suo solito, ma - ad ogni modo - riesce a trasportare il lettore dalla prima all'ultima pagina. In breve, "Le notti di Salem", parla di uno scrittore che torna nella città natale (Jerusalem's Lot) per scrivere un libro su casa Marsten: una casa abbandonata nella quale, da piccolo, il protagonista ebbe un'esperienza altamente traumatica e terribile. Il velo di orrore e mistero che avvolge casa Marsten accompagna il lettore per tutta la lettura e, alcune scene, sono davvero paurose.
Un gioiellino, poi, il racconto "Jerusalem's Lot", che si trova a fine romanzo (edizione "Sperling & Kupfer). Assolutamente consigliato.

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    18 Mag, 2013
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Can che abbaia... Uccide!

Forse tra i romanzi più "brevi" di Stephen King, "Cujo" è un ottimo horror narrato alla grande, come soltanto King sa fare. Perché è questo che sa fare King: prendere una normale giornata quotidiana, di una famiglia - o personaggio - qualunque e stravolgerlo con terrificanti avvenimenti, resi incredibilmente reali. È il caso di Cujo, un docile cane San Bernardo, che un giorno... Be', vedrete!
Romanzo assolutamente consigliato (vabbè, basti dire che è di Stephen King, perciò non può non essere consigliato), ne vale davvero la pena leggerlo.

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    17 Mag, 2013
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Non mi ha "stregato" più di tanto.

Prima di acquistare questo libro, sapevo che l'omonimo film di Rob Zombie aveva ricevuto diverse recensioni negative (ad esempio una valutazione di 47% su "Rotten Tomatoes"). Tuttavia, ho deciso di prenderlo. Chissà. La maggior parte delle volte i libri sono migliori delle loro controparti in pellicola. E, devo dire, che non mi ha deluso. È un buon horror, si fa leggere. Tantissime sono le scene splatter, abbastanza impressionanti, davvero cruente. Buone anche alcune scene misteriose, che spingono il lettore ad inoltrarsi nella lettura. Insomma, questo libro fa il suo dovere: intrattiene. C'è da dire, comunque, che sono diverse anche le scene scontate. Tanto da immaginare già come andrà a finire con alcuni personaggi appena comparsi. E di ciò il mistero ne risente. Così come lo spessore di un paio di personaggi è molto sottile e alcune scene sono di troppo.
Tuttavia, questo libro è consigliato per chi abbia intenzione di leggere qualche horror di buon livello.

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    25 Giugno, 2012
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Misteri irrisolti

Christoffer Carlsson si fa avanti con il suo secondo romanzo, sempre ambientato in un'oscura Svezia, dopo "Lo strano caso di Stoccolma". La trama scorre piacevolmente, e via, via si scoprono vari misteri ed intrighi che spingono sempre di più il lettore ad addentrarsi nel romanzo. A volte può risultare troppo scontato, a volte meno. Alcuni personaggi non sono ben caratterizzati e non suscita la minima emozione ciò che succede sul finire del romanzo. Inoltre molti misteri rimangono irrisolti, come se alla fine non fossero importanti ma restano lì a stuzzicare la fantasia del lettore. Però il libro resta comunque piacevole da leggere e Carlsson ha uno stile che lo può portare verso ottimi traguardi. Con questa speranza, vi consiglio di leggere "La casa segreta in fondo al bosco".

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    17 Giugno, 2012
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La progenie del "Re"

Quando ho comprato "La vendetta del diavolo", non sapevo ancora che Joe Hill fosse figlio del "Re", Stephen King. Dopo averlo letto, ho provato un misto di curiosità e delusione. Curiosità, perché volevo proprio vedere se Hill fosse all'altezza del padre (nessuno può essere all'altezza di King, però) e delusione in quanto ho pensato "Caspita, spero non abbia fatto successo soltanto perché è figlio di Stephen King". Ed entrambe le emozioni sono state spazzate via: Hill non è all'altezza del padre e non ha fatto successo perché è figlio di King. Hill è comunque un ottimo scrittore, e il successo che ha riscosso con questo romanzo se l'è meritato tutto. "La vendetta del diavolo" riesce a catturare il lettore, grazie ad un'intrigante trama, ad un insieme di personaggi ben caratterizzati, ognuno con i propri segreti che verranno via, via svelati. Non lo definirei horror così come lo definiscono alcuni commenti tratti da riviste americane e che si trovano nel retro copertina. Forse non è il massimo dal punto di vista innovativo (alcuni elementi mi sono sembrati simili al film/fumetto "Il Corvo"), ma è comunque un ottimo prodotto, da leggere tutto d'un fiato. Quindi, con la speranza che Hill sforni altri romanzi dello stesso calibro (se non superiori), concludo con il consigliare questo romanzo a chi non l'ha ancora letto!

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    12 Giugno, 2012
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La furia di Carrie

Pur nella sua brevità (appena 174 pagine), "Carrie" è un romanzo che lascia il segno. È la storia di Carrie White, una goffa adolescente, vittima di continui scherzi da parte dei suoi compagni di scuola (soprattutto ragazze) e di una madre caratterizzata da un perverso fanatismo religioso. Il romanzo fa pensare molto. La vita di Carrie è pressoché invivibile e, un po' per cercare di farla integrare con i suoi coetanei, un po' perché si sente in colpa dopo l'ultimo, pesante, scherzo fatto a Carrie, Sue Snell - compagna della protagonista - convincerà il suo ragazzo, Tommy, ad accompagnare Carrie White al Ballo di fine anno. Sarà il miglior momento della vita di Carrie, tutto le sembra splendido, favoloso. Ma ci penserà un'altra sua compagna, che la odia profondamente, Chirs Hargensen a rovinarle il tutto, con l'Ultimo Scherzo; dopo questo scherzo, infatti, Carrie userà i suoi poteri telecinetici per vendicarsi. Sarà la fine.

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    11 Giugno, 2012
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Misery non deve morire... E nemmeno Paul Sheldon!

Sin dalle prime pagine, "Misery" mi ha catturato e subito fatto mettere nei panni di Paul Sheldon, uno scrittore di successo che - dopo un grave incidente stradale - viene soccorso da Annie Wilkes, ex infermiera e sua più grande ammiratrice. Annie porterà Paul nella sua casa per curarlo, non dicendo a nessuno dove però egli si trova. Paul scoprirà che Annie è mentalmente malata, tanto da sottoporlo a torture sia fisiche che psicologiche, nel tentativo di "riportare in vita" un personaggio dei suoi romanzi, Misery Chastain.
Il romanzo è un qualcosa di eccezionale. King riesce a far provare tenerezza per Paul e odio verso Annie; odio che, a volte però - come succede alla stesso Paul -, si trasforma in pietà verso la donna malata. Le torture, la tensione vanno aumentando in un crescendo di emozioni e suspense che accompagnano il lettore fino all'ultima, emozionante, pagina.
Un romanzo assolutamente consigliato!

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    06 Febbraio, 2012
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Coffey: il grande gigante buono.

"Il Miglio Verde" è il romanzo del Re che più m'ha fatto emozionare. Fino a qualche mese fa questa posizione era occupata da "22/11/'63", ma adesso l'avventura di Paul, Brutus, Dean, Harry, Mr. Jingles, Del, Coffey e tutti gli altri ha preso il suo posto. Ho elencato tutti quei personaggi e ho aggiunto "tutti gli altri" perché ogni personaggio di questo romanzo è caratterizzato benissimo e lascia un'emozione sempre diversa al lettore. Anche un antipatico (mi limito, ovviamente, con "antipatico") come Percy Wetmore.
Be', le parole da spendere su questo romanzo sarebbero molte, ma non so come strutturarle visto che sono troppe.
Mi limito ad un "emozionante" e a invitare chiunque non abbia ancora letto "Il Miglio Verde" a sbrigarsi a farlo!

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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    06 Febbraio, 2012
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L'ho divorato. E ho fatto indigestione.

Deluso da quando ho iniziato a leggere le prime pagine del romanzo. Ho pensato "E vabbè, andiamo avanti che probabilmente migliora". Macché. Non mi piace lo stile di questa scrittrice, sempre la solita struttura della frase: la prima parte di una frase, poi c'è il punto, e l'ultima parola (o al massimo le ultime due) che completa la frase sta dopo il punto. Questa tecnica mi sarebbe piaciuta se fosse stata usata una, due volte in tutto il libro (di sole 250 pagine, per fortuna, altrimenti l'agonia sarebbe stata maggiore). Altra nota negativa, parolacce ripetute a fiumi in ogni pagina (soprattutto nella prima parte del romanzo). Il Divoratore che dice sempre le stesse cose, o quasi. L'idea non è originale, un'accozzaglia di "It" (Stephen King, che ve lo dico a fare?) e "Il ritratto di Dorian Gray" (Wilde, che ve lo dico a fare? al quadrato). Il tutto condito da una prevedibilità davvero scocciante.
Insomma, "Il Divoratore" è stato il libro della Newton Compton che mi è piaciuto di meno per ora... anzi l'unico che non m'è piaciuto per niente.
Deludente.
Scadente.
Ripetitivo.
Copiato.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    07 Gennaio, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

The king of kings: there's only one!

Il re dei re: ce n'è soltanto uno! E il re in questione, non è altro che King Stephen. O, se preferite, Stephen King. È il terzo romanzo di King che leggo e nella mia personalissima classifica sul Re del Terrore (e non solo di quel genere di romanzi, come ha dimostrato con questa sua ultima opera), "22/11/'63" si piazza al primo posto (al secondo "Le notti di Salem" e al terzo "It").
Che dire, il lettore è catapultato dentro la storia sin dalla prima frase del romanzo ed è dentro, coinvolto e travolto dal romanzo fino alla postfazione! Nonostante le 786 pagine, il libro è così scorrevole, piacevole e interessante da poter essere "divorato" in qualche giorno. Devo dire che alcune parti (riguardanti l'origliare le discussioni della famiglia di Oswald) sono state un po' noiose, ma la voglia di sapere come andava a finire era troppa e mi convinceva a continuare a leggere (soprattutto il fatto di sapere il significato di "jimla", parola che - personalmente - mi trasmetteva un qualcosa di grottesco, non so, ma preferisco non spifferare altre cose che potrebbero essere viste come spoiler). Davvero un romanzo stupendo. Punto. Non c'è nulla da dire (a parte che "stupendo" non rende al meglio l'idea di quanto sia bello questo romanzo). Mi rimane un'ultima cosa da aggiungere: le ultimissime pagine del romanzo, mi hanno quasi strappato una lacrima (è stato il primo libro che mi ha commosso così).
Quasi.
Perché, come Jake, io "non sono mai stato un uomo facile alle lacrime."

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Gialli, Thriller, Horror
 
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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    30 Dicembre, 2011
Top 500 Opinionisti  -  

Breve ma intenso

"La cattedrale dell'anticristo" è il secondo romanzo di Fabio Delizzos; de "La Setta degli Alchimisti" non ne avevo sentito parlare e su questo secondo romanzo mi ci sono "buttato" ad occhi chiusi, avendone soltanto letto la trama. Questo romanzo non è (parlando su scala da 1 a 10) né da 10 né da 2 e credo proprio che meriti un voto oltre la sufficienza (7). Abbastanza scorrevole e piacevole, ma - a volte - presenta parti troppo scontate che però non tolgono al lettore la voglia di inoltrarsi nella lettura, accrescendo in lui la curiosità. Linguaggio semplice, capitoli brevi e buone descrizioni di personaggi e ambientazioni accompagnate da una discreta trama sono i punti forti del romanzo, i quali però vengono a mancare in alcuni passi, dove le descrizioni sono troppo superficiali e non fanno capire un granché al lettore. Nonostante ciò "La cattedrale dell'anticristo" è un romanzo consigliato, "breve ma intenso" come si suol dire.

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Fantascienza
 
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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    16 Dicembre, 2011
Top 500 Opinionisti  -  

L'apocalisse, e i maya non c'entrano niente!

A prima vista "Il passaggio" sembrerebbe un "mattone": troppe pagine (883)! Eh sì, in effetti le pagine sono molte... ma non troppe! Una volta iniziato a leggere, questo romanzo cattura il lettore e lo catapulta in un altro mondo. O meglio nello stesso mondo (siamo sempre sulla Terra, tranquilli) ma in un'altra epoca, in un futuro prossimo che verrà sconvolto da un progetto militare, chiamato "Noah", che segue una scoperta scientifica che potrebbe rendere gli uomini immuni a qualunque malattia. Più che il progetto militare è il fallimento dello stesso a sconvolgere il pianeta, dando vita all'apocalisse. Dopodiché il romanzo sposterà l'attenzione su un periodo successivo a questo fallimento... da qui, come afferma Stephen King, "il tuo mondo scomparirà". Ciò che succede da qui in poi è davvero sconfortante e malinconico; se ci si impersona nei protagonisti si proverebbe un senso di tristezza incredibile: tutto il mondo per come lo conosciamo adesso non esiste più. C'è solo una "Colonia" dove vivono i pochi sopravvissuti (non aggiungo altro) con un minimo di tecnologia e fuori dalle mura di questa Colonia, un mondo sconosciuto popolato da mostri succhia-sangue. L'avventura narrata è davvero incredibile e il libro lascia presagire che i due seguiti previsti daranno vita ad una trilogia che rimarrà nella storia.

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Romanzi storici
 
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90Peppe90 Opinione inserita da 90Peppe90    16 Dicembre, 2011
Top 500 Opinionisti  -  

Intrigante e coinvolgente, tranne il finale

Anche grazie alla brevità dei capitoli, al linguaggio abbastanza semplice e ad un tipo di scrittura scorrevole, "Il mercante di libri maledetti" è un romanzo molto piacevole. Ma, come ogni romanzo che si rispetti, è il contenuto il pezzo forte: trama abbastanza lineare che, però, serba parecchi colpi di scena, personaggi abbastanza interessanti - tranne alcuni poco caratterizzati e incisivi - e continui enigmi che appassionano il lettore. Tutto si rivela all'altezza di un buon romanzo. Unica pecca è il finale, però, dove viene sminuita - e parecchio, a mio avviso - l'importanza dell'"oggetto del desiderio" inseguito dai protagonisti (sia "buoni" che "cattivi").
A parte il finale, appunto, "Il mercante di libri maledetti" è consigliato; davvero piacevole.

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