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Klayzt Opinione inserita da Klayzt    13 Gennaio, 2012
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Delitto e Castigo

In “Delitto e Castigo” Dostoevskij riversa tutto il proprio genio il quale non solo verte sull'ambito letterario, ma si avvale appunto di profonde conoscenze filosofiche, antropologiche e psicologiche.
Egli pone il personaggio principale, Raskòl'nikov, giovane ex studente, prematuro pensatore ed idealista, nello scenario di una Pietroburgo sporca, polverosa e opprimente, brulicante di personalità stereotipate, di varia estrazione sociale: ubriaconi, piccoli borghesi, mendicanti, finti aristocratici, prostitute, osti, studenti, usurai, vedove in disgrazia.
Il giovane Raskòl'nikov, un ragazzo estremamente suscettibile e tuttavia fiero dei propri originali pensieri, si fonde e sprofonda nella metropoli, rinuncia alle proprie ambizioni senza neanche rendersene conto e scivola nell'ozio e nell'inerzia del suo squallido e minuscolo appartamento. Costantemente irritato dal suo fallimento in corsa, sviluppa nella sua mente un'idea fissa, una teoria: “Che sia giusto compiere un piccolo atto cruento se questo serve a sopraelevarsi nella società? Che sia giusto quando, a buon ragione, l'omicidio in questione viene attuato nei confronti di chi opprime, vive di rendita e non offre niente al mondo se non sofferenza? Che sia giusto per chi, a differenza di molti si possa considerare un eletto, “un Napoleone”, schiacciare i pidocchi della società per il bene proprio e quello comune?”
A questo proposito Raskòl'nikov si decide all'azione e sceglie di assassinare una vecchia malefica usuraia, con il duplice scopo di arricchirsi del bottino per poter porre le basi economiche della propria carriera e quindi potersi “sopraelevare”, e di mettersi alla prova, scoprendo se in realtà egli possa sostenere il peso di una tale impresa e quindi riconoscersi in uno dei pochi “eletti”.
E' da notare come Dostoevskij, impiantando questa ipotesi filosofica nella mente del suo protagonista, sembri quasi anticipare, se non (teoria ardita, ma comunque plausibile) gettare le basi per quello che sarà il successivo pensiero nietzchiano, quello che impernia la sua centralità nel “superuomo”.
Anche se l'omicidio, minuziosamente pianificato, procede grosso modo secondo i calcoli prestabiliti da Raskòl'nikov egli si ritroverà ad affrontare una sorta di deterioramento interiore a seguito del misfatto, il quale lo porterà ad una sorta di febbre celebrale nel quale delirio egli teme in continuazione di tradirsi, lasciandosi attanagliare da ogni forma di paranoia la quale spesso raggiunge le forme più maniacali, morbose e violente. A peggiorare (nel tentativo di migliorare) il tutto ci sono i vari personaggi (anch'essi magistralmente curati nella costruzione dei caratteri in tutte le varie sfaccettature), quali, in primo luogo la madre e la sorella, giunte (in un momento poco oppurtuno) dalla periferia, che soffocano letteralmente Raskòl'nikov di cure e affetto.
Il giovane amico ed ex collega universitario Razumichin, pieno di vigore e vitalità, ottimista e responsabile, legato fraternamente a Raskòl'nikov, offrendo a questi tutto il suo sostegno e ponendosi come cuscinetto tra le due familiari ed egli.
La sfortunatissima Sonja, appena adolescente, travolta dalla povertà assoluta e costretta a “prendere il biglietto giallo” (cioè a prostituirsi), che diventerà per il protagonista oggetto di amore e mezzo di espiazione.
Questi, e tanti altri personaggi contribuiscono non come contorno ma bensì come parti integranti e indispensabili del racconto interagendo in modi diversamente passionali con il protagonista.
Tutti questi elementi caratterizzano e determinano un lettura sorprendentemente scorrevole seppur fittamente ornata da elementi estrinsechi della cultura, degli usi e delle tradizioni russe, che coinvolge intimamente il lettore e lo trascina, in usa sorta di complicità emotiva, nelle vicissitudini e nelle sventure dell'originalissimo personaggio principale e degli altrettanto originali personaggi secondari. Elementi che nell'insieme rendono “Delitto e Castigo” un capolavoro della letteratura classica russa che ha influenzato, senza ombra di dubbio, il carattere e lo stile del romanzo moderno occidentale.

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