Opinione scritta da changuito
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Meraviglioso!
La Nerea Riesco non si smentisce, i suoi romanzi sono sempre meravigliosi, in grando di fondere con impareggiabile bravura storia e fiction, di costruire trame avvincenti e personaggi memorabili. Ho addirittura preferito questo a La ragazza e l'inquisitore, anche perchè, a mio parere, l'autrice è riuscita a creare figure umane più vivide e in grado di fissarsi nella mente del lettore in modo indelebile. Le vicende di questa famiglia si succedono seguendo il corso implacabile del destino e delle vicende storiche, in mezzo al fiorire e allo sfiorire di storie d'amore appassionate, in mezzo al dilagare delle guerre e della isteria collettiva.
Un romanzo memorabile, da non perdere!
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Assolutamente da sconsigliare
Ho acquistato questo libro incuriosito dalla trama e dalla costruzione a tre voci che ha attirato la mia attenzione. L'ho finito solo perchè non è mia abitudine lasciare un libro a metà, ma vi assicuro che la tentazione è stata grande. Lo stile dell'autrice può risultare anche piacevole e di facile lettura: scorrevole e armonioso, nel complesso, ma la trama è assolutamente inesistente oltre che priva di senso. Il fantasma di questa donna che compare nella vita di Nicholas e che dovrebbe svolgere una sorta di ruolo nel fargli ricucire il matrimonio in crisi è assolutamente inconsistente. Vi assicuro che in diverse parti del romanzo mi sono chiesto che senso avesse quel che stavo leggendo. Per non parlare poi di alcuni banalissimi luoghi comuni, da romanzo adolescenziale, che si ritrovano in diversi punti, davvero inaccettabili (del tipo "Suonami come un violino" o qualcosa del genere). Neanche nei romanzi di Moccia si trovano banalità del genere.
Sconsigliato vivamente, quindi, assolutamente da evitare!
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Una grande delusione
Che dire di questo libro di Faletti, se non che continuo a considerarlo decisamente più degno di nota come comico che come scrittore. E sottolineo questo concetto partendo dal presupposto che nutro molta simpatia per l'autore. Tuttavia, nonostante si possa notare sicuramente un lavoro di limatura sullo stile che si è andato perfezionando nel tempo, non posso fare a meno di sconsigliare vivamente la lettura di questo libro che è lontano anni luce da quel che si può considerare "vera letteratura". Mi rammarica non tanto il fatto che si possano buttare via dei soldi per dedicarsi a una lettura che non lascia niente dentro se non la più totale inutilità, ma soprattutto che il mondo della grande editoria italiana dia tanto spazio ad autori del genere, quando immagino che perfetti sconosciuti di talento ce ne siano a bizzeffe nel nostro Paese. Peccato per loro e per noi lettori che ci troviamo circondati, nelle librerie, da opere come questa, di cui, francamente, potremmo grandemente fare a meno.
Personalmente l'ho letto solo perchè si era vociferato di un cambiamento e di un innalzamento di spessore. Per curiosità quindi, ma la delusione è stata grande. Credo che qualsiasi cosa possa pubblicare in futuro Faletti me ne guarderò bene dal commettere lo stesso errore.
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Honorata cortigiana
Un libro che mescola bene storia e fiction, questo di Rosa Ventrella, nel quale accanto all'ambientazione molto suggestiva e realistica della Venezia rinascimentale, troviamo anche una meticolosa costruzione dei personaggi, davvero ben caratterizzati. Non solo attraverso il processo di maturazione psicologica di Veronica, ma anche ben evidente negli altri protagonisti attorno a cui ruota la storia principale, come il pittore Federico Contarini e il temibile Maffio Venier. L'autrice ha una straordinaria capacità di far "entrare" proprio nel vivo della storia, di rendere i personaggi, i sapori, gli odori talmente reali da poterli realmente percepire.
Nel romanzo non ritroviamo solo la storia rivisitata e romanzata della poetessa della laguna, ma anche l'avvicendarsi degli eventi più tragici che hanno toccato la Venezia di quegli anni: la peste, i processi dell'Inquisizione, eventi che incidono fortemente sull'evolversi delle vicende, insieme a tutto un mondo di frivolezze, perversioni, falso perbenismo che crollano miseramente, sotto i colpi di scure della storia e del popolo, la cui furia cieca colpisce prima degli inquisitori. E così assistiamo a un pittoresco carosello di frati indovini, santone, prostitute, saltimbanchi che animano il mondo del Cinquecento, il tutto condito da una scrittura colta, veloce, che non perde mai il ritmo.
Davvero un bel romanzo!
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