Opinione scritta da MagicalRobert

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Gialli, Thriller, Horror
 
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    04 Dicembre, 2012
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HAP & LEO - UN'AMICIZIA VERA, TRAVOLGENTE!

Una stagione selvaggia è il primo capitolo che da vita alla saga di Hap e Leonard, o più precisamente Hap & Leo. La storia, con tinte noir, di per se, è abbastanza semplice, come lo si potrebbe pensare di Pulp Fiction di Tarantino! Ecco, immaginate dei personaggi fuori dall'ordinario, una banda di ex "fricchettoni" degli anni 60 rimasti fermi ai loro ideali che si muovono tra colpi di scena improvvisi, che a volte sfiorano una violenza talmente esasperata da arrivare al confine con l'irreale; proprio queste caratteristiche, secondo il mio parere, attirano l' attenzione, anche sui personaggi più violenti di questa incredibile crime novel, come ama definirle il nostro Joe Lansdale. Si, perchè ogni personaggio ha un linguaggio e delle caratteristiche fisiognomiche fortemente caratterizzanti,fuori dal comune. Non sentirete pensare e dialogare con il sarcasmo accattivante di Lansdale molto facilmente in altri libri. Lui è semplicemente unico. Mi piace ribadire un certo richiamo al primo Tarantino. Io almeno ho provato emozioni simili

E Hap & Leo? Be', loro meritano un'analisi che va oltre i semplici contesti del racconto. Sono due amici incredibili. Come ci salutiamo in genere nella vita? "Ciao, come va? Tutto bene" " Si, grazie, che facciamo oggi ?", al massimo può scapparci una pacca od un abbraccio amichevole. Ma quando due amici Hap, idealista e romatico, con un passato difficile incontra un ex pluridecorato del Vietnam, anche lui con trascorsi dolorosi, ecco che si viene a formare quella perfetta alchimia, dove immediatamente entri in forte sintonia con questo amico. Con caratteristiche diverse sono speculari nell'affrontare la vita, scherzano continuamente prendendosi in giro, anche in modo pesante, ed una battuta tagliente, vista così dal di fuori, tra di loro è espressione di empatia profonda, è uno stimolarsi continuamente a vicenda; Così la goliardia come simbolo di amicizia fraterna. La vita è dura e grigia, e loro due la colorano tra di loro con continui sberleffi. Ma non pensiate che vedendo due tipi come loro possiate entrare facilmente nei loro dialoghi taglienti, vi prendereste la scossa. Ed è questo che accade nel libro, metti questi due "matti" di Hap & Leo a contatto con altri personaggi strani, loro andranno a nozze e tireranno fuori tutto il meglio dei loro dialoghi sarcastici conditi con duro cinismo. Desiderereste essere loro amici, ma al massimo vi trovereste fuori di testa dopo esser stati sballottati a loro piacere; voi, al centro della loro piccante intesa.

Scherzano pesantemente, magari Hap potrebbe salutare Leo con uno schiaffo a sorpresa, e Leo risponderebbe semplicemente " Cazzo Hap, che mano morbida, cos'è, hai fatto la manicure? Mi preoccupi! " Hap? Sorride di cuore.
Scherzano perchè sanno che, al di fuori della loro eccezionale amicizia, il mondo è molto spietato.

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Semplicemente, iniziate a leggere la loro saga, fidatevi!
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    21 Novembre, 2012
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THE WONDER BOY OF TEXAS


" Se arriva un ragazzino bianco, ecco che subito devono scendere dal marciapiede."

E' stato estremamente piacevole scoprire lo scrittore texano Joe Lansdale, attraverso questo giallo che porge un occhio al razzismo. Io i texani li ho sempre immaginati come persone dal comportamento e dal linguaggio diretto, senza troppi fronzoli; così ho trovato lo stile di Lansdale, attaccato alla realtà, sia nelle descrizioni dei luoghi che nella caratterizzazione fisica ed espressiva dei personaggi. Siamo nell'immaginaria Dewmont, cittadina del Texas orientale, nei favolosi anni 50 americani. Gli anni del rock n' roll, Elvis, dei fast food take away e... dei drive in; come quello della famiglia Mitchell con casa annessa. La storia prende corpo da una semplice scatoletta di metallo, nella quale il protagonista Stanley, un bambino di tredici anni, scopre delle vecchie lettere d'amore firmate semplicemente con le iniziali dei due corrispondenti J. M. Iniziando, spinto dalla sua curiosità e da quella della sorella Callie, presto si ritroverà all'interno di una storia di omicidi macabri che farà riaffiorare dal passato, scomode verità. La vita di Stanley cambia completamente. Si ritroverà, così, a diretto contatto con la morte ed il sesso, costretto a perdere l'innocenza della sua giovane età. Stanley diventa "adulto" nel volgere di un' estate... ma è un non comune ragazzino di tredici anni. Lui ha un carattere dolce, è altruista ed empatico, ma anche estremamente risoluto, coraggioso, con una forte personalità, contro la gente razzista e bigotta della cittadina in cui vive; riesce sempre a mettere a proprio agio chi gli è accanto così da aiutare ognuno ad esprimere i propri sentimenti e le passioni inespressi. Commovente è la sua amicizia con Buster, il vecchio proiezionista di colore, ex poliziotto che aiuterà Stanley nelle sue peripezie, dove anche Buster,si sentirà nuovamente "vivo", grazie all'amicizia del ragazzino. Eh! Si riesce veramente ad affezionarsi al personaggio di Stan, come anche a sua sorella Callie ed al resto della famiglia, che accetta a vivere con loro Rosy, la governante di colore verso la quale provano un grande affetto. Una famiglia texana onesta, ma dura con gli ingiusti. This is their Texas.
Spero che possano farne una trasposizione cinematografica!

Ringrazio Gracy, me lo ha consigliato con passione coinvolgente!

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Io non sono un esperto di gialli, mi vien comunque di consigliarlo agli amanti del genere, a chi conosce Lansdale, e a chi lo vorrà conoscere
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    28 Ottobre, 2012
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Una nave? No, un immenso scrigno di Emozioni!

Mentre penso al nome di Danny Boodman TD Novecento sorrido malinconicamente, con affetto. E' incredibile come solamente questo nome rievochi completamente questa dolcissima storia raccontata da A. Baricco. La leggenda del pianista sull'oceano titola il film, giusto, lui non è semplicemente il più grande pianista che abbia solcato l'oceano, ma il più grande pianista che si possa immaginare! E' nato sul piroscafo Virginian e da questo non è mai sceso... neanche un minuto. Questo libro mi ha preso e portato fuori dal mondo appena lo ho aperto; si perchè Baricco fa notare che è la trasposizione di un testo teatrale che lui aveva scritto per un monologo, questo lo rende ancora più coinvolgente. Le indicazioni per l'attore, per le scenografie e per la musica che deve sostenere la scena rende tutto più dettagliato; accresce la suspense narrativa, ed ogni dettaglio non è a caso, descrive un'emozione ben precisa. Novecento è un personaggio introverso, caratterizzato da una grazia innata... ma soprattutto sa osservare, con estremo entusiasmo, ogni singolo passeggero che abbia viaggiato sul Virginian. Così il suo talento in perfetta simbiosi con la sua sensibilità, gli permette di suonare una musica che non è di questo mondo, una musica che esprime tutte le emozioni dell'animo umano, ed è questo che senti mentre leggi il libro; spontaneamente provi amore per Novecento, ti senti vicino a lui, come quando sfida il carismatico ed un po' sbruffone pianista Jelly Roll. Momento epico, nel quale s'intrecciano il dispiacere che provi per Novecnto, ti vien da esclamare "Dai Novecento, non farti rendere ridicolo da questo cialtrone!" Ti viene da piangere, ma lui ne sa una più del diavolo, riesce a sorprenderti con immenso stupore, ed io mi sono ritrovato a gioire con le lacrime agli occhi! E' nato sulla nave e su questa si spegnerà per sempre. Anche un' uomo dalla personalità incredibile come lui possiede, non avendo mai vissuto al di fuori del Virginian, si è creato un suo mondo meraviglioso, cogliendo tutte le sensazioni, i sentimenti di base che ogni sognatore vorrebbe ritrovare nella vita reale; ha sofferto in segreto, perchè consapevole che niente lì fuori poteva avvicinarsia al suo "mondo". Eh, già, la vita fuori dal Virginian è senza confini. Gli animi lucenti non sarebbero che piccole luci invisibili.

"Il piano è composto da ottantotto tasti, su questi tasti posso esprimere l'infinito che è dentro di me. Il mondo là fuori è composto da miliardi, infiniti tasti, su quelli suona Dio"

Grazie Dalila, mi hai donato questo piccolo prezioso libro, sapendomi leggere nel cuore... TD (Thanks Dalila!) :D

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A tutti, e a chi adora Baricco, per me è stato il primo libro "bariccato" . Lo leggerete molte volte, non potrete fare diversamente (Penso) ^_^
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    28 Settembre, 2012
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SOTTO IL SEGNO DEL GATTO

Un libro acquistato per puro caso. Ero in libreria ed annaspavo tra tanti titoli, senza avere un'idea chiara, quando su uno scaffale ne noto, con un sorriso, uno con l'immagine di un gatto di spalle. Leggo sulla descrizione che è stato scritto da Natsume Soseki, ritenuto il più importante scrittore giapponese dell'età moderna. Io che non avevo mai letto un autore giapponese come Yoshimoto o Murakami, pensavo "La fortuna del caso! Questo è un libro dei primi del 900, d'accordo che il Giappone è comunque distante da noi come filosofia e stile di vita, ma un classico come questo rappresenterà sicuramente la società giapponese con stili e ed usanxe ormai perdutesi nel tempo".

Il libro, rappresentato alla fine dell'epoca Meiji, quindi in un Giappone in avanzata fase di modernizzazione e di apertura verso l'Occidente, però relativamente lontano dall'epoca feudale degli shogun, Edo. Epoca, questa, nella quale ogni individuo è schiavo del suo ruolo sociale da cui non può esimersi. Questo minimo accenno all'epoca Edo, così vicina a quella Meiji è secondo me importante in quanto nel libro la caratterizzazione ed il giudizio di alcuni personaggi ci fa perdonare Soseki per il suo classismo; lui era figlio di quell'epoca.

Il racconto di "Io sono un gatto" si svolge a Tokyo ed è incentrato soprattutto nella casa dove vive Il Professor Kushami e la sua famiglia. Lui è un insegnante di inglese delle scuole superiori con un carattere spigoloso, oltremodo nervoso, una persona schiva che è avversa ai comportamenti portati dalla modernizzazione in atto. Grande studioso, si, lui si ritiene tale, e così lo ritengono i suoi amici, soprattutto il suo ex allievo Kangetsu. Ed il gatto? Ecco il colpo di genio di Soseki, rendere protagonista di questo meraviglioso libro il gatto di casa Kushami. Immaginate un gatto con il mantello macchiettato giallo e grigio, già lo s'immagina simpatico, no? Un gatto senza nome perchè nessuno lo ha così in considerazione. Piacevolmente atipico come gatto, filosofo ed attento osservatore, con una giusta punta di sarcasmo nel suo spirito, ed estremamente accattivante per la sua curiosità. Sarà lui a far crescere l'interesse di chi legge, perchè questa è una lettura molto divertente che si apprezza, però, soprattutto per l'attenta e minuziosa analisi che Soseki riesce a compiere su ogni dettaglio, partendo dalla descrizione di un semplice oggetto fino ad arrivare alla spiegazione di ogni singolo comportamento dei personaggi. Si ha sempre una visione perfetta dei luoghi e delle persone... sembra di essere lì, in Giappone. Così Soseki, grazie al simpatico gatto, riesce a rendere piacevoli anche periodi molto lunghi, dove non mancano riferimenti a massime zen poste, però, sempre per arrivare ad una più profonda analisi. Quindi, se la voce narrante fosse stata la sua, sarebbe stato comunque un gran libro libro, ma grazie al suo alter ego "micio", tutto appare più scorrevole, ed anche se a volte vi sembrerà di entrare in descrizioni senza fine, abbiate pazienza, dopo penserete che ne sarà valsa la pena.

Gli amici di Kushami hanno caratteristiche ben distinte, dal vecchio amico di studi Meitei, sfrontato, maleducato, presuntuoso, ma con una grande vitalità e sempre pronto a destare interesse attraverso la sua cultura o storie di vissuto più o meno vere. Meitei è tondo, sa adattarsi agli eventi. Il già nominato Kangetsu, il fedele ex allievo di Kushami, un ragazzo noioso, e a volte terribilmente ridicolo. Kangetsu è piatto, la vita passa su di lui silenziosamente. Dokusen, un filosofo bislacco che crede, o meglio fa credere di aver raggiunto il pieno equilibrio spirituale, lui in verità non è affatto sicuro. Ora immaginate un semplice racconto reso interessante semplicemente dallo scambio di opinioni, dai continui pettegolezzi a cui danno vita questi amici. C'è veramente da ridere, come a volte ridiamo quando notiamo un'accesa discussione tra nostri amici. Il tutto enfatizzato dalle critiche... graffianti del gatto!

In opposizione al gatto, Kushami ed i suoi amici, troviamo la famiglia Kaneda, o più precisamente la definizione è clan Kaneda! Rappresentato dal signor Kaneda, ricchissimo, ma rozzo imprenditore senza scrupoli. La moglie Tofu donna spocchiosa ed arrogante con un naso grande all'inverosimile, detta "la nasona". Da questi due personaggi non poteva che nascere la classica figlia viziata ed irrispettosa, Tomiko. La sua famigli e tutti personaggi che s'inchinano o vengono corrotti dal loro potere, rappresentano ciò che di male porta il modernismo in Giappone. Un modernismo che spesso procede spedito, nutrendo il barbarismo delle menti. Soseki, quindi anche il gatto, non mostrano minima simpatia verso la mentalità del moderno imprenditore irrispettoso, dove invece, come è giusto che sia, si nota verso la cerchia di Kushami un voler riconoscere dei pregi, anche al più odioso dei personaggi. In fondo, con tutti i loro difetti, ognuno di loro ha, chi più o chi meno, dei valori positivi in cui crede.
Semplicemente un libro incredibile! Da tenere sempre a portata di rilettura.

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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    12 Gennaio, 2012
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Attenti al diavolo!

Si, il diavolo inteso come espressione del male, della malvagità umana, in questo capolavoro postumo di Michail Afanas'evic Bulgakov. Il diavolo che altro non è se non attraverso le sembianze dell'inquietante Woland, personaggio dall'aspetto elegantemente intrigante, grande affabulatore... a me ricorda molto Leland Gaunt, l'affascinante diavolo di Cose Preziose di Stephen King. Il Maestro e Margherita, un romanzo che viene raccontato attraverso storie ben distinte tra loro, dove non è, appunto, sempre facile trovare dei punti d'incontro. Mosca sovietica,anni trenta,in questa prima storia, incontriamo Woland il mago che compie strani esperimenti di magia; lui al centro di conversazioni di carattere religioso con intellettuali russi atei, tra l'altro spesso presenti nei romanzi classici della letteratura russa. Un mago molto particolare, lui la rappresentazione del diavolo che nega l'inesistenza di Dio... già, come immaginare il diavolo senza Dio, il bene senza il male? Woland,diabolico! Capace di mettere in allerta ed in confusione la rigida burocrazia sovietica dell'era staliniana! Il secondo racconto, è praticamente il romanzo del maestro, e narra di uno strano rapporto tra Gesù e Ponzio Pilato.Un rapporto talmente inquietante, per il semplice motivo che, nel momento in cui lo si legge, riesci a ritenerlo veritiero, grazie allo stile ed alla fantasia di Bulgakov; almeno a me ha trasmesso questa sensazione sgomenta! Il terzo racconto narra della storia d'amore tra il maestro e la dolcissima Margherita. Il maestro, uno scrittore vittima del fallimento del suo romanzo. Violentemente criticato dal regime, il maestro viene fatto internare in una clinica psichiatrica. Il forte amore di Margherita per il maestro, farà si che lei cederà alla promessa di poterlo rivedere, fattagli da Woland, a condizione che lei diventi la regina di una danza infernale! Il bene ed il male si alternano attraverso le vicende di Woland, in contrapposizione all'intensa storia d'amore tra... Il Maestro e Margherita. Proprio attraverso l'immensa forza che traspare da questo amore, si rimane convinti, spero, di quanto questa forza sia l'unica salvezza contro il diavolo, inteso come, già scritto, la malvagità ed il male che albergano spesso nella nostra anima! Di più, non racconterò ah no! E buona lettura a chi vorrà scegliere questo prezioso romanzo.

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A chi ama i classici russi!
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    04 Gennaio, 2012
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Sei grande Mimì!

Com'è bravo Desiati! Che passione ha saputo mettere in questo suo stupendo romanzo! Solo uno scrittore salentino, che ha vissuto a contatto con la gente e le loro dolorose storie di emigrati in Svizzera a Zurigo nella seconda metà degli anni settanta, dove lavoravano alla produzione dell'eternit, lu ternitti nella storpiatura in salentino, poteva scrivere questo duro e a tratti sognante capolavoro. Come con grande sensibilità ed interesse, descrive la silenziosa ma tragica storia dell'ETERNIT; silenziosa purtroppo, anche nella storia delle tragedie italiane. Il male lento ma inesorabile reso dal mesotelioma dell'amianto, è narrato attraverso le vicende di Mimì Orlando, costretta a trasferirsi, a quindici anni, insieme alla famiglia in un palazzone dalle enormi vetrate, vicino alla fabbrica svizzera che produceva "lu ternitti". Saranno appunto ricordati da Mimì come gli "anni del vetro". Anni duri, vissuti nella più totale promiscuità; dove Mimì iniziera a vedere con i propri occhi la triste metamorfosi causata dall'amianto, sui volti degli uomini, "Uomini con occhi rossi, acquosi". Emigranti, trattati da tali, costretti a frequentare uno squallido bar un solo giorno a settimana perchè a loro emigranti italiani, è dedicato solo quel giorno. E in una situazione di emarginazione, commuove rendersi conto come questa gente in quel giorno riusciva comunque a provare euforia. Un insignificante bar con in sottofondo la musica dei Ricchi e Poveri, in un simile frangente può sembrare il paradiso. Non apprezzi la magia, la gioia di un momento se per te tutto scorre sempre con leggerezza, se i problemi sono ridicoli dettagli. Ed ecco che nella casa di vetro, dove ci si sente smarriti, lontani dal sole del Salento, gli incontri di nascosto tra Mimì ed il suo primo amore Ippazio, vive nella magia segnata semplicemente da fiammiferi accesi e spenti al buio davanti ai loro volti che esprimono smorfie e desiderio l'una dell'altro. Eh! L'amore, un sentimento che annulla tutta la tristezza intorno a Mimì. Lei una donna dalla bellezza prorompente, una donna dal carattere forte, che torna a vivere al Sud contro tutte le meschinerie, le malelingue, ma prodiga ad aiutare chiunque ne abbia bisogno...anche verso chi è ingiusto nei suoi confronti. La ritroviamo nella seconda parte con la figlia Arianna adolescente, molto simile a lei, e come la madre con un a forte personalità. Il carattere di Mimì contro la viltà di molti suoi compaesani, espresso nella seconda parte del libro, rappresentata nello splendore del Salento; dico splendore anche non conoscendo personalmente questa terra, in quanto Desiati fa arrivare, tramite le sue accurate descrizione la magia e la bellezza dei luoghi del Capo, tra Ionio e Adriatico. Spesso presenti nel libro, dialoghi in dialetto che , almeno a me, lo hanno reso ancora più autentico, soprattutto nel far immaginare la figura di Mimì Orlando! Assolutamente meraviglioso... ci saranno delle sorprese, quindi... non posso dilungarmi!

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Sicuramente a chi ama conoscere le storie di tragedie cadute nel dimenticatoio! Almeno per molti di noi.
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    29 Dicembre, 2011
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Il Principe dentro l'anima

Il mondo non accetta chi è di animo puramente gentile!
Quante volte, purtroppo, abbiamo sentito questa frase? Magari detta con cinismo, dopo che avevamo, con entusiasmo, compiuto un' azione con tutti i più buoni propositi.
Da tempo desideravo esprimere la mia passione, il mio amore che provo verso un personaggio di rara bellezza qual'è il principe Lev Nicolaevic Myskin, ultimo erede di una nobile ma decaduta famiglia russa, protagonista de L'idiota di Dostoevskkij. Il principe Myskin, dopo aver trascorso alcuni anni in Svizzera per curare l'epilessia, parte per tornare a Pietroburgo, con il desiderio di conoscere l'ultima parente rimasta in vita, Elisaveta Prokofvena Myskin, moglie del generale Ivan Fedorovic Epancin. Il principe nel viaggio in treno viene a conoscenza del rozzo e ricco mercante Rogozin, innamorato follemente di Nastas'ja Filipovna, una donna dalla bellezza eterea,figlia adottiva del ricco Toki, del quale diventerà l'amante a sedici anni... una donna "disonorata". Il principe arrivando a Pietroburgo, verrà accettato dagli Epancin ed entrerà nelle grazie di Elisaveta Prokofevna e delle sue tre figlie. Così il nostro amato principe conosce Ganja il segretario del generale Epancin, promesso sposo di Nastas'ja, verso la quale prova interesse solamente per la sua ricca dote. Ganja mostra al re un ritratto di Nastas'ja; l'animo del principe, puro, profondo e compassionevole oltre ogni modo, riconosce nel bellissimo volto della donna, sofferenza ed infelicità... capisce subito che è una donna compromessa dalla vita. Se ne innamora subito, quando invece di lui s'innamorerà Aglaya, la figlia minore del generale. Sente forte il bisogno, per lui istintivo, di salvarla dalle sue pene, dal violento Rogozin e dall'arrivista Ganja. La chiede in moglie, per slvarla dai due pretendenti, ma Nastas'ja, innamoratasi anche lei del pricipe (della sua nobiltà d'animo), rifiuta per paura di poter farlo soffrire. Il principe, sogna un mondo perfetto,espresso nella bontà; purtroppo si scontrerà con una società corrotta, cattiva, dove, ormai molti comportamenti, sono talmente assimilati da essere ritenuti la normalità. Lo "splendore della bellezza", questa era la definizione di Dostoevskij per descrivere il personaggio del principe Myskin. L'infinità bontà del principe espressa con l'ingenuità di un bambino, appare come un candido bagliore che porta alla luce i segreti più profondi, ed a volte scomodi, dei personaggi che ruotano intorno a lui. Sempre con ingenuità, non curandosi delle reazioni altrui, mette a nudo l'animo umano, a volte cerca di elargire consigli allo "sventurato di turno". L'eccessiva comprensione dilagante nella compassione, nel prodigarsi verso il prossimo, ecco l'idiozia del principe, ecco il principe Mysvkin lìidiota. Mi sono sentito messo a nudo, come i personaggi che ruotano intorno al principe, mi sono riconosciuto in alcuni vizi comportamentali ormai vissuti da me e dalla società come "normali". Una socièta, purtroppo, piena di cinismo e cattiverie, dove spesso un comportamento che esprime bontà ed altruismo viene considerato... da idiota!
Il principe è ormai nel mio animo, e fortunatamente, quando vedo male intorno a me, od ingiustizie, la sua figura affiora nella mia mente in tutto il suo splendore.

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Consigliato a tutti e logicamente a chi ama Dostoevskij e la letteratura russa... leggetelo quando siete sereni!
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    20 Dicembre, 2011
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Lidia,anticonformista dalla nascita

Veramente un bel romanzo questo di Paola Mastrocola, o forse potrei dire questi due romanzi! Un romanzo scritto con passione, dove anche i personaggi che ruotano intorno alla figura protagonista ,sono magistralmente raffigurati dal punto di vista psicologico e dettagliato nei loro comportamenti. La vita che attraversa i cambiamenti dell'Italia, da fine anni 60 fino ai primi anni 90, vista attraverso gli occhi di Lidia, la protagonista che un giorno, casualmente aprirà un volume dell'enciclopedia e trovera sotto i suoi occhi, la descrizione di un trovatore provenzale che cercava "il suo amore da lontano". Questo sarà il credo di Lidia. La prima parte del libro è rappresentata tra Torino e Stupinigi,periferia. Un personaggio con una personalità forte ed istintiva quello di Lidia, costretta a lasciare la scuola per aiutare sua madre al banco di verdura . All'inizio appare agli occhi degli altri, come un'ingenua, solamente perchè la sua vita, scandita dalla mediocrità dei genitori, non le permette di relazionarsi con molte persone. In questa prima parte torinese, si apprezza un romanzo realista, dove viene dato molto spazio alle lotte operaie degli anni 70, e alla fervente politica di quegli anni alla quale tramite una sua amica, prova a farne parte, in modo attivo, anche Lidia. Un ambiente politico pieno di contraddizioni, e per molti più che altro un atteggiamento... una ragazza "fortemente comunista" che d'Inverno va a passare le vacanze nella sua "deliziosa" casa in montagna. Ragazzi al centro di una scena, più per interessi personali, che non politici. Un ragazzo conosciuto tramite un amico del padre; bravo, ingegnere alla Fiat! Si bravo, ma incapace di romanticismo, incapace di saper amare... come può uno spirito libero che si rifà ai trovatori provenzali accettare una vita così piatta, da ragazza sistemata, che fa tanto contenti mamma e papà? Ed ora Lidia non ne può più, basta, scappa con Pino(il cavallo del padre), decide di vivere, finalmente, assecondando la sua voglia di libertà: Via al galoppo attraverso L'italia con il suo fido destriero. La nostra eroina, farà molte esperienze, e sarà protagonista anche di gesti bassi e meschini,... però sarà finalmente una persona che riesce ad assecondare il suo istinto senza freni.In questa seconda parte del libro tutto apparirà più fantasioso, fino a sfiorare, nella storia d'amore con il vecchio ed affascinante aviere, il surreale!
In questa parte si riuscirà anche ad odiare Lidia per alcuni suoi comportamenti sbagliati. Attraverso lo sbaglio, e con molto coraggio, senza mai smettere di assecondare i suoi sogni riuscirà a trovare la pace con i suoi... e alla fine un inaspettata gioia! La vita la riscatterà per quei suoi comportamenti negativi di cui ho scritto sopra, e lo farà con piacere anche chi alla fine amerà Lidia e questa sua innata personalità,libera ed anticonformista!

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A chi semplicemente nella vita ama essere uno spirito libero, e poco incline ai condizionamenti dei pensieri altrui! A chi,fortunatamente, ha letto già un altro libro di Paola Mastrocola
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MagicalRobert Opinione inserita da MagicalRobert    17 Dicembre, 2011
Top 1000 Opinionisti  -  

Un fiocco di neve che tocca l'anima

Nooo! Ma cosa dici, è un semplice libretto, dai questa non è poesia, scritto in modo così semplicistico e scontato. Beh... ditemi , un fiocco di neve è semplice, non è altro che un insieme di microcristalli di ghiaccio; poi infine si scioglie e non lo si vede più; rimane solamente una normalissima goccia d'acqua, niente di emozionante o stupefacente. Un fiocco di neve scende delicatamente, nel silenzio, e con il suo candore, con voce sommessa ti fa esclamare ohhh! Ed immediatamente dentro di noi s'insinua e cresce delicatamente una gioia intima,silenziosa, come il fiocco di neve che scende dal cielo. Si! Neve, questa piccola perla di Maxence Fermine che intreccia sapientemente poesia e amore. Benvenuti nel mondo di Yuko, giovane poeta giapponese che compone haiku (versi poetici giapponesi), cercando l'essenza della bellezza esclusivamente nei paesaggi innevati. Benvenuti nella magia della poesia unita a quella dell'amore; tutto splendidamente immaginato nei paesaggi che attraversano il Sol Levante da Nord a Sud. Il giovane Yuko diventerà un grande poeta, però si accorgerà che la sua poesia è sublime, ma non ancora perfetta. Manca la parte di bellezza che proviene dai colori che sono assenti nella neve, sarà così che la sua vita s'incrocerà con quella del maestro Soseki grande pittore, famoso in tutto il Giappone. Il rapporto maestro allievo, col tempo diventa molto profondo e Soseki, che in giovinezza, aveva perso il suo grande amore, rivela la sua dedizione all'arte per sopperire al suo immenso dolore nel ricordo del suo amore. Sarà proprio Yuko a far "ritrovare" al vecchio Soseki il suo perduto amore! Così come la vita di Yuko cambierà per sempre e si staccherà completamente dalla sua figura di poeta solitario che trovava ispirazione nei paesaggi innevati del Giappone del Nord. Sarà una conseguenza degli insegnamenti del vecchio maestro e del loro scambio di saggezze nei loro destini incrociati.

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A chi crede nell'amore e nella poesia, nella loro forma più pura e delicata... ed è ottimo come libro "defaticante" dopo un romanzo dalla lettura e dai contenuti più complessi!
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