Opinione scritta da triven
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Pozzo zero
Eccolo qui, il libro raro e appartato che tutti vorremmo incontrare. Vivido come il ricordo lancinante del passato, profondo come l'abisso intravisto in una tragedia greca, tenero come la gioventù, semplice e totale come il primo amore... questo e tanto altro è la storia di Luisu che si fa un corpo, un cuore e una testa da minatore, da bovaro che era... e sembra, forse, all'inizio, un idillio bucolico, mentre invece è un'immagine realistica ma anche surreale dell'insensatezza della guerra, la seconda mondiale, vissuta negli sprofondi della miniera mussoliniana di Carbonia, immaginando di uscirne a puntellare il mondo. Lo consiglio assolutamente.
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L'eterno figlio di... enne enne
Tom Jones, per essere un trovatello, ha tanti antenati, da Pollicino a Lazarillo, e poi tanti discendenti innumerevoli, maschi e femmine, e ha padri come Rabelais o Swift. E' un avatar di un topos della letteratura universale, il trovatello, che se la cava e si disvela. Per questo non può non interessare qualunque lettore, o ascoltatore, o spettatore. Molto anche me.
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Se quello è stato un uomo
La vicenda, ben documentata storicamente, è narrata con molta abilità e partecipazione dell'autore, che così innesca la partecipazione del lettore, portato a seguire il ricordo della sua vita da parte del protagonista, che racconta liberamente in prima persona. Il risultato è un racconto molto avvincente. Anche i problemi teologici diventano parte drammatica e coinvolgente della trama. Oggi, col senno di poi, il protagonista Sigismondo Arquer ci appare un eroe del libero pensiero. Da consigliare molto.
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