Opinione scritta da Georgia
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Quando la vita ci sorprende...
E’ davvero strano come la vita per giorni e per anni ci appaia sempre nello stesso modo, ci limitiamo a viverla anche quando non ne traiamo nessuna soddisfazione, come se tutto ciò che quotidianamente facciamo lo si debba fare e basta, e poi, un giorno accade qualcosa e la nostra esistenza cambia radicalmente. Eleonora, Benedetta e Carmen sono amiche dai tempi della scuola, unite da un grande affetto reciproco, sicure di poter contare l’una sull'altra. Eleonora è un’insegnante, negata per le faccende domestiche, madre e moglie del tutto insolita: donna indipendente, dal temperamento tenace e, a volte, un po’ aggressivo. Benedetta fa la casalinga a tempo pieno, anche lei madre e moglie, ma più devota, premurosa ed attenta alle esigenze della sua famiglia. Infine la giornalista in carriera è Carmen, che non divide la vita in modo stabile con nessuno tranne che con un delizioso gatto, nonostante il suo fascino e la sua bellezza a dispetto degli anni che passano. Sarà proprio quest’ultima ad innescare inconsapevolmente quella serie di eventi da cui scaturiranno riflessioni, emozioni, risvegli, sentimenti e desideri nuovi. Carmen infatti comunica alle due amiche di dover partire per una destinazione misteriosa e per un tempo indefinito, ma questa esclusione dalla sua vita pone le altre a metà strada tra il voler rispettare la sua insolita riservatezza e la seria preoccupazione che qualcosa di brutto stia per accadere. Ognuna di loro in realtà si renderà conto di tacere qualcosa di sé alle amiche e il viaggio di Carmen sarà l’occasione per spogliarsi delle convenzioni, dei perbenismi e di una vita caratterizzata da una infelice routine. Ciascuna farà i conti con se stessa e con chi le è vicino compromettendo coraggiosamente alcuni rapporti, ma salvando e rafforzando solo quelli che meritano di essere vissuti.
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L’uno contro l’altro, ognuno contro se stesso
Un inseguimento affannoso ed, apparentemente, insensato avviene lungo le strade di Varsavia: Felix versus Felix, un polacco contro un turco, il primo con l’intento di uccidere il secondo…eppure i due non si conoscono. Un romanzo veloce come la corsa dei personaggi, una fuga dal mondo, dagli altri, da se stessi, dalla noia quotidiana; un linguaggio cinico ed aspro che non risparmia nessuno. Ma la vera protagonista del libro è la splendida Varsavia con il suo background storico e culturale, i suoi monumenti, le piazze, gli abitanti, e persino i suoi prodotti agricoli e le pietanze caratteristiche. Una città segnata profondamente dalla guerra e dalle alleanze politiche, che disperatamente tenta di emulare le grandi capitali occidentali piuttosto che magnificarsi della sua storia e delle sue bellezze. In questo contesto Felix, il polacco, e Felix, il turco, continuano ad inseguirsi….
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Amore e odio
I legami di sangue non implicano sempre un consequenziale e sincero legame affettivo; a volte i rapporti tra i componenti di una stessa famiglia sono tutt’altro che amorevoli e solidi. Questa considerazione, piuttosto scontata, è la chiave di lettura di un romanzo breve, ma dallo svolgimento interessante, con effetto a sorpresa, anche se con finale prevedibile. Enrica e Marta sono due sorelle gemelle, per nulla identiche nell’aspetto come nel carattere: la prima più rotonda e poco avvenente, dolce e sensibile, la seconda snella e sensuale, arida e forte. Enrica è tra loro quella che risente molto dell’evidenza di tali differenze: osserva la sorella con attenzione, scrutandola nel corpo e nell’anima, giudicandola perfetta, e non riuscendo ad emularla, ne cerca invano il suo affetto, il suo sguardo, la sua stima, almeno in nome della loro naturale parentela. La figura ingombrante del padre Aldo, poi, non aiuta l’avvicinamento tra le sorelle, anzi inasprisce ancor di più il loro rapporto: Marta è la figlia di cui essere orgogliosi, dura, ostinata, complice, interessata alla conduzione dell’azienda di famiglia, Enrica, invece, è debole, poetica, inconcludente. Scontrarsi con Marta è in fondo come scontrarsi con Aldo, e viceversa. Eppure da questi scontri caratteriali, per di più di principio, Enrica trae la sua parte di giovamento, rafforzando il suo equilibrio instabile e maturando, imparando ad amarsi e ad accettarsi, a conoscersi e a stimarsi. Le sue precarie condizioni di salute, le rivelazioni della madre, donna amorevole e sempre presente, la sperata maternità, il matrimonio ed il tradimento saranno determinanti al completamento di quel faticoso percorso verso l’affermazione della propria personalità.
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Comunque vada...sarà un successo
Marco e Fabiana sono due giovani individui come tanti, assolutamente figli del loro tempo storico; a loro è affidata la narrazione del romanzo, in realtà la narrazione della loro vita e della loro relazione sentimentale. Marco è uno specializzando universitario, un sognatore di professione, aspirante giornalista e scrittore, alla ricerca disperata del suo posto in questo universo confuso ed incerto. Vive e studia a Roma per generosa concessione dei suoi amorevoli genitori, ossessionato dall’eventualità di rimanere vittima di un’esplosione terroristica nella metropolitana, e per nulla sollevato all’idea di passare alla storia come un eroe nazionale. Appassionato di politica, economia, attualità, progetta di rivoluzionare il mondo della comunicazione e dell’informazione, contrariato dal quesito che tutti gli pongono, anche se perfettamente consapevole della sua fondatezza: come realizzare qualcosa sul pianeta Terra senza risorse economiche? Marco racconta gli aspetti emozionali di una generazione quotidianamente in lotta contro l’insicurezza, l’instabilità, l’abbandono, il precariato. Fabiana, da parte sua, è una pittrice in cerca di fama, in attesa della quale lavora come cameriera in un pub: cinica e risoluta, in realtà è stata duramente segnata da un’infanzia difficile che le ha lasciato ferite ancora sanguinanti, rendendola incapace di lasciarsi andare ai sentimenti. E anche quando ciò inaspettatamente accade, ha appena il tempo di assaporarne il piacere poiché il destino le riserva ancora spiacevoli sorprese. Nemmeno l’incontro con Marco allevierà questa sua inquietudine interiore, eppure per lui rappresenta molto, è la sua musa ispiratrice, al punto che il suo abbandono lo farà sprofondare in un forte disagio, un’apatia e un’insoddisfazione nei confronti della vita in genere. Sarà l’ottimismo profuso da quelle tre parole ricorrenti tra le pagine, “andrà tutto bene”, a restituire a Marco l’entusiasmo di ricominciare, di continuare a credere, di guardare oltre, di riappropriarsi del suo presente per costruire il suo futuro.
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Niente è come sembra
Ogni goccia di sangue che scorre via dalle vene è allo stesso tempo prova di vita e prova di morte: Sienna Hegarty, autolesionista per punizione, ha solo quattordici anni, anagraficamente pochi per regalare perle di saggezza, eppure per lei sono tanti al punto da concedersi filosofiche disquisizioni sull’amore e sul dolore che, concatenati indissolubilmente, governano la vita. Certo la sua di vita non le riserva serenità e spensieratezza adolescenziali , al contrario la proietta rapidamente su binari esistenziali pericolosi come un treno ad alta velocità. Vivace ed esuberante, Sienna è la migliore amica della figlia più grande di Joe, psicologo eccellente, professore universitario, consulente per la polizia di Bristol. Joe non è solo un professionista, ma anche un uomo di sana moralità, un padre premuroso e un marito ancora innamorato, malgrado la separazione. Ogni giorno raccoglie tutta la sua forza di volontà per dominare, assieme alle terapie mediche, il “Signor Parkinson”, in attesa, fiducioso, di una cura risolutiva. Una notte un omicidio efferato trascina Sienna e la sua famiglia in un inferno: il padre viene ritrovato senza vita nella camera di lei e Sienna, ricoperta di sangue e in stato catatonico, è la sospettata numero uno. Ma per Joe questo non è sufficiente, a lui non basta prendere atto di determinate circostanze e coincidenze, lui indaga i perché, le motivazioni, ricerca la causa che ha determinato un effetto: conosce Sienna da tempo, estroversa e disinibita, con la furbizia di una donna nel corpo di una ragazzina, pesantemente penalizzata dal proprio contesto familiare, vittima dei vizi di suo padre, ma non un’assassina! Una serie incalzante di eventi, di soprusi, di complicità, a volte semplicemente di silenzi, o magari di negazioni, perché la mente umana preferisce ignorare e rifiutare l’evidenza piuttosto che affrontarla, illudendosi che la sofferenza sia minore.
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Tra delitti e storia
Pagine di storia e di testimonianze ci raccontano la distruzione, l’inedia e la crudeltà che qualsiasi guerra inevitabilmente reca con sé. Durante il secondo conflitto mondiale, in Italia, ideali nobili quali democrazia e libertà, violentemente soffocati dal nazifascismo, costituirono l’obiettivo comune della lotta partigiana: era il momento di resistere, anche al prezzo di uccidere per non essere uccisi, e per regalare al paese un barlume di speranza. Era il 1945…..e sulle sue rovine la gente fiduciosamente costruì, mattone dopo mattone, il proprio futuro; le atrocità della guerra furono relegate ad un tempo passato, ed il loro ricordo sepolto insieme alle vittime. A Case Rosse, però, piccolo borgo arroccato sull’Appenino tosco-emiliano, ancora nel 1995,qualcuno, forse, nonostante gli anni trascorsi, non ha trovato la forza di dimenticare, al contrario ha curato le proprie ferite alimentando un sentimento di giustizia a tutti i costi. Sarà Roberto Serra, sostituto commissario di questo minuscolo comune, abile investigatore un tempo appartenuto ad uno speciale reparto di indagini, a rievocare nella mente e nel cuore dei suoi abitanti la sofferenza e l’orrore vissuti 50 anni prima. La notte del Capodanno del 1995, appunto, un triplice omicidio infrange la quiete di questo paese silenzioso e desolato, inchiodato al suolo per non scomparire tra la nebbia delle montagne. Un delitto perpetrato con una violenza inaudita. Una verità nota a tutti, ma taciuta tra la paura e il dolore… per non ricordare. Case Rosse diventa il simbolo della giustizia e della vendetta, nella sua piazza centrale un angelo di bronzo che solleva un corpo: “Affinché i martiri riposino in pace”. Un thriller che cattura e non molla, un romanzo che coinvolge ed emoziona, un viaggio nella storia per non obliare il sacrificio di chi ci ha reso uomini liberi.
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Sinonimi e contrari
Bechy Bloomwood, ex giornalista finanziaria e personal shopper, è giunta al quarto capitolo della sua vita, pronta a ripartire con nuove frizzanti avventure, o pronta ad imbattersi in nuove disavventure. Ora è coniugata con Luke, brillante uomo d’affari, esperto di marketing e comunicazione, oculato ed equilibrato nella gestione della sua società ma anche delle sue risorse economiche. Becky, invece, dimostra ancora “qualche” segno di cedimento di fronte alla sua smodata passione per lo shopping tanto che, al rientro dalla loro lunga luna di miele, dovrà utilizzare tutta la sua creatività per liberarsi degli innumerevoli oggetti acquistati in giro per il mondo. E, come se non bastasse, non ha più un lavoro, la sua migliore amica Suze l’ha sostituita con Lulu e i suoi genitori si comportano in modo davvero inusuale, sicuramente le celano qualche segreto. Becky si sente sola e depressa, ma il giungere di una notizia le ridona grinta ed entusiasmo: ha una sorella! Inizia così a fantasticare sul suo aspetto fisico e caratteriale, immaginandola somigliante a lei, e sul modo migliore per costruire il loro rapporto. Proprio la ricerca affannosa di questo rapporto segna il susseguirsi incalzante degli eventi. Un romanzo dai toni divertenti, dal linguaggio scorrevole; un viaggio tra i sinonimi e contrari dei legami umani.
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Passato e presente
Qualunque sia l’angolo della terra nel quale rifugiarsi, è possibile sfuggire al giudizio scomodo degli altri ma non è possibile sfuggire al giudizio di noi stessi. Dall’Afghanistan alla California…..dall’infanzia alla maturità, un faticoso e lungo percorso! Ma la notevole distanza geografica e temporale non ha permesso ad Amir di chiudere i conti con il suo passato e con la sua coscienza. Il ricordo di Hassan, del suo amico gentile e protettivo, del suo compagno di squadra nella caccia agli aquiloni, che abbandonò al suo destino in una strada di Kabul, lo tormenta dolorosamente. Divorato dai sensi di colpa per non essere intervenuto a difenderlo, prima, e per averlo allontanato, poi, Amir coglie l’unica occasione di riscatto che la vita gli offre. Riceve inaspettatamente una telefonata da Rahim Khan, grande amico di suo padre, il quale gli riferisce la morte di Hassan per mano dei Talebani. Amir ha ora una missione da compiere: deve tornare a Kabul, lì dove la guerra sconvolge e distrugge, per trovare il figlio di Hassan. In realtà troverà molto di più….., in quella terra che un tempo è stata la sua casa, dove i sogni sono infranti e gli aquiloni sono solo un ricordo.
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Ricordi e segreti
Non ti muovere nasce dalle contraddizioni insite nell’animo umano, quelle contraddizioni sopite da sempre che emergono con forza di fronte ad eventi sconvolgenti. Un mattino piovoso, un incidente stradale terribile, una corsa in ambulanza contro il compiersi di un destino crudele. Angela, un’adolescente di appena quindici anni, viene trasportata in gravissime condizioni nello stesso ospedale dove suo padre è uno stimato chirurgo. Per la prima volta Timoteo vive quel groviglio di emozioni, dalla paura all’inadeguatezza all’impotenza, che assale chi attende al di là di una sala operatoria. E questa attesa divorante lo conduce a mettere in discussione se stesso attraverso un lungo e dettagliato racconto, un’introspezione dolorosa nella propria anima e nel tempo. Lui, professionista di successo dall’esistenza oramai appiattita, al suo fianco una donna forte e brillante, circondato da un contesto colto e borghese, ripercorre quella parte della sua vita che oramai credeva sepolta nell’oblio. Inghiottito dalle passate emozioni, risucchiato dai ricordi, da odori forti e colori scuri, rivela quel segreto che lo ha condotto lontano fisicamente e mentalmente dal suo mondo e dalla sua normalità, quella passione amorosa che mai avrebbe pensato essere sua e della quale gli rimane ora solo una scarpa rossa. Una confessione dolorosa a sua figlia, ma in realtà a se stesso. Il libro ha ispirato l’omonimo film diretto da Sergio Castellitto.
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