Opinione scritta da valina91
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Poliziesco
Dal titolo del libro me lo aspettavo molto più storico che un thriller, poliziesco quale si è rivelato, ma nonostante tutto non mi ha deluso.
Will Piper, il protagonista, si ritrova affidato un caso che non vorrebbe. Con la pensione a pochi mesi di distanza di immerge in quest'avventura con accanto la sua futura compagna Nancy. All'apparenza sembra di avere a che fare con un serial killer - denominato dai mass media Doomsday - che prima di uccidere le sue vittime manda loro una cartolina con su scritta la data della loro morte, ma col passare del tempo e di indagini inutili si scoprirà che Will e Nancy avranno a che fare con qualcosa di molto più misterioso.
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Divertente
Non è assolutamente al pari di "Zia Mame" ma fa sicuramente fare un sacco di risate.
Belle Poitrine è sicuramente un personaggio ben definito, una donna "con gli attributi", che sa quello che vuole e come prenderselo. Essendo la voce narrante del libro si riesce ad entrare nei più profondi meandri della psiche di questa donna che vede tutti i suoi gesti e le sue azioni con un velo di ingenuità verginale, che fa letteralmente a cazzotti con l'immagine della donna che via via si costruisce dalla narrazione.
Tra gli innumerevoli mariti e le speciali pellicole che vedono come protagonista Belle, il tempo passa e la bellezza e l'avvenenza dell'instancabile attrice svaniscono. Ma nonostante tutto la protagonista non si lascia andare e si porterà avanti fino ad un finale degno di Belle Poitrine.
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Somiglianze
Avendolo letto subito dopo "Le luci di settembre" non posso che notare le numerosissime somiglianze tra i due, non per quanto riguarda il tema della narrazione di base, completamente diversa, ma in alcuni dettagli che però risaltano all'occhio notevolmente, come la presenza del faro, della nebbia nei momenti di suspense, i protagonisti sempre adolescenti, per non parlare poi del coraggioso sacrificio che deve affrontare uno dei protagonisti per salvare gli altri.
A parte queste ripetizioni, a volte un po' troppo ridondanti nei romanzi, non si può dire che la storia non appassioni e spinga il lettore a leggere e leggere fino ad arrivare a scoprire la fine della storia che tanto lo ha preso.
Inizialmente pensavo che il fantasy non si addicesse a questo scrittore, ma mi sono subito dovuta ricredere. Ottima la storia e soprattutto ben gestita, senza troppi fronzoli e giri di parole inutili.
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Stravolgente
Il dolore provato leggendo questo libro non è descrivibile a parole, può essere solo capito leggendo la triste storia di Christiane.
Dalle pagine trasuda la sofferenza di questa ragazza entrata nel vortice della droga e riuscita quasi per miracolo a scampare a una terribile morte.
Il racconto ha inizio fin dall'infanzia di Christiane e la sorella e fin da allora i suoi sogni cominciano ad essere infranti: la famiglia si era trasferita da un paesino di campagna alla grande città quale Berlino per realizzare il sogno del padre di aprire con la moglie un'agenzia matrimoniale. Ma non tutto procede come previsto e quindi sono costretti a trasferirsi da un'ampia e ariosa casa, in un appartamento striminzito. Da questo momento cominciano i guai per Christiane: il padre inizia a picchiare la figlia e la moglie per sfogare la sua rabbia repressa fino a costringerle al trasferimento in un altro appartamento.
La madre di Christiane a questo punto è costretta a lavorare quasi tutto il giorno per poter pagare l'affitto dell'appartamento da sola e quindi non ha il tempo di sorvegliare la figlia che comincia a frequentare cattive compagnie e a causa loro entra nel giro del fumo e degli acidi. Il suo unico scopo è quello di estraniarsi dal mondo in cui vive, dai problemi della vita di tutti i giorni. Durante questo periodo vedeva l'eroina con disprezzo e sosteneva fermamente che lei non sarebbe mai approdata a quest'ultima spiaggia. Ma purtroppo non fu così e quindi, passando di cattive compagnie a compagnie addirittura peggiori, arriva a provare l'"ero", come da loro denominata.
Ormai entrata nel giro pesantemente prova per ben sei volte a disintossicarsi, a volte da sola e altre con l'aiuto di comunità apposite, ma non riesce mai nell'intento e proprio quando pensava di esserne uscita si faceva una piccola "pera" rientrando drasticamente in questo vortice vizioso.
Alla fine, dopo che aveva provato a farla finita definitivamente con "l'ultimo buco", un drastico intervento della madre la porta in salvo dalla tomba che con le sue stesse mani si era costeuita.
Durante tutto il racconto vediamo come la personalità di Christiane Vera sia completamente sdoppiata: da una parte c'è la volontà di smettere di bucarsi insieme al suo ragazzo, Detlef, ed essere una semplice teen-ager con una vita normale e amici con cui divertirsi, dall'altra c'è la bucomane compulsiva che non riesce a vivere senza eroina. La cosa che più mi ha sorpreso e rattristato è stato leggere di come lei si rendesse conto del brutto giro in cui era finita e dei gravi errori che stava commettendo, ma con tutta la buona volontà non riusciva a uscire definitivamente da quel brutto periodo della sua vita.
Un'altra personalità interessante, da rimproverare e ammirare allo stesso momento, è la madre di Christiane. All'inizio si comporta come ogni genitore con il proprio figlio: sa di quello che succede al di fuori della loro casa, ma non pensa che proprio sua figlia possa cadere in una situazione del genere. Purtroppo però poi dovrà aprire gli occhi e rendersi conto del fatto che, sì, proprio la sua piccolina è entrata nel mondo dell'eroina. Cerca di aiutarla in tutti i modi, ma il comportamento di Christiane la porta a disperarsi e ad abbandonare ogni tentativo.
Alla fine, invece, proprio la disperazione porta a salvare Christiane da morte certa. Senza chiederle alcun parere o senza avvisarla di alcunché - come dovrebbe effettivamente comportarsi un genitore in queste occasioni - la porta lontano da quel teatro di morte e sofferenza in un paesino di campagna dove lei potrà finalmente ritrovare la vera se stessa senza l'inconfondibile manto della droga davanti ai suoi occhi e alla sua anima.
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