Opinione scritta da gigi8790
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Il romanzo fondamentale della letteratura italiana
Devo premettere che non sono affatto d'accordo con le altre opinioni, pur rispettandole. Io mi domando se non merita il voto massimo Manzoni, allora a chi darlo?
Il problema di questo romanzo, a mio avviso, è quello di essere adottato nelle scuole, causa della grande avversione degli studenti italiani. Io stesso ho dovuto rileggerlo all'università per capirne la bellezza e la maestosità.
A parte la storia di Renzo e Lucia, appassionante, Manzoni è capace di creare tutto un mondo letterario in grado di farci percepire le varie sfaccettature della personalità umana, sempre in bilico tra il bene e il male; si da vita a personaggi memorabili come l'innominato, don Abbondio, padre Cristoforo, la monaca di Monza.
Da un punto di vista stilistico il linguaggio Manzoniano segna una tappa epocale per la prosa italiana, ma allo stesso tempo mantiene la musicalità tipica del secolo precedente.
Manzoni inserisce in modo esemplare i personaggi in una realtà storica ben identificabile, la peste del 1629-1630, e lascia un documento fondamentale per comprenderne gli sviluppi e le sofferenze. In tal senso possiamo parlare non solo di romanzo storico, ma anche di romanzo sociale.
Nel viaggio di Renzo e Lucia c'è tutto: l'amore, l'odio, la gelosia, il sopruso, il perdono, il cambiamento, la fede (una fede sincera che raggiunge il culmine con la conversione dell'innominato).
Un romanzo fondamentale per la nostra letteratura che bisogna leggere, bene, almeno una volta nella vita.
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Il romanzo della mia vita
Il conte di Montecristo, di Dumas, è senza dubbio il libro più bello che abbia mai letto. La storia di Edmond Dantes è un viaggio nei sentimenti più contrastanti dell'uomo. C'è tutto in questo romanzo: l'amore, la gelosia, la felicità, l'odio, il desiderio di vendetta, la furbizia, l'avidità, la passione, la sofferenza, il rancore, l'intelligenza, il perdono, la fede. Dumas è capace di dar vita a figure destinate a rimanere nella storia della letteratura (l'abate Faria tanto ad es.). I personaggi, infatti, vengono tratteggiati in modo preciso e diventano familiari al lettore. La storia è ricca di colpi di scena e il finale è originale.
Lo stile narrativo di Dumas è perfetto, merito anche di un ottima traduzione. La storia non perde ma d'intensità e una volta iniziata la lettura si fa fatica a chiudere il libro.
Un classico da leggere a tutti i costi.
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Novecento: una vita lungo un sogno
Una storia semplice ma straordinariamente efficace. Sulla trama è stato già detto tutto per questo mi limite ad evidenziare, come già fatto da altri, la capacità dell'autore di sintetizzare in un testo breve così tante riflessioni ed emozioni. Un testo che dalla prima all'ultima pagine non perde mai d'intensità; un libro capace di coinvolgere e far sognare. Un classico che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero leggere. Quindi grazie Baricco per questa perla.
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Liberi di volare
Il gabbiano Jonathan Livingston è un libro molto breve con un significato molto profondo. La storia del gabbiano può essere interpretata come la metafora dell'uomo chiamato ad uscire dalla propria routine, dal conformismo, dalle regole sociali, che costituiscono una "prigione", per inseguire i propri sogni, credendo nelle proprie capacità, anche a costo di sfidare tutti. La tenacia, la passione, l'abnegazione sono le armi primarie per liberarsi dalle catene e raggiungere la "libertà", intesa come raggiungimento della felicità.
A parte il significato, il libro l'ho trovato abbastanza noioso. Lo stile è semplice ed efficace, ma la storia latita e nonostante le poche pagine si perde la voglia di terminare il libro.
Consigliato a chi cerca un testo profondo, per riflettere sulla vita, senza grandi aspettative sulla storia.
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Il romanzo sociale di Parigi
Il Ventre di Parigi è un romanzo di Emile Zola scritto nel 1874. Come scritto nella recensione, il libro fa parte del ciclo dei "Rougon-Macquart". Si tratta di una romanzo sociale dove il vero protagonista è il quartiere delle Halles, sede dei mercati generali di Parigi. La storia di Florent è solo un pretesto che Zole utilizza per descrivere la misera vita della "plebaglia" parigina, incapace di ribellarsi al conformismo del potere.
Le descrizioni dettagliate permettono al lettore di immergersi benissimo nel contesto, tanto da riuscire quasi a vedere le montagne di cibo, ascoltare i rumori e sentire gli odori penetranti delle Halles. D'altra parte questo aspetto rallenta notevolmente il ritmo del romanzo che alla lunga risulta un pò noioso. La storia, come detto, essendo solo un pretesto non riesce ad appassionare molto il lettore, che tra l'altro conosce già il finale.
Proprio per questo mi sento di sconsigliare il libro a chi cerca una storia appassionante ed ama i ritmi serrati. Invece mi sento di consigliarlo a chi cerca un ritratto unico della bassa società parigina nella seconda metà del XIX secolo, per capire i meccanismi sociali e la mentalità che regolava la vita del tempo.
Sullo stile di Zola non si può discutere; la sua scrittura è fluida, diretta, efficace.
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