Opinione scritta da Sordelli

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Romanzi
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    11 Mag, 2017
Top 500 Opinionisti  -  

Lettura piacevole

Stabilitasi a Southport, in Carolina del Nord, Katie trova lavoro in un ristorante del luogo; è una ragazza riservata ed impenetrabile, sul lavoro e anche fuori. Unica compagnia è quella della vicina di casa, Jo, con cui riesce ad instaurare un bel rapporto, qualcosa di somigliante ad un'amicizia. Un giorno Katie si reca in città per fare acquisti: nell'unico negozio dove poter trovare tutto ciò che le occorre, conosce Alex, il proprietario, vedovo e con due figli. Dopo un po' di tempo e con non poche difficoltà, Katie e Alex entrano in confidenza. Sarà pronta Katie a svelare a quest'uomo dolce e garbato il suo angosciante segreto? E sarà pronto Alex a restarle vicino, nonostante tutto?

Esordisco dicendo che non sono un'amante di Sparks; o meglio, è più corretto dire che non sono un'amante del genere che scrive Sparks. É anche per questo che non ho dato un punteggio altissimo, perchè pur avendolo letto volentieri, mi rendo conto che se dovessi leggere un secondo romanzo di questo tipo nel giro di poco tempo, mi sentirei quasi male.
Questo libro mi è stato regalato per il mio compleanno e il caso vuole che desiderassi proprio una lettura lieve, lontana dai miei soliti serial killer psicopatici. Badate, non che questo romanzo sia lieve nel senso di frivolo! Anzi, devo ammettere che tratta una delle tematiche che forse più mi sconvogle ancora al giorno d'oggi, ovvero i maltrattamenti e le violenze subiti dalle donne, a volte anche sotto allo stesso tetto coniugale.
Sparks ha uno stile fluido e pulito, che permette al lettore una lettura rapida, pur senza perdersi alcun dettaglio. La caratterizzazione di luoghi e personaggi è eccellente ed il lettore si trova a far conoscenza dei singoli soggetti piano piano, entrando in punta di piedi nelle loro vite.
Ho realmente divorato questo romanzo, che ho trovato dolce e terribile allo stesso tempo, ma anche profondo e penetrante come solo la veridicità dei fatti sa essere: e il pregio di questo romanzo, a mio avviso, è proprio questo,ovvero raccontare una storia che è molto vicina alla realtà e, perchè no, potrebbe anche essere realmente accaduta.
Infine, vorrei sottolineare che Sparks in questo libro ci regala un messaggio molto bello e profondo: donne...prendete in mano la vostra vita e reagite. Sappiate reagire alla violenza, che non è mai, MAI, amore. Volere è potere, sta a voi.
Lettura consigliata a chiunque, a chi vuole aprire gli occhi su determinate realtà ma anche a chi, semplicemente, ama questo genere. Non rimarrà deluso.

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Avventura
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    13 Marzo, 2017
Top 500 Opinionisti  -  

Will 2.0

L'agente del GBI Will Trent si trova sotto copertura a Macon per indagare su una rete criminale capitanata da un losco individuo, conosciuto come Big Whitey. In molti hanno dubitato della sua reale esistenza e lo stesso Will si trova ad affrontare spesso gli stessi interrogativi, arrivando anche a chiedersi se Big Whithey non sia lo spacciatore con cui il suo alter ego Bill Black sta entrando in amicizia (ed in affari).
Purtroppo la copertura di Will è messa a repentaglio dall'arrivo di Sara a Macon; infatti, una serie di sfortunati eventi spingono la dottoressa Linton nella cittadina e a tuffarsi nuovamente nel suo passato, ritrovando sul suo cammino Lena Adams, colei che Sara ha sempre ritenuto responsabile della morte di suo marito. Il motivo per cui Will si sente a disagio però, non riguarda l'eventualità di incontrare Sara per errore nelle corsie dell'ospedale, bensì dal fatto che lui le ha nascosto la verità: non le ha detto dove si trovasse, che sapeva già cosa stesse accadendo a Lena, che lui stesso le ha impedito di uccidere qualcuno.
Presto Will dovrà fare i conti con la sua compagna, ma ancora prima dovrà affrontare le dure leggi che la malavita impone a chi vuole farsi strada in una rete tanto ampia e spietata come quella tessuta da Big Whitey.

Leggere un romanzo della Slaughter per me è sempre una dura prova, non tanto per la lettura in sé, ma per il fatidico momento in cui arrivo alla fine e penso "e ora cosa leggerò? Nessun romanzo sarà mai alla sua altezza!"
Naturalmente sono fesserie, ogni volta trovo una nuova avventura in cui tuffarmi, ma ormai sono così affezionata a Will e a tutti gli altri personaggi, che quando finisco di leggere la loro nuova avventura, mi rattristo un po'.
Adoro lo stile della Slaughter, la sua capacità descrittiva non mi annoia mai e anzi, mi fa sentire pienamente parte del racconto, mi trasmette la giusta suspense e tutte le emozioni, negative o positive che siano, colgono sempre nel segno. Il suo essere stramaledettamente brava a descrivere in maniera così nuda e cruda scene di efferata violenza, non mi disturba affatto; sono convinta che per quanto lo schifo raccontato in questo romanzo non mi appartenga, esso esista...ed è giusto parlarne con toni adeguati, senza tentare di smorzare ciò che avviene in quanto le favole, in questo ambiente, non esistono.
Ma arriviamo a parlare di ciò che mi preme di più: la caratterizzazione dei personaggi!
Io adoro Will Trent e il mio titolo a questa recensione vuole essere un omaggio ai suoi cambiamenti, alla persona che sta diventando; so che può sembrar ridicolo parlare così di un personaggio sostanzialemente inventato, ma è così ben descritto e sono entrata così bene in sintonia col suo modo di pensare, da averlo quasi fatto diventare reale. Quantomeno nella mia mente. E a mio avviso, il grande dono della Slaughter è proprio quello di saper approfondire la conoscenza dei personaggi (quelli maggiormente ricorrenti): nonostante questo sia forse il nono libro della saga di Will Trent, ogni volta si può scoprire qualcosa di nuovo su di lui o sui personaggi importanti come il suo capo Amanda Wagner, la sua partner lavorativa Faith Mitchell, la sua compagna Sara Linton, ecc. Ciò rende questi personaggi e le loro vicende ancora più concreti, in quanto nella vita reale, quando conosciamo una persona, non veniamo a scoprire tutto e subito di lei; la conoscenza è qualcosa di graduale, procede per gradi, e lo stesso avviene nei romanzi della Slaughter. Ecco forse spiegato il motivo per cui sono tanto affezionata a questa saga.
In definitiva, quel che vorrei dire è...good job, Karin!

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Consigliato a chi ha letto...
A chi ama i thriller, ma in particolare a chi ha letto i romanzi precedenti della saga!
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    25 Febbraio, 2017
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Il passato prima o poi ritorna

Alcune morti misteriose, apparentemente slegate, sono invece legate da un filo sottile ed un passato sporco che si è cercato di nascondere a lungo. La detective Stone però, riporta a galla pian piano "gli scheletri nell'armadio", infrangendo un po' regole, burocrazia e tempi d'ufficio. Sono forse questa sua irriverenza e disprezzo per le regole a darle una marcia in più, a permetterle di spingersi laddove altri si sarebbero arrestati. Il suo essere così ostinata, il suo fiuto e il suo passato, le permetteranno di vedere la verità dove gli altri vedono solo....dei cadaveri.
Lo stile della Marsons è scorrevole, il che ha reso questa lettura veloce e piacevole nonostante i contenuti siano tutt'altro che soft; i dettagli a volte sono particolarmente crudi, ma questo non mi ha disturbata.
Il romanzo nel complesso mi è piaciuto, l'ho letto volentieri e non vedevo l'ora di arrivare alla fine; interessante la storia della detective Stone (mi chiedo se la scelta del nome sia casuale o se vuole rimandare apertamente alla sua freddezza, che è come quella della pietra), tuttavia ho trovato il suo essere così glaciale e distaccata un po' estremi; inoltre alcuni passaggi sono piuttosto scontati e non ho faticato a prevedere chi fosse il colpevole.
L'unico colpo di scena, di cui non posso svelare nulla, viene rivelato alla fine e l'ho trovato molto interessante ed ingegnoso specie per al scelta "psicologica"; non mi è concesso aggiungere altro =)
Come dicevo sopra, nel complesso il romanzo, pur con qualche difetto, mi è piaciuto ed è possibile che in futuro leggerò il seguito.
Lo consiglio a chi ama i thriller non troppo impegnativi, per una lettura inquietante, ma easy.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    04 Gennaio, 2017
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Lieve e penetrante

Merricat e Constance vivono felici nella loro villa di famiglia, con lo zio invalido; il loro isolamento volontario dal resto del mondo ha consentito loro di costruirsi una vita felice basata su piccoli gesti e abitudini quotidiane. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro tranquillità, se non fosse che anni addietro i genitori delle due sorelle, il fratellino e la zia sono morti avvelenati in quella stessa sala da pranzo a cui continuano a sedere loro ogni giorno. La sorella maggiore, Constance, è stata a lungo indagata, ma poi prosciolta; tuttavia "il paese è piccolo e la gente mormora" e quando Merricat si avventura settimanalmente a fare acquisti, per le viuzze è oggetto di occhiatine malevole e scherno. Ad ogni modo, questa è una spiacevole incombenza che Merricat affronta con coraggio, per sè e per la sorella, che non si affaccia nel mondo esterno dal giorno in cui venne prosciolta al processo.
Tutto sembra procedere sempre allo stesso modo, ma un giorno la loro quieta routine viene sconvolta da un inatteso e sgradevole arrivo. E nulla sarà più come prima.

Una cara amica mi ha regalato questo libro "al buio", nel senso che era incartato e sulla carta era scritta, a mano, una citazione che l'ha colpita e le ha fatto pensare a me; effettivamente la scelta di questo libro, seppur quasi inconsapevole, è stata azzeccatissima. Sin da subito mi sono sentita catturata dallo stile pungente e frizzante della Jackson, che ci trascina dentro una storia già iniziata tempo addietro e ad una routine ben consolidata negli anni. Tuttavia il lettore non si sente un estraneo, ma viene coinvolto da ciò che Merricat racconta, con una sottile ironia e follia, che fa sorridere ed inquieta allo stesso tempo. E sono proprio l'ironia e l'inquietudine ad accompagnare il lettore lungo tutto lo snodarsi della vicenda; questi due elementi, così ben dosati, accrescono un malessere quasi impalpabile ma presente, quasi come uno sfondo sfocato. La Jackson riesce a raccontare di un Male non estremo, ma folle per quanto ordinario, sottolineando con estrema chiarezza quanto in ogni essere umano esso sia predente e come possa sfociare nei modi più impensabili. Non c'è bisogno di credere ad una Male oscuro, presenze demoniache o chissà che altro, poichè il Male che fa più paura e che dobbiamo più temere è proprio dentro di noi.
Ho adorato questa lettura che, proprio per la sua scorrevolezza, è scivolata via troppo velocemente!
Non riesco a pensare a qualcuno a cui possa non piacere questa lettura, che è sì un po' pazzerella, ma anche dolce, piacevole e ricca di un affetto malato eppure molto vero.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    31 Luglio, 2015
Top 500 Opinionisti  -  

Vedere cosa c'è sotto...

XVI secolo: un ragazzino e il demonio che alberga dentro di lui e un barbiere coi suoi coltelli; un viaggio da Bergen alla Germania, per poi finire in Italia incappando, non molto fortuitamente, in un anatomista e la sua grande conoscenza.
Virginia, oggi: il curatore dell'Edgar Allan Poe Museum viene trovato barbaramente ucciso, il corpo appeso al monumento dedicato a Poe, la testa nel cestino dell'immondizia nel suo ufficio.
Norvegia, oggi: un efferatissimo omicidio sconvolge la tranquillità della biblioteca Gunnerus, a Trondheim.

Ecco brevemente (molto brevemente) riassunti i tre piani su cui si sviluppa la narrazione: all'interno della vicenda, che si svolge ora in Norvegia e ora in Virginia, troviamo continui flashback che raccontano, in modo seppur diverso, le origini di quel male che si è insinuato nelle vite delle attuali vittime, ponendovi fine.
Nell'insieme, il romanzo mi è piaciuto, ma devo ammettere che ho fatto abbastanza fatica ad entrare nella storia e nelle prime 50 pagine son stata ripetutamente tentata di mollare; per fortuna ho resistito e mi son così potuta godere un buon libro, scritto abbastanza bene, con qualche pecca (fra cui la lentezza iniziale), ma che tutto sommato mi ha regalato qualche ora piacevole, in compagnia di protagonisti, morti e vivi, dalle vite interessanti e particolari.
L'aspetto raccapricciante di tutta la vicenda mi ha abbastanza coinvolta e non mi viene difficile pensare che sin dai tempi passati l'essere umano fosse affascinato e interessato a conoscere ciò che si cela sotto la sua stessa pelle.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e durante la lettura riusciamo bene a comprendere chi è chi, cosa fa, cosa ha subito nella sua vita e chi è ora. Ho notato che per i personaggi principali si è particolarmente dato peso al fatto che avessero alle spalle qualcosa di brutto; non ho ben compreso questa scelta, il voler a tutti costi puntare le luci sulle brutture della vita, ma pur non comprendendo devo ammettere che questo elemento contribuisce a dare "umanità" alle parti: di fatto, sono persone come noi, che hanno affrontato difficoltà nella vita e che ne sono uscite.
In linea di massima, mi sento di consigliare questa lettura: la trama è, tutto sommato, interessante, i dettagli raccapriccianti, ma non sconvolgenti e la storia di per sé, regge abbastanza da meritare di esser letta.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    26 Mag, 2015
Top 500 Opinionisti  -  

Il male è in ognuno di noi

Questo libro mi è stato regalato da una cara amica che evidentemente conosce molto bene i miei gusti; è stato il mio primo incontro con Carrisi e posso dirmi favorevolmente colpita!
La vicenda si svolge su vari livelli temporali, intrecciati perfettamente, il che rende la storia meravigliosamente aggrovigliata, ma non complessa da seguire; anche il luogo non è lo stesso, ma possiamo individuare una città principale in cui la vicenda, ai giorni nostri e sotto ai nostri occhi, si sta svolgendo, ovvero Roma.
Lo stile di Carrisi è molto interessante: ho trovato la sua scrittura introspettiva, agghiacciante per quanto reale e allo stesso tempo dettagliata e semplice, complicata ma scorrevole. Il romanzo si divora, la pelle d'oca è stata la mia costante compagna durante la lettura e restare col fiato sospeso è d'obbligo.
L'argomento affrontato è sostanzialmente una eterna lotta fra il bene e il male e la conclusione del romanzo, senza spoilerare, è che di fatto il male risiede dentro ognuno di noi; il modo in cui il lettore arriva a comprendere questa semplice verità è quasi sconvolgente e, per quanto mi riguarda, sono rimasta anche un po' sconvolta.
Un argomento che ho trovato estremamente interessante è quello della Paenitentiaria Apostolica: il nostro principale protagonista, infatti, fa parte di questo organo della Chiesa istituito in tempi antichissimi per scovare il male. «C'è un luogo in cui il mondo della luce incontra quello delle tenebre. É lì che avviene ogni cosa: nella terra delle ombre, dove tutto è rarefatto, confuso, incerto. Noi siamo i guardiani posti a difesa di quel confine»: ecco la spiegazione che Carrisi stesso ci da di Marcus, il Penitenziere.
Una figura complessa, quella di Marcus, che vi porterà insieme a lui ad indagare nella profondità del male e in quella dei suoi ricordi. Vi ci affezionerete irrimediabilmente; e resterete vagamente scottati dalla sua figura.
Quando chiuderete il romanzo, sarete assaliti da molti interrogativi, ma primo fra tutti ne spiccherà uno: dove risiede realmente il male?
Come già detto in precedenza, ma è importantissimo ribadirlo, ho amato moltissimo questo mio "primo Carrisi" e il suo modo meraviglioso di sbatterci in faccia che in ognuno di noi risiede il male. E la scelta di perpetrarlo o no.

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Fantasy
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    16 Mag, 2015
Top 500 Opinionisti  -  

Incomprensibile

Ahimé, non è mai semplice esprimere un parere negativo su un libro. Sicuramente se ci piace o meno dipende molto dai gusti di ognuno di noi; pertanto, nonostante il mio parere negativo, io invito sempre i lettori a...leggere. Perché per i libri succede un po' come per i cibi: a me piace la pasta aglio, olio e peperoncino, a un altro piace solo la pasta in bianco; ecc ecc ecc =)
Data questa piccola (e forse inutile) premessa, entriamo un po' nel mondo di questa Isabel; beh ecco, in realtà ci entrerei volentieri, se sapessi da dove iniziare.
Il libro è scritto bene e posso dire che lo stile dell'autrice mi è piuttosto piaciuto; quello che non è riucita a trasmettermi è "l'idea", ovvero il senso che voleva dare a questa mirabolante avventura. Sinceramente credo abbia voluto dare molti spunti di rifessione (introspettivi e non), senza approfondirne veramente uno, dando così al lettore un prodotto generico, che non entra in sintonia con lui e non lo trascina fin dentro le mille peripezie di Isabel.
Un altro difetto, sempre a mio avviso, è la frenesia con cui si svolgono i fatti e il saltare da un discorso ad un altro in maniera repentina e talvolta incomprensibile: il lettore si trova ad essere come una pallina del flipper, sballottato a destra e sinistra; in questo modo si perde l'orientamento e si fatica un po' a star dietro alla storia. Mi è venuto il dubbio che questa sia stata una scelta voluta dall'autrice, per "sballottare" un po' di più il lettore che già si trova catapultato in un'avventura così assurda (e non in termine dispregiativo! Anche le peripezie di Alice nel Paese delle Meraviglie sono assurde, ma non certo in senso negativo!!!). Ad ogni modo io non ho apprezzato questa scelta.
Non mi sono mai sentita partecipe e non ho abbandonato la lettura per il semplice fatto che:
a) il romanzo è breve e..
b) come dicevo poco fa, nonostante tutto, l'autrice scrive bene e ha uno stile tutto suo che, in linea di massima, mi è piaciuto.

Penso che comunque darò una seconda possibilità a Giovanna Giolla e cercherò qualche altra sua opera da leggere, nella speranza di rivalutarla!
In "Lettura consigliata" ho messo sia sì che no proprio per quanto detto sopra: che piaccia o no, dipende dai gusti e i miei non necessariamente uguali ai vostri!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    29 Aprile, 2015
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Un'opera da leggere!

É una vita che desidero leggere quest'opera, la cui figura centrale è stata rimaneggiata e, spesso (lasciatemelo dire), storpiata.
Ora che mi sono tolta questa soddisfazione posso dire...: WOW!
L'ho adorato.
Innanzi tutto ho gradito molto la forma: la scelta di Stoker di raccontarci la vicende principalmente attraverso le pagine dei diari di tre personaggi (Mina, suo marito e il dottor Seward) e alcuni scambi epistolari è a mio avviso molto coinvolgente e, se vogliamo, estremamente moderna. La cosa che più mi ha meravigliata di quest'opera, oltre all'essere estremamente bella e coinvolgente, molto più di quanto mi aspettassi, è proprio il suo essere così "moderna": ho stentato a credere che fosse stata composta a fine '800 e l'unica cosa che mi teneva ben ancorata ai tempi, sono gli usi e i costumi dell'epoca, ben descritti nelle sue pagine.
Stoker ha fatto un lavoro eccellente, questa è un'opera che verrà amata ancora da molte generazioni.
Diversamente dalle mie abitudinali preferenze, mi è piaciuta la scelta di non descrivere in maniera precisa i personaggi, quantomeno nel loro aspetto fisico: effettivamente ciò ha senso se si pensa al fatto che l'opera è in forma di diario!!! Inoltre mi sono affezionata molto a Van Helsing, al suo linguaggio da straniero (reso benissimo sicuramente da Stoker, ma ancor più da chi ha tradotto!) e al suo essere un anziano intelligente e determinato e perorare la causa del Bene contro il Male.
Molti potrebbero asserire che il finale è troppo veloce, che buona parte dell'opera è un grande inseguimento e che quindi la missione dei nostri personaggi viene portata a termine in veramente poche pagine; su questo non sono d'accordo! Infatti, le grandi sofferenze che i personaggi si troveranno ad affrontare rendono giustizia ad un finale veloce, in quanto Stoker avrà presumibilmente deciso di non protrarre oltre i loro dispiaceri; e anche il lettore beneficia di questa scelta perché altrimenti avrebbe potuto avere la sensazione che Stoker "allungasse il brodo".
Da ultimo, ma non meno importante, sono rimasta estremamente colpita dal ritratto che l'opera dipinge dei rapporti che si instauravano in quest'epoca: una stretta di mano o il dare la propria parola erano considerati alla stregua di un contratto scritto e firmato; un piccolo gesto di lealtà era sufficiente per considerare qualcuno "vero amico", pur non conoscendolo. Semplicemente sulla fiducia.
La quale, il fatto che venisse tradita era l'eccezione e non la regola. Il che mi porta a pensare....cosa ne abbiamo fatto noi di quei rapporti?

Un'opera meravigliosa che, a modo suo, fa riflettere. Consigliatissima!

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Romanzi
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    17 Aprile, 2015
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Delicato

Victoria ha attraversato un'infanzia ed un'adolescenza complicate, prima tra una famiglia adottiva ed un'altra, per poi finire in istituto. Ora, al raggiungimento della maggiore età, Victoria è libera di gestire la sua vita come meglio crede, libera dalle regole dell'istituto e da qualunque legame ad esso connesso.
Ma cosa significa la libertà per una ragazza chiusa, introversa, dall'indole un po' violenta e, di contro, estremamente sensibile e con un amore incondizionato per i fiori ed il loro linguaggio?
Superate, annaspando, le prime difficoltà, Victoria trova un lavoro appagante e che le concede un briciolo di indipendenza economica. Alla sua vita si affacciano anche i sentimenti...riuscirà a non affogare nella mareggiata?

Ho trovato questo romanzo esattamente come un fiore: bellissimo e delicato, incantevole e fragile.
Victoria è una ragazza orfana che nella sua vita è stata molte volte tradita dall'affetto provato e dalle speranze mal riposte; il suo caratteraccio (misto a punte di egoismo) le ha permesso di sopravvivere e arrangiarsi, ma alla fine è anche ciò che l'ha rinchiusa in istituto fino alla maggiore età. Questa giovane donna è un soggetto che ho trovato meraviglioso e che incarna perfettamente il percorso di crescita di un essere umano; tutto il libro, in verità, mi ha ricordato il percorso di crescita di una persona, le difficoltà che deve fronteggiare, l'annaspare di fronte a problemi più grandi dell'età che si ha. É un percorso comune a molti ed è per questo motivo che credo che moltissime persone apprezzerebbero questo romanzo.
Inoltre è ben scritto, la lettura è scorrevole anche grazie ad uno stile semplice, senza fronzoli. Durante la lettura si incontrano spesso i nomi originali dei fiori: ciò non disturba nemmeno il lettore che non possiede alcuna nozione in questo campo, anzi, penso che sia fonte di spunto per invogliare le persone ad approfondire argomenti di cui non si era a conoscenza.
Pur non essendo il mio genere, tempo fa decisi di prendere questo romanzo perchè incuriosita: sapevo che i fiori avessero un significato, per cui pensai che il romanzo potesse essere originale e gradevole, se ben sviluppato; di fatto, la Diffenbaugh è andato oltre ogni mia più rosea aspettativa! Il linguaggio dei fiori fa solo da sfondo ad una vicenda emozionante, che entra fin nel cuore del lettore e lì lascia un suo piccolo segno.
Ho apprezzato moltissimo l'alternarsi di capitoli "in tempo reale" a quelli in flashback, in cui viene raccontata una parentesi importante dell'infanzia di Victoria.
Non posso che consigliare la lettura di questo romanzo a chiunque abbia voglia di tuffarsi anima e corpo in un'avventura emotivamente coinvolgente, una storia bellissima e non priva di difficoltà; un romanzo che è poi una grande metafora (e nemmeno troppo) di quella storia che tutti ci accingiamo a leggere e che comunemente chiamiamo VITA.

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Fantasy
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    14 Marzo, 2015
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Un viaggio fatto di amicizia e lealtà

Tea è una giovane insegnante con la passione per la scrittura; dopo aver pubblicato romanzi con "gli editori sbgliati", per il suo nuovo manoscritto decide di fare un'accurata ricerca e selezione; è proprio durante la sua ricerca che si ritrova alla Wizard Edizioni, al cospetto di un editore dall'aspetto terrificante e circondata da statue e quadri degni di un film dell'orrore.
Proprio quando decide di darsela a gambe, un'ombra le ruba di mano il suo prezioso manoscritto; decisa a recuperarlo, si lancia all'inseguimento del ladro. Ma davanti ai suoi occhi si delinea un'immagine strana e buffa: chi è quell'esserino che butta decine e decine di libri in un sacco in cui a malapena ce ne starebbero tre?!
Presa dalla curiosità, si avvicina al sacco e.....si risveglia nel mondo di Büchenland, un universo parallelo, precisamente nel villaggio dei Troll.

«E com'è un'umana vista da vicino? É brutta così come si vede nelle illustrazioni? La descrizione corrisponde a quella delle leggende?» Per brevi attimi la curiosità prese il sopravvento.
«Peggio!» rispose Marvin. «É un bel po' più alta di noi. Ha braccia corte e piedi piccoli. Sproporzionata direi. Ha la pelle pallida, di un rosa slavato e il naso poi...è tanto piccolo da mandarti in apnea. Se non ho visto male, ha anche un dito in più per ogni mano.»
«Cinque dita? Che orrore!» commentò Ronja disgustata.

L'arrivo di un'umana a Büchenland però, chiuderà la porta che permetteva ai Troll di andare nel mondo degli umani a rubare i libri con cui costruire case, oggetti e sfamare i loschi mangiatori di storie. Che ne sarà del destino del Regno e di quello di Tea, ora che il passaggio è chiuso?


Delizioso, assolutamente delizioso!
Ho comprato questo romanzo un paio di anni fa e poi l'ho lasciato sulla mensola perchè, come spesso accade, i romanzi nella mia libreria superano considerevolmente la quantità di tempo che ho a disposizione per leggerli! Ad ogni modo, dopo questo lasso di tempo, sentendomi anche ispirata, l'ho preso e letto....in pochissimi giorni!!! Considerando le ore effettive passate a leggere, penso di averne impiegate massimo sette! Questo è dovuto sia dal fatto che la storia è scritta bene, con uno stile semplice ed estremamente scorrevole, sia dal fatto che l'avventura magica in cui il lettore si trova catapultato è divertente e riguarda da vicino ogni lettore e/o scrittore del mondo:

«Non è solo questo. I libri racchiudono le idee, le esperienze, la fantasia di chi li ha scritti. Sono uno strumento che consente di comunicare, di far viaggiare i pensieri nello spazio e nel tempo e poi hanno qualcosa di magico...quando leggi un romanzo è come se esplorassi un universo sconosciuto e conoscessi persone nuove. Leggere ti può far piangere o ridere, ti può terrorizzare, far riflettere, sognare...»
Adelindo addentò una castagna perplesso. «Tutte queste cose in un mattoncino di carta?» [...] «C'è una cosa che proprio non capisco però» riattaccò lui. «Ho sempre preso i libri da posti bui e puzzolenti. Erano buttati lì a prender polvere. Non mi sembra che nteressassero davvero a qualcuno, parevano piuttosto dimenticati. Se sono tanto importanti perchè li trattate così?»

Con questo romanzo, Miriam Mastrovito nobilita i libri e ne scrive quasi un elogio, benché la vicenda non si incentri unicamente su questi "libri perduti". La storia è narrata con uno stile molto semplice, ma mai banale; mi sono piaciuti tutti i personaggi, ben descritti pur senza eccedere nei dettagli. Ciò che ho maggiormente apprezzato di questo romanzo sono i valori che trasmette: amicizia, lealtà, coraggio, spirito di sacrificio e fiducia nel prossimo.
"Il mistero dei libri perduti" è una classica storia in cui il bene trionfa sul male ed è anche per questa ragione che ritengo sia una lettura estremamente adatta ai ragazzi: insieme allo stile semplice, ai personaggi buffi, ai valori che il romanzo trasmette, credo che questa lettura possa divenire un mattoncino importante nella formazione di giovani lettori, sia come persone che come lettori in sé (infatti, come accennavo prima, il romanzo è un elogio ai libri ed un invito a rispettarli).
Quanto appena detto non esclude che il lettore possa essere anche un adulto: io l'ho letto e sono estremamente felice di essermi persa nelle sue pagine, che ho divorato con grande allegria.
Un finale per niente scontato chiude egregiamente un romanzo che meriterebbe di esser conosciuto da molte più persone.
Provare per credere!

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Romanzi
 
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4.8
Stile 
 
5.0
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    07 Marzo, 2015
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Fuori di testa

Per quanto mi riguarda, Jonas Jonasson vince il premio "Fuori di melone 2015"!
Ok, esordire così è un po' buffo, ma mi sembrava davvero calzante! Questo libro mi è stato regalato da una cara amica: consapevole del fatto che non fosse il mio genere, è stata spinta a regalarmelo dal fatto che fosse così straordinariamente fuori dall'ordinario; e l'ho davvero adorato!
La vicenda è spalmata su un arco temporale di circa 40 anni o poco più, in cui l'autore riesce a dare piccole nozioni politiche, economiche e socio-culturali a livello...mondiale. Questo da al lettore un quadro generale degli avvenimenti di quasi mezzo secolo. Un'impresa tutt'altro che semplice, ma assolutamente ben riuscita!
Vi troverete catapultati nel Sudafrica dell'apartheid. E poi nel periodo della guerra fredda e delle tensioni mondiali che ne scaturirono; Jonasson poi scomoda il Mossad, la Cina, la Svezia e probabilmente un'altra decina di stati che al momento mi sfuggono.
All'inizio la storia si sdoppia: da un lato viene raccontata l'infanzia e l'adolescenza di un'analfabeta di Soweto (che tanto analfabeta poi non è!), mentre dall'altro lato le peripezie di uno svedese convinto sostenitore della monarchia vi faranno strabuzzare gli occhi per l'assurdità. Come il futuro di questi due individui, o dei discendenti, andranno misteriosamente ad incrociarsi, sta a voi scoprirlo.
Devo ammettere di aver letto molto volentieri questo romanzo così particolare e frizzante: lo stile di Jonasson è coinvolgente e scorrevole e nonostante le assurdità che si srotoleranno sotto ai vostri occhi increduli, la lettura non risulta mai noiosa o difficoltosa. Il romanzo non risulta "pesante" o noioso nemmeno quando l'autore decide di dare al lettore un'infarinatura della situazione politico-economica di un certo Paese in un determinato momento; anzi, devo dire che Jonasson ha la straordinaria capacità di instillare nel lettore una voglia quasi irrefrenabile e incontrollabile di approfondire le vicende storico-culturali riguardanti questo o quel Paese. A tal proposito, ho avuto l'impressione che questo romanzo sia una lettura estremamente indicata per studenti delle scuole superiori, in quanto potrebbe destare una sana curiosità ed una voglia di approfondire determinate dinamiche che hanno influenzato il mondo in cui viviamo oggi.
A livello di contenuto, non so bene cosa l'autore volesse comunicare: a tratti, il romanzo sembra esser stato scritto giusto perchè la storia era scorrevole e interessante; in altri momenti però, mi sono resa conto di come l'autore metta davanti al lettore concetti quasi infantili per la loro semplicità, ma che spiazzano ed invitano alla riflessione il lettore stesso.
Come ho già detto pocanzi, questo libro risulta estremamente piacevole da leggere sia per come è scritto (benissimo!!) sia per l'assurdità della vicenda. Penso sia adatto a chiunque abbia voglia di cimentarsi in una lettura leggera ma non per questo sciocca! Inoltre, vi consiglio di dimenticare quale sia il vostro genere preferito: credo che in ogni caso lo adorerete...come ho fatto io!!!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    13 Febbraio, 2015
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Nell'abisso dell'anima

Solitamente, quando recensisco, mi piace fare un riassunto del romanzo: qualcosa di personale, con qualche dettaglio, ma senza spoiler. Essendo passato molto tempo dalla conclusione di questo volume (ed essendomi accorta solo ora di non aver scritto un'opinione), la mia memoria ha perso un po' i dettagli; pertanto preferisco omettere il riassunto e passo direttamente al mio parere =)
Quindi, dopo questa prolissa introduzione, posso dire che......naturalmente Karin Slaughter non delude mai!!!
Lo stile dell'autrice per me è assolutamente intrigante, coinvolgente e unico: leggo thriller più o meno dall'età di 14 anni e Jeffery Deaver era il mio idolo indiscusso, ma ero arrivata ad un punto in cui il mio essere iper critica aveva un po' affievolito la mia speranza di trovare romanzi thriller che stimolassero la mia piccola mente criminale (lo dico per ridere, eh!).
Per fortuna sono incappata in due autori che hanno "riacceso la scintilla" ed uno di questi è esattamente la Slaughter. Mi piace come struttura i suoi romanzi: in questo, in particolare, approfondiamo il noto personaggio di Faith Mitchell, partner dell'adorabile agente Trent. Apprezzo l'idea della Slaughter di scavare nel passato dei personaggi, facendoceli scoprire (e amare) man mano. Non trovo per niente noiosi tutti i dettagli che ci fornisce, anzi, per me contribuiscono soltanto ad aumentare l'interesse e il coinvolgimento del lettore nella storia!
In questo volume, l'autrice scaraventa Faith in un abisso profondo, quello della sua anima; un turbinio di sentimenti contrastanti, paure celate e non, quesiti...per Faith, vederere la luce in fondo al tunnel è assai difficile.
Inutile dire che i personaggi sono ben caratterizzati, probabilmente più a livello psicologico che fisico, ma questo non mi disturba affatto: permette al lettore di immaginarseli come preferisce, dando però un'impronta ben precisa al carattere e al loro modo di pensare/agire.
Ottimo lavoro, Karin!

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I precedenti romanzi della serie di Will Trent
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    09 Febbraio, 2015
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Un college inquietante

Julia e Robert sono in viaggio verso il Grace College, una scuola esclusiva, ma isolata dal mondo.
Il passato di Julia e suo fratello va custodito gelosamente ed entrambi lotteranno con le unghie e con i denti per tenerlo nascosto. Il che sembra semplice, ma non lo è affatto, soprattutto quando Robert sveglia l'intero dormitorio urlando nel sonno, la prima notte. «Queto posto è malvagio», dice alla sorella non appena si ridesta. Julia non sa cosa fare, deve proteggere il fratellino a tutti i costi, ma deve proteggere anche sé stessa, il loro passato e, se possibile, il loro futuro.
Al Grace College nulla è come appare e presto Julia, Robert e i loro amici dovranno fare i conti con quella valle, quel lago e quei monti che sembrano vivere di vita propria.

Ho pareri piuttosto contrastanti su questo romanzo: cercherò di esprimermi al meglio e il più brevemente possibile.
Ho dato voto 4 allo stile perchè devo ammettere che la Kuhn scrive molto bene, coinvolgendo il lettore in una storia che presenta, invece, grossi difetti.
La lettura è scorrevole e posso dire che l'autrice è molto brava a creare suspense: spesso mi sono sentita un nodo allo stomaco per l'ansia creata dalle situazioni, il che è certamente un punto a suo favore.
Ora però, vorrei spiegare il voto al contenuto: mi è piaciuta l'idea, ma non la sua realizzazione; lo svolgimento insomma. L'autrice crea molta aspettativa, intessendo misteri e trame particolari intorno al Grace College, ai suoi studenti e alla geografia del luogo . MA! A nessuno di questi misteri viene data una risposta. Il lettore si ritrova con una miriade di interrogativi ai quali non viene data alcuna risposta.
Sotto questo punto di vista, è estremamente deludente.
Infine, volevo sottolineare la rapidità con cui si lascia leggere il romanzo: ebbene sì, nonostante i personaggi siano tutti strani, riservati e un po' matti e nonostante i misteri che si accumulano, queste 300 pagine si leggono con grande velocità!
Pertanto ne consiglio la lettura, purché il lettore che si accinge ad aprire questo romanzo non abbia grandi pretese. Insomma, prendetelo come una lettura un po' frizzante per staccare la spina dalla quotidianità.
Niente di più e niente di meno.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    04 Febbraio, 2015
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Un tuffo nel passato

Una ragazza scompare. Il GBI sembra esser coinvolto; tutto il GBI, in realtà, tranne Will Trent. Perchè Amanda, la sua superiore, è così ostinatamente decisa a tenere Will lontano dalle indagini?
Il brillante agente dovrà fare i conti col suo passato, un passato che sperava non sarebbe mai più tornato a tormentarlo.

Un romanzo meraviglioso; ecco cos'è stato per me "Mente criminale". L'ho letto in 4 giorni e considerando che è un libro di 533 pagine e che la trama è abbastanza ricca e complessa, mi reputo piuttosto soddisfatta.
La storia è molto interessante e riguarda il passato dei personaggi che ben conosce chi ha seguito questa serie dal principio: Will Trent, Amanda Wagner ed Evelyn Mitchell. Come ho già detto in molte mie recensione ai libri della Slaughter, credo che un suo grande punto di forza sia quello di non snocciolare l'intera "vita-morte-miracoli" dei suoi personaggi in un unico romanzo, ma il disseminare bricioline di pane in ogni romanzo, come una sorta di Pollicino. Solo che in questo romanzo...altro che briciolina, per la miseria! La Slaughter ci ha lasciati un intero pezzo di pane. Ed io, desiderosa di conoscere meglio i tre personaggi sopracitati, mi sono buttata a capofitto nella storia.
Analizzando un po' meglio il romanzo, posso dire che è suddiviso in due: una parte riguarda il presente in cui l'agente Trent mette alle strette la Wagner e la costringe a farlo partecipare ad un caso che lo riguarda molto da vicino; l'altra parte invece si svolge negli anni Settanta, in cui Amanda Wagner e Evelyn Mitchell, giovanissime donne e poliziotte, si trovano non solo a dove farsi rispettare come persone e come agenti in una società estremamente maschilista (e troglodita, aggiungerei), ma anche ad indagare su un caso che le potrebbe mettere in serio pericolo, alla centrale e per le strade di Atlanta.
I capitoli pertanto si alternano tra passato e presente e passano da un personaggio (principale o meno) ad un altro. Lo stile della Slaughter tiene col fiato sospeso e durante la lettura lo sguardo corre sempre più veloce, desideroso di sapere cosa sia successo (e stia succedendo). E perché. Oh sì, il "perché?" sarà una domanda che vi porrete frequentemente durante la lettura.
Al solito, ho trovato ogni personaggio perfettamente caratterizzato; a tal proposito, quello che mi ha maggiormente colpito è stato un pappone soprannominato "Juice": penso di essermi sentita veramente terrorizzata da lui, come se fosse reale, come se gli insulti che rivolgeva alle ragazze (prostitute o agenti che fossero), a modo loro si rivolgessero anche a me.
La lettura è scorrevole e mai noiosa; a volte i dettagli sono divertenti, altri agghiaccianti, altre volte fanno salire un gran nervoso.
Sono contenta di aver aggiunto un nuovo tassello a quel magnifico personaggio che è per me Will Trent; sono arrivata a pensare che questo romanzo sia migliore dei precedenti, ma in realtà è che ognuno è straordinariamente unico a modo suo per la storia di cui parla. E questo l'ho adorato perchè è incentrato, da una parte, su coloro che hanno messo al mondo Will e dall'altra, su coloro che l'hanno salvato. Letteralmente.
Un ultimo avviso al lettore che si accinge ad aprire "Mente criminale": non so quale sia la vostra opinione su Amanda Wagner, ma posso assicurarvi che quando chiuderete questo romanzo, non sarà più la stessa. Se in positivo o negativo...scopritelo voi!

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Tutti i romanzi precedenti della serie di Will Trent che in ordine sono: L'ombra della verità, Tre giorni per morire, Genesi, Tra due fuochi, Abisso senza fine, Corsa contro il tempo
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    28 Gennaio, 2015
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Intricato e intrigante

L'agente del GBI Will Trent è pronto per una nuova indagine: questa volta viene inviato nella piccola contea di Heartsdale, dove il suicidio della giovane Allison Spooner si rivela ben più che un suicidio.
L'agente Trent si troverà a scavare in un passato torbido, difficile e incoffessabile; a rendere tutto più complicato sarà l'ostilità della polizia locale nei suoi confronti. Ad affiancarlo ci sarà una dottoressa Linton ancora alle prese coi fantasmi del suo passato che, ora più che mai, riemergono.
Le conoscenze della dottoressa, il senso pratico dell'agente e l'intelligenza di entrambi, saranno il connubio perfetto: la loro sintonia porterà nuovamente alla soluzione di questo nuovo caso.

"Io amo Karin Slaughter" sarebbe lo slogan perfetto per questa recensione!
Sì, perchè io sono follemente innamorata di questa autrice dalla mente così perversa ma estramamente capace di generare trame fitte, complesse ed assolutamente coinvolgenti. Leggere un romanzo della Slaughter è come immergersi in acqua e stare in apnea dall'inizio alla fine; certo che, stare in apnea per 500 pagine è un tantino stressante! Ironia a parte, credo che questa autrice sia divenuta (nel giro di breve tempo) la mia scrittrice di romanzi thriller preferita. Questo perchè è in grado di scrivere in maniera accattivante e coinvolgente delle storie torbide, cattive e ricche di dettagli macabri; ed io vado a nozze!
Al solito, i personaggi sono perfettamente caratterizzati. Di romanzo in romanzo, va delineandosi il personaggio dell'affascinantissimo agente Trent, che adoro e che mi intriga particolarmente: ha un passato tormentato, è dislessico, è dolce, intelligente, sagace,...e chissà cos'altro si scoprirà nei prossimi romanzi! Anche la dottoressa Linton è decisamente interessante; la Slaughter sta presentandocela pian piano, ed è questo suo modo di scrivere che mi piace particolarmente. In fin dei conti è come quando si conosce una persona reale: non conosci tutto e subito, ma piano piano. La Slaughter aggiunge "pezzi di passato" in ogni romanzo, dando modo al lettore di farsi un'idea sempre più precisa di chi ha davanti e, perchè no, permettendogli di affezionarsi particolarmente a questa irresistibile (e improbabile?) coppia.
Il romanzo è lungo, ma la lettura è piacevole e scorrevole: l'autrice è in grado di rapirvi e portarvi con sé in ogni singola pagina. La storia è ben costruita e man mano che si procede, ogni pezzo del puzzle si mette al suo posto; il risultato è davvero un lavoro ben fatto!
Inutile dire che consiglio vivamente questo romanzo a tutti gli amanti del genere.

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Fantasy
 
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2.8
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2.0
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3.0
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3.0
Sordelli Opinione inserita da Sordelli    28 Gennaio, 2015
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Leggibile

Victoria ha accettato il suo destino, ovvero essere una cacciatrice di vampiri. É la sua eredità, l'eredità della famiglia Gardella e sua zia Eustacia non può che essere fiera della giovane nipote piena di talento e buona volontà. Purtroppo l'accettazione del suo destino non coincide con i desideri della madre di Victoria che, ignara della missione della figlia, auspica che al suo debutto in società, il marchese di Rockley la noti e la prenda in moglie.
Victoria si troverà combattuta: l'amore crescente per il bel marchese, gli impegni mondani e le frivolezze dell'epoca saranno difficili da affiancare alla sua lotta contro un male che sembra essere sempre in agguato.

A livello globale, posso dire che questo romanzo mi sia abbastanza piaciuto.
Tra gli aspetti positivi cito sicuramente l'ambientazione: mi ha affascinato molto il pensiero di una Cacciatrice di vampiri in gonne ampie e maniche a sbuffo!
Victoria è un personaggio estremamente sagace, divertente e anche un po' ingenuo, ma di quell'ingenuità che si addice ad una diciannovenne del XIX secolo; mi è stata da subito simpatica e la sua lingua biforcuta è un altro punto a suo favore. Anche gli altri personaggi li ho trovati ben descritti e ben inseriti all'interno del romanzo, ognuno ha un suo ruolo ben specifico e non si fa fatica a comprendere "chi è chi e cosa fa".
Purtroppo però, ho trovato lo stile della Gleason estremamente...."infantile", per così dire. Per quanto mi sia piaciuta la storia e abbia letto volentieri il romanzo, non posso dire di essermi mai sentita pienamente parte della vicenda; anzi, in alcuni casi mi sono sentita perfettamente estranea al tutto. Ho attribuito questo difetto proprio allo stile dell'autrice: non so bene individuare un qualcosa di preciso per riuscire a spiegarmi, probabilmente è solo una questione oggettiva, riassumibile in un "a me, questo modo di scrivere, non piace particolarmente e non coinvolge".
Ad ogni modo, la lettura è estremamente scorrevole e il libro si finisce in fretta; sicuramente leggerò anche i successivi, più che altro per curiosità e perchè, ormai, a Victoria mia sono un po' affezionata.

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A chi ama il genere "vampiresco" e l'ambientazione londinese di inizio Ottocento
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Classici
 
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4.8
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    26 Marzo, 2014
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Uno straordinario impatto

"Uno studio in rosso" è innanzi tutto il racconto di un incontro, quello tra il dottor John Watson e l'investigatore dilettante, nonché studioso di chimica, scienziato e chi più ne ha più ne metta...Sherlock Holmes.
É la storia della nascita di un'amicizia, ma anche il racconto di una vendetta che ha impiegato anni per esser portata a termine.
Ero molto impaziente di cominciare la mia avventura con Sherlock: amo il personaggio anche se l'ho conosciuto solo grazie al grande schermo e alla tv (la serie televisiva "Sherlock" me ne ha fatto innamorare pazzamente!) e fremevo dalla voglia di cominciare a leggere qualcosa. Ho acquistato tutta la raccolta di racconti, poi via, son partita! E che dire? Sono assolutamente soddisfatta!
Mi è piaciuto molto lo stile di Conan Doyle, la lettura è scorrevolissima e la cosa mi ha lasciata di stucco: temevo, essendo stato scritto nel XIX secolo, di scontrarmi con un linguaggio difficile e in uno stile ricco e complesso che avrebbero reso la lettura difficoltosa. Ma così non è stato! Con mia grande meraviglia, "Uno studio in rosso" si fa bere come un bicchier d'acqua! Il ritmo è incalzante e la narrazione non annoia mai. Si arriva ad un certo punto in cui si ha la sensazione che l'autore abbia inserito uno spaccato di storia che non c'entri proprio nulla con ciò che suggerivano gli avvenimenti; tuttavia vi renderete presto conto che quello spaccato è più che necessario per "dare corpo" al racconto, aggiungere maggiori dettagli e capire meglio chi ha portato a fare cosa e perché.
Lo consiglio assolutamente, la lettura é adatta a tutti. Ve ne innamorerete.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.3
Stile 
 
4.0
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3.0
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3.0
Sordelli Opinione inserita da Sordelli    19 Marzo, 2014
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Nel mondo di un tossicodipendente

Vincent Franke ha dedicato buona parte della sua vita a due cose ormai imprescindibili: lo spaccio di droga e l'uso di morfina.
É un uomo con un passato tormentato e dei sentimenti contrastanti verso la vita; nulla più sembra interessargli se non la sua dipendenza dalla morfina.
FIno a quando....fino a quando non trova Maria nel suo appartamento. La donna è stata portata lì da Marko, colui il quale gli procura la roba da spacciare e la morfina da assumere; Vincent non deve fare altro che tenerla lì per qualche giorno, legata e imbavagliata. Ma Vincent è, a modo suo, troppo umano ed una delle prime cose che fa è slegarla e trattarla come se fosse una sua ospite. Nella parapiglia della sua vita, ora fa capolino questa donna che smuove in lui sentimenti e sensazioni sepolte da anni di abuso di droghe.
In cosa è coinvolta Maria? Cosa ne sarà di Vincent quando lei sparirà con la stessa rapidità con cui è comparsa nel suo appartamento?

Ho pareri molto contrastanti su questo romanzo; cercherò di fare un po' di chiarezza fra i miei pensieri qui "in diretta".
Innanzi tutto: lo stile.
Mi è piaciuto molto il modo di scrivere dell'autore, ha un qualcosa che mi ha affascinata e rapita totalmente, trascinandomi in un mondo sporco con cui non vorrei mai confrontarmi nella realtà. Mi è piaciuto molto l'uso di frasi brevi ed incisive, è lo stile che in assoluto mi è più congeniale, tant'é che anche io quando "butto giù" qualche mio pensiero, tendo ad utilizzare frasi brevi e pungenti. Inoltre ho trovato azzeccatissima la scelta di utilizzare capitoli brevi: così come per le frasi, anche la brevità dei capitoli è incisiva e rende la lettura frenetica. Ecco, questo romanzo è così: frenetico, appunto, caotico e destabilizzante. Sembra che anche il lettore si sia fatto di qualche sostanza e durante la lettura sia in trip!
Passiamo al contenuto: è interessante vivere una vicenda dal punto di vista "del cattivo". Oddio, specifichiamo: Vincent Franke è tutt'altro che cattivo, ma è pur sempre un individuo a cui i poliziotti darebbero la caccia!
É vermente strano vivere tutta la storia attraverso lo sguardo di un tossicodipendente: i suoi pensieri sono spesso piuttosto sconnessi, riesce a farvi rimbalzare continuamente tra passato, presente, futuro e immaginazione con la stessa facilità con cui rimbalza una pallina in un flipper.
Ho apprezzato molto la capacità dell'autore di passare, appunto, dal presente al passato: i flashback non sono mai troppo lunghi ed ogni volta sono interessanti e aggiungono un tassello nella costruzione del personaggio di Vincent. A proposito di caratterizzazione, vorrei sottolineare che è lui il personaggio meglio descritto in tutto il romanzo: immagino che questa scelta sia voluta e non mi sento di criticarla perchè del resto è lui il protagonista del romanzo ed è lui che è giusto "costruire" al meglio.
Quello che mi ha lasciato un po' confusa credo sia proprio il punto di vista da cui viene raccontata l'intera vicenda: diciamocelo, siamo abituati a leggere thriller i cui protagonisti solitamente sono poliziotti o detective molto acuti. Mai ci si aspetterebbe di leggere di uno sciatto morfina-dipendente. É proprio questo mondo a lasciarmi un po' frastornata; mondo di cui, come dicevo poco sopra, l'autore rende meravigliosamente l'atmosfera caotica e il ritmo sincopato.

Veniamo al dunque.
Lo consiglio oppure no?
Leggere, si legge velocemente. E la storia in sé per sé è discreta, la narrazione interessante, il tema assolutamente attuale.
Eppure mi ha lasciato dell'amaro in bocca, forse per il finale, forse perchè come ho ripetuto già un paio di volte non ci si aspetta di vivere la vicenda attraverso uno come Vincent; uno che ha zero personalità, è sporco, puzzolente (non l'ho annusato eh!) e vive solo per la sua morfina e la sensazione che gli provoca.
Non riesco davvero a decidermi, pertanto lascerò che le mie semplici riflessioni influenzino la vostra scelta!

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Romanzi
 
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4.3
Stile 
 
4.0
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5.0
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4.0
Sordelli Opinione inserita da Sordelli    12 Marzo, 2014
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Dolce

Sven e Connie non potrebbero essere più diversi: lui, ricco e figlio di un famoso oncologo e di una rinomata insegnante mentre lei è una ragazza semplice, di buona famiglia ma senza pretese.
Fra i due scatta la scintilla e nonostante le delusioni, i pianti, le situazioni difficili da affrontare, riescono a costruire la loro splendida storia. Fino al giorno in cui Connie scompare dalla vita di Sven e da quella di chiunque la conosca.

Non ho voluto rivelare troppo nel mio personale riassunto, in quanto credo che (purtroppo) la quarta di copertina sveli da sé sufficienti dettagli. A parte questa piccola nota negativa, ho trovato questa lettura estremamente coinvolgente: la storia è un po' triste, ma bella. Il finale è a modo suo lieto, ma lascia un pochino di amarezza, quella che fa riflettere il lettore e, nel mio caso, gli fa anche scendere una lacrimuccia.
Ho trovato la vicenda di Sven, Connie ed Helena veramente molto toccante: questo romanzo non è una lettura semplice e divertente, il "magone" mi ha accompagnata per quasi tutta la sua durata; tuttavia sin dai primi capitoli ho desiderato saperne di più, tant'é che ho letto le sue circa 180 pagine in pochissimo tempo.
Lo stile di Angela Teresa Parise è semplice e senza pretese, ma il romanzo è assolutamente ben scritto; proprio per questo la storia entra nell'anima del lettore e gli si cuce addosso, lasciando che tutti i sentimenti qui raccontati lo travolgano come un fiume in piena. E nonostante alcuni passaggi possano sembrare troppo rapidi e superficiali, devo ammettere che per il tipo di storia raccontata questa "rapidità" è una benedizione, in quanto io personalmente non avrei tollerato descrizioni più lunghe o scene così pesanti da diventare surreali.
Pur non essendo il mio genere, sono felice di aver letto questo romanzo: ne conserverò volentieri il ricordo e farò tesoro di tutte le cose a cui mi ha fatto pensare.
L'unica nota "negativa" che mi sento di sottolineare è la figura di Helena: può una bambina di 10 anni mostrare una maturità come quella qui descritta? Onestamente, non saprei. Però, in fin dei conti, non conta veramente: è un romanzo scaturito dalla fantasia dell'autrice; non è importante che sia tutto perfettamente realistico, conta quanto sia piacevole leggerlo e quanto di sé lascia al lettore.
Da ultimo, ma non per importanza: l'ambientazione. Adoro i paesi scandinavi e nonostante le descrizioni non siano molto dettagliate (per fortuna, altrimenti sarebbe una noia mortale, temo!), mi sono sentita trasportata in quei luoghi magnifici; forse la mia fantasia era già pronta a salpare per quella meta, o forse l'autrice, in maniera sottile, riesce a catapultare il lettore in questi luoghi meravigliosi.
Consiglio la lettura a chi ama emozionarsi e a chi crede che nella vita "non tutto il male venga per nuocere".



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Fantasy
 
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4.0
Stile 
 
4.0
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4.0
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4.0
Sordelli Opinione inserita da Sordelli    28 Febbraio, 2014
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Un disastro di strega

Cassandra Lee Adams, 18 anni. Segni distintivi: strega pasticciona.
Ed è a causa di uno dei suoi pasticci che ritrova nel giardino di casa sua un uomo completamente nudo e spaesato; chi sarà mai questo individuo e soprattutto...perché non se ne va?
Con l'arrivo di Sam, la vita di Cass verrà totalmente stravolta: il suo incantesimo andato male richiama su sé stessa anche l'attenzione di un altro soggetto, più oscuro del primo e che da lei non desidera altro che il suo sangue, i suoi poteri e la sua morte.
Con l'aiuto della sua mentore, di un grande amico, dei suoi poteri e del suo imprescindibile sarcasmo, riuscirà la giovane a far fronte alle forze cosmiche che lei stessa ha smosso?

Ho letto questo romanzo alla velocità della luce: davvero, davvero coinvolgente! Il personaggio di Cassandra è ben costruito, non tanto fisicamente quanto psicologicamente. Infatti un tratto distintivo di questo romanzo è che le descrizioni di particolari fisici non ne fanno da padrone, il che lascia molta libertà al lettore di immaginarsi l'esteriorità dei personaggi; la stessa cosa non vale per i tratti psicologici e caratteriali, di cui l'autrice non lascia nulla al caso, dando così un profilo ben delineato che non lascia spazio ad equivoci.
Solitamente faccio fatica a sentirmi coinvolta quando mancano molti dettagli fisici (che non devono necessariamente essere condensati in un unica pagina, ma anche in tutto il romanzo!), tuttavia questa mia "regola" non è valsa affatto per Il potere del sangue: da subito l'ironia pungente di Cass mi ha conquistata e guidata tra le pagine, quasi come se la conoscessi da tempo. Complice questo tratto del carattere che molto si avvicina al mio, ho ritrovato in Cass una giovane me stessa, anche se io non sono mai stata alle prese con qualcosa di più grande di me come la magia.
Sin dalle prime pagine si intuisce che la protagonista ci concquisterà, proprio con il suo sarcasmo ma anche con la sua insicurezza.
Come dicevo precedentemente, Cass si troverà presto in un bel pasticcio, causato proprio dal suo incantesimo. E dopo aver inconsapevolmente legato a sé un uomo proveniente da un altro luogo, per lui nutrirà i più contrastanti sentimenti: dal volersene separare il prima possibile per non avere più scocciature, all'affezionarsi così tanto da non volerlo lasciar andare. Ma i guai, per la giovane, sono appena cominciati: non appena Sam se ne sarà andato, i suoi sogni verranno presi d'assalto da un'inquietante figura, sensuale e terribile.
In un mondo in cui i vampiri hanno fatto outing e lo stesso fratello di Cass, Robert, è fidanzato con una di loro, la ragazza si troverà a dubitare di questa razza, che tanto odia, e a temere che sia proprio la vampira del fratello ad averle incasinato ancor di più la vita.
La lettura è scorrevole e anzi, vi troverete a voler continuamente girare pagina per sapere cosa ne sarà di Cass, dei suoi poteri, del suo grande amore e di quei maledetti vampiri che, scusatemi la spoilerata, una volta tanto prenderanno tanti calci nel sedere!
I temi principali di questo romanzo restano il Bene e il Male, la continua lotta tra l'uno e l'altro, il fascino che l'oscurità usa per vincere sulla luce, ma che ad ogni modo non offusca mai il suo splendore.
Avendo letto altri scritti dell'autrice, non posso che confermare che lo stile di Deborah sia semplice e pungente, il che rende ogni suo romanzo una boccata di freschezza e ironia, coadiuvate sempre da un tocco fantasy originale e mai già visto. La forza dell'autrice sta proprio in questo, secondo me: riuscire a costruire su temi molto ricorrenti già usati (e abusati, da certi autori!), delle trame fresche e originali che lascino sempre al lettore la sopresa di scoprire "cosa succederà dopo".
Consiglio la lettura di questo romanzo a chiunque abbia voglia di staccare un po' la spina e tuffarsi in un'avventura simpatica e ricca di colpi di scena, oscura e sensuale; un'avventura che parla anche di amore, quello vero, forte e doloroso che va al di là di qualcosa dell'attrazione fisica, ma che è complicità e coinvolgimento di cuore, mente e anima. Se dovessi individuare un target specifico, direi che questo libro è maggiormente adatto ad un pubblico adolescente, ma io (che adolescente non lo sono più da un bel po') l'ho apprezzato comunque proprio per il suo essere giovanile ma non infantile, frizzante e simpatico, dolce e sensuale ma mai stucchevole.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    26 Febbraio, 2014
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E siamo al quarto capitolo!

Dopo aver scelto di vivere la sua esistenza al fianco di Matt, la coppia fa ritorno a Shadow Creek dove due sorprese attendono Sam: il suo regalo di compleanno, un'idea splendida del dolce Matt che la lascerà senza parole, e Andrew...docile e inspiegabilmente gentile.
Ma la tregua col suo oppressore non può durare a lungo e presto Sam sentirà puzza di guai; tenterà in ogni modo di ostacolare i piani di Andrew, ma quando anche il fato ci si mette a "remarle contro", la mente più potente e instabile di Shadow Creek non potrà fare altro che arrendersi temporaneamente e giocare d'astuzia, come solo una donna brillante, intelligente e perspicace come Sam può fare.

Che dire di Loredana Baridon e dei suoi romanzi? Ormai sono arrivata al quarto e ogni volta che esce il nuovo romanzo fremo per aver subito fra le mani la mia copia. É che ormai sono completamente assorbita dalla storia di Sam, dalle sue emozioni, dalle sue paure e incertezze; dal rapporto con la gemella Alice, dalla società maschilista in cui vive...insomma, da tutto quanto.
Questo quarto capitolo della saga delle sorelle Harris è veramente struggente: l'amore, quello vero, è così ben scritto da entrarvi nell'animo, da lasciarvi senza fiato e quasi doloranti.
La trama che la Baridon intesse, col suo stile semplice e diretto, è molto più complessa di quanto ci si possa aspettare leggendo le prime pagine: non crediate di avere fra le mani un romanzo d'amore, restereste fregati! In questo quarto capitolo, ancor meglio che nei precedenti, si mescolano mistero, giallo, suspense.
Sam è sempre la solita: testarda, impulsiva e sfrontata. Ma ha anche qualcosa in più: la consapevolezza che le doti della sua mente siano straordinarie. Impegnandosi con tutta sé stessa, imparerà ad usarle al meglio. Purtroppo la giovane donna deve sempre fronteggiarsi col suo più acerrimo nemico, nonché cognato, Andrew. A tutti i costi, lui vuole portar via Sam a Matt ed è per questo che lo odio a morte. Anche perchè è uno sbruffone pieno di sé, certo, ma principalmente per questo motivo. Io penso che per arrivare ad odiare così tanto (e lo odio davvero eh!) un personaggio, la sua "costruzione" deve esser stata davvero precisa e minuziosa.
La capacità della Baridon, secondo me, sta soprattutto nel fatto di riuscire a distribuire i dettagli lungo lo svolgersi della storia, affinché il lettore ricostruisca il puzzle piano piano e arrivi alla fine che, inconsapevolmente, conosce i personaggi e le ambientazioni quasi meglio dell'autrice stessa.
Mi è piaciuto molto questo quarto capitolo, pur non essendo andato come speravo; non voglio spoilerare e quindi mi fermerò qui, ma veramente...la Baridon vi farrà venire un colpo al cuore. Ma non vi deluderà!
Attendo con ansia il quinto e, a quanto ne so, ultimo capitolo!
Consiglio la lettura a chi, naturalmente, ha già letto i precedenti romanzi (è fondamentale che sappiate TUTTA la storia!) e quindi invito ad approcciarsi a questa saga tutte le persone che amano un pizzico di avventura, humor, mistero, ma soprattutto un protagonista tenace e grintoso...come solo Samantha Harris può essere.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    25 Febbraio, 2014
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Urca urca, la fine del mondo!

Azraphel e Crowley. Il primo un Angelo e, nel tempo libero, collezionista di libri rari; il secondo...un Angelo, che se ne è Andato Giù a Zonzo, più che Cadere.
Questi due soggetti tengono a bada, da millenni ormai, l'ago della bilancia, quello che l'umanità fa smuovere verso il Bene o verso il Male. Sono parte integrante, senonché i protagonisti, del "piano ineffabile", ovvero di quel patto che Dio e il Diavolo hanno stipulato e che permette alle varie influenze di tormentare la vita dei poveri esseri umani.
Ora Azraphel e Crowley siedono allo stesso tavolo, rimembrando i bei tempi e preoccupandosi del futuro: cosa accadrà ora che l'Anticristo sta per essere spedito sulla terra?
I nostri due amici sono restii ad arrendersi al fatto che l'Armageddon sia vicina: hanno imparato ad apprezzare la vita umana, i vizi che si possono concedere e la straordinaria monotonia della vita di tutti i giorni. Qualcosa nel "nel piano ineffabile" potrà essere ancora più ineffabile grazie a loro. L'importante....l'importante è collaborare. E non sbagliare a consegnare il pargolo (leggi: l'Anticristo in formato mignon!).

Avrei preferito aggiungere ulteriori dettagli al mio "riassunto" della trama, ma avrei comunque rischiato di tralasciare qualche accenno interessante (senza spoilerare, è chiaro!); per di più credo che non si sarebbe più potuto chiamare "riassunto", pertanto questo è ciò che passa il convento! Sperando che tale convento non sia quello delle Suore Sataniste dell'ordine delle Chiacchierone di St. Beryl, altrimenti sono guai per le orecchie di tutti!
É difficile esprimere la bellezza di questo romanzo, la costruzione della vicenda e la caratterizzazione dei personaggi! Cercherò di mettere un po' di ordine in questa mia recensione, ma devo ammettere che i gentiluomini Gaiman e Pratchett non aiutano nell'intento.

Per chi avesse già letto qualche scritto di Gaiman, conosce già lo stile inconfondibile e la fantasia sfrenata di questo autore; aggiungo alcuni dettagli per chi, invece, si appresta a leggere il suo "primo Gaiman" (il primo non si scorda mai ?).
Mettiamola così: conoscete un autore abbastanza pazzo e fantasioso da poter scrivere delle vicende di, sostanzialmente, un Diavolo e un Angelo, del loro piano per mandare a gambe all'aria l'Armageddon? E di un ordine di suore sataniste dalla lingua lunga e dal livello di attenzione simile a quello di una nocciolina, capaci così di fare confusione nella consegna dell'Anticristo? E di una strega, tale Anatema Device, che grazie alle profezie della sua antenata e al libro che da trecento anni la sua famiglia si tramanda, cercherà anch'ella di fermare la Fine del Mondo? E, per "concludere", riuscite a immaginare i Quattro, i Cavalieri dell'Apocalisse, in sella a delle motociclette con giacche di pelle su cui vi è scritto "Hell's Angels" (simpatici gli autori, eh?!), pronti a distruggere il mondo conosciuto se solo quell'undicenne di un Anticristo si decidesse?
La domanda iniziale era se conoscete un autore abbastanza pazzo e fantasioso da poter scrivere tutto ciò; bene, io uno forse non lo conosco, ma due sì: Gaiman e Pratchett.
Devo ammettere di non aver mai letto nulla di Pratchett, ma l'aver scritto un romanzo con Gaiman fa balzare il mio livello di interesse verso di lui davvero in alto.
Ma torniamo a noi.
La parte che più ho apprezzato della trama e dello svolgersi dei fatti è che per il primo centinaio di pagine all'incirca, tutti i personaggi vengono introdotti all'improvviso, spostandosi da una scena all'altra; si fa quasi fatica a comprendere chi sia il nuovo arrivato e quale rilevanza possa avere all'interno della storia. Ma non temete: andando avanti nella lettura, sarete in grado di ricomporre questo puzzle che Gaiman e Pratchett hanno magistralmente scomposto!
Inutile dire che i personaggi sono molto ben caratterizzati, di tutti sarà possibile leggere anche alcuni accadimenti nella loro vita PRIMA di arrivare ai giorni cruciali, il che li renderà un po' più familiari al lettore ancora un po' sconvolto dal loro improvviso ingresso nel racconto.

Consiglio vivamente la lettura di questo romanzo a chi ama le storie fuori dagli schemi, a chi apprezzi il fatto di ritrovarsi a ridere di gusto durante la lettura ma ancor di più, a chi crede che certi libretti dei giorni nostri siano il vero fantasy: leggete Gaiman e allora sì che avrete un vero termine di paragone. E rimarrete folgorati nel constatare che nessuno, temo, potrà superare questo autore.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    22 Gennaio, 2014
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Interessante spunto di riflessione

Il romanzo (completamente autobiografico, sospetto) è strutturato in diversi capitoli e racconta la storia di questo ragazzo molto particolare: sotto molti punti di vista, la società lo definirebbe il classico "bastian contrario" in quanto, leggendo, vi imbatterete spesso in pensieri o azioni che vanno totalmente controcorrente; cosa che io, personalmente, apprezzo molto.
Inoltre il nostro protagonista soffre di forte deficit dell'attenzione il che trasforma, nella sua testa, normali conversazioni con normali interlocutori in voli pindarici sconcertanti anche per lui, a volte.
Questo deficit gli impedisce anche di memorizzare il nome di una persona, spesso anche dopo innumerevoli incontri: ognuna delle persone da lui conosciute e raccontate in questo romanzo, non saranno identificate dal loro "nome proprio" bensì da un nome che lui decide in base a particolari caratteristiche (fisiche o non) della persona stessa. Un tratto apprezzabilissimo di questo romanzo è sicuramente il fatto che non sono solo i nomi propri delle persone a non comparire MAI, ma anche quelli di città e, a volte, cose; trovo questo modo di narrare davvero carino e originale: molto spesso il lettore sa benissimo di cosa l'autore stia parlando, ma non vedere scritto il nome (che renderebbe tutto più semplice anche per l'autore stesso) lascia leggermente straniti e alza il liello di concentrazione. Il che non è di sicuro un fattore negativo: se l'autore è già deficitario, non può esserlo anche lettore!
Il romanzo nasconde, nemmeno troppo velatamente in realtà, una critica alla società moderna, alla politica italiana e anche alla religione: per quanto i concetti espressi siano molto soggettivi, devo ammettere che il romanzo viene maggiormente apprezzato da chi condivida almeno in parte i pensieri dell'autore.
La lettura è scorrevole e le risate sono assicurate; lo consiglio perchè oltre ad essere scritto in maniera molto ironica e pungente, credo che queste pagine possano servire come spunto per una riflessione personale su chi siamo e cosa ci circonda.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    18 Gennaio, 2014
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Karin Slaughter rules!

Una donna viene investita da una coppia di anziani; le sue condizioni sono terribili, ma non a causa dell'incidente: il suo corpo è stato ripetutamente violentato e seviziato, in modi così orribili da non poter credere che un essere umano possa arrivare a fare così tanto.
All'ospedale in cui viene portata dai soccorsi, casualmente si trova anche Will Trent, il quale ha soccorso la sua collega Faith Mitchell dopo uno svenimento. Il caso desta subito l'interesse dell'agente Trent, ma la polizia locale non ha intenzione di cedere il passo al GBI; solo grazie all'intervento di Amanda Wagner, il capo di Will, l'agente speciale potrà dedicarsi anima e cuore a questo caso terribile.
Un'altra donna verrà ritrovata, purtroppo morta, e altre due donne con caratteristiche simili alle precedenti due vittime verranno rapite. Trent e Mitchell si troveranno ad affrontare un killer esperto, che evidentemente ha affinato le sue capacità negli anni senza lasciare tracce significative e che permettano loro di ricollegarlo ad altri brutali omicidi.
Solo il grande istinto della coppia riuscirà a mettere insieme pochi indizi che, comunque, non daranno loro il quadro generale della situazione fino agli ultimi capitoli.

Che dire di questa donna brillante che è Karin Slaughter?! Non ci sono parole per descrivere il suo acume, la sua mente un po' malata e perversa e la sua bravura: meriterebbe molti più elogi di quanti ne ricevano molti suoi colleghi maschi!
Il romanzo è parecchio lungo, ma non ho fatto alcuna fatica a leggerlo perchè la Slaughter ha la grande capacità di tenere il lettore appiccicato alle pagine, fornendogli una storia macabra e ricca di dettagli osceni e sconcertanti; ovviamente è un genere che solo gli appassionati possono apprezzare, pertanto il romanzo è vivamente sconsigliato a chi ama vivere nel suo piccolo mondo ovattato e fatto di persone che si vogliono bene tra loro e di amori splendidi ed eterni.
Una caratteristica che adoro della Slaughter (ormai è tra i miei autori preferiti!) è la sua grande capacità di far svolgere più storie parallelamente a quella principale che, ovviamente, è l'indagine; infatti è in grado di distribuire magistralmente dettagli delle vite dei personaggi lungo tutto il romanzo, senza dedicare solo interi capitoli per parlare dell'uno o dell'altro. Per di più per avere un quadro generale degli "attori" principali, non è sufficiente un romanzo: con tutti quelli che ho letto con protagonista Will Trent, non sono ancora riuscita a farmi un quadro completo di questo straordinario personaggio che, piano piano, è entrato nel mio cuore per il suo modo straordinario di essere così riservato.
La capacità di questa autrice di distribuire i dettagli lungo tutta la vicenda, permette lo svilupparsi delle storie dei personaggi (come dicevo prima) in maniera parallela alla vicenda principale che è l'indagine; pertanto il romanzo non può risultare noioso, nonostante la sua lunghezza! Temo di essermi ripetuta in questo, ma a mio avviso è un dettaglio importantissimo: non credo sia incoraggiante dire che alcuni capitoli siano da mozzare il fiato, altri piatti e noiosi! (soprattutto perchè non sarebbe la verità!)
Per concludere, consiglio la lettura di questo magnifico romanzo a tutti coloro i quali hanno una passione sfrenata per i thriller con una dose massiccia di dettagli macabri ed inquietanti, ma naturalmente non prima di aver letto i precedenti della serie di Will Trent!!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    03 Dicembre, 2013
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La resa dei conti

Sono arrivata, dopo due mesi, a finire questo libro!
Non è che non mi andasse di leggere, ma veramente trovare il tempo è stato pressoché impossibile (faccio questa breve introduzione per spiegare che l'averlo letto in due mesi non significa che sia noioso...il problema è stato mio, non del romanzo!)
Aprire quest'ultimo capitolo vi lascerà un attimo perplessi, innanzi tutto per la forma in cui è scritto: lasciamo il diario scritto da Kil per trovarci a vivere la situazione totalmente dall'esterno. Il lettore, in questo terzo capitolo, è come un terzo occhio che vigila su ciò che accade ai personaggi. Devo ammettere che questo cambio all'inizio mi ha infastidita, abituata com'ero a Kil che si rivolgeva direttamente al lettore; tuttavia questo cambiamento non ha influito sulla scorrevolezza del romanzo, che è risultato essere molto avvincente e ancora più ricco di suspence.
Ma i veri protagonisti, restano sempre loro....: i morti! Radioattivi o meno, sono i padroni indiscussi della trilogia e, ahimé, del mondo narrato.
Pur essendo molto scorrevole e piacevole, ho trovato che la scelta dell'autore di inserire parti ricche di terminologie militari e tecnologiche rallenti un po' il tutto: non essendo un'esperta in questi campi, spesso mi son trovata a dover rileggere intere intere pagine per cercare di capire chi avesse fatto cosa e con quali mezzi; tuttavia non penso che queste parti "tecniche" penalizzino il romanzo, bensì gli danno un tocco in più, una serietà che molti scrittori si sognano di riuscire ad ottenere all'interno dei propri scritti.
Quando ho aperto il libro, un paio di mesi fa, la prima domanda che mi son posta è stata: scopriremo l'identità di Kil?! Ma ovviamente non ve lo dirò, dovrete leggere questo romanzo per saperlo!
Comunque, devo ammettere che mi spaventava un po' questo terzo capitolo, soprattutto per il finale: invece...non delude affatto, non è per niente scontato e lascia alcune faccende (seppur minori) in sospeso.
Come avrete capito, consiglio assolutamente la lettura, ma è scontato: se avete letto i primi due, non potrete non desiderare di leggere l'ultimo!!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    02 Settembre, 2013
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Penetrante

Liam è un ragazzo con seri problemi di autocontrollo: la sua rabbia improvvisa spaventa anche l'amico Vittorio, genio della chimica farmaceutica nonché locatario di Liam.
Le vite di questi due ragazzi particolari vengono intrecciate alle vite di Isabel, la donna che Liam ama, di Lavinia, Sayd, Maddalena e della signora Moroni, locataria di Liam e Vittorio.
Il tutto...in sole 156 pagine.
La scrittura di Pierandrea Ranicchi è semplice, diretta, a tratti cinica, sarcastica e tremendamente coinvolgente. Pur essendo le vicende narrate scene di vita quotidiana di alcuni "ragazzacci" (lo dico bonariamente, perchè a questi personaggi mi ci sono davvero affezionata!), il romanzo non risulta per niente noioso e lento, tutt'altro: la rapidità con cui si susseguono gli avvenimenti, tengono il lettore in uno stato costante di pseudo ansia, che lo invoglia a voler sempre sapere di più.
Penso che questo romanzo affronti tematiche molto serie ed importanti, anche se a volte lievemente, lanciando solo un'esca al lettore; ad esempio, cito un passaggio che ho trovato illuminante: non perchè non si sappiano queste cose, ma perché vederle scritte in un libro (che, fra l'altro, ha un potenziale incredibile in termini di diffusione di idee ed opinioni), mi ha fatto realmente riflettere.
«[...] ...E tu povero Liam, come la maggior parte dei profani della medicina, non sai come alcune di queste enormi aziende, entrate nel circolo di straordinarie storie di ordinaria corruzione, creino molte volte prima i medicinali e poi la malattia. Che potere mostruoso nel celare le vere cure efficaci per i veri (piccoli e grandi) mali che affliggono il mondo! [...] ...Ecco per un semplice mal di gola ti vendono tonnellate di antibiotici sotto forma di compresse da ingoiare oppure in fiale da nebulizzare. Tonnellate di antinfiammatori steroidei e non steroidei quando per la maggior parte dei casi basterebbe assumere infinitesimali frazioni ribosomiali dei più comuni batteri e virus per allenare il sistema immunitario. Tanta gente non si ammalerebbe più così frequentemente di mal di gola, bronchiti, sinusiti né tenderebbe a cronicizzarle. Con dieci massimo venti euro all'anno non si ammalerebbero più. Ecco il vero problema che pochi capiscono...Alcune multinazionali vogliono che il cliente...il malato...stia male anche frequentemente per poter vendere i loro costosi preparati, coperti da brevetto. Per dieci anni li può produrre solo chi li ha scoperti. Tanti bei palliativi dai nomi più disparati. Nomi fantascientifici per quanto ridicoli. Con le loro belle pillole e le scatole colorate promettono di curare mali che nemmeno esistono...E quella maledetta classe di medici corrotti che prescrivono queste belle pillole colorate per riscuotere in fondo all'anno una percentuale sulle vendite. [...]»

Ammetto che recensire questo romanzo non è affatto semplice, perchè ci sarebbero così tante cose da dire (troppe) che rischierei di perdermi e scrivere una recensione troppo confusa.
Io consiglio di leggerlo, soprattutto a chi vuole riflettere senza sorbirsi "un mattone": Liam è tutt'altro che pesante, è fresco, vivo e reale e proprio per questo vi trascinerà nel baratro e vi porterà fuori a suo piacimento!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    17 Agosto, 2013
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Come sopravvivere agli zombie, secondo atto

Stesso luogo, stessi protagonisti: gli zombie.
All'Hotel 23 la pace non può durare a lungo: nuovi arrivi, Marines per la precisione, mettono a repentaglio l'apparente stato di tranquillità che gli inquilini dell' "Hotel" si erano creati.
Il nostro protagonista, "Kilroy" (non il suo vero nome, ma l'unico riferimento che abbiamo in questo diario per identificarlo), è costretto a rispolverare la sua vecchia divisa e a far valere tutta la sua autorità.
Cosa succederà da qui in poi?

Apocalittico, tanto quanto il primo episodio. Che altro dire? "Oltre l'esilio" mescola sapientemente una grande suspence e un ritmo incalzante, lasciando il lettore senza fiato. Il protagonista, ancora senza vero nome, è uno di noi, una persona che come noi ha dei sentimenti, nutre qualche speranza e sente la morsa della paura in ogni istante della sua esistenza in un mondo che lo desidera morto. In questo secondo capitolo, va delineandosi non solo un'interessante impresa, ma anche un profilo psicologico del personaggio alquanto interessante e......umano. Non vuole essere una battuta di cattivo gusto, anzi: troppe volte capita di leggere romanzi apocalittici in cui il protagonista non ha paura di niente e di nessuno, entra in azione, sconfigge i milioni di nemici e torna a casa trionfante. No, il protagonista di "Oltre l'esilio" è un uomo vero, uno che lotta contro la solitudine che porta alla pazzia, uno che soffre, che ha paura, che agisce sperando di non sbagliare; è anche vero che essendo un Marines non è certamente uno sprovveduto e credetemi se vi dico che il fatto suo lo sa. Pertanto siate pronti a tenere accanto a voi un block notes, perchè se volete lezioni di sopravvivenza, questo diario sa fornirvele.

Divagazioni e riflessioni personali a parte, ho trovato questo secondo romanzo di Bourne davvero ben scritto, avvincente ed appassionante; le descrizioni non sono mai troppo ricche di dettagli da far perdere il filo del discorso per la noia, anzi sono molto utili per spezzare un po' il ritmo travolgente e il susseguirsi degli avvenimenti.
Lo stile di Bourne è impeccabile, l'ho apprezzato in "Diario di un sopravvissuto agli zombie" e non posso che trovarlo nuovamente perfetto. Mi piace il suo saper rendere veramente reale questo romanzo, il suo saper tramutare il lettore nelle pagine del diario del protagonista: quando Kilroy scrive, riflette, registra...lo fa su di voi. É questa la sensazione che avrete e sarà esattamente come esser lì.

Il finale è davvero interessante e stimola alla lettura del terzo ed ultimo (per quanto ne so io) capitolo.
Inutile dire che la lettura è vivamente consigliata, soprattutto agli amanti del genere e a chi cerca una storia mozzafiato in un mondo che è come il nostro, ma che appartiene a loro.
Agli zombie.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    30 Giugno, 2013
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Love never dies

Il Ragno e l'Iguana.
Rynn, il Ragno. Gabriel, l'Iguana.
Rynn è un'adolescente dall'aspetto delicato, gracile e "leggera come una libellula"; una ragazza strana, schiva o, per meglio dire, schivata da tutti. Rynn ha lo straordinario dono di vedere le emozioni delle persone, i loro stati d'animo. Può percepire luci e nebbie che le emozioni emanano, ma soprattutto, esse la attraversano e si mescolano alle sue. Per questa sua dote particolare, la ragazza non ha mai legato con nessuno.
Fino a questo momento.
Gabriel è uno studente misterioso, arrivato ad anno già iniziato a causa della separazione dei genitori. Entrambi i ragazzi sono pallidi, magri, asociali e silenziosi. Senza contare che lui è straordinariamente bello e questo attira e incuriosisce Rynn.
Presto i due cominciano a frequentarsi, diventando man mano più che semplici amici; ma Gabriel, come Rynn, nasconde un segreto e probabilmente, sarà la loro meravigliosa diversità a legare queste due anime in un amore dolce, folle e semplicemente unico.

Il Ragno e l'Iguana è il romanzo di esordio di Elisa Vangelisti. Nelle prime pagine si ha la sensazione di una somiglianza colossale con Twilight, ma presto le affinità svaniscono lasciando spazio ad una storia d'amore viscerale, sconvolgente e tremendamente dolce.
In questo romanzo non troverete violenza, niente guerre tra vampiri, paletti conficcati, teste staccate; solo puro e profondo sentimento. Pur essendo un paranormal romance ed essendo la particolarità dei protagonisti un fattore importante, questo non risulta dominante: è l'amore l'unico e vero protagonista di questa storia, raccontata molto bene da Elisa. Per esprimere una percentuale, direi che il romanzo è 35% paranormal e 65% romance!
Come dicevo, la particolarità dei due personaggi è altresì molto importante ai fini della storia, in quanto Rynn può percepire le emozioni di lui e capirlo meglio. (Piccola parentesi per noi donne: quante di noi vorrebbero questo dono? Quante incomprensioni eviteremmo col nostro lui?)
D'altro canto, l'immortalità di Gabriel e la sua "non più giovane età" mettono spesso in difficoltà Rynn, la quale si troverà a dover lottare con la sua non-immortalità ed altri fantasmi abbastanza tipici di queste storie umana-vampiro.

Tutto sommato la storia mi è piaciuta, ho trovato Rynn a tratti noiosa, ma non credo che questo sia un particolare totalmente negativo: del resto, se io fossi un'adolescente con una dote tanto particolare e un compagno ancor più particolare, penso che farei sempre le stesse riflessioni, mi porrei le stesse domande e mi sentirei sempre, perennemente inadatta.
A tratti la storia pecca di originalità e risulta lievemente ripetitiva, ma è comunque un buon romanzo d'amore, ben costruito.
Il sentimento raccontato da Elisa è di quello vero e puro che spesso (ma non sempre) solo al primo amore si può provare.
Pur non essendo per niente il mio genere (abituata come sono a morti, zombie, sangue, violenza, killer sociopatici e quant'altro), devo ammettere che questa storia è stata una lettura piacevole che in un momento abbastanza oscuro mi ha ridato un pochino di speranza nell'amore, quello vero. Dolce e romantica, vi troverete coinvolti in una vera favola in cui il "cattivo", però, è colui di cui ci si innamora.

A mio avviso, a meno che di essere delle inguaribili romantiche, il romanzo va letto in quei momenti della vostra vita in cui si è particolarmente predisposte a farlo. Per me è stato così ed è forse per questo che sono riuscita ad apprezzarlo.

Lo stile di Elisa, semplice e scorrevole, conquista il lettore e gli consente di non sentirsi sazio della storia e di voler sapere sempre di più.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e, ognuno a suo modo, sono tutti importanti per lo svolgersi della vicenda.

Ne consiglio la lettura ad un pubblico prettamente femminile, in particolar modo a chi ama sognare a occhi aperti e a chi desidera un principe azzurro un po' tenebroso, ma tanto dolce e sensuale.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    25 Giugno, 2013
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Avventura in un futuro non molto lontano

Intex.
Nella grande corporazione tecnologica c'è grande fermento tra gli alti ranghi: un grande progetto, chiamato "Progetto vita" sta per essere presentato ad alcuni dei più importanti rappresentanti del mondo moderno.

Villa Hunton.
Fervono i preparativi: gli schiavi e le schiave, debitamente (s)vestiti si accingono ad accogliere gli ospiti. Gente illustre varca la soglia della splendente villa, meravigliata da quel suo fascino antico dato dall'arredamento e dalla bellezza degli schiavi. I figli del dirigente della Intex Michael Hunton, Anthony e William, sono pronti per recitare ognuno la sua parte e rendere perfetta la serata che il padre sogna da molti anni.
Ma qualcosa va storto. Dov'è finito Michael Hunton? Anthony cela la sua preoccupazione con grande maestria, ma gli eventi improvvisamente degenerano e villa Hunton si trova, in un batter d'occhio, sotto assedio.
Uno strano individuo pretende di metter mano sul "Progetto vita" e nessuno ne comprende il motivo.


La voglia di svelare qualcosa in più riassumendo la trama, era davvero molta; tuttavia mi sono trattenuta perchè questo libro deve assolutamente essere letto e scoperto in ogni sua sfumatura.
La vicenda è ambientata in un futuro non ben definito, ma oserei azzardare che non sia troppo lontano: pur essendoci una grande evoluzione tecnologica, la moneta resta sempre l'euro, cosa che mi piace sottolineare perchè ho trovato buffa e intelligente allo stesso tempo. Perchè intelligente? Perchè il fatto che la moneta sia ancora l'euro, fa presupporre che si tratti sì di futuro, ma che potrebbe essere quantificato in 40/50 anni (mia ipotesi, naturalmente); e se da un lato potrete ammirare come il progresso abbia portato notevoli migliorie nella vita di molti, dall'altro noterete una notevole diversificazione tra le classi sociali, in cui i ricchi saranno ancora più ricchi e vivranno protetti e quasi totalmente lontani da ogni pericolo, mentre i poveri saranno schiacciati tutti nella periferia, detta "sprawl". Per non parlare poi degli schiavi, ovvero persone "coltivate" in veri e propri campi di allevamento. Cosa che mi fa venire la pelle d'oca a scriverla, ma che non mi meriviglia più di tanto: per la mia visione della società moderna e "dell'andazzo generale", la realtà descritta in questo romanzo si potrebbe realizzare davvero in pochissimo tempo.

Per quanto riguarda i personaggi, ho apprezzato molto la loro caratterizzazione, ben costruita seppur non troppo minuziosa: in particolare, viene dato risalto all'aspetto psicologico e alle interazioni tra i vari personaggi, piuttosto che a precise caratteristiche fisiche le quali, pur essendo ovviamente presenti, vengono anche messe un po' da parte dal lettore stesso, poichè catturato da particolari ben più intriganti.

La storia è davvero ben scritta, si legge rapidamente ed anche il lettore si trova a lottare contro il tempo insieme ai protagonisti. L'unico appunto che mi sento di fare, riguarda il finale: molto bello ma, dal mio punto di vista, avrei preferito finisse qualche pagina prima per lasciare il lettore con ancora più suspence. É anche vero che non so se l'autore scriverà un seguito, ma in quel caso...ribadisco la mia idea!
Ultima cosa: in questo mio infinito commento (mi scuso per questo!) ho volutamente omesso di parlare della figura del Firewalker; non ho menzionato né chi viene riconosciuto come Firewalker né chi sia nel romanzo perchè questo sarà compito vostro scoprirlo.
Posso solo assicurare che di questa storia ricca di amicizia, tecnologia e lotta per la parità di trattamento...non resterete affatto delusi!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    19 Marzo, 2013
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La via del denaro

Un excursus a tutto campo da parte di Salvatore Tamburro sull’economia moderna, sul signoraggio bancario e sul nuovo ordine mondiale, ripreso quasi per intero dalla propria tesi di laurea che ha fatto discutere e ha provocato scompiglio nel mondo accademico italiano. L’analisi prende il via affrontando la storia della Banca d’Italia, istituto di diritto pubblico ma partecipato al 95% da privati, le sue contraddizioni, truffe e lati oscuri. A seguire viene affrontato a fondo e in maniera esaustiva il tema del signoraggio bancario, primario e secondario: comprensibile da parte di tutti, anche da chi è digiuno di economia, è un passaggio fondamentale per la conoscenza corretta del meccanismo di creazione della moneta e di funzionamento del sistema monetario. A seguire la terza parte: il NWO, Nuovo Ordine Mondiale. Tamburro effettua un’accurata descrizione della storia e dell’evoluzione del concetto di Nuovo Ordine Mondiale, analizzando complotti ed eventi storici pilotati, organizzazioni terroristiche e omicidi poco chiari (Kennedy e Lincoln su tutti), svelando di fatto come l’intero sistema finanziario, sia solamente la longa manus di una ristretta oligarchia che sfruttando il proprio immenso potere economico e politico punta alla creazione di un ordinamento internazionale dai dubbi obiettivi. Un libro vivamente consigliato a chiunque voglia approfondire il funzionamento del sistema monetario ed economico, ma soprattutto per comprendere la direzione nella quale la crescente globalizzazione e crisi economica stanno portando il mondo.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    12 Marzo, 2013
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Terzo capitolo delle avventure di Sam e Alice

Eccole Sam e Alice, nella loro nuova avventura; Alice è incinta di Andrew, Matt vorrebbe lo stesso da Sam ma lei non è della stessa opinione; tra le altre cose, la presenza sempre più pressante di Andrew nella sua vita, le provoca non pochi problemi: perchè lei sente ancora il fuoco con lui? Perchè lui la guarda sempre come se la desiderasse?
Poi, una sera, succede: involontariamente, Andrew scopre che Sam sente il fuoco per lui e ciò gli toglie ogni freno. Il danno è fatto e Sam non sa come rimediare: ama suo marito più di ogni altra cosa, forse anche più di Alice...come potrà spezzargli il cuore confessandogli tutto ciò che gli ha nascosto fino ad ora?
Così Sam decide di soffrire in silenzio, nella speranza che Andrew rinsavisca e decida di lasciarla stare, di dedicarsi solo a sua moglie Alice. Purtroppo, "il cerchio si è chiuso" e Sam si troverà contro la sua volontà, invischiata in una faccenda che la farà stare molto male.
Fortunatamente un giorno riesce a sfogarsi con Justin, il fratello poliziotto di Matt e Anrdrew; la sua dolcezza e fermezza la aiuteranno a non sentirsi più sola in questa disavventura. Justin è comunque irremovibile: farà di tutto per aiutarla, a patto che lei reagisca alle angherie di Andrew e quindi confessi a suo marito quanto sta accadendo. Cosa succederà?

Eccole, di nuovo, le mie gemelle preferite! In questo romanzo il rapporto tra Sam e Alice fa più che altro da velato sfondo alla vicenda, in quanto diventa molto più importante il rapporto Sam-Andrew e Sam-Matt.
La giovane dotata di una mente da uomo, si troverà a soffrire più di quanto ogni principessa abbia mai fatto: ciò è dovuto alla prepotenza di quel despota di Andrew, che pensa di poter disporre di lei ed Alice come se ne fosse il proprietario; come se loro non fossero altro che due cagnolini.
Ma Sam ama Matt e questo rapporto burrascoso col cognato la metterà spesso in difficoltà anche con lui, col quale Sam ha già i suoi problemi: piccole scaramucce tra moglie e marito, ingigantite dal senso di oppressione della ragazza e dalla voglia di fuggire da quel luogo che non le appartiene, un luogo in cui non c'è mai nè il sole, nè la luna, non c'è vento e nessuan nuvola.
Sam farà sempre di più breccia nel vostro cuore, con la sua testardaggine e fragilità tipicamente umane si renderà adorabile ai vostri occhi ed ogni lettore vorrà proteggerla, in particolare da Andrew ed anche un po' da sé stessa e dalla sua lingua lunga.
Lo stile di Loredana si riconferma per l'ennesima volta travolgente: basti pensare che ho letto le 317 pagine del suo romanzo in meno di sei ore! Non potevo staccarmene, volevo sempre saperne di più, sperando ad ogni pagina che qualcuno sferrasse un bel calcio nei denti a Andrew (parere più che personale, naturalemente!)
Mi è piaciuta la scelta di Justin come confidente personale di Sam, in quanto avevo già apprezzato la sua figura nei precedenti romanzi (per quanto fosse più che altro una "comparsa"). É un uomo su cui tutte vorremmo fare affidamento, uno che sa ascoltare e che riesce a mettere un po' da parte il ruolo che ricopre in una società così ben strutturata e severa.
Le descrizioni sono molto dettagliate pur non risultando affatto pesanti: i particolari sono sparsi qua e là nel romanzo, il che permette al lettore di sentirsi catapultato a Shadow Creek nel corpo di Sam e di vedere le cose attraverso i suoi occhi.
Trovo questo romanzo davvero avvincente, coinvolgente ed emozionante e ne consiglio la lettura a patto che si abbia letto anche i precendenti due romanzi, altrimenti non avrebbe quasi né capo né coda: infatti Loredana è bravissima nello spargere dettagli nuovi ed importani in ognuno dei suoi romanzi. Questo rende impensabile leggerne uno senza aver letto gli altri!
Concludo dicendo che il finale vi lascerà piacevolmente sereni: a differenza dei precedenti due, in cui volevo solo avere in mano il romanzo successivo per sapere come andasse a finire, concluso questo ho sentito un senso di pace che voglio portarmi ancora per qualche giorno; prima di desiderare il prossimo capitolo, ovviamente!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    12 Marzo, 2013
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Viva gli zombie

E dunque è accaduto: l'epidemia diffusasi in suolo asiatico ha preso piede anche in America; ma non è una semplice influenza, la malattia uccide le persone e le riporta alla vita. Una miriade di non-morti si aggira presto per le strade di ogni città, paese o campagna. Sia che si muoia per il loro morso, sia di cause naturali, ci si risveglia...zombie, affamati di carne viva.
Il nostro protagonista è un soldato della marina militare, che al momento dello scoppio dell'epidemia in suolo americano, decide in qualche modo di disertare e pensare a sé stesso: si procura provviste, si barrica in casa, pulisce tutte le armi e si procura il maggior numero di munizioni.
Pensate che questo basti a far fronte ad un'epidemia di tali dimensioni? E se qualcuno, là fuori, fosse sopravvissuto e avesse bisogno proprio del suo aiuto?

Da appassionata di "The walking dead", "28 giorni dopo" & co., mi sembra inutile dire che nei confronti di questo romanzo, sono partita prevenuta: lo amavo già solo dalla copertina!
L'autore non ha deluso le mie aspettative! Ci ritroviamo catapultati in pochissimo tempo in un mondo dai connotati apocalittici. Grazie alla forma del diario, viviamo le avventure (o disavventure, dipende dai punti di vista) del protagonista passo a passo, insieme a lui seguiamo i tg che raccontano della rapida diffusione dell'epidemia e ci lasciamo prendere dal panico per la palpabile omissione di informazioni da parte dei media. Credo che uno dei maggiori punti di forza di questo romanzo, si proprio l'esser stato scritto a mo' di diario: questa forma infatti si rivela azzeccatissima per dar rilievo alla vicenda più che ai personaggi, al susseguirsi dei giorni e delle emozioni legate a questa "invasione zombie", piuttosto che allo spessore psicologico dei sopravvissuti.
Infatti, in un certo senso, i personaggi sono messi da parte: non vorrei sbagliarmi, ma in tutto il libro non ho mai trovato il nome del protagonista! Anche i suoi compagni, sono sicuramente importanti per la storia, ma poco contava se invece che John, William ecc, si fossero chiamati Giuseppe, Jeffrey o con altri nomi. Essi infatti sono utili alla storia per il suo svolgimento, ma non per darle spessore, in quanto a questo ci pensano già i nostri cari zombie! Solitamente non apprezzo molto i romanzi in cui i personaggi non vengono approfonditi (a livello di dettagli fisici e psicologici), perchè la mancanza di quei particolari mi impedisce di sentirmi parte del romanzo e di potermeli immaginare; in "Diario di un sopravvissuto agli zombie", questo problema non sussiste, perchè la minuzia con cui vengono descritte le scene, gli edifici in fiamme, le macchine ammassate per le strade e gli zombie brancolanti, mi è più che sufficiente per farmi sentir parte del gruppetto di sopravvissuti e per condividere con loro le paure o le piccole gioie.
Ah, quasi dimenticavo: scordatevi ogni impegno, quando inizierete la lettura, resterete un giorno intero immersi in queste pagine.
Non di più.
Anche perchè il vostro cuore non reggerebbe se decideste di chiuderlo e riprenderlo il giorno successivo.

Vivamente consigliato!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    25 Febbraio, 2013
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Cacciatrice per scelta: go Isabel!

Isabel Cariani è una ragazza normale: studentessa al primo anno di specialistica, frequenta l'università con gli amici; non è la classica secchiona e, anzi, si diverte a prendere in giro quelli del "Club della prima fila". Purtroppo sarà proprio uno di loro a rovinarle la vita.
Andrea infatti non è solo uno studente modello, "da prima fila", nonché figlio del proprietario dell'appartamento che Isabel divide con Susy, l'amica. In verità, lui è un essere mostruoso, che le sconvolgerà l'esistenza per poi abbandonarla.
Isabel è decisa a farsi giustizia da sola. É con questa determinazione che entra a far parte della Vampire Hunters. Nella speranza di poter uccidere un giorno il suo rivale, la ragazza si allena con costanza, nonostante qualche piccola distrazione provocata dal suo tutor.
Riuscirà la neo cacciatrice a uccidere colui il quale le ha rapito il cuore per poi gettarlo come fosse spazzatura? Riuscirà a trovare un equilibrio, sul sottile filo dell'amore?

Oggi i libri sui vampiri vanno a ruba. Ma di solito i vampiri sono teneri, coccolosi e luccicosi. In questo romanzo invece...i vampiri sono dei veri e propri Vampiri (parlo da buona vecchia nostalgica di Buffy). Senza sentimenti e senza cuore, salvo qualche eccezione di cui non posso far parola, ma vi butto comunque l'esca affinchè queste poche parole suscitino un po' di curiosità.
Mi è molto piaciuto l'uso del diario e quindi il fatto che la protagonista parlasse in prima persona; in verità la sua valvola di sfogo non sarà della semplice carta bianca, ma voi, la vostra pelle, il vostro cuore; sì, perchè Isabel mirerà proprio lì, al vostro cuore. Non potrete non volerle bene e non capirla in ogni sua scelta, da quella giusta a quello sbagliata.
Il romanzo è ricco di scene "piccanti", ma non si può assolutamente dire che esse siano il tema centrale di tutta la storia, tutt'altro! D'altra parte si sa, vampiri e lussuria vanno di pari passo, per cui devo proprio ammettere (pur non essendo un'amante delle scene hot) che qui ci stanno bene. E poi, come dicevo, non è quello di cui si parla in tutto il libro; queste scene sono presenti, certo, ma non precludono lo svolgersi di tutta la storia, che in sé è davvero affascianante, ben scritta e coinvolgente; a mio parere, s'intende.
Consiglio a tutti la lettura di questo bel romanzo che, purtroppo e per fortuna, vi lascerà con una grande voglia di leggere il seguito....

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Narrativa per ragazzi
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    04 Febbraio, 2013
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Gradevole

Calder vive lontano dalla sue sorelle, cosa che loro non comprendono. Eppure quando Mavis, la maggiore nonché colei che ha preso le redini della famiglia dopo la morte della madre, gli chiede di tornare, lui non può non obbedire: i legami che legano le sirene sono molto forti. Sì, Calder è una sirena; o meglio, un sirenetto.
Ciò che ha portato Mavis a chiamarlo e a farlo tornare, è l'aver trovato Jason Hancock, il figlio di colui che causò la morte della madre: egli infatti, in cambio della sua salvezza, aveva promesso alla sirena la vita di Jason. In verità, non mantenne mai quella promessa e fuggì via con la famiglia.
A distanza di molti anni, i quattro componenti della famiglia (Calder, Mavis e le altre due sorelle, Pavati e Tallulah) ricordano ancora quegli accordi e desiderano ardentemente vendicare la morte della madre.
Hancock ha due figlie femmine; per questo Mavis decide che deve essere Calder ad insinuarsi in quella famiglia tramite loro, in modo tale da guadagnarsi la fiducia di Jason e, con una scusa, trascinarlo vicino all'acqua.
Ma Calder non ha fatto i conti con Lily, la figlia più grande: ragazza particolare sia nel modo di essere che di vestire, renderà la vita impossibile a Calder, finchè lui stesso non cadrà vittima del proprio gioco di seduzione. . .

Carino. Davvero davvero carino. L'ho letto in sei orette scarse e devo ammettere che mi è proprio servito per staccare la spina. Nulla più.
Mi è piaciuto il fatto che la vicenda sia narrata in prima persona da Calder. La storia è divertente e romantica, ma a tratti anche cupa. La lettura è decisamente molto scorrevole e un pizzico di curiosità nasce nel lettore, che desidera capire come Lily e Calder riusciranno a sistemare tutto; anzi, soprattutto si desidera sapere SE ci riusciranno.
Lo consiglio in particolar modo se siete in cerca di una lettura che vi aiuti a staccare da un'altra più impegnativa o per trovare un po' di relax con poco tempo a disposizione.
Per il resto, non mi ha lasciato grandi emozioni. Ma nemmeno grandi delusioni; va bene così com'è, l'importante è non aspettarsi troppo.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    30 Gennaio, 2013
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Non solo vampiri

Sonia è una giornalista di discreto successo, rispettata dal suo capo e dai colleghi. La sua adolescenza, però, è stata segnata dalla scomparsa improvvisa della sua migliore amica Elena, una notte di Halloween di molti anni prima. Ora il passato torna a bussare alle porte della mente di Sonia che, tormentata dagli incubi, decide di mettersi sulle tracce di un amico comune a lei e ad Elena, Ettore. Tra l'altro, l'unico che aveva avvisato le due ragazze di non uscire quella fatidica notte...
Per Sonia inizia un viaggio alla scoperta di una realtà che mai avrebbe ritenuto tale, alla ricerca di sé stessa e di chi è realmente.

Questo romanzo, purtroppo, non mi ha particolarmente colpita. Il motivo è molto semplice: per tutto il tempo, mi sono sentita una semplice lettrice. Se c'è una cosa che un libro deve saper fare con me (o meglio, che le parole di un autore devono saper fare) è coinvolgermi, rendermi partecipe, farmi sentire parte della storia, anche marginalmente. Ma io devo essere lì dentro.
Con "Patto con il vampiro" purtroppo non è successo; attibuisco questa "mancanza" principalmente a due motivi: l'assenza di descrizioni fisiche dei personaggi e il mancato aspetto psicologico degli stessi. Infatti Sonia, Ettore, il vampiro Ivan, si presentano solo come dei personaggi, senza particolare spessore; un po' come delle comparse, insomma. Tutto questo mi ha tenuto distante dalla storia, che di per sè ho trovato anche originale e decisamente mai letta. Anche se la figura del vampiro sembra importante (uno lo suppone per lo più dal titolo), questa è in realtà una storia di streghe, una storia fra Bene e Male, in cui il dolce Amore proibito è la causa scatenante di ogni cosa.

A fine libro, leggendo i ringraziamenti dell'autrice, vedo che questo è il suo primo libro fantasy. Mi sento di farle sinceramente i complimenti, perchè per essere la prima volta che scrive un fantasy, ha saputo trovare un'idea molto originale mai scritta, pur essendo la figura del vampiro usata e strausata. Tuttavia, la mancanza di caratterizzazione dei personaggi (a livello fisico e psicologico) e, talvolta, la mancanza di una descrizione più approfondita della situazione, mi lasciano con un pizzico di amaro in bocca.
Comunque mi aspetto un nuovo romanzo dell'autrice, magari sempre fantasy: la fantasia non le manca e sono certa che abbia anche le doti per coinvolgere meglio il lettore!




Mi permetto di fare un'aggiunta, date alcune scoperte avvenute dopo aver scritto la recensione: l'autrice sta lavorando a dei sequel, proprio per colmare questi vuoti, addentrandosi quindi nelle vite dei personaggi per spiegare meglio chi siano, i loro vissuti e quant'altro. Che dire? Non vedo l'ora di leggere il frutto del suo lavoro! In questo modo, sono certa che anche "Patto col vampiro" assumerà una nuova forma ai miei occhi.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    23 Gennaio, 2013
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Alla ricerca dell'anima

Jace è sparito. Clary è disperata e l'interrogatorio a cui il Conclave la sottopone non la aiuta. Quando poi lo stesso Conclave decide di mettere in secondo piano le ricerche del suo giovane amato, la ragazza prende in mano la situazione e, accompagnata dai suoi amici, si tuffa in una ricerca pazza e sfrenata, senza tener conto dei limiti e delle Leggi.
Ma Jace non può stare a lungo lontano da Clary; così, una notte, lei se lo trova in camera, ma qualcosa in lui è cambiato. Cos'è quell'ombra che attraverso il suo sguardo e la sua anima?
Come se non bastasse, sembra essersi alleato con Sebastian. Dov'è il suo Jace? Riusciranno il suo amore, la sua cocciutaggine e la sua noncuranza del pericolo a salvare il vero Jace?

Anche il quinto libro della saga, non delude affatto. Lasciati a tempi lontani i cliché, ora abbiamo una storia più che solida, originale e ben costruita, accompagnata da una scrittura fluente e accattivante; nulla di quest'ultimo libro mi fa ripensare ai primi due della saga (anche se, vorrei ricordarvi, anch'essi hanno la loro dose di bellezza e originalità!).
I personaggi principali ormai non son più solo Jace e Clary: anche il meschino e affascinante Sebastian ha assunto la sua notevole importanza. Di tutti i romanzi, questo è quello maggiormente "oscuro" e anche quello col titolo più azzeccato: infatti è la continua ricerca dell'anima e di sé stessi il tema principale di questo romanzo. Il personaggio di Clary assume nuove sfaccettature, che vengono a crearsi grazie alla sua maturazione come Shadowhunters; quindi non avremo più una ragazza impacciata nei movimenti e con le armi, ma una giovane donna allenata, sveglia e (lasciatemelo scrivere) incazzata.
Le lettrici non potranno fare altro che soffrire e gioire insieme a lei; perchè in un certo senso noi lettrici,...siamo lei. E questo sentirci così parte del romanzo è dovuto anche alla notevole capacità della Clare che, di romanzo in romanzo, ha preso coscienza delle sue capacità di scrittrice dalla notevole bravura e immaginazione.
In questo quinto capitolo mi sono spesso trovata ad amare Sebastian; lo so che è perfido, un mistificatore nato e quant'altro, ma scusatemi se lo dico...è anche un gran figo! Di sicuro il mio tifo era tutto per la coppia (Jace e Clary), ma lui mi ha affascinata e quasi abbindolata per tutto il romanzo; fortuna che Clary.....è più sveglia di me.
Non aggiungo altro, altrimenti tra un po' finisce che vi svelo tutta la magia, l'amore, l'avventura, l'odio e l'orrore che si celano fra queste pagine!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    11 Gennaio, 2013
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Struggente

Jace e Clary nascondono un segreto; un terribile segreto che però non possono svelare agli altri.
Ma Jace si comporta in modo sempre più strano con Clary e la ragazza non sa più da che parte prenderlo. E poi cosa sono quelle occhiaie blu sotto i suoi occhi? E la stanchezza perenne che aleggia sul suo volto? Clary non capisce e ne soffre terribilmente. Ma la giovane Shadowhunter non sa che Jace è perseguitato da terribili incubi i quali, sommati al fatto di non sapere chi sia veramente (Jace Lightwood? Jonathan Morgersten? Jonathan Herondale?), lo portano sull'orlo della pazzia.
Ma non c'è tempo per riposare, pensare, capire: una potente vampira sembra esser tornata in città per ottenere l'aiuto di Simon e, nel frattempo, uccidere alcuni Shadowhunters che furono parte del Circolo di Valentine. Cosa succederà ai nostri amici?

Bello. Non riesco a dire nient'altro. Cioè, sì, ma bello è sicuramente stato il mio primo pensiero.
In questo romanzo c'è qualcosa che è veramente struggente, ovvero la storia d'amore tra i due protagonisti. Mi è piaciuto davvero perchè, al di là di tutti gli avvenimenti che concorrono a formare il romanzo (e che questa volta ho trovato deliziosamente originali), la storia d'amore tra Jace e Clary è ciò che più di tutto da un aspetto cupo alla storia intera. Penso che l'autrice sia riuscita ad incarnare perfettamente la mia idea di amore, ovvero qualcosa di così potente da poter distruggere una persona fin dentro l'anima.
Questo romanzo, di contro, è anche molto difficile da sopportare, proprio per le cose appena dette: se vi immaginate di essere Clary (o Jace, se siete maschietti), non potrete non restare angosciati per tutte le pagine; e anche quando tutto sembrerà concludersi....aspettatevi il peggio.
Devo ammettere di aver versato qualche lacrimuccia in alcuni punti ed in particolare dopo aver concluso la lettura.
Presto mi tufferò nel prossimo romanzo, ma ho un po' paura di cosa potrò trovarci; e, intanto, mi chiedo se quelle due povere anime (che sento così vicine, per strani motivi) troveranno mai un po' di pace.

Consigliato, ma solo se avete letto i precedenti, naturalmente =)

NB: molti vi direbbero che il finale ha rovinato tutto; non sono d'accordo. Per me, il finale apre un mondo. Che poi mi dispiaccia sia andata così....è un altro paio di maniche.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    09 Gennaio, 2013
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Mmm...

La bionda Nastasya è nuovamente alle prese con River's Edge, un centro di riabilitazione per immortali ribelli che lottano contro le loro più oscure inclinazioni nella campagna del Massachussets. Lei si trova lì da due mesi, avendo richiesto l'aiuto di River, immortale proprietaria del posto, e non sa quanto le ci vorrà per rimediare a 450 anni di cattiva condotta.
Verso Reyn, un ragazzo molto sexy parte della comunità, il quale ha massacrato svariate città e che ha un passato in comune con lei, nutre sentimenti a dir poco contrastanti; contrasto alimentato, naturalmente, anche al carattere stesso di Reyn. Entrambi gli immortali hanno anche una bruciatura non identica ma complementare, ovvero le due metà dell'amuleto della madre di Nastasya: lui sul torace, lei sulla nuca.
Oltre al lavoro nel centro, per riabilitarsi Nastasya fa la commessa nell'emporio dell'odioso MacIntyre; egli ha una figlia che tratta malissimo e Nastasya, un po' ne soffre. É proprio nell'emporio che, per difendere la ragazza dalle ire del padre, Nastasya pratica la magia dei Terävä, ai quali appartiene. A seguito di questo, Nastasya perderà il lavoro.
Dopo una serie di avvenimenti strani e oscuri, Nasty lascia la metà dell'amuleto della madre a River e decide di scappare nel bosco. Qui, improvvisamente, spunterà fuori Incy, il suo ex-migliore amico, dal quale erano mesi che si nascondeva. Pensando di aver solamente sprecato gli ultimi due mesi e convinta da Incy, sale in macchina con lui diretta a Boston.
Così Nastasya incontra i vecchi amici e vive nel lusso e nel divertimento. Finché l'incanto si spezza: Nastasya scopre il lato oscuro di Incy e le brutte azioni che compie. É l'inizio della fine. Lei vorrebbe andarsene,ma lui non glielo permette e imprigiona la ragazza e gli amici in un incantesimo che non permette a nessuno di loro di muoversi o parlare. Nastasya sarà in pericolo di vita? Riuscirà ad accettare ciò che è sempre stata? ...e Reyn? Che ne sarà dei sentimenti che nutre per lui?

Tanto mi ero innamorata del primo, tanto il secondo mi ha delusa. Bello, è bello, per carità. Però....però. Andiamo con ordine.
Nasty è sempre la solita, col suo caratterino che tanto ho amato nel primo: qui forse è più insicura su certi aspetti, tant'è che riesce a farsi tentare dal suo amico Incy, il quale la riporta "a casa" ingannandola.
Lo stile della Tiernan è sempre molto buono: la lettura è scorrevole, ci sono moltissimi dettagli a volte anche raccapriccianti e i salti temporali sono ben inseriti all'interno di tutto il racconto; la trama è piuttosto solida, nulla è lasciato al caso e lo stile trascinante e coinvolgente obbliga il lettore a restare con gli occhi incollati alle pagine fino a fine libro.
Probabilmnete, l'unica pecca (e quindi l'unica cosa che mi fa parlare di "delusione" e arricciare un po' il naso) è la mancanza di vera azione per 3/4 libro. Il che me lo fa catalogare più come un romanzo "di transizione" (verso il terzo e ultimo) piuttosto che come un vero e proprio sviluppo della storia.
Peccato.
Spero di leggere un terzo romanzo che scoppi di azione in ogni pagina, almeno per compensare =)

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    09 Gennaio, 2013
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Contro ogni mia più rosea aspettativa

Clary e Jace. Fratello e sorella.
Ma questo...Clary non lo può sopportare. Lei ama Jace più della sua stessa vita e da quando Valentine, il perfido padre, ha svelato loro il legame di parentela, è proprio la sua vita che sta andando sempre più a rotoli.
Come se non bastasse, ora Jace vorrebbe impedirle di andare a Idris, il regno degli Shadowhunters, dove Clary è diretta per cercare lo stregone che potrebbe darle il controincantesimo che risveglierebbe la madre.
Dopo una serie di peripezie e grazie all'immenso potere che Clary possiede, la ragazza si trova finalmente a Idris, infrangendo un numero non ben definito di regole.
Qui si trova ad affrontare la furia di Jace; per fortuna, Sebastian, il cugino della famiglia presso cui i Lightwood alloggiano, si dimostra gentile nei suoi confronti e particolarmente interessato a lei. Cosa si cela dietro a tanta cortesia? Clary non se lo chiede, ma qualcosa (forse il suo sesto senso) le lancia dei segnali ogni volta che è insieme a lui.
Nel frattempo, Valentine trama nell'ombra: quando metterà in atto il suo perfido piano, tutti verranno colti alla sprovvista. Sarà la fine del Conclave e l'inizio dell'egemonia di Valentine? E cosa si nasconde negli esperimenti che lui ha fatto su Clary e Jace? Ma soprattutto...riusciranno i nostri beniamini a resistere all'attrazione che c'è fra loro?

Ebbene...dopo aver letto i primi due, avevo quasi giurato che non avrei preso in mano altri libri; poi, leggendo alcuni commenti, ho deciso di ritentare e di procurarmi gli ebook. E...cavoli! Questo romanzo sì che mi è piaciuto!
Non pensiate che sia perfetto, ma molto bello...sì! Molti passaggi sono scontati e parecchio prevedibili, tuttavia ho apprezzato moltissimo la storia raccontata in questo terzo volume, la cattiveria e il cinismo di alcuni passaggi e, di contro, la tenerezza e la passione di altri.
Sarà che sono in un periodo della mia vita in cui mi piace leggere anche di storie d'amore così complesse e profonde da essere laceranti per l'anima; sarà che qualche colpo di scena, questo romanzo lo riserva; sarà che, semplicemente, mi sono un po' affezionata ai personaggi e non riesco a mollarli più. Sarà quel che sarà, ma questo romanzo mi è piaciuto e ha decisamente costituito il mio ormai indissolubile legame con la sada della Clare.
Infatti ho già iniziato il quarto =)
Da dire c'è che sicuramente è una lettura piuttosto adolescenziale; comunque, non mi vergogno di essermi così appassionata. Del resto, ogni tanto ci vuole qualcosa che ti faccia staccare particolarmente la spina. E per ora, questa saga fa al caso mio!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    05 Gennaio, 2013
Top 500 Opinionisti  -  

Non molto convincente...

Los Angeles.
Elvis Cole è nel suo ufficio, sdraiato sul divanetto, rilassato, con la sua maglietta di Topolino sporca di senape. Presto però (troppo presto), squilla il telefono: è una ragazza che conosce, la quale lavora nel mondo del cinema. Lei ha un lavoro per il nostro protagonista e il lavoro coinvolge niente popò di meno che il regista Peter Alan Nelsen, l'uomo del momento, il quale vuole ritrovare la sua famiglia.
Cole si presenta agli studi di registrazione a Hollywood. L'incontro con Nelsen non è dei migliori, quasi viene alle mani con uno dei suoi gorilla; Cole non è uno che nasconde ciò che pensa, anzi è molto sincero e diretto. E questo Peter Alan Nelsen non gli piace; tuttavia è anche consapevole che un lavoro sia un lavoro, pertanto accetta l'incarico, il quale consiste nel ritrovare la famiglia perduta del signor Nelsen.
Il compito sembra esser più complesso del previsto: l'ex-moglie ed il figlio hanno fatto di tutto per non lasciare tracce.
Sono dieci anni che il regista non li vede, da quando si è lasciato alle spalle gli impegni di marito e di padre per seguire la sua carriera, per inseguire il successo, i soldi e quant'altro. Ed ora? Ora vuole il suo bambino, vuole fare il padre, improvvisamente; un repentino cambio dovuto a cosa? Alla mancanza di altri divertimenti? Alla volontà di togliersi il personale sfizio di tentare di fare il padre?
Ma questo non riguarda il nostro detective; presto Cole trova una pista che lo conduce a New York. Dicono che la fortuna è cieca, ma nel caso di Cole, ci vede benissimo: ed ecco che, seguendo la pista di un timbro postale e recatosi proprio nel luogo indicato in quel timbro, Cole riesce immediatamente a trovare la donna, ex moglie del noto regista. Si trova a conoscere una signora molto meno sprovveduta di quanto pensasse, una donna che ha studiato, si è laureata e che ora è direttrice della banca locale, membro del consiglio scolastico, nonché una madre.
Tutto sembra già portato a termine: l'ex moglie del regista è stata trovata e l'indagine conclusa. Ma la sera stessa dopo il ritrovamento di lei, Cole viene pestato da alcuni loschi figuri che lo braccano mentre sta raggiungendo la sua stanza al Motel.
Cosa nasconde una tranquilla madre e una professionista dalla fedina penale immacolata? Gli aggressori di Cole sono persone preparate, che sanno fare il loro lavoro, che sanno come spaventare la gente; eppure quella donna non sembra pericolosa…

Questo romanzo è il primo di Robert Crais che leggo: un giorno per caso ho trovato una piccola collezione (tre romanzi in un unico volume) e ho voluto tentare la sorte. Non so come definirmi: poco soddisfatta? Delusa?
Non posso certamente affermare che il romanzo non mi sia piaciuto: è abbastanza ironico, il ritmo piuttosto incalzanze, eppure....eppure non lo so.
Forse non c'è molto da dire, non ci sono grandi giustificazioni da cercare quando un libro, semplicemente, non ti è andato del tutto a genio.
Forse è perchè non mi ha lasciato niente, forse perché non mi sono sentita mai parte della storia; ci sono mille "forse", ma non so quale sia il più calzante.
Fatto sta che non lo so se vi consiglierei la lettura. Circa questo libro, ho un grosso, enorme punto di domanda sopra la testa...........

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    05 Gennaio, 2013
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Ironicamente sincero

Quando ho preso in mano questo manuale, in realtà non sapevo bene cosa aspettarmi: mi è capitato qualche volta di leggere manuali che pretendevano di esser considerati ironici, i quali però risultavano banali se non addirittura grotteschi; non è questo il caso.
Credo che il modo migliore per iniziare a raccontarvi di questo manualetto, sia citando un breve passo della prefazione che John D. Macdonald scrisse al libro "A volte ritornano" di Stephen King:
«[...] Due dei generi più difficili in cui cimentarsi sono l'humor e l'occulto. In mani incapaci, l'humor diventa funebre e l'occulto diventa comico. [...]»
Ho detto che questa citazione avrebbe introdotto al meglio la mia recensione, ed ora vi svelo il perchè: sicuramente, la Pasetto, ha mani ben capaci e pertanto il suo manuale è...un successo.
Esso è diviso in comodi capitoli:
- Il primo incontro
- Il primo appuntamento
- Salgo o no?
- Gli appuntamenti seguenti
- I regali
- Lo shopping
- Se stiamo insieme ci sarà un perchè
- Presentazione alle amiche
- Uscire con gli amici
- La gelosia
- Le famose ex
- Mi piaci come sei ma cambia
- Ti presento i miei
- Teorema
- Vulnerabilità
- Le diete
- Hobbies
- Matrimonio o convivenza?
- Viaggio di nozze e... Futuro?
L'inizio di ognuno di essi è accompagnato da un aforisma, le cui parole sono interamente dedicate a noi donne.

Adriana Pasetto ha uno stile semplice; ed è proprio questa semplicità (che non è mai, e sottolineo MAI, sinonimo di banalità) a rendere particolarmente frizzante, diretto e anche un po' sfacciato questo ironico manuale.
L'autrice accompagna il lettore, passo dopo passo, nella psiche di ogni donna e spiega con grande ironia quali atteggiamenti è meglio evitare affinché non si scateni la Terza Guerra Mondiale già al primo appuntamento; qui in queste 100 e poco più pagine sono contenuti i più svariati consigli e le dritte su ciò che regola la vita di coppia. Si viene quindi accompagnati per mano fin dal drammatico (sì sì, ho detto drammatico!) primo appuntamento (con ampie spiegazioni, delucidazioni e DIVIETI che vi aiuteranno a non veder scappare la vostra "lei" a gambe levate) e soprattutto, troverete le istruzioni (che è sempre meglio seguire) per districarsi in quel complesso mondo chiamato "Universo femminile".
Il sarcasmo e l'ironia fanno da cavallo di battaglia di queste pagine che, nonostante la veridicità di quanto esposto, non risultano mai crudeli o meschine; saranno semplicemente, splendidamente e pazzamente.....vere.
Noi donne siamo proprio così infatti, ovvero semplice, splendide e pazze; e il fatto che il manule sia scritto da una donna, ci fa capire quanto spesso noi stesse ci conosciamo.
Questo manuale di sopravvivenza, più che altro per i maschietti (perchè noi a noi stesse sopravviviamo magnificamente), è reso una lettura consigliatissima proprio dallo stile semplice e mai noioso, dall’ironia e dalla simpatia che Adriana Pasetto usa per far sì sorridere il lettore, ma anche per consigliarlo (nel caso esso sia un maschietto) o per far riflettere (nel caso di una lettrice donna che non si è mai posta il problema di una piccola autoanalisi).
Ho avuto la brillante idea di iniziare la lettura di questo manuale mentre il mio ragazza studiava: grosso, grossissimo errore! Se con le vostre risate, più o meno sguaiate, volete evitare di disturbare chi vi sta intorno (e di farvi guardare come alieni), vi consiglio di mettervi in un posticino appartato: ad esempio, una baita di montagna potrebbe essere un luogo abbastanza isolato... =)
Tuttavia, quando ho letto al mio uomo i 10 comandamenti (che trascriverò ora qui di seguito)...devo ammettere che ha capito quanto mi stessi divertendo a leggere queste pagine. E quindi:
I. Lei è la tua signora e non potrai averne altre al di fuori di lei.
II. Non pronunciare il nome delle precedenti fidanzate né di fronte a lei né al di fuori della sua presenza.
III. Osserva ogni ricorrenza per venerarla.
IV. Onora la tua donna.
V. Non odiare la tua donna (anche quando vorresti, fingi un sorriso e procedi).
VI. Non commettere atti impuri, se non con la tua compagna (e comunque attento alle richieste sessuali troppo esplicite).
VII. Non derubarla.
VIII. Non pronunciare falsa testimonianza davanti a lei.
IX. Non desiderare le mogli degli altri, neanche le sorelle o le amiche.
X. Non desiderare di scappare a casa del prossimo pur di allontantanarti dalla tua donna.
Devo ammettere che, nonostante la comicità di questi 10 comandamenti (da osservare attentamente, mi raccomando!), questo non è stato il momento per me più esilarante. La parte e il capitolo che in assoluto mi ha fatta rotolare dal ridere (probabilmente perchè mi ci rispecchio al 100%) è quello intitolato "Vulnerabilità". Riporto alcune, fondamentali, righe:
«[...] Per concludere: avete presente quelle donne che nelle pubblicità, proprio durante quei giorni, decidono di provare l'ebbrezza del paracadutismo, di trovare gloria facendo le veejay o di accompagnare gli amici nella pesca subacquea? Ebbene, scordatevele. Non esistono. Se non nella finzione delle pubblicità televisive. Noi donne vere, proprio in quei giorni, non vogliamo fare altro che rintanarci in una casa isolata ermeticamente: divano, coperta, telecomando e al limite possiamo alzarci per raggiungere la dispensa dei dolci in cucina. Se possibile non parlateci, non sorrideteci e non guardateci: siamo da maneggiare, anche a distanza, con cura.»

Ricapitolando: uno stile semplice, una lettura scorrevolissima (l'ho finito in due ore e mezza!) e divertente, un pizzico di sarcasmo, una buona dose di autocritica e tanti tanti consigli sono gli ingredienti di questo frizzantissimo manuale.

Per ultimo, ma non meno importante, vorrei sottolineare quanto "Donne: come sopravvivere" sia sì utilissimo per i maschietti, che riceveranno ottime dritte per capire un po' di più noi donne, ma anche per noi femminucce: ad ogni pagina troverete descrizioni di atteggiamenti che vi faranno sbocciare un candido sorriso sulle labbra, mentre penserete "Ehi, questa sono io!". Leggendo questo manuale imparete a conoscere un po' meglio anche voi stesse e, magari, a correggere qualche atteggiamento che forse proprio giusto (nei confronti di quei poveri maschietti) non è.
Buona lettura!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    04 Gennaio, 2013
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Le avventure di Sam e Alice continuano!

Da Salt Lake City a Shadow Creek: ecco dove si risveglia Sam. Si troverà circondata da strane tecnologie e soprattutto, ad attendere il suo risveglio...lui, Matt. Croce e delizia della nostra spavalda, scatenata e incontrollabile protagonista.
Matt la incastra in un matrimonio a sorpresa e ben presto Sam, controvoglia, deve ammettere di amare realmente il neo marito. Ma lui la amerà davvero? O è attratto da lei solo per il suo essere così speciale. Questo dubbio torturerà la giovane, mentre la sorella, ignara di quanto le accade attorno, non mancherà di criticare l'ostilità di Sam nei confronti del paradiso che è Shadow Creek.
La giovane sposina si troverà più testarda di prima a combattere quotidianamente contro le ingiustizie (o quelle che lei reputa tali), il tutto nel tentativo di recuperare la sua amata libertà; tuttavia, il sentimento profondo che la lega a Matt, le impedirebbe di andarsene da Shadow Creek senza di lui. E Alice, naturalmente. Una presenza di cuio invece farebbe volentieri a meno è quella di Andrew, il marito della sorella: per quale motivo lui le sortisce ancora quell'effetto? Perchè con lui sente ancora "il fuoco"? Sarà il caso di parlarne a Matt, oppure quel despota che lei ama con tutta sé stessa la rinchiuderebbe in laboratorio per esaminare questa sua ulteriore stranezza?

Per chi non fosse ben informato, sappiate che Prigioniere del fuoco è il seguito de Il sole dentro; in questo caso è assolutamente necessario leggere il primo capitolo per capire di cosa parla il secondo =)
Dato questo piccolo consiglio, passiamo alle cose importanti: ...che spettacolo! Io non so quale sia il segreto dell'autrice, ma indubbiamente anche in questo secondo capitolo della saga, il suo stile avvincente mi ha trascinata fino a fine libro (il che è avvenuto in un giorno...immaginate la mia disperazione nel non avere già fra le mani il seguito!!)
A differenza de Il sole dentro, in questo romanzo la narrazione non passa più di personaggio in personaggio, ma ci offre un unico punto di vista, quello di Sam; la scelta, a mio parere, è azzeccatissima, in quanto sia lei che il lettore non sono mai stati a Shadow Creek. Anche Alice naturalmente non vi è mai stata, ma lei non possiede le straordinarie doti di Sam!
Quindi, attraverso la gemella più, per così dire, "speciale", il lettore scopre Shadow Creek, passo a passo e proprio insieme a lei, condividendo sempre le gioie, i dolori, la rabbia e la frustrazione. La bellezza di questo romanzo, oltre all'originalità della storia narrata, sta proprio nel coinvolgere appieno il lettore che, maschio o femmina che sia, si sentirà "un po' Sam" e ne vestirà i panni, almeno nella sua mente =)
La lettura è scorrevole e anzi, tiene praticamente incollati alle pagine e col fiato sospeso.
Attendo con ansia il prossimo capitolo, con la voglia di emozionarmi ancora come è successo coi primi due romanzi!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    03 Gennaio, 2013
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Viaggiare nella storia: lo sogno fin da piccola

Jack Djones e i suoi amici, fanno parte di un importante gruppo, i Custodi della Storia: loro il dovere di viaggiare nel tempo e di impedire ai nemicidi cambiare il corso degli eventi per i loro loschi fini.
Jake partecipa alla missione che li vede in viaggio nella Stoccolma del 1700, al fine di recuperare una fornitura di atomium, il liquido che permette loro di viaggiare avanti e indietro nel tempo, e portarla alla base. Caspar Isaksen, esponente della famiglia che da secoli produce la miracolosa bevanda, li attende al Teatro per la consegna; ma insieme a lui, i nostri Custodi troveranno anche una sgradevole sorpresa ad attenderli: un ragazzo biondo, che si fa chiamare Leopardo, è lì per potersi impossessare della preziosa consegna. Un fatale errore di Jake permetterà a Leopardo di impossessarsi del liquido, mettendo a rischio l’organizzazione e il destino dell’intera umanità.
I Custodi non vogliono assolutamente che Jake prenda più parte alle loro missioni, hanno troppa paura che un altro passo falso, dettato più che altro dalla sua inesperienza e giovane età, nonchè dal suo grande cuore, metta definitivamente a repentaglio la loro incolumità. Ma il destino ha altri programmi.
Quando Jupitus Cole, Nathan e Charlie partono per l’antica Roma nella speranza di ottenere maggiori informazioni circa un messaggio ricevuto dalla da qualche tempo scomparsa Topazia (anch'ella Custode della Storia), la Hippocampus, nave prescelta per la nuova avventura, si imbatte in una furiosa tempesta, sconvolgendo i piani dei tre Custodi.
Saranno Jake e sua zia Rose a dover partire per soccorrerli; poi, i tre giovani Custodi, ovvero Jake, Nathan e Charlie, lotteranno costantemente contro il tempo per ritrovare Topazia, smascherare l'oscuro piano della perfida Agata Zeldt (maligna madre di Topazia e acerrima nemica della storia e dei Custodi) e salvare l'umanità.


Come spesso mi succede, anche per questo romanzo ho letto per primo il secondo volume; non posso farci nulla, ho spesso la calamita per le "saghe" o simili senza rendermene conto (e infatti ho capito che c'era un romanzo precedente solo a lettura già iniziata).
Tuttavia, non mi è stato per nulla difficile seguire il discorso: infatti questa si può definire una storia a sé e le poche cose utili alla comprensione della storia stessa ma appartenenti al romanzo precedente, vengono spiegate; in questo modo anche i lettori furbetti (come me! Eheh) possono seguire il filo logico senza avere la netta sensazione di avere una lacuna.
Il romanzo mi è piaciuto molto, ho trovato l'idea originale e mi è anche venuta voglia di farmi un viaggetto nella storia (magari fosse possibile!); le varie epoche vengono ampiamente descritte, e grazie ai molteplici dettagli, le ambientazioni e i costumi divengono così realistici che ci si sente catapultati direttamente nel passato.
I personaggi sono ben caratterizzati e viene dato anche molto spazio alle loro riflessioni. La cosa che forse ho apprezzato meno è l'ingenuità del protagonista, o meglio, l'immaturità: Jake agisce spesso per istinto, ignorando quanto questo possa essere nocivo per lui e i suoi compagni. Ma alla fine, è proprio questa sua immaturità e il suo grande cuore a dare una svolta all'intera vicenda, nel tentativo di salvare l'umanità intera.
Allora cosa aspettate a fare un salto nella splendida Roma del 27 d.C.? Io intanto attendo la nuova avventura e magari inganno l'attesa....leggendo il primo volume!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    11 Dicembre, 2012
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Un sole che avvampa dentro

Sam e Alice sono gemelle, ma caratterialmente sono...agli antipodi: Alice è sempre allegra e frizzante, ama divertirsi, lo shopping, la discoteca e le uscite con gli amici. Samantha invece è più mite ed introversa, è un'amante dell'aria aperta e delle corse in totale solitudine; adora chiudersi in casa con un libro e fatica a vedere anche il suo amico Greg; amico che, in realtà, è innamorato di lei. E questo fa sentire Sam molto a disagio.
Le ragazze hanno una particolarità, qualcosa che solo loro pensano di avere, dovuta al fatto di esser gemelle: riescono a comunicare col pensiero. Non solo; la mente di Sam è in qualche modo più sviluppata e riesce a "giocare" con quella di Alice.
Tutto sommato, la vita delle due ragazze procede tranquilla, fra piccole scaramucce e avvenimenti di poco conto; questo fino a quando non piomba nelle loro vite un misterioso ragazzo di nome Andrew. Alice è la prima ad incontrarlo e ne rimane affascinata; gli avvenimenti si susseguono rapidamente (troppo, a detta di Sam) ed in un battibaleno Alice si trova innamorata dell'affasciante Andrew. Alice è felice, troppo...Sam è sospettosa e non appena incontra Andrew...cominciano i suoi guai.

"Il sole dentro" è la prima opera di Loredana Baridon; il suo stile è semplice e diretto, senza fronzoli di nessun tipo, cosa che ho apprezzato moltissimo. La lettura è molto scorrevole e anzi, questo è un libro che cattura davvero troppo l’attenzione del lettore, facendolo diventare assetato di nuove pagine, di nuove informazioni...leggendo ci si troverà sempre più invischiati in questa meravigliosa storia, fatta un po' di intrighi e un po' di misteri, di amore e tanta, tanta passione.
"Il sole dentro" sembra inizialmente essere più adatto a un pubblico molto giovane, ma leggendo vanno delineandosi le caratteristiche dei personaggi: man mano, il lettore si troverà a conoscerli sempre più approfonditamente e arriverà ad un certo punto in cui si sentirà come se li conoscesse da sempre. Sì, perchè Sam, Alice, Andrew e tutti gli altri...ti entrano dentro. Pertanto ogni tipo di lettore si troverà a suo agio all'interno di queste pagine.

La bellezza di questo romanzo, oltre alla facilità con cui si lascia divorare [e vi assicuro che non ne avrete mai abbastanza, un po' come Alice non ne avrà mai del "fuoco"...per capirmi...bisogna leggere il libro, eheh!], è il rapporto che viene narrato, ovvero quello tra le due gemelle: due modi differenti di vivere la vita, di vedere le cose e gestire le situazioni che man mano le ragazze si trovano ad affrontare; e questo è affascinante, perchè ognuno riesce ad identificarsi in Sam o Alice, a seconda delle proprie caratteristiche. Un altro punto di forza del romanzo è certamente il fatto che fulcro della narrazione sia...la mente. La mente di due giovani donne, abbastanza comuni eppure speciali. Due menti diverse dalle altre. Questo aspetto ci permetterà di approfondire particolarmente anche il lato psicologico dei personaggi, del modo di approcciarsi alle cose più svariate (dal lavarsi i denti all'uscire con gli amici); insomma, "Il sole dentro" regala una prospettiva tutta nuova, interessante e coinvolgente.
Ho amato tantissimo l'alternarsi di parti narrative, discorsive e...c'è un modo per identificare i dialoghi tra le menti dei personaggi? Nel caso ci fosse, inserite quel termine al posto delle ultime parole =)

Devo ammettere che un difetto questo romanzo ce l'ha: si arriva alla fine che si vorrebbe sapere, capire e quant'altro; si è lì, col fiato sospeso e il cuore che martella nel petto..ma per avere ulteriori informazioni, bisogna aspettare il romanzo successivo.
In linea di massima quindi, il primo libro è una sorta di assaggio non certamente privo di colpi di scena e piccole anticipazioni sul futuro, ma che vi farà venire voglia di sapere tutto e subito e quindi di leggere il romanzo successivo non appena disponibile.

Per concludere, consiglio vivamente "Il sole dentro", in particolare a tutte le donne che vogliano vivere una storia appassionante e ricca di emozioni, intrigante e tremendamente pericolosa.

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    09 Dicembre, 2012
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Maledettissimi tempi terribili

Dunque...forse per la prima volta ho serie difficoltá nel cominciare una recensione. Non perché questo romanzo non mi sia piaciuto, tutt'altro! Ma perché fare un riassunto quantomeno comprensibile di questa trama....mi risulta impossibile. O meglio: impossibile fare un riassunto che non mi faccia sembrare pazza. E questo é "Tempi terribili": un romanzo pazzo, psicopatico e psicotico, mozzafiato e psichedelico.

Premettendo il fatto che non mi sono mai drogata (meglio puntualizzarlo!), "Tempi terribili" é un po' come farsi una pista di coca...o forse di LSD? (Ammesso che di quest'ultimo ci si possa fare una pista; come dicevo, non sono un'intenditrice :P)
"Tempi terribili" è cosí; assolutamente fuori di senno: una trama incredibilmente contorta, un romanzo sessualmente disinibito (e basta leggere il primo capitolo per capirlo); tutto in "Tempi terribili" é, per usare un eufemismo, "fuori dalla divina grazia"...insomma gente, diplomaticamente direi che questo romanzo é una bomba. Piú terra a terra, mi esprimo con «É una gran figata!».

Personaggi fuori dall'ordinario e che non hanno nulla in comune, si trovano invischiati in un unico vortice frenetico di avvenimenti che li (e vi) lascerá senza il tempo di respirare e capire.

Un romanzo pazzesco.
A metá ero un po' infastidita dal ripetersi di «sono arrivati i tempi terribili» e simili; ma poi...qualcosa ha iniziato a prender forma. Un'idea. E quell'idea si è insinuata nella mia mente, cominciando a farmi temere questi tempi terribili. E poi...e poi volevo saperne di piú, sempre di piú. Mi sembrava di capire cosa c'era sotto, ma non afferravo del tutto quell'idea che mi stavo facendo e che mi stava "intrippando" il cervello.

Lo stile dell'autore mi é piaciuto molto; la lettura é scorrevole e complicata allo stesso tempo.
Un unico, piccolissimo appunto lo devo fare per la mancanza di qualche spaziatura quando cambia il personaggio di cui si parla; o almeno, questo é l'appunto che avrei fatto quando ero ancora nella prima metá del romanzo.
Ora, ho come il sospetto che la mancanza di spaziatura sia dovuta alla volontá dell'autore di creare ancora piú caos. Geniale!

Vi lascio con un paio di citazioni...super :)

"Si vede che vorrebbe portarsela a letto e lei ci starebbe pure. Non é la Venere Supersonica? E la Venere Supersonica é tosta e disinibita. La disinvoltura sessuale é parte del personaggio, no? Oddio, ora tanto tosta e disinibita non si considera, peró. Colpa di quel cazzo di Gesú Cristo."
[e qui la sottoscritta, dopo una grassa risata, ci ha aggiunto un bell'«amen»]

"Fatima Kamikaze é l'amichetta che fa per voi! Per meglio far emergere i vostri sani, divertenti, esagerati, piccoli istinti terroristici! Disponibile in tutti i negozi! Uccidete mamma e papá con Fatima Kamikaze!"
[.....ahahah!]

Ecco alcuni esempi di quanto pazzo sia "Tempi terribili".
Lo adoro.


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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    14 Novembre, 2012
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L'America non è terra per gli dèi

Shadow non ha avuto vita facile: da giovane, prima di svilupparsi, era vitima dei bulli della scuola; poi, la madre lo lasciò che lui era solo un sedicenne. Solo dopo aver sposato Laura la sua vita sembrava aver preso una giusta piega; fino al giorno della rapina. 3 anni di carcere, di interminabile e faticosissima prigionia. Nulla lo teneva a galla come il pensiero di riabracciare la moglie; ma ora che Laura è morta e lui in libertà...cosa se ne deve fare Shadow?
Sarà l'enigmatico signor Wednesday, incontrato per caso (ma sarà davvero così?) a dare uno scopo alla sua vita resa ormai vuota dalla perdita dell'unica persona in grado di donargli gioia che, tra l'altro, si fotteva pure il suo migliore amico. Shadow inizierà così a lavorare per Wednesday il cui vero nome è in realtà quello di una divinità: propio così, Shadow si troverà a lavorare per gli dèi; per quelli dalla parte del giusto o no? Ma poi cosa è giusto? Il nostro protagonista vivrà un viaggio pazzesco, alla ricerca della giustizia ma soprattutto della verità su sè stesso e su tutto ciò che gli accade. Pagina dopo pagina la vicenda prenderà un'inaspettata piega e Shadow si troverà più a doversi guardare le sue di spalle, che quelle degli dèi da cui è stato ingaggiato.
La guerra è vicina....chi ne uscirà vincitore?

Dunque...prima di scrivere questa recensione, ho dovuto meditare non poco; il romanzo è a dir poco sorprendente, originale e...ricco. Sì, ricco di dettagli, di fantasia, di descrizioni e dialoghi ai limiti dell'assurdo, tanto da risultare qualche volta grotteschi.
In generale, devo proprio dire di aver amato ogni singola maledettissima pagina di questo romanzo. In più:

- ho amato Shadow, (tra l'altro immaginarmelo come il cantante dei Nightwish, non ha aiutato a non innamorarmene), la sua intelligenza e arguzia, la sua bontà d'animo e il suo amore sincero per Laura. Mi è piaciuto molto il suo personaggio, pregi, difetti, fortune e sfighe compresi;

- ho amato quell'imbroglione, nonché pazzo scatenato, di Wednesday, benché abbia trovato la sua figura piuttosto spregevole. Tuttavia il suo senso dell'umorismo ai limiti del cinismo mi hanno davvero fatto fare grasse risate;

- ho adorato tutte le divinità descritte, dalle più conosciute (Horus, Bastet, Thot, Odino, ecc ecc) alle sconosciute; naturalmente, tutte dalla parte degli dèi dimenticati. Le divinità nuove, teoricamente inventate (anche se, parlare di invenzione in un simile romanzo...è davvero difficile e le mie parole risultano essere più esilaranti di tutto l'intreccio messo su da Gaiman ;) ) le ho piuttosto detestate.

Potrei scrivere ancora per molto, ma in verità non riuscirei mai a descrivere pienamente la bellezza di questo romanzo e la ricchezza di dettagli e descrizioni; indubbiamente è una storia mooolto particolare e nettamente....mooolto ben scritta!

Per concludere, vorrei citare una minuscola parte introduttiva (per così dire) che Gaiman stesso pone all'inizio del suo romanzo, intitolandola "Avvertenza per i viaggiatori":

"Non è una guida, questo libro, ma un'opera di narrativa, e sebbene nella narrazione emerga una geografia degli Stati Uniti che non è completamente inventata -molti luoghi esistono e vi sono sentieri che possono essere percorsi o tracciati- mi sono preso qualche libertà, meno di quelle che si potrebbe pensare, però me le sono prese.
Non ho chiesto a nessuno autorizzazioni a inserire attrazioni turistiche che esistono davvero: è probabile che i proprietari di Rock City, della House on the Rock e i cacciatori che possiedono il motel al centro dell'America si stupiscano di vederli qui.
Di altri luoghi, invece, ho cambiato l'ubicazione: la città di Lakeside, per esempio, e la fattoria con il frassino a un'ora da Blacksburg. Chi vuole potrà provare a cercarle, e magari le troverà.
Va da sé che tutte le persone, vive o morte, nominate nel libro, sono frutto della mia immaginazione, oppure usate in modo immaginario. Soltanto gli dèi sono reali."

Non penso ci sia altro da aggiungere, qui Gaiman rende benissimo l'idea di questo favoloso romanzo...in particolare con la frase finale.
Concludo dicendo che ho apprezzato lo stile di Gaiman (che ormai rientra nella mia personale top five degli autori) e la storia raccontata: quest'uomo è un pozzo inesauribile di idee; balzane, magari, ma sorprendentemente...come dire? Fantasiose!
Inoltre, non si commetta l'errore di considerare questo romanzo come una semplice storiella (che poi, dati i tantissimi dettagli, non è nemmeno poi così semplice), poichè lancia dei messaggi importantissimi e molto belli. Vi auguro di riuscire a coglierli.
Altrimenti, vi godrete comunque un'ottima storia!

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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    28 Ottobre, 2012
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Lettura piacevole, ma breve

Dunque, l'acquisto di questo libro è stato pressoché casuale. Ieri sera (27/10/'12) mi sono ritrovata ad assistere ad un incontro con Andrea Vitali: non lo conoscevo come autore (Galeotto fu il collier so esser suo, ma non mi sono mai particolarmente interessata, non ritenendolo il mio genere) e quindi la mia presenza all'evento è stata pura curiosità.
Vitali si è dimostrato da subito una persona molto simpatica, in grado di grande empatia col suo pubblico; mi sono trovata così coinvolta dai suoi frizzantissimi aneddoti, la maggior parte dei quali usati all'interno dei suoi romanzi.
Ma ad attirarmi veramente, ad un certo punto, è stata la domanda di una signora del pubblico:
«Da dove le è venuta l'idea per "Pianoforte vendesi"? Un libro così distaccato dal suo solito genere eppure così bello?»
É stato amore.
Se fino a quel momento avevo deciso di provare ad acquistare "Olive comprese" e provare a leggerlo, quella domanda ha fatto scattare in me l'irresistibile desiderio di possedere "Pianoforte vendesi"; oggi ringrazio il mio io interiore che mi consiglia quasi sempre nel modo giusto ;-)

Il Pianista è un ladro professionista, così chiamato a causa delle sue belle mani dalle dita lunghe e affusolate; è la notte dei Re Magi a Bellano e in occasione della festa egli pensa di riuscire ad arraffare qualche soldo, qualche orologio da taschino e qualche altro oggetto di valore. Ma il Pianista non ha fatto i conti col tempo; e con la casa con fuori esposto il cartello "Pianoforte vendesi". Una casa apparentemente disabitata e quindi probabilmente ricca di oggetti da poter rubare; una manna dal cielo, dato che il maltempo rovina la festa, ai bellanesi e al Pianista.
Così il ladro entra in questa casa, ma non è solo: una dolce, anziana signora, vi dimora. Un'anziana con un unico grande amore: la musica.
Una storia molto dolce e molto carina, con un po' di suspance e un po' di mistero. Il tutto concentrato in sole 88 pagine, che io personalmente ho letto in meno di quaranta minuti. Molti potrebbero dire che la brevità sia il punto debole di questo libro; io non sono d'accordo, in quanto più pagine avrebbero solamente "allungato il brodo". Così, invece, la storia è densa, quasi frenetica; una meraviglia.
Qualcuno magari può pensare che questo racconto non abbia un senso; e ci può stare. Ma perchè, una storia deve per forza avere un senso? Io sono dell'idea che un racconto (o romanzo, ecc) possa esser scritto per il puro piacere di farlo, per il puro piacere di raccontare una storia, appunto. Diciamocela giusta: quanti romanzi vengono scritti senza avere un vero senso?! Raccontano una storia, magari portano il lettore in un altro mondo e lo fanno viaggiare con la fantasia; ma non necessariamente devono avere un senso, qualcosa che si possa definire "un insegnamento"!
A me, questo racconto è piaciuto molto: ho apprezzato lo stile di Vitali, da leggere con attenzione a causa della numerosa punteggiatura; non per questo però ho avuto difficoltà, anzi la lettura è scorrevole e accattivante. La storia raccontata è davvero molto carina, mi è piaciuta la sua originalità e, sinceramente, mi ha lasciato una piccola grande emozione.
Consigliato!

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Fantasy
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    16 Ottobre, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Avvincente!

La vita di Chloe Saunders ha subito notevoli cambiamenti, soprattutto dopo la fuga da Lyle House. E, dopo il tradimento di zia Lauren e di qualcuno che pare non essere Tori, non sa più di chi fidarsi; per di più sembra che i ragazzi, Simon e Derek, siano riusciti a scappare. Il punto quindi è: come uscire da quel labirintico edificio quale è la sede del Gruppo Edison? Prima che l'occasione le si presenti, Chloe avrà modo di scoprire dettagli sull'esperimento "Genesi II", dove troverà informazioni che la riguarderanno personalmente; inoltre, parlerà con un inquietante spirito di una semidemone la quale aggiungerà altri interrogativi a quelli che Chloe ha già.
Infine, dopo alcuni giorni di reclusione, la nostra piccola negromante avrà l'occasione per mettere il naso fuori e tentare la fuga. Riuscirà a sfuggire a quella strega della madre di Tori, al criptico professof Davidoff e a sua zia?

Davvero una piacevole lettura! Avevo divorato il primo romanzo della serie "The darkest powers", benchè all'inizio fossi davvero scettica; invece mi sono ritrovata a finirne uno e a volere subito l'altro!
Lo stile di Kelley Armstrong è veramente unico, in quanto l'autrice sa rendere un intero romanzo frenetico, interessante e coinvolgente; il ritmo è quasi insostenibile, in quanto i protagonisti vivono in una fuga continua e cercano sempre di evitare i problemi (che invece, com'è ovvio che sia, abbondano!)
La caratterizzazione dei personaggi è ottima, più di una volta mi sono immaginata il burbero colosso di Derek o il biondino dai lineamenti asiatici quale è Simon. Purtroppo, mi sono anche immaginata quella vipera di Tori che, se fossi stata io Chloe, avrei già strozzato con le mie mani; ma naturalmente la nostra protagonista è troppo buona e corretta per cose simili, così devo limitarmi a mandarle entrambe (per forza di cosa!) a quel paese... =)
Questo libro lo vedo più che altro come una sorta di "romanzo di passaggio": sì, i nostri personaggi fanno qualche scoperta e ritrovano qualcuno di cui avevano bisogno, ma il 95% è basato sulla fuga e sulla ricerca di un posto sicuro in cui potersi nascondere. Ad ogni modo, l'ho trovato molto bello e l'ho divorato; il mistero si infittisce sempre più e io devo pure aspettare il terzo per sapere come andrà a finire (perchè sinceramente, spero che finisca con tre!)
Lo consiglio a chi volesse leggere un fanasy piuttosto buono, in cui ci sono sì creature soprannaturali (streghe, licantropi, negromanti, semidemoni) ma dove la storia ha una piega interessante e, credo ma non ci giurerei, mai vista. Della serie: W i libri non-fotocopia...e chi ha orecchie per intendere, intenda!

[Di solito non sono così polemica, chiedo scusa!]

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The Summoning
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Politica e attualità
 
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    10 Ottobre, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Oltre le apparenze

La copertina cita "Una finestra su Milano fra XX e XXI secolo"....e questo libro è davvero una finestra su quella Milano ai più sconosciuta; o forse ben conosciuta ma mai presa seriamente in considerazione dai quotidiani. Mi verrebbe da dire, vagabondando con la mia mente, che questo libro raccoglie fatti di ordinaria quotidianità e proprio per questo a modo loro speciali, unici e di grande rilevanza...almeno per noi "comuni mortali".

Giorgio Guaiti, giornalista per "Il giorno", scrive con pungente ironia di tanti temi, ognuno dei quali risulta essere parte di uno spaccato di vita; il risultato di questa (se così vogliamo chiamarla) raccolta di articoli, è un'acuta e sarcastica osservazione della società milanese e, più genericamente, della società tutta.
Se mi è piaciuto? Diamine, sì! Ho trovato questo libro assolutamente realistico (ed è quello che è, infatti) e molti articoli mi hanno fatta riflettere; spesso mi hanno fatta sorridere amaramente, facendomi pensare che dietro all'ironia di quelle parole così accuratamente scelte, spesso si cela un mondo che non è così distante da noi, dai nostri ritmi frenetici e dalla nostra società moderna......moderna di nome, anche se non sono così sicura lo sia anche di fatto.

Gli articoli sono suddivisi in capitoli, ognuno dei quali si occupa di un certo tema:
- In casa
- In strada
- Al lavoro
- A scuola
- Al bar (e dintorni)
- Per sport
- In ferie
- Il progresso tecnologico
- A parole
- La città

La lettura non risulta mai noiosa e questo penso sia dovuto proprio alla sottile ironia presente in ogni articolo, nonchè alla "vicinanza" dei temi trattati: per intenderci, nonostante l'ironia, non avrebbe avuto lo stesso effetto se gli articoli avessere parlato di fisica quantistica! Ognuno di noi può sentirsi chiamato in causa in ognuno degli articoli. Leggere questo libro è stato anche meglio che leggere un romanzo: nonostante il filo logico fosse solo legato ai temi dei vari capitoli, la lettura mi ha appassionata, lo stile di Guaiti mi ha rapita, i temi trattati hanno lasciato un bellissimo ricordo nel mio cuore nonché un grande spunto per parecchie riflessioni.

Lettura vivamente consigliata!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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5.0
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Sordelli Opinione inserita da Sordelli    02 Ottobre, 2012
Top 500 Opinionisti  -  

Un thriller super, condito con dettagli horror

Il corpo di una prostituta giace inerme in un lago di sangue; la violenza carnale e le sevizie subite hanno sfogo in un unico gesto che spiega da solo quanto la vittima abbia sofferto: la lingua le è stata brutalmente strappata.
Sulla scena accorre la polizia di Atlanta e, in particolare, del caso se ne occupa l'agente Michael Ormewood; il quale non potrà dirsi propriamente felice quando gli verrà affiancato l'agente speciale Will Trent del Georgia Bureau of Investigation. Tuttavia, l'aiuto del tranquillo energumeno quale è Will Trent pare indispensabile, soprattutto dopo che la vicina quindicenne di Ormewood viene trovata morta a casa di lui con la lingua tagliata di netto.
Questo romanzo è fantastico e mi ha solo confermato la bravura della Slaughter nello scrivere ottimi thriller che sanno come tenere il lettore col fiato sospeso, pur sapendo da prima dei protagonisti chi sia il colpevole e come siano andate realmente le cose. Forse è anche questo il suo punto di forza: il fatto che al lettore vien voglia di urlare al povero Trent o all'agente Polanski di guardarsi le spalle da......beh, non posso dirlo ;)
Lo stile di Karin Slaughter secondo me è spettacolare, la lettura è scorrevolissima e piacevole e non ci si annoia mai, nonostante le mille informazioni da cui viene bombardato il lettore.
Questo romanzo è vivamente consigliato agli amanti dei thriller, soprattutto a coloro i quali stiano cercando un autore (in questo caso, autrice) in grado di descrivere scene raccapriccianti e di una violenza inaudita, con una facilità e una spensieratezza senza paragoni.
Ho già letto anche il secondo della Slaughter (purtroppo, prima di "L'ombra della verità") e senza ombra di dubbio leggerò anche il terzo!

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