Opinione scritta da FFmaster
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Genio o follia?! io ancora non l'ho capito
Premetto che Kafka sulla spiaggia è il mio primo libro di Murakami,e che probabilmente non ero del tutto preparato a questo genere di lettura.Si,perche,in linea con la natura stessa del libro,le mie opinioni sono del tutto contrastanti. Da un lato è innegabile che questo libro mi ha lasciato molto amaro in bocca,dall'altro non posso che ricordardo con molto affetto.
Lo stile di scrittura è scorrevole ed appassionante.Apprezzatissimi gli innumerevoli riferimenti alla musica e alla letteratura,un po meno il tono fastidiosamente volgare delle scene di sesso,un vero peccato secondo me.
Per quanto riguarda il contenuto,beh,il libro mi ha tenuto sulle spine tutto il tempo...anche dopo la sua fine.Si,perchè il vero motivo del mio non eccessivo entusiasmo,nonostante il libro mi sia piaciuto,è che i due personaggi non hanno praticamente alcun tipo di legame,e la storia,datemi tutte le interpretazioni che volete ma,resta con molti quesiti irrisolti! Certo un lettore non puo che apprezare l'opportunità della libera interpretazione,ma,credo che quando si parla di libri che rappresentano un mondo parallelo,fantastico,simbolico,metaforico,insomma,tutto tranne che razionale,si ha bisogno di essere accompagnati nella sua comprensione.
Sarà che per la prima volta ho provato l'orrenda sensazione di sentirmi un idiota una volta chiuso il libro,ma io no posso che rimproverare Murakami : non puo gettare il lettore nei meandri della sua,permettetemi,folle mente e lasciarlo,abbandonarlo e dargli alla fine giusto il minimo necessario per dare un senso alle 500 e passa pagine.Chiaramente non voglio svelare niente,ma chi ha letto capirà.
In conclusione,ciò che è diverso vale sempre la pena di essere vissuto,e questo libro è addrittura più di questo,e forse questo è il suo piu grande pregio,il fatto di essere assolutamente unico (anche perche ogni libro di Murakami è un mondo a parte) e questo gli conferisce un fascino innato ma forse un po troppo difficile da gestire.
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"Il Mistero è la cima di un albero dietro un muro"
Ho atteso un po prima di scrivere questa recensione,perchè questo libro: "Narciso e Boccadoro",è senza dubbio un libro speciale.Proprio come il suo protagonista,necessita di vivere ed invecchiare nel tu cuore,non può aspettare su una scrivania di essere letto e poi richiuso,perchè ha un estremo bisogno di mostrarti il mondo,mostrarti come amarlo,vuole esser letto nel posto giusto,vuole respirare aria di poesia e di crudeltà e,alcune volte vuole renderti tremendamente triste,altre inspiegabilmente felice.
Tuttavia però,"Narciso e Boccadoro" non nasce con la pretesa di essere un capolavoro,e proprio per questo io credo che lo sia.
Questa è la storia di due amici,e del profondo rapporto che lega ogni cosa nel mondo al suo contrapposto,raccontata attraverso un viaggio nel mondo,o meglio,del viaggio del mondo attraverso l'animo puro,eppur colmo di profondi conflitti,del meraviglioso Boccadoro,tormentato dal desiderio della "ricongiunzione". E' proprio questa,a mio avviso la chiave di tutto,del libro,della vita.Narciso è destinato ad una vita illustre ed ordinata,in attesa della ricongiunzione con Dio,che è padre,è regola è filosofia.Boccadoro è destinato ad amare,perchè vi è in lui (e in Hesse) una capacità incredibile di amare,amare le donne,gli animali,persino la morte:la Madre,la generartice,la voluttà della vita,in attesa altresì della ricongiunzione con le immagini del proprio passato,che allo stesso modo,sono elementi di avvicinamento all'eternità,plasmandole con l'audacia dell'indole dell'artista.
Ogni persona vivente troverà un po di se in questo libro,questo è secondo me il suo pregio più grande,e forse qualcuno potrà rendersi conto che fin'ora non ha mai visto,ma sempre e solo guardato.
Di solito amo scrivere lunghe recensioni,alla ricerca delle parole più armoniose,ma in questo caso non posso far altro che inchinarmi alla meravigliosa melodia di parole e di immagini che questo libro ha in se,nulla che possa ulteriolmente battezzare quest'opera purissima,priva di ogni peccato originale,anche se mi rincresce non esserne all'altezza.
Dedicato a chi,nella vita, non ha paura di scoprire "la cima di un albero dietro ad un muro" (cit.)
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Capolavoro si...ma di altri tempi
Nel continuare il mio personale percorso nella scoperta di quello che di oscuro si cela nell'animo umano,anzi dell'animale-uomo,mi sono imbattuto nel famoso "il signore delle mosche",a proposito,complimenti a Golding per il titolo.
Appare chiaro fin da subito cosa ha reso celebre questo libro : L'Idea!Meravigliosa e spietata,cinica ed innocente.
Eppure,guardando il sottile libro,mi sono chiesto: "ma come fa l'autore a raccontare una così affascinante involuzione da essere civile a bestia incontrollata in sole 239 pagine?"
Infatti,la cosa che più mi ha deluso di questo libro è la troppa fretta(evidente soprattutto nel frustrante stile dei dialoghi dove continuamente,credetemi,non riuscirete a capire chi sta parlando)col quale l'autore racconta i fatti maledetti e fatali dell'isola,contraddicendosi in modo eclatante con un inizio lentissimo,come giusto che sia,secondo me,se si vuole scrivere di un isola deserta.
La verità,a mio avviso è che Il signore delle mosche è un libro di altri tempi,quando l'idea di un isola deserta era un sogno,infranto poi brutalmente dal realismo di Golding.
Non fraintendetemi,in alcune sequenze di tensione,neanche io riuscivo a non far tremare la mia gamba,e certe volte sembrava davvero si udire un rullo di tamburi,ma credo che oggi siamo abituati a bel altri e alti tipi di "bombardamenti emotivi", molto più efficaci.
In conclusione,Golding ci ha lasciato la sua personale esperienza di viaggio nelle profondità dell'animo umano,non senza i dovuti colpi di scena,che,anche se non ha soddisfatto in pieno la mia personalissima e perversa fame di malvagità umana,ritengo sia una esperienza consigliata anzi obbligatoria,anche per chi preferisce vederci una metafora piu profonda.
Mi sento tuttavia di sconsigliare il titolo agli amanti del genere fantasy,abituati a quelle meravogliose e perfette descrizioni di paesaggi e personaggi. La descrizione dell'isola a mio avviso è pessima,così come quella dei personaggi,a cui io,sinceramente,non ho saputo dare un volto per tutta la durata,breve,del libro.
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"Se tu sei un Uomo"
Cercherò di non essere banale e di non ripetere ciò che è già stato detto.
Se è vero che la storia è scritta dagli eroi e dai vincitori,è ancor piu vero che un eroe non è necessariamente un vincitore.
Scegliere di leggere questo libro,significa sapere di non poter più guardare al genere umano allo stesso modo,e,cosa ancor più disarmante,non si puo più credere in se stessi allo stesso modo.
Si,perchè sfogliando le agghiaccianti pagine(e quando Levi parla dell'inverno nel Lager le pagine sembrano fredde davvero)che diventano una ad una sempre piu pesanti e taglienti al tatto,come se la nostra stessa umanità venisse strappata via insieme al ricordo della dignità di quest'"uomo", il lettore non può fare a meno di sentirsi così schifosamente colpevole...!Colpevole di non riuscire nemmeno col piu audace e sudicio dei pensieri ad immaginare cosa significhi sopportare sulla pelle sottile,le ustionanti malvagità della guerra,di QUELLA guerra,quella per mezzo pezzo di pane secco,per un paio di scarpe laide...per dei miserabili resti umani,i tuoi stessi resti umani,che gelano insieme a quel che resta dell'"umanità"di chi incredibilmente aderisce,impassibile ma in fondo diverito, ad una follia virale che sembra non avere confini.
Mi chiedete se "se questo è un uomo" è un libro piacevole? io vi rispondo di no
Mi chiedete se consiglio la lettura,io rispondo assolutamente si,non per saperne di più della guerra,mostrando l'ovvia miserabile compassione verso uno dei deportati nei campi di concentramento,ma per portare con se quel macigno che è la responsabilità di non permettere,nel futuro,a nessuno,di pensare che che in qualche modo la vita di un uomo valga piu della vita di un altro uomo!
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Quella strana creatura chiamata "Uomo"
Sono alla mia prima recensione sul sito e devo dire che recensire BR non è facile. Sicuramente questo è un libro che o si ama alla follia o lo si odia a morte.Sicuramente alcune situazioni incredibilmente paradossali possono invogliare a farsi una grossa e grassa risata contro l'autore che vuole far passare dei super geni per quindicenni.Sicuramente,i voti che inevitabilmente si danno allo stile e al contenuto non rispecchiano sufficientemente l'esperienza complessiva che si "vive" leggendo il libro.Sicuramente questo è un libro adatto a chi,come me,è affascinato dalla cultura orientale,non solo da un punto di vista artistico e letterario,ma anche sociale....Ma soprattutto sicuramente questo libro mi ha letteralmente stregato.Dal momento in cui l'ho chiuso non ho fatto altro che andare in giro per il web per sapere cosa ne pensasse la gente!
Nella sua semplicità Battle Royale pianta un piccolo seme nella mente del lettore,che da parte sua non puo fare a meno,ogni 2 pagine di chiedersi "io cosa avrei fatto?"...all'inizio. Si,perchè ad un certo punto,neanche il lettore si stupisce più delle reazioni primordiali e violente dei protagonisti,si è calati completamente nella situazioni ormai da veterani di guerra già dalla centesima pagina e sorprendentemente non si puo far altro che pensare a quella strana creatura chiamata uomo,e a quanto sia reale il fatto che ognuno di noi,ha dentro di se una bestia che prima o poi,è solo una questione di tempo,sceglie per noi che è meglio cacciare che essere cacciato,se messo alle strette da un sistema sociale senza via d'uscita! a meno che...
Battle royale non è solo un libro "splatter",esso invita realmente a riflettere sulle implicazioni di ciò che accettiamo come "Darwinismo sociale"(termine meraviglioso,permettetemelo)e non fa altro che "sbatterti in faccia" la realtà,sta a noi reagire da civili o da bestie e,credetemi,sarete disposti ad accettare di buon grado qualsiasi soluzione.
Società=Sopravvivenza=Guerra=Solitudine...la soluzione a questa semplice relazione? Andate a scoprirla nel libro!
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